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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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domenica 25 settembre 2011

SALUTO CITTADINANZA FREIBURG IM BREISGAU

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Al termine della Santa Messa di questa mattina nella Domplatz di Erfurt, Benedetto XVI è salito a bordo dell’aereo papale diretto a Lahr e da qui ha raggiunto in automobile Freiburg im Breisgau dove si è recato in visita alla Cattedrale “Unserer Lieben Frau”.

Nel salutare la cittadinanza riunita nella Münsterplatz e ringraziando della cordiale accoglienza, il Santo Padre ha detto: “Sono venuto volentieri anche da voi per pregare insieme con voi, per proclamare la parola di Dio e per celebrare l’Eucaristia. Chiedo la vostra preghiera affinché questi giorni siano fruttuosi, affinché Dio confermi la nostra fede, rafforzi la nostra speranza e accresca il nostro amore. Che in questi giorni diventiamo di nuovo consapevoli di quanto Dio ci ami e di quanto Egli sia buono, così da mettere, con piena fiducia, noi stessi e tutto ciò che muove il nostro cuore ed è importante per noi nella sue mani. In Lui il nostro futuro è assicurato: Egli dona senso alla nostra vita e può condurla alla pienezza. Il Signore vi accompagni nella pace e vi rende messaggeri della gioia!.

Al termine, dopo la Benedizione Apostolica, Benedetto XVI si è diretto al Seminario arcidiocesano di Freiburg im Breisgau ed alle 16:50 ha avuto un incontro con l’ex-Cancelliere Federale Helmut Kohl. Infine alle 17:15 ha incontrato i Rappresentanti delle Chiese Ortodosse.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (230)

CATTOLICI E ORTODOSSI: PROSEGUIRE IMPEGNO DIALOGO QUESTIONE PRIMATO

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 17:15, nell’Aula del Seminario di Freiburg, il Santo Padre ha avuto un Incontro con 15 Rappresentanti delle Chiese Ortodosse della Germania. Il Paese conta 467 Comunità Ortodosse Bizantine e circa 1.300.000 fedeli ripartiti tra le varie Chiese Ortodosse autocefale. I fedeli appartenenti alla Chiese Ortodosse Orientali, arrivati in Germania soprattutto in seguito alle persecuzioni subite dalle loro chiese nei paesi d’origine, sono circa 157.000.

Nel ringraziare il Metropolita Augustinos, Presidente della Conferenza Episcopale Ortodossa in Germania, per le sue parole “piene di fiducia”, il Papa ha ripetuto che fra le Chiese e le comunità cristiane “l’Ortodossia, teologicamente, è la più vicina a noi; cattolici ed ortodossi hanno entrambi la medesima struttura della Chiesa delle origini. Così possiamo sperare che non sia troppo lontano il giorno in cui potremo di nuovo celebrare insieme l’Eucaristia”.

“Con interesse e simpatia la Chiesa cattolica segue lo sviluppo delle comunità ortodosse in Europa occidentale che hanno registrato una notevole crescita”, ha proseguito il Santo Padre esprimendo soddisfazione per l’intensificazione “della collaborazione panortodossa, che negli ultimi anni ha fatto progressi essenziali” ed ha auspicato che: “Le esperienze che si vivono in queste Conferenze Episcopali rafforzino l’unione tra le Chiese ortodosse e facciano progredire gli sforzi per un concilio panortodosso”.

Nel riferirsi al progresso del dialogo fra cattolici e ortodossi Benedetto XVI ha detto: “Rimane altrettanto importante la continuazione del lavoro per chiarire le differenze teologiche, perché il loro superamento è indispensabile per il ristabilimento della piena unità, che auspichiamo e per la quale preghiamo. È soprattutto sulla questione del primato che dobbiamo continuare gli sforzi nel confronto per la sua giusta comprensione. Qui le riflessioni circa il discernimento tra la natura e la forma dell’esercizio del primato come le ha fatte Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica ‘Ut unum sint’ (n. 95), possono ancora darci fruttuosi impulsi”.

“Guardo con gratitudine” – ha proseguito il Pontefice – “anche al lavoro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali. (...) I risultati ottenuti fanno crescere la comprensione gli uni degli altri e l’avvicinarsi gli uni agli altri”.

“Nell’attuale tendenza del nostro tempo, in cui non poche persone vogliono, per così dire, ‘liberare’ la vita pubblica da Dio, le Chiese cristiane in Germania – tra le quali anche i cristiani ortodossi ed ortodossi orientali –, sulla base della fede nell’unico Dio e Padre di tutti gli uomini, camminano insieme sulla via di una testimonianza pacifica per la comprensione e la comunione tra i popoli. Facendo questo, non tralasciano di mettere il miracolo dell’incarnazione di Dio al centro dell’annuncio. Consapevoli che su questo miracolo si fonda ogni dignità della persona, si impegnano insieme per la protezione della vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale”.

