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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 28 gennaio 2013

IL PAPA PREGA PER LE VITTIME INCENDIO DISCOTECA IN BRASILE

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). A nome del Santo Padre, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha inviato all'Arcivescovo Hélio Adelar Rubert, di Santa Maria (Brasile), un telegramma di cordoglio per la morte di 231 giovani periti sabato scorso, in un incendio propagatosi in una discoteca della città.

"Il Sommo Pontefice - costernato per la tragica morte di centinaia di giovani (...) chiede a Sua Eccellenza di trasmettere alle famiglie delle vittime il suo profondo cordoglio e la sua partecipazione al dolore di quanti sono in lutto. Nel contempo, nell'affidare a Dio, Padre di misericordia, i defunti, il Santo Padre invoca il conforto e la guarigione dei feriti, il coraggio e la consolazione della speranza cristiana per tutti coloro che sono stati colpiti dalla tragedia ed invia, a quanti soffrono e ai soccorritori, una confortante benedizione apostolica".

INDULGENZE PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI concederà speciali indulgenze in occasione della XXI Giornata Mondiale del Malato (7 - 11 febbraio, Altötting, Germania), come informa il Decreto reso pubblico oggi, a firma del Cardinale Manuel Monteiro de Castro, Penitenziere Maggiore e del Monsignor Krzysztof Nykiel, Reggente della Penitenzieria Apostolica.

I fedeli, che veramente pentiti e stimolati dalla carità, sull’esempio del Buon Samaritano, con spirito di fede e con animo misericordioso, pongano se stessi a servizio dei fratelli sofferenti e, se a loro volta malati, sopportino i dolori e le avversità della vita, (...) offrendo aperta testimonianza di fede attraverso la via del Vangelo della sofferenza, otterranno l'indulgenza plenaria, una volta al giorno alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), che potranno anche applicare in suffragio alle anime dei fedeli defunti:

A) Ogniqualvolta che, dal 7 all'11 febbraio prossimo, nel Santuario Mariano di Altötting o in qualsiasi altro luogo stabilito dall'Autorità ecclesiastica, parteciperanno devotamente a una cerimonia celebrata per impetrare da Dio i propositi della Giornata Mondiale del Malato e reciteranno il Padre Nostro, il Credo ed una pia invocazione alla Beata Vergine Maria.

I fedeli che negli ospedali pubblici o in qualsiasi casa privata assistono caritatevolmente, come il Buon Samaritano, gli ammalati e, a motivo del loro servizio, non possono partecipare alle funzioni sopra indicate, otterranno il medesimo dono dell'Indulgenza plenaria, se in quei giorni presteranno generosamente almeno per qualche ora la loro caritatevole assistenza come se lo facessero allo stesso Cristo Signore e reciteranno il Padre Nostro, il Credo ed una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, avendo l'animo distaccato da ogni peccato e il proposito di adempiere, non appena possibile, alle condizioni richieste per l'ottenimento dell'Indulgenza plenaria.

I fedeli infine che per malattia, per età avanzata o per altra simile ragione, sono impediti dal prendere parte alla cerimonia sopra indicata, otterranno l'Indulgenza plenaria, purché, avendo l'animo distaccato da qualsiasi peccato e proponendosi di adempiere non appena possibile le solite condizioni, partecipino spiritualmente alle sacre funzioni nei giorni determinati, particolarmente mentre le Celebrazioni liturgiche ed il Messaggio del Sommo Pontefice verranno trasmessi per televisione e per radio, preghino devotamente per tutti gli ammalati e offrano a Dio, attraverso la Vergine Maria, 'Salus infirmorum', le loro sofferenze fisiche e spirituali".

B. L’Indulgenza parziale a tutti i fedeli ogniqualvolta rivolgeranno a Dio misericordioso, con cuore contrito, nei giorni sopra segnati, devote preghiere in aiuto degli infermi nello spirito del corrente Anno della fede.



SENSO CRISTIANO DEL "CARPE DIEM"

Città del Vaticano, 27 gennaio 2013 (VIS). "Ogni momento può divenire un 'oggi' propizio per la nostra conversione. Ogni giorno può diventare l’oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo. Questo è il senso cristiano del 'carpe diem': cogli l’oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!". Con queste parole il Santo Padre si è rivolto ai fedeli riuniti alle 12:00 di oggi in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus.

