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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 11 maggio 2009

PROCLAMARE CON CHIAREZZA CIÒ CHE ABBIAMO IN COMUNE


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2009 (VIS). Alle 18:45 il Papa ha incontrato i Rappresentanti delle Organizzazioni per il Dialogo Interreligioso presso il "Notre Dame of Jerusalem Centre", che Giovanni Paolo II eresse in Pontificio Istituto nel 1973. All'incontro, tenutosi nell'Auditorium, hanno partecipato 500 persone.

All'inizio del suo discorso, il Santo Padre ha affermato che: "Indubbiamente molto è stato realizzato per creare un senso di vicinanza e di unità all'interno dell'universale famiglia umana. Tuttavia, allo stesso tempo, l'uso illimitato di portali attraverso i quali le persone hanno facile accesso a indiscriminate fonti di informazioni può divenire facilmente uno strumento di crescente frammentazione".

"La domanda che poi sorge naturalmente è quale contributo porti la religione alle culture del mondo che contrasti la ricaduta di una così rapida globalizzazione. (...) Come credenti o persone religiose noi siamo posti di fronte alla sfida di proclamare con chiarezza ciò che noi abbiamo in comune".

"Vite di religiosa fedeltà echeggiano l'irrompente presenza di Dio e formano così una cultura non definita dai limiti del tempo o del luogo ma fondamentalmente plasmate dai principi e dalle azioni che provengono dalla fede".

"La fede religiosa presuppone la verità" - ha sottolineato Benedetto XVI - "Colui che crede è colui che cerca la verità e vive in base ad essa. (...) Insieme" - ha detto il Papa ai presenti - "possiamo proclamare che Dio esiste e che può essere conosciuto, che la terra è sua creazione, che noi siamo sue creature, e che egli chiama ogni uomo e donna ad uno stile di vita che rispetti il suo disegno per il mondo. Amici, se crediamo di avere un criterio di giudizio e di discernimento che è divino nella sua origine e destinato a tutta l'umanità, allora non possiamo stancarci di portare tale conoscenza ad influire sulla vita civile. La verità deve essere offerta a tutti; essa serve a tutti i membri della società".

"Lungi dal minacciare la tolleranza delle differenze o della pluralità culturale" - ha detto ancora il Pontefice - "la verità rende il consenso possibile e mantiene ragionevole, onesto e verificabile il pubblico dibattito e apre la strada alla pace. Promuovendo la volontà di essere obbedienti alla verità, di fatto, allarga il nostro concetto di ragione e il suo ambito di applicazione e rende possibile il dialogo genuino delle culture e delle religioni di cui c'è oggi particolarmente bisogno".

"In un'epoca di accesso immediato all'informazione" - ha rilevato il Pontefice - "e di tendenze sociali che generano una specie di monocultura, la riflessione profonda che contrasti l'allontanamento della presenza di Dio rafforzerà la ragione, stimolerà il genio creativo, faciliterà la valutazione critica delle consuetudini culturali e sosterrà il valore universale della credenza religiosa".

"Qualcuno vorrebbe che noi credessimo che le nostre differenze sono necessariamente causa di divisione e pertanto al più da tollerarsi. Alcuni addirittura sostengono che le nostre voci devono semplicemente essere ridotte al silenzio. Ma noi sappiamo" - ha ribadito il Papa - "che le nostre differenze non devono mai essere mal rappresentate come un'inevitabile sorgente di frizione o di tensione sia tra noi stessi sia, più in largo, nella società. Al contrario, esse offrono una splendida opportunità per persone di diverse religioni di vivere insieme in profondo rispetto, stima e apprezzamento, incoraggiandosi reciprocamente nelle vie di Dio".

"Sospinti dall'Onnipotente e illuminati dalla sua verità" - ha concluso il Pontefice - "possiate voi continuare a camminare con coraggio, rispettando tutto ciò che ci differenzia e promuovendo tutto ciò che ci unisce come creature benedette dal desiderio di portare speranza alle nostre comunità e al mondo".

