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lunedì 12 novembre 2012

CHI FA SPAZIO AGLI ANZIANI FA SPAZIO ALLA VITA

Città del Vaticano, 12 novembre 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha compiuto una visita alla Casa-Famiglia "Viva gli anziani" della Comunità di Sant'Egidio e nel suo breve discorso ha detto ai residenti di venire in questo centro "come Vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetanei. Superfluo dire che conosco bene - ha detto il Papa - le difficoltà, i problemi e i limiti di questa età, e so che queste difficoltà, per molti, sono aggravate dalla crisi economica".

"Talvolta - ha proseguito il Papa - a una certa età, capita di volgersi al passato, rimpiangendo quando si era giovani, si godeva di energie fresche, si facevano progetti per il futuro. Così lo sguardo, a volte, si vela di tristezza, considerando questa fase della vita come il tempo del tramonto. Questa mattina, rivolgendomi idealmente a tutti gli anziani, pur nella consapevolezza delle difficoltà che la nostra età comporta, vorrei dirvi con profonda convinzione: è bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza! Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga. Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche 'acciacco' e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, e non la tristezza".

"Nella Bibbia, la longevità è considerata una benedizione di Dio; oggi questa benedizione si è diffusa e deve essere vista come un dono da apprezzare e valorizzare. Eppure spesso la società, dominata dalla logica dell'efficienza e del profitto, non lo accoglie come tale; anzi, spesso lo respinge, considerando gli anziani come non produttivi, inutili". Però, ha osservato il Pontefice "La sapienza di vita di cui siamo portatori è una grande ricchezza. La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune. Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita!".

La visita di Benedetto XVI si inserisce nell'anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni e proprio in questo contesto il Papa ha riaffermato che gli anziani "sono un valore per la società, soprattutto per i giovani. Non ci può essere vera crescita umana ed educazione senza un contatto fecondo con gli anziani, perché la loro stessa esistenza è come un libro aperto nel quale le giovani generazioni possono trovare preziose indicazioni per il cammino della vita".

"Cari amici, alla nostra età facciamo spesso l'esperienza del bisogno dell'aiuto degli altri; e questo avviene anche per il Papa. (...) Vorrei invitarvi a vedere anche in questo un dono del Signore, perché è una grazia essere sostenuti e accompagnati, sentire l’affetto degli altri! Questo è importante in ogni fase della vita: nessuno può vivere solo e senza aiuto; l’essere umano è relazionale. (...) Non scoraggiatevi mai: voi siete una ricchezza per la società, anche nella sofferenza e nella malattia. E questa fase della vita è un dono anche per approfondire il rapporto con Dio. L’esempio del Beato Papa Giovanni Paolo II è stato ed è tuttora illuminante per tutti. Non dimenticate che tra le risorse preziose che avete c’è quella essenziale della preghiera".

"La preghiera degli anziani può proteggere il mondo, aiutandolo forse in modo più incisivo che l'affannarsi di tanti. Vorrei affidare oggi alla vostra preghiera il bene della Chiesa e la pace nel mondo. Il Papa vi ama e conta su tutti voi! Sentitevi amati da Dio e sappiate portare in questa nostra società, spesso così individualista ed efficientista un raggio dell’amore di Dio".

NESSUN GESTO DI BONTÀ È PRIVO DI SENSO DAVANTI A DIO

Città del Vaticano, 11 novembre 2012 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio per la recita dell'Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro. Il Papa ha commentato la Liturgia della Parola di questa domenica che presenta come modelli di fede le figure di due vedove: una del Primo Libro dei Re e l'altra del Vangelo di Marco.

