Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

giovedì 12 febbraio 2009

FEDE, SPERANZA E CARITÀ DONI DI DIO AI BATTEZZATI

CITTA' DEL VATICANO, 11 FEB. 2009 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sui grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del medioevo per l'Udienza Generale del Mercoledì, soffermandosi oggi su San Giovanni Climaco, nato verso il 575 e morto dopo il 650.

  "Tra le montagne del Sinai" - ha detto il Papa - "ove Mosè incontrò Dio ed Elia ne udì la voce, Giovanni visse e raccontò le sue esperienze spirituali. (...) Verso i vent'anni, scelse di vivere da eremita in una grotta ai piedi del monte, in località di Tola, a otto kilometri dall'attuale monastero di Santa Caterina. (...) Dopo quarant'anni di vita eremitica vissuta nell'amore per Dio e per il prossimo, anni durante i quali pianse, pregò, lottò contro i demoni, fu nominato igumeno del grande monastero del monte Sinai e ritornò così alla vita cenobitica, in monastero".

  San Giovanni Climaco "divenne famoso, per l'opera la Scala (klímax), (...) trattato completo di vita spirituale, in cui Giovanni descrive il cammino del monaco dalla rinuncia al mondo fino alla perfezione dell'amore. E' un cammino che - secondo questo libro - si sviluppa attraverso trenta gradini, ognuno dei quali è collegato col successivo".

  "Il cammino" - ha proseguito il Pontefice - "può essere sintetizzato in tre fasi successive: la prima si esprime nella rottura col mondo al fine di ritornare allo stato dell'infanzia evangelica. L'essenziale quindi non è la rottura, ma il collegamento con quanto Gesù ha detto, il ritornare cioè alla vera infanzia in senso spirituale, il diventare come i bambini".

  "La seconda fase del cammino è costituita dal combattimento spirituale contro le passioni. (...) Secondo Giovanni Climaco è importante prendere coscienza che le passioni non sono cattive in sé; lo diventano per l'uso cattivo che ne fa la libertà dell'uomo. Se purificate, le passioni schiudono all'uomo la via verso Dio con energie unificate dall'ascesi e dalla grazia".

  "L'ultima fase del cammino" - ha affermato il Pontefice - "è la perfezione cristiana, che si sviluppa negli ultimi sette gradini della Scala. (...) Dei primi tre - semplicità, umiltà e discernimento - Giovanni, in linea coi Padri del deserto, ritiene più importante l'ultimo, cioè la capacità di discernere. (...) Qui si entra nel vivo della persona e si tratta di risvegliare nell'eremita, nel cristiano, la sensibilità spirituale e il 'senso del cuore', doni di Dio: "Come guida e regola in ogni cosa, dopo Dio, dobbiamo seguire la nostra coscienza" (26/1,5;1013). In questo modo si raggiunge la quiete dell'anima, l'esichía, grazie alla quale l'anima può affacciarsi sull'abisso dei misteri divini. Lo stato di quiete, di pace interiore, prepara l'esicasta alla preghiera, che in Giovanni è duplice: la 'preghiera corporea' e la 'preghiera del cuore'".

  "L'ultimo gradino della scala (...) è dedicato alla suprema "trinità delle virtù": la fede, la speranza e soprattutto la carità. Della carità, Giovanni parla anche come éros (amore umano), figura dell'unione matrimoniale dell'anima con Dio. (...) Giovanni è convinto che un'intensa esperienza di questo éros faccia avanzare l'anima assai più che la dura lotta contro le passioni, perché grande è la sua potenza".

  "A questo punto, s'impone un'ultima domanda: la Scala, opera scritta da un monaco eremita vissuto millequattrocento anni fa, può ancora dire qualcosa a noi oggi?" - si è interrogato il Pontefice - "L'itinerario esistenziale di un uomo che è vissuto sempre sulla montagna del Sinai in un tempo tanto lontano può essere di qualche attualità per noi? In un primo momento sembrerebbe che la risposta debba essere 'no', perché Giovanni Climaco è troppo lontano da noi. Ma se osserviamo un po' più da vicino, vediamo che quella vita monastica è solo un grande simbolo della vita battesimale, della vita da cristiano".

  "E' per me particolarmente importante il fatto che il vertice della 'scala', gli ultimi gradini siano nello stesso tempo le virtù fondamentali, iniziali, più semplici: la fede, la speranza e la carità. Non sono virtù accessibili solo a eroi morali, ma sono dono di Dio a tutti i battezzati: in esse cresce anche la nostra vita".