Benedetto XVI ha commentato le letture della liturgia domenicale, in particolar il Vangelo di Luca che ci presenta Gesù che si reca di sabato nella sinagoga di Nazareth. "Da buon osservante, il Signore non si sottrae al ritmo liturgico settimanale e si unisce all’assemblea dei suoi compaesani nella preghiera e nell’ascolto delle Scritture. Il rito prevede la lettura di un testo della Torah o dei Profeti, seguita da un commento. Quel giorno Gesù si alzò a leggere e trovò un passo del profeta Isaia che inizia così: 'Lo Spirito del Signore Dio è su di me, / perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; / mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri'. (...) Gesù infatti, terminata la lettura, (...) disse: 'Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete [ora] ascoltato'. San Cirillo d’Alessandria afferma che l’'oggi', posto tra la prima e l’ultima venuta di Cristo, è legato alla capacità del credente di ascoltare e ravvedersi. Ma, in un senso ancora più radicale, è Gesù stesso 'l’oggi' della salvezza nella storia, perché porta a compimento la pienezza della redenzione".

"Questo brano interpella 'oggi' anche noi. Anzitutto ci fa pensare al nostro modo di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore, partecipando all’Eucaristia, nella quale ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo e della sua Parola di vita. In secondo luogo, nel nostro tempo dispersivo e distratto, questo Vangelo ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità di ascolto. Prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia della Chiesa è la 'scuola' di questo ascolto del Signore che ci parla".

Al termine della preghiera dell'Angelus un bambino e una bambina dell'Azione Cattolica della Diocesi di Roma che concludono con la "Carovana della Pace" il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace, invitati nell'appartamento pontificio, hanno liberato dalla finestra dello studio del Papa due colombe, simbolo di pace.







GIORNATA DELLA MEMORIA: CHE NON SI RIPETANO GLI ORRORI DEL PASSATO

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). Nella "Giornata della Memoria", in ricordo dell'Olocausto delle vittime del nazismo, Benedetto XVI, dopo la recita dell'Angelus, ha detto: "La memoria di questa immane tragedia, che colpì così duramente soprattutto il popolo ebraico, deve rappresentare per tutti un monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona umana".

Si celebra oggi anche la sessantesima Giornata mondiale dei malati di lebbra. Il Papa ha espresso la sua "vicinanza alle persone che soffrono per questo male" ed ha incoraggiato i ricercatori, gli operatori sanitari e i volontari, in particolare quanti fanno parte di organizzazioni cattoliche e dell’Associazione Amici di Raoul Follereau. "Invoco per tutti il sostegno spirituale di san Damiano de Veuster e di santa Marianna Cope, che hanno dato la vita per i malati di lebbra".

"In questa domenica - ha proseguito il Santo Padre - "ricorre anche una speciale Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa. Ringrazio quanti la promuovono in molte parti del mondo e saluto in particolare quelli qui presenti".

Infine il Papa si è rivolto ai pellegrini polacchi ed ha detto: "Saluto i polacchi. Oggi mi unisco alla Chiesa in Polonia nella preghiera di ringraziamento per la vita e per il ministero del defunto Cardinale Primate Józef Glemp. Il Signore ricompensi il suo impegno pastorale nella sua gloria!".


RAPPORTO TRA FEDE E MATRIMONIO TEMA DEL DISCORSO DEL PAPA AL TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA

Città del Vaticano, 26 gennaio 2013 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto nella Sala Clementina i membri del Tribunale della Rota Romana in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Nel discorso, di cui riportiamo ampi estratti, il Papa si è soffermato sul rapporto fra fede e matrimonio alla luce della "attuale crisi di fede, che interessa varie parti del mondo" e che porta con sé "una crisi della società coniugale".

"Il Codice di Diritto Canonico designa la realtà naturale del matrimonio, come patto irrevocabile tra uomo e donna. Il reciproco affidarsi, infatti, è la base irrinunciabile di qualunque patto o alleanza. Sul piano teologico, la relazione tra fede e matrimonio assume un significato ancora più profondo. Il vincolo sponsale, infatti, benché realtà naturale, tra i battezzati è stato elevato da Cristo alla dignità di sacramento".

