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lunedì 6 giugno 2011

INTERVISTA AL PAPA DURANTE VOLO CROAZIA

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2011 (VIS). Come di consueto nel corso dei Viaggi Apostolici internazionali, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso una breve intervista ai giornalisti presenti nell’aereo papale diretto in Croazia.

Prima domanda: Santità, lei è già stato altre volte in Croazia e il suo predecessore ha fatto ben tre viaggi in questo Paese. Si può parlare di una relazione particolare fra la Santa Sede e la Croazia? Quali sono i motivi e gli aspetti più significativi di questa relazione e di questo viaggio?

Risposta del Papa: “Personalmente sono stato due volte in Croazia. La prima volta per i funerali del Cardinale Šeper - mio predecessore alla Dottrina della Fede - che era un mio grande amico (...). Perciò ho conosciuto la sua bontà, la sua intelligenza, il suo discernimento, la sua allegria. (...) E poi sono stato, ancora una volta, invitato dal suo segretario particolare Čapek, anche lui un uomo di grande allegria e di grande bontà, per un simposio e per una celebrazione in un santuario mariano. Qui ho vissuto la pietà popolare, che è molto simile a quella delle mie terre, devo dire. (...) E così ho visto e vissuto questa Croazia, con la sua millenaria storia cattolica, sempre molto vicina alla Santa Sede, e naturalmente con la precedente storia della Chiesa antica”.

Seconda Domanda: Santo Padre, la Croazia a breve si dovrebbe unire alle 27 nazioni che fanno parte dell’Unione Europea: però negli ultimi tempi, nel popolo croato è aumentato un certo scetticismo nei confronti dell’Unione. In questa situazione, Lei pensa di dare un messaggio di incoraggiamento ai croati, perché guardino verso l’Europa in una prospettiva non solo economica, ma anche culturale e con i valori cristiani?

Risposta: “Penso che la maggioranza dei croati pensa sostanzialmente con grande gioia a questo momento in cui si unisce all’unione Europea, perché è un popolo profondamente europeo. (...) È un popolo che sta nel centro dell’Europa, della sua storia e della sua cultura. In questo senso – penso – è logico, giusto e necessario che entri. (...) Si può capire che forse c’è una paura di un burocratismo centralistico troppo forte, di una cultura razionalistica, che non tiene sufficientemente conto della storia e della ricchezza della storia e anche della ricchezza della diversità storica. Mi sembra che proprio questa possa essere anche una missione di questo popolo, che entra adesso: di rinnovare nell’unità la diversità. L’identità europea è un’identità propria nella ricchezza delle diverse culture, che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani. Perché questo sia di nuovo visibile e efficiente, mi sembra sia proprio anche una missione dei croati che entrano adesso di rafforzare, contro un certo razionalismo astratto, la storicità delle nostre culture e la diversità, che è la nostra ricchezza. In questo senso incoraggio i croati: il processo di chi entra in Europa è un processo reciproco di dare e di ricevere. Anche la Croazia dà con la sua storia, con la sua capacità umana ed economica, e riceve naturalmente, anche allargando così l’orizzonte e vivendo in questo grande commercio non solo economico, ma soprattutto anche culturale e spirituale”.

Ultima Domanda: Molti croati speravano che in occasione del suo viaggio potesse avvenire la canonizzazione del Beato Cardinale Stepinac: qual è per lei l’importanza oggi della sua figura?

Risposta: “Il Cardinale era un grande pastore e un grande cristiano e così anche un uomo di un umanesimo esemplare. Io direi che era la sorte del Cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti, ma che erano entrambe antiumaniste: prima il regime ustascia, che sembrava adempiere il sogno dell’autonomia e dell’indipendenza, ma in realtà era un’autonomia che era una menzogna perché strumentalizzata da Hitler per i suoi scopi. Il Cardinale Stepinac ha capito molto bene questo e ha difeso l’umanesimo vero contro questo regime, difendendo serbi, ebrei, zingari; ha dato – diciamo - la forza di un vero umanesimo, anche soffrendo. Poi c’è stata la dittatura contraria del comunismo, dove di nuovo ha lottato per la fede, per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanismo che è dipendente dalla presenza di Dio: solo l’uomo è immagine di Dio e l’umanesimo fiorisce. Così era - diciamo – il suo destino: lottare in due lotte diverse e contrastanti e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana, è un grande esempio non solo per i croati, ma per tutti noi”.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (750)

CROAZIA AIUTI UNIONE EUROPEA VALORIZZARE RICCHEZZA SPIRITUALE E CULTURALE

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2011 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina il Santo Padre è partito dall’aeroporto romano di Fiumicino e dopo un’ora e mezzo di volo è atterrato all’aeroporto internazionale “Pleso” di Zagabria, dando inizio al suo diciannovesimo Viaggio Apostolico fuori d’Italia e al primo Viaggio in Croazia.