"Entrambe queste donne - ha detto il Santo Padre - sono molto povere, e proprio in tale loro condizione dimostrano una grande fede in Dio. La prima compare nel ciclo dei racconti sul profeta Elia. Costui, durante un tempo di carestia, riceve dal Signore l’ordine di recarsi nei pressi di Sidone, dunque fuori d’Israele, in territorio pagano. Là incontra questa vedova e le chiede dell’acqua da bere e un po’ di pane. La donna replica che le resta solo un pugno di farina e un goccio d’olio, ma, poiché il profeta insiste e le promette che, se lo ascolterà, farina e olio non mancheranno, lo esaudisce e viene ricompensata. La seconda vedova, quella del Vangelo, viene notata da Gesù nel tempio di Gerusalemme, precisamente presso il tesoro, dove la gente metteva le offerte. Gesù vede che questa donna getta nel tesoro due monetine; allora chiama i discepoli e spiega che il suo obolo è maggiore di quello dei ricchi, perché, mentre questi danno del loro superfluo, la vedova ha offerto 'tutto quello che aveva, (...) per vivere'".

"Da questi due episodi biblici, (...) si può ricavare un prezioso insegnamento sulla fede. Essa appare come l’atteggiamento interiore di chi fonda la propria vita su Dio, sulla sua Parola, e confida totalmente in Lui. Quella della vedova, nell’antichità, costituiva di per sé una condizione di grave bisogno. Per questo, nella Bibbia, le vedove e gli orfani sono persone di cui Dio si prende cura in modo speciale: hanno perso l’appoggio terreno, ma Dio rimane il loro Sposo, il loro Genitore. Tuttavia la Scrittura dice che la condizione oggettiva di bisogno, in questo caso il fatto di essere vedova, non è sufficiente: Dio chiede sempre la nostra libera adesione di fede, che si esprime nell’amore per Lui e per il prossimo. Nessuno è così povero da non poter donare qualcosa. E infatti entrambe le nostre vedove di oggi dimostrano la loro fede compiendo un gesto di carità: l’una verso il "profeta e l’altra facendo l’elemosina. Così attestano l’unità inscindibile tra fede e carità, come pure tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo (...) Nessun gesto di bontà è privo di senso davanti a Dio, nessuna misericordia resta senza frutto".

PAROLE DI SALUTO DOPO L'ANGELUS

Città del Vaticano, 11 novembre 2012 (VIS). Dopo la recita dell'Angelus, il Papa ha ricordato che sabato 10 novembre a Spoleto (Italia), è stato proclamata Beata Maria Luisa Prosperi, vissuta nella prima metà del secolo XIX, che fu monaca e abbadessa del monastero benedettino di Trevi. "Rendiamo lode al Signore - ha detto il Papa - per questa sua figlia, che ha voluto associare in modo singolare alla Passione di Cristo".

Successivamente, riferendosi alla "Giornata del Ringraziamento" che si celebra oggi in Italia, il Papa ha detto: "Nel contesto dell’Anno della fede, il tema della Giornata – 'Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra' – richiama la necessità di uno stile di vita radicato nella fede, per riconoscere con animo grato la mano creatrice e provvidente di Dio che nutre i suoi figli. Un saluto e un augurio a tutti gli agricoltori!".

Nel salutare i pellegrini polacchi il Papa ha detto: "La Festa dell’Indipendenza che oggi si celebra in Polonia ricorda la fede dei vostri Padri, la storia, la forza dello spirito delle recenti generazioni. Su questo fondamento edificate la prosperità della vostra Patria. Oggi inoltre sostengo le vostre preghiere che – per iniziativa dell’Associazione 'Aiuto alla Chiesa che Soffre' – offrite per i cristiani in Egitto, in occasione della Giornata della solidarietà con la Chiesa perseguitata".

Infine Benedetto XVI ha salutato i partecipanti al convegno sul Padre Teilhard de Chardin, tenutosi in questi giorni alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.

LA MUSICA SACRA CONTRIBUISCE ALLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Città del Vaticano, 10 novembre 2012 (VIS). "La musica sacra può, anzitutto, favorire la fede e, inoltre, cooperare alla nuova evangelizzazione", ha detto il Papa ai membri dell'Associazione Italiana "Santa Cecilia", partecipanti ad un convegno a Roma.