"La cultura contemporanea, contrassegnata da un accentuato soggettivismo e relativismo etico e religioso, pone la persona e la famiglia di fronte a pressanti sfide. In primo luogo, di fronte alla questione circa la capacità stessa dell’essere umano di legarsi, e se un legame che duri per tutta la vita sia veramente possibile e corrisponda alla natura dell’uomo, o, piuttosto, non sia, invece, in contrasto con la sua libertà e con la sua autorealizzazione. Fa parte di una mentalità diffusa, infatti, pensare che la persona diventi se stessa rimanendo 'autonoma' ed entrando in contatto con l’altro solo mediante relazioni che si possono interrompere in ogni momento (...). A nessuno sfugge come sulla scelta dell’essere umano di legarsi con un vincolo che duri tutta la vita influisca la prospettiva di base di ciascuno, a seconda cioè che sia ancorata a un piano meramente umano, oppure si schiuda alla luce della fede nel Signore. (...) 'Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla': così insegnava Gesù ai suoi discepoli, ricordando loro la sostanziale incapacità dell’essere umano di compiere da solo ciò che è necessario al conseguimento del vero bene. Il rifiuto della proposta divina, in effetti, conduce ad uno squilibrio profondo in tutte le relazioni umane, inclusa quella matrimoniale, e facilita un’errata comprensione della libertà e dell’auto realizzazione, che, unita alla fuga davanti alla paziente sopportazione della sofferenza, condanna l’uomo a chiudersi nel suo egoismo ed egocentrismo. Al contrario, l’accoglienza della fede rende l’uomo capace del dono di sé, nel quale soltanto, 'aprendosi all’altro, agli altri, ai figli, alla famiglia... lasciandosi plasmare nella sofferenza, egli scopre l’ampiezza dell’essere persona umana'".

"La fede in Dio, sostenuta dalla grazia divina, è dunque un elemento molto importante per vivere la mutua dedizione e la fedeltà coniugale. Non s’intende con ciò affermare che la fedeltà, come le altre proprietà, non siano possibili nel matrimonio naturale, contratto tra non battezzati. Esso, infatti, non è privo dei beni che 'provengono da Dio Creatore e si inseriscono in modo incoativo nell’amore sponsale che unisce Cristo e la Chiesa'. Certamente, però, la chiusura a Dio o il rifiuto della dimensione sacra dell’unione coniugale e del suo valore nell’ordine della grazia rende ardua l’incarnazione concreta del modello altissimo di matrimonio concepito dalla Chiesa secondo il disegno di Dio, potendo giungere a minare la validità stessa del patto qualora, (...) si traduca in un rifiuto di principio dello stesso obbligo coniugale di fedeltà ovvero degli altri elementi o proprietà essenziali del matrimonio".

"Tertulliano, nella celebre 'Lettera alla moglie', parlando della vita coniugale contrassegnata dalla fede, scrive che i coniugi cristiani 'sono veramente due in una sola carne, e dove la carne è unica, unico è lo spirito. Insieme pregano, insieme si prostrano e insieme digiunano; l’uno ammaestra l’altro, l’uno onora l’altro, l’uno sostiene l’altro'
"I Santi che hanno vissuto l’unione matrimoniale e familiare nella prospettiva cristiana, sono riusciti a superare anche le situazioni più avverse, conseguendo talora la santificazione del coniuge e dei figli con un amore sempre rafforzato da una solida fiducia in Dio, da una sincera pietà religiosa e da un’intensa vita sacramentale. Proprio queste esperienze, contrassegnate dalla fede, fanno comprendere come, ancor oggi, sia prezioso il sacrificio offerto dal coniuge abbandonato o che abbia subito il divorzio, se - riconoscendo l’indissolubilità del vincolo matrimoniale valido - riesce a non lasciarsi 'coinvolgere in una nuova unione ... In tal caso il suo esempio di fedeltà e di coerenza cristiana assume un particolare valore di testimonianza di fronte al mondo e alla Chiesa'".

"Vorrei soffermarmi, infine, brevemente, sul 'bonum coniugum'. La fede è importante nella realizzazione dell’autentico bene coniugale, che consiste semplicemente nel volere sempre e comunque il bene dell’altro, in funzione di un vero e indissolubile 'consortium vitae'. In verità, nel proposito degli sposi cristiani di vivere una vera 'communio coniugalis' vi è un dinamismo proprio della fede, per cui la 'confessio', la risposta personale sincera all’annuncio salvifico, coinvolge il credente nel moto d’amore di Dio. 'Confessio' e 'caritas' sono 'i due modi in cui Dio ci coinvolge, ci fa agire con Lui, in Lui e per l’umanità, per la sua creatura ... La 'confessio' non è una cosa astratta, è 'caritas', è amore. Solo così è realmente il riflesso della verità divina, che come verità è inseparabilmente anche amore'".