Benedetto XVI Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica della Croazia, Professor Ivo Josipovic, dall’Arcivescovo di Zagabria, Cardinale Josip Bozanic e dal Presidente della Conferenza Episcopale Croata, Arcivescovo Marin Srakic.

Dopo il saluto del Presidente Josipovic, Benedetto XVI ha ricordato le tre visite pastorali compiute in Croazia dal Beato Giovanni Paolo II ed ha ringraziato “il Signore per la lunga storia di fedeltà che lega il vostro Paese alla Santa Sede. Possiamo contare oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose. Questa storia è testimonianza eloquente dell’amore del vostro popolo per il Vangelo e per la Chiesa”.

“Fin dalle origini” – ha proseguito il Pontefice – “la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli. Le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di ‘spazi del privato’, richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell’identità del vecchio Continente”.

“A vent’anni dalla proclamazione dell’indipendenza” – ha sottolineato il Pontefice – “e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell’Unione Europea, la storia passata e recente di questo vostro Paese può costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l’intera compagine, a conservare e a ravvivare l’inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Possa così questa cara Nazione, forte della sua ricca tradizione, contribuire a far sì che l’Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale”.

Nel ricordare di essersi recato in Croazia in occasione della Prima Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate, sul tema: “Insieme in Cristo”, il Santo Padre ha auspicato: “Questo importante momento sia occasione per riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l’unità, ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarietà sociale”.

Al termine della cerimonia di benvenuto, Benedetto XVI si è recato al Palazzo Presidenziale per la visita di cortesia al Presidente della Repubblica di Croazia, Professor Ivo Josipovic.

Alle 13:00 il Papa si è diretto alla sede della Nunziatura Apostolica di Zagabria, dove ha ricevuto in udienza il Presidente del Governo, Signora Jadranka Kosor. Al termine dell’incontro, il Santo Padre ha consumato la seconda colazione con i Membri del Seguito.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (490)

INCONTRO CON IL MONDO DELLA CULTURA

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2011 (VIS). Dopo il saluto al Comitato Organizzatore Statale della Visita Apostolica, presso la sede della Nunziatura Apostolica di Zagreb, alle 17:45, il Santo Padre si è diretto al Teatro Nazionale croato per l’incontro con gli esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale ed imprenditoriale, con il Corpo Diplomatico e con i Leader religiosi.

Benedetto XVI è stato accolto da un piccolo ensemble musicale ed ha ricevuto il saluto dell’Arcivescovo Zelimir Puljic, di Zadar, Presidente della Commissione della Conferenza Episcopale Croata per la Cultura e dal Professor Niko Zurak, docente di etica della medicina presso la Facoltà di Medicina di Zagreb e Membro della Pontificia Accademia per la Vita.

“La dimensione dell’universalità, distintiva dell’arte e della cultura” – ha detto il Papa nel suo discorso – “è particolarmente congeniale al Cristianesimo e alla Chiesa Cattolica. Cristo è pienamente uomo, e tutto ciò che è umano trova in Lui e nella sua Parola pienezza di vita e di significato”.

“Questo splendido Teatro” – ha proseguito il Pontefice – “è un luogo simbolico, che esprime la vostra identità nazionale e culturale. Potervi incontrare qui, riuniti insieme, è un motivo ulteriore di gioia dello spirito, perché la Chiesa è un mistero di comunione e gioisce sempre della comunione, nella ricchezza delle diversità. La partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane, come pure delle religioni ebraica e musulmana, contribuisce a ricordare che la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l’ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità. La religione mette l’uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace. Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione”.

“E qui vorrei introdurre il tema centrale della mia breve riflessione: quello della coscienza. Esso è trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono impegnati ed è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale. Penso, naturalmente all’Europa, di cui la Croazia è da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su quello politico-istituzionale. Ebbene, le grandi conquiste dell’età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi. La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto ‘critico’ che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro”.

