Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

martedì 31 gennaio 2012

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE FEBBRAIO 2012


CITTÀ DEL VATICANO, 31 GEN 2012 (VIS). Riportiamo di seguito le intenzioni per il mese di febbraio affidate dal Papa all'apostolato della preghiera.

  Generale: “Perché tutti i popoli abbiano pieno accesso all'acqua e alle risorse necessarie al sostentamento quotidiano”.

  Missionaria: “Perché il Signore sostenga lo sforzo degli operatori sanitari delle regioni più povere nell'assistenza ai malati e agli anziani”.
BXVI - INTENZIONI/           VIS 20120131 (60)

COMUNICATO STAMPA SU ARTICOLO DEL "CORRIERE DELLA SERA"


CITTÀ DEL VATICANO, 31 GEN 2012 (VIS). Questa mattina, è stato reso pubblico un comunicato del Direttore dell'Ufficio Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., nel quale risponde alle domande dei giornalisti a proposito dell'articolo pubblicato oggi dal quotidiano italiano "Corriere della Sera", dal titolo: "Dalla Congregazone dei Santi 1.6 milioni al 'Madoff dei Parioli'". Riportiamo qui di seguito il testo del comunicato:

  "Il rev. Francesco Maria Ricci, di cui si parla nell’articolo, è un religioso domenicano, che opera per conto del suo Ordine”.

  “Egli non appartiene in alcun modo alla Congregazione delle Cause dei Santi. Occorre infatti notare che Postulazioni e Postulatori sono 'clienti' della Congregazione, a cui si rivolgono per promuovere le cause di cui si occupano, ma non fanno assolutamente parte della Congregazione”.

  “Bisogna quindi ribadire la totale estraneità della Congregazione delle Cause dei Santi, del suo Prefetto, card. Amato, e di tutti i suoi Officiali, alla vicenda di cui ci parla nell’articolo in questione".
OP/          VIS 20120131 (160)

BEATA HILDEGARD BURJAN: MADRE DI FAMIGLIA E POLITICA


CITTÀ DEL VATICANO, 31 GEN 2012 (VIS). Ieri pomeriggio, a Vienna (Austria), il Cardinale Christoph Schönborn ha presieduto la Santa Messa di ringraziamento per la beatificazione di Hildegard Burjan, celebrata questa domenica nella Cattedrale di Santo Stefano. Lo stesso giorno il Papa Benedetto XVI ha ricordato, al termine dell'Angelus, la nuova beata che diede una "bella testimonianza del Vangelo".

  Nel servizio di Radio Vaticana dedicato alla nuova beata viene spiegato che Hildegard Burjan, di origine ebraica, nacque nel 1883 nell'allora città prussiana di Görlitz. Studiò Filosofia presso l'Università di Zurigo. Dopo essersi sposata e conseguentemente a una malattia, scoprì la fede cristiana e fu battezzata nel 1909. Si trasferì a Vienna, dove venne eletta deputato del Parlamento austriaco. Visse l'attività politica come un servizio al Vangelo, in favore dei lavoratori oppressi, seguendo gli insegnamenti dell'Enciclica sociale "Rerum Novarum" di Papa Leone XIII.

  Nel 1912 fondò l'Associazione delle operaie cristiane a domicilio. Aiutò le popolazioni che soffrivano la fame, creò una rete di assistenza alle famiglie e lottò contro il lavoro minorile. Nel 1919 fondò la Congregazione delle Religiose della "Caritas Socialis". Vivendo pienamente la famiglia, ebbe una figlia che i medici le avevano consigliato di abortire, cosa che rifiutò fermamente di fare. Nei poveri e nei sofferenti vedeva il Volto di Gesù ed era assetata di giustizia: "Con il denaro e le piccole elemosine -diceva- non si aiutano le persone, ma bisogna ridare loro la fiducia che sono qualcuno e sono in grado di fare qualcosa".

  Nell'omelia di ieri, il Cardinale Schönborn ha affermato che Hildegard Burjan dimostra che la santità è possibile nella politica. E ha aggiunto che "soprattutto con l'azione ha annunciato il Vangelo. (...) La sua beatificazione arriva al momento giusto, per sottolineare proprio che il nocciolo della questione è l'azione. Hildegard è una cristiana che convince senza tante parole, perché agisce. Nella nostra epoca dobbiamo imparare di nuovo a capire cosa significhi essere discepoli. E per far questo non abbiamo bisogno di teorie, ma di esempi, di persone che parlano con i fatti".
RV/             VIS 20120131 (340)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTÀ DEL VATICANO, 31 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Francesco Moraglia Patriarca di Venezia (superficie: 871; popolazione: 375.790; cattolici: 372.032; sacerdoti: 394; religiosi: 755; diaconi permanenti: 29), in Italia. Egli è stato finora Vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato (Italia).

- Ha nominato il Vescovo Filippo Iannone, O.Carm., Vicegerente della Diocesi di Roma (superficie: 881; popolazione: 2.816.706; cattolici: 2.473.000; sacerdoti: 4.922; religiosi: 27.375; diaconi permanenti: 116), in Italia, conferendogli la dignità di Arcivescovo. Egli è stato finora Vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo (Italia).

- Ha nominato Mons. Matteo Maria Zuppi Ausiliare della Diocesi di Roma, in Italia. Il Vescovo eletto è nato a Roma nel 1955 ed è stato ordinato sacerdote nel 1981. Tra gli altri incarichi pastorali, è stato vice-parroco di Santa Maria in Trastevere (1981-2000) e Prefetto della III Prefettura (2005-2010). Nel 2006 è stato insignito del titolo di Cappellano di Sua Santità. Al momento della nomina ad Ausiliare, era Parroco della parrocchia Santi Simone e Giuda in Torre Angela, e Prefetto della XVII Prefettura.

- Ha nominato Mons. Lorenzo Leuzzi Ausiliare della Diocesi di Roma (Italia). Il Vescovo eletto è nato nel 1955 a Trani (Italia). Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Bari (1980), in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense (1983) e in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana, nella quale ha conseguito il dottorato nel 1985. Nel 1984 è stato ordinato sacerdote. Tra gli altri incarichi pastorali, è stato responsabile della Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma (1991-08), Segretario della Sezione Università della Commissione Catechesi Scuola Università del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa (dal 2003), Direttore dell'Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma (dal 1998), Rettore della chiesa di San Gregorio Nazianzeno a Montecitorio e Cappellano della Camera dei Deputati al Parlamento Italiano (dal 2010).

- Ha nominato il Rev. Vincent Harolimana Vescovo della Diocesi di Ruhengeri (superficie: 1.762; popolazione: 989.000; cattolici: 488.000; sacerdoti: 57; religiosi: 102), in Ruanda. Il Vescovo eletto è nato nel 1962 a Mpembe (Ruanda) ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Ha conseguito il dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1999. È stato Vicario della parrocchia di Gisenyi (1990-1993). Dal 2000 fino ad oggi, è stato rettore del Seminario Minore San Pio X della Diocesi di  Nyundo. Dal 2004, è stato "visiting professor" di Teologia Dogmatica nel Seminario Maggiore St. Charles di Nyakibanda e nell'Istituto di Insegnamento Superiore (INES) di Ruhengeri. È membro della Commissione diocesana per gli Affari Economici, per la Pastorale delle Vocazioni e per la Liturgia, ed è, allo stesso tempo, cappellano della Confraternita di Nostra Signora della Resurrezione e delle Sorelle di San Vincenzo de Paoli a Nyundo.

- Ha nominato Mons. Josef Hal'ko Vescovo Ausiliare di Bratislava (superficie: 3.759; popolazione: 769.768; cattolici: 484.749; sacerdoti: 528; religiosi: 925; diaconi permanenti: 5), in Slovacchia. Il Vescovo eletto è nato nel 1964 a Bratislava ed è stato ordinato sacerdote nel 1994. A seguito degli studi presso la Facoltà Politico-Sociale dell'Università Economica, sotto il regime comunista ha lavorato in diversi organismi dal 1986 al 1990, anno in cui è entrato nel Seminario Maggiore. Nel 2000, si è laureato in Teologia presso l'Università della Santa Croce a Roma. Dal 1997 al 2011, è stato professore di storia ecclesiastica nella Facoltà Teologica Romano-Cattolica dei Santi Cirillo e Metodio di Bratislava. Inoltre, dal 1997 fino ad oggi, è stato incaricato della cura pastorale dei fedeli di minoranza ungherese, Capo della Sezione dei mezzi di comunicazione e Portavoce dell'Arcidiocesi.

- Ha accettato la rinunzia all'ufficio di Ausiliare del'Arcidiocesi di Katowice (Polonia), presentata dal Vescovo Gerard Bernacki, in conformità ai canoni 411 e 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.
NEA:NER:RE/         VIS 20120131 (620)

lunedì 30 gennaio 2012

NELLA LOGICA DI DIO, L'AUTORITÀ NON È POTERE MA SERVIZIO


CITTÀ DEL VATICANO, 29 GEN 2012 (VIS). Come ogni domenica, oggi a mezzogiorno, il Santo Padre si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico, per pregare l'Angelus con i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. Tra gli altri, oggi erano presenti i ragazzi dell'Azione Cattolica della Diocesi di Roma, che dedicano il mese di gennaio al tema della pace; al termine della preghiera mariana, due di loro hanno letto un messaggio e hanno liberato due colombe, simbolo di pace, dalla finestra del Papa.

  Benedetto XVI ha introdotto la recita dell'Angelus con una breve riflessione sulla lettura del Vangelo di oggi, nella quale San Marco racconta la predicazione di Gesù nella sinagoga di Cafarnao e la liberazione di un uomo posseduto da uno "spirito impuro" che riconosce il Messia. "In poco tempo -ha spiegato il Papa-, la fama di Gesù si diffonde in tutta la regione, che Egli percorre annunciando il Regno di Dio e guarendo i malati di ogni genere: parola e azione. (...) La parola che Gesù rivolge agli uomini apre immediatamente l'accesso al volere del Padre e alla verità di se stessi. (...) Inoltre, all'efficienza della parola, Gesù univa quella dei segni di liberazione dal male. (...) L'autorità divina (...) è il potere dell'amore di Dio che crea l'universo e, incarnandosi nel Figlio Unigenito, scendendo nella nostra umanità, risana il mondo corrotto dal peccato".

  Il Santo Padre ha osservato che, spesso, per l'uomo l'autorità significa "possesso, potere, dominio, successo. Per Dio, invece, l'autorità significa servizio, umiltà, amore; significa entrare nella logica di Gesù che si china a lavare i piedi dei discepoli, che cerca il vero bene dell'uomo, che guarisce le ferite, che è capace di un amore così grande da dare la vita, perché è l'Amore. (...) Invochiamo con fiducia Maria Santissima, affinché guidi i nostri cuori ad attingere sempre dalla misericordia divina, che libera e guarisce la nostra umanità, ricolmandola di ogni grazia e benevolenza, con la potenza dell'amore".

