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lunedì 10 luglio 2006

PRESCINDERE DA DIO MINA LA VERITÀ DELL'UOMO


CITTA' DEL VATICANO, 8 LUG. 2006 (VIS). Di seguito riportiamo alcuni estratti della Lettera Pontificia indirizzata ai Membri della Conferenza Episcopale Spagnola, che Benedetto XVI, nel corso della sua visita alla Cattedrale di Valencia, ha consegnato questa mattina al Presidente, Vescovo Ricardo Blázquez Pérez.

"Sapete che seguo da vicino e con molto interesse gli avvenimenti della Chiesa nel vostro Paese, un Paese di profonde radici cristiane e che tanto ha contribuito ed è chiamato a contribuire alla testimonianza della fede e alla sua diffusione in molte altre parti del mondo. Mantenete vivo e vigoroso questo spirito che ha accompagnato la vita degli spagnoli nella loro storia, affinché esso continui, nutrendo e dando vitalità all'anima del vostro popolo".

"Conosco e incoraggio l'impulso che state dando all'azione pastorale, in un tempo di rapida secolarizzazione che a volte colpisce perfino la vita interna delle comunità cristiane. Continuate dunque a proclamare, senza scoraggiarvi, che prescindere da Dio, agire come se non egli esistesse o relegare la fede all'ambito meramente privato, mina la verità dell'uomo e ipoteca il futuro della cultura e della società".

"Al contrario, rivolgere lo sguardo al Dio vivo, garante della nostra libertà e della verità, è una premessa per arrivare ad un'umanità nuova. Il mondo ha bisogno oggi in modo particolare che si annunci e si renda testimonianza di Dio che è amore e, pertanto, l'unica luce che, in fondo, illumina l'oscurità del mondo e ci dà la forza per vivere e agire (cfr. 'Deus caritas est', 39)".

"Mossi dalla vostra sollecitudine pastorale e dallo spirito di piena comunione nell'annuncio del Vangelo, avete orientato la coscienza cristiana dei vostri fedeli su diversi aspetti della realtà davanti alla quale si trovano e che in alcune occasioni perturbano la vita ecclesiale e la fede dei semplici. Avete pure posto l'Eucaristia come tema centrale del vostro Piano di Pastorale, al fine di 'rivitalizzare la vita cristiana dal suo stesso cuore, poiché addentrandoci nel mistero eucaristico entriamo nel cuore di Dio' (n. 5).

"Fratelli nell'episcopato, vi esorto vivamente a mantenere e accrescere la vostra comunione fraterna, testimonianza ed esempio della comunione ecclesiale che deve regnare in tutto il popolo cristiano che vi è stato affidato. Prego per voi, prego per la Spagna. Vi chiedo che preghiate per me e per tutta la Chiesa. Invoco la Santissima Vergine Maria, tanto venerata nelle vostre terre, affinché vi protegga ed accompagni nel vostro ministero pastorale, allo stesso tempo vi imparto con grande affetto la Benedizione Apostolica".
PV-SPAGNA/MESSAGGIO VESCOVI/VALENCIA VIS 20060710 (420)

PREGHIERA DEL PAPA VITTIME INCIDENTE METRO VALENCIA


CITTA' DEL VATICANO, 8 LUG. 2006 (VIS). Questa mattina alle 9:30, il Santo Padre Benedetto XVI è partito dall'aeroporto romano di Fiumicino alla volta di Valencia (Spagna) dove è giunto alle ore 11:30, dando inizio al terzo Viaggio all'estero del Suo Pontificato e al Suo primo Viaggio Apostolico in Spagna, per presiedere la conclusione del V Incontro Mondiale delle Famiglie, sul tema: "La trasmissione della fede nella famiglia".

Al suo arrivo all'aeroporto di Valencia-Manises, i Re di Spagna, Don Juan Carlos e Donna Sofia, hanno dato il benvenuto al Santo Padre che subito dopo è stato salutato dal Presidente del Governo, Signor José Luis Rodríguez Zapatero e da altre Autorità civili ed ecclesiastiche, fra le quali, l'Arcivescovo di Valencia, Monsignor Agustín García-Gasco.

Il Papa ha ringraziato l'Arcivescovo, i Vescovi Ausiliari, e tutta l'Arcidiocesi levantina per la "calda accoglienza nell'ambito di questo Incontro Mondiale, che in questi giorni accompagna nel dolore le famiglie che piangono i loro cari, vittime di un tragico evento, e che si sente vicina anche ai feriti".

