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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 17 dicembre 2012

UDIENZA AL PRESIDENTE DELL'AUTORITÀ PALESTINESE

Città del Vaticano, 17 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano il Signor Mahmoud Abbas, Presidente dell’Autorità Palestinese, il quale successivamente si è incontrato con il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei cordiali colloqui si è fatto riferimento alla recente risoluzione approvata dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite con la quale si riconosce la Palestina come Stato Osservatore non membro della suddetta Organizzazione. Si è auspicato che tale iniziativa incoraggi l’impegno della comunità internazionale per una soluzione giusta e duratura del conflitto israelo-palestinese, che potrà raggiungersi solo riprendendo in buona fede il negoziato tra le Parti, nel rispetto dei diritti di tutti.

Ci si è soffermati poi sulla situazione della Regione, travagliata da tanti conflitti, auspicando il coraggio della riconciliazione e della pace.

Non è mancato, infine, un riferimento al contributo che le comunità cristiane offrono al bene comune della società nei Territori Palestinesi e in tutto il Medio Oriente.





IL PAPA AGLI ATLETI OLIMPICI: SIATE MODELLO DI LEALE PRATICA SPORTIVA

Città del Vaticano, 17 dicembre 2012 (VIS). "Ogni attività sportiva, sia a livello amatoriale che agonistico, richiede la lealtà nella competizione, il rispetto del proprio corpo, il senso di solidarietà e di altruismo e poi anche la gioia, la soddisfazione e la festa. Tutto ciò presuppone un cammino di autentica maturazione umana, fatto di rinunce, di tenacia, di pazienza, e soprattutto di umiltà, che non viene applaudita, ma che è il segreto della vittoria".

Con queste parole il Papa ha ricevuto questa mattina gli atleti che hanno rappresentato l'Italia nelle Olimpiadi di Londra 2012, e dove hanno conquistato 28 medaglie, di cui 8 d'oro. Erano presenti insieme agli atleti i Dirigenti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI).

"La Chiesa si interessa di sport, perché le sta a cuore l’uomo, tutto l’uomo, e riconosce che l’attività sportiva incide sull’educazione, sulla formazione della persona, sulle relazioni, sulla spiritualità. (...) L’atleta che vive integralmente la propria esperienza si fa attento al progetto di Dio sulla sua vita, impara ad ascoltarne la voce nei lunghi tempi di allenamento, a riconoscerlo nel volto del compagno, e anche dell’avversario di gara! (...)

Penso dunque a voi, cari atleti, come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare, (...) maestri di una pratica sportiva che sia sempre leale e limpida".

"La pressione di conseguire risultati significativi - ha affermato il Papa - non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping. Lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si senta accolto e aiutato".

"In questo Anno della fede vorrei sottolineare che l’attività sportiva può educare la persona anche all’“agonismo” spirituale, cioè a vivere ogni giorno cercando di far vincere il bene sul male, la verità sulla menzogna, l’amore sull’odio, e questo prima di tutto in se stessi. Pensando poi all’impegno della nuova evangelizzazione, anche il mondo dello sport può essere considerato un moderno 'cortile dei gentili', cioè un’opportunità preziosa di incontro aperta a tutti, credenti e non credenti, dove sperimentare la gioia e anche la fatica di confrontarsi con persone diverse per cultura, lingua e orientamento religioso".

Infine il Papa ha ricordato la figura del Beato Pier Giorgio Frassati "un giovane che univa in sé la passione per lo sport – amava specialmente le ascensioni in montagna – e la passione per Dio. Vi invito, cari atleti, a leggere una sua biografia: il beato Pier Giorgio ci mostra che essere cristiani significa amare la vita, amare la natura, ma soprattutto amare il prossimo, in particolare le persone in difficoltà. Auguro anche a ciascuno di voi di gustare la gioia più grande: quella di migliorarvi giorno dopo giorno, riuscendo ad amare sempre un po’ di più".

ACCORDO SANTA SEDE-REPUBBLICA DI CINA

Città del Vaticano, 17 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina si è tenuto in Vaticano e a Taipei lo scambio di Note Verbali con le quali la Segreteria di Stato e il Ministero degli Affari Esteri hanno comunicato, rispettivamente, che la Santa Sede e la Repubblica di Cina, hanno compiuto le procedure necessarie per l'entrata in vigore dell'Accordo fra la Congregazione per l'Educazione della Santa Sede e il Ministero dell'Educazione della Repubblica di Cina relativamente alla collaborazione nell'ambito dell'educazione superiore e sul riconoscimento degli studi, delle qualificazioni, dei diplomi e delle lauree".