  Dopo l'Angelus, Benedetto XVI ha ricordato tre eventi che si celebrano oggi. In primo luogo, a Vienna, la beatificazione di Hildegard Burjan, "laica, madre di famiglia, vissuta tra Ottocento e Novecento e fondatrice della Società delle Suore della 'Caritas socialis'. Lodiamo il Signore -ha detto il Papa- per questa bella testimonianza del Vangelo!"

  Inoltre, questa domenica è la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra. Benedetto XVI ha voluto manifestare loro vicinanza e appoggio: "Vorrei far giungere il mio incoraggiamento a tutte le persone affette da questa malattia, come pure a quanti le assistono e, in diversi modi, si impegnano per eliminare la povertà e l'emarginazione, vere cause del permanere del contagio".

  In terzo luogo, oggi si celebra anche la Giornata internazione d'intercessione per la pace in Terra Santa: "In profonda comunione con il Patriarca Latino di Gerusalemme e il Custode di Terra Santa, invochiamo il dono della pace per quella Terra benedetta da Dio".

  Il Pontefice ha anche salutato i pellegrini in varie lingue. Rivolgendosi ai fedeli polacchi, ha ricordato che giovedì prossimo, 2 febbraio, si celebra la Giornata della Vita Consacrata: "Grati ai religiosi e alle religiose per il loro ministero di preghiera, per l'attività apostolica e caritativa nella Chiesa, preghiamo per le nuove vocazioni. Lo Spirito Santo susciti in tanti cuori il desiderio della totale dedizione a Cristo".
ANG/   VIS 20120130 (540)

INCONTRO BILATERALE SANTA SEDE-OLP


CITTÀ DEL VATICANO, 30 GEN 2012 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un comunicato congiunto circa l'incontro bilaterale tra la Santa Sede e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, tenutosi il 28 gennaio a Ramallah, in Cisgiordania. Riportiamo di seguito il testo del comunicato:
  "In seguito alla ripresa dei colloqui bilaterali fra la Santa Sede e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), si è svolto un incontro ufficiale presso la sede del Presidente palestinese, a Ramallah, il 28 gennaio 2012".
  "I colloqui sono stati presieduti congiuntamente da Mons. Ettore Balestrero, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, e dal Ministro Ziad Al-Bandak, Consigliere del Presidente Palestinese per le Relazioni con i Cristiani".
  "La Parte palestinese ha consegnato alla Delegazione della Santa Sede la risposta alla bozza d’accordo proposta dalla Santa Sede nell’incontro precedente e i colloqui si sono svolti in un’atmosfera cordiale per rafforzare ulteriormente le speciali relazioni tra le due Parti. Le Delegazioni hanno deciso di stabilire squadre tecniche per dar seguito alla bozza, in preparazione alla riunione plenaria che si terrà prossimamente in Vaticano".
  "La Delegazione della Santa Sede era composta da: S.E. Mons. Antonio Franco, Delegato Apostolico a Gerusalemme e in Palestina; Mons. Maurizio Malvestiti, Sotto-Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali; Mons. Alberto Ortega, Officiale della Segreteria di Stato; Mons. Waldemar Sommertag, Consigliere della Delegazione Apostolica a Gerusalemme".
  "La Delegazione Palestinese era composta da: Dott. Nabil Shath, Membro del Comitato Centrale di Fatah; Dott. Bernard Sabella, Membro del Consiglio Legislativo Palestinese; Sig. Issa Kassissieh, Vice-Capo del Dipartimento per i Negoziati dell’OLP e il Sig. Wassim Khazmo, Consigliere politico dell’Unità di Appoggio ai Negoziati dell’OLP".
OP/      VIS 20120130 (280)

TELEGRAMMA PER IL DECESSO DELL'EX PRESIDENTE ITALIANO SCALFARO


CITTÀ DEL VATICANO, 28 GEN 2012 (VIS). Benedetto XVI ha inviato un telegramma di condoglianze a Marianna Scalfaro per il decesso di suo padre, Oscar Luigi Scalfaro, novantatreenne Presidente Emerito della Repubblica Italiana, avvenuta il 29 gennaio. Il Santo Padre manifesta la sua vicinanza spirituale in questo momento di dolore e aggiunge:

  “Desidero porgere le mie più sentite condoglianze con l'assicurazione della mia sincera partecipazione al grave lutto che colpisce anche l'intera nazione italiana. Nel ricordare con vivo affetto e con speciale gratitudine questo illustre uomo cattolico di Stato, integerrimo magistrato e fedelissimo servitore delle istituzioni, che nelle pubbliche responsabilità ricoperte sempre si adoperò per la promozione del bene comune e dei perenni valori etico-religiosi cristiani propri della tradizione storica e civile dell'Italia, elevo fervide preghiere di suffragio invocando per la sua anima dalla divina bontà, per intercessione della Vergine Maria, da lui particolarmente venerata, la pace eterna; e di cuore imparto, a Lei e a tutti i familiari, la confortatrice Benedizione Apostolica".

  Il Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, invece, ha inviato un telegramma all'attuale Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, a nome del Papa, nel quale ricorda brevemente la figura di Scalfaro e fa le condoglianze a tutta la Nazione italiana.
TGR/      VIS 20120130 (200)

IL PAPA PRESIEDE LA RIUNIONE DEI CAPI DICASTERO DELLA CURIA ROMANA


CITTÀ DEL VATICANO, 28 GEN 2012 (VIS). Questo sabato, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto una riunione dei Capi Dicastero della Curia Romana.
.../       VIS 20120130 (30)

UDIENZE


CITTÀ DEL VATICANO, 30 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienze separate:

- l'Arcivescovo Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli;

- il Vescovo Javier Echevarría Rodríguez, Prelato dell'Opus Dei;

- Padre Richard  Schenk, O.P., Presidente della "Katholische Universität Eiehsttät-Ingolstadt".
AP/        VIS 20120130 (50)

venerdì 27 gennaio 2012

IL RINNOVAMENTO DELLA FEDE: PRIORITÀ NELLA CHIESA ATTUALE


CITTÀ DEL VATICANO, 27 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i partecipanti all'assemblea plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha ringraziato per il loro servizio alla Chiesa, specialmente nella preparazione all'Anno della fede. "Come sappiamo -ha detto il Papa-, in vaste zone della Terra la fede corre il pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più alimento. Siamo davanti ad una profonda crisi di fede, ad una perdita del senso religioso che costituisce la più grande sfida per la Chiesa di oggi. Il rinnovamento della fede deve quindi essere la priorità nell’impegno della Chiesa intera ai nostri giorni. Auspico che l’Anno della fede possa contribuire (...) a rendere Dio nuovamente presente in questo mondo e ad aprire agli uomini l’accesso alla fede, all’affidarsi a quel Dio che ci ha amati sino alla fine in Gesù Cristo".

  Per Benedetto XVI, la questione dell'unità dei cristiani è intimamente collegata con questo compito; perciò, ha voluto soffermarsi a considerare alcuni aspetti dottrinali riguardanti il cammino ecumenico della Chiesa. "Oggi possiamo constatare non pochi frutti buoni arrecati dai dialoghi ecumenici, ma dobbiamo anche riconoscere che il rischio di un falso irenismo e di un indifferentismo, del tutto alieno alla mente del Concilio Vaticano II, esige la nostra vigilanza. Tale indifferentismo è causato dalla opinione sempre più diffusa che la verità non sarebbe accessibile all'uomo; sarebbe quindi necessario limitarsi a trovare regole per una prassi in grado di migliorare il mondo. Così la fede sarebbe sostituita da un moralismo senza fondamento profondo. Il centro del vero ecumenismo è invece la fede nella quale l'uomo incontra la verità che si rivela nella parola di Dio. Senza la fede tutto il movimento ecumenico sarebbe ridotto ad una forma di 'contratto sociale' cui aderire per un interesse comune. La logica del Concilio Vaticano II è completamente diversa: la ricerca sincera della piena unità di tutti i cristiani è un dinamismo animato dalla Parola di Dio".

  Il Santo Padre ha anche spiegato che "il problema cruciale, che segna in modo trasversale i dialoghi ecumenici, è la questione della struttura della rivelazione - la relazione tra Sacra Scrittura, tradizione viva nella Santa Chiesa e il ministero dei successori degli Apostoli come testimone della vera fede. È fondamentale il discernimento tra Tradizione e tradizioni". Un importante passo in avanti in tale discernimento è stato compiuto con l'elaborazione dei provvedimenti per gruppi di fedeli provenienti dall'Anglicanesimo che desiderano entrare in comunione con la Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni. "Esiste, infatti, una ricchezza spirituale nelle diverse Confessioni cristiane, che è espressione dell'unica fede e dono da condividere".

  Anche i metodi adottati nei vari dialoghi ecumenici devono riflettere la priorità della fede. " occorre affrontare con coraggio anche le questioni controverse, sempre nello spirito di fraternità e di rispetto reciproco. È importante inoltre offrire un’interpretazione corretta di quell’'ordine' o 'gerarchia' nelle verità della dottrina cattolica, rilevato nel Decreto 'Unitatis redintegratio'".

  Per quanto riguarda i documenti di studio, prodotti dai vari dialoghi ecumenici, il Papa ha fatto sottolineato che "costituiscono un frutto importante della riflessione comune"; ma ha aggiunto anche che "vanno riconosciuti nel loro giusto significato come contributi offerti alla competente Autorità della Chiesa, che sola è chiamata a giudicarli in modo definitivo".

  Benedetto XVI ha anche fatto riferimento alla problematica morale: "Nei dialoghi non possiamo ignorare le grandi questioni morali circa la vita umana, la famiglia, la sessualità, la bioetica, la libertà, la giustizia e la pace. Sarebbe importante parlare su questi temi con una sola voce, attingendo al fondamento nella Scrittura e nella viva tradizione della Chiesa. (...) Difendendo i valori fondamentali della grande tradizione della Chiesa, difendiamo l'uomo, difendiamo il creato.

  Il Santo Padre, infine, ha nuovamente affermato che "l'unità è (...) un mezzo e quasi un presupposto per annunciare in modo sempre più credibile la fede a coloro che non conoscono ancora il Salvatore".
AC/            VIS 20120127 (640)

MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA


CITTÀ DEL VATICANO, 27 GEN 2012 (VIS). Questa domenica, 19 gennaio, si celebrerà la LIX Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra. In questa occasione, l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha scritto un messaggio intitolato "Nella Lotta al Morbo di Hansen serve l'impegno di tutti".

  Nel messaggio, l'Arcivescovo Zimowski scrive:

  "Il Mycobacterium Leprae non è stato infatti ancora eradicato, anche se il numero ufficiale di nuovi contagiati continui a decrescere e attualmente sia intorno ai 200mila, secondo le anticipazioni dell’OMS relative al 2010-2011. Oltre a sostenere la distribuzione gratuita dei farmaci necessari, occorre dunque ulteriormente promuovere una diagnostica tempestiva e la perseveranza nel sottoporsi alle terapie. È fondamentale, inoltre, rafforzare l’opera volta a sensibilizzare e a formare le comunità e le famiglie a rischio di contagio".