  "Fondamentale è la fede" - ha ribadito Benedetto XVI - "perché tale virtù implica che io rinunci alla mia arroganza, al mio pensiero; alla pretesa di giudicare da solo, senza affidarmi ad altri. (...) Occorre invece affidarsi solo alla Sacra Scrittura, alla Parola del Signore, affacciarsi con umiltà all'orizzonte della fede, per entrare così nella vastità enorme del mondo universale, del mondo di Dio".

  "Giustamente dice Giovanni Climaco che solo la speranza ci rende capaci di vivere la carità. La speranza nella quale trascendiamo le cose di ogni giorno, non aspettiamo il successo nei nostri giorni terreni, ma aspettiamo alla fine la rivelazione di Dio stesso. Solo in questa estensione della nostra anima, in questa autotrascendenza, la vita nostra diventa grande e possiamo sopportare le fatiche e le delusioni di ogni giorno, possiamo essere buoni con gli altri senza aspettarci ricompensa. Solo se c'è Dio" -ha concluso il Pontefice - "questa speranza grande alla quale tendo, posso ogni giorno fare i piccoli passi della mia vita e così imparare la carità. Nella carità si nasconde il mistero della preghiera, della conoscenza personale di Gesù: una preghiera semplice, che tende soltanto a toccare il cuore del divino Maestro".
AG/.../SAN GIOVANNI CLIMACO                       VIS 20090212 (880)


CRISTO È LA RISPOSTA ALL'ENIGMA DEL DOLORE E DELLA MORTE

CITTA' DEL VATICANO, 11 FEB. 2009 (VIS). Alle 16:30 di questo pomeriggio, Memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes e XVII Giornata Mondiale del Malato, il Cardinale Javier Lozano Barragán, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha celebrato nella Basilica Vaticana la Santa Messa per gli Ammalati dell'UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e ai Santuari Internazionale) ed i pellegrini dell'Opera Romana Pellegrinaggi.

  Al termine della Celebrazione Eucaristica il Santo Padre è giunto nella Basilica Vaticana per benedire i malati e rivolgere loro un Discorso.

  "Questa Giornata" - ha detto il Papa - "invita a far sentire con maggiore intensità ai malati la vicinanza spirituale della Chiesa, la quale, (...), è famiglia di Dio nel mondo, all'interno della quale nessuno deve soffrire per mancanza del necessario. Al tempo stesso, quest'oggi ci è data l'opportunità di riflettere sull'esperienza della malattia, del dolore, e più in generale sul senso della vita da realizzare pienamente anche quando è sofferente ".

  Ricordando che la Giornata Mondiale del Malato è dedicata quest'anno ai bambini malati, il Santo Padre si è chiesto: "Se già si resta senza parole davanti a un adulto che soffre, che dire quando il male colpisce un piccolo innocente? Come percepire anche in situazioni così difficili l'amore misericordioso di Dio, che mai abbandona i suoi figli nella prova?".

  "Sono frequenti e talora inquietanti tali interrogativi, che in verità sul piano semplicemente umano non trovano adeguate risposte, poiché il dolore, la malattia e la morte restano, nel loro significato, insondabili per la nostra mente. Ci viene però in aiuto la luce della fede".

  "La Parola di Dio ci svela che anche questi mali sono misteriosamente 'abbracciati' dal disegno divino di salvezza; la fede ci aiuta a ritenere la vita umana bella e degna di essere vissuta in pienezza pur quando è fiaccata dal male".

  "Dio ha creato l'uomo per la felicità e per la vita, mentre la malattia e la morte sono entrate nel mondo come conseguenza del peccato. Ma il Signore non ci ha abbandonati a noi stessi; Lui, il Padre della vita, è il medico per eccellenza dell'uomo e non cessa di chinarsi amorevolmente sull'umanità sofferente".

  "Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto sempre più che la vita dell'uomo non è un bene disponibile, ma un prezioso scrigno da custodire e curare con ogni attenzione possibile, dal momento del suo inizio fino al suo ultimo e naturale compimento. La vita è mistero che di per se stesso chiede responsabilità, amore, pazienza, carità, da parte di tutti e di ciascuno. Ancor  più è necessario circondare di premure e rispetto chi è ammalato e sofferente. Questo non è sempre facile; sappiamo però dove poter attingere il coraggio e la pazienza per affrontare le vicissitudini dell'esistenza terrena, in particolare le malattie e ogni genere di sofferenza".