Successivamente Benedetto XVI ha ribadito che occorre ricordare le origini cristiane di numerose istituzioni culturali e scientifiche croate “per la fedeltà alla verità storica” ed ha affermato che: “è importante saper leggere in profondità tali origini, perché possano animare anche l’oggi. Decisivo, cioè, è cogliere il dinamismo che sta dentro l’avvenimento – per esempio – della nascita di un’università, o di un movimento artistico, o di un ospedale. Occorre comprendere il perché e il come ciò sia avvenuto, per valorizzare nell’oggi tale dinamismo, che è una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale”.

“Vorrei soffermarmi” – ha proseguito il Pontefice – “sulla figura del Padre Ruđer Josip Bošković, gesuita, che nacque a Dubrovnik trecento anni or sono, il 18 maggio 1711. Egli impersona molto bene il felice connubio tra la fede e la scienza, che si stimolano a vicenda per una ricerca al tempo stesso aperta, diversificata e capace di sintesi. (...) In Bošković c’è l’analisi, c’è lo studio di molteplici rami del sapere, ma c’è anche la passione per l’unità. E questo è tipico della cultura cattolica. Per questo è segno di speranza la fondazione di un’Università Cattolica in Croazia. Auspico che essa contribuisca a fare unità tra i diversi ambiti della cultura contemporanea, i valori e l’identità del vostro Popolo, dando continuità al fecondo apporto ecclesiale alla storia della nobile Nazione croata”.

“Ritorniamo dunque alla coscienza” – ha detto ancora il Papa – “come chiave di volta per l’elaborazione culturale e per la costruzione del bene comune. È nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo che comincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparano ad approfondire le Sacre Scritture, che sono il ‘grande codice’ della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della comunità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è ‘la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera’”.

“Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito (...) e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico. È qui che i ‘Christifideles laici’” – ha concluso il Pontefice – “sono chiamati a spendere generosamente la loro formazione, guidati dai principi della Dottrina sociale della Chiesa, per una autentica laicità, per la giustizia sociale, per la difesa della vita e della famiglia, per la libertà religiosa e di educazione”.

Al termine dell’Incontro con gli esponenti della società civile, Benedetto XVI si è diretto in papamobile alla Piazza Josip Jelacic dove, alle 19:30, si è svolto l’incontro con i giovani.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (1010)

IL PAPA ESORTA I GIOVANI A CONFIDARE NEL SIGNORE

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2011 (VIS). Alle 19:15, Benedetto XVI si è diretto in papamobile alla Piazza Josip Jelacic, la piazza centrale di Zagabria, che può accogliere fino a 50.000 persone, dove ha avuto luogo la veglia di preghiera con i giovani.

Prima dell’arrivo del Papa, alcuni giovani hanno portato in processione la Madonna della Porta di Pietra, Patrona di Zagabria, e l’hanno collocata sul podio.

Dopo la lettura dei versetti 4, 4-9, della Lettera di San Paolo ai Filippesi, due giovani hanno offerto la propria testimonianza.

Successivamente il Santo Padre ha tenuto il suo discorso e citando la Lettera nella quale San Paolo “ci ha invitato ad essere ‘sempre lieti nel Signore’”, ha detto che l’esperienza dell’Apostolo che scrive mentre si trova in carcere “rivela come sia possibile, nel nostro cammino, custodire la gioia anche nei momenti oscuri”.

“Tutti sappiamo che nel cuore di ognuno dimora un forte desiderio di felicità. Ogni azione, ogni scelta, ogni intenzione porta celata in sé questa intima e naturale esigenza. Ma molto spesso ci si accorge di aver riposto la fiducia in realtà che non appagano quel desiderio, anzi, rivelano tutta la loro precarietà. Ed è in questi momenti che si sperimenta il bisogno di qualcosa che vada ‘oltre’, che doni senso al vivere quotidiano”.

La giovinezza - ha proseguito il Pontefice - “è il tempo dei grandi orizzonti, dei sentimenti vissuti con intensità, ma anche delle paure per le scelte impegnative e durature, delle difficoltà nello studio e nel lavoro, degli interrogativi intorno al mistero del dolore e della sofferenza. Ancora di più, questo tempo stupendo della vostra vita porta in sé un anelito profondo, che non annulla tutto il resto ma lo eleva per dargli pienezza”.

“Gesù vi parla oggi: mediante il Vangelo e lo Spirito Santo, Egli è vostro contemporaneo. È Lui che cerca voi, prima ancora che voi lo cerchiate! Rispettando pienamente la vostra libertà, Egli si avvicina a ciascuno di voi e si propone come la risposta autentica e decisiva a quell’anelito che abita il vostro essere, al desiderio di una vita che valga la pena di essere vissuta. Lasciate che vi prenda per mano! Lasciate che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! DateGli fiducia, non vi deluderà mai!”.

“Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre, vi fa comprendere che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella comunione con Lui, perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore, quello che vuole e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato della vita e siamo contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni, anche andando controcorrente”.

“Il Signore Gesù non è un Maestro che illude i suoi discepoli” – ha sottolineato il Papa – “Egli dice chiaramente che il cammino con Lui richiede l’impegno e il sacrificio personale, ma ne vale la pena! Cari giovani amici, non lasciatevi disorientare da promesse allettanti di facili successi, da stili di vita che privilegiano l’apparire a scapito dell’interiorità. Non cedete alla tentazione di riporre fiducia assoluta nell’avere, nelle cose materiali, rinunciando a scorgere la verità che va oltre, come una stella alta nel cielo, dove Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare alle altezze di Dio!”.

“Nella stagione della vostra giovinezza, vi sostiene la testimonianza di tanti discepoli del Signore (...) Qui, in Croazia, io e voi pensiamo al Beato Ivan Merz” che “scopre la bellezza della fede cattolica e comprende che la vocazione della sua vita è vivere e far vivere l’’amicizia con Cristo. (...) Egli muore il 10 maggio 1928, a soli trentadue anni, dopo alcuni mesi di malattia, offrendo la sua vita per la Chiesa e per i giovani”.

“Questa giovane esistenza, donata per amore, porta il profumo di Cristo, ed è per tutti un invito a non temere di affidare se stessi al Signore, così come contempliamo, in modo particolare nella Vergine Maria, la Madre della Chiesa, qui venerata e amata con il titolo di ‘Majka Božja od Kamenitih vrata’ (‘Madre di Dio della Porta di Pietra’)”, ha concluso il Pontefice.

Al termine del discorso del Papa e delle intenzioni di preghiera, c’è stata l’Adorazione del Santissimo Sacramento rimasto esposto tutta la notte per i fedeli che desideravano rimanere in preghiera e prepararsi alla Santa Messa della domenica.

Il Santo Padre ha preso congedo dai giovani e si è diretto alla Nunziatura Apostolica per la cena in privato.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (730)

FAMIGLIA CRISTIANA CHIAMATA ALL’EVANGELIZZAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2011 (VIS). Alle 9:00 di questa mattina il Santo Padre ha lasciato la Nunziatura Apostolica per dirigersi all’Ippodromo di Zagreb, ad 8 chilometri di distanza, sulla sponda del fiume Sava, con una capienza fino a 300.000 persone.

Giunto all’Ippodromo, il Papa, salito in papamobile, ha compiuto un giro fra i fedeli radunati nell’aerea e quindi si è avvicinato al palco dell’Altare dove è stata celebrata la Santa Messa in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Il palco dell’Altare raffigurava due mani; una mano che protegge la fonte della vita eterna cioè l’Altare quale punto di incontro umano-divino in Cristo e l’altra mano formava il tetto, simboli dell’azione pneumatologica e della presenza dello Spirito di Dio nella Chiesa.

“Abbiamo da poco celebrato l’Ascensione del Signore e ci prepariamo a ricevere il grande dono dello Spirito Santo” – ha detto il Papa nell’omelia – “Nella prima lettura, abbiamo visto come la comunità apostolica era riunita in preghiera nel Cenacolo con Maria, la madre di Gesù. È questo un ritratto della Chiesa che affonda le sue radici nell’evento pasquale (...). Restare insieme fu la condizione posta da Gesù per accogliere la venuta del Paraclito, e la prolungata preghiera fu il presupposto della loro concordia. Troviamo qui una formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Talora si pensa che l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e dalla sua intelligente messa in opera mediante un impegno concreto. Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa, da invocare e accogliere”.

“Cari fratelli e sorelle! Ho accolto molto volentieri l’invito rivoltomi dai Vescovi della Croazia a visitare questo Paese in occasione del primo Incontro Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per l’attenzione e l’impegno verso la famiglia, non solo perché questa fondamentale realtà umana oggi, nel vostro Paese come altrove, deve affrontare difficoltà e minacce, e quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta, ma anche perché le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita”.

“È ben noto a ciascuno come la famiglia cristiana sia segno speciale della presenza e dell’amore di Cristo e come essa sia chiamata a dare un contributo specifico ed insostituibile all’evangelizzazione. (...) La famiglia cristiana è sempre stata la prima via di trasmissione della fede e anche oggi conserva grandi possibilità per l’evangelizzazione in molteplici ambiti. Cari genitori, impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare, e pregate con essi; avvicinateli ai Sacramenti, specie all’Eucaristia (...); introduceteli nella vita della Chiesa; nell’intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura, illuminando la vita familiare con la luce della fede e lodando Dio come Padre. Siate quasi un piccolo cenacolo, come quello di Maria e dei discepoli, in cui si vive l’unità, la comunione, la preghiera!”.

