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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 22 novembre 2013

UDIENZA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELLA BOSNIA ED ERZEGOVINA

Città del Vaticano, 22 novembre 2013 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Signor Vjekoslav Bevanda, Presidente del Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina, il quale ha successivamente incontrato l'Arcivescovo Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato dall’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Gli incontri, svoltisi in un’atmosfera di cordialità, hanno fornito l’occasione per uno scambio di opinioni sull’attuale situazione in Bosnia ed Erzegovina, sui principali traguardi che attendono il Paese, come pure sugli sforzi per promuovere una società sempre più aperta e rispettosa dei diritti di tutti i cittadini e sulle sfide che l’attuale crisi economica impone di affrontare.

È stata, poi, espressa soddisfazione per le buone relazioni bilaterali, di cui l’Accordo di Base del 2006 è un’importante espressione, favorendo la collaborazione fra la Chiesa e lo Stato per il bene comune e lo sviluppo del Paese. Nel prosieguo della conversazione si sono, quindi, toccati alcuni temi relativi all’applicazione del suddetto Accordo, come pure al contributo dei cattolici nella società.

METTERE IN PRATICA LE REGOLE DEL RUGBY ANCHE NELLA VITA

Città del Vaticano, 22 novembre 2013 (VIS). Questa mattina, nel ricevere in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, i dirigenti e gli atleti delle Nazioni di Rugby di Argentina e Italia, il Papa ha affermato che il rugby "è uno sport molto simpatico (...) è uno sport duro, c’è molto scontro fisico, ma non c’è violenza, c’è grande lealtà, grande rispetto. Giocare a rugby è faticoso, 'non es un paseo', non è una passeggiata! E questo penso che sia utile anche a temprare il carattere, la forza di volontà".

"Ecco, nel rugby - ha continuato il Pontefice - si corre verso la 'meta'! Questa parola così bella, così importante, ci fa pensare alla vita, perché tutta la nostra vita tende a una meta; e questa ricerca, ricerca della meta, è faticosa, richiede lotta, impegno, ma l’importante è non correre da soli! Per arrivare bisogna correre insieme, e la palla viene passata di mano in mano, e si avanza insieme, finché si arriva alla meta. E allora si festeggia!".

"Forse questa mia interpretazione non è molto tecnica - ha detto il Papa - ma è il modo in cui un vescovo vede il rugby! E come vescovo vi auguro di mettere in pratica tutto questo anche fuori dal campo, metterlo in pratica nella vostra vita".

ALLA COMUNITÀ DEI FILIPPINI: NEI MOMENTI DI SOFFERENZA NON STANCATEVI DI CHIEDERE A NOSTRO PADRE: "PERCHÉ?"

Città del Vaticano, 22 novembre 2013 (VIS). "In questi momenti di tanta sofferenza non stancatevi di dire: 'Perché?. Come i bambini... E così attirerete gli occhi del nostro Padre sul vostro popolo; attirerete la tenerezza del 'papà del cielo' su di voi". Con queste parole, nel pomeriggio di ieri, il Papa si è rivolto alla comunità dei Filippini residenti a Roma riuniti nella Basilica Vaticana in occasione della benedizione del mosaico raffigurante San Pedro Calungsod, santo filippino canonizzato da Papa Benedetto XVI nel 2012.

Alla cerimonia di benedizione dell'immagine del martire filippino ha fatto seguito una Celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila, che, ricordando nell'omelia gli effetti devastanti del tifone Haiyan che si è abbattuto sulle Filippine, ha affermato: "Vediamo la fede sorgere dalle rovine. La speranza dalle calamità non può essere distrutta. E vediamo l'amore che è più forte dei terremoti e dei tifoni".

Papa Francesco ha rinnovato la sua vicinanza al popolo filippino ed ha detto: "E ho sentito che la prova era forte, troppo forte! Ma anche ho sentito che il popolo era forte! Quello che ha detto il cardinale è vero: la fede viene su dalle rovine. La solidarietà di tutti nel momento della prova. Perché succedono queste cose? Non si può spiegare. Ci sono tante cose che noi non possiamo capire. Quando i bambini incominciano a crescere non capiscono le cose e incominciano a fare domande al papà o alla mamma (...) Perché il bambino non capisce. Ma se noi stiamo attenti vedremo che il bambino non aspetta la risposta del suo papà o della sua mamma. (...) Il bambino ha bisogno in quell'insicurezza che il suo papà e la sua mamma lo guardino. (...) Come fa il bambino quando chiede. 'Perché? Perché?'. In questi momenti di dolore, questa forza sia la preghiera più utile: la preghiera del perché. Ma senza chiedere spiegazione, soltanto chiedere che il nostro Padre ci guardi. Anche io vi accompagno, con questa preghiera del perché".