Concluso l'incontro, il Santo Padre ha benedetto la Prima pietra del nuovo "Istituto Notre Dame" di Magdala che servirà da struttura ricettiva per i pellegrini e centro spirituale con la futura Basilica di Santa Maria Maddalena.
PV-ISRAELE/INCONTRO INTERRELIG./GERUSALEMME VIS 20090512 (630)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Padre Devprasad John Ganawa, S.V.D., finora Rettore del Centro dei Verbiti di Udaipur (India), Vescovo di Jhabua (superficie: 21.366; popolazione: 4.237.905; cattolici: 33.576; sacerdoti: 54; religiosi: 210), India. Il Vescovo eletto, è nato nel 1951 a Panchkui (India), ha emesso la prima professione religiosa nella Società del Verbo Divino nel 1974, quella perpetua nel 1981 ed è stato ordinato sacerdote nel 1982.

- Il Padre Arockia Sebastian Durairaj, S.V.D., Superiore Provinciale della Central Indian Province, S.V.D., Vescovo di Khandwa (superficie: 24.000; popolazione: 4.568.000; cattolici: 31.432; sacerdoti: 67; religiosi: 250), India. Il Vescovo eletto è nato nel 1957 a Thirunagar (India), ha emesso la professione perpetua nella Società del Verbo Divino nel 1984 ed è stato ordinato sacerdote nel 1985.
NER/.../GANAWA:DURAIRAJ VIS 20090511 (140)

ARRIVO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN ISRAELE


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2009 (VIS). Alle 11:00 ora locale (alle 10:00 ora italiana), il Santo Padre Benedetto XVI è arrivato all'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv (Israele) dove erano ad accoglierlo ai piedi della scaletta dell'aereo il Presidente della Repubblica, Signor Shimon Peres, il Primo Ministro, Signor Benjamin Netanyahu, le Autorità civili e politiche e gli Ordinari di Terra Santa.

"Grazie per la vostra calorosa accoglienza nello Stato di Israele" - ha detto il Papa nel suo discorso - "in questa terra che è considerata santa da milioni di credenti in tutto il mondo. (...) Una terra resa santa dalle orme di patriarchi e profeti, una terra che i Cristiani tengono in particolare venerazione quale luogo degli eventi della vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo. (...) Come molti altri prima di me, vengo per pregare nei luoghi santi, a pregare in modo speciale per la pace - pace qui nella Terra Santa e pace in tutto il mondo".

"La Santa Sede e lo Stato di Israele condividono molti valori, primo fra tutti l'impegno di riservare alla religione il suo legittimo posto nella vita della società. Il giusto ordine delle relazioni sociali presuppone ed esige il rispetto per la libertà e la dignità di ogni essere umano, che Cristiani, Musulmani ed Ebrei credono ugualmente essere creato da un Dio amorevole e destinato alla vita eterna. Quando la dimensione religiosa della persona umana viene negata o posta ai margini, viene messo in pericolo il fondamento stesso di una corretta comprensione dei diritti umani inalienabili".

"Tragicamente, il popolo ebraico ha sperimentato le terribili conseguenze di ideologie che negano la fondamentale dignità di ogni persona umana. È giusto e conveniente che, durante la mia permanenza in Israele, io abbia l'opportunità di onorare la memoria dei sei milioni di Ebrei vittime della 'Shoah', e di pregare affinché l'umanità non abbia mai più ad essere testimone di un crimine di simile enormità. Sfortunatamente, l'antisemitismo continua a sollevare la sua ripugnante testa in molte parti del mondo. Questo è totalmente inaccettabile. Ogni sforzo deve essere fatto per combattere l'antisemitismo dovunque si trovi, e per promuovere il rispetto e la stima verso gli appartenenti ad ogni popolo, razza, lingua e nazione in tutto il mondo".

"Durante la mia permanenza a Gerusalemme" - ha proseguito il Pontefice - "avrò anche il piacere di incontrare molti distinti leader religiosi di questo Paese. Una cosa che le tre grandi religioni monoteistiche hanno in comune è una speciale venerazione per questa Città Santa. È mia fervida speranza che tutti i pellegrini dei luoghi santi abbiano la possibilità di accedervi liberamente e senza restrizioni, di prendere parte a cerimonie religiose e di promuovere il degno mantenimento degli edifici di culto posti nei sacri spazi".

"Anche se il nome Gerusalemme significa 'città della pace'" - ha ricordato il Papa - "è del tutto evidente che per decenni la pace ha tragicamente eluso gli abitanti di questa terra santa. Gli occhi del mondo sono sui popoli di questa regione, mentre essi lottano per giungere ad una soluzione giusta e duratura dei conflitti che hanno causato tante sofferenze. Le speranze di innumerevoli uomini, donne e bambini per un futuro più sicuro e più stabile dipendono dall'esito dei negoziati di pace fra Israeliani e Palestinesi".

