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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 3 maggio 2007

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 3 MAG. 2007 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Javier Navarro Rodríguez, finora Vescovo di San Juan de los Lagos, (Messico), Vescovo di Zamora (superficie: 12.000; popolazione: 1.980.000; cattolici: 1.618.846; sacerdoti: 317; religiosi: 928), Messico.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Middlesbrough (Gran Bretagna), presentata dal Vescovo John Crowley, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.
NER:RE/.../NAVARRO:CROWLEY                                 VIS 20070503 (80)


IRAQ: SCELTE POLITICHE GIUDIZIOSE E AIUTI UMANITARI


CITTA' DEL VATICANO, 3 MAG. 2007 (VIS). L'Arcivescovo Silvano M. Tomasi, Nunzio Apostolico e Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Ginevra, è intervenuto, il 17 aprile scorso, alla Conferenza Internazionale convocata a Ginevra dall'Alto Commissariato dell'O.N.U. per i Rifugiati per rispondere alle necessità degli sfollati e dei rifugiati iracheni.

  Nel suo discorso reso pubblico oggi, l'Arcivescovo Tomasi ha precisato che: "Attualmente esistono 2 milioni di sfollati iracheni e due milioni di profughi che hanno abbandonato il Paese e circa 40.000-50.000 che abbandonano le loro case ogni mese".

  "Dove la guerra e la violenza hanno distrutto il tessuto sociale e l'unità nazionale, scelte politiche giudiziose ed un impegno umanitario non discriminante rappresentano il primo passo per ristabilire una unità pluralistica in Iraq".

  L'Osservatore Permanente ha inoltre ricordato che: "Le donne sfollate, gli anziani e i bambini sopportano tutte le conseguenze peggiori di questa tragedia. Con l'esperienza della violenza quotidiana e, ancor più tragicamente, con l'uccisione di membri della famiglia davanti ai loro occhi, molti bambini sono traumatizzati e rimangono senza le cure di personale professionale specializzato".

  "I paesi che accolgono i profughi iracheni non possono essere ignorati della comunità internazionale" - ha proseguito il Nunzio Apostolico - "e devono ricevere tempestiva e concreta solidarietà. (...) Infatti, senza di essa, le vittime che fuggono dalla violenza rischiano nuove forme di sfruttamento e di essere private dell'assistenza sanitaria, dell'educazione, dell'alloggio e delle possibilità di impiego".

  L'Arcivescovo Tomasi ha sottolineato che: "Mentre la prima urgenza umanitaria è la pace, ugualmente fondamentale è una risposta coordinata che susciti la consapevolezza della grave crisi che dobbiamo affrontare. Tale risposta deve comprendere i singoli Stati, la società civile e le Nazioni Unite. Per migliorare la drammatica situazione dei profughi all'interno e all'esterno del Paese, tale risposta deve comprendere la partecipazione responsabile di tutti gli iracheni".

  Ribadendosi agli operatori umanitari in Iraq, l'Arcivescovo Tomasi ha sottolineato che essi "meritano l'apprezzamento di tutta la famiglia umana", ed ha ricordato che: "Le decine di migliaia di persone di ogni cultura e religione sono assistite quotidianamente dalla rete caritativa cattolica in Iraq, Giordania, Siria, Libano, Turchia ed Egitto" e da tutte le Organizzazioni non governative e da altre agenzie internazionali.

  L'Osservatore Permanente ha concluso il suo intervento esprimendo la convinzione della Santa Sede che "In tale congiuntura di crisi del Medio Oriente, la comunità internazionale deve impegnarsi vigorosamente in prima linea. Certamente la sfida più gravosa è quella di trovare una via di riconciliazione, per ricostruire la volontà di dialogo e sperare nuovamente che la pace possa avere il sopravvento. Aiuti umanitari generosi, tempestivi e coordinati per tutte le vittime di tale orrenda violenza promuoveranno la giustizia per tutte le vittime e avvieranno l'indispensabile processo di risoluzione di tale tragica situazione".
DELSS/IRAQ/GINEVRA:TOMASI                           VIS 20070503 (460)


NECESSITÀ VITALE DIALOGO CULTURALE E INTERRELIGIOSO


CITTA' DEL VATICANO, 3 MAG. 2007 (VIS). Monsignor Francesco Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'U.N.E.S.C.O., è intervenuto il 24 aprile scorso, a Parigi, alla 176° Sessione del Consiglio Esecutivo dell'U.N.E.S.C.O., in merito al punto 19 del "Progetto di strategia a medio termine 2008-2013", sull'importanza del dialogo interconfessionale e interreligioso per la promozione del rispetto e del dialogo tra le culture.