"Soltanto attraverso la fiamma della carità, la presenza del Vangelo non è più solo parola, ma realtà vissuta. In altri termini, se è vero che 'la fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio', si deve concludere che 'fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo cammino'. Se ciò vale nell’ampio contesto della vita comunitaria, deve valere ancora di più nell’unione matrimoniale. È in essa, di fatto, che la fede fa crescere e fruttificare l’amore degli sposi, dando spazio alla presenza di Dio Trinità e rendendo la stessa vita coniugale, così vissuta, 'lieta novella' davanti al mondo".

"Riconosco le difficoltà, da un punto di vista giuridico e pratico, di enucleare l’elemento essenziale del 'bonum coniugum', inteso finora prevalentemente in relazione alle ipotesi di incapacità. 'Il bonum coniugum' assume rilevanza anche nell’ambito della simulazione del consenso. Certamente, nei casi sottoposti al vostro giudizio, sarà l’indagine 'in facto' ad accertare l’eventuale fondatezza di questo capo di nullità, prevalente o coesistente con un altro capo dei tre 'beni' agostiniani, la procreatività, l’esclusività e la perpetuità. Non si deve quindi prescindere dalla considerazione che possano darsi dei casi nei quali, proprio per l’assenza di fede, il bene dei coniugi risulti compromesso e cioè escluso dal consenso stesso; ad esempio, nell’ipotesi di sovvertimento da parte di uno di essi, a causa di un’errata concezione del vincolo nuziale, del principio di parità, oppure nell’ipotesi di rifiuto dell’unione duale che contraddistingue il vincolo matrimoniale, in rapporto con la possibile coesistente esclusione della fedeltà e dell’uso della copula adempiuta 'humano modo'".

"Con le presenti considerazioni, non intendo certamente suggerire alcun facile automatismo tra carenza di fede e invalidità dell’unione matrimoniale, ma piuttosto evidenziare come tale carenza possa, benché non necessariamente, ferire anche i beni del matrimonio, dal momento che il riferimento all’ordine naturale voluto da Dio è inerente al patto coniugale".


ECUMENISMO: CAMMINARE OLTRE LE BARRIERE

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Alle 17:30 di oggi pomeriggio, nella Solennità della conversione di San Paolo, Benedetto XVI ha presieduto i secondi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a conclusione della XLVI Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema: "Quel che il Signore esige da noi". Alla celebrazione hanno preso parte i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma, fra i quali il Metropolita Gennadios, Rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ed il Reverendo Canonico Richardson, Rappresentante dell'Arcivescovo di Canterbury.

"La comunione nella stessa fede è la base per l’ecumenismo" - ha detto il Santo Padre ribadendo che: "L’unità (...) è donata da Dio come inseparabile dalla fede" e "La professione della fede battesimale in Dio, Padre e Creatore, che si è rivelato nel Figlio Gesù Cristo, effondendo lo Spirito che vivifica e santifica, già unisce i cristiani. Senza la fede - che è primariamente dono di Dio, ma anche risposta dell’uomo - tutto il movimento ecumenico si ridurrebbe ad una forma di 'contratto' cui aderire per un interesse comune. (...). Le questioni dottrinali che ancora ci dividono non devono essere trascurate o minimizzate. Esse vanno piuttosto affrontate con coraggio, in uno spirito di fraternità e di rispetto reciproco. Il dialogo, quando riflette la priorità della fede, permette di aprirsi all’azione di Dio con la ferma fiducia che da soli non possiamo costruire l’unità, ma è lo Spirito Santo che ci guida verso la piena comunione, e fa cogliere la ricchezza spirituale presente nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali".

"Nella società attuale - ha detto il Papa - sembra che il messaggio cristiano incida sempre meno nella vita personale e comunitaria; e questo rappresenta una sfida per tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali. (...) Mentre siamo in cammino verso la piena unità, è necessario allora perseguire una collaborazione concreta tra i discepoli di Cristo per la causa della trasmissione della fede al mondo contemporaneo. Oggi c’è grande bisogno di riconciliazione, di dialogo e di comprensione reciproca, in una prospettiva non moralistica, ma proprio in nome dell’autenticità cristiana per una presenza più incisiva nella realtà del nostro tempo".

"La vera fede in Dio poi è inseparabile dalla santità personale, come anche dalla ricerca della giustizia - ha sottolineato il Pontefice ricordando che il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: 'Quel che il Signore esige da noi', è stato proposto dallo "Student Christian Movement in India", in collaborazione con la "All India Catholic University Federation" ed il "National Council of Churches" in India. "A quanti hanno collaborato desidero esprimere la mia viva gratitudine e, (...) assicuro la mia pr eghiera a tutti i cristiani dell’India, che a volte sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in condizioni difficili. 'Camminare umilmente con Dio' significa anzitutto camminare nella radicalità della fede, come Abramo, fidandosi di Dio, anzi riponendo in Lui ogni nostra speranza e aspirazione, ma significa anche camminare oltre le barriere, oltre l’odio, il razzismo e la discriminazione sociale e religiosa che dividono e danneggiano l’intera società".