“Oggi, grazie a Dio, molte famiglie cristiane acquistano sempre più la consapevolezza della loro vocazione missionaria, e si impegnano seriamente nella testimonianza a Cristo Signore. (...) Nella società odierna è più che mai necessaria e urgente la presenza di famiglie cristiane esemplari. Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare tale mentalità! Accanto alla parola della Chiesa, è molto importante la testimonianza e l’impegno delle famiglie cristiane, la vostra testimonianza concreta, specie per affermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli”.

“Care famiglie, siate coraggiose!” – ha esclamato il Pontefice – “Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra persona! Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità! L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa. Vorrei ribadire quanto ho affermato in passato: ‘L’edificazione di ogni singola famiglia cristiana si colloca nel contesto della più grande famiglia della Chiesa, che la sostiene e la porta con sé … E reciprocamente, la Chiesa viene edificata dalle famiglie, piccole chiese domestiche’. Preghiamo il Signore affinché le famiglie siano sempre più piccole Chiese e le comunità ecclesiali siano sempre più famiglia!”.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (860)
IL PAPA AFFIDA A MARIA LE FAMIGLIE CROATE

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2011 (VIS). Al termine della celebrazione eucaristica, Benedetto XVI ha recitato il Regina Coeli con i fedeli riuniti nell’Ippodromo di Zagabria.

“Oggi sono qui per confermarvi nella fede” – ha detto il Papa – “è questo il dono che vi porto: la fede di Pietro, la fede della Chiesa! Ma, al tempo stesso, voi donate a me questa stessa fede, arricchita dalla vostra esperienza, dalle gioie e dalle sofferenze. In particolare, voi mi donate la vostra fede vissuta in famiglia, perché io la conservi nel patrimonio di tutta la Chiesa. So che voi trovate grande forza in Maria, Madre di Cristo e Madre nostra. Perciò, in questo momento ci rivolgiamo a lei, spiritualmente rivolti al suo Santuario di Marija Bistrica, e le affidiamo tutte le famiglie croate: i genitori, i figli, i nonni; il cammino dei coniugi, l’impegno educativo, il lavoro professionale e casalingo. E invochiamo la sua intercessione perché le pubbliche istituzioni sostengano sempre la famiglia, cellula dell’organismo sociale”.

Nell’affidare alla Vergine la celebrazione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Milano (Italia), il prossimo anno, il Santo Padre ha ricordato questa domenica nella Cattedrale di Burgo di Osma (Spagna), si celebra la Beatificazione di Juan de Palafox y Mendoza ed ha detto: “Luminosa figura di Vescovo del secolo XVII in Messico e in Spagna; fu uomo di vasta cultura e di profonda spiritualità, gran riformatore, pastore instancabile e difensore degli Indios. Il Signore conceda numerosi e santi pastori alla sua Chiesa come il Beato Juan”.

Al termine del Regina Coeli il Papa è rientrato in papamobile alla Nunziatura Apostolica per il pranzo.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (280)

BEATO STEPINAC INTREPIDO PASTORE ESEMPIO FERMEZZA CRISTIANA

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2011 (VIS). Congedatosi dalla Nunziatura Apostolica, il Papa si è recato alla Cattedrale di Zagabria, dedicata a Maria Santissima Assunta ed a Santo Stefano re d’Ungheria, per la Celebrazione di Vespri con i Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose e seminaristi, novizi e novizie croati.

“Questa sera” – ha detto il Papa nel suo discorso – “vogliamo fare devota e orante memoria del Beato Alojzije Stepinac, intrepido Pastore, esempio di zelo apostolico e di cristiana fermezza, la cui eroica esistenza ancora oggi illumina i fedeli delle Diocesi croate, sostenendone la fede e la vita ecclesiale. I meriti di questo indimenticabile Vescovo derivano essenzialmente dalla sua fede: nella sua vita, egli ha sempre tenuto fisso lo sguardo su Gesù e a Lui si è sempre conformato, al punto da diventare una viva immagine del Cristo, anche sofferente. Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana, ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, ‘avvocato’ dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi. Sì, è diventato ‘avvocato’ di Dio su questa terra, poiché ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell’uomo di vivere con Dio”.

