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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 13 ottobre 2008

UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE

CITTA' DEL VATICANO, 11 OTT. 2008 (VIS). Nel pomeriggio di oggi ha avuto luogo l'Undicesima Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo di São Paulo (Brasile).

Di seguito riportiamo gli estratti di alcuni interventi dei Padri Sinodali.

VESCOVO LOUIS PORTELLA MBUYU, DI KINKALA, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (REPUBBLICA DEL CONGO). "Nel Congo-Brazzaville, paese segnato negativamente da una serie di conflitti interni, constatiamo l'abbondanza di movimenti religiosi che si possono suddividere in due categorie: da un lato, i movimenti che praticano una lettura di tendenza liberatrice pur richiamandosi ad elementi della religione tradizionale. Essi presentano come una contro-reazione di fronte a un cristianesimo considerato come una negazione dell'identità africana. Dall'altro, dei movimenti, ramificazioni del movimento pentecostale d'origine americana, caratterizzati da una lettura fondamentalista e persino magica della Bibbia, che tendono a distogliere le coscienze dai problemi concreti della vita sociale. Vi sono anche movimenti di orientamento esoterico e gnostico, caratterizzati da una lettura simbolica e ideologica della Bibbia. Tutto questo insieme va collocato in un contesto di sviluppo non adeguato, con il suo carico di miseria e di rassegnazione. Di fronte a questa situazione complessa, si fa sentire l'urgenza di aiutare, incoraggiare i fedeli di Cristo in Congo a leggere la Parola di Dio, a meditarla, a pregarla in quanto può 'ricreare' l'uomo africano che porta ancora in sé le conseguenze del suo passato. Ciò richiede un più facile accesso al testo biblico attraverso le traduzioni. È una delle urgenze pastorali della nostra Chiesa. D'altronde, questa lettura della Parola di Dio deve suscitare nel lettore africano la presa di coscienza della propria responsabilità nei confronti di una società che attende di essere trasformata in tutte le sue strutture secondo i valori del Vangelo".

VESCOVO GREGOR MARIA HANKE, O.S.B., DI EICHSTÄTT (GERMANIA).
"La Parola di Dio non si esaurisce con la Bibbia stampata né con l'annuncio della Parola. La Parola scritta non ha la stessa gradazione della Parola-Logos rivelata nell'Incarnazione. La forza della Parola scritta e annunciata vive della presenza permanente nella storia del mondo di questa più grande Parola-Azione. Questo fa delle lettere della Sacra Scrittura, la Parola di Dio che cammina con l'uomo di oggi e che, in essa, apre il dialogo di Dio con l'uomo. È però l'Eucaristia il luogo in cui si rende presente la Parola d'azione, con tutta la sua storia dI salvezza e l'escatologia".

SUA BEATITUDINE NERSES BEDROS XIX TARMOUNI, PATRIARCA DI CILICIA DEGLI ARMENI, CAPO DEL SINODO DELLA CHIESA ARMENA CATTOLICA (LIBANO). "Secondo la tradizione, le origini della Chiesa armena, evangelizzata da San Gregorio L'Illuminatore, risalgono all'adozione del cristianesimo come religione di stato in Armenia nell'anno 301. All'epoca, l'alfabeto armeno non esisteva e le letture bibliche venivano proclamate in lingua greca o siriaca. L'officiante doveva poi tradurle in armeno. Questo non facilitava la comprensione della Parola di Dio da parte dei neofiti armeni. Da ciò è nata l'idea di inventare un alfabeto per tradurre la Bibbia nella lingua del popolo. (...) Si può concludere, senza dubbio, che l'invenzione dell'alfabeto armeno, nell'anno 406, non aveva altro fine che l'evangelizzazione. Questa evangelizzazione ha aiutato a salvaguardare la fede cristiana spesso minacciata, come nel 451 - la Bibbia era appena stata tradotta - e nei secoli successivi. La Parola di Dio ha sostenuto la Chiesa e il popolo armeno durante la sua dolorosa storia. Ha permeato e animato la cultura armena nel corso dei secoli. La vita dei cristiani in Armenia è stata continuamente pervasa e guidata dalla Parola di Dio".