"In unione con tutti gli uomini di buona volontà, supplico quanti sono investiti di responsabilità ad esplorare ogni possibile via per la ricerca di una soluzione giusta alle enormi difficoltà, così che ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all'interno di confini sicuri ed internazionalmente riconosciuti. A tale riguardo, spero e prego che si possa presto creare un clima di maggiore fiducia, che renda capaci le parti di compiere progressi reali lungo la strada verso la pace e la stabilità".

Il Santo Padre ha concluso il suo discorso rivolgendosi ai Vescovi e a i fedeli cattolici, ricordando che: "Sarà mia speciale gioia unirmi a voi per concludere le celebrazioni dell'Anno della Famiglia, che si svolgeranno a Nazareth, patria della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. (...) La famiglia è 'la prima ed indispensabile maestra di pace', e pertanto ha un ruolo vitale da svolgere nel sanare le divisioni presenti nella società umana ad ogni livello".

"Alle comunità cristiane della Terra Santa dico: attraverso la vostra fedele testimonianza a Colui che predicò il perdono e la riconciliazione, attraverso il vostro impegno a difendere la sacralità di ogni vita umana, potrete recare un particolare contributo perché terminino le ostilità che per tanto tempo hanno afflitto questa terra. Prego che la vostra continua presenza in Israele e nei Territori Palestinesi porti molto frutto nel promuovere la pace e il rispetto reciproco fra tutte le genti che vivono nelle terre della Bibbia".

A conclusione della cerimonia di benvenuto il Papa è partito in elicottero diretto all'eliporto di Gerusalemme sul Monte Scopus dove è stato accolto dal Sindaco Signor Nir Barkat. Successivamente il Papa ha raggiunto la Delegazione Apostolica di Gerusalemme per il pranzo in privato.

Nel pomeriggio di oggi il Santo Padre renderà una visita di cortesia al Presidente dello Stato di Israele, Signor Simon Peres, si recherà in visita al Memoriale di "Yad Vashem" ed incontrerà i Membri delle Organizzazioni per il Dialogo Interreligioso presso il "Notre Dame Jerusalem Center".
PV-ISRAELE/BENVENUTO/TEL AVIV VIS 20090511 (880)

IL SANTO PADRE SI CONGEDA DALLA GIORDANIA


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2009 (VIS). Questa mattina dopo la celebrazione della Santa Messa in privato, Papa Benedetto XVI ha preso congedo dalla Nunziatura Apostolica di Amman e alle 9:30 si è recato all'aeroporto internazionale Queen Alia di Amman dove ha avuto luogo la cerimonia di congedo.

A conclusione della prima parte del suo Pellegrinaggio nelle terre della Bibbia, il Santo Padre ha ringraziato Sua Maestà il Re Abdallah II di Giordania per la sua ospitalità e tutti coloro che si sono adoperati per rendere possibile la sua visita.

"Desidererei incoraggiare tutti i Giordani, sia Cristiani che Musulmani" - ha detto il Papa - "a costruire sulle solide fondamenta della tolleranza religiosa che rende capaci i membri delle diverse comunità di vivere insieme in pace e mutuo rispetto".

"Sua Maestà il Re è stato molto attivo nel promuovere il dialogo inter-religioso e desidero rilevare quanto il suo impegno a questo riguardo sia apprezzato. Prendo anche atto con gratitudine della particolare considerazione che egli dimostra verso la comunità cristiana in Giordania. Questo spirito di apertura non solo aiuta i membri delle diverse comunità etniche in questo Paese a vivere insieme in pace e concordia, ma ha anche contribuito alle iniziative politiche lungimiranti della Giordania per costruire la pace in tutto il Medio Oriente".

Al termine del discorso, il Papa è salito a bordo dell'aereo diretto a Tel Aviv, dove è giunto mezz'ora dopo.
PV-GIORDANIA/CONGEDO/AMMAN VIS 20090511 (250)

CRISTIANI CHIAMATI RICONCILIAZIONE, PACE, PERDONO


CITTA' DEL VATICANO, 10 MAG. 2009 (VIS). Questa pomeriggio alle 16:30, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in automobile alla regione di "Bethany beyond the Jordan", "Betania al di là del Giordano", a 50 chilometri da Amman, al confine fra Giordania e Israele. Betania è tuttora sepolta e la sua precisa posizione resta ignota; forse si trova a 200 metri ad occidente del Colle del Profeta Elia dove non sono ancora stati effettuati scavi archeologici.