“Il Beato Alojzije Stepinac” – ha proseguito il Pontefice – “ha risposto con il suo sacerdozio, con l’episcopato, con il sacrificio della vita: un unico ‘sì’ unito a quello di Cristo. Il suo martirio segna il culmine delle violenze perpetrate contro la Chiesa durante la terribile stagione della persecuzione comunista. I cattolici croati, in particolare il clero, sono stati oggetto di vessazioni e soprusi sistematici, che miravano a distruggere la Chiesa cattolica, a partire dalla sua più alta Autorità locale. Quel tempo particolarmente duro è stato caratterizzato da una generazione di Vescovi, di sacerdoti e di religiosi pronti a morire per non tradire Cristo, la Chiesa e il Papa. La gente ha visto che i sacerdoti non hanno mai perso la fede, la speranza, la carità, e così sono rimasti sempre uniti. Questa unità spiega ciò che è umanamente inspiegabile: che un regime così duro non abbia potuto piegare la Chiesa”.

“Anche oggi la Chiesa in Croazia è chiamata ad essere unita” – ha affermato il Papa – “per affrontare le sfide del mutato contesto sociale, individuando con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione, specialmente al servizio delle giovani generazioni. Cari Fratelli nell’Episcopato, vorrei incoraggiare anzitutto voi nello svolgimento della vostra missione (...). È importante, inoltre, che soprattutto i Vescovi e i sacerdoti operino sempre al servizio della riconciliazione tra i cristiani divisi e tra cristiani e musulmani, seguendo le orme di Cristo, che è nostra pace. Riguardo ai sacerdoti, non mancate di offrire loro chiari indirizzi spirituali, dottrinali e pastorali. La comunità ecclesiale, infatti, presenta al proprio interno legittime diversità, tuttavia essa non può rendere una testimonianza fedele al Signore se non nella comunione dei suoi membri. Questo richiede da voi il servizio della vigilanza, da offrire nel dialogo e con grande amore, ma anche con chiarezza e fermezza”.

“A tale proposito, il Beato Cardinale Stepinac così si esprimeva: ‘Uno dei più grandi mali del nostro tempo è la mediocrità nelle questioni di fede. Non facciamoci illusioni … O siamo cattolici o non lo siamo. Se lo siamo, bisogna che questo si manifesti in ogni campo della nostra vita’” – ha ricordato Benedetto XVI che ha aggiunto: “L’insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso, non può essere svincolato dal Vangelo. Spetta proprio ai Pastori proporlo autorevolmente ai fedeli, per aiutarli a valutare le loro responsabilità personali, l’armonia tra le loro decisioni e le esigenze della fede”.

“Cari sacerdoti” – ha detto il Papa – “Vi esorto a non perdervi d’animo, a rimanere vigilanti nella preghiera e nella vita spirituale per compiere con frutto il vostro ministero: insegnare, santificare e guidare quanti sono affidati alle vostre cure. Accogliete con magnanimità chi bussa alla porta del vostro cuore (...). Perseverate nella comunione con il vostro Vescovo e nella collaborazione reciproca. Alimentate il vostro impegno alle sorgenti della Scrittura, dei Sacramenti, della lode costante di Dio, aperti e docili all’azione dello Spirito Santo; sarete così operatori efficaci della nuova evangelizzazione, che siete chiamati a realizzare unitamente ai laici, in modo coordinato e senza confusione fra ciò che dipende dal ministero ordinato e ciò che appartiene al sacerdozio universale dei battezzati. Abbiate a cuore la cura delle vocazioni al sacerdozio”.

Ai consacrati e consacrate il Papa ha detto: “Molto la Chiesa si attende da voi (...) Dio sia sempre la vostra unica ricchezza: da Lui lasciatevi plasmare, per rendere visibile all’uomo d’oggi, assetato di valori veri, la santità, la verità, l’amore del Padre celeste”.

“A voi, giovani” – ha detto infine il Papa – “che vi preparate al sacerdozio o alla vita consacrata (...). Sia sempre pronto il vostro cuore! L’eroica testimonianza del Beato Alojzije Stepinac ispiri un rinnovamento delle vocazioni tra i giovani croati”.

Al termine della celebrazione, il Santo Padre si è raccolto in preghiera presso la tomba del Beato Alojzije Stepinac.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (840)

BENEDETTO XVI SI CONGEDA DALLA CROAZIA

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2011 (VIS). Al termine della visita alla Residenza del Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagabria, il Papa ha apposto la sua firma nel Libro d’oro dell’Arcivescovado. Concluso l’incontro con i Vescovi ausiliari dell’Arcidiocesi, Benedetto XVI si è diretto all’Aeroporto “Pleso” di Zagabria dove ha preso congedo dalle Autorità presenti a conclusione del suo Viaggio Apostolico in Croazia.