  "Per noi cristiani è in Cristo che si trova la risposta all'enigma del dolore e della morte e risurrezione. (...) E' dunque alla 'scuola' del Cristo eucaristico che ci è dato di imparare ad amare la vita sempre e ad accettare la nostra apparente impotenza davanti alla malattia e alla morte. (...) La luce che viene 'dall'Alto' ci aiuti a comprendere e a dare senso e valore anche all'esperienza del soffrire e del morire".
AC/MESSA GIORNATA MALATO/...                       VIS 20090212 (560)


BENEDETTO XVI ELOGIA RICONCILIAZIONE AUSTRALIA

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in Vaticano il Signor Timothy Andrew Fischer, nuovo Ambasciatore d'Australia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.  Il Papa ha espresso al Diplomatico il suo profondo dolore per gli incendi che hanno devastato la regione di Victoria e lo ha pregato di trasmettere "il suo sentito cordoglio alle famiglie delle vittime".

  Il Pontefice ha segnalato che Fischer è il primo Ambasciatore residente dell'Australia presso la Santa Sede, un fatto che inaugura "una nuova fase" nelle relazioni diplomatiche fra i due Stati ed ha affermato: "L'impegno della Chiesa con la società civile è ancorato nella convinzione che il progresso umano - degli individui e delle comunità - dipende dal riconoscimento della vocazione soprannaturale propria di ogni persona. E' da Dio che gli uomini e le donne ricevono la propria essenziale dignità e la capacità di cercare la verità e la bontà. Da questa ampia prospettiva possiamo opporci alle tendenze al pragmatismo e al consequenzialismo, così prevalenti oggi, che si impegnano solo con i sintomi e gli effetti dei conflitti, la frammentazione sociale, l'ambiguità morale, piuttosto che con le loro radici".

  Nel ricordare la Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata a Sydney nel luglio scorso, il Papa ha commentato che ogni Giornata è "un evento spirituale: un momento in cui i giovani, fra i quali non tutti sono strettamente legati alla Chiesa, incontrano Dio in un'intensa esperienza di preghiera, di apprendimento e di ascolto". Il Santo Padre ha auspicato che le giovani generazioni "convoglino il loro entusiasmo verso tutto ciò che è vero e buono nel forgiare amicizie, oltre le divisioni, e creando luoghi di fede viva nel e per il nostro mondo".

  "La diversità culturale" - ha proseguito il Pontefice - "è fonte di grande ricchezza nel tessuto sociale dell'Australia oggi. Per decenni quel tessuto è stato macchiato dalle ingiustizie così dolorosamente sopportate dai Popoli indigeni. Le scuse offerte l'anno scorso dal Primo Ministro Rudd, hanno determinato un profondo cambiamento. Ora, rinnovati nello spirito di riconciliazione, gli organismi governativi e gli anziani aborigeni possono affrontare con risolutezza e compassione le innumerevoli sfide che gli si presentano".

  Benedetto XVI ha elogiato la partecipazione australiana agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e le "numerose associazioni e iniziative regionali per rafforzare il Trattato di Non Proliferazione Nucleare", come pure la pronta risposta del Paese "ad una crescente varietà di esigenze in un modo responsabile ed innovativo, quali i cambiamenti climatici che minacciano il creato. Forse più che mai prima nella nostra storia umana occorre riflettere e rispettare il fondamentale rapporto fra il Creatore, la Creazione e la Creatura".

  Facendo riferimento al Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, centrato sulla "necessità di un approccio etico alla creazione di alleanze positive fra mercati, società civile e Stati", il Santo Padre ha notato con interesse "la determinazione del Governo Australiano a instaurare rapporti di cooperazione basati sui valori della giustizia, del buon governo, e sul senso di una vicinanza regionale (...). L'etica rende imperativa una risposta compassionevole e generosa alla povertà; rende urgente il sacrificio di interessi protezionisti per una giusta accessibilità di paesi poveri ai mercati sviluppati e rende ragionevole l'insistenza delle nazioni donatrici sull'affidabilità e trasparenza nell'uso degli aiuti finanziati da parte dei paesi destinatari".

  Infine il Papa ha menzionato l'opera della Chiesa nel settore sanitario che in Australia si preoccupa soprattutto della "assistenza medica alle famiglie, e delle cure ostetriche di alta qualità alle donne. Che ironia, tuttavia, che alcuni gruppi, attraverso programmi di aiuto, promuovano l'aborto come forma di cura 'della maternità: prendere una vita, di proposito, per migliorare la qualità della vita".
CD/CREDENZIALI/AUSTRALIA:FISHER                   VIS 20090212 (610)


NEGAZIONE OLOCAUSTO INTOLLERABILE INACCETTABILE

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i Membri della "Conferenza dei Presidenti delle principali Organizzazioni Ebraiche Americane".