  "Il passo evangelico 'Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato' scelto dal Santo Padre Benedetto XVI come tema della XX Giornata Mondiale del Malato che ricorrerà l’11 febbraio prossimo in tutto il mondo, costituisce un approfondimento e una sollecitazione che toccano in particolar modo chi è stato colpito dall’infezione;  in tale brano si racconta infatti di 10 lebbrosi che vengono guariti da Gesù". (...)

  "Come sottolineato dal Santo Padre nel Suo Messaggio di quest’anno, le parole rivolte dal Signore all’uomo che, guarito, ritorna lodando Dio a gran voce e si getta ai piedi di Gesù per ringraziarlo, 'aiutano a prendere coscienza dell'importanza della fede per coloro che, gravati dalla sofferenza e dalla malattia, si avvicinano al Signore. Nell'incontro con Lui possono sperimentare realmente che chi crede non è mai solo! Dio, infatti, nel suo Figlio, non ci abbandona alle nostre angosce e sofferenze, ma ci è vicino, ci aiuta a portarle e desidera guarire nel profondo il nostro cuore'". (...)

  "Tale amore, che viene espresso anche attraverso l’impegno individuale e delle realtà ecclesiali e di volontariato, fra le quali la Fondazione Raoul Follereau e l’Ordine Sovrano dei Cavalieri di Malta, e i successi sin qui ottenuti, in termini di forte riduzione del numero di infettati, non esime certamente i governi e gli organismi internazionali dall’aumentare l’attenzione e il lavoro contro la diffusione della lebbra né dalle loro responsabilità per quanto riguarda la prevenzione, in termini educativi e igienico sanitari, e la ‘riammissione’ della persona guarita nonché il sostegno a tutte le vittime dell’infezione".

  "Chi è giunto alla guarigione può comunicare tutta la propria ricchezza interiore ed esperienza e al contempo, nell’aiutare il prossimo, tutta la propria dignità e profondità di persona toccata dalla sofferenza e impegnata in favore della salute della comunità d’appartenenza".
 
  "Ciò costituirà un ulteriore e rilevante contributo al progresso nella lotta al Morbo di Hansen che per millenni ha rappresentato una piaga terrificante e l’automatica esclusione dalla società. Sarà infatti solamente l’impegno di tutti e a tutti i livelli che consentirà di trasformare la lebbra, da minaccia e flagello a memoria, per quanto spaventosa, del passato".
CON-AVA/              VIS 20120127 (480)

RIUNIONE DELLA COMMISIONE DI LAVORO SANTA SEDE-ISRAELE


CITTÀ DEL VATICANO, 27 GEN 2012 (VIS). La Commissione Bilaterale Permanente Santa Sede e Stato di Israele, si è riunita in sessione plenaria ieri, 26 gennaio 2012, per portare avanti i negoziati relativi all’Accordo Fondamentale, Articolo 10, paragrafo 2, in materia economica e fiscale, secondo quanto informa un comunicato congiunto pubblicato oggi. I lavori si sono svolti pressi il Ministero degli Affari Esteri dello Stato di Israele.

  La riunione è stata presieduta dal Monsignore Ettore Balestrero, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati e dal Signor Danny Ayalon, M.K., Vice-Ministro degli Affari Esteri dello Stato di Israele. Nel comunicato si legge che "i negoziati si sono svolti in una atmosfera aperta, amichevole e costruttiva. Si sono registrati progressi sostanziali su questioni significative".

  Le parti hanno concordato i passi successivi verso la conclusione dell’Accordo ed hanno deciso che la prossima riunione plenaria si terrà il 11 giugno 2012 in Vaticano.
OP/           VIS 20120127 (150)

UDIENZE


CITTÀ DEL VATICANO, 27 GEN 2012 (VIS). Oggi Il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi;

- il Vescovo Francesco Cavina, di Capri, accompagnato dalla famiglia.
AL/           VIS 20120127 (40)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTÀ DEL VATICANO, 27 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- il Consigliere di Nunziatura Julio Murat, Nunzio Apostolico in Zambia, in pari tempo elevandolo alla dignità di Arcivescovo. Nato a Karşiyaka, in Turchia, nel 1961, è stato ordinato sacerdote nel 1986. È entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1994 e ha svolto il suo lavoro in Indonesia, Pakistan, Biellorussia e Austria.

- Il Consigliere di Nunziatura Santo Gangemi, Nunzio Apostolico nelle Isole Salomone, in pari tempo elevandolo alla dignità di Arcivescovo. Egli è nato a Messina, in Italia nel 1961 ed è stato ordinato sacerdote nel 1986. È entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1991 e ha svolto il suo lavoro in Marocco, Italia, Romania, Cuba, Cile, Francia, Spagna ed Egitto.

- Il Consigliere di Nunziatura Luciano Russo, Nunzio Apostolico, in pari tempo elevandolo alla dignità di Arcivescovo. Nato a Lusciano, in Italia, nel 1963, è stato ordinato sacerdote nel 1988. È entrato nel Servizio Diplomatico della Santa Sede nel 1993 e ha svolto il suo lavoro in Papua Nuova Guinea, Honduras, Syria, Brasile, Paesi Bassi, U.S.A. e Bulgaria.
NN/             VIS 20120127 (190)

giovedì 26 gennaio 2012

ECUMENISMO: SEGNI POSITIVI DI FRATERNITÀ RITROVATA E CONDIVISO SENSO DI RESPONSABILITÀ


CITTÀ DEL VATICANO, 25 GEN 2012 (VIS). Mercoledì sera, il Santo Padre ha presieduto la celebrazione dei secondi Vespri della Solennità della Conversione di San Paolo, nell'omonima Basilica romana. Alla celebrazione, che ha posto fine alla Settimana di Preghiera per l'unità dei cristiani, sono stati presenti rappresentanti delle altre Chiese, tra cui la Chiesa Greco-Ortodossa, il Patriarcato Ecumenico, la Comunione Anglicana, i Patriarcati di Mosca e di Romania.

  Nell'omelia, Benedetto XVI ha ricordato che il tema della riflessione per la Settimana di Preghiera di quest'anno, "Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo nostro Signore", è stato tratto dalla Prima Lettera dell'Apostolo Paolo ai Corinzi. "Il significato di questa misteriosa trasformazione -ha detto il Papa-, è mirabilmente mostrato nella vicenda personale di san Paolo. In seguito all’evento straordinario accaduto lungo la via di Damasco, Saulo, che si distingueva per lo zelo con cui perseguitava la Chiesa nascente, fu trasformato in un infaticabile apostolo del Vangelo di Gesù Cristo. (...) Tale trasformazione non è il risultato di una lunga riflessione interiore e nemmeno il frutto di uno sforzo personale. Essa è innanzitutto opera della grazia di Dio che ha agito secondo le sue imperscrutabili vie".

  Benedetto XVI ha sottolineato che la trasformazione di San Paolo non si limita al piano etico e intellettuale, ma che "si tratta piuttosto di un radicale rinnovamento del proprio essere, simile per molti aspetti ad una rinascita. Una tale trasformazione trova il suo fondamento nella partecipazione al mistero della Morte e Risurrezione di Gesù Cristo, e si delinea come un graduale cammino di conformazione a Lui. Alla luce di questa consapevolezza, San Paolo (...) dirà: 'Non vivo più io, ma Cristo vive in me'".

  Nella Prima Lettera ai Corinzi, l'Apostolo descrive il giorno del giudizio finale, in cui si compie il destino dell'umanità. "In quel giorno -ha spiegato il Papa- tutti i credenti saranno resi conformi a Cristo e tutto ciò che è corruttibile sarà trasformato dalla sua gloria. (...) Allora il trionfo di Cristo sarà finalmente completo, perché (...) la morte sarà vinta definitivamente e, con essa, il peccato che l’ha fatta entrare nel mondo. (...) San Paolo ci dice, dunque, che ogni uomo, mediante il battesimo nella morte e risurrezione di Cristo, partecipa alla vittoria di Colui che per primo ha sconfitto la morte, cominciando un cammino di trasformazione che si manifesta sin da ora in una novità di vita e che raggiungerà la sua pienezza alla fine dei tempi".

  "Mentre eleviamo la nostra preghiera -ha continuato il Papa-, siamo fiduciosi di essere trasformati anche noi e conformati ad immagine di Cristo. Questo è particolarmente vero nella preghiera per l’unità dei cristiani (...), per mezzo della quale partecipiamo alla realizzazione del progetto divino per la Chiesa, e l’impegno operoso per il ristabilimento dell’unità è un dovere e una grande responsabilità per tutti. (...) Uniti in Cristo, siamo chiamati a condividere la sua missione, che è quella di portare la speranza là dove dominano l’ingiustizia, l’odio e la disperazione. Le nostre divisioni rendono meno luminosa la nostra testimonianza a Cristo. Il traguardo della piena unità, che attendiamo in operosa speranza e per la quale con fiducia preghiamo, è una vittoria (...) importante per il bene della famiglia umana".

  Benedetto XVI ha fatto presente che, in contrasto con l'idea di vittoria come successo immediato, predominante nella cultura attuale, nell'ottica cristiana, la vittoria "è un lungo (...) processo di trasformazione e di crescita nel bene. Essa avviene secondo i tempi di Dio, non i nostri, e richiede da noi profonda fede e paziente perseveranza. (...) Anche la nostra attesa per l’unità visibile della Chiesa deve essere paziente e fiduciosa" il che non significa passività o rassegnazione, ma "risposta pronta e attenta ad ogni possibilità di comunione e fratellanza, che il Signore ci dona".

  Il Papa ha concluso l'omelia esortando i presenti a proseguire per la via dell'ecumenismo: "Anche se a volte si può avere l’impressione che la strada verso il pieno ristabilimento della comunione sia ancora molto lunga e piena di ostacoli, invito tutti a rinnovare la propria determinazione a perseguire, con coraggio e generosità, l’unità che è volontà di Dio, seguendo l’esempio di san Paolo, il quale di fronte a difficoltà di ogni tipo ha conservato sempre ferma la fiducia in Dio che porta a compimento la sua opera. Del resto, in questo cammino, non mancano i segni positivi di una ritrovata fraternità e di un condiviso senso di responsabilità di fronte alle grandi problematiche che affliggono il nostro mondo. Tutto ciò è motivo di gioia e di grande speranza e deve incoraggiarci a proseguire il nostro impegno per giungere tutti insieme al traguardo finale, sapendo che la nostra fatica non è vana nel Signore".
HML/           VIS 20120126 (780)

LA CHIESA HA BISOGNO DI SACERDOTI CHE PROMUOVANO LA SANTITÀ CON LA PROPRIA VITA


CITTÀ DEL VATICANO, 26 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i Superiori e i Seminaristi dei tre Seminari Pontifici regionali italiani: il Pio XI, di Assisi; il San Pio X, di Catanzaro; e quello Campano, di Napoli. Come ha ricordato il Papa nel suo discorso, essi celebrano il centenario della loro fondazione, compresa nell'opera di miglioramento della formazione dei candidati al sacerdozio, portata avanti dai Papi San Pio X e Leone XIII: "L’aggregazione dei Seminari diocesani in nuovi Seminari regionali, insieme con la riforma degli studi teologici produsse un sensibile innalzamento del livello qualitativo. (...) Un ruolo importante svolse al riguardo la Compagnia di Gesù", alla quale fu affidata la direzione di cinque seminari regionali.