All’arrivo all’aeroporto il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica di Croazia Professor Ivo Josipovic, ma a causa di un forte temporale né il Santo Padre né il Presidente Josipovic hanno potuto pronunciare i discorso in programma. Anche l’aereo papale è partito con un ritardo di 45 minuti.

“La mia visita nella vostra terra giunge al termine. Anche se breve, essa è stata ricca di incontri, che mi hanno fatto sentire parte di voi, della vostra storia, e mi hanno offerto l’occasione per confermare la Chiesa pellegrina in Croazia nella fede in Gesù Cristo, unico Salvatore. Questa fede, giunta fino a voi attraverso la testimonianza coraggiosa e fedele di tanti vostri fratelli e sorelle, alcuni dei quali non hanno esitato a morire per Cristo e il suo Vangelo, ho qui ritrovato viva e sincera. A Dio rendiamo lode per gli abbondanti doni di grazia che largamente dispone sul quotidiano cammino dei suoi figli! Desidero ringraziare quanti hanno collaborato all’organizzazione di questa mia visita e al suo ordinato svolgimento”.

“Porto vive nella mente e nel cuore le impressioni di queste giornate. Corale e sentita è stata, stamani, la partecipazione alla santa Messa in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie. L’incontro di ieri nel Teatro Nazionale mi ha dato modo di condividere una riflessione con i rappresentanti della società civile e delle comunità religiose. I giovani, poi, durante l’intensa Veglia di preghiera, mi hanno mostrato il volto luminoso della Croazia, rivolto al futuro, illuminato da una fede viva, come la fiamma di una lampada preziosa, ricevuta dai padri e che chiede di essere custodita e alimentata lungo il cammino. La preghiera presso la tomba del Beato Cardinale Stepinac ci ha fatto ricordare, in modo speciale, tutti coloro che hanno sofferto – e anche oggi soffrono – a motivo della fede nel Vangelo. Continuiamo ad invocare l’intercessione di questo intrepido testimone del Signore risorto, affinché ogni sacrificio, ogni prova, offerti a Dio per amore suo e dei fratelli, possano essere come chicco di grano che, caduto nella terra, muore per portare frutto”.

“È stato per me motivo di gioia constatare quanto sia ancora viva nell’oggi l’antica tradizione cristiana del vostro popolo. L’ho toccato con mano soprattutto nella calorosa accoglienza che la gente mi ha riservato, come aveva fatto nelle tre visite del Beato Giovanni Paolo II, riconoscendo la visita del Successore di san Pietro, che viene a confermare i fratelli nella fede. Questa vitalità ecclesiale, da mantenere e rafforzare, non mancherà di produrre i suoi effetti positivi sull’intera società, grazie alla collaborazione, che auspico sempre serena e proficua, tra la Chiesa e le istituzioni pubbliche. In questo tempo, nel quale sembrano mancare punti di riferimento stabili e affidabili, i cristiani, uniti ‘insieme in Cristo’, pietra angolare, possano continuare a costituire come l’anima della Nazione, aiutandola a svilupparsi e progredire”.

“Nel ripartire per Roma, vi affido tutti alle mani di Dio. Egli, datore di ogni bene e provvidenza amorevole, benedica sempre questa terra e il popolo croato e conceda pace e prosperità ad ogni famiglia. La Vergine Maria vegli sul cammino storico della vostra patria e su quello dell’intera Europa, e vi accompagni anche la mia Apostolica Benedizione, che vi lascio con grande affetto”.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (600)

CONCLUSA PRIMA FASE VISITA APOSTOLICA IRLANDA

CITTA' DEL VATICANO, 6 GIU. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo il Comunicato emesso oggi, relativo alla conclusione della prima fase della Visita Apostolica in Irlanda.

“Si è conclusa, in conformità alle scadenze previste nel Comunicato del 12 novembre 2010, la prima fase della Visita Apostolica annunciata dal Santo Padre nella Lettera Pastorale ai Cattolici dell’Irlanda, con l’intento di «aiutare la Chiesa locale nel suo cammino di rinnovamento» (Lettera Pastorale ai Cattolici dell’Irlanda, 19 marzo 2010, n. 14).