Al suo arrivo il Papa è salito a bordo di una autovettura elettrica, approntata per questa occasione. Ad accompagnarlo erano le loro Maestà il Re Abdallah II Bin Al-Hussein, la Regina Raina e il Principe Ghazi, ed un seguito di undici autovetture dello stesso tipo, mentre il Direttore del Centro Al-Maghtas, spiegava al Santo Padre i ritrovamenti dell'itinerario archeologico del "Luogo del Battesimo", il cui percorso termina in corrispondenza del cantiere di costruzione delle due Chiese Latina e Greco-Melkita, le cui prime pietre il Papa ha benedetto al termine della visita.

Concluso il giro in autovettura elettrica, il Santo Padre ha ricordato che Betania è un luogo "segnato da molti avvenimenti memorabili nella storia biblica. Il profeta Elia, il Tisbita, proveniva da questa area non lontano dal nord di Galaad. (...). Qui lo Spirito del Signore chiamò Giovanni, figlio di Zaccaria, a predicare la conversione dei cuori. Giovanni l'Evangelista pose in questa area anche l'incontro tra il Battista e Gesù, che in occasione del battesimo venne 'unto' dallo Spirito di Dio".

"La prima pietra di una chiesa è simbolo di Cristo" - ha affermato Benedetto XVI - "La Chiesa poggia su Cristo, è sostenuta da Lui e non può essere da Lui separata. Egli è l'unico fondamento di ogni comunità cristiana, la pietra viva, rigettata dai costruttori ma preziosa agli occhi di Dio e da Lui scelta come pietra angolare. Con Lui anche noi siamo pietre vive costruite come edificio spirituale, luogo di dimora per Dio. (...) La Chiesa è in Cristo una comunità di vita nuova, una dinamica realtà di grazia che promana da Lui".

"Entriamo nella Chiesa mediante il Battesimo" - ha ricordato il Papa - "La memoria del battesimo stesso di Cristo è vivamente presente davanti a noi in questo luogo. Gesù si mise in fila con i peccatori ed accettò il battesimo di penitenza di Giovanni come un segno profetico della sua stessa passione, morte e resurrezione per il perdono dei peccati. (...) Possa il Giordano ricordarvi sempre che siete stati lavati nelle acque del Battesimo e siete divenuti membri della famiglia di Gesù!" - ha esclamato il Pontefice - "Le vostre vite, in obbedienza alla sua parola, sono trasformate nella sua immagine e somiglianza".

"Cari Fratelli e Sorelle, possa la contemplazione di questi misteri" - ha proseguito il Papa - "arricchirvi di gioia spirituale e coraggio morale. Con l'Apostolo Paolo, vi esorto a crescere nella intera serie di nobili atteggiamenti che vanno sotto il nome benedetto di 'agape', amore Cristiano. Promuovete il dialogo e la comprensione nella società civile, specialmente quando rivendicate i vostri legittimi diritti. In Medio Oriente, segnato da tragica sofferenza, da anni di violenza e di questioni irrisolte, i Cristiani sono chiamati a offrire il loro contributo, ispirato dall'esempio di Gesù, di riconciliazione e pace con il perdono e la generosità".

"Continuate ad essere grati a coloro che vi guidano e vi servono fedelmente come ministri di Cristo" - ha detto infine il Pontefice - "Fate bene ad accettare la loro guida nella fede sapendo che nel ricevere l'insegnamento apostolico che essi trasmettono, accogliete Cristo e accogliete l'Unico che l'ha inviato".

Al termine del Rito di Benedizione delle Prime pietre, Papa Benedetto XVI è rientrato alla Nunziatura Apostolica di Amman per la cena in privato e il pernottamento.
PV-GIORDANIA/BENEDIZIONE CHIESE/BETANIA VIS 20090511 (540)

DARE TESTIMONIANZA FEDE CRISTIANA IN TERRA SANTA


CITTA' DEL VATICANO, 10 MAG. 2009 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, il Papa ha celebrato la Santa Messa nello Stadio Internazionale di Amman, che ha una capienza di 25.000 persone.

Nell'omelia il Santo Padre ha affermato che la comunità cattolica del Paese deve affrontare le difficoltà e incertezze "che riguardano tutti gli abitanti del Medio Oriente; non dimenticate mai la grande dignità che deriva dalla vostra eredità cristiana, e non venite mai meno al senso di amorevole solidarietà verso tutti i vostri fratelli e sorelle della Chiesa in tutto il mondo!".

