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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 12 maggio 2010

INTERVISTA AL PAPA DURANTE VOLO PER LISBOA


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Come di consueto, a bordo dell’aereo papale per Lisboa, il Santo Padre Benedetto XVI ha risposto, questa mattina, alle domande dei giornalisti che lo accompagnavano.
Nella domanda relativa alla secolarizzazione sperimentata in questo momento dal Portogallo, in passato profondamente cattolico, il Santo Padre ha risposto che il Portogallo “ha portato questa fede in tutte le parti del mondo; una fede coraggiosa, intelligente e creativa; (...) La dialettica tra secolarismo e fede in Portogallo ha una lunga storia. (...) In questi secoli di dialettica tra illuminismo, secolarismo e fede, non mancavano mai persone che volevano creare dei ponti e creare un dialogo”.
“Penso che proprio il compito e la missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica, che completa l’essere umano e rende così anche comunicabili le culture umane. Perciò direi che la presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrarietà tra secolarismo e cultura della fede è anomala e deve essere superata. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrino e così trovino la loro vera identità. Questa, come ho detto, è una missione dell’Europa e la necessità umana in questa nostra storia".
Rispondendo alla domanda relativa alla attuale crisi economica che potrebbe mettere a rischio, secondo alcuni, il futuro dell’Unione Europea, il Santo Padre Benedetto XVI ha sottolineato che: “l’etica non è una cosa esterna, ma interna alla razionalità e al pragmatismo economico. D’altra parte, dobbiamo anche confessare che la fede cattolica, cristiana, spesso era troppo individualistica, lasciava le cose concrete, economiche al mondo e pensava solo alla salvezza individuale”.
“Tutta la tradizione della Dottrina sociale della Chiesa va in questo senso - di allargare l’aspetto etico e della fede al di sopra dell’individuo, alla responsabilità verso il mondo, ad una razionalità ‘performata’ dall’etica. D’altra parte, gli ultimi avvenimenti sul mercato, in questi ultimi due, tre anni, hanno mostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico, perché l’uomo è uno, e si tratta dell’uomo, di un’antropologia sana, che implica tutto, e solo così si risolve il problema, solo così l’Europa svolge e realizza la sua missione"
Con la terza domanda sul significato delle Apparizioni di Fatima, è stato chiesto al Papa se il terzo segreto possa estendersi, al di là dell’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle sofferenze della Chiesa di oggi per i peccati degli abusi sessuali sui minori.
“Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa” – ha risposto Benedetto XVI – “che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo. L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a devozioni particolari, ma proprio alla risposta fondamentale, cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le tre virtù cardinali: fede, speranza e carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la Chiesa deve dare, che noi, ogni singolo, dobbiamo dare in questa situazione”.
“Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100512 (690)

SOLO CRISTO PUÒ SODDISFARE PROFONDI ANELITI DEL CUORE


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Alle 17:30, lasciata la Nunziatura Apostolica, il Santo Padre si è diretto in autovettura panoramica al Terriero do Paço di Lisboa, dove, prima della celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato 200.000 persone, il Sindaco di Lisboa ha consegnato al Papa le chiavi della città.
“In questa città di Lisbona, da dove sono partiti in grande numero generazioni e generazioni di cristiani” – ha detto il Papa nell’omelia – “glorioso è il posto che il Portogallo si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione missionaria portoghese”.
“In passato” – ha proseguito il Pontefice – “la vostra partenza alla ricerca di altri popoli non ha impedito né distrutto i vincoli con ciò che eravate e credevate, anzi, con cristiana saggezza, siete riusciti a trapiantare esperienze e particolarità, aprendovi al contributo degli altri per essere voi stessi, in un’apparente debolezza che è forza. Oggi, partecipando all’edificazione della Comunità europea, portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa”.
“Nel fiume vivo della Tradizione ecclesiale, Cristo non si trova a duemila anni di distanza, ma è realmente presente tra noi e ci dona la Verità, ci dona la luce che ci fa vivere e trovare la strada verso il futuro. Presente nella sua Parola, nell’assemblea del popolo di Dio con i suoi Pastori e, in modo eminente, nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, Gesù è qui con noi”.
“Sappiamo” – ha affermato il Papa – “che non mancano alla Chiesa figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda”.
“La priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica. Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista”.
“Affinché ciò non accada” – ha sottolineato il Pontefice – “bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa”.
“Quindi” – ha proseguito il Santo Padre – “la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. (...) Soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”.
“Non dubitate mai della sua presenza!” – ha esortato il Pontefice – “Cercate sempre il Signore Gesù, crescete nella amicizia con lui, ricevetelo nella comunione. Imparate ad ascoltare la sua parola e anche a riconoscerlo nei poveri. Vivete la vostra esistenza con gioia ed entusiasmo, sicuri della sua presenza e della sua amicizia gratuita, generosa, fedele fino alla morte di croce”.
“Testimoniate a tutti” – ha concluso il Pontefice – “la gioia per questa sua presenza forte e soave, cominciando dai vostri coetanei. Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici – apparentemente tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù”.
Prima di concludere le Celebrazione Eucaristica, il Papa ha dato lettura di un breve messaggio in occasione del 50° anniversario della fondazione del Santuario di Cristo Re in Almada (Diocesi di Setúbal). “Vorrei da qui additare” – ha detto Benedetto XVI – alle nuove generazioni gli esempi di speranza in Dio e lealtà al voto fatto, che in esso ci hanno lasciato scolpiti i Vescovi e i Fedeli cristiani di allora, in segno di amore e riconoscenza per la preservazione della pace in Portogallo”.
Infine il Papa è rientrato nella Nunziatura Apostolica per la cena. Ascoltando i canti di un gruppo di giovani di varie parrocchie e movimenti ecclesiali, il Santo Padre si è affacciato al balcone della Nunziatura per salutarli e benedirli.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100512 (730)