VESCOVO RICARDO ERNESTO CENTELLAS GUZMÁN, AUSILIARE DI POTOSÍ (BOLIVIA). "La realtà attuale ci mostra che la Parola di Dio e le culture antiche e moderne sono mondi separati e paralleli. (...) Da qui nasce la grande sfida pastorale: rilanciare un'autentica incarnazione della Parola di Dio con volto proprio, in una situazione concreta che significhi ed impegni ad assumere un progetto di società in risposta alla necessità storica, sociale e culturale delle nostre comunità, affinché miglioriamo le nostre vite secondo la vita di Gesù di Nazareth. Non possiamo continuare a leggere e meditare la Parola senza la necessaria relazione con le culture e senza la conseguenza di un impegno sociale. È prioritaria una lettura della Parola contestualizzata che sia in grado di trasformare le persone e le strutture. (...) Abbiamo bisogno che ogni azione, progetto, gruppo e movimento, istituzione e struttura della nostra Chiesa riveda le proprie motivazioni e parta di nuovo secondo l'ispirazione biblica. È urgente mostrare al mondo un nuovo modo di essere Chiesa".

VESCOVO FRIEDHELM HOFMANN, VESCOVO DI WÜRZBURG (GERMANIA). "Come possiamo però raggiungere le persone che non vengono in Chiesa? (...) La rivelazione di Dio non si limita alla Parola di Dio nella Bibbia. Avviene anche nella natura e nella cultura. Certamente la rivelazione più elevata e intensa di Dio è l'Incarnazione della Parola di Dio in Gesù Cristo. È questa che occorre spiegare. (...) La Parola di Dio è stata inculturata nelle culture più diverse. Ha un impatto sull'arte. In Europa guardiamo a una storia culturale cristiana impressionante di quasi 2000 anni. Architetture straordinarie, opere d'arte figurative, musicali e letterarie sono nate dalla fede e hanno accolto in sé la testimonianza della fede. Ora bisogna fare nuovamente parlare questa fede rappresa.
Nel Medioevo si conosceva la 'biblia pauperum', che spiegava visivamente parti della storia della salvezza a quanti non erano capaci di leggere. Oggi occorre spiegare la cultura cristiana perché molte persone non comprendono più questa lingua e non si dedicano direttamente alla Sacra Scrittura. (...) Anche nella cultura contemporanea, però, occorre ricercare le tracce della fede e riportarle alla loro funzione di ponte. Se è vero che gli artisti sono i sismografi del loro tempo, allora è bene che approfittiamo del loro lavoro e che li interpelliamo e li coinvolgiamo nell'annuncio della Parola di Dio.

VESCOVO ZBIGNIEW KIERNIKOWSKI, DI SIEDLCE (POLONIA). "L'uomo moderno, non iniziato all'ascolto della Parola, resta spesso di fronte ad essa come un sordomuto. (...) Il kerygma è un momento molto importante. Se, però, il kerygma non è seguito da una vera e propria formazione all'ascolto della parola in seno alla comunità di fede, si corre il rischio di cadere nei vari moralismi, oppure risulta nei diversi tipi di fanatismo o altri tipi d'interpretazione soggettiva. (...) L'impostazione realizzata nel Cammino neocatecumenale è basata sul kerygma iniziale ed è seguita da una serio processo di iniziazione sotto la guida della Chiesa (vescovi, parroci e catechisti) fatta in piccole comunità e con le dovute tappe dell'iniziazione cristiana. Così il catecumenato fa fare all'iniziando un percorso, che insegna a riferire la Parola alla propria vita".
SE/UNDICESIMA CONGREGAZIONE/... VIS 20081013 (1110)


NONA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 10 OTT. 2008 (VIS). Alle 16:30 di oggi pomeriggio, venerdì 10 ottobre, ha avuto inizio la Nona Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Gorge Pell, Arcivescovo di Sydney (Australia).

ARCIVESCOVO CORNELIUS FONTEM ESUA, DI BAMENDA (CAMERUN). "È necessario e urgente mettere le Sacre Scritture nelle mani dei fedeli, affinché diventino vive nelle loro professioni, nelle loro famiglie e nelle diverse situazioni della vita, e siano fonte di ispirazione per la vitalità e le attività delle Piccole Comunità Cristiane. È inoltre urgente l'inculturazione della fede cristiana e il dialogo con la Religione Tradizionale Africana. (...) Suggeriamo quindi che: Sacerdoti, religiosi e laici ricevano un'adeguata formazione per diventare operatori dell'apostolato biblico. (...) Venga messa a punto una formazione biblica generale di tutti i fedeli, soprattutto dei giovani. (...) La Bibbia non deve mancare in tutte le case cristiane per la lettura, la preghiera, lo studio e la venerazione. (...) La Bibbia deve essere tradotta nella lingua locale come primo passo verso l'inculturazione, al fine di rendere la Parola di Dio più accessibile ai fedeli.  In Africa dovrebbe esistere un Istituto Biblico per promuovere la ricerca biblica nel contesto della Chiesa in Africa".

