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lunedì 6 giugno 2011

BEATO STEPINAC INTREPIDO PASTORE ESEMPIO FERMEZZA CRISTIANA

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2011 (VIS). Congedatosi dalla Nunziatura Apostolica, il Papa si è recato alla Cattedrale di Zagabria, dedicata a Maria Santissima Assunta ed a Santo Stefano re d’Ungheria, per la Celebrazione di Vespri con i Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose e seminaristi, novizi e novizie croati.

“Questa sera” – ha detto il Papa nel suo discorso – “vogliamo fare devota e orante memoria del Beato Alojzije Stepinac, intrepido Pastore, esempio di zelo apostolico e di cristiana fermezza, la cui eroica esistenza ancora oggi illumina i fedeli delle Diocesi croate, sostenendone la fede e la vita ecclesiale. I meriti di questo indimenticabile Vescovo derivano essenzialmente dalla sua fede: nella sua vita, egli ha sempre tenuto fisso lo sguardo su Gesù e a Lui si è sempre conformato, al punto da diventare una viva immagine del Cristo, anche sofferente. Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana, ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, ‘avvocato’ dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi. Sì, è diventato ‘avvocato’ di Dio su questa terra, poiché ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell’uomo di vivere con Dio”.

“Il Beato Alojzije Stepinac” – ha proseguito il Pontefice – “ha risposto con il suo sacerdozio, con l’episcopato, con il sacrificio della vita: un unico ‘sì’ unito a quello di Cristo. Il suo martirio segna il culmine delle violenze perpetrate contro la Chiesa durante la terribile stagione della persecuzione comunista. I cattolici croati, in particolare il clero, sono stati oggetto di vessazioni e soprusi sistematici, che miravano a distruggere la Chiesa cattolica, a partire dalla sua più alta Autorità locale. Quel tempo particolarmente duro è stato caratterizzato da una generazione di Vescovi, di sacerdoti e di religiosi pronti a morire per non tradire Cristo, la Chiesa e il Papa. La gente ha visto che i sacerdoti non hanno mai perso la fede, la speranza, la carità, e così sono rimasti sempre uniti. Questa unità spiega ciò che è umanamente inspiegabile: che un regime così duro non abbia potuto piegare la Chiesa”.

“Anche oggi la Chiesa in Croazia è chiamata ad essere unita” – ha affermato il Papa – “per affrontare le sfide del mutato contesto sociale, individuando con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione, specialmente al servizio delle giovani generazioni. Cari Fratelli nell’Episcopato, vorrei incoraggiare anzitutto voi nello svolgimento della vostra missione (...). È importante, inoltre, che soprattutto i Vescovi e i sacerdoti operino sempre al servizio della riconciliazione tra i cristiani divisi e tra cristiani e musulmani, seguendo le orme di Cristo, che è nostra pace. Riguardo ai sacerdoti, non mancate di offrire loro chiari indirizzi spirituali, dottrinali e pastorali. La comunità ecclesiale, infatti, presenta al proprio interno legittime diversità, tuttavia essa non può rendere una testimonianza fedele al Signore se non nella comunione dei suoi membri. Questo richiede da voi il servizio della vigilanza, da offrire nel dialogo e con grande amore, ma anche con chiarezza e fermezza”.

“A tale proposito, il Beato Cardinale Stepinac così si esprimeva: ‘Uno dei più grandi mali del nostro tempo è la mediocrità nelle questioni di fede. Non facciamoci illusioni … O siamo cattolici o non lo siamo. Se lo siamo, bisogna che questo si manifesti in ogni campo della nostra vita’” – ha ricordato Benedetto XVI che ha aggiunto: “L’insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso, non può essere svincolato dal Vangelo. Spetta proprio ai Pastori proporlo autorevolmente ai fedeli, per aiutarli a valutare le loro responsabilità personali, l’armonia tra le loro decisioni e le esigenze della fede”.

“Cari sacerdoti” – ha detto il Papa – “Vi esorto a non perdervi d’animo, a rimanere vigilanti nella preghiera e nella vita spirituale per compiere con frutto il vostro ministero: insegnare, santificare e guidare quanti sono affidati alle vostre cure. Accogliete con magnanimità chi bussa alla porta del vostro cuore (...). Perseverate nella comunione con il vostro Vescovo e nella collaborazione reciproca. Alimentate il vostro impegno alle sorgenti della Scrittura, dei Sacramenti, della lode costante di Dio, aperti e docili all’azione dello Spirito Santo; sarete così operatori efficaci della nuova evangelizzazione, che siete chiamati a realizzare unitamente ai laici, in modo coordinato e senza confusione fra ciò che dipende dal ministero ordinato e ciò che appartiene al sacerdozio universale dei battezzati. Abbiate a cuore la cura delle vocazioni al sacerdozio”.

Ai consacrati e consacrate il Papa ha detto: “Molto la Chiesa si attende da voi (...) Dio sia sempre la vostra unica ricchezza: da Lui lasciatevi plasmare, per rendere visibile all’uomo d’oggi, assetato di valori veri, la santità, la verità, l’amore del Padre celeste”.

“A voi, giovani” – ha detto infine il Papa – “che vi preparate al sacerdozio o alla vita consacrata (...). Sia sempre pronto il vostro cuore! L’eroica testimonianza del Beato Alojzije Stepinac ispiri un rinnovamento delle vocazioni tra i giovani croati”.

Al termine della celebrazione, il Santo Padre si è raccolto in preghiera presso la tomba del Beato Alojzije Stepinac.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (840)

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