Benedetto XVI, nel ricordare che il convegno coincide con il 50° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II e con la proclamazione dell'Anno della Fede, ha dedicato buona parte del suo discorso agli insegnamenti della Costituzione conciliare sulla liturgia, in particolare la parte dedicata alla musica sacra.

"Circa la fede - ha detto il Papa - viene spontaneo pensare alla vicenda personale di Sant’Agostino (...) alla cui conversione contribuì certamente e in modo rilevante l’ascolto del canto dei salmi e degli inni, nelle liturgie presiedute da Sant’Ambrogio. Se infatti sempre la fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio – un ascolto naturalmente non solo dei sensi, ma che dai sensi passa alla mente ed al cuore – non c’è dubbio che la musica e soprattutto il canto possono conferire alla recita dei salmi e dei cantici biblici maggiore forza comunicativa. Tra i carismi di Sant’Ambrogio vi era proprio quello di una spiccata sensibilità e capacità musicale, ed egli, una volta ordinato Vescovo di Milano, mise questo dono al servizio della fede e dell’evangelizzazione".

Benedetto XVI ha fatto notare come la Costituzione "Sacrosanctum Concilium" "in linea con la tradizione della Chiesa, insegna che 'il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne'. Perché 'necessaria ed integrante'? Non certo per motivi puramente estetici, in un senso superficiale, ma perché coopera, proprio per la sua bellezza, a nutrire ed esprimere la fede, e quindi alla gloria di Dio e alla santificazione dei fedeli, che sono il fine della musica sacra. (...) La musica (...) non è un accessorio o solo un abbellimento esteriore della liturgia, ma è essa stessa liturgia".

Nel riferirsi al rapporto tra il canto sacro e la nuova evangelizzazione, il Papa ha affermato che la "Costituzione conciliare sulla liturgia ricorda l’importanza della musica sacra nella missione ad gentes ed esorta a valorizzare le tradizioni musicali dei popoli. Ma anche proprio nei Paesi di antica evangelizzazione (...) la musica sacra con la sua grande tradizione che è propria, che è cultura nostra, occidentale - può avere e di fatto ha un compito rilevante, per favorire la riscoperta di Dio, un rinnovato accostamento al messaggio cristiano e ai misteri della fede".

In proposito il Pontefice ha ricordato le celebre esperienza di Paul Claudel che si convertì ascoltando il Magnificat durante i Vespri di Natale nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi. "Ma, senza scomodare personaggi illustri, pensiamo a quante persone sono state toccate nel profondo dell’animo ascoltando musica sacra; e ancora di più a quanti si sono sentiti nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica. (...) E qui, cari amici, voi avete un ruolo importante: impegnatevi a migliorare la qualità del canto liturgico, senza aver timore di recuperare e valorizzare la grande tradizione musicale della Chiesa, che nel gregoriano e nella polifonia ha due delle espressioni più alte".

"La partecipazione attiva dell’intero Popolo di Dio alla liturgia non consiste solo nel parlare, ma anche nell’ascoltare, nell’accogliere con i sensi e con lo spirito la Parola, e questo vale anche per la musica sacra".


IL PAPA ISTITUISCE LA PONTIFICIA ACCADEMIA DI LATINITÀ

Città del Vaticano, 10 novembre 2012 (VIS). Con il Motu Proprio "Latina Lingua", reso pubblico oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha istituito la Pontificia Accademia di Latinità, dipendente dal Pontificio Consiglio della Cultura. L'Accademia sarà retta da un Presidente, coadiuvato da un Segretario, nominati dal Papa e da un Consiglio Accademico. La Fondazione "Latinitas", costituita dal Papa Paolo VI, con il Chirografo "Romani Sermonis", del 30 giugno 1976, è estinta.

"La lingua latina - scrive il Papa nel Motu Proprio - è sempre stata tenuta in altissima considerazione dalla Chiesa Cattolica e dai Romani Pontefici, i quali ne hanno assiduamente promosso la conoscenza e la diffusione, avendone fatto la propria lingua, capace di trasmettere universalmente il messaggio del Vangelo, come già autorevolmente affermato dalla Costituzione Apostolica 'Veterum sapientia' del mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII".