VESCOVO ANTONIO MENEGAZZO, M.C.C.J., EL OBEID (SUDAN). "In Sudan la maggioranza dei catecumeni non sa né leggere né scrivere: ne consegue che per prepararli bene al Battesimo, i Catechisti devono poter spiegare la Parola di Dio con posters, disegni e con la propria parola. (...) Abbiamo un'altra grande sfida per la Giustizia e la Pace, e il perdono e la riconciliazione, dopo 21 anni di guerra civile tra il Nord e il Sud del Paese, dopo tanto odio e ingiustizie e sofferenze. Anche dopo l'accordo di pace tra Nord e Sud, la situazione non è per nulla chiara e incoraggiante. E non dimentichiamo la guerra nel Darfur che continua senza nessun segno di miglioramento della situazione. Siamo convinti che la soluzione per un futuro di pace si può trovare solo nella fedeltà a Dio e alla sua Parola. Eucaristia e Parola di Dio, il binomio che può portare pace e serenità in tutti i cuori: ma come fare quando le distanze sono enormi e l'insicurezza per guerre e banditismo rende molto difficile e pericoloso il contatto dei sacerdoti con i fedeli? E la scarsità dei sacerdoti è un altro fattore negativo. Molti cristiani riescono solo raramente a ricevere la Parola di Dio e l'Eucaristia, forse poche volta all'anno".

ARCIVESCOVO RAMZI GARMOU, DI TEHERAN DEI CALDEI, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE, AMMINISTRATORE PATRIARCALE DI AHWAZ DEI CALDEI (IRAN). "Tutta la Bibbia, dal libro della Genesi fino all'Apocalisse, ci dice che la fedeltà alla Parola di Dio conduce alla persecuzione. Il primo perseguitato per eccellenza è Gesù stesso, il quale ha conosciuto la persecuzione sin dai primi giorni della sua nascita fino alla morte sulla croce. Secondo il Vangelo, la persecuzione è considerata il segno più eloquente della fedeltà alla Parola di Dio. La crescita della Chiesa e il suo progresso nel cammino dell'evangelizzazione dei popoli sono frutto della persecuzione da essa subita in ogni luogo e in ogni tempo. Gesù, nel Vangelo, ci parla con molta chiarezza della persecuzione (Lc 21, 12-19). Preghiamo lo Spirito Santo affinché, in questo Anno Paolino, doni alla Chiesa del terzo millennio la grazia e la gioia di fare una esperienza autentica della persecuzione a causa della sua fedeltà alla Parola di Dio".

VESCOVO DIONISIO LACHOVICZ, O.S.B.M., VESCOVO DI CURIA KYIV-HALYC (UCRAINA). "La prima osservazione riguarda l'unità fra Parola e Battesimo, e di essi con l'Eucaristia: si dice nell' 'Instrumentum laboris', che 'sono due le realtà che uniscono i cristiani: la Parola di Dio e il Battesimo'. (...) Nel numero 35, si legge che esiste anche un'intima unità fra Parola ed Eucaristia (...) Diventa difficile capire dal punto di vista dell'ecumenismo, perché non si può concelebrare il sacramento dell'Eucaristia con gli Ortodossi (per esempio), quando si può celebrare con loro il sacramento della Parola di Dio ed avere in comune il Battesimo. (...) Abbiamo una certa impressione, che tutto quello che viene detto sull'ecumenismo, viene detto per altri, per un 'terzo', nel momento del dire assente. Come se questa Parola potesse fare un miracolo, ma noi, restiamo gli stessi. (...) Altrettanto, mi pare che si corra anche il pericolo di strumentalizzare la Parola di Dio. (...) Si può sapere a memoria tutta la Bibbia, discuterla con competenza, ma restare fuori di essa, non nutrirsi di essa, non essere incorporato in Cristo, non essere battezzato in Cristo".

  Successivamente, il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia (Italia), ha parlato di come è stata accolta l'Esortazione Apostolica Postsinodale "Sacramentum caritatis", frutto della XI Assemblea Generale Ordinale del Sinodo dei Vescovi sul tema: "L'Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa".
SE/NONA CONGREGAZIONE/...                                   VIS 20081013 (800)


DECIMA CONGREGAZIONE GENERALE

CITTA' DEL VATICANO, 11 OTT. 2008 (VIS). Questa mattina si è tenuta la Decima Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo di Sâo Paulo (Brasile).

  Di seguito riportiamo estratti degli interventi di alcuni Padri Sinodali.