MARIA ICONA PIÙ ESPRESSIVA DELLA SPERANZA CRISTIANA

Città del Vaticano, 22 novembre 2013 (VIS). Nel pomeriggio di ieri il Santo Padre Francesco si è recato al Monastero di Sant'Antonio Abate delle Monache Benedettine Camaldolesi all'Aventino, in occasione della Giornata per la vita contemplativa e dell'Anno della fede che volge ormai al termine. Accolto al suo arrivo dall'Abbadessa suor Michela Porcellato, il Papa ha raggiunto la chiesa dove erano riunite le 21 Monache della Comunità. Il Santo Padre ha presieduto la Celebrazione dei Vespri secondo la regola camaldolese, cui è seguito un momento di Adorazione Eucaristica, ed ha pronunciato la meditazione di cui riportiamo ampi estratti.

"Maria è la madre della speranza, l’icona più espressiva della speranza cristiana. Tutta la sua vita è un insieme di atteggiamenti di speranza, a cominciare dal 'sì' al momento dell’annunciazione. (...) Poi la vediamo a Betlemme, dove colui che le è stato annunciato come il Salvatore d’Israele e come il Messia nasce nella povertà. In seguito, mentre si trova a Gerusalemme per presentarlo al tempio, con la gioia degli anziani Simeone e Anna avviene anche la promessa di una spada che le avrebbe trafitto il cuore e la profezia di un segno di contraddizione".

"Lei si rende conto che la missione e la stessa identità di quel Figlio, superano il suo essere madre. (...) Eppure, di fronte a tutte queste difficoltà e sorprese del progetto di Dio, la speranza della Vergine non vacilla mai! Donna di speranza. Questo ci dice che la speranza si nutre di ascolto, di contemplazione, di pazienza perché i tempi del Signore maturino. (...) Con l’inizio della vita pubblica, Gesù diventa il Maestro e il Messia (...) diventa sempre più quel segno di contraddizione che il vecchio Simeone le aveva preannunciato. Ai piedi della croce, è donna del dolore e al contempo della vigilante attesa di un mistero, più grande del dolore, che sta per compiersi. Tutto sembra veramente finito; ogni speranza potrebbe dirsi spenta. Anche lei, in quel momento, ricordando le promesse dell’annunciazione avrebbe potuto dire: non si sono avverate, sono stata ingannata. Ma non lo ha detto. Eppure lei, beata perché ha creduto, da questa sua fede vede sbocciare il futuro nuovo e attende con speranza il domani di Dio".

"A volte penso: noi sappiamo aspettare il domani di Dio? O vogliamo l’oggi? Il domani di Dio per lei è l’alba del mattino di Pasqua (...). L’unica lampada accesa al sepolcro di Gesù è la speranza della madre, che in quel momento è la speranza di tutta l’umanità. Domando a me e a voi: nei Monasteri è ancora accesa questa lampada? Nei monasteri si aspetta il domani di Dio?".

"Dobbiamo molto a questa Madre! In lei, presente in ogni momento della storia della salvezza, vediamo una testimonianza solida di speranza. Lei, madre di speranza, ci sostiene nei momenti di buio, di difficoltà, di sconforto, di apparente sconfitta o di vere sconfitte umane".

DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA: AL CENTRO DIGNITÀ DELLA PERSONA E NON L'IDOLO DENARO

Città del Vaticano, 22 novembre 2013 (VIS). Il Santo Padre è intervenuto con un video messaggio al Terzo Festival della Dottrina Sociale della Chiesa in corso a Verona dal 21 al 24 novembre, sul tema: "Meno disuguaglianze, più differenze". "Un titolo - ha detto il Papa che evidenza la plurale ricchezza delle persone come espressione dei talenti personali e prende le distanze dalla omologazione che mortifica e paradossalmente aumenta le disuguaglianze".

Il Papa ha dedicato alcune pensieri ai giovani che "sono la forza per andare avanti" e agli anziani che "sono la memoria del popolo". "Il riconoscimento delle differenze valorizza le persone, a differenza dell’omologazione, che è il rischio di scartarle perché non sono in grado di cogliere il significato. Oggi, i giovani e i vecchi vengono considerati scarti perché non rispondono alle logiche produttive in una visione funzionalista della società, non rispondono ad alcun criterio utile di investimento. Si dice sono 'passivi', non producono, nell’economia del mercato non sono soggetti di produzione. Non dobbiamo dimenticare, però, che i giovani ed i vecchi portano ciascuno una loro grande ricchezza: ambedue sono il futuro di un popolo".