  L'esperienza dei seminari regionali è "ancora assai opportuna e valida", dal momento che permette l'accesso a studi di livello elevato; contribuisce alla comunione delle Diocesi, "favorendo la conoscenza, la capacità di collaborazione e l'arricchimento di esperienze ecclesiali tra i futuri presbiteri"; e costituisce una "valida mediazione tra le linee della Chiesa universale e le esigenze delle realtà locali".

  Facendo riferimento alla formazione dei seminaristi, Benedetto XVI ha sottolineato che il contesto culturale di oggi esige "una solida preparazione filosofico-teologica". Devono conoscere e comprendere "la struttura interna della fede nella sua totalità, così che essa diventi risposta alle domande degli uomini. (...) Inoltre, lo studio della teologia deve avere sempre un legame intenso con la vita di preghiera. (...) È indispensabile infatti l'armoniosa integrazione tra il mistero con le sue molteplici attività e la vita spirituale del presbitero".

  Subito dopo, il Papa ha citato la Lettera ai Seminaristi (ottobre 2010), nella quale scriveva: "Per il sacerdote, il quale dovrà accompagnare altri lungo il cammino della vita e fino alla porta della morte, è importante che egli stesso abbia messo in giusto equilibrio cuore e intelletto, ragione e sentimento, corpo e anima, e che sia umanamente 'integro'”. Dunque, ha detto il Pontefice, è necessario prestare molta attenzione "alla dimensione umana della formazione dei candidati al sacerdozio. È infatti nella nostra umanità che ci presentiamo davanti a Dio, per essere davanti ai nostri fratelli degli autentici 'uomini di Dio'. Chi vuole diventare sacerdote, deve essere soprattutto un 'uomo di Dio'. (...) Perciò la cosa più importante nel cammino verso il sacerdozio e durante tutta la vita sacerdotale è il rapporto personale con Dio in Gesù Cristo".

  Benedetto XVI, infine, ha ricordato alcune parole del Beato Giovanni XXIII: "Prima ancora che sacerdoti colti, eloquenti, aggiornati, si vogliono sacerdoti santi e santificatori". Questa affermazione del Papa Beato "risuona ancora attuale, perché forte più che mai è nella Chiesa tutta (...) la necessità di operai del Vangelo, testimoni credibili e promotori di santità con la loro stessa vita".
AC/             VIS 20120126 (450)

LA SANTA SEDE FIRMA CONVENZIONI ONU CONTRO LA CRIMINALITÀ INTERNAZIONALE


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2012 (VIS). Ieri, mercoledì 25, la Santa Sede ha aderito anche a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, alla Convenzione Internazione per la repressione del finanziamento al terrorismo (ONU, New York 1999) e alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale (Palermo 2000). Nella stessa data, la Santa Sede ha ratificato, anche in questo caso a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, la Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico illecito dei narcotici e delle sostanze psicotrope (Vienna 1988), che aveva già firmato nello stesso anno in cui venne adottata. Agli strumenti di ratifica e adesione sono state aggiunte alcune Riserve e Dichiarazioni interpretative.

  L'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per le Relazioni con gli Stati, fa presente, in una nota di presentazione dell'adesione e ratifica di tali convenzioni, che "il passo compiuto vuole essere un ulteriore riconoscimento del fattivo impegno con cui la comunità degli Stati previene e combatte gravissime attività criminali transnazionali di tragica attualità, attraverso appropriati strumenti di cooperazione internazionale".

  "Il Santo Padre -prosegue l'Arcivescovo Mamberti- ci ricorda che il terrorismo e la criminalità organizzata attentano alla dignità della persona umana e al bene comune in ogni paese del mondo". Perciò, gli strumenti giuridici per combattere queste forme di criminalità contribuiscono alla pace e alla sicurezza. Con l'adesione e la ratifica delle tre convenzioni appena menzionate, "la Santa Sede conferma la Sua volontà ed il proprio impegno in maniera coerente con la sua natura e missione, al fine di garantire la pace e la giustizia internazione".

  L'adesione agli accordi comporta un adeguamento della normativa dello Stato della Città del Vaticano, iniziato già con l'adozione di diverse leggi, tra le quali quelle relative alla prevenzione e al contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo. Inoltre, i nuovi strumenti giuridici che offrono i tre Accordi favoriranno un elevato livello di collaborazione tra i Tribunali dello Stato della Città del Vaticano e quelli degli altri Stati.

  Il Segretario per le Relazioni con gli Stati evidenzia che "ogni Stato ha il diritto sovrano di astenersi dalla propria collaborazione rispetto a procedimenti pendenti in altri ordinamenti, quando essi possano risolversi in forme di persecuzione individuale per ragioni politiche, religiose, etiche e simili". L'Arcivescovo Mamberti, infine, sottolinea che l'adesione agli Accordi "aiuta l'incontro fra la giustizia e la pace" e "conferma l'impegno della Santa Sede per il rispetto della dignità umana e la concordia fra le persone ed i popoli".
SS/            VIS 20120126 (430)

COMUNICATO STAMPA SUL PROGRAMMA "GLI INTOCCABILI"


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2012 (VIS). A mezzogiorno di oggi, è stato reso pubblico un comunicato di Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore dell'Ufficio Stampa della Santa Sede, riguardo al programma televisivo "Gli Intoccabili", trasmesso ieri sera dall'emittente italiana "La7". Padre Lombardi fa notare "i metodi giornalistici discutibili" con i quali è stato realizzato il programma e "l’amarezza per la diffusione di documenti riservati", che spesso fanno parte di uno "stile di informazione faziosa nei confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica".

  Inoltre, il Direttore dell'Ufficio Stampa della Santa Sede fa due considerazioni "che non hanno trovato spazio nel dibattito". In primo luogo, "l’azione svolta da mons. Viganò come Segretario Generale del Governatorato ha certamente avuto aspetti molto positivi, contribuendo ad una gestione caratterizzata dalla ricerca del rigore amministrativo, del risparmio e del raddrizzamento di una situazione economica complessiva difficile. (...) Una valutazione più adeguata richiederebbe tuttavia di tener conto dell’andamento dei mercati e dei criteri degli investimenti nel corso degli ultimi anni, ricordare anche altre circostanze importanti. (...)Alcune accuse poi – anche molto gravi – fatte nel corso della trasmissione, in particolare quelle nei confronti dei membri del Comitato Finanza e Gestione del Governatorato e della Segreteria di Stato di Sua Santità, impegnano la Segreteria di Stato stessa e il Governatorato a perseguire tutte le vie opportune, se necessario legali, per garantire l’onorabilità di persone moralmente integre e di riconosciuta professionalità, che servono lealmente la Chiesa, il Papa e il bene comune. In ogni caso, i criteri positivi e chiari di corretta e sana amministrazione e di trasparenza a cui si è ispirato mons. Viganò continuano certamente ad essere quelli che guidano anche gli attuali responsabili del Governatorato (...). Ciò è coerente con la linea di sempre maggiore trasparenza e affidabilità e di attento controllo sulle attività economiche su cui la Santa Sede è chiaramente impegnata".

  In secondo luogo, "un procedimento di discernimento difficile sui diversi aspetti dell’esercizio del governo di un’istituzione complessa e articolata come il Governatorato – che non si limitano a quelli del giusto rigore amministrativo - è stato invece presentato in modo parziale e banale, esaltando evidentemente gli aspetti negativi, con il facile risultato di presentare le strutture del governo della Chiesa non tanto come toccate anch’esse dalle fragilità umane – ciò che sarebbe facilmente comprensibile - quanto come caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di interessi. (...) Tanta disinformazione non può certamente occultare il quotidiano e sereno lavoro in vista di una sempre maggiore trasparenza di tutte le istituzioni vaticane. (...) In questa prospettiva va riaffermato decisamente che l’affidamento del compito di nunzio negli Stati Uniti a mons. Viganò, uno dei compiti più importanti di tutta la diplomazia vaticana, data l’importanza del Paese e della Chiesa cattolica negli Stati Uniti, è prova di indubitabile stima e fiducia".
OP/        VIS 20120126 (460)

CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DAL PAPA: FEBBRAIO-APRILE 2012


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2012 (VIS). Di seguito riportiamo il calendario della Celebrazioni presiedute dal Santo Padre nei mesi di febbraio, marzo ed aprile:

FEBBRAIO

- Giovedì 2: Festa della Presentazione del Signore, XVI Giornata della Vita Consacrata. Nella Basilica Vaticana, alle ore 17:30: Vespri con i membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica.

- Sabato 18: Nella Basilica Vaticana, alle ore 10.30: Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di nuovi Cardinali e per il voto su alcune Cause di Canonizzazione.

- Domenica 19: Solennità della Cattedra di San Pietro. Nella Basilica Vaticana, alle ore 9.30: Santa Messa con i nuovi Cardinali.

-  Mercoledì 22: Mercoledì delle Ceneri. Nella Basilica di Sant'Anselmo, alle ore 16.30: Statio e processione penitenziale. Nella Basilica di Santa Sabina, alle ore 17.00: Santa Messa, Benedizione e imposizione delle Ceneri.

- Domenica 26: I Domenica di Quaresima. Nella Cappella "Redemptoris Mater" del Palazzo Apostolico, alle ore 18.00: inizio degli esercizi spirituali per la Curia Romana.

MARZO

- Sabato 3. Nella Cappella "Redemptoris Mater", alle ore 9:00: conclusione degli esercizi spirituali per la Curia Romana.

- Domenica 4: II Domenica di Quaresima. Nella Parrocchia romana di San Giovanni Battista de La Salle al Torrino, alle ore 9.30: Santa Messa.

- Sabato 10. Nella Basilica di San Gregorio al Celio, alle ore 17.30: Vespri in occasione della visita dell'Arcivescovo di Canterbury.

- Venerdì 23/Giovedì 29. Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba.

APRILE

- Domenica 1: Domenica delle Palme e della Passione del Signore. In Piazza San Pietro, alle ore 9:30: Benedizione delle Palme, Processione e Santa Messa.

- Giovedì 5: Giovedì Santo. Basilica Vaticana, alle ore 9:30: Santa Messa del Crisma. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano, alle ore 17:30: inizio del Triduo Pasquale. Santa Messa nella Cena del Signore.

- Venerdì 6: Venerdì Santo. Nella Basilica Vaticana, alle ore 17:00: Celebrazione della Passione del Signore. Al Colosseo, alle ore 21:15: Via Crucis.

- Sabato 7: Sabato Santo. Nella Basilica Vaticana, alle ore 21:00: Veglia Pasquale nella Notte Santa.