L'Accordo è stato firmato a Taipei il 2 dicembre 2011 dal Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica e dal Dottor Wu Ching-ji, Ministro dell'Educazione della Repubblica di Cina (R.O.C.). Il 20 novembre scorso, l'Assemblea Parlamentare (Yuan Legislativo) della R.O.C. l'ha approvato all'unanimità.

Si tratta di un Accordo “di carattere culturale e amministrativo” (Art. 23), che è stato stipulato nel quadro della Convenzione Regionale dell’U.N.E.S.C.O. sul riconoscimento degli studi, diplomi e gradi nell’insegnamento superiore in Asia e nel Pacifico, firmata a Tokyo il 26 novembre 2011 con la partecipazione - fra gli altri Stati - della Repubblica Popolare Cinese e della Santa Sede. I settori, che vengono regolati, sono due: quello propriamente accademico-amministrativo del riconoscimento reciproco di studi, qualifiche, diplomi e gradi, e quello della collaborazione nel campo dell’insegnamento superiore, che prevede una presenza della Chiesa cattolica nell’ambito universitario dell’area di lingua cinese.

Con il suddetto Accordo, la R.O.C. concede alla Santa Sede sia il riconoscimento dei titoli di studio e dei gradi ecclesiastici rilasciati in ogni parte del mondo, sia il rispetto della normativa canonica sulla struttura e sulla gestione delle università cattoliche e delle facoltà ecclesiastiche di teologia a Taiwan, sia ancora la possibilità di proporre i valori cristiani nell’ambito accademico anche nelle facoltà diverse da quelle di teologia. Queste ultime due garanzie sono contenute, fondamentalmente, nell’Art. 2 che prevede il riconoscimento del carattere unico del sistema educativo, proprio delle università e facoltà ecclesiastiche. Tale riconoscimento implica il rispetto della legislazione accademica canonica, la salvaguardia del profilo cattolico delle istituzioni accademiche, l’esclusiva competenza della Santa Sede per i contenuti, per i programmi e per la nomina dei responsabili e dei docenti, nonché l’impegno scritto individuale (dei docenti e del personale amministrativo) per una condotta morale compatibile con la dottrina e la morale cattolica. Il resto dell’Accordo tratta, per lo più, gli aspetti tecnico-burocratici del riconoscimento degli studi, delle qualificazioni, dei titoli e dei gradi: e ciò avviene citando, spesso alla lettera, le relative Convenzioni regionali dell’U.N.E.S.C.O.

L’Accordo porterà vantaggi anche agli ecclesiastici (sacerdoti, seminaristi e religiose), che dalla Cina Continentale andranno a studiare presso l’Università Cattolica Fu Jen di Taipei.


GIUSTIZIA E CARITÀ NON SI OPPONGONO

Città del Vaticano, 16 dicembre 2012 (VIS). Di ritorno dalla visita pastorale alla Parrocchia romana di San Patrizio a Colle Prenestino, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare l’Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

Il Papa si è soffermato nuovamente sulla figura di San Giovanni Battista che il Vangelo di oggi presenta mentre parla alla gente che si reca da lui al fiume Giordano per farsi battezzare, esortandola a prepararsi alla venuta del Messia. Il dialogo fra la moltitudine che domanda "Che cosa dobbiamo fare" e il profeta si rivela "di grande attualità".

"La prima risposta è rivolta alla folla in generale. Il Battista dice: 'Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto'. Qui possiamo vedere - ha spiegato il Pontefice - un criterio di giustizia, animato dalla carità. La giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario; la carità spinge ad essere attenti all’altro e ad andare incontro al suo bisogno, invece di trovare giustificazioni per difendere i propri interessi. Giustizia e carità non si oppongono, ma sono entrambe necessarie e si completano a vicenda".

"E poi vediamo la seconda risposta, che è diretta ad alcuni 'pubblicani', cioè esattori delle tasse per conto dei Romani. Già per questo i pubblicani erano disprezzati, e anche perché spesso approfittavano della loro posizione per rubare. Ad essi il Battista non dice di cambiare mestiere, ma di non esigere nulla di più di quanto è stato fissato. Il profeta, a nome di Dio, non chiede gesti eccezionali, ma anzitutto il compimento onesto del proprio dovere. Il primo passo verso la vita eterna è sempre l’osservanza dei comandamenti; in questo caso il settimo: 'Non rubare'".