VESCOVO JOSEPH VO DUC MINH, COADIUTORE DI NHA TRANG (VIÊT NAM). "La Chiesa in Cristo in Vietnam, dopo l'accoglimento del Vangelo nel 1533 e, soprattutto, dopo la nomina dei primi tre Vescovi nel 1659, ha percorso un cammino pieno di croci. Attraverso gli alti e bassi della loro storia, i cattolici vietnamiti, come gli ebrei al tempo dell'esilio, hanno compreso che solo la Parola di Dio permane e non delude mai. Questa Parola (...) è diventata la fonte di consolazione e di forza che dà fermezza a tutti i membri del Popolo di Dio e, al contempo, il punto focale che li aiuta a scoprire il loro futuro. La Parola di Dio aiuta a scoprire il vero volto di Gesù Cristo, che incarna l'amore redentore di Dio, attraverso il mistero della Croce. A causa della dolorosa esperienza vissuta dalla Chiesa di Cristo in Vietnam, il mistero della Croce si è fatto non solo vicino alla vita quotidiana, ma è divenuto anche un elemento essenziale che riunisce il Popolo di Dio".

ARCIVESCOVO STANISLAW ZVOLENSKY, DI BRATISLAVA (SLOVACCHIA) "Nella storia incontriamo molti uomini e donne che hanno letto la Sacra Scrittura in un modo che li ha portati ad un totale nuovo orientamento della vita, al cambiamento del modo di pensare e di agire, oppure almeno ad una nuova ragione da dare alla propria posizione di fede. La storia della Chiesa viene continuamente caratterizzata dal ritorno ad un radicalismo esistenziale della Scrittura. La santità di molti cristiani è una conseguenza della sincera e spesso radicale risposta alla chiamata della Parola di Dio. (...) Come esempio ci può servire la lettura francescana della Bibbia che senza dubbio si presenta sorprendente, se la guardiamo dal punto di vista degli odierni criteri scientifici d'interpretazione e dal punto di vista dei frutti della fede che questa lettura ha portato. Uno dei segni caratteristici di questa lettura è stato il principio 'sine glossa'. Si trattava dell'accoglienza della Parola di Dio così, come è scritta nella Sacra Scrittura, senza commenti accademici. Per San Francesco la verità Divina non è oggettivizzata nelle parole e nelle frasi della Bibbia, non sta sempre a disposizione come una risposta pronta da darsi a tutti i problemi. Si può scoprire soltanto nel contesto intero e personale, non si concentra sulla materia del testo, ma sull'agire di Dio".

VESCOVO ENRIQUE DIAZ DIAZ, AUSILIARE DI SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS (MESSICO). "Ci sarà fedeltà alla Parola di Dio quando la prima forma di carità si realizza nel rispetto dei diritti della persona umana, nella difesa degli oppressi e di quanti soffrono" (IL, 39). (...) In molti luoghi si è avviata una relazione fra la Parola e le culture indigene. In certo senso la Bibbia è molto vicina alle loro concezioni e cosmogonie per la comune cultura rurale. La creazione, il concetto di Dio, il significato della Redenzione e della Croce, la vita in comunità, offrono molte possibilità di incontro. Tuttavia sono culture differenti, un cammino appena intrapreso e che bisogna percorrere facendo attenzione, per non condannare ciò che non si comprende, per chiarire e valorizzare la Parola Rivelata, per non distruggere culture e incarnare realmente il Vangelo nei nostri popoli. Da parte cattolica, c'è una scarsa traduzione della Bibbia nelle lingue indigene e si è cercato molto poco di comprendere la loro cultura e la loro concezione. Finché la Parola Rivelata non diventerà 'parola viva, scritta nelle loro culture e nella loro vita' sarà molto difficile che arrivi a penetrare nel cuore e a incarnarsi in questi popoli. Come Chiesa, dobbiamo proclamare questa 'buona novella' inculturata, che faccia fiorire il loro cuore e li mantenga in piedi, con dignità, e possano offrirci la loro parola evangelizzatrice".

VESCOVO GEORG MÜLLER, SS.CC., PRELATO DI TRONDHEIM (NORVEGIA). "In una Chiesa di diaspora estrema in mezzo a cristiani di altre chiese e comunità ecclesiali, il Sinodo sottolinea l'importanza della Scrittura e della Parola di Dio. La collaborazione biblica rappresenta un ampio forum per l'ecumenismo. Collaborando con le società bibliche nazionali, già da molti anni utilizziamo edizioni della Bibbia che non abbiamo realizzato da soli. Al contempo, questa comunione viene compresa e intesa in maniera diversa. Questo ha un effetto importante sulla comprensione della dottrina cristiana e sulla sua applicazione nella vita. In un mondo sempre più secolarizzato, la Chiesa deve trovare nuovi modi per dare uno spazio vivo alla Parola di Dio e per dare risalto alle esperienze positive con essa. La Chiesa cattolica in Scandinavia è una forte minoranza. Spesso nei nostri paesi è difficile per i fedeli poter accedere alla comunità ecclesiale a causa delle grandi distanze dalle chiese, degli insediamenti sparsi, della situazione dell'immigrazione e della mancanza di conoscenza della Chiesa ad essa collegata, delle diversità linguistiche e culturali. Questa situazione di diaspora si pone al centro delle nostre riflessioni, mentre in passato ci siamo confrontati con le grandi Chiese in Europa. Siamo una minoranza in una società secolare. Ma se guardiamo a noi stessi, non ci definiamo Chiesa della diaspora, poiché siamo abituati ad essere pochi".

VESCOVO GEORGE COSMAS ZUMAIRE LUNGO, DI CHIPATA, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (ZAMBIA). "Nessuno può negare il fatto che ci sia un intimo legame fra la Parola proclamata e i Sacramenti nella vita e nella missione della Chiesa. (...) Tuttavia, in alcune parti del mondo, specialmente in Africa, la realtà è che la maggior parte delle nostre comunità vanno avanti senza celebrazione dell'Eucaristia per settimane, mesi e perfino anni, a meno che i cristiani non siano disposti a compiere lunghe distanze per partecipare alla Messa. In questo contesto, che cosa ne è degli anziani, dei disabili, dei bambini, di coloro che devono badare ai campi per proteggere il raccolto lontano dai villaggi? Come possono partecipare alla celebrazione dell'Eucaristia? (...) L'Anno Paolino porti ad una consapevolezza missionaria che ci spinga a condividere con generosità le risorse umane e materiali per la diffusione della Parola di Dio. Le diocesi non dovrebbero sentirsi troppo povere per dare o troppo ricche per ricevere. È giunto il tempo che i Padri Sinodali ascoltino il grido dei poveri e facciano qualcosa di concreto".

VESCOVO BEJOY NICEPHORUS D'CRUZE, O.M.I., DI KHULNA (BANGLADESH). "La Parola di Dio e la Povertà: i profeti, in quanto uomini della Parola di Dio, sono stati i difensori dei diritti dei poveri, degli orfani e delle vedove. Essi hanno parlato in loro nome. (...) Il Bangladesh è un paese dove corruzione, disonestà e ingiustizia sono fenomeni dilaganti. Una piccola minoranza sta diventando ricca mentre la maggioranza diventa sempre più povera. La Parola di Dio ci chiama alla giustizia e all'integrità nella vita pubblica. La Chiesa, sparuta minoranza, sta dando il suo importante contributo in campi quali l'educazione, la sanità e i servizi sociali. In questi settori, la Chiesa deve vivere la propria solidarietà con i poveri, nonché promuovere  la giustizia per tutti, soprattutto per i poveri, alla luce della Parola di Dio. La Parola di Dio invita al dialogo interreligioso: secondo il Concilio, la Chiesa non respinge nulla delle altre religioni che sia sacro e vero. Spesso esse riflettono un raggio di verità e per questo la Chiesa intera entra in dialogo con esse. In Bangladesh, paese a maggioranza musulmana, la minoranza cristiana deve vivere in pace, armonia e dialogo".
SE/DECIMA CONGREGAZIONE/...                     VIS 20081013 (1260)


DODICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 13 OTT. 2008 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina ha avuto inizio la dodicesima Congregazione Generale della XII Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

  Di seguito riportiamo estratti degli interventi di alcuni Padri Sinodali.

CARDINALE GEORGE PELL, ARICVESCOVO DI SYDNEY (AUSTRALIA). "I Vescovi sono chiamati ad aprire la strada allo Spirito affinché operi con efficacia quando la Parola di Dio incontra le persone e le comunità. Ecco alcuni suggerimenti: La formazione di gruppi di giovani e adulti laici che rendano testimonianza a Cristo nei circoli giovanili, nelle parrocchie, nelle scuole e nelle università. Lo sviluppo di analoghi contemporanei delle 'Sacre Rappresentazioni' medievali per portare al popolo la Parola di Dio. Le Vie Crucis della GMG a Sydney e Toronto ne sono due esempi; anche Oberammergau e il film 'La passione di Cristo'. Sviluppare e sostenere reti sociali cattoliche online in internet, quali XT3, Cristo per il Terzo Millennio (www.x3.com), un 'facebook' cattolico con circa 40.000 membri iniziato con la GMG di Sydney.  (...) La promozione di un Istituto centrale per la traduzione della Bibbia, affinché essa venga tradotta più rapidamente e accuratamente nelle lingue locali dell'Asia, dell'Africa e dell'Oceania. Sarebbe utile una raccolta di fondi per finanziare il lavoro di traduzione. Chiedere alla Congregazione per la Dottrina della Fede di fornire orientamenti sull'infallibilità nella Scrittura".

CARDINALE STANISLAW RYLKO, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSGILIO PER I LAICI (CITTÁ DEL VATICANO). "Uno dei frutti più preziosi del Concilio Vaticano II è stata indubbiamente la maggiore diffusione della Sacra Scrittura e la più approfondita conoscenza che il popolo di Dio ne ha acquisito (...) La riscoperta della Parola di Dio nella vita dei battezzati è stata poi specialmente favorita da movimenti ecclesiali e nuove comunità. (...) Per schiere di laici, movimenti e nuove comunità sono perciò diventati veri e propri 'laboratori della Parola di Dio' nei quali si acquisisce familiarità con la Sacra Scrittura, s'impara a gustare la Parola di Dio e a viverla nelle ordinarie condizioni della vita laicale, nel cuore del mondo. Per il rapporto dei battezzati con la Parola di Dio un altro grande segno di speranza viene dalle giovani generazioni. Le Giornate mondiali della gioventù hanno dato e continuano a dare un notevole contributo alla diffusione della conoscenza della Parola di Dio tra i giovani".

CARDINALE RENATO RAFFAELE MARTINO, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE (CITTÀ DEL VATICANO). "La fede suscitata dalla Parola di Dio deve costituire, pertanto, come è ben evidenziato nei primi capitoli del 'Compendio della dottrina sociale', l'orizzonte sempre presente e imprescindibile della dottrina sociale. (...) Si deve tener presente che sia lo studio della Sacra Scrittura, sia della dottrina sociale, pur adoperando strumentazioni concettuali e metodologiche diverse, sono comunque un conoscere 'nella fede'. (...). Nella Sacra Scrittura è possibile riscontrare le linee maestre della dottrina sociale, come l'opzione preferenziale per i poveri, l'impegno nella promozione della giustizia, il principio della destinazione universale dei beni che sono di chiara derivazione biblica".

CARDINALE JEAN-LOUIS TAURAN, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO (CITTÀ DEL VATICANO). "La parola ha sempre avuto un ruolo decisivo per la comprensione del fenomeno religioso. (...) Tutte le grandi religioni possiedono i loro Libri sacri. L'Islam, in particolare, è considerato dai suoi adepti come la 'religione del Libro' per eccellenza. Questi libri sono definiti 'sacri', perché coloro che vi fanno riferimento ritengono che essi provengano da un Altrove, che siano stati trasmessi da persone ispirate e che rivelino qualcosa del mistero del mondo visibile ed invisibile. Da queste religioni, i cristiani possono imparare molto, anche se il Cristianesimo non può essere incluso fra le 'religioni del Libro'. Sarebbe opportuno che i futuri sacerdoti, religiosi e gli agenti pastorali fossero formati alla lettura diretta dei testi fondanti delle altre religioni invece di accontentarsi di un commento. Ma è altrettanto importante far conoscere la Bibbia ai nostri interlocutori nel dialogo interreligioso, in particolare il nostro approccio ermeneutico del testo sacro. Nel condividere i nostri rispettivi patrimoni spirituali, senza irenismo né sincretismo, saremo portati a scoprire che siamo tutti uomini e donne desiderosi di essere istruiti da Dio".

CARDINALE ODILO PEDRO SCHERER, ARCIVESCOVO DI SÃO PAULO (BRASILE). "Gli immigranti non dovrebbero essere visti semplicemente come oggetto di preoccupazione pastorale: essi sono, oppure possono diventare veri missionari! (...) Credo che il Sinodo potrebbe raccomandare specialmente due cose:
incoraggiare le persone che si trovano in situazioni di migrazione, oppure in viaggio, a portare con sé la Parola di Dio, e persino il libro della Sacra Scrittura, consapevoli che portano una ricchezza che non ha prezzo e non è limitata per ragioni geografiche o culturali, ma è un dono da vivere nella nuova patria e da condividere con il popolo che li accoglie. A coloro che ricevono gli immigranti nei loro luoghi di destinazione, si potrebbe raccomandare un atteggiamento di positiva accoglienza di questi fratelli, che vengono da altre nazioni portando nel loro bagaglio 'la buona notizia', favorendo il loro inserimento nelle comunità locali e la condivisione delle esperienze di fede e di vita cristiana che portano con se".

ARCIVESCOVO THOMAS MANAMPARAMPIL, S.D.B., DI GUWAHATI (INDIA). "Come facciamo a portare la 'Parola' a quanti non vengono in chiesa, a chi non ha mai ascoltato il Vangelo? (...) Chiedo che, dove non riusciamo ad arrivare noi, lo facciamo attraverso gli altri; che rimaniamo creativi dal punto di vista pastorale, in modo che, dove non possono giungere i nostri membri, possano giungere le nostre idee; che sviluppiamo capacità e mettiamo a punto strategie necessarie a persuadere e a convincere, non a rifiutare e respingere, affinché la 'Parola' diventi un potere dinamico nella storia. (...) La 'Parola' di Dio deve essere portata nelle situazioni di conflitto, ai giovani armati, nei contesti di ingiustizia e di povertà assoluta. Non cerchiamo di conquistare l'ascolto attraverso ipocrite condanne, pretese di verità e presunzione di più alte basi morali, ma con una sollecitudine umana visibile, un impegno verso i sofferenti ispirato al Vangelo, con l'attenzione nei confronti delle diverse sensibilità culturali. La 'Parola' rivela il suo potere nei contesti reali di vita; sfida le società ingiuste, riconcilia, sostiene i poveri, porta la pace".
SE/DODICESIMA CONGREGAZIONE/...                     VIS 20081013 (1050)


UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 11 OTT. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate otto Presuli della Conferenza Episcopale dell'Ecuador, in Visita "ad Limina Apostolorum":

-    Il Vescovo Germán Trajano Pavón Puente, di Ambato.

-    Il Vescovo Ángel Polibio Sánchez Loaiza, di Guaranda.

-    Il Vescovo Victor Alejandro Corral Mantilla, di Riobamba, con l'Ausiliare Vescovo Fausto Felicano Gaibor García.

    - L'Arcivescovo Lorenzo Voltolini Esti, di Portoviejo.

    - Il Vescovo José Victoriano Naranjo Tovar, di Latacunga, con il Vescovo emerito Raúl Holguer López May orga.

    - Il Vescovo Miguel Angel Aguilar Mirando, Ordinario Militare.
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INTERCESSIONE NUOVI SANTI CI SOSTENGA FATICHE QUOTIDIANE


CITTA' DEL VATICANO, 12 OTT. 2008 (VIS). Alle ore 10:00 di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato l'Eucaristia sul sagrato della Basilica Vaticana, ed il Rito di Canonizzazione dei Beati: Gaetano Errico (1791-1860), Presbitero, Fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria; Maira Bernarda Bütler (1848-1924), Vergine, Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice; Alfonsa dell'Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu) (1910-1946), Vergine, della Congregazione delle Francescane Clarisse; Narcisa De Jesús Martillo Morán (1832-1869), Laica.

  Nel commentare nell'omelia l'immagine evangelica degli invitati che prendono parte al banchetto rivestiti dell'abito nuziale, il Papa, rivolgendosi ai 40.000 fedeli presenti, ha detto: "Della festa finale del Cielo è anticipazione il banchetto dell'Eucaristia, a cui il Signore ci invita ogni giorno e al quale dobbiamo partecipare con l'abito nuziale della sua grazia. Se capita di sporcare o addirittura lacerare col peccato questa veste, la bontà di Dio non ci respinge né ci abbandona al nostro destino, ma ci offre con il sacramento della Riconciliazione la possibilità di ripristinare nella sua integrità l'abito nuziale necessario per la festa".

  "Il ministero della Riconciliazione è pertanto un ministero sempre attuale" - ha rilevato il Pontefice - "Ad esso il sacerdote Gaetano Errico (...) si è dedicato con diligenza, assiduità e pazienza, senza mai rifiutarsi né risparmiarsi. Egli si inscrive così tra le figure straordinarie di presbiteri che, instancabili, hanno fatto del confessionale il luogo per dispensare la misericordia di Dio, aiutando gli uomini a ritrovare se stessi, a lottare contro il peccato e a progredire nel cammino della vita spirituale. La strada e il confessionale furono i luoghi privilegiati dell'azione pastorale di questo nuovo santo. La strada gli permetteva di incontrare le persone alle quali rivolgeva un suo abituale invito: 'Dio ti vuole bene, quando ci vedremo?', e nel confessionale rendeva loro possibile l'incontro con la misericordia del Padre celeste".