"In realtà, sin dalla Pentecoste la Chiesa ha parlato e ha pregato in tutte le lingue degli uomini. Tuttavia, le Comunità cristiane dei primi secoli usarono ampiamente il greco ed il latino, lingue di comunicazione universale del mondo in cui vivevano, grazie alle quali la novità della Parola di Cristo incontrava l’eredità della cultura ellenistico-romana. Dopo la scomparsa dell’Impero romano d’Occidente, la Chiesa di Roma non solo continuò ad avvalersi della lingua latina, ma se ne fece in certo modo custode e promotrice, sia in ambito teologico e liturgico, sia in quello della formazione e della trasmissione del sapere".

"Anche ai nostri tempi, la conoscenza della lingua e della cultura latina risulta quanto mai necessaria per lo studio delle fonti a cui attingono, tra le altre, numerose discipline ecclesiastiche quali, ad esempio, la Teologia, la Liturgia, la Patristica ed il Diritto Canonico, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II. Inoltre, in tale lingua sono redatti, nella loro forma tipica, proprio per evidenziare l’indole universale della Chiesa, i libri liturgici del Rito romano, i più importanti Documenti del Magistero pontificio e gli Atti ufficiali più solenni dei Romani Pontefici".

"Nella cultura contemporanea si nota tuttavia, nel contesto di un generalizzato affievolimento degli studi umanistici, il pericolo di una conoscenza sempre più superficiale della lingua latina, riscontrabile anche nell’ambito degli studi filosofici e teologici dei futuri sacerdoti. D’altro canto, proprio nel nostro mondo, nel quale tanta parte hanno la scienza e la tecnologia, si riscontra un rinnovato interesse per la cultura e la lingua latina, non solo in quei Continenti che hanno le proprie radici culturali nell’eredità greco-romana. Tale attenzione appare tanto più significativa in quanto non coinvolge solo ambienti accademici ed istituzionali, ma riguarda anche giovani e studiosi provenienti da Nazioni e tradizioni assai diverse".

"Appare perciò urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura. Per dare rilievo e risonanza a tale sforzo, risultano quanto mai opportune l’adozione di metodi didattici adeguati alle nuove condizioni e la promozione di una rete di rapporti fra Istituzioni accademiche e fra studiosi, al fine di valorizzare il ricco e multiforme patrimonio della civiltà latina".

"Per contribuire a raggiungere tali scopi, seguendo le orme dei miei venerati Predecessori, con il presente 'Motu Proprio' oggi istituisco la Pontificia Accademia di Latinità".

Inoltre con la presente Lettera Apostolica in forma di 'Motu Proprio', il Papa approva 'ad experimentum', per un quinquennio, l’unito Statuto della nuova Accademia.


MESSAGGIO AL NUOVO ARCIVESCOVO DI CANTERBURY

Città del Vaticano, 10 novembre 2012 (VIS). Il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani, ha inviato un messaggio al nuovo Arcivescovo di Canterbury e leader spirituale della Comunione Anglicana, Arcivescovo Justin Welby. Il Cardinale, a nome del Santo Padre e del Dicastero da lui presieduto, si congratula con il nuovo primate e porge le sue congratulazioni e i suoi sentiti auguri.

"I rapporti tra la Chiesa cattolica romana e la Comunione anglicana sono una parte importantissima della chiamata ecumenica di tutti i cristiani per ricercare maggiore fedeltà alla volontà di Dio, così chiaramente espressa nella sua preghiera al Padre durante l'Ultima Cena 'che tutti siano uno'. Per quasi cinquanta anni, come anche lei ben ricorda, vi è stato un formale dialogo teologico che continua a ricercare una più profonda comprensione del grande patrimonio condiviso dagli Anglicani e dai Cattolici, come pure i punti di divergenza che ancora impediscono una comunione ecclesiale pienamente restaurata. Durante questi cinquanta anni, i rapporti fra i Papi e gli Arcivescovi di Canterbury sono stati segnati da numerosi incontri che hanno espresso amicizia spirituale e umana ed una condivisa preoccupazione per la nostra testimonianza del Vangelo e il servizio alla famiglia umana".