"La terza risposta riguarda i soldati, un’altra categoria dotata di un certo potere, e quindi tentata di abusarne. Ai soldati Giovanni dice: 'Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe'. Anche qui, la conversione comincia dall’onestà e dal rispetto degli altri: un’indicazione che vale per tutti, specialmente per chi ha maggiori responsabilità".

"Considerando nell’insieme questi dialoghi, colpisce la grande concretezza delle parole di Giovanni: dal momento che Dio ci giudicherà secondo le nostre opere, è lì, nei comportamenti, che bisogna dimostrare di seguire la sua volontà. E proprio per questo le indicazioni del Battista sono sempre attuali: anche nel nostro mondo così complesso, le cose andrebbero molto meglio se ciascuno osservasse queste regole di condotta".

Dopo l'Angelus, nelle parole di saluto nelle diverse lingue, il Papa ha ricordato che dal 28 dicembre al 2 gennaio prossimo, si terrà a Roma l'incontro europeo dei giovani, promosso dalla comunità di Taizé. Benedetto XVI ha ringraziato le famiglie per la loro disponibilità ad ospitare i giovani e poiché le richieste sono superiori alle attese, ha rinnovato l'appello rivolto alle parrocchie affinché altre famiglie "possano fare questa bella esperienza di amicizia cristiana".

Successivamente il Papa ha espresso la sua vicinanza spirituale a quanti in Polonia fanno parte dell'"Opera Natalizia Aiuti ai Bambini". "Auspico - ha detto - che questa iniziativa caritativa ed ecumenica, un gesto di concreto aiuto offerto ai bisognosi, porti la gioia nei cuori di molti bambini. La fiamma delle candele accese nelle famiglie durante la cena della Vigilia di Natale sia il simbolo di tale iniziativa. Sia Dio a premiare la generosità dei cuori e benedica tutti".

Infine il Papa ha rivolto uno speciale saluto ai bambini di Roma, venuti in Piazza San Pietro per la tradizionale benedizione dei 'Bambinelli', le statuine di Gesù Bambino che i ragazzi metteranno nei presepi delle famiglie, delle scuole e delle parrocchie.


LA GIOIA DEL TEMPO DI AVVENTO

Città del Vaticano, 16 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita pastorale alla parrocchia di San Patrizio a Colle Prenestino, un quartiere urbanizzato fra gli anni '60 e '80 del '900, che dal 2007 ha una nuova chiesa. Il Papa ha salutato la comunità parrocchiale, i bambini battezzati nel corso dell'anno, e i loro genitori. Alle 10:00 ha presieduto la Santa Messa.

Nella terza domenica di Avvento - domenica "Gaudete", perché invita alla gioia, il Santo Padre ha ricordato che il tempo di Avvento è non soltanto un tempo di conversione ma anche di gioia "perché in esso si risveglia nei cuori dei credenti l’attesa del Salvatore, e attendere la venuta di una persona amata è sempre motivo di gioia".

Il Papa ha commentato la prima lettura nella quale il profeta Sofonia usa l'espressione "Rallegrati, figlia di Sion", ed ha sottolineato che il profeta intende affermare "che non c’è più alcun motivo di sfiducia, (...) di tristezza, qualunque sia la situazione che si deve affrontare, perché siamo certi della presenza del Signore, che da sola basta a rasserenare e rallegrare i cuori. Il profeta (...) inoltre, fa capire che questa gioia è reciproca: noi siamo invitati a rallegrarci, ma anche il Signore si rallegra per la sua relazione con noi".

"Tra pochi giorni - ha ricordato il Pontefice - celebreremo il Natale, la festa della venuta di Dio, che si è fatto bambino e nostro fratello per stare con noi e condividere la nostra condizione umana. Dobbiamo rallegrarci per questa sua vicinanza, per questa sua presenza e cercare di capire sempre più che realmente è vicino, e così essere penetrati dalla realtà della bontà di Dio, della gioia che Cristo è con noi. Paolo dice con forza in un'altra Lettera che nulla può separarci dall’amore di Dio che si è manifestato in Cristo. Solo il peccato ci allontana da Lui, ma questo è un fattore di separazione che noi stessi introduciamo nel nostro rapporto con il Signore. Però, anche quando noi ci allontaniamo, Egli non cessa di amarci e continua ad esserci vicino con la sua misericordia, con la sua disponibilità a perdonare e a riaccoglierci nel suo amore".

