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lunedì 28 gennaio 2013

ECUMENISMO: CAMMINARE OLTRE LE BARRIERE

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Alle 17:30 di oggi pomeriggio, nella Solennità della conversione di San Paolo, Benedetto XVI ha presieduto i secondi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a conclusione della XLVI Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema: "Quel che il Signore esige da noi". Alla celebrazione hanno preso parte i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma, fra i quali il Metropolita Gennadios, Rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ed il Reverendo Canonico Richardson, Rappresentante dell'Arcivescovo di Canterbury.

"La comunione nella stessa fede è la base per l’ecumenismo" - ha detto il Santo Padre ribadendo che: "L’unità (...) è donata da Dio come inseparabile dalla fede" e "La professione della fede battesimale in Dio, Padre e Creatore, che si è rivelato nel Figlio Gesù Cristo, effondendo lo Spirito che vivifica e santifica, già unisce i cristiani. Senza la fede - che è primariamente dono di Dio, ma anche risposta dell’uomo - tutto il movimento ecumenico si ridurrebbe ad una forma di 'contratto' cui aderire per un interesse comune. (...). Le questioni dottrinali che ancora ci dividono non devono essere trascurate o minimizzate. Esse vanno piuttosto affrontate con coraggio, in uno spirito di fraternità e di rispetto reciproco. Il dialogo, quando riflette la priorità della fede, permette di aprirsi all’azione di Dio con la ferma fiducia che da soli non possiamo costruire l’unità, ma è lo Spirito Santo che ci guida verso la piena comunione, e fa cogliere la ricchezza spirituale presente nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali".

"Nella società attuale - ha detto il Papa - sembra che il messaggio cristiano incida sempre meno nella vita personale e comunitaria; e questo rappresenta una sfida per tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali. (...) Mentre siamo in cammino verso la piena unità, è necessario allora perseguire una collaborazione concreta tra i discepoli di Cristo per la causa della trasmissione della fede al mondo contemporaneo. Oggi c’è grande bisogno di riconciliazione, di dialogo e di comprensione reciproca, in una prospettiva non moralistica, ma proprio in nome dell’autenticità cristiana per una presenza più incisiva nella realtà del nostro tempo".

"La vera fede in Dio poi è inseparabile dalla santità personale, come anche dalla ricerca della giustizia - ha sottolineato il Pontefice ricordando che il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: 'Quel che il Signore esige da noi', è stato proposto dallo "Student Christian Movement in India", in collaborazione con la "All India Catholic University Federation" ed il "National Council of Churches" in India. "A quanti hanno collaborato desidero esprimere la mia viva gratitudine e, (...) assicuro la mia pr eghiera a tutti i cristiani dell’India, che a volte sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in condizioni difficili. 'Camminare umilmente con Dio' significa anzitutto camminare nella radicalità della fede, come Abramo, fidandosi di Dio, anzi riponendo in Lui ogni nostra speranza e aspirazione, ma significa anche camminare oltre le barriere, oltre l’odio, il razzismo e la discriminazione sociale e religiosa che dividono e danneggiano l’intera società".

"La nostra ricerca di unità nella verità e nell’amore, infine, non deve mai perdere di vista la percezione che l’unità dei cristiani è opera e dono dello Spirito Santo e va ben oltre i nostri sforzi. Pertanto, l’ecumenismo spirituale, specialmente la preghiera, è il cuore dell’impegno ecumenico. Tuttavia, l’ecumenismo non darà frutti duraturi se non sarà accompagnato da gesti concreti di conversione che muovano le coscienze e favoriscano la guarigione dei ricordi e dei rapporti. (...) Un’autentica conversione, (...) è un elemento fondamentale del nostro impegno ecumenico. Il rinnovamento della vita interiore del nostro cuore e della nostra mente, che si riflette nella vita quotidiana, è cruciale in ogni dialogo e cammino di riconciliazione, facendo dell’ecumenismo un impegno reciproco di comprensione, rispetto e amore, 'affinché il mondo creda'".


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