“La fede in Dio, il Creatore della vita” – ha ribadito infine il Pontefice – “e il restare assolutamente fedeli alla dignità di ogni persona rafforzano i cristiani nell’opporsi con forza ad ogni intervento manipolatore e selettivo nei confronti della vita umana. Inoltre, conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, in quanto cristiani ci sta molto a cuore, come cosa importante, proteggere l’integrità e la singolarità del matrimonio tra un uomo e una donna da ogni interpretazione sbagliata. Qui l’impegno comune dei cristiani, tra cui tanti fedeli ortodossi ed ortodossi orientali, dà un contributo prezioso per l’edificazione di una società che può avere un futuro, nella quale si porta il dovuto rispetto alla persona umana”.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (600)

INCONTRO DI BENEDETTO XVI CON I SEMINARISTI

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Alle 17:45 di oggi pomeriggio, nella Cappella di San Carlo Borromeo del Seminario arcidiocesano di Freiburg, Benedetto XVI ha incontrato 60 seminaristi di questa Arcidiocesi.

Dopo l’Adorazione del Santissimo Sacramento e al termine della presentazione dell’Arcivescovo Robert Zollitsch, il Papa ha rivolto ai seminaristi un discorso a braccio invitandoli a “studiare perché nel nostro tempo c’è il problema del rapporto tra fede e ragione e quindi occorre imparare bene l’uso della ragione ai fini anche della trasmissione della fede”.

Benedetto XVI ha parlato anche dell’importanza del discernimento, della fedeltà e della preghiera e ha posto l’accento sull’importanza dell’esperienza comunitaria, della vita in comunità e dell’ascolto degli altri, per vivere nella fede. Padre Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha spiegato che le parole del Papa sono state una esortazione ai seminaristi per il tempo della formazione e per come viverlo.
BXVI-GERMANIA/ VIS 20110925 (160)

NUOVE VIE DI EVANGELIZZAZIONE PER TESTIMONIARE VICINANZA CHIESA ALLA SOCIETÀ

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Questo pomeriggio alle 18:15, nell’Aula del Seminario di Freiburg, il Papa ha incontrato i membri del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, istituito nel 1952 per promuovere l’opera apostolica della Chiesa e dei cattolici nella società.

Citando quale esempio i programmi di aiuto ai paesi in via di sviluppo denominati “Exposure”, nei quali persone responsabili della politica, dell’economia e della Chiesa vivono, per un certo tempo, con i destinatari dei programmi di aiuto e analizzano questa esperienza per trarre insegnamento per il proprio agire solidale, il Papa ha detto: “Immaginiamo che un tale programma ‘exposure’ abbia luogo qui in Germania. Qui ammirerebbero tante cose, ad esempio il benessere, l’ordine e l’efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell’ambito religioso”.

“Viviamo in un tempo caratterizzato in gran parte” – ha affermato il Pontefice – “da un relativismo subliminale che penetra tutti gli ambiti della vita. A volte, questo relativismo diventa battagliero, rivolgendosi contro persone che affermano di sapere dove si trova la verità o il senso della vita. E notiamo come questo relativismo eserciti sempre di più un influsso sulle relazioni umane e sulla società. (...) Qualcuno non sembra affatto capace di rinunciare a qualcosa o di fare un sacrifico per altri. Anche l’impegno altruistico per il bene comune, nei campi sociali e culturali, oppure per i bisognosi, sta diminuendo. Altri non sono più in grado di legarsi in modo incondizionato ad un partner”.

“Vediamo che nel nostro mondo ricco occidentale c’è carenza: tante persone sono carenti dell’esperienza della bontà di Dio. Non trovano alcun punto di contatto con le Chiese istituzionali e le loro strutture tradizionali. Ma perché? Penso che questa sia una domanda sulla quale dobbiamo riflettere molto seriamente. Occuparsi di questa domanda è il compito principale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ma essa, ovviamente, riguarda tutti noi”, ha detto il Santo Padre illustrando l’esempio della situazione specifica tedesca in cui “La Chiesa è organizzata in modo ottimo”.

“Ma, dietro le strutture – ha detto ancora il Pontefice - si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede in un Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito. Aggiungo: la vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace”.

“Qui siamo chiamati a cercare nuove vie dell’evangelizzazione. Une di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio. Qui ci sono persone che raccontano le loro piccole esperienza di fede nel posto di lavoro e nell’ambito della famiglia e dei conoscenti, testimoniando, in tal modo, una nuova vicinanza della Chiesa alla società”.

Concluso l’incontro con il Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, il Santo Padre si è diretto alla Fiera di Freiburg im Breisgau per presiedere la Veglia di preghiera con i giovani.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (520)

IL PAPA AI GIOVANI: SAPPIATE OSARE ED ESSERE SANTI ARDENTI

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Questa sera alle 19:00 il Santo Padre ha presieduto la Veglia di preghiera con i giovani alla Fiera di Freiburg. Di seguito riportiamo alcuni estratti del suo discorso.