- Domenica 8: Domenica di Pasqua. In Piazza San Pietro, alle ore 10:15: Santa Messa del giorno. Dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, alle ore 12:00: Benedizione "Urbi et Orbi".
OCL/            VIS 20120126 (370)

UDIENZE


CITTÀ DEL VATICANO, 26 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre oggi ha ricevuto in udienza 16 Presuli della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America, in Visita "ad limina apostolorum":

- Arcivescovo Thomas John Rodi, di Mobile;

- Vescovo Roger Paul Morin, di Biloxi;

- Vescovo Robert Joseph Baker, di Birmingham accompagnato dal Vescovo Emerito David Edward Foley;

- Vescovo Joseph N. Latino, di Jackson con il Vescovo Emerito William Russel Houck;

- Vescovo David R. Choby, di Nashville;

- Arcivescovo Gregory Michael Aymond, di New Orleans, accompagnato dal Vescovo Ausiliare Shelton Joseph Fabre, di Pudenziana, e dal Vescovo Emerito Alfred Clifton Hughes;

- Vescovo Ronald Paul Herzog, di Alexandria;

- Vescovo Robert William Muench, di Baton Rouge;

- Vescovo Sam Gallip Jacobs, di Houma-Thibodaux;

- Vescovo Charles Michael Jarrell, di Lafayette;

- Vescovo Glen John Provost, di Lake Charles;

- Vescovo Michael Gerard Duca, di Shreveport.
AL/           VIS 20120126 (150)
       
                   

mercoledì 25 gennaio 2012

L'UNITÀ DEI CRISTIANI ESIGE LA CONVERSIONE PERSONALE


CITTÀ DEL VATICANO, 25 GEN 2012 (VIS). Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'udienza generale di oggi alla preghiera sacerdotale di Cristo durante l'Ultima Cena, riportata al capitolo 17 del Vangelo di San Giovanni. Il Papa ha affermato che, per comprendere questa preghiera "nella sua estrema ricchezza", bisogna collocarla sullo sfondo della festa giudaica dell'espiazione, lo Yom Kippùr, nella quale "il Sommo Sacerdote compie l'espiazione prima per sé, poi per la classe sacerdotale  e infine per l'intera comunità". Allo stesso modo, "Gesù in quella notte si rivolge al Padre nel momento in cui sta offrendo se stesso. Egli, sacerdote e vittima, prega per se stesso, per gli apostoli e per tutti coloro che crederanno in Lui, per la Chiesa di tutti i tempi".

  "La preghiera che Gesù fa per se stesso -prosegue il Santo Padre- è la richiesta della propria glorificazione. (...) In realtà è più di una domanda e della dichiarazione di piena disponibilità ad entrare, liberamente e generosamente, nel disegno di Dio Padre che si compie (...) nella morte e resurrezione. (...) Gesù inizia la preghiera sacerdotale dicendo: 'Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te'. La glorificazione che Gesù chiede per se stesso, quale Sommo Sacerdote, è l'ingresso nella più piena obbedienza al Padre, un'obbedienza che lo conduce alla sua più piena condizione filiale: 'E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse'".

  Il secondo momento di questa preghiera è l'intercessione che Gesù fa per i suoi discepoli. Gesù dice: "Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità". Benedetto XVI ha spiegato che "consacrare vuol dire trasferire una realtà -una persona o cosa- nella proprietà di Dio. E in questo sono presenti due aspetti complementari: da una parte l'idea di 'segregazione' (...) dall'ambiente della vita personale dell'uomo per essere donati totalmente a Dio; e dall'altra l'idea di 'invio', di missione: proprio perché donata da Dio, (...) la persona consacrata esiste 'per' gli altri (...). È consacrato chi, come Gesù, è segregato dal mondo e messo a parte per Dio in vista di un compito e proprio per questo è pienamente a disposizione di tutti. Per i discepoli, sarà continuare la missione di Gesù".

  Nel terzo momento di questa preghiera sacerdotale, "Gesù si rivolge al Padre per intercedere a favore di tutti coloro che saranno portati alla fede mediante la missione inaugurata dagli apostoli (...): 'Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola'. Gesù prega per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi. (...) La richiesta centrale della preghiera sacerdotale di Gesù dedicata ai suoi discepoli di tutti i tempi è quella della futura unità di quanti crederanno in Lui. Tale unità non è un prodotto mondano. Essa proviene esclusivamente dall'unità divina e arriva a noi dal Padre mediante il Figlio e nello Spirito Santo".

  Per mezzo di questa preghiera sacerdotale, Gesù istituisce la Chiesa, che "non è altro che la comunità dei discepoli che, mediante la fede in Gesù Cristo come inviato del Padre, riceve la sua unità ed è coinvolta nella missione di Gesù di salvare il mondo conducendolo alla conoscenza di Dio".

  Benedetto XVI ha invitato i fedeli a leggere e meditare la preghiera sacerdotale di Gesù, e anche a pregare chiedendo a Dio "che ci aiuti ad entrare, in modo più pieno, nel progetto che ha su ciascuno di noi; chiediamoGli di essere 'consacrati' a Lui, di appartenerGli sempre di più, per poter amare sempre di più gli altri, i vicini e i lontani; chiediamoGli di essere sempre capaci di aprire la nostra preghiera alle dimensioni del mondo, non chiudendola nella richiesta di aiuto per i nostri problemi, ma ricordando davanti al Signore il nostro prossimo, apprendendo la bellezza di intercedere per gli altri; chiediamoGli il dono dell'unità visibile tra tutti i credenti in Cristo (...) per essere sempre pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi".

  Al termine dell'udienza, il Pontefice ha salutato in varie lingue i pellegrini presenti nell'Aula Paolo VI, e ha ricordato loro che oggi, Festa della Conversione di San Paolo, termina la Settimana di Preghiera per l'unità dei cristiani. Parlando in polacco, ha detto: "La conversione, nei pressi di Damasco, dell’Apostolo delle Genti è la prova che, in definitiva, è Dio stesso a decidere delle sorti della Sua Chiesa. Invochiamolo per ottenere la grazia dell’unità, la quale esige anche la nostra conversione personale, rimanendo fedeli alla verità e all’amore di Dio".
AG/           VIS 20120125 (760)

TUTTI I CRISTIANI HANNO IL DOVERE DI ANNUNCIARE IL VANGELO


CITTÀ DEL VATICANO, 25 GEN 2012 (VIS). È stato reso pubblico oggi il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale Missionaria 2012, che quest'anno sarà celebrata il 21 ottobre, con il tema "Chiamati a far risplendere la Parola di verità". Ne riportiamo di seguito ampi estratti:

  "La celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale si carica quest’anno di un significato tutto particolare. La ricorrenza del 50° anniversario del Decreto conciliare 'Ad gentes', l’apertura dell’Anno della fede e il Sinodo dei Vescovi sul tema della nuova evangelizzazione concorrono a riaffermare la volontà della Chiesa di impegnarsi con maggiore coraggio e ardore nella 'missio ad gentes' perché il Vangelo giunga fino agli estremi confini della terra".

  "Il Concilio Ecumenico Vaticano II, con la partecipazione dei Vescovi cattolici provenienti da ogni angolo della terra, è stato un segno luminoso dell’universalità della Chiesa (...). Vescovi missionari e Vescovi autoctoni, Pastori di comunità sparse fra popolazioni non cristiane (...) hanno contribuito in maniera rilevante a riaffermare la necessità e l’urgenza dell’evangelizzazione 'ad gentes', e quindi a portare al centro dell’ecclesiologia la natura missionaria della Chiesa".

Ecclesiologia missionaria

  "Questa visione oggi (...) si ripropone con rinnovata urgenza perché si è dilatato il numero di coloro che non conoscono ancora Cristo. (...) Abbiamo bisogno quindi di riprendere lo stesso slancio apostolico delle prime comunità cristiane, che, piccole e indifese, furono capaci, con l’annuncio e la testimonianza, di diffondere il Vangelo in tutto il mondo allora conosciuto".

  "Non meraviglia quindi che il Concilio Vaticano II e il successivo Magistero della Chiesa insistano in modo speciale sul mandato missionario che Cristo ha affidato ai suoi discepoli e che deve essere impegno dell’intero Popolo di Dio, Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, laici. La cura di annunziare il Vangelo in ogni parte della terra spetta primariamente ai Vescovi, diretti responsabili dell’evangelizzazione nel mondo".

La priorità dell'evangelizzazione

  "Il mandato di predicare il Vangelo (...) deve coinvolgere tutta l’attività della Chiesa particolare, tutti i suoi settori, in breve, tutto il suo essere e il suo operare. Il Concilio Vaticano II lo ha indicato con chiarezza e il Magistero successivo l’ha ribadito con forza. Ciò richiede di adeguare costantemente stili di vita, piani pastorali e organizzazione diocesana a questa dimensione fondamentale dell’essere Chiesa, specialmente nel nostro mondo in continuo cambiamento. (...) Tutte le componenti del grande mosaico della Chiesa devono sentirsi fortemente interpellate dal mandato del Signore di predicare il Vangelo, affinché Cristo sia annunciato ovunque. Noi Pastori, i religiosi, le religiose e tutti i fedeli in Cristo, dobbiamo metterci sulle orme dell’apostolo Paolo, il quale (...) ha lavorato, sofferto e lottato per far giungere il Vangelo in mezzo ai pagani, senza risparmiare energie, tempo e mezzi per far conoscere il Messaggio di Cristo". (...)

  “La cooperazione missionaria si deve allargare oggi a forme nuove includendo non solo l’aiuto economico, ma anche la partecipazione diretta all’evangelizzazione.  (...) La celebrazione dell’Anno della fede e del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione saranno occasioni propizie per un rilancio della cooperazione missionaria, soprattutto in questa seconda dimensione".

Fede e annuncio

  "Gli orizzonti immensi della missione ecclesiale, la complessità della situazione presente chiedono oggi modalità rinnovate per poter comunicare efficacemente la Parola di Dio. Questo esige, anzitutto, una rinnovata adesione di fede personale e comunitaria al Vangelo di Gesù Cristo, in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanità sta vivendo". (...)

  "Uno degli ostacoli allo slancio dell’evangelizzazione, infatti, è la crisi di fede, non solo del mondo occidentale, ma di gran parte dell’umanità, che pure ha fame e sete di Dio e deve essere invitata e condotta al pane di vita e all’acqua viva. (...) Occorre rinnovare l’entusiasmo di comunicare la fede per promuovere una nuova evangelizzazione delle comunità e dei Paesi di antica tradizione cristiana, che stanno perdendo il riferimento a Dio, in modo da riscoprire la gioia del credere. La preoccupazione di evangelizzare non deve mai rimanere ai margini dell’attività ecclesiale e della vita personale del cristiano, ma caratterizzarla fortemente, nella consapevolezza di essere destinatari e, al tempo stesso, missionari del Vangelo. Il punto centrale dell’annuncio rimane sempre lo stesso: (...) il 'Kerigma' dell’amore di Dio assoluto e totale per ogni uomo ed ogni donna, culminato nell’invio del Figlio eterno e unigenito, il Signore Gesù, il quale non disdegnò di assumere la povertà della nostra natura umana, amandola e riscattandola, per mezzo dell’offerta di sé sulla croce".

