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giovedì 12 febbraio 2009

NEGAZIONE OLOCAUSTO INTOLLERABILE INACCETTABILE

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i Membri della "Conferenza dei Presidenti delle principali Organizzazioni Ebraiche Americane".

 Nel ricordare la sua prima visita ad una Sinagoga - a Colonia - all'inizio del suo Pontificato, nell'agosto 2005, e al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, nel maggio 2006, il Papa ha detto: "Mentre varcavo la soglia di quel luogo degli orrori, scenario di sofferenze inenarrabili, ho meditato sull'innumerevole numero di prigionieri, tanti di loro ebrei, che avevano percorso lo stesso cammino nella prigionia di Auschwitz e in tutti gli altri campi di sterminio".

  "Come possiamo noi cominciare a comprendere l'enormità di ciò che avvenne in quelle infami prigioni? L'intera razza umana prova una profonda vergogna per la selvaggia brutalità dimostrata al vostro popolo in quel tempo".

  Nel sottolineare che l'incontro di oggi si svolge nel contesto della visita in Italia e dell'annuale "Leadership Mission to Israel", Benedetto XVI ha detto: "Anch'io sto preparando una visita in Israele, una terra santa per i cristiani e per gli ebrei, poiché le radici della nostra fede si trovano lì".

  Il Santo Padre ha affermato che: "La Chiesa è profondamente e irrevocabilmente impegnata a rifiutare l'antisemitismo e a continuare a costruire rapporti buoni e duraturi fra le due nostre comunità. Se esiste una particolare immagine che racchiude tale impegno, è il momento in cui il mio amato predecessore Papa Giovanni Paolo II davanti al Muro del Pianto invocò il perdono di Dio dopo tutte le ingiustizie che il popolo ebraico aveva dovuto soffrire".

  "L'odio e il disprezzo verso gli uomini, le donne e i bambini che si espresse nella 'Shoah' è stato un crimine contro Dio e contro l'umanità. (...) E' fuori questione che ogni negazione o minimizzazione di questo terribile crimine è intollerabile e totalmente inaccettabile".

  "Questo terribile capitolo della nostra storia" - ha sottolineato il Pontefice - "non si dovrà mai dimenticare. Ricordare - si dice giustamente - è 'memoria futuri', un avvertimento per il futuro, ed una convocazione ad adoperarsi per la riconciliazione. Ricordare significa fare tutto ciò che è in nostro potere per impedire che si ripeta una tale catastrofe nella famiglia umana costruendo ponti di amicizia duratura".

  "La mia fervente preghiera" - ha concluso Benedetto XVI - "è che la memoria di questo orribile crimine rafforzi la nostra determinazione a guarire le ferite che per troppo tempo hanno offuscato i rapporti fra cristiani ed ebrei. Desidero di tutto cuore che la nostra amicizia si rafforzi ancora di più, così che l'irrevocabile impegno della Chiesa a mantenere relazioni rispettose ed armoniche con il popolo dell'Alleanza porti abbondanti frutti".
AC/.../ORGANIZZAZIONI EBRAICHE                               VIS 20090212 (440)


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