  Nel suo intervento dal titolo "Il dialogo interculturale e interreligioso è una necessità vitale" - frase pronunciata dal Santo Padre Benedetto XVI a Colonia, il 20 agosto 2005, in occasione del suo incontro con i Rappresentanti di diverse comunità musulmane - il Presule ha riaffermato che: "Anche se le culture sono contraddistinte da interpretazioni diverse della realtà, esse condividono in profondità l'esperienza fondamentale della condizione umana: uomini e donne di ogni cultura devono affrontare gli stessi problemi della nascita e della morte, del lavoro, della malattia, dell'ingiustizia sociale, dell'ambiente, della salvaguardia del nostro pianeta".

  "Gli scambi culturali" - ha proseguito Monsignor Follo - "comportano inoltre che si tenga conto delle religioni in quanto tali (...) anche perché l'esperienza religiosa è sovente iscritta nel cuore della cultura. (...) Si deve anche riconoscere, è vero, che le religioni sono state purtroppo, in alcuni casi, fattori di violenza nella storia dell'umanità (...). È importante però sottolineare anche come le religioni abbiano contribuito e possono ancora contribuire alla coesione sociale, alla riconciliazione e alla pace".

  "Uno sguardo alla storia passata" - ha affermato ancora il Presule - "dimostra in tutti i casi quanto noi siamo  debitori a quegli uomini che, a loro volta, hanno favorito la comunicazione fra mondi molto diversi fra loro. Anche Sant'Agostino può legittimamente apparire, oltre quindici secoli dopo, come un 'ponte' fra le culture: fra l'Africa antica e Roma, fra l'Oriente greco e la latinità, fra il mondo antico e il Medio Evo, ed anche fra il mondo antico e l'epoca moderna".

  "Tali figure" - ha concluso il Nunzio Apostolico - "devono incoraggiare a ricercare oggi le vie di uno scambio fra culture. Il mescolarsi delle popolazioni si verifica più che mai nell'epoca della globalizzazione. Ne va, sopratutto, del futuro dell'umanità: quali che siano le differenze, tutti gli uomini formano una sola famiglia, e questa famiglia ha la vocazione a vivere nell'unità e nella pace".
DELSS/DIALOGO INTERRELIGIOSO/FOLLO:UNESCO         VIS 20070503 (390)


PADRE LOMBARDI COMMENTA INCIDENTE CONCERTO 1° MAGGIO


CITTA' DEL VATICANO, 3 MAG. 2007 (VIS). In una dichiarazione rilasciata nella serata di ieri al "TG1", Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha affermato: "I commenti irrispettosi verso il Papa e la Chiesa durante il Concerto del 1° maggio sono stati evidentemente un atto irresponsabile. È giusto dirlo, e bene hanno fatto i responsabili sindacali a dissociarsene".

  Padre Lombardi si riferiva alle parole pronunciate da uno dei conduttori del tradizionale spettacolo musicale con il quale la città di Roma celebra ogni anno la ricorrenza del 1° maggio. Il presentatore, Diego Rivera, ha affermato, fra l'altro: "Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, la Chiesa non si è mai evoluta".

  Il quotidiano "L'Osservatore Romano", commentando la notizia ha scritto: "È vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile".

  Parlando al "TG1", il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha precisato: "Come ci hanno ricordato autorevolmente in questi giorni sia il Presidente Giorgio Napolitano sia il Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, è bene che tutti ci diamo da fare per disinnescare le tensioni e per ricreare le condizioni per un dialogo sereno nella nostra società. In questo senso è bene che quella che in realtà è stata una evidente sciocchezza non diventi una tragedia, e non sia occasione per un riaccendersi di sproporzionati conflitti".
.../1 MAGGIO/LOMBARDI                               VIS 20070503 (250)


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