"Sono certo che sotto la sua guida questi eccellenti rapporti continueranno ad essere proficui, e mi auguro di incontrarla di persona, ed in future occasioni per condividere il nostro comune impegno alla causa dell'unità dei cristiani 'così che il mondo creda'".


SENTENZA DEL TRIBUNALE VATICANO CONTRO CLAUDIO SCIARPELLETTI

Città del Vaticano, 10 novembre 2012 (VIS). Il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha reso pubblico questa mattina il dispositivo della sentenza del procedimento penale a carico di Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico della Segreteria di Stato, implicato nel caso Vatileaks.

Il Tribunale, visto l'articolo 225 del codice penale, dichiara l'imputato "colpevole del delitto ascrittogli, per avere egli aiutato a eludere le investigazioni dell’Autorità", e "lo condanna pertanto alla pena di mesi quattro (4) di reclusione".

"Visto l’art. 26 della legge 21 giugno 1969, n. L, considerato lo stato di servizio e la mancanza di precedenti penali, diminuisce la pena a mesi due (2) di reclusione; visto l’art. 9 della legge 21 giugno 1969, n. L, ordina che l’esecuzione della pena rimanga sospesa per il termine di cinque anni, alle condizioni di legge; visto l’art. 427 del codice di procedura penale, ordina che si sospenda la menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziario, fino a che il condannato non commetta altro fatto costituente delitto".

"Visti gli articoli 39 codice penale e 429 codice di procedura penale, condanna Sciarpelletti Claudio al rifacimento delle spese processuali; ordina la restituzione al medesimo della somma di euro mille (1.000/00) versata a titolo di cauzione".

La sentenza è a firma di Giuseppe Dalla Torre, Presidente, Paolo Papanti-Pelletier, Venerando Marano, Raffaele Ottaviano, Cancelliere supplente.


CARDINALE AMIGO VALLEJO INVIATO SPECIALE DEL PAPA A PORTO RICO

Città del Vaticano, 10 novembre 2012 (VIS). Questa mattina è stata resa pubblica la Lettera Pontificia, redatta in latino, e datata 10 ottobre, con la quale il Santo Padre nomina il Cardinale Carlos Amigo Vallejo, O.F.M., Arcivescovo emerito di Siviglia (Spagna), Suo Inviato Speciale alle celebrazioni conclusive del V centenario dell'arrivo a Puerto Rico
del primo Vescovo, Don Alonso Manso, O.F.M., in programma il 19 novembre prossimo a San Juan (Porto Rico).

Inoltre sono stati resi noti i nomi della missione che accompagnerà il Porporato: il Monsignor Elias Salvador Morales Rodríguez, Rettore del Seminario Maggiore e Vicario Giudiziale della Diocesi di Ponce ed il Monsignor Mario Alberto Guijarro de Corzo, Parroco della Parrocchia "Mártires de Verona" a San Juan de Puerto Rico.

UDIENZE

Città del Vaticano, 10 novembre 2012 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi

- L'Arcivescovo Richard William Smith, di Edmonton (Canada), Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Canada, con il Vice Presidente: Arcivescovo Paul-André Durocher, di Gatineau (Canada).


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 12 novembre (VIS). Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Nicaragua il Reverendo Monsignore Fortunatus Nwachukwu, finora Capo del Protocollo della Segreteria di Stato, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1960 a Ntigha (Nigeria) ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1994, ha prestato la propria opera presso le Nunziature Apostoliche in Ghana, Paraguay, Algeria, presso l'Ufficio della Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Ginevra e presso la Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.

