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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 13 maggio 2010

CONSACRAZIONE VERGINE: CHIESA SI RINNOVI SACERDOTI SANTI

CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). Nel primo pomeriggio di oggi il Santo Padre ha preso congedo dalla Nunziatura Apostolica di Lisboa ed è partito in elicottero per Fatima, cittadina di 8.000 abitanti, dove nel 1917 la Vergine apparve ai tre Pastorelli Giacinta, Francesco e Lucia. Giacinta e Francesco furono beatificati da Giovanni Paolo II nel 2000, anno della sua terza visita a Fatima.

Sul luogo delle apparizioni chiamato “Cova da Iria”, fu costruito il Santuario composto da un “Recinto di preghiera” e da una vasta Spianata sulla quale si affacciano vari edifici. All’estremità nord sorge la Basilica e sulla sinistra si trova la “Capelinha”, la Cappellina delle Apparizioni, costruita nel 1919.

Il Santo Padre ha letto una preghiera davanti alla statua della Vergine nella Cappellina delle Apparizioni, ed ha ricordato che il Venerabile Giovanni Paolo II compì una visita a Maria Vergine di Fatima in tre occasioni, e Le rese grazie “per quella ‘mano invisibile’ che lo ha liberato dalla morte nell’attentato del tredici maggio del 1981”.

“Ringrazio, Madre diletta, le preghiere e i sacrifici che i Pastorelli di Fatima facevano per il Papa, condotti dai sentimenti che tu hai ispirato loro nelle apparizioni. Ringrazio anche tutti coloro che, ogni giorno, pregano per il Successore di Pietro e per le sue intenzioni affinché il Papa sia forte nella fede, audace nella speranza e zelante nell’amore”.

Il Santo Padre ha offerto la Rosa d’Oro “che ho portato da Roma, come omaggio di gratitudine del Papa per le meraviglie che l’Onnipotente ha compiuto per mezzo di Te nei cuori di tanti che vengono pellegrini a questa tua casa materna”.

Successivamente il Papa si è recato alla Chiesa della Santissima Trindade – a 300 metri di distanza – dove ha presieduto la celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i diaconi.

Nell’omelia il Santo Padre ha espresso la sua riconoscenza e la gratitudine della Chiesa “A tutti voi che avete donato la vita a Cristo” ed ha detto: “Desidero, questa sera, esprimere l’apprezzamento e la riconoscenza ecclesiale. Grazie per la vostra testimonianza spesso silenziosa e per niente facile; grazie per la vostra fedeltà al Vangelo e alla Chiesa”.

“La principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’Altare, deve essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore. (...) Ciò suppone evidentemente una vera intimità con Cristo nella preghiera, poiché sarà l’esperienza forte ed intensa dell’amore del Signore che dovrà portare i sacerdoti e i consacrati a corrispondere in un modo esclusivo e sponsale al suo amore”.

“C’è una solidarietà profonda fra tutti i membri del Corpo di Cristo: non è possibile amarlo senza amare i suoi fratelli. Fu per la salvezza di essi che Giovanni Maria Vianney ha voluto essere sacerdote. (...) Siate solleciti gli uni verso gli altri, sostenendovi fraternamente”.

“Come è importante aiutarvi a vicenda per mezzo della preghiera e con utili consigli e discernimenti!. Riservate particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali oppure al fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che è proprio di un ministro di Gesù Cristo”.

“Sebbene il sacerdozio di Cristo sia eterno, la vita dei sacerdoti è limitata. Cristo vuole che altri perpetuino lungo il tempo il sacerdozio ministeriale da Lui istituito. Perciò mantenete, nel vostro intimo e intorno a voi, l’ansia di suscitare – assecondando la grazia dello Spirito Santo – nuove vocazioni sacerdotali tra i fedeli”.

“Cari seminaristi, (...) verificate bene le intenzioni e le motivazioni; dedicatevi con animo forte e spirito generoso alla vostra formazione. L’Eucaristia, centro della vita del cristiano e scuola di umiltà e di servizio, deve essere l’oggetto principale del vostro amore”.

Infine il Papa ha pronunciato un atto di affidamento e di consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria: “Siamo consapevoli che, senza Gesù, non possiamo fare nulla di buono e che, solo per Lui, con Lui ed in Lui, saremo per il mondo strumento di salvezza”.

“Sposa dello Spirito Santo, ottienici l’inestimabile dono della trasformazione in Cristo. Per la stessa potenza dello Spirito che, estendendo su di Te la sua ombra, ti rese Madre del Salvatore, aiutaci affinché Cristo, tuo Figlio, nasca anche in noi. Possa così la Chiesa, essere rinnovata da santi sacerdoti, trasfigurati dalla grazia di Colui che fa nuove tutte le cose”.

“Aiutaci, con la tua potente intercessione, a non venir mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del Maligno”.

“Madre della Chiesa, noi, sacerdoti, vogliamo essere pastori che non pascolano se stessi, ma si donano a Dio per i fratelli, trovando in questo la loro felicità. Non solo a parole, ma con la vita, vogliamo ripetere umilmente, giorno per giorno, il nostro ‘eccomi”.

Al termine della celebrazione dei Vespri, il Santo Padre si è recato per la cena aalla Casa “Nossa Senhora do Carmo”, Casa per gli Esercizi Spirituali, che fa parte del complesso del Santuario.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100513 (840)

BENEDETTO XVI RECITA IL ROSARIO DAVANTI MADONNA FATIMA

CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). Alle 21:15 (ora del Portogallo), il Santo Padre si è recato in autovettura panoramica alla Cappella delle Apparizioni per la recita del Rosario, alla luce delle fiaccole, con i pellegrini lì riuniti. Prima della preghiera, Benedetto XVI ha benedetto i ceri dei partecipanti e ha rivolto loro alcune parole.

“Cari pellegrini, tutti voi insieme, con la candela accesa in mano” – ha detto il Papa – “sembrate un mare di luce intorno a questa semplice cappella, eretta premurosamente in onore della Madre di Dio e Madre nostra, la cui via di ritorno dalla terra al cielo era apparsa ai Pastorelli come una striscia di luce”.

“Però sia Maria che noi stessi non godiamo di luce propria: la riceviamo da Gesù. La presenza di Lui in noi rinnova il mistero e il richiamo del roveto ardente, quello che un tempo sul monte Sinai ha attirato Mosè e non smette di affascinare quanti si rendono conto di una luce speciale in noi che arde però senza consumarci”.

“A Mosè, Dio aveva ordinato: ‘Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è un suolo santo’ . E così ha fatto; calzerà nuovamente i sandali per andare a liberare il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto e guidarlo alla terra promessa. (...) Lungo il corso della storia del popolo eletto, la promessa della terra va assumendo sempre di più questo significato: la terra è donata perché ci sia un luogo dell’obbedienza, affinché ci sia uno spazio aperto a Dio”.

“Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio. Non a un dio qualsiasi, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore portato fino alla fine, in Gesù Cristo crocifisso e risorto. (...) Non abbiate paura di parlare di Dio e di manifestare senza vergogna i segni della fede, facendo risplendere agli occhi dei vostri contemporanei la luce di Cristo”.

“Fratelli e sorelle, in questo luogo stupisce osservare come tre bambini si sono arresi alla forza interiore che li ha invasi nelle apparizioni dell’Angelo e della Madre del Cielo. Qui, dove tante volte ci è stato chiesto di recitare il Rosario, lasciamoci attrarre dai misteri di Cristo, i misteri del Rosario di Maria. (...) Nel meditare i misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi mentre recitiamo le ‘Ave Maria’, contempliamo l’intero mistero di Gesù, dall’Incarnazione fino alla Croce e alla gloria della Risurrezione; contempliamo l’intima partecipazione di Maria a questo mistero e la nostra vita in Cristo oggi, che pure si presenta tessuta di momenti di gioia e di dolore, di ombre e di luce, di trepidazione e di speranza. La grazia invade il nostro cuore suscitando il desiderio di un incisivo ed evangelico cambiamento di vita”.

“Sento che mi accompagnano la devozione e l’affetto dei fedeli qui convenuti e del mondo intero” – ha concluso il Papa – “Porto con me le preoccupazioni e le attese di questo nostro tempo e le sofferenze dell’umanità ferita, i problemi del mondo, e vengo a deporli ai piedi della Madonna di Fatima: Vergine Madre di Dio e nostra Madre carissima, intercedi per noi presso il tuo Figlio perché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle che si distinguono con il nome cristiano, sia quelle che ignorano ancora il loro Salvatore, vivano in pace e concordia fino a ricongiungersi in un solo popolo di Dio a gloria della santissima e indivisibile Trinità”.

Al termine della recita del Santo Rosario, Benedetto XVI è rientrato alla casa “Nossa Senhora do Carmo”. Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha presieduto la celebrazione della Santa Messa alla vigilia della festa mariana del 13 maggio.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100513 (650)

LA LUCE DEI PASTORELLI È IL FIGLIO DI DIO FATTO UOMO

CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2010 (VIS). Oggi, memoria della Beata Maria Vergine di Fatima, decimo anniversario della Beatificazione dei Pastorelli Giacinta e Francesco, il Papa ha celebrato l’Eucaristia sulla Spianata del Santuario di Fatima con la partecipazione di mezzo milione di persone.

Nell’omelia il Santo Padre ha affermato: “Sono venuto a Fatima per gioire della presenza di Maria e della sua materna protezione. (...) Sono venuto a Fatima per pregare, con Maria e con tanti pellegrini, per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze, (...) per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene che rendono accogliente e benefica la Casa di Dio”.

Nel ricordare le “innocenti e profonde confidenze mistiche dei Pastorelli” – ha affermato Benedetto XVI – “qualcuno potrebbe guardarli con un po’ di invidia perché essi hanno visto, oppure con la delusa rassegnazione di chi non ha avuto la stessa fortuna, ma insiste nel voler vedere”.

“Le Scritture” – ha proseguito il Pontefice – “ci invitano a credere. (...) Dio può raggiungerci, offrendosi alla nostra visione interiore. Di più, quella Luce nell’intimo dei Pastorelli, che proviene dal futuro di Dio, è la stessa che si è manifestata nella pienezza dei tempi ed è venuta per tutti: il Figlio di Dio fatto uomo. (...) Perciò la nostra speranza ha fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazaret”.

“La fede in Dio” – ha sottolineato il Pontefice – “apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”.

Nel richiamare l’attenzione sul fatto che “i Pastorelli hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio”, il Santo Padre ha affermato: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. (...) L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: ‘Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?’”.

“Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo”.

Benedetto XVI ha concluso l’omelia affermando: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.

Al termine della Santa Messa, il Papa si è rivolto ai malati presenti e a quanti lo seguivano attraverso la radio e la televisione con queste parole: “Fratello e Sorella mia, agli occhi di Dio hai ‘un valore così grande da essersi Egli stesso fatto uomo per poter com-patire con l’uomo, (...), in carne e sangue, come ci viene dimostrato nel racconto della Passione di Cristo. Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la ‘con-solatio’, la consolazione dell’amore partecipe di Dio. (...) Potrai superare la sensazione di inutilità della sofferenza che consuma la persona nell’intimo di se stessa e la fa sentire un peso per gli altri, quando, in verità, la sofferenza, vissuta con Gesù, serve per la salvezza dei fratelli”.

“Il divin Maestro, più che dilungarsi a spiegare le ragioni della sofferenza, ha preferito chiamare ciascuno a seguirlo, dicendo: ‘Prendi la tua croce e seguimi’. Vieni con me. Prendi parte, con la tua sofferenza, a quest’opera di salvezza del mondo, che si realizza mediante la mia sofferenza, per mezzo della mia Croce. Man mano che abbracci la tua croce, unendoti spiritualmente alla mia Croce, si svelerà ai tuoi occhi il significato salvifico della sofferenza. Troverai nella sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale”.

“Cari malati” – ha detto ancora il Santo Padre – “accogliete questa chiamata di Gesù che passerà accanto a voi nel Santissimo Sacramento e affidategli ogni contrarietà e pena che affrontate, affinché diventino – secondo i Suoi disegni – mezzo di redenzione per il mondo intero. Voi sarete redentori del Redentore, come siete figli nel Figlio. Presso la croce ... si trova la Madre di Gesù, la nostra Madre”.

Prima di congedarsi, Benedetto XVI ha rivolto parole di saluto in varie lingue ai numerosi pellegrini presenti.

Infine il Papa ha compiuto una visita alle tombe dei Pastorelli situate nella Basilica del Santuario di Fatima e quindi è rientrato alla Casa “Nossa Senhora do Carmo” per il pranzo con i Vescovi del Portogallo e il Seguito papale.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100513 (820)

ALTRI ATTI PONTIFICI



CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Hà Nôi (Viêt Nam), presentata dall’Arcivescovo Joseph Ngô Quang Kiêt, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Vescovo Pierre Nguyên Vân Nhon, Coadiutore della medesima Arcidiocesi.

- Ha nominato il Padre Paul Nguyên Thai Hop, O.P., Vescovo di Vinh (superficie: 30.594; popolazione: 6.090.000; cattolici: 486.234; sacerdoti: 167; religiosi: 610), (Viêt Nam). Il Vescovo eletto è nato nel 1945 a Lang Anh (Viêt Nam) ed è stato ordinato sacerdote nel 1972. Finora Professore presso l’Università Statale di Hochminh Ville (Viêt Nam), succede al Vescovo Paul-Marie Cao Dinh Thuyên, M.S.C., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
RE:NER/ VIS 20100513 (140)
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