"Perciò, (...) non dobbiamo mai angustiarci, possiamo sempre esporre al Signore le nostre richieste, le nostre necessità, le nostre preoccupazioni, 'con preghiere e suppliche'. E questo è un grande motivo di gioia: sapere che è sempre possibile pregare il Signore e che il Signore ci ascolta, che Dio non è lontano, ma ascolta realmente, ci conosce, e sapere che non respinge mai le nostre preghiere, anche se non risponde sempre così come noi desideriamo, ma risponde".

"La gioia che il Signore ci comunica deve trovare in noi l’amore riconoscente. Infatti, la gioia è piena quando riconosciamo la sua misericordia, quando diventiamo attenti ai segni della sua bontà (...). Chi accoglie i doni di Dio in modo egoistico, non trova la vera gioia; invece chi trae occasione dai doni ricevuti da Dio per amarlo con sincera gratitudine e per comunicare agli altri il suo amore, questi ha il cuore veramente pieno di gioia", ha concluso il Pontefice.

Al termine della celebrazione eucaristica il Papa ha salutato gli anziani e i malati della parrocchia ed ha fatto rientro in Vaticano per la recita dell'Angelus.

TELEGRAMMA PER "LA INSENSATA TRAGEDIA" DELLA SCUOLA ELEMENTARE DI SANDY HOOK

Città del Vaticano, 15 dicembre 2012 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha fatto pervenire, a nome del Santo Padre, un telegramma di cordoglio al Monsignor Jerald A. Doyle, Amministratore Diocesano della Diocesi di Bridgeport (Stati Uniti d'America), per la sparatoria nella scuola elementare di Sandy Hook a Newton (Connecticut), nella quale sono rimaste uccise 26 persone, 20 bambini e sei adulti.

"Il Santo Padre è stato subito informato della sparatoria nella Scuola Elementare di Sandy Hook a Newton e mi ha pregato di trasmettere il suo sentito dolore e l'assicurazione della sua vicinanza nella preghiera alle vittime e alle loro famiglie e a tutti coloro che sono sotto choc per questo terribile avvenimento. A seguito di questa insensata tragedia il Papa chiede a Dio nostro Padre di consolare tutti coloro che sono in lutto e di sostenere l'intera comunità con la forza spirituale che trionfa sulla violenza, con il potere del perdono, della speranza e dell'amore che riconcilia".


MESSAGGIO GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Città del Vaticano, 15 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre per la L Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che si celebrerà il 21 aprile 2012, quarta domenica di Pasqua, sul tema: "Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede". Di seguito ne riportiamo ampi estratti.

"Cari fratelli e sorelle, in che cosa consiste la fedeltà di Dio alla quale affidarci con ferma speranza? Nel suo amore. Egli, che è Padre, riversa nel nostro io più profondo, mediante lo Spirito Santo, il suo amore (cfr Rm 5,5). E proprio questo amore, manifestatosi pienamente in Gesù Cristo, interpella la nostra esistenza, chiede una risposta su ciò che ciascuno vuole fare della propria vita, su quanto è disposto a mettere in gioco per realizzarla pienamente".

"L’amore di Dio segue a volte percorsi impensabili, ma raggiunge sempre coloro che si lasciano trovare. La speranza si nutre, dunque, di questa certezza: 'Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi' (1 Gv 4,16). E questo amore esigente, profondo, che va oltre la superficialità, ci dà coraggio, ci fa sperare nel cammino della vita e nel futuro, ci fa avere fiducia in noi stessi, nella storia e negli altri".

"Vorrei rivolgermi in modo particolare a voi giovani e ripetervi: 'Che cosa sarebbe la vostra vita senza questo amore? Dio si prende cura dell’uomo dalla creazione fino alla fine dei tempi, quando porterà a compimento il suo progetto di salvezza. Nel Signore Risorto abbiamo la certezza della nostra speranza'".

"Come avvenne nel corso della sua esistenza terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo le strade della nostra vita, e ci vede immersi nelle nostre attività, con i nostri desideri e i nostri bisogni. Proprio nel quotidiano continua a rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare la nostra vita con Lui, il solo capace di appagare la nostra sete di speranza. Egli, Vivente nella comunità di discepoli che è la Chiesa, anche oggi chiama a seguirlo. E questo appello può giungere in qualsiasi momento".