  (...) "La fede è un dono che ci è dato perché sia condiviso. (...) È il dono più importante che ci è stato fatto nella nostra esistenza e che non possiamo tenere per noi stessi".

L'annuncio si fa carità

  "Tanti sacerdoti, religiosi e religiose, da ogni parte del mondo, numerosi laici e addirittura intere famiglie lasciano i propri Paesi, le proprie comunità locali e si recano presso altre Chiese per testimoniare e annunciare il Nome di Cristo (...). Si tratta di un’espressione di profonda comunione, condivisione e carità tra le Chiese". (...)

  "Insieme a questo alto segno della fede che si trasforma in carità, ricordo e ringrazio le Pontificie Opere Missionarie, strumento per la cooperazione alla missione universale della Chiesa nel mondo.  Attraverso la loro azione l’annuncio del Vangelo si fa anche intervento in aiuto del prossimo, giustizia verso i più poveri, possibilità di istruzione nei più sperduti villaggi, assistenza medica in luoghi remoti, emancipazione dalla miseria, riabilitazione di chi è emarginato, sostegno allo sviluppo dei popoli, superamento delle divisioni etniche, rispetto per la vita in ogni sua fase".

  "Invoco sull’opera di evangelizzazione 'ad gentes', ed in particolare sui suoi operai, l’effusione dello Spirito Santo, perché la Grazia di Dio la faccia camminare più decisamente nella storia del mondo".
MESS/        VIS 20120125 (930)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTÀ DEL VATICANO, 25 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Joseph Coutts, Arcivescovo di Karachi (superficie: 180.000; popolazione: 15.536.000; cattolici: 150.000; sacerdoti: 40; religiosi: 185), in Pakistan. È stato finora Vescovo di Faisalabad. Succede all'Arcivescovo Evarist Pinto, la cui rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi, per raggiunti limiti d'età, è stata accettata oggi dal Santo Padre.

- Ha nominato il Rev. Paul Abel Mamba, Vescovo di Ziguinchor (superficie: 7.339; popolazione: 655.465; cattolici: 108.696; sacerdoti: 97; religiosi: 132), in Senegal. Il Vescovo eletto è nato nel 1960 a Cabrousse (Senegal), ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. Tra gli altri incarichi pastorali che ha svolto, ricordiamo che è stato Sacerdote "fidei donum" (1991-2006) nella Diocesi di Tambacouda (Senegal); Direttore del Seminario Minore di Tambacauda (1991-1993); Economo della stessa Diocesi (1995-2004); Vicario Parrocchiale della parrocchia Martyrs de l'Ouganda (2007-2009). Dal 2010 fino ad oggi, è stato Amministratore apostolico della Diocesi di Ziguinchor.

- Ha nominato Mons. Udo Breitbach Sottosegretario della Congregazione per i Vescovi. Egli è stato finora Capo Ufficio del medesimo Dicastero.

- Ha nominato Consultori della Congregazione per la Dottrina della Fede Padre Paolo Martinelli, O.F.M. Cap., Direttore dell'Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università "Antonianum" di Roma; e il sacerdote Maurizio Gronchi, del clero dell'Arcidiocesi di Pisa (Italia), docente ordinario della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Urbaniana di Roma.
NER:RE:NA/         VIS 20120125 (230)

martedì 24 gennaio 2012

PRESENTATO IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI


CITTÀ DEL VATICANO, 24 GEN 2012 (VIS). Questa mattina, nell'Ufficio Stampa della Santa Sede, si è tenuta una conferenza per presentare il Messaggio scritto da Papa Benedetto XVI in occasione della XLVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, intitolato: "Silenzio e Parola: cammino di Evangelizzazione". Alla conferenza stampa sono intervenuti l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali; i Monsignori Paul Tighe e Giuseppe Antonio Scotti, rispettivamente Segretario e Segretario Aggiunto del Pontificio Consiglio; e Angelo Scelzo, Sottosegretario dello stesso Dicastero.

  L'Arcivescovo Celli ha ricordato che "ogni anno nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali il Papa cerca di analizzare la cultura della comunicazione per offrire suggestioni all’uomo di oggi e per orientare l’azione pastorale della Chiesa. Negli ultimi anni il Papa è stato molto attento ai processi e alle dinamiche della comunicazione, specialmente nel contesto della trasformazione culturale originata dagli sviluppi tecnologici".

  Quest'anno, invece, "il Santo Padre rivolge l’attenzione verso un elemento 'classico' della comunicazione: 'il silenzio', o forse è meglio dire il binomio silenzio-parola. Questo aspetto, anche se classico, diventa sempre più importante nel contesto della cultura digitale". Mons. Celli ha spiegato che Benedetto XVI nel suo messaggio riflette sull'importanza del silenzio per una comunicazione autentica. Il silenzio è un modo di esprimersi, di dare spazio all'altro per parlare e a se stessi l'occasione di ascoltare, pensare e riflettere. "In fondo -ha detto-, è nel silenzio che riesco a dare il giusto significato alla comunicazione e non essere solamente sommerso dal volume della stessa comunicazione".

  Dunque, "il silenzio diventa sempre più importante nel contesto di quel flusso di domande che in un certo senso è il motore della moderna cultura della comunicazione". Il Papa suggerisce che "al cuore di questo flusso di domande c’è una domanda fondamentale che è la ricerca della Verità e da qui nasce di nuovo l’importanza del silenzio come il luogo privilegiato dove il soggetto umano si trova davanti a se stesso e davanti a Dio". L'uomo scopre nel silenzio "la possibilità di parlare con Dio e di Dio". Per questo motivo, il Pontefice ricorda agli evangelizzatori che “silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo”.
CON-CS/          VIS 20120124 (370)

SILENZIO E PAROLA, CAMMINO DI EVANGELIZZAZIONE


CITTÀ DEL VATICANO, 24 GEN 2012 (VIS). Oggi, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli scrittori, si celebra la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. In occasione di tale ricorrenza, il Santo Padre ha scritto un messaggio intitolato "Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione", che è stato pubblicato questa mattina. Riportiamo di seguito ampi estratti di tale messaggio:

  "In questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012, desidero condividere con voi alcune riflessioni su un aspetto del processo umano della comunicazione che a volte è dimenticato, pur essendo molto importante, e che oggi appare particolarmente necessario richiamare. Si tratta del rapporto tra silenzio e parola: due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone". (...)

  "Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero (...). Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee. Si apre così uno spazio di ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umana più piena. (...) Là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio. Una profonda riflessione ci aiuta (...) a valutare, ad analizzare i messaggi; e ciò fa sì che si possano condividere opinioni ponderate e pertinenti, dando vita ad un’autentica conoscenza condivisa. Per questo è necessario creare un ambiente propizio, quasi una sorta di 'ecosistema' che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e  suoni".

 "Gran parte della dinamica attuale della comunicazione è orientata da domande alla ricerca di risposte. I motori di ricerca e le reti sociali sono il punto di partenza della comunicazione per molte persone che cercano consigli, suggerimenti, informazioni, risposte. (...) Anzi, spesso l’uomo contemporaneo è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte. Il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti". (...)

  "Questo incessante flusso di domande manifesta, in fondo, l’inquietudine dell’essere umano sempre alla ricerca di verità, piccole o grandi, che diano senso e speranza all’esistenza. L’uomo non può accontentarsi di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni ed esperienze di vita: tutti siamo cercatori di verità". (...)

  "Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali che possono aiutare l’uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio. Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità. Non c’è da stupirsi se, nelle diverse tradizioni religiose, la solitudine e il silenzio siano spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse e quella Verità che dà senso a tutte le cose. Il Dio della rivelazione biblica parla anche senza parole: “Come mostra la croce di Cristo, Dio parla anche per mezzo del suo silenzio”. (...)

  "Se Dio parla all’uomo anche nel silenzio, pure l’uomo scopre nel silenzio la possibilità di parlare con Dio e di Dio. (...) Nel parlare della grandezza di Dio, il nostro linguaggio risulta sempre inadeguato e si apre così lo spazio della contemplazione silenziosa. Da questa contemplazione nasce in tutta la sua forza interiore l’urgenza della missione, la necessità imperiosa di “comunicare ciò che abbiamo visto e udito”, affinché tutti siano in comunione con Dio". (...)

  "Nella contemplazione silenziosa emerge poi, ancora più forte, quella Parola eterna per mezzo della quale fu fatto il mondo, e si coglie quel disegno di salvezza che Dio realizza attraverso parole e gesti in tutta la storia dell’umanità. (...) E questo disegno di salvezza culmina nella persona di Gesù di Nazaret, mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione. Egli ci ha fatto conoscere il vero Volto di Dio Padre e con la sua Croce e Risurrezione ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla libertà dei figli di Dio. La domanda fondamentale sul senso dell’uomo trova nel Mistero di Cristo la risposta capace di dare pace all’inquietudine del cuore umano. E’ da questo Mistero che nasce la missione della Chiesa, ed è questo Mistero che spinge i cristiani a farsi annunciatori di speranza e di salvezza, testimoni di quell’amore che promuove la dignità dell’uomo e che costruisce giustizia e pace".

  "Parola e silenzio. Educarsi alla comunicazione vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare, e questo è particolarmente importante per gli agenti dell’evangelizzazione: silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo".
MESS/           VIS 20120124 (830)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTÀ DEL VATICANO, 24 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Hervé Gaschignard  nuovo Vescovo di Aire et Dax (superficie: 9.346; popolazione: 362.827; cattolici: 261.000; sacerdoti: 153; religiosi: 211; diaconi permanenti: 14), in Francia. Finora è stato Vescovo Ausiliare di Tolosa (Francia). Succede al Vescovo Philippe Breton, la cui rinuncia al governo pastorale della Diocesi, per raggiunti limiti d'età, è stata accettata dal Santo Padre.
RE:NER/           VIS 20120124 (70)

lunedì 23 gennaio 2012

UNITÀ DEI CRISTIANI, DONO DI DIO E IMPEGNO QUOTIDIANO DI CARITÀ


CITTÀ DEL VATICANO, 22 GEN 2012 (VIS). La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani -dal 18 al 25 gennaio- oggi è stata nuovamente al centro delle riflessioni del Papa Benedetto XVI. Prima della recita dell'Angelus domenicale, il Santo Padre ha invitato i fedeli a "unirsi alla preghiera che Gesù ha rivolto al Padre alla vigilia della sua passione: 'Che siano una sola cosa, perché il mondo creda'".

  Il tema dei testi della Settimana della preghiera di quest'anno è stato preso dalla prima Lettera di San Paolo ai Corinzi: "Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo nostro Signore". Il Papa ha spiegato che "siamo chiamati a contemplare la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, cioè la sua risurrezione, come un evento che trasforma radicalmente quanti credono in Lui e apre loro l’accesso ad una vita incorruttibile e immortale. Riconoscere e accogliere la forza trasformante della fede in Gesù Cristo sostiene i cristiani anche nella ricerca della piena unità tra di loro".