"Il mio desiderio" - ha detto il Papa - "è proporre il ruolo centrale, per la Chiesa e la società, che ha la famiglia fondata sul matrimonio. Questa è un'istituzione insostituibile secondo i piani di Dio, ed il cui valore fondamentale la Chiesa non può smettere di annunciare e promuovere, affinché sia vissuto sempre con senso di responsabilità e gioia".

Benedetto XVI ha ricordato inoltre che: "Il mio venerato Predecessore e gran amico della Spagna, il caro Giovanni Paolo II, convocò questo Incontro. (...) Profondamente unito a tutti i partecipanti, implorerò dal Signore, per intercessione della nostra Santissima Madre e dell'Apostolo San Giacomo, abbondanti grazie per le famiglie della Spagna e di tutto il mondo".

Al termine del suo primo discorso il Papa si è recato in autovettura panoramica alla stazione di Jesús dove ha pregato per le vittime dell'incidente della metropolitana, occorso lunedì scorso.

Poco dopo il Papa si è recato alla Cattedrale di Valencia dedicata alla Vergine dell'Assunzione, dove si è raccolto in preghiera davanti al Santissimo Sacramento e nella Cappella del Santo Calice, quindi ha firmato l'Albo d'onore ed ha consegnato una lettera autografa, indirizzata a tutti i Vescovi spagnoli, al Presidente della Conferenza Episcopale, Monsignor Ricardo Blázquez Pérez.

Secondo la tradizione il Santo Calice, custodito nell'omonima Cappella, è la stessa coppa utilizzata da Gesù nell'ultima Cena. In seguito il Santo Calice fu portato a Roma da San Pietro e conservato dai Papi fino a Sisto II, il quale, durante la persecuzione dell'imperatore Valeriano (secolo III), ordinò, al diacono San Lorenzo di portare in salvo il calice. San Lorenzo lo portò a Huesca, sua terra natale, poco prima del suo martirio, fra l'anno 258 e il 261. Il Calice rimase custodito a Huesca per 450 anni, fino all'invasione musulmana. Nell'anno 712, il Vescovo di Huesca lo trasferì nel Monastero di San Giovanni della Peña. Alcuni secoli dopo, nel 1437, il Re Alfonso V il Magnanimo lo consegnò alla Cattedrale di Valencia. Nel 1982 Giovanni Paolo II, in visita alla Cattedrale di Valencia, celebrò la Santa Messa, con il Sacro Calice, e durante la quale ordinò il maggior numero di sacerdoti del suo Pontificato.

Successivamente Benedetto XVI si è recato alla Basilica della "Virgen de los Desamparados" (Nostra Signora degli Abbandonati), Patrona di Valencia. La Basilica fu edificata fra il 1652 e il 1667. Nel 1961 il Beato Giovanni XXIII proclamò la Virgen de los Desamparados Patrona Principale di tutta la Regione Valenziana. Nella Cattedrale il Papa si è raccolto, insieme ai familiari delle vittime, per pregare nuovamente per tutti coloro che hanno perso la vita nell'incidente della metropolitana.

"Davanti alla Virgen de los Desamparados" - ha detto Benedetto XVI - "chiediamo che sia di consolazione per tutte le famiglie che hanno sofferto le conseguenze dell'incidente, che ha gettato nel dolore e nel lutto i figli di questa città. Con il cuore rivolto alla misericordia divina, recitiamo tutti insieme un Padre Nostro in suffragio di quanti sono ora in presenza di Dio".

Conclusasi la breve cerimonia, il Papa ha lasciato la Basilica e prima di recitare l'Angelus nella Plaza de la Virgen, ha rivolto alcune parole ai seminaristi e ai loro familiari.

"L'amore, consegna e fedeltà dei genitori, così come la concordia nella famiglia, è l'ambiente propizio affinché si ascolti la chiamata divina e si accolga il dono della vocazione" - ha detto il Papa - "Vivete intensamente gli anni di preparazione nel Seminario, con l'aiuto ed il discernimento dei formatori, e con la docilità e fiducia totale degli Apostoli che seguirono prontamente Gesù. Imparate dalla Vergine Maria come si accoglie senza riserve questa chiamata, con gioia e generosità".

Infine il Santo Padre, esprimendosi in valenziano, si è rivolto alla Vergine de los Desamparados, con queste parole: "Davant della Cheperudeta vullc dirli: Ampareumos nit i giorno in totel essi necessitats, puix che sou, Verge María, Mare dels Desamparats" (Davanti alla "Gobbina" voglio dirle: "Proteggeteci notte e giorno in tutte le necessità, poiché siete, Vergine Maria, Madre degli Abbandonati".