"Oggi in Giordania abbiamo celebrato la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni" - ha ricordato il Pontefice - "Oggi invito i molti giovani qui presenti a considerare come il Signore li stia chiamando a seguirlo e a edificare la sua Chiesa. Sia nel ministero sacerdotale o nella vita consacrata, sia nel sacramento del matrimonio".

"Durante la celebrazione del presente Anno della Famiglia, la Chiesa in tutta la Terra Santa ha pensato alla famiglia come a un mistero di amore che dona la vita, mistero racchiuso nel piano di Dio con una sua propria vocazione e missione (...) Possa ogni famiglia cristiana" - ha esortato il Pontefice - "crescere nella fedeltà a questa sua nobile vocazione di essere una vera scuola di preghiera, dove i fanciulli imparano il sincero amore di Dio, dove maturano nell'autodisciplina e nell'attenzione ai bisogni degli altri, e dove, modellati dalla sapienza che proviene dalla fede, contribuiscono a costruire una società sempre più giusta e fraterna. (...) Possano le famiglie di oggi essere fedeli a questa grande eredità e non venga mai a mancare il sostegno materiale e morale di cui hanno bisogno per attuare il loro insostituibile ruolo a servizio della società".

Nel ricordare che "Un importante aspetto della nostra riflessione in questo Anno della Famiglia, è stato la particolare dignità, vocazione e missione delle donne nel piano di Dio", il Papa ha esclamato: "Quanto la Chiesa in queste terre deve alla testimonianza di fede e di amore di innumerevoli madri cristiane, Suore, maestre ed infermiere, di tutte quelle donne che in diverse maniere hanno dedicato la loro vita a costruire la pace e a promuovere 1'amore!"

"Fin dalle prime pagine della Bibbia" - ha ricordato inoltre il Pontefice - "vediamo come uomo e donna creati ad immagine di Dio, sono chiamati a completarsi l'un l'altro come amministratori dei doni di Dio e suoi collaboratori nel comunicare il dono della vita, sia fisica che spirituale, al nostro mondo. Sfortunatamente, questa dignità e missione donate da Dio alle donne non sono state sempre sufficientemente comprese e stimate. (...) Con la sua pubblica testimonianza di rispetto per le donne e con la sua difesa dell'innata dignità di ogni persona umana, la Chiesa in Terra Santa può dare un importante contributo allo sviluppo di una cultura di vera umanità e alla costruzione della civiltà dell'amore".

Nel commentare il Vangelo di oggi, nel quale il Signore ci dice "Il buon pastore dà la propria vita per le sue pecore", il Papa ha detto: "All'inizio della Messa abbiamo chiesto al Padre di 'darci la forza del coraggio di Cristo nostro pastore', che rimase costante nella fedeltà alla volontà del Padre. Che il coraggio di Cristo nostro pastore vi ispiri e vi sostenga quotidianamente nei vostri sforzi di dare testimonianza della fede cristiana e di mantenere la presenza della Chiesa nel cambiamento del tessuto sociale di queste antiche terre".

"La fedeltà alle vostre radici cristiane, la fedeltà alla missione della Chiesa in Terra Santa" - ha proseguito il Pontefice - "vi chiedono un particolare tipo di coraggio: il coraggio della convinzione nata da una fede personale, non semplicemente da una convenzione sociale o da una tradizione familiare; il coraggio di impegnarvi nel dialogo e di lavorare fianco a fianco con gli altri cristiani nel servizio del Vangelo e nella solidarietà con il povero, lo sfollato e le vittime di profonde tragedie umane; il coraggio di costruire nuovi ponti per rendere possibile un fecondo incontro di persone di diverse religioni e culture e così arricchire il tessuto della società. Ciò significa anche dare testimonianza all'amore che ci ispira a 'sacrificare' la nostra vita nel servizio agli altri e così a contrastare modi di pensare che giustificano lo 'stroncare' vite innocenti".