  Benedetto XVI ha affermato che è possibile ricercare l'unità in maniera realistica "se il cambiamento avviene innanzitutto in noi stessi se lasciamo agire Dio, se ci lasciamo trasformare ad immagine di Cristo, se entriamo nella vita nuova in Cristo, che è la vera vittoria. L’unità visibile di tutti i cristiani è sempre opera che viene dall’alto, da Dio, opera che chiede l’umiltà di riconoscere la nostra debolezza e di accogliere il dono. Però, per usare un’espressione che ripeteva spesso il Beato Papa Giovanni Paolo II, ogni dono diventa anche impegno. L’unità che viene da Dio esige dunque il nostro quotidiano impegno di aprirci gli uni agli altri nella carità. (...) Il tempo che dedicheremo alla preghiera per la piena comunione dei discepoli di Cristo ci permetterà di comprendere più profondamente come saremo trasformati dalla sua vittoria, dalla potenza della sua risurrezione".

  Il Pontefice, infine, ha ricordato che la Settimana di preghiera si concluderà mercoledì prossimo, con la solenne celebrazione dei Vespri della Festa della Conversione di San Paolo nell'omonima basilica romana. Parteciperanno alla celebrazione rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane "per rinnovare insieme -ha detto il Papa-  la nostra preghiera al Signore, fonte dell’unità".

  Terminata la recita dell'Angelus, Benedetto XVI ha fatto gli auguri ai Paesi dell'Estremo Oriente che in questi giorni celebrano il nuovo anno lunare: "Nella presente situazione mondiale di crisi economico-sociale auguro a tutti quei popoli che il nuovo anno sia concretamente segnato dalla giustizia e dalla pace, porti sollievo a chi soffre, e che specialmente i giovani, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo".
ANG/           VIS 20120123 (430)

IL VERO DIRITTO È INSEPARABILE DALLA GIUSTIZIA



CITTÀ DEL VATICANO, 21 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questo sabato, nella Sala Clementina, i membri del Tribunale della Rota Romana, in occasione dell'apertura dell'Anno Giudiziario.

  Il discorso di Benedetto XVI è stato incentrato su un aspetto primario del ministero giudiziale: l'interpretazione della legge canonica in vista della sua applicazione. Il Papa ha ricordato che l'ermeneutica del diritto canonico "è strettamente legata alla concezione stessa della legge della Chiesa", e ha rifiutato due modi di interpretare la legge che ne determinano l'impoverimento. Il primo tende a "identificare il diritto canonico con il sistema delle leggi canoniche", con il conseguente "oblio pratico del diritto naturale e del diritto divino positivo, come pure del rapporto vitale di ogni diritto con la comunione e la missione della Chiesa". Nel secondo, "la singola situazione diventerebbe fattore decisivo per accertare l'autentico significato del precetto legale nel caso concreto".  Ma in questo modo "l'opera interpretativa umana assurge a protagonista nello stabilire ciò che è giuridico. Manca il senso di un diritto oggettivo".

  In alternativa a queste vie inadeguate, il Papa ha fatto notare che, nella via ermeneutica corretta, "la comprensione adeguata della legge canonica apre la strada a un lavoro interpretativo che s'inserisce nella ricerca della verità sul diritto e sulla giustizia nella Chiesa. (...) Il vero diritto è inseparabile dalla giustizia. Il principio vale ovviamente anche per la legge canonica, nel senso che essa non può essere rinchiusa in un sistema normativo meramente umano, ma deve essere collegata a un ordine giusto della Chiesa, in cui vige una legge superiore. In quest'ottica la legge positiva umana perde il primato (...) giacché il diritto non si identifica più semplicemente con essa; tuttavia, la legge umana viene valorizzata in quanto espressione di giustizia, anzitutto per quanto essa dichiara come diritto divino, ma anche per quello che essa introduce come legittima determinazione di diritto umano".
  "In tal modo, si rende possibile un'ermeneutica legale che sia autenticamente giuridica, nel senso che, mettendosi in sintonia con il significato proprio della legge, si può porre la domanda cruciale su quel che è giusto in ciascun caso. (...) Le regole umane vanno interpretate anche alla luce della realtà regolata, la quale contiene sempre un nucleo di diritto naturale e divino positivo, con il quale deve essere in armonia ogni norma per essere razionale e veramente giuridica".

  In questa prospettiva, che il Papa ha definito "realista", il lavoro interpretativo acquista un senso e un obbiettivo, dal momento che "è vivificato da un autentico contatto con la realtà complessiva della Chiesa, che consente di penetrare nel vero senso della lettera della legge. (...) Ne segue che l'interpretazione della legge canonica deve avvenire nella Chiesa. (...) Il 'sentire cum Ecclesia' ha senso anche nella disciplina, a motivo dei fondamenti dottrinali che sono sempre presenti e operanti nelle norme legali della Chiesa. In questo modo, va applicata anche alla legge canonica quell'ermeneutica del rinnovamento nella continuità di cui ho parlato in riferimento al Concilio Vaticano II, così strettamente legato all'attuale legislazione canonica".

  "Questi atteggiamenti di fondo", ha sottolineato il Pontefice, "si applicano a tutte le categorie di interpretazione: dalla ricerca scientifica sul diritto canonico, (...) fino alla ricerca quotidiana delle soluzioni giuste nella vita dei fedeli e delle comunità. Occorre spirito di docilità per accogliere le leggi, cercando di studiare (...) la tradizione giuridica della Chiesa per potersi identificare con essa e anche con le disposizioni legali emanate dai Pastori, specialmente le leggi pontificie nonché il magistero su questioni canoniche, il quale è di per sé vincolante in ciò che insegna sul diritto".

  "Queste riflessioni acquistano una peculiare rilevanza nell'ambito delle leggi riguardanti l’atto costitutivo del matrimonio e la sua consumazione e la ricezione dell’Ordine sacro, e di quelle attinenti ai rispettivi processi. (...) In particolare, vanno anche applicati tutti i mezzi giuridicamente vincolanti che tendono ad assicurare quell'unità nell'interpretazione e nell'applicazione delle leggi che è richiesta dalla giustizia: il magistero pontificio specificamente concernente questo campo, contenuto soprattutto nelle Allocuzioni alla Rota Romana; (...) le norme e le dichiarazioni emanate da altri Dicasteri della Curia Romana".

  "Tale unità ermeneutica in ciò che è essenziale, ha evidenziato il Santo Padre, non mortifica in alcun modo le funzioni dei tribunali locali, chiamati a confrontarsi per primi con le complesse situazioni reali che si danno in ogni contesto culturale. Ciascuno di essi, infatti, è tenuto a procedere con un senso di vera riverenza nei riguardi della verità sul diritto, cercando di praticare esemplarmente, nell’applicazione degli istituti giudiziali e amministrativi, la comunione nella disciplina, quale aspetto essenziale dell'unità della Chiesa".
  Benedetto XVI, infine, ha parlato dell'innovazione relativa al trasferimento a un Ufficio della Rota le competenze circa i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinanza: "Sono certo che vi sarà una generosa risposta a questo nuovo impegno ecclesiale".
AC/         VIS 20120123 (800)

PRESENTAZIONE DEGLI AGNELLI NELLA FESTA DI SANT'AGNESE


CITTÀ DEL VATICANO, 21 GEN 2012 (VIS). Oggi, nella Cappella Urbano VIII del palazzo Apostolico, sono stati presentati al Papa due agnelli benedetti questa mattina, in occasione della memoria liturgica di Sant'Agnese, nell'omonima Basilica sulla via Nomentana. La lana di questi agnelli sarà utilizzata per confezionare i Pallii che saranno imposti ai nuovi Arcivescovi Metropoliti il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo.

  Il pallio è un'insegna liturgica d'onore e di giurisdizione che viene indossata dal Papa e dagli Arcivescovi Metropoliti nelle loro Chiese e in quelle delle loro Province. È costituito da una fascia di lana bianca su cui spiccano sei croci di seta nera. I Padri Trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane allevano gli agnelli -animali simbolo di Santa Agnese, martirizzata a Roma intorno all'anno 305-, mentre i pallii vengono tessuti dalle religiose di Santa Cecilia.
... /        VIS 20120123 (140)

UDIENZE


CITTÀ DEL VATICANO, 23 GEN 2012 (VIS). Il Papa Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza:

- Sei Presuli della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America, in visita "ad limina apostolorum":

- Arcivescovo Joseph Edward Kurtz, di Louisville;
- Vescovo Roger Joseph Foys, di Covington;
- Vescovo Richard Frank Stika, di Knoxville;
- Vescovo Ronald William Gainer, di Lexington;
- Vescovo James Terry Steib, di Memphis;
- Vescovo William Francis Medley, di Owensboro.

- Ambasciatore di Francia, Stanislas de Laboulaye, in visita di congedo.

  Sabato 21, il Pontefice ha ricevuto in udienze separate:

- Vescovo Antoni Stankiewicz, Decano del Tribunale della Rota Romana.

- Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/           VIS 20120123 (120)

venerdì 20 gennaio 2012

LA VITA SACERDOTALE RICHIEDE UN CRESCENTE DESIDERIO DI SANTITÀ


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza, nella Sala Clementina, 70 rappresentanti dell'Almo Collegio Capranica -uno dei seminari della Diocesi di Roma-, che vanta 555 anni di storia. L’Almo Collegio celebra domani, 21 gennaio, la festa della sua patrona sant’Agnese, e per questa ricorrenza il Santo Padre ha voluto offrire ai futuri sacerdoti alcune riflessioni ispirate a questa vergine e martire del secolo III:

  "Il martirio, per sant’Agnese, ha voluto dire la generosa e libera accettazione di spendere la propria giovane vita, nella sua totalità e senza riserve, affinché il Vangelo fosse annunziato come verità e bellezza che illuminano l’esistenza. (...) Nel martirio, Agnese sigilla anche l’altro elemento decisivo della sua vita, la verginità per Cristo e per la Chiesa. Il dono totale del martirio è preparato, infatti, dalla scelta consapevole, libera e matura, della verginità, testimonianza della volontà di essere totalmente di Cristo. (...) Agnese, ancora giovane, aveva imparato che essere discepoli del Signore vuol dire amarlo mettendo in gioco tutta l’esistenza".

  "Anche la formazione del presbitero esige integralità, compiutezza, esercizio ascetico, costanza e fedeltà eroica, in tutti gli aspetti che la costituisce; al fondo vi deve essere una solida vita spirituale animata da una relazione intensa con Dio a livello personale e comunitario, con particolare cura nelle celebrazioni liturgiche e nella frequenza ai Sacramenti. La vita sacerdotale richiede un anelito crescente alla santità, un chiaro 'sensus Ecclesiae' e un’apertura alla fraternità senza esclusioni e parzialità".