RICERCA VERITÀ PER LA CHIESA MISSIONE IRRINUNCIABILE


CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). A conclusione della celebrazione della Santa Messa in privato, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato al Centro Culturale di Belém per l’incontro con i rappresentanti del mondo della cultura. Il Papa è stato accolto dal Vescovo Manoel Clemente, di Porto, Presidente della Commissione episcopale per la cultura e dal regista Manoel de Oliveira, che ha rivolto al Pontefice alcune parole di saluto.
Nel suo discorso il Papa ha affermato che: “Oggi la cultura riflette una ‘tensione’, che alle volte prende forme di ‘conflitto’, fra il presente e la tradizione. La ‘valorizzazione del ‘presente’, però, quale fonte ispiratrice del senso della vita, sia individuale che sociale, si scontra con la forte tradizione culturale del Popolo portoghese, profondamente segnata dal millenario influsso del cristianesimo e con un senso di responsabilità globale; esso si è affermato nell’avventura delle scoperte e nello zelo missionario, condividendo il dono della fede con altri popoli”.
“Questo ‘conflitto’ fra la tradizione e il presente si esprime nella crisi della verità” – ha affermato il Papa aggiungendo che: “Un popolo che smette di sapere quale sia la propria verità, finisce perduto nei labirinti del tempo e della storia, privo di valori chiaramente definiti e senza grandi scopi chiaramente enunciati”, ma “La fedeltà all’uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà e della possibilità di uno sviluppo umano integrale. Per questo la Chiesa la ricerca, l’annunzia instancabilmente e la riconosce ovunque essa si palesi. Questa missione di verità è per la Chiesa irrinunciabile”.
“Per una società formata in maggioranza da cattolici e la cui cultura è stata profondamente segnata dal cristianesimo, si rivela drammatico il tentativo di trovare la verità al di fuori di Gesù Cristo. Per noi, cristiani, la Verità è divina; è il ‘Logos’ eterno, che ha acquisito espressione umana in Gesù Cristo (...) La convivenza della Chiesa, nella sua ferma adesione al carattere perenne della verità, con il rispetto per altre ‘verità’, o con la verità degli altri, è un apprendistato che la Chiesa stessa sta facendo. In questo rispetto dialogante si possono aprire nuove porte alla trasmissione della verità”.
“’La Chiesa deve venire a dialogo con il mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola, la Chiesa si fa messaggio, la Chiesa si fa dialogo’” - ha detto Benedetto XVI citando le parole di Papa Paolo VI – “Infatti, il dialogo senza ambiguità e rispettoso delle parti in esso coinvolte è oggi una priorità nel mondo, alla quale la Chiesa non intende sottrarsi. (...) Constatata la diversità culturale, bisogna far sì che le persone non solo accettino l’esistenza della cultura dell’altro, ma aspirino anche a venire arricchite da essa e ad offrirle ciò che si possiede di bene, di vero e di bello”. “’Per additare nuovi mondi al mondo’” – ha affermato il Santo Padre con l’Autore di ‘Os Lusiades’, Luigi di Camões, poeta nazionale: “Voi, operatori della cultura in ogni sua forma, creatori di pensiero e di opinione, ‘avete, grazie al vostro talento, la possibilità di parlare al cuore dell’umanità, di toccare la sensibilità individuale e collettiva, di suscitare sogni e speranze, di ampliare gli orizzonti della conoscenza e dell’impegno umano. (…) di dialogare con i credenti, con chi come voi, si sente pellegrino nel mondo e nella storia verso la Bellezza infinita’”.
“Proprio con lo scopo di ’mettere il mondo moderno in contatto con le energie vivificanti e perenni del Vangelo’” - ha affermato Benedetto XVI citando Papa Giovanni XXIII – “si è realizzato il Concilio Vaticano II, nel quale la Chiesa, partendo da una rinnovata consapevolezza della tradizione cattolica, prende sul serio e discerne, trasfigura e supera le critiche che sono alla base delle forze che hanno caratterizzato la modernità, ossia la Riforma e l’Illuminismo. Così da sé stessa la Chiesa accoglieva e ricreava il meglio delle istanze della modernità, da un lato superandole e, dall’altro evitando i suoi errori e vicoli senza uscita. L’evento conciliare ha messo i presupposti per un autentico rinnovamento cattolico e per una nuova civiltà – la ‘civiltà dell’amore’ - come servizio evangelico all’uomo e alla società”.
“La Chiesa” – ha concluso il Papa – “ritiene come sua missione prioritaria, nella cultura attuale, tenere desta la ricerca della verità e, conseguentemente, di Dio; portare le persone a guardare oltre le cose penultime e mettersi alla ricerca delle ultime”.
Al termine dell’incontro con i rappresentanti del mondo della cultura, il Pontefice ha fatto ritorno alla Nunziatura Apostolica di Lisboa per l’incontro con il Primo Ministro del Portogallo Signor José Socrates Carvalho Pinto de Sousa.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100512 (770)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignor Timothy L. Doherty, Vescovo di Lafayette in Indiana (superficie: 25.455; popolazione: 1.296.384; cattolici: 108.000; sacerdoti: 98; religiosi: 81; diaconi permanenti: 17), Stati Uniti d’America. Il Vescovo eletto è nato nel 1950 a Rockford (Stati Uniti d’America), ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Finora Parroco della “St. Catherine of Siena Church” a Dundee e della “St. Mary Mission Church” a Gilberts (Stati Uniti d’America), succede al Vescovo William L. Higi, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
NER:RE/ VIS 20100512 (110)
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