Al termine Benedetto XVI è rientrato al Palazzo Arcivescovile di Valencia, sua residenza ufficiale nei due giorni di visita in Spagna.
PV-SPAGNA/ARRIVO:CATTEDRALE:BASILICA/VALENCIA VIS 20060710 (820)

ALLEANZA MATRIMONIALE GRANDE BENE PER TUTTA L'UMANITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 9 LUG. 2006 (VIS). Al termine della Celebrazione Eucaristica per le Famiglie, il Papa ha lasciato in autovettura panoramica la Città delle Arti e delle Scienze diretto all'aeroporto di Valencia-Manises, dove ha avuto luogo la Cerimonia di congedo. Nel tragitto di dieci chilometri verso l'aeroporto, migliaia di persone assiepate ai bordi della strada, hanno potuto salutare il Santo Padre.

Dopo il saluto del Re di Spagna, Sua Maestà Juan Carlos de Borbón y Borbón, il Papa Benedetto XVI ha ringraziato tutti per "la gentile ospitalità" dispensata e per "le dimostrazioni di affetto" in tutti i momenti della sua visita.

Il Santo Padre ha detto quindi: "Confido che, con l'aiuto dell'Altissimo e la materna protezione della Vergine Maria, questo Incontro continui a risuonare come un canto gioioso dell'amore, della vita e della fede condivisa nelle famiglie, aiutando il mondo di oggi a comprendere che l'alleanza matrimoniale, per la quale l'uomo e la donna stabiliscono un vincolo permanente, è un grande bene per tutta l'umanità".

Parimenti il Papa ha espresso la sua gratitudine alle migliaia di pellegrini convenuti da tutti i continenti del mondo che hanno partecipato alle celebrazioni del suo Viaggio Apostolico in Spagna ed ha detto loro: "Vi porto nel mio cuore. I miei sentimenti si uniscono alla mia preghiera affinché l'Onnipotente vi benedica oggi e sempre".

L'aereo papale è partito alle 13:00 ed è atterrato all'aeroporto di Roma-Ciampino alle 15:00, da dove il Papa ha raggiunto in elicottero la Città del Vaticano.
PV-SPAGNA/CONGEDO/VALENCIA VIS 20060710 (260)

MATERNITÀ E PATERNITÀ RIFLETTONO L'AMORE DI DIO PADRE


CITTA' DEL VATICANO, 9 LUG. 2006 (VIS). Alle ore 9:30 di questa mattina, il Papa ha presieduto la Celebrazione Eucaristica del V Incontro Mondiale delle Famiglie nella Città delle Arti e delle Scienze di Valencia, con la partecipazione di più di un milione e mezzo di persone. Nel corso della Messa il Papa ha usato il Santo Calice.

Nell'omelia, ringraziando il Signore per "la moltitudine giubilante" riunita a Valencia e anche per le tante altre persone che, da terre lontane, hanno seguivano la celebrazione attraverso la radio e la televisione, Benedetto XVI ha ricordato che nelle letture della Santa Messa: "La famiglia si mostra (...) come una comunità di generazioni e garante di un patrimonio di tradizioni".

"Tutti abbiamo ricevuto da altri la vita e le verità basilari di essa" - ha detto il Santo Padre - "e siamo chiamati a raggiungere la perfezione in relazione e comunione amorosa con gli altri. La famiglia, fondata nel matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, esprime questa dimensione relazionale, filiale e comunitaria, ed è l'ambito dove l'uomo può nascere con dignità, crescere e svilupparsi in modo integrale".

"Quando un bambino nasce, attraverso la relazione coi suoi genitori incomincia a fare parte di una tradizione familiare che ha radici ancora più antiche. Col dono della vita riceve tutto un patrimonio di esperienza. (...) I figli crescono e maturano umanamente nella misura in cui accolgono con fiducia quel patrimonio e quell'educazione che continuano ad assumere progressivamente. In questo modo sono capaci di elaborare una sintesi personale tra ciò che hanno ricevuto e quello che imparano, e che ognuno e ogni generazione è chiamata a realizzare".