 Nel ricordare la sua prima visita ad una Sinagoga - a Colonia - all'inizio del suo Pontificato, nell'agosto 2005, e al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, nel maggio 2006, il Papa ha detto: "Mentre varcavo la soglia di quel luogo degli orrori, scenario di sofferenze inenarrabili, ho meditato sull'innumerevole numero di prigionieri, tanti di loro ebrei, che avevano percorso lo stesso cammino nella prigionia di Auschwitz e in tutti gli altri campi di sterminio".

  "Come possiamo noi cominciare a comprendere l'enormità di ciò che avvenne in quelle infami prigioni? L'intera razza umana prova una profonda vergogna per la selvaggia brutalità dimostrata al vostro popolo in quel tempo".

  Nel sottolineare che l'incontro di oggi si svolge nel contesto della visita in Italia e dell'annuale "Leadership Mission to Israel", Benedetto XVI ha detto: "Anch'io sto preparando una visita in Israele, una terra santa per i cristiani e per gli ebrei, poiché le radici della nostra fede si trovano lì".

  Il Santo Padre ha affermato che: "La Chiesa è profondamente e irrevocabilmente impegnata a rifiutare l'antisemitismo e a continuare a costruire rapporti buoni e duraturi fra le due nostre comunità. Se esiste una particolare immagine che racchiude tale impegno, è il momento in cui il mio amato predecessore Papa Giovanni Paolo II davanti al Muro del Pianto invocò il perdono di Dio dopo tutte le ingiustizie che il popolo ebraico aveva dovuto soffrire".

  "L'odio e il disprezzo verso gli uomini, le donne e i bambini che si espresse nella 'Shoah' è stato un crimine contro Dio e contro l'umanità. (...) E' fuori questione che ogni negazione o minimizzazione di questo terribile crimine è intollerabile e totalmente inaccettabile".

  "Questo terribile capitolo della nostra storia" - ha sottolineato il Pontefice - "non si dovrà mai dimenticare. Ricordare - si dice giustamente - è 'memoria futuri', un avvertimento per il futuro, ed una convocazione ad adoperarsi per la riconciliazione. Ricordare significa fare tutto ciò che è in nostro potere per impedire che si ripeta una tale catastrofe nella famiglia umana costruendo ponti di amicizia duratura".

  "La mia fervente preghiera" - ha concluso Benedetto XVI - "è che la memoria di questo orribile crimine rafforzi la nostra determinazione a guarire le ferite che per troppo tempo hanno offuscato i rapporti fra cristiani ed ebrei. Desidero di tutto cuore che la nostra amicizia si rafforzi ancora di più, così che l'irrevocabile impegno della Chiesa a mantenere relazioni rispettose ed armoniche con il popolo dell'Alleanza porti abbondanti frutti".
AC/.../ORGANIZZAZIONI EBRAICHE                               VIS 20090212 (440)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate tre Presuli della Conferenza Episcopale di Nigeria in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Vincent Valentine Egwuchukwu Ezeonyia, C.S.S.P., di Aba.

    - Il Vescovo Solomon Amanchukwu Amatu, di Okigwe, con il Vescovo emerito Anthony Ekezia Ilonu.
AL/.../...                                         VIS 20090212 (50)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Medan (Indonesia), presentata dall'Arcivescovo Alfred Gonti Pius Datubara O.F.M.Cap., per raggiunti limiti d'età. Gli succede l'Arcivescovo Anicetus Bongsu Antonius Sinaga, O.F.M.Cap., Coadiutore della medesima Arcidiocesi.

- Ha nominato il Vescovo Philip Naameh, finora Vescovo di Damongo (Ghana), Arcivescovo Metropolita di Tamale (superficie: 7.383; popolazione: 751.000; cattolici: 18.450; sacerdoti: 42; religiosi: 118), Ghana.

- Ha nominato il Vescovo Juan Navarro Castellanos, finora Ausiliare di Acapulco (Messico), Vescovo di Tuxpan (superficie: 19.000; popolazione. 2.020.000; cattolici: 1.300.000; sacerdoti: 95; religiosi: 14; diaconi permanenti: 3), Messico.

  Mercoledì 11 febbraio, il Santo Padre ha nominato il Reverendo Tarcísio Nascentes dos Santos, Vescovo della Diocesi di Divinópolis (superficie: 8.824, popolazione: 729.604; cattolici: 623.189; sacerdoti: 96; religiosi: 132), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1954 a Niterói (Brasile) ed è stato ordinato sacerdote nel 1978. Finora Parroco della Parrocchia di "Nossa Senhora de Fátima" a São Gonçalo nell'Arcidiocesi di Niterói (Brasile), succede al Vescovo José Belvino do Nascimento, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.
RE:NER/.../...                                       VIS 20090212 (190)


Copyright © VIS - Vatican Information Service