"Un pensiero va anche alla Dottrina Sociale della Chiesa - ha proseguito il Pontefice - il Magistero sociale è un grande punto di riferimento, esso rappresenta un orientamento frutto di riflessione e di operativa virtuosa. È molto utile per non perdersi. Chi opera nell’economia e nella finanza è sicuramente attratto dal profitto e se non sta attento, si mette a servire il profitto stesso, così diventa schiavo del denaro. La Dottrina Sociale contiene un patrimonio di riflessioni e di speranza che è in grado anche oggi di orientare le persone e di conservarle libere. Occorre coraggio, un pensiero e la forza della fede per stare dentro il mercato, (...) guidati da una coscienza che mette al centro la dignità della persona, non l’idolo denaro".

Papa Francesco conclude il videomessaggio con un pensiero sulla cooperazione ricordando che da bambino ascoltò una conferenza del padre sul cooperativismo cristiano. "Da quel tempo io mi sono entusiasmato con questo, ho visto che quella era la strada". "Lavoro e dignità della persona camminano di pari passo. La solidarietà va applicata anche per garantire il lavoro; la cooperazione rappresenta un elemento importante per assicurare la pluralità di presenze tra i datori del mercato. Oggi essa è oggetto di qualche incomprensione anche a livello europeo, ma ritengo che non considerare attuale questa forma di presenza nel mondo produttivo costituisca un impoverimento che lascia spazio alle omologazioni e non promuove le differenze e l’identità".

ORIENTE CATTOLICO IMPEGNATO NEL DIALOGO INTERRELIGIOSO NELLA QUOTIDIANITÀ DEI PAESI DEL MEDIO ORIENTE

Città del Vaticano, 22 novembre 2013 (VIS). Si è conclusa oggi la Sessione Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali, (19-22 novembre), dedicata ad un bilancio sullo sviluppo delle idee conciliari sull'Oriente cattolico a 50 anni dal Concilio Vaticano II.

"Il clima di svolgimento dei lavori - si legge in un Comunicato della Congregazione - è stato unanimemente apprezzato per la sua armonia. (...) Si può affermare che l’esperienza della sinodalità, così radicata nella tradizione orientale, abbia mostrato la sua fecondità come metodo di lavoro". È stata apprezzata la bellezza dell’ecclesiologia conciliare e il valore della diversità nell’unità sottolineando che il riconoscimento dell’origine apostolica è un’affermazione teologica e giuridica. Altro tema affrontato è stato quello del fenomeno migratorio che "rappresenta una sfida sia perché pone il serio problema della permanenza dei cristiani in Medio Oriente, fortemente penalizzati dagli effetti della guerra in Iraq, dall’attuale situazione in Siria, senza dimenticare l’irrisolta questione israelo-palestinese e il travaglio per la rinascita di un Egitto plurale. Sia perché pone il problema di come la piena dignità delle Chiese Patriarcali ed Arcivescovili Maggiori comporti che i Capi di esse, chiamati anche Padri, lo possano essere realmente (...), oggi ben oltre i confini considerati 'propri', e con le proprie rispettive tradizioni e discipline".

"Accanto alla significativa rappresentanza degli Arcivescovi Latini che sono anche Ordinari per i fedeli Orientali sprovvisti di un proprio Gerarca (...) andranno pensate e progressivamente sviluppate strutture amministrative ecclesiali proprie. (...) La dimensione ecumenica deve essere sempre mantenuta (...) assumendo un atteggiamento fecondo di autentica fraternità, paziente riconciliazione (...), senza però che ad essere penalizzati siano coloro che con la loro esistenza testimoniano ogni giorno che si può essere in comunione con il Vescovo di Roma, riconoscendone il primato, senza rinunciare al proprio modo di governarsi, di vivere il mistero della liturgia, di comprendere il mistero di Cristo".

Infine è stato ribadito che l’Oriente Cattolico è impegnato sul campo a far sì che il dialogo interreligioso sia vissuto anzitutto nella quotidianità dei Paesi del Medio Oriente.


UDIENZE

Città del Vaticano, 22 novembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- L'Arcivescovo Henryk Jósef Nowacki, Nunzio Apostolico in Svezia, Islanda, Danimarca, Finlandia e Norvegia.

- L'Arcivescovo Giovanni D’Aniello, Nunzio Apostolico in Brasile.
- Il Signor Joseph S. Blatter, Presidente della Fédération Internationale de Football Association (F.I.F.A.)

Nel pomeriggio il Santo Padre riceve il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto per la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
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