"Nell'origine di ogni uomo e, pertanto, in ogni paternità e maternità umana è presente Dio Creatore. Per questo motivo i coniugi devono accogliere il bambino che nasce come figlio non solo loro, ma anche di Dio che lo ama per quello che è e lo chiama alla filiazione divina. (...) La memoria di questo Padre illumina l'identità più profonda degli uomini: da dove veniamo, chi siamo e quanto grande è la nostra dignità. Veniamo certamente dai nostri genitori e siamo loro figli, ma veniamo anche da Dio che ci ha creati a sua immagine e ci ha chiamati ad essere suoi figli. Per questo motivo nell'origine di ogni essere umano non esiste il caso o la fatalità, bensì un progetto dell'amore di Dio. È quello che ci ha rivelato Gesù Cristo, vero Figlio di Dio e uomo perfetto. Egli conosceva da dove veniva e da dove veniamo tutti: dall'amore di suo Padre e nostro Padre".

"La fede non è, dunque, una mera eredità culturale" - ha sottolineato il Pontefice - "bensì un'azione continua della grazia di Dio che chiama, come anche della libertà umana che può aderire oppure non aderire a quella chiamata. Benché nessuno risponda per un altro, tuttavia i genitori cristiani sono chiamati a dare un'attestazione credibile della loro fede e speranza cristiana. (...) In questo modo, con la testimonianza costante dell'amore coniugale dei genitori, vissuto ed impregnato di fede, e con il sostegno affettuoso della comunità cristiana, si favorirà nei figli un approccio personale al dono stesso della fede, affinché scoprano attraverso di essa il senso profondo della propria esistenza e si sentano perciò riconoscenti".

"Nella cultura attuale si esalta molto spesso la libertà dell'individuo inteso come soggetto autonomo, come se egli si facesse da solo e bastasse a sé stesso, al di fuori della sua relazione con gli altri come anche della sua responsabilità nei confronti degli altri".

"La Chiesa non cessa di ricordare che la vera libertà dell'essere umano proviene dall'essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. Perciò, l'educazione cristiana è educazione alla libertà e per la libertà. 'Noi facciamo il bene non come schiavi che non sono liberi di fare diversamente, ma lo facciamo perché portiamo personalmente la responsabilità per il mondo; perché amiamo la verità e il bene, perché amiamo Dio stesso e quindi anche le sue creature'".

"L'affetto con il quale i nostri genitori ci accolsero ed accompagnarono nei primi passi in questo mondo" - ha proseguito il Pontefice - "è come un segno e prolungamento sacramentale dell'amore benevolo di Dio dal quale veniamo. L'esperienza di essere accolti ed amati da Dio e dai nostri genitori è il fondamento solido che favorisce sempre la crescita e lo sviluppo autentico dell'uomo e che tanto ci aiuta a maturare durante il cammino verso la verità e l'amore, come anche ad uscire da noi stessi per entrare in comunione con gli altri e con Dio".

"Per avanzare in questo cammino di maturità umana, la Chiesa ci insegna a rispettare e promuovere la meravigliosa realtà del matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna che è, inoltre, l'origine della famiglia. Per questo, riconoscere e aiutare questa istituzione è uno dei più importanti servizi che si possono rendere oggi al bene comune e allo sviluppo autentico degli uomini e delle società, così come la migliore garanzia per assicurare la dignità, l'uguaglianza e la vera libertà della persona umana".

"La famiglia cristiana" - ha concluso il Santo Padre - "è chiamata, dunque, a perseguire gli obiettivi indicati non come qualcosa imposto dall'esterno, bensì come un dono della grazia del sacramento del matrimonio infusa negli sposi. Se questi rimangono aperti allo Spirito e chiedono il suo aiuto, egli non cesserà di comunicare loro l'amore di Dio Padre manifestato e incarnato in Cristo. La presenza dello Spirito aiuterà i coniugi a non perdere di vista la fonte e la dimensione del loro amore e della loro reciproca donazione, come anche a collaborare con lui per riverberarlo e incarnarlo in tutte le dimensioni della loro vita. Lo Spirito susciterà al tempo stesso in loro l'anelito dell'incontro definitivo con Cristo nella casa di suo Padre e nostro Padre. Questo è il messaggio di speranza che da Valencia voglio lanciare a tutte le famiglie del mondo. Amen".

Al termine della Messa e prima della recita dell'Angelus, il Papa ha ringraziato per il lavoro svolto da tutti coloro che hanno reso possibile l'Incontro di Valencia ed ha annunciato che il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie si svolgerà nel 2009 a Città del Messico (Messico).
PV-SPAGNA/MESSA/... VIS 20060710 (1000)

LA FAMIGLIA FONDAMENTO INDISPENSABILE PER LA SOCIETÀ


CITTA' DEL VATICANO, 8 LUG. 2006 (VIS). Alle ore 17.15 il Santo Padre si è recato in visita di cortesia ai Reali di Spagna - le loro Maestà il Re Juan Carlos de Borbón y Borbón e la Regina Sofia - al Palazzo della Generalitat, sede istituzionale del Presidente della Regione autonoma di Valencia.

