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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 4 giugno 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Domingo Díaz Martínez, finora Arcivescovo Metropolita di Tulancingo (superficie: 10.696; popolazione: 1.477.935; cattolici: 1.344.921; sacerdoti: 174; religiosi: 198; diaconi permanenti: 2), Messico. L'Arcivescovo eletto è nato a Bravo (Messico), nel 1948, ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1977 e l'ordinazione episcopale nel 2003. Finora Vescovo di Tuxpan (Messico), e rappresentante della Conferenza Episcopale del Messico per la Pastorale Penitenziaria, succede all'Arcivescovo Padro Arandadíaz Muñoz, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignor Paul Ssemogerere, finora Vicario Generale di Kampala (Uganda), Vescovo di Kasana-Luweero (superficie: 8.539; popolazione: 682.874; cattolici: 209.792; sacerdoti: 53; religiosi: 64), Uganda. Il Vescovo eletto è nato a Kusubi (Uganda) nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1983.
NER:RE/.../DIAZ:ARANDADÍAZ:SSENOGERERE                    VIS 20080604 (150)


RICORDO SAN FRANCESCO CARACCIOLO E BEATO GIOVANNI XXIII

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2008 (VIS). Questa mattina, al termine dell'Udienza Generale del Mercoledì, il Santo Padre ha rivolto parole di benvenuto ai partecipanti al pellegrinaggio promosso dall'Ordine dei Chierici Regolari Minori "a conclusione dell'anno giubilare del loro fondatore San Francesco Caracciolo". (1563-1608).

  "Cari amici" - ha detto il Santo Padre - "formulo voti che questa significativa circostanza contribuisca a rinnovare in tutti il vivo desiderio di servire Cristo, seguendo gli insegnamenti di questo grande Santo, innamorato dell'Eucaristia, umile servitore dei poveri, asceta immerso costantemente nella contemplazione di Gesù crocifisso".

  Nel salutare i pellegrini polacchi, Benedetto XVI ha ricordato che: "Si sono compiuti i quarantacinque anni dalla morte del Beato Papa Giovanni XXIII. Veniva chiamato dalla gente: 'Giovanni il buono', oppure 'Il buon Papa Giovanni'. Era stato Lui a convocare il Concilio Vaticano II, il quale iniziò il rinnovamento della Chiesa, la riforma delle Sue strutture e l'aggiornamento della liturgia. Che questa riforma porti frutti in noi e nella Chiesa del terzo millennio".
AG/CARACCIOLO:GIOVANNI XXIII/...                       VIS 20080604 (170)


GREGORIO MAGNO: UMILTÀ MISURA VERA GRANDEZZA

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2008 (VIS). Questa mattina, per l'Udienza Generale del Mercoledì, il Santo Padre Benedetto XVI ha ripreso la catechesi, iniziata mercoledì scorso, dedicata a San Gregorio Magno, soffermandosi questa volta, sulla dottrina di questo Pontefice e Dottore della Chiesa.

  Benedetto XVI ha ricordato che nei numerosi scritti "Gregorio non si mostra mai preoccupato di delineare una 'sua' dottrina, una sua originalità. Piuttosto, egli intende farsi eco dell'insegnamento tradizionale della Chiesa, viole semplicemente essere la bocca di Cristo e della sua Chiesa sul cammino che si deve percorrere per giungere a Dio".

  "Appassionato lettore della Bibbia", l'Autore delle "Omelie sui Vangeli", pensava che "dalla Sacra Scrittura (...) il cristiano deve trarre non tanto conoscenze teoretiche, quanto piuttosto il nutrimento quotidiano per la sua anima, per la sua vita di uomo in questo mondo. Nelle 'Omelie su Ezechiele, (...), egli insiste fortemente su questa funzione del testo sacro: avvicinare la Scrittura semplicemente per soddisfare il proprio desiderio di conoscenza significa cedere alla tentazione dell'orgoglio".