  "Del cammino di santità del presbitero fa parte anche la sua scelta di elaborare, con l’aiuto di Dio, la propria intelligenza e il proprio impegno, una vera e solida cultura personale, frutto di uno studio appassionato e costante. La fede ha una sua dimensione razionale e intellettuale che le è essenziale. (...) Chi è maturo anche in questa sua formazione culturale globale può essere più efficacemente educatore e animatore di quell’adorazione «in Spirito e verità» di cui Gesù parla alla Samaritana. Tale adorazione (...) è chiamata a diventare (...) un culto nel quale l’uomo stesso nella sua totalità di un essere dotato di ragione, diventa adorazione, glorificazione del Dio vivente".

  "Abbiate sempre un profondo senso della storia e della tradizione della Chiesa! (...) Avete la possibilità di aprire gli orizzonti con esperienze dell’internazionalità. (...) Imparate a conoscere le situazioni diverse delle nazioni e delle Chiese nel mondo e a formarvi alla visione cattolica. Preparatevi ad essere vicini ad ogni uomo che incontrerete, non lasciando che nessuna cultura possa essere una barriera alla Parola di vita di cui siete annunciatori anche con la vostra vita".

  "La Chiesa si aspetta molto dai giovani sacerdoti nell’opera di evangelizzazione e di nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perché nella fatica quotidiana, radicati nella bellezza della tradizione autentica, uniti profondamente a Cristo, siate capaci di portarlo nelle vostre comunità con verità e gioia".
AC/                            VIS 20120120 (470)

RICCHEZZA DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE IN COMUNIONE CON TUTTO IL CORPO DELLA CHIESA


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza più di 7.000 membri del Cammino Neocatecumenale. In questa occasione, il Santo Padre ha inviato in tutto il mondo diciassette nuove missioni "ad gentes": dodici in Europa, quattro in America e una in Africa. Ciascuna di queste missioni è formata da tre o quattro famiglie numerose, che appartengono al Cammino Neocatecumenale e che si trasferiscono con un sacerdote in una zona scristianizzata o in cui il Vangelo non è stato ancora annunciato.

Riportiamo di seguito alcuni frammenti del discorso del Pontefice:

  "In questi decenni di vita del Cammino un vostro fermo impegno è stato di proclamare il Cristo Risorto, (...) abbandonando spesso sicurezze personali e materiali (...). Portare Cristo agli uomini e portare gli uomini a Cristo: questo è ciò che anima ogni opera evangelizzatrice. Voi lo realizzate in un cammino che aiuta a far riscoprire a chi ha già ricevuto il Battesimo la bellezza della vita di fede, la gioia di essere cristiani. (...) E’ un impegno, lo sappiamo, non sempre facile. A volte siete presenti in luoghi in cui vi è bisogno di un primo annuncio del Vangelo, la missio ad gentes; spesso, invece, in aree, che, pur avendo conosciuto Cristo, sono diventate indifferenti alla fede: il secolarismo vi ha eclissato il senso di Dio e oscurato i valori cristiani. Qui il vostro impegno e la vostra testimonianza siano come il lievito che, con pazienza, rispettando i tempi, con "sensus Ecclesiae", fa crescere tutta la massa".

  "La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del “Direttorio Catechetico” ne sono un segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una profonda comunione con la Sede Apostolica e con i Pastori delle Chiese particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo ecclesiale sono una importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo".

  "Poco fa vi è stato letto il Decreto con cui vengono approvate le celebrazioni presenti nel 'Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale', che non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede. E’ un altro elemento che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae. (...) Nell’azione liturgica della Chiesa c’è la presenza attiva di Cristo Risorto che rende presente ed efficace per noi oggi lo stesso Mistero pasquale, per la nostra salvezza (...). Questa opera del Signore Gesù, che è il vero contenuto della Liturgia, l’entrare nella presenza del Mistero pasquale, è anche opera della Chiesa, che, essendo suo corpo, è un unico soggetto con Cristo".

  "Ciò vale in modo specialissimo per la celebrazione dell’Eucaristia, che, essendo il culmine della vita cristiana, è anche il cardine della sua riscoperta, alla quale il neocatecumenato tende. (...) Proprio al fine di favorire il riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale da parte di persone che si sono allontanate dalla Chiesa, o non hanno ricevuto una formazione adeguata, i neocatecumenali possono celebrare l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità". (...)

  "La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo. (...) Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato".

  "Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo".

  Il Santo Padre ha, infine, ringraziato i neocatecumenali per le loro manifestazioni di vicinanza e affetto, e ha chiesto loro di ricordarlo nella preghiera.
AC/                                                                 VIS 20120120 (700)

APPROVATE LE CELEBRAZIONI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Il Pontificio Consiglio per i Laici ha pubblicato oggi un decreto con il quale concede l'approvazione alle celebrazioni contenute nel Direttorio Catechistico del Cammino Neocatecumenale. Il decreto è datato 8 gennaio 2012, festa del Battesimo del Signore; e porta le firme del Presidente di questo Dicastero, il Cardinale Stanislaw Rylko, e del Segretario, il Vescovo Josef Clemens.

  Presentiamo di seguito il testo pubblicato oggi: "Con decreto dell’11 maggio 2008, il Pontificio Consiglio per i Laici ebbe ad approvare in modo definitivo lo Statuto del Cammino Neocatecumenale e, successivamente, dopo aver debitamente consultato la Congregazione per la Dottrina della Fede, con decreto del 26 dicembre 2010, diede la sua approvazione alla pubblicazione del Direttorio catechetico come sussidio valido e vincolante per le catechesi del Cammino Neocatecumenale.

  Ora, visti gli articoli 131, e 133, §1e §2, della Costituzione apostolica Pastor Bonus sulla Curia Romana, il Pontificio Consiglio per i Laici, avuto il parere favorevole della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, concede l’approvazione a quelle celebrazioni contenute nel Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale che non risultano per la loro natura già normate dai Libri liturgici della Chiesa".
COL-L/                  VIS 20120120 ( 200)

UDIENZA


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre riceverà in udienza questo pomeriggio l'Arcivescovo Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
AP/              VIS 20120120 (30)

mercoledì 18 gennaio 2012

IL PAPA: INVOCATE SEMPRE IL DONO DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI


CITTÀ DEL VATICANO, 18 GEN 2012 (VIS).- La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, che comincia oggi, è stato il tema trattato da Benedetto XVI nell’udienza generale di questa mattina, celebrata nell’Aula Paolo VI. Il Santo Padre ha spiegato che si tratta di un’iniziativa che ha luogo ogni anno da ormai più di un secolo, e alla quale partecipano cristiani di tutte le Chiese e Comunità ecclesiali, al fine di invocare “quel dono straordinario per cui lo stesso Signore Gesù ha pregato durante l’Ultima Cena, prima della sua passione: ‘Perché tutti siano una sola cosa’”.

  La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani fu introdotta nel 1908 da Padre Paul Wattson, fondatore di una comunità religiosa anglicana che entrò in seguito nella Chiesa cattolica. Il Papa ha affermato che, in questa Settimana, “l’impulso impresso dal Concilio Vaticano II alla ricerca della piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo trova ogni anno una delle sue più efficaci espressioni. Questo appuntamento spirituale, che unisce cristiani di tutte le tradizioni, accresce la nostra consapevolezza del fatto che l’unità verso cui tendiamo non potrà essere solo il risultato dei nostri sforzi, ma sarà piuttosto un dono ricevuto dall’alto, da invocare sempre”.

  Quest’anno, i testi per la Settimana di Preghiera sono stati proposti da un gruppo composto da rappresentanti della Chiesa cattolica e del Consiglio Ecumenico Polacco. Quest’ultimo ha suggerito il tema: “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore”. La storia della Polonia è stata segnata da invasioni e disfatte, ma anche dalla costante lotta contro l’oppressione e dalla sete di libertà; questo ha indotto il gruppo ecumenico polacco a riflettere sul vero significato delle parole “vittoria” e “sconfitta”.

  In questo senso, il Papa ha sottolineato che “rispetto alla ‘vittoria’ intesa in termini trionfalistici, Cristo ci suggerisce una strada ben diversa; la sua vittoria non passa attraverso il potere e la potenza. (…) Cristo parla di una vittoria attraverso l’amore, il servizio reciproco, l’aiuto, la nuova speranza e il concreto conforto donati agli ultimi, ai dimenticati, ai rifiutati. Per tutti i cristiani, la più alta espressione di tale umile servizio è Gesù Cristo stesso, il dono totale che fa di Se stesso, la vittoria del suo amore sulla morte (…). Noi possiamo prendere parte a questa ‘vittoria’ solo se ci lasciamo trasformare da Dio”.

  Allo stesso modo, “l’unità per la quale preghiamo richiede una conversione interiore, sia comune che personale. Non si tratta semplicemente di cordialità e di cooperazione, occorre rafforzare la nostra fede in Dio (…); occorre entrare nella nuova vita in Cristo, che è la nostra vera e definitiva vittoria; occorre aprirsi gli uni agli altri, cogliendo tutti gli elementi di unità che Dio ha conservato per noi (…); occorre sentire l’urgenza di testimoniare all’uomo del nostro tempo il Dio vivente, che si è fatto conoscere in Cristo”.

  Il compito ecumenico, come sottolineano il Concilio Vaticano II e il beato Giovanni, “è una responsabilità dell’intera Chiesa e di tutti i battezzati, che devono far crescere la comunione parziale già esistente tra i cristiani fino alla piena comunione nella verità e nella carità. Pertanto, la preghiera per l’unità (…) deve diventare parte integrante della vita orante di tutti i cristiani, in ogni luogo e in ogni tempo, soprattutto quando persone di tradizioni diverse s’incontrano e lavorano insieme per la vittoria, in Cristo, su tutto ciò che è peccato, male, ingiustizia, violazione della dignità dell’uomo”.

  Benedetto XVI ha posto in risalto anche che “la mancanza di unità tra i cristiani impedisce un annuncio più efficace del Vangelo, mette in pericolo la nostra credibilità. (…) Certamente, per quanto riguarda le verità fondamentali della fede, ci unisce molto più di quanto ci divide. (…) E’ una grande sfida questa per la nuova evangelizzazione, che può essere più fruttuosa se tutti i cristiani annunciano insieme la verità del Vangelo di Gesù Cristo e danno una risposta comune alla sete spirituale dei nostri tempi”.

  Per concludere, il Pontefice ha esortato i fedeli ad unirsi in preghiera in modo più intenso in questa settimana, “perché cresca la testimonianza comune, la solidarietà e la collaborazione tra i cristiani, aspettando il giorno glorioso in cui potremo professare insieme la fede trasmessa dagli Apostoli e celebrare insieme i Sacramenti”.

   Alla fine dell’udienza generale, il Santo Padre ha salutato un gruppo di avvocati italiani e li ha incoraggiati a svolgere la loro professione “mantenendosi sempre fedeli alla verità, presupposto fondamentale per l’attuazione della giustizia”.
AG/                                                                                    VIS 20120118 (750)
Copyright © VIS - Vatican Information Service