Il Papa ha commentato dapprima il rito della Luce durante la quale ha acceso le candele portate da alcuni rappresentanti dei giovani che a loro volta hanno acceso le candele di altri giovani presenti, rievocando così la Veglia pasquale. “In tale meraviglioso rito liturgico – ha detto il Pontefice – si svela a noi, attraverso segni più eloquenti delle parole, il mistero della nostra fede cristiana. Gesù che dice di se stesso: ‘Io sono la luce del mondo’ fa brillare la nostra vita, perché sia vero ciò che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo: ‘Voi siete la luce del mondo’”.

“Non sono i nostri sforzi umani o il progresso tecnico del nostro tempo a portare luce in questo mondo. Sempre di nuovo dobbiamo fare l’esperienza che il nostro impegno per un ordine migliore e più giusto incontra i suoi limiti. La sofferenza degli innocenti e, infine, la morte di ogni uomo costituiscono un buio impenetrabile che può forse essere rischiarato per un momento da nuove esperienze, come da un fulmine nella notte. Alla fine, però, rimane un’oscurità angosciante. Intorno a noi può esserci il buio e l’oscurità, e tuttavia vediamo una luce: (...) Cristo, che è risorto dai morti, brilla in questo mondo, e lo fa nel modo più chiaro proprio là dove secondo il giudizio umano tutto sembra cupo e privo di speranza”. (...)

“Chi crede in Gesù, certamente non vede sempre soltanto il sole nella vita, quasi che gli possano essere risparmiate sofferenze e difficoltà, ma c’è sempre una luce chiara che gli indica una via che conduce alla vita in abbondanza. Gli occhi di chi crede in Cristo scorgono anche nella notte più buia una luce e vedono già il chiarore di un nuovo giorno”.

“La luce non rimane sola. Tutt’intorno si accendono altre luci. Sotto i loro raggi si delineano i contorni dell’ambiente così che ci si può orientare. Non viviamo da soli nel mondo. Proprio nelle cose importanti della vita abbiamo bisogno di altre persone. Così, in modo particolare, nella fede non siamo soli, siamo anelli nella grande catena dei credenti. Nessuno arriva a credere se non è sostenuto dalla fede degli altri e, d’altra parte, con la mia fede contribuisco a confermare gli altri nella loro fede”. (...)

Immagine dei santi presentata in modo distorto

“Noi (...) sperimentiamo sempre di nuovo il fallimento dei nostri sforzi e l’errore personale nonostante le migliori intenzioni. A quanto appare il mondo in cui viviamo, nonostante il progresso tecnico, in ultima analisi non diventa più buono. Esistono tuttora guerre, terrore, fame e malattia, povertà estrema e repressione senza pietà. E anche quelli che nella storia si sono ritenuti ‘portatori di luce’, senza però essere stati illuminati da Cristo, l’unica vera luce, non hanno realmente creato alcun paradiso terrestre, bensì hanno instaurato dittature e sistemi totalitari, in cui anche la più piccola scintilla di umanesimo è stata soffocata”.

“A questo punto non dobbiamo tacere il fatto che il male esiste. Lo vediamo, in tanti luoghi di questo mondo; ma lo vediamo anche – e questo ci spaventa – nella nostra stessa vita. Sì, nel nostro stesso cuore esistono l’inclinazione al male, l’egoismo, l’invidia, l’aggressività. Con una certa autodisciplina ciò forse è, in qualche misura, controllabile. È più difficile, invece, con forme di male piuttosto nascosto, che possono avvolgerci come una nebbia indistinta, e sono la pigrizia, la lentezza nel volere e nel fare il bene. Ripetutamente nella storia, persone attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi”. (...)

“Cari amici, ripetutamente l’immagine dei santi è stata sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che perciò certamente si può venerare, ma mai imitare nella propria vita. Quanto è errata e scoraggiante questa opinione! Non esiste alcun santo, fuorché la beata Vergine Maria, che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto. Cari amici, Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacillate e cadete, bensì a quante volte vi rialzate. Non esige azioni straordinarie, ma vuole che la sua luce splenda in voi. Non vi chiama perché siete buoni e perfetti, ma perché Egli è buono e vuole rendervi suoi amici. Sì, voi siete la luce del mondo, perché Gesù è la vostra luce. Voi siete cristiani – non perché realizzate cose particolari e straordinarie – bensì perché Egli, Cristo, è la vostra vita. Siete santi perché la sua grazia opera in voi”.

(...) “Questa assemblea brilla nei vari significati della parola – nel chiarore di innumerevoli lumi, nello splendore di tanti giovani che credono in Cristo. Una candela può dar luce soltanto se si lascia consumare dalla fiamma. Essa resterebbe inutile se la sua cera non nutrisse il fuoco. Permettete che Cristo arda in voi, anche se questo può a volte significare sacrificio e rinuncia. Non temete di poter perdere qualcosa e restare, per così dire, alla fine a mani vuote. Abbiate il coraggio di impegnare i vostri talenