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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 14 novembre 2002

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 14 NOV. 2002 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato l'Arcivescovo Pier Luigi Celata, finora Nunzio Apostolico in Belgio e in Lussemburgo, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso.
NA/…/CELATA                               VIS 20021114 (40)

DECRETO RELATIVO RINNOVO ORDINE STUDI DIRITTO CANONICO


CITTA' DEL VATICANO, 14 NOV. 2002 (VIS). La Congregazione per l'Educazione Cattolica ha promulgato un Decreto con cui viene rinnovato l'ordine degli studi nelle Facoltà di Diritto Canonico. Ratificato e confermato dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il Decreto, datato 2 settembre, porta la firma del Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione cattolica e dell'Arcivescovo Giuseppe Pittau, S.I., Segretario del medesimo Dicastero.

  Nel testo del Decreto si legge: "il curricolo degli studi per il conseguimento della Licenza, come era stato stabilito nella Costituzione Apostolica 'Sapientia christiana' promulgata da Giovanni Paolo II il 15 aprile 1979, non risultava più valido perché le singole discipline fossero dovutamente esposte ed assimilate. Di conseguenza si era anche coscienti che, terminato il biennio per la Licenza, la formazione giuridica degli alunni non raggiungeva quel grado di conoscenza del diritto della Chiesa che oggi viene richiesto per assolvere a quelle funzioni ecclesiastiche che richiedono una specifica preparazione nel diritto canonico".

  "Per quello che riguarda il curricolo degli studi nelle Facoltà teologiche e nei Seminari maggiori," - si legge ancora nel Decreto - "essendo state aumentate le altre discipline teologiche e pastorali, poco a poco è stata data sempre meno attenzione e tempo alle istituzioni di diritto canonico e alla lingua latina".

  "La Congregazione per l'Educazione Cattolica (…) mandò a tutte le Facoltà e Istituti di Diritto Canonico, da essa stessa eretti, un questionario" e proseguendo con varie consultazioni arrivò alla conclusione che "il curricolo per la Licenza si protraesse per tre anni o sei semestri e che il primo ciclo fosse assolutamente obbligatorio e meglio strutturato".

  Il Decreto entrerà in vigore all'inizio dell'anno accademico 2003-2004.
…/DECRETO DIRITTO CANONICO/…                 VIS 20021114 (290)

VISITA GIOVANNI PAOLO II AL PARLAMENTO ITALIANO


CITTA' DEL VATICANO, 14 NOV. 2002 (VIS). Il Santo Padre Giovanni Paolo II, primo Romano Pontefice nella storia, si è recato, questa mattina, in visita al Parlamento Italiano in seduta pubblica comune. Nel corso del suo Pontificato, il Papa ha pronunciato discorsi davanti al Parlamento della Repubblica di San Marino, al Parlamento di Canberra, capitale dell'Australia e al Parlamento di Varsavia, nella natia Polonia.

  Lo Stato della Città del Vaticano ha coniato, per l'occasione, una medaglia commemorativa che sarà donata ai parlamentari italiani, e il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni Italiano ha emesso una cartolina postale commemorativa, illustrante il Santo Padre Giovanni Paolo II nell'Aula di Montecitorio.

  Il Santo Padre è partito in autovettura dal Vaticano alle 10:45, accompagnato dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, dall'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto per gli Affari Generali, dall'Arcivescovo Jean-Louis Tauran, Segretario per i Rapporti con gli Stati, dal Vescovo James M. Harvey, Prefetto della Casa Pontificia e dal Vescovo Stanislaw Dziwisz, Prefetto aggiunto della Casa Pontificia. Il corteo papale ha percorso le vie del centro storico di Roma e dopo dieci minuti il Santo Padre Giovanni Paolo II è giunto al Palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati.

  All'ingresso del Palazzo di Montecitorio, il Santo Padre è stato accolto dai Presidenti e dai Segretari di Camera e Senato ed ha ricevuto gli onori del Picchetto Interforze.  Il Presidente della Repubblica S.E. Carlo Azeglio Ciampi e il Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi hanno atteso il Santo Padre all'inizio del Transatlantico prima dell'ingresso nell'Aula di Montecitorio, dove il Papa ha preso posto al Banco della Presidenza. La Banda dei Carabinieri, posizionata nella Tribuna di fronte al Banco della Presidenza, ha eseguito l'Inno Pontificio e l'Inno Italiano, che tutti hanno ascoltato in piedi. Successivamente l'On. Pier Ferdinando Casini e il Sen. Marcello Pera hanno pronunciato un breve discorso di saluto.

  Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha iniziato il suo discorso al Parlamento Italiano con queste parole: "Mi sento profondamente onorato per la solenne accoglienza che mi viene oggi tributata in questa sede prestigiosa, nella quale l'intero popolo italiano è da voi degnamente rappresentato".

  "Davvero 'profondo è il legame esistente fra la Santa Sede e l'Italia!'" - ha esclamato il Pontefice. "Ben sappiamo che esso è passato attraverso fasi e vicende tra loro assai diverse, non sfuggendo alle vicissitudini e alle contraddizioni della storia. Ma dobbiamo al tempo stesso riconoscere che, proprio nel susseguirsi a volte tumultuoso degli eventi, esso ha suscitato 'impulsi altamente positivi' sia per la Chiesa di Roma, e quindi per la Chiesa Cattolica, sia per la diletta Nazione italiana".

  Successivamente, riferendosi alla storia dei secoli trascorsi, il Papa ha affermato: "Potremmo dire che l'identità sociale e culturale dell'Italia e la missione di civiltà che essa ha adempiuto ed adempie in Europa e nel mondo 'ben difficilmente si potrebbero comprendere al di fuori di quella linfa vitale che è costituita dal cristianesimo'".

  Il Santo Padre ha invitato i: "Rappresentanti di questa Nazione, e con voi tutto il popolo italiano, a nutrire una convinta e meditata fiducia nel patrimonio di virtù e di valori trasmesso dagli avi. E' sulla base di una simile fiducia che si possono affrontare con lucidità i problemi, pur complessi e difficili, del momento presente, e spingere anzi audacemente lo sguardo verso il futuro, interrogandosi sul contributo che l'Italia può dare agli sviluppi della civiltà umana".
 
  Il Papa ha quindi affermato: "Seguendo con attenzione amica il cammino di questa grande Nazione, sono indotto inoltre a ritenere che, per meglio esprimere le sue doti caratteristiche, essa abbia bisogno di 'incrementare la sua solidarietà e coesione interna'.". (…) La solidarietà "ha profonde radici nell'animo e nei costumi del popolo italiano e attualmente si esprime, tra l'altro, in 'numerose e benemerite forme di volontariato'".

  "Voi stessi" - ha detto il Pontefice rivolgendosi ai deputati e ai senatori - "come responsabili politici e rappresentanti delle Istituzioni, potete dare su questo terreno un esempio particolarmente importante ed efficace, tanto più significativo quanto più la dialettica dei rapporti politici spinge invece ad evidenziare i contrasti".

  Giovanni Paolo II ha ribadito che: "Le sfide che stanno davanti ad uno Stato democratico esigono da tutti gli uomini e le donne di buona volontà, indipendentemente dall'opzione politica di ciascuno, 'una cooperazione solidale e generosa all'edificazione del bene comune della Nazione'. Tale cooperazione, peraltro, non può prescindere dal riferimento ai 'fondamentali valori etici iscritti nella natura stessa dell'essere umano'. (…) Infatti, se non esiste nessuna verità ultima che guidi e orienti l'azione politica, (…) 'le idee e le convinzioni possono essere facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia'"

  "Non posso sottacere, in una così solenne circostanza" - ha sottolineato il Pontefice -
"un'altra grave minaccia che pesa sul futuro di questo Paese, condizionando già oggi la sua vita e le sue possibilità di sviluppo. Mi riferisco alla 'crisi delle nascite', al declino demografico e all'invecchiamento della popolazione. La cruda evidenza delle cifre costringe a prendere atto dei problemi umani, sociali ed economici che questa crisi inevitabilmente porrà all'Italia nei prossimi decenni"

  "L'azione pastorale 'a favore della famiglia e dell'accoglienza della vita', e più in generale di un'esistenza aperta alla logica del dono di sé, sono il contributo che la Chiesa offre alla costruzione di una mentalità e di una cultura all'interno delle quali questa inversione di tendenza diventi possibile. Ma sono grandi anche gli spazi per un'iniziativa politica che, mantenendo fermo il riconoscimento dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, (…), renda socialmente ed economicamente meno onerose la generazione e l'educazione dei figli".

  Riferendosi alla formazione ed educazione degli individui, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha affermato: "In un tempo di cambiamenti spesso radicali, nel quale sembrano diventare irrilevanti le esperienze del passato, aumenta la necessità di 'una solida formazione della persona'. Anche questo, illustri Rappresentanti del popolo italiano, è un campo nel quale è richiesta la più ampia collaborazione, affinché 'le responsabilità primarie dei genitori' trovino adeguati sostegni".

  "E' chiaro, peraltro, all'occhio del saggio" - ha continuato il Santo Padre - "che l'uomo conta come uomo per 'ciò che è' più che per 'ciò che ha'. Il valore umano della persona è in diretta ed essenziale relazione con l''essere', non con l''avere'. Proprio per questo una Nazione sollecita del proprio futuro favorisce 'lo sviluppo della scuola in un sano clima di libertà', e non lesina gli sforzi per migliorarne la qualità"

  "Il carattere realmente umanistico di un corpo sociale" - ha sottolineato il Santo Padre - "si manifesta particolarmente nell'attenzione che esso riesce ad esprimere verso le sue membra più deboli'. Guardando al cammino percorso dall'Italia in questi quasi sessant'anni dalle rovine della seconda guerra mondiale, non si possono non ammirare gli ingenti progressi compiuti verso una società nella quale siano assicurate a tutti accettabili condizioni di vita. Ma è altrettanto inevitabile riconoscere la 'tuttora grave crisi dell'occupazione' soprattutto giovanile e le molte povertà, miserie ed emarginazioni, antiche e nuove, che affliggono numerose persone e famiglie italiane o immigrate in questo Paese. E' grande, quindi, il bisogno di una solidarietà spontanea e capillare, alla quale la Chiesa è con ogni impegno protesa a dare di cuore il proprio contributo".

  "Tale solidarietà" - ha detto ancora il Pontefice - "tuttavia, non può non contare soprattutto sulla costante sollecitudine delle pubbliche Istituzioni. In questa prospettiva, e senza compromettere la necessaria tutela della sicurezza dei cittadini, merita attenzione la situazione delle carceri, nelle quali i detenuti vivono spesso in condizioni di penoso sovraffollamento. Un segno di clemenza verso di loro mediante una riduzione della pena costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l'impegno di personale ricupero in vista di un positivo reinserimento nella società".

  "Un'Italia fiduciosa di sé e internamente coesa costituisce una grande ricchezza per le altre Nazioni d'Europa e del mondo" - ha affermato il Santo Padre - "Desidero condividere con voi questa convinzione nel momento in cui si stanno definendo i profili istituzionali dell'Unione Europea e sembra ormai alle porte il suo allargamento a molti Paesi dell'Europa centro-orientale, quasi a suggellare il superamento di una innaturale divisione".

  In merito all'allargamento dell'Europa, il Santo Padre ha detto: "E' quindi necessario stare in guardia da una visione del Continente che ne consideri soltanto gli aspetti economici e politici o che indulga in modo acritico a modelli di vita ispirati ad un consumismo indifferente ai valori dello spirito. Se si vuole dare durevole stabilità alla nuova unità europea, è necessario impegnarsi perché essa poggi su quei fondamenti etici che ne furono un tempo alla base, facendo al tempo stesso spazio alla ricchezza e alla diversità delle culture e delle tradizioni che caratterizzano le singole nazioni".

  "Il nuovo secolo da poco iniziato porta con sé un crescente bisogno di concordia, di solidarietà e di pace tra le Nazioni" - ha ribadito il Papa - "Purtroppo le speranze di pace sono brutalmente contraddette dall'inasprirsi di cronici conflitti, a cominciare da quello che insanguina la Terra Santa. A ciò s'aggiunge il terrorismo internazionale con la nuova e terribile dimensione che ha assunto, chiamando in causa in maniera totalmente distorta anche le grandi religioni. Proprio in una tale situazione le religioni sono invece stimolate a far emergere tutto il loro potenziale di pace, orientando e quasi 'convertendo' verso la reciproca comprensione le culture e le civiltà che da esse traggono ispirazione".

  Il Pontefice ha detto infine: "Per questa grande impresa, dai cui esiti dipenderanno nei prossimi decenni le sorti del genere umano, il cristianesimo ha un'attitudine e una responsabilità del tutto peculiari: annunciando il Dio dell'amore, esso si propone come la religione del reciproco rispetto, del perdono e della riconciliazione. L'Italia e le altre Nazioni che hanno la loro matrice storica nella fede cristiana sono quasi intrinsecamente preparate ad aprire all'umanità nuovi cammini di pace, non ignorando la pericolosità delle minacce attuali, ma nemmeno lasciandosi imprigionare da una logica di scontro che sarebbe senza soluzioni".

  Al termine del Discorso, il Presidente della Camera ha fatto dono al Santo Padre del campanello d'argento con cui ha dato inizio alla Seduta pubblica comune del Parlamento Italiano. Nell'Aula dei Ministri il Santo Padre ha salutato le più alte cariche dello Stato, quindi, davanti al Palazzo di Montecitorio ha salutato la folla presente sulla Piazza ed infine è rientrato in Vaticano poco dopo le 13:00.
GPII-DISCORSO PARLAMENTO ITALIANO/…/…             VIS 20021114 (1710)
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