  "L'umiltà intellettuale" - ha affermato il Pontefice  - "è la regola primaria per chi cerca di penetrare le realtà soprannaturali partendo dal Libri sacro. (...) D'altra parte, quando si tratta di Parola di Dio, comprendere non è nulla, se la comprensione non conduce all'azione".

  "Questo discorso Gregorio sviluppa ulteriormente nel 'Commento morale a Giobbe'. Seguendo la tradizione patristica, egli esamina il testo sacro nelle tre dimensioni del suo senso: la dimensione letteraria, la dimensione allegorica e quella morale (...). L'ideale morale, egli commenta, consiste sempre nel realizzare un'armoniosa integrazione tra parola e azione, pensiero e impegno, preghiera e dedizione ai doveri del proprio stato. (...) Il grande Papa traccia così per l'autentico credente un progetto completo di vita; per questo il "Commento morale a Giobbe' costituirà nel corso del medioevo una specie di 'Summa' della morale cristiana".

  Nel suo testo più noto "Regola Pastorale", Gregorio Magno "si propone di tratteggiare la figura del Vescovo ideale, maestro e guida del suo gregge. (...) Il Vescovo è innanzitutto il 'predicatore' per eccellenza; come tale egli deve essere innanzitutto di esempio agli altri (...). Un'efficace azione pastorale richiede poi che egli conosca i destinatari ed adatti i suoi interventi alla situazione di ognuno. (...) Il grande Pontefice, tuttavia, insiste sul dovere che il Pastore ha di riconoscere ogni giorno la propria miseria, in modo che l'orgoglio non renda vano, dinanzi agli occhi del Giudice supremo, il bene compiuto".

  "Tutte queste preziose indicazioni" - ha spiegato il Papa - "dimostrano l'altissimo concetto che San Gregorio ha della cura delle anime, da lui definita 'ars artium'. (...) Nel disegno teologico che Gregorio sviluppa attraverso le sue opere, passato, presente e futuro vengono relativizzati. Ciò che per lui conta più di tutto è l'arco intero della storia salvifica, che continua a dipanarsi tra gli oscuri meandri del tempo. (...) Secondo lui le guide delle comunità cristiane devono impegnarsi a rileggere gli eventi alla luce della Parola di Dio".

  Papa Benedetto XVI ha infine ricordato le relazioni "che Papa Gregorio coltivò con i patriarchi di Antiochia, di Alessandria e della stessa Costantinopoli. Si preoccupò sempre di riconoscerne e rispettarne i diritti, guardandosi da ogni interferenza che ne limitasse la legittima autonomia. Se tuttavia San Gregorio, nel contesto della sua situazione storica, si oppose al titolo di 'ecumenico' da parte del Patriarca di Costantinopoli, non lo fece per limitare o negare questa legittima autorità, ma perché egli era preoccupato  dell'unità fraterna della Chiesa universale. Lo fece soprattutto per la sua profonda convinzione che l'umiltà dovrebbe essere la virtù fondamentale di ogni Vescovo, ancora più di un Patriarca".

  "Gregorio era rimasto semplice monaco nel suo cuore" - ha sottolineato il Santo Padre - "e perciò era decisamente contrario ai grandi titoli. Egli voleva essere - è questa è la sua espressione -  'servus servorum Dei'. (...) Egli era intimamente colpito dall'umiltà di Dio, che in Cristo si è fatto nostro servo (...). Pertanto egli era  convinto che, soprattutto un Vescovo, dovrebbe imitare questa umiltà di Dio e così seguire Cristo".

  "Il suo desiderio veramente fu di vivere da monaco in permanente colloquio con la Parola di Dio" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "ma per amore di Dio seppe farsi servitore di tutti in un tempo pieno di tribolazioni e di sofferenze, seppe farsi 'servo dei servi'. Proprio perché fu questo, egli è grande e mostra anche a noi la misura della vera grandezza".
AG/GREGORIO MAGNO/...                           VIS 20080604 (740)


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