Lasciato il Palazzo della Generalitat, il Papa ha raggiunto in auto all'Arcivescovado dove, alle ore 18.30, ha avuto luogo l'incontro con il Presidente del Governo di Spagna, il Signor José Luis Rodríguez Zapatero.

Alle ore 20.30, Benedetto XVI si è trasferito in auto alla Città delle Arti e delle Scienze, un moderno complesso di edifici al centro della città, per la conclusione dell'Incontro Festivo e Testimoniale delle Famiglie, con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone.

Dopo la sfilata dei partecipanti con le bandiere dei rispettivi Paesi e l'omaggio floreale alla "Virgen de los Desamparados" e all'Icona della Sacra Famiglia, introdotto da un indirizzo d'omaggio del Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e le testimonianze di alcune famiglie provenienti da tutti i continenti, il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato un discorso.

"La famiglia è un'istituzione intermedia tra l'individuo e la società" - ha affermato Benedetto XVI - "e niente può supplirla totalmente. Essa stessa si fonda soprattutto su una profonda relazione interpersonale tra il marito e la moglie, sostenuta dall'affetto e dalla mutua comprensione. Per ciò riceve l'abbondante aiuto di Dio nel sacramento del matrimonio che comporta una vera vocazione alla santità".

"Possano" - ha detto il Papa - "i figli sperimentare più i momenti di armonia e di affetto dei genitori che non quelli di discordia o indifferenza, perché l'amore tra il padre e la madre offre ai figli una grande sicurezza ed insegna loro la bellezza dell'amore fedele e duraturo".

Benedetto XVI ha sottolineato che: "La famiglia è un bene necessario per i popoli, un fondamento indispensabile per la società ed un grande tesoro degli sposi durante tutta la loro vita. È un bene insostituibile per i figli che devono essere frutto dell'amore, della donazione totale e generosa dei genitori. Proclamare la verità integrale della famiglia, fondata nel matrimonio come 'Chiesa domestica e santuario della vita', è una grande responsabilità di tutti".

Di fronte agli ostacoli che le famiglie, isolate dal resto dei propri familiari ed amici, vivono, il Papa ha affermato che: "La comunità ecclesiale ha la responsabilità di offrire sostegno, stimolo e alimento spirituale che fortifichi la coesione familiare, soprattutto nelle prove o nei momenti critici. In questo senso, è molto importante il ruolo delle parrocchie, così come delle diverse associazioni ecclesiali, chiamate a collaborare come strutture di appoggio e mano vicina della Chiesa per la crescita della famiglia nella fede".

Riguardo alla trasmissione delle fede, tema di questo V Incontro Mondiale, il Papa ha affermato: "Trasmettere la fede ai figli, con l'aiuto di altre persone e istituzioni come la parrocchia, la scuola o le associazioni cattoliche, è una responsabilità che i genitori non possono dimenticare, trascurare o delegare totalmente. (...) Il linguaggio della fede si impara nel focolare domestico dove questa fede cresce e si fortifica attraverso la preghiera e la pratica cristiana".

"Questo incontro" - ha proseguito il Pontefice - "dà nuovo vigore per continuare ad annunciare il Vangelo della famiglia, riaffermare la sua validità ed identità basata nel matrimonio aperto al dono generoso della vita, e dove si accompagna ai figli nella sua crescita fisica e spirituale. In questo modo si rifiuta un edonismo molto impregnato che banalizza le relazioni umane e le svuota del loro genuino valore e della loro bellezza. Promuovere i valori del matrimonio non ostacola la gioia piena che l'uomo e la donna trovano nel loro mutuo amore. La fede e l'etica cristiana, dunque, non pretendono di soffocare l'amore, bensì renderlo più sano, forte e realmente libero".

Il Papa ha invitato "i governanti e i legislatori a riflettere sul bene evidente che i focolari domestici in pace e in armonia assicurano all'uomo, alla famiglia, centro nevralgico della società, assicurano le case che vivono nella pace, nell'armonia, come ricorda la Santa Sede nella 'Lettera dei Diritti della Famiglia'. L'oggetto delle leggi è il bene integrale dell'uomo, la risposta alle sue necessità e aspirazioni. Questo è un notevole aiuto alla società, del quale non può privarsi, e per i popoli è una salvaguardia e una purificazione. Inoltre, la famiglia è una scuola di umanesimo, affinché cresca fino a diventare veramente uomo. In questo senso, l'esperienza di essere amati dai genitori porta i figli ad avere coscienza della loro dignità di figli".