"Anche oggi Gesù ripete: 'Vieni! Seguimi!' (Mc 10,21). Per accogliere questo invito, occorre non scegliere più da sé il proprio cammino. Seguirlo significa immergere la propria volontà nella volontà di Gesù, dargli davvero la precedenza, metterlo al primo posto rispetto a tutto ciò che fa parte della nostra vita: alla famiglia, al lavoro, agli interessi personali, a se stessi. Significa consegnare la propria vita a Lui, vivere con Lui in profonda intimità, entrare attraverso di Lui in comunione col Padre nello Spirito Santo e, di conseguenza, con i fratelli e le sorelle. E questa comunione di vita con Gesù il 'luogo' privilegiato dove sperimentare la speranza e dove la vita sarà libera e piena!".

"Le vocazioni sacerdotali e religiose nascono dall’esperienza dell’incontro personale con Cristo, dal dialogo sincero e confidente con Lui, per entrare nella sua volontà. È necessario, quindi, crescere nell’esperienza di fede, intesa come relazione profonda con Gesù, come ascolto interiore della sua voce, che risuona dentro di noi. Questo itinerario, che rende capaci di accogliere la chiamata di Dio, può avvenire all’interno di comunità cristiane che vivono un intenso clima di fede, una generosa testimonianza di adesione al Vangelo, una passione missionaria che induca al dono totale di sé per il Regno di Dio, alimentato dall’accostamento ai Sacramenti, in particolare all’Eucaristia, e da una fervida vita di preghiera. Quest’ultima 'deve, da una parte, essere molto personale, un confronto del mio io con Dio, con il Dio vivente. Dall’altra, tuttavia, essa deve essere sempre di nuovo guidata e illuminata dalle grandi preghiere della Chiesa e dei santi, dalla preghiera liturgica, nella quale il Signore ci insegna continuamente a pregare nel modo giusto'".

"La preghiera costante e profonda fa crescere la fede della comunità cristiana, nella certezza sempre rinnovata che Dio mai abbandona il suo popolo e che lo sostiene suscitando vocazioni speciali, al sacerdozio e alla vita consacrata, perché siano segni di speranza per il mondo. I presbiteri e i religiosi, infatti, sono chiamati a donarsi in modo incondizionato al Popolo di Dio, in un servizio di amore al Vangelo e alla Chiesa, un servizio a quella salda speranza che solo l’apertura all’orizzonte di Dio può donare".

"Pertanto essi, con la testimonianza della loro fede e con il loro fervore apostolico, possono trasmettere, in particolare alle nuove generazioni, il vivo desiderio di rispondere generosamente e prontamente a Cristo che chiama a seguirlo più da vicino. Quando un discepolo di Gesù accoglie la divina chiamata per dedicarsi al ministero sacerdotale o alla vita consacrata, si manifesta uno dei frutti più maturi della comunità cristiana, che aiuta a guardare con particolare fiducia e speranza al futuro della Chiesa e al suo impegno di evangelizzazione. Esso infatti necessita sempre di nuovi operai per la predicazione del Vangelo, per la celebrazione dell’Eucaristia, per il Sacramento della Riconciliazione. Non manchino perciò sacerdoti zelanti, che sappiano accompagnare i giovani quali 'compagni di viaggio' per aiutarli a riconoscere, nel cammino a volte tortuoso e oscuro della vita, il Cristo, Via, Verità e Vita; per proporre loro, con coraggio evangelico, la bellezza del servizio a Dio, alla comunità cristiana, ai fratelli. Sacerdoti che mostrino la fecondità di un impegno entusiasmante, che conferisce un senso di pienezza alla propria esistenza, perché fondato sulla fede in Colui che ci ha amati per primo".

"Ugualmente, auspico che i giovani, in mezzo a tante proposte superficiali ed effimere, sappiano coltivare l’attrazione verso i valori, le mete alte, le scelte radicali, per un servizio agli altri sulle orme di Gesù. Cari giovani, non abbiate paura di seguirlo e di percorrere le vie esigenti e coraggiose della carità e dell’impegno generoso! Così sarete felici di servire, sarete testimoni di quella gioia che il mondo non può dare, sarete fiamme vive di un amore infinito ed eterno, imparerete a 'rendere ragione della speranza che è in voi'".


UDIENZE

Città del Vaticano, 17 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Cardinali Julian Herranz, Jozef Tomko, e Salvatore De Giorgi.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 15 dicembre 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Monsignore Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, Consigliere di Nunziatura, affidandogli allo stesso tempo l'ufficio di Nunzio Apostolico.

- Consultori della Congregazione per la Dottrina della Fede: l'Arcivescovo Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica, ed il Reverendo Professore Achim Buckenmaier (Germania), Docente di Teologia Dogmatica e Direttore della Cattedra per la Teologia del Popolo di Dio presso la Pontificia Università Lateranense in Roma.

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