Sabato 10 novembre, il Santo Padre:

- Ha nominato il Cardinale Paul Poupard, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni conclusive dell’anno giubilare dedicato alla Venerabile Serva di Dio Pauline Jaricot, nel 150° anniversario della sua morte e nel 50° anniversario del decreto dell’eroicità delle sue virtù, in programma a Lione (Francia), il 9 gennaio 2013.

- Ha nominato il Vescovo Carlos Maria Franzini, Arcivescovo di Mendoza (superficie: 63.839; popolazione: 1.226.000; cattolici: 1.042.000; sacerdoti: 165; religiosi: 276; diaconi permanenti: 54), Argentina L'Arcivescovo eletto è nato a Buenos Aires (Argentina) nel 1951 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Dal 1977 al 1990 è stato cancelliere della Curia, formatore nel seminario e Vicario Generale nella diocesi di San Isidro. È stato Segretario Aggiunto della Conferenza Episcopale, incaricato per la formazione permanente del clero e direttore della rivista sacerdotale Presbiteros. Finora Vescovo di Rafaela (Argentina), succede all'Arcivescovo José María Arancibia, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignor Serge Poitras, Vescovo di Timmins (superficie: 26.200; popolazione: 89.300; cattolici: 48.900; sacerdoti:24; religiosi: 20; diaconi permanenti: 7), Canada. Il Vescovo eletto è nato nel 1949 a Jonquière (Canada) ed è stato ordinato sacerdote nel 1973. Dal 1980 al 1990 è stato Professore nel Seminario Minore della diocesi di Chicoutimi e Responsabile del Centro Diocesano per gli Studenti. Dal 1990 al 1998 è stato Professore e membro dell’équipe dei formatori presso il Seminario Maggiore di Montréal. Dal 1992 al 1997 è stato responsabile dell'anno di propedeutica e di Liturgia e dal 1998 al 2000 è stato Direttore degli Studi. Nel 2000 è divenuto Collaboratore della Nunziatura Apostolica di Ottawa e nel 2010 è stato nominato Sotto-Segretario Aggiunto della Congregazione per i Vescovi.

- Ha nominato il Padre Quesnal Alphonse, S.M.M., Vescovo Ausiliare di Port-au-Prince (superficie: 5.500; popolazione: 4.110.000; cattolici: 2.960.000; sacerdoti: 274; religiosi: 1.635; diaconi permanenti: 1), Haiti. Il Vescovo eletto è nato nel 1949 a Port-au-Prince. Ha emesso i primi voti religiosi nella Congregazione dei Padri Monfortani nel 1972, i voti perpetui nel 1977 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Dal 1978 al 1980 è stato insegnante e Direttore del “Collège Notre-Dame de Lourdes” a Port-de-Paix; dal 1980 al 1986 è stato Direttore del Centro Catechetico dell’Arcidiocesi di Cap-Haïtien e al contempo Maestro dei Novizi monfortani; dal 1988 al 1989 è stato Direttore dello Scolastico dei Monfortani (1988-1989); dal 1990 al 1996 Superiore Provinciale dei Monfortani; dal 1998 al 2001 Parroco della Parrocchia a Chansolme, nella Diocesi di Port-de-Paix; dal 2002 al 2007 Direttore del Centro catechetico della Diocesi di Port-de-Paix, e nello stesso tempo, Direttore del Centro diocesano per la promozione dei pellegrinaggi e della Radio diocesana “Voix de la Paix” (2002-2007). Dal 2008 è Parroco della parrocchia “Saint-Louis, Roi de France” a Port-au-Prince.

- Ha nominato l'Arcivescovo Tommaso Caputo, Prelato di Pompei e Delegato Pontificio per il Santuario della Beata Maria Vergine del S. Rosario, finora Nunzio Apostolico in Malta e in Libia.

- Ha nominato il Professor Ivano Dionigi, Presidente della Pontificia Accademia di Latinità, e Segretario della medesima Don Roberto Spataro, S.D.B.
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