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lunedì 6 giugno 2011

INCONTRO CON IL MONDO DELLA CULTURA

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2011 (VIS). Dopo il saluto al Comitato Organizzatore Statale della Visita Apostolica, presso la sede della Nunziatura Apostolica di Zagreb, alle 17:45, il Santo Padre si è diretto al Teatro Nazionale croato per l’incontro con gli esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale ed imprenditoriale, con il Corpo Diplomatico e con i Leader religiosi.

Benedetto XVI è stato accolto da un piccolo ensemble musicale ed ha ricevuto il saluto dell’Arcivescovo Zelimir Puljic, di Zadar, Presidente della Commissione della Conferenza Episcopale Croata per la Cultura e dal Professor Niko Zurak, docente di etica della medicina presso la Facoltà di Medicina di Zagreb e Membro della Pontificia Accademia per la Vita.

“La dimensione dell’universalità, distintiva dell’arte e della cultura” – ha detto il Papa nel suo discorso – “è particolarmente congeniale al Cristianesimo e alla Chiesa Cattolica. Cristo è pienamente uomo, e tutto ciò che è umano trova in Lui e nella sua Parola pienezza di vita e di significato”.

“Questo splendido Teatro” – ha proseguito il Pontefice – “è un luogo simbolico, che esprime la vostra identità nazionale e culturale. Potervi incontrare qui, riuniti insieme, è un motivo ulteriore di gioia dello spirito, perché la Chiesa è un mistero di comunione e gioisce sempre della comunione, nella ricchezza delle diversità. La partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane, come pure delle religioni ebraica e musulmana, contribuisce a ricordare che la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l’ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità. La religione mette l’uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace. Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione”.

“E qui vorrei introdurre il tema centrale della mia breve riflessione: quello della coscienza. Esso è trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono impegnati ed è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale. Penso, naturalmente all’Europa, di cui la Croazia è da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su quello politico-istituzionale. Ebbene, le grandi conquiste dell’età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi. La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto ‘critico’ che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro”.

Successivamente Benedetto XVI ha ribadito che occorre ricordare le origini cristiane di numerose istituzioni culturali e scientifiche croate “per la fedeltà alla verità storica” ed ha affermato che: “è importante saper leggere in profondità tali origini, perché possano animare anche l’oggi. Decisivo, cioè, è cogliere il dinamismo che sta dentro l’avvenimento – per esempio – della nascita di un’università, o di un movimento artistico, o di un ospedale. Occorre comprendere il perché e il come ciò sia avvenuto, per valorizzare nell’oggi tale dinamismo, che è una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale”.

“Vorrei soffermarmi” – ha proseguito il Pontefice – “sulla figura del Padre Ruđer Josip Bošković, gesuita, che nacque a Dubrovnik trecento anni or sono, il 18 maggio 1711. Egli impersona molto bene il felice connubio tra la fede e la scienza, che si stimolano a vicenda per una ricerca al tempo stesso aperta, diversificata e capace di sintesi. (...) In Bošković c’è l’analisi, c’è lo studio di molteplici rami del sapere, ma c’è anche la passione per l’unità. E questo è tipico della cultura cattolica. Per questo è segno di speranza la fondazione di un’Università Cattolica in Croazia. Auspico che essa contribuisca a fare unità tra i diversi ambiti della cultura contemporanea, i valori e l’identità del vostro Popolo, dando continuità al fecondo apporto ecclesiale alla storia della nobile Nazione croata”.

“Ritorniamo dunque alla coscienza” – ha detto ancora il Papa – “come chiave di volta per l’elaborazione culturale e per la costruzione del bene comune. È nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo che comincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparano ad approfondire le Sacre Scritture, che sono il ‘grande codice’ della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della comunità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è ‘la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera’”.

“Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito (...) e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico. È qui che i ‘Christifideles laici’” – ha concluso il Pontefice – “sono chiamati a spendere generosamente la loro formazione, guidati dai principi della Dottrina sociale della Chiesa, per una autentica laicità, per la giustizia sociale, per la difesa della vita e della famiglia, per la libertà religiosa e di educazione”.

Al termine dell’Incontro con gli esponenti della società civile, Benedetto XVI si è diretto in papamobile alla Piazza Josip Jelacic dove, alle 19:30, si è svolto l’incontro con i giovani.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (1010)

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