"La creatura concepita deve essere educata nella fede, amata e protetta. I figli, insieme al fondamentale diritto a nascere e essere educati nella fede, hanno pure diritto ad una casa che abbia come modello quello di Nazaret e siano preservati da tutte le insidie e le minacce".

Infine Papa Benedetto XVI ha posto in evidenza l'importanza dei nonni nelle famiglie ed ha detto: "Essi possono essere -e sono tante volte - i garanti dell'affetto e della tenerezza che ogni essere umano ha bisogno di dare e di ricevere. Essi offrono ai piccoli la prospettiva del tempo, sono memoria e ricchezza delle famiglie. Mai per nessuna ragione siano esclusi dall'ambito familiare. Sono un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni, soprattutto quando danno testimonianza di fede all'avvicinarsi della morte".

Al termine dell'Incontro, il Santo Padre ha fatto ritorno al Palazzo Arcivescovile di Valencia, che lo ospita.
PV-SPAGNA/INCONTRO FAMIGLIE/VALENCIA VIS 20060710 (910)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 10 LUG. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Padre Gianfranco Gardin, O.F.M.Conv., Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, elevandolo in parti tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto, finora Direttore Generale del "Messaggero di Sant'Antonio", è nato a San Polo di Piave (Treviso) nel 1944, ha fatto la professione perpetua nell'Ordine dei Francescani Conventuali nel 1965 ed è stato ordinato sacerdote nel 1970.

- Ha accolto la rinuncia presentata per raggiunti limiti d'età dall'Arcivescovo Piergiorgio Silvano Nesti, C.P., all'incarico di Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Sabato 8 luglio è stato reso noto che il Santo Padre ha nominato:

- Membri del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica: il Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, l'Arcivescovo Raymond Leo Burke, di Saint Louis (Stati Uniti d'America) e l'Arcivescovo Lluís Martínez Sistach, di Barcelona (Spagna).

- Il Sacerdote Rafael Escudero López-Brea, Vescovo Coadiutore della Prelatura Territoriale di Moyabamba (superficie: 45.387; popolazione: 699.532; cattolici: 589.986; sacerdoti: 37; religiosi: 88), Perù. Il Vescovo eletto, finora Vicario Generale della medesima Prelatura e Parroco della Cattedrale di Moyobamba (Perù), è nato nel 1962 a Quintanar de la Orden (Spagna), ed è stato ordinato sacerdote nel 1989.

- Il Reverendo George Nkuo, Vescovo di Kumbo (superficie: 8.000; popolazione: 734.052; cattolici: 141.970; sacerdoti: 64; religiosi: 115), Camerun. Il Vescovo eletto, finora Segretario Diocesano per l'Educazione Cattolica, è nato nel 1953 a Njiniikom (Camerun) ed è stato ordinato sacerdote nel 1981.
NA:RE:NEC:NER/.../... VIS 20060710 (270)

TELEGRAMMA CORDOGLIO VITTIME DISASTRO AEREO IRKUTSK


CITTA' DEL VATICANO, 9 LUG. 2006 (VIS). Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha fatto pervenire, a nome del Santo Padre Benedetto XVI, un telegramma di cordoglio alle competenti Autorità civili e religiose, per le vittime del disastro aereo occorso nella notte di sabato nella località siberiana di Irkutsk, nel quale hanno perso la vita più di 130 persone. Di seguito ne riportiamo il testo:

"Profondamente rattristato per la grave sciagura aerea accaduta in Irkutsk con la tragica morte di numerose persone, fra cui tanti bambini, il Santo Padre esprime la sua spirituale vicinanza alle famiglie colpite da questo luttuoso evento e, mentre eleva al Signore della vita fervide preghiere di suffragio per l'eterno riposo delle anime dei defunti, invoca la consolazione dal cielo per quanti piangono la perdita dei loro cari. Il Sommo Pontefice, mentre formula vivi auspici per la pronta guarigione dei feriti superstiti del drammatico incidente, porge sentite condoglianze ai parenti delle vittime sui quali, insegno della Sua partecipazione al loro dolore, invoca le confortatrici Benedizioni di Dio".
TGR/INCIDENTE IRKUTSK/SODANO VIS 20060710 (180)
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