Come indicato nel medesimo Comunicato, i Visitatori si sono adoperati per verificare:

A) se i rapporti reciprocamente esistenti fra le varie componenti della Chiesa locale, i seminari e le comunità religiose, siano tali da sostenerle nel cammino di profondo rinnovamento spirituale già perseguito dalla Chiesa in Irlanda.

B) l’efficacia delle procedure seguite al presente nel rispondere ai casi di abuso.

C) delle forme di assistenza attualmente offerte alle vittime.

Lo svolgimento di tale Visita alle quattro arcidiocesi metropolitane, così come ai seminari e agli istituti religiosi, è stato molto proficuo, grazie alla collaborazione di tutti coloro che hanno contribuito a tale scopo. Ad essi, in primo luogo ai quattro Arcivescovi metropoliti, va il più sincero ringraziamento da parte del Santo Padre.

I Rapporti dei Visitatori sono stati consegnati ai competenti Dicasteri della Santa Sede, i quali, singolarmente e poi nel contesto di appositi incontri interdicasteriali, svoltisi in clima costruttivo, ne hanno fatto una prima valutazione, dalla quale segue che:

1) Circa le diocesi ed i seminari irlandesi, la Congregazione per i Vescovi e la Congregazione per l’Educazione Cattolica non prevedono altre Visite apostoliche. I Visitatori infatti, incontrando diverse realtà e persone, tra cui i Vescovi suffraganei, hanno potuto configurare un quadro sufficientemente esaustivo della situazione della Chiesa irlandese riguardo agli ambiti dell’indagine.

2) La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha analizzato le risposte ai questionari inviati a tutti gli Istituti con case religiose in Irlanda. Secondo quanto previsto dalla metodologia adottata, seguiranno visite ‘in loco’ ad alcune realtà religiose.

3) Nei prossimi mesi i Dicasteri competenti daranno indirizzi ai Vescovi per il rinnovamento spirituale delle diocesi e dei seminari, mentre la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica lo farà con gli Istituti religiosi.

4) Per gli inizi del 2012 la Santa Sede renderà nota una sintesi complessiva con i risultati e le prospettive evidenziate dalla Visita, in vista anche della missione a livello nazionale annunciata nella menzionata Lettera del Santo Padre.
OP/ VIS 20110606 (420)
ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 6 GIU. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato l’Arcivescovo Alberto Bottari de Castello, Nunzio Apostolico in Ungheria. Finora Nunzio Apostolico in Giappone.

Sabato 4 giugno il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Hugh Gilbert, O.S.B., Vescovo di Aberdeen (superficie: 29.068; popolazione: 718.000; cattolici: 18.600; sacerdoti: 49; religiosi: 45; diaconi permanenti: 11), Scozia. Il Vescovo eletto è nato a Emsworth Hants (Inghilterra) nel 1952, è stato ricevuto nella Chiesa cattolica nel 1970, ha fatto la professione monastica solenne nel 1979 ed è stato ordinato sacerdote nel 1982. Finora Abate del monastero di Pluscarden (Scozia), succede al Vescovo Peter Anthony Moran, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Reverendo Críspin Ojeda Márquez, Vescovo Ausiliare di México (superficie: 1.429; popolazione: 8.852.000; cattolici: 7.909.000; sacerdoti: 1.797; religiosi: 7.345; diaconi permanenti: 128), Messico. Il Vescovo eletto è nato a Tecomán (Messico) nel 1952 ed è stato ordinato sacerdote nel 1979. È stato finora parroco della parrocchia del Cuore Immacolato di Maria in Colima e Coordinatore della Zona Pastorale Centro.

- Ha nominato il Reverendo Efrain Mendoza Cruz, Vescovo Ausiliare di Tlalnepantla (superficie: 682; popolazione: 3.980.000; cattolici: 3.184.000; sacerdoti: 342; religiosi: 432; diaconi permanenti: 11), Messico. Il Vescovo eletto è nato nel 1959 a Tlalnepantla (Messico) ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. È stato finora Rettore del Seminario Maggiore di Tlalnepantla (Messico).

- Ha nominato il Cardinale Carlos Amigo Vallejo, Arcivescovo emerito di Sevilla (Spagna), Suo Inviato Speciale alle celebrazioni conclusive dell’Anno giubilare nel 500° anniversario dell’erezione canonica delle prime circoscrizioni ecclesiastiche delle Americhe: Santo Domingo e La Vega (Repubblica Dominicana) e San Juan de Puerto Rico (Porto Rico), in programma il 7 e l’8 agosto 2011.
NER:RE:NEA:NA/ VIS 20110606 (280)
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