Al termine della Santa Messa e prima della recita del Regina Caeli, il Papa ha invocato la Vergine Maria con queste parole: "Chiediamo alla Madre della Chiesa di volgere lo sguardo misericordioso su tutti i Cristiani di queste terre; con l'aiuto delle sue preghiere possano essere veramente una cosa sola nella fede che professano e nella testimonianza che offrono".
PV-GIORDANIA/MESSA/AMMAN VIS 20090511 (770)

ELOGIO ATTIVITÀ APOSTOLICA CHIESE ORIENTALI


CITTA' DEL VATICANO, 9 MAG. 2009 (VIS). La Cattedrale Greco-Melkita di San Giorgio ha accolto nel pomeriggio di oggi il Santo Padre che ha celebrato i Vespri con i rappresentanti, sacerdoti, religiosi e fedeli delle Chiese Cattoliche Orientali (Maronita, Sira, Armena, Caldea e Latina). Era presente l'Arcivescovo Benediktos Tsikoras della Chiesa Greco-Ortodossa.

Dopo il saluto del Patriarca Greco-Melkita Sua Beatitudine Gregorio III Laham e del Vicario Monsignor Yasser Ayyach, Papa Benedetto XVI si è rivolto ai presenti.

"La Chiesa stessa" - ha detto il Papa - "è un popolo pellegrino; come tale, attraverso i secoli, è stato segnata da eventi storici determinanti e da pervasive vicende culturali. Purtroppo alcune di queste hanno incluso periodi di disputa teologica o di repressione. Tuttavia vi sono stati momenti di riconciliazione - che hanno fortificato meravigliosamente la comunione della Chiesa - e tempi di ricca ripresa culturale ai quali i Cristiani Orientali hanno contribuito grandemente".

Tutti i Cristiani sono chiamati a rispondere attivamente al mandato di Dio (...) per portare gli altri a conoscerlo e ad amarlo. In realtà le vicissitudini della storia hanno fortificato i membri delle Chiese particolari ad abbracciare questo compito con energia e ad impegnarsi decisamente in rapporto alle realtà pastorali odierne".

Nel ricordare gli antichi legami con il Patriarcato di Antiochia, e sottolineando come le comunità siano ben radicate nel Vicino Oriente, Benedetto XVI ha affermato: "E proprio come due mila anni or sono fu ad Antiochia che i discepoli vennero chiamati Cristiani per la prima volta, così anche oggi, come piccole minoranze in comunità disseminate in queste terre, anche voi siete riconosciuti come seguaci del Signore. La pubblica dimostrazione della vostra fede cristiana non è certamente ristretta alla sollecitudine spirituale che avete l'uno per l'altro e per la vostra gente, per quanto essenziale ciò sia. Ma le vostre numerose iniziative di universale carità si estendono a tutti i Giordani - Musulmani e di altre religioni - ed anche al vasto numero di rifugiati che questo regno accoglie così generosamente".

"Le vostre liturgie, la disciplina ecclesiastica e il patrimonio spirituale sono una vivente testimonianza della vostra tradizione che si dispiega" ha detto il Papa ed ha ricordato che "imitando Cristo ed i patriarchi e i profeti dell'Antico Testamento, noi partiamo per condurre il popolo dal deserto verso il luogo della vita, verso il Dio che ci dà vita in abbondanza".

"Questo caratterizza tutti i vostri lavori apostolici, la cui varietà e qualità sono molto apprezzate. (...) La vostra presenza in questa società è un meraviglioso segno della speranza che ci qualifica come cristiani. Tale speranza giunge ben oltre i confini delle nostre comunità cristiane. Così spesso voi scoprite che le famiglie di altre religioni, per le quali voi lavorate e offrite il vostro servizio di carità universale, hanno preoccupazioni e difficoltà che oltrepassano i confini culturali e religiosi".

"Ciò è particolarmente avvertito per quanto riguarda le speranze e le aspirazioni dei genitori per i loro bambini" - ha rilevato il Papa - "Quale genitore" - si è chiesto il Papa - "o persona di buona volontà non si sentirebbe turbato di fronte agli influssi negativi così penetranti nel nostro mondo globalizzato, compresi gli elementi distruttivi dell'industria del divertimento che con tanta insensibilità sfruttano l'innocenza e la fragilità della persona vulnerabile e del giovane?".

Infine Benedetto XVI ha esortato i candidati al sacerdozio e alla vita religiosa e tutti i giovani cristiani giordani con questa parole: "Non abbiate paura di dare il vostro contributo saggio, misurato e rispettoso alla vita pubblica del regno. La voce autentica della fede sempre porterà integrità, giustizia, compassione e pace!".
PV-GIORDANIA/VESPRI/AMMAN VIS 20090511 (590)
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