"La nostra ricerca di unità nella verità e nell’amore, infine, non deve mai perdere di vista la percezione che l’unità dei cristiani è opera e dono dello Spirito Santo e va ben oltre i nostri sforzi. Pertanto, l’ecumenismo spirituale, specialmente la preghiera, è il cuore dell’impegno ecumenico. Tuttavia, l’ecumenismo non darà frutti duraturi se non sarà accompagnato da gesti concreti di conversione che muovano le coscienze e favoriscano la guarigione dei ricordi e dei rapporti. (...) Un’autentica conversione, (...) è un elemento fondamentale del nostro impegno ecumenico. Il rinnovamento della vita interiore del nostro cuore e della nostra mente, che si riflette nella vita quotidiana, è cruciale in ogni dialogo e cammino di riconciliazione, facendo dell’ecumenismo un impegno reciproco di comprensione, rispetto e amore, 'affinché il mondo creda'".


UDIENZE

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

- Otto Presuli della Conferenza Episcopale della Campania, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

* S.E. Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di Benevento

* S.E. Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia

* S.E. Mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti

* S.E. Mons. Giovanni D’Alise, Vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia

* S.E. Mons. Francesco Marino, Vescovo di Avellino

* S.E. Mons. Ciro Miniero, Vescovo di Vallo della Lucania

* S.E. Mons. Antonio De Luca, C.SS.R., Vescovo di Teggiano-Policastro

* Dom Beda Umberto Paluzzi, O.S.B., Abate dell’Abbazia territoriale di Montevergine

Sabato 26 gennaio, il Santo Padre ha ricevuto udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Monsignor Pio Vito Pinto, Decano del Tribunale della Rota Romana.

ALTRI ATTI PONTIFICI
Città del Vaticano, 26 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Padre Guy Charbonneau, P.M.E., Vescovo della Diocesi di Choluteca (superficie: 5.775; popolazione: 700.000; cattolici: 586.000; sacerdoti: 28; religiosi: 67), Honduras. Il Vescovo eletto è nato nel 1946 a Montréal (Canada), è divenuto membro della Società per le Missioni Estere nel 1969 ed è stato ordinato sacerdote nel 1970. Dal 1970 al 2003 in Honduras ha ricoperto i seguenti incarichi pastorali: nella diocesi di Choluteca: Vicario a “San Marcos de Colón”, Direttore Spirituale del Seminario Minore, Responsabile della pastorale della comunità “San Francisco”, Incaricato diocesano per la Pastorale Giovanile e coordinatore dell'equipe diocesana per la Pastorale Vocazionale; nell’arcidiocesi di Tegucigalpa: Vicario Parrocchiale; Professore, Direttore Spirituale e Rettore del Seminario Minore; Professore, Assistente Spirituale e Rettore del Seminario Maggiore; a livello nazionale in Honduras è stato Responsabile della formazione missionaria Ad Gentes, Responsabile del Centro di Formazione e Animazione Missionaria e Direttore delle Pontificie Opere Missionarie; è stato primo Assistente Regionale della Società per le Missioni Estere della Provincia di Québec e, dal 2002 al 2003, Superiore Regionale. Dal 2003 al 2008 è stato Vicario Generale della Società per le Missioni Estere; dal 2008 è Superiore Generale della Società per le Missioni Estere della Provincia di Québec.

- il Reverendo Djalwana Laurent Lompo, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Niamey (superficie: 200.000; popolazione: 7.400.000; cattolici: 20.100; sacerdoti: 42; religiosi: 90), Niger. Il Vescovo eletto è nato nel 1967 a Koulbou (Niger) ed è stato ordinato sacerdote nel 1997. Dal 1997 al 2000 è stato Vicario parrocchiale della Parrocchia St Gabriel a Niamey; dal 2002 al 2003 è stato Responsabile del Foyer Samuel per le vocazioni; dal 2003 è stato Vicario Generale della medesima Arcidiocesi.

- Il Sacerdote Rafael García de la Serrana Villalobos, del Clero della Prelatura personale dell'Opus Dei, Vice Direttore della Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato della Stato della Città del Vaticano.



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