  Ricordando la nuova Santa María Bernarda Bütler, Benedetto XVI ha sottolineato che: "Molto presto fece l'esperienza di un profondo amore per il Signore". L'Eucaristia ha proseguito il Papa "fu la fonte e il pilastro della spiritualità della nuova Santa, come pure lo zelo missionario che la portò a lasciare la nativa Svizzera, per aprirsi a nuovi orizzonti evangelizzatori in Ecuador e Colombia. Nelle gravi avversità che dovette affrontare, fra cui l'esilio, portò impressa nel cuore l'esclamazione del salmo che abbiamo udito oggi: 'Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché Tu sei con me'".

  Di Santa Alfonsa dell'Immacolata Concezione il Papa ha ricordato che fece l'esperienza di "una vita di estreme sofferenze fisiche e spirituali. Questa donna eccezionale, che oggi è offerta al popolo indiano quale prima santa, era convinta che le sue croci fossero il mezzo più autentico per avvicinarsi al banchetto che il Padre aveva preparato per lei". Il Papa ha infine esclamato: "Imitiamola anche noi nel portare le nostre croci, per raggiungerla un giorno in Paradiso!".

  Santa Narcisa de Jesús Morán, "per assecondare con docilità l'azione dello Spirito Santo nella sua anima, cercò sempre il consiglio e la guida di buoni ed esperti sacerdoti, considerando la direzione spirituale come uno dei mezzi più efficaci per arrivare alla santificazione. Santa Narcisa di Jesús ci mostra un cammino di perfezione cristiana accessibile a tutti i fedeli. Nonostante le abbondanti e straordinarie grazie ricevute, la sua esistenza trascorse in grande semplicità, dedicata al lavoro di cucitrice ed al suo apostolato di catechista. Nel suo amore appassionato per Gesù, che la portò ad intraprendere un cammino di intensa preghiera e di mortificazione e a identificarsi sempre più con il mistero della Croce, ci offre una testimonianza attraente e un grande esempio di vita totalmente dedicata a Dio e ai fratelli".

  Il Papa ha concluso l'omelia invocando l'intercessione dei nuovi santi perché "ci sostenga nelle fatiche del quotidiano, perché anche noi possiamo giungere un giorno a condividere con loro e con tutti i santi la gioia dell'eterno banchetto nella Gerusalemme celeste".
HML/CANONIZZAZIONE/...                           VIS 20081013 (660)


APPELLO PER LA PACE IN INDIA, CONGO E IN IRAQ


CITTA' DEL VATICANO, 12 OTT. 2008 (VIS). Al termine della Santa Messa di canonizzazione dei Santi Gaetano Errico, Maria Bernarda Bütler, Alfonsa dell'Immacolata Concezione e Narcisa di Gesù Martillo Morán, e prima di recitare l'Angelus, il Santo Padre Benedetto XVI ha salutato i pellegrini presenti in Piazza San Pietro.

  Il Papa ha inviato a pregare "in questi tempi difficili" per i cristiani in India, terra natale di Alfonsa dell'Immacolata Concezione e ha raccomandato alla cura provvidenziale di Dio Onnipotente quanti "anelano alla pace e alla riconciliazione".   "Esorto" - ha detto - "quanti perpetrano le violenza a rinunciare a tali azioni e ad unirsi ai loro fratelli e sorelle per collaborare nell'edificazione di una civiltà dell'amore".

  Successivamente Benedetto XVI ha invitato i fedeli della Colombia e dell'Ecuador a seguire "l'esempio di coerenza nella fede e di carità verso i fratelli" delle nuove sante per "dare nuovo vigore alle radici cristiane del loro popolo e per illuminare l'edificazione di una società più giusta e solidale".

  "Siamo invitati ad essere, agli incroci delle nostre strade, testimoni coraggiosi della Parola di Dio per invitare alle nozze del Vangelo tutti coloro che incontriamo", ha detto il Santo Padre ai pellegrini francesi. Ai polacchi che hanno assistito alla cerimonia, nel medesimo giorno che la Polonia dedica alla memoria di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha detto: "Benedico ogni iniziativa che commemora la sua persona".

  Infine, rivolgendosi ai pellegrini italiani, il Papa ha elogiato: l'"attaccamento alla preghiera del Rosario, quale mezzo di quotidiana unione con Gesù" dei figli spirituali di San Gaetano Errico ed ha invitato tutti a "pregare per la riconciliazione e la pace in alcune situazioni che provocano allarme e grande sofferenza: penso alle popolazioni del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, e penso alle violenze contro i cristiani in Iraq e in India, che ricordo quotidianamente al Signore".
ANG/.../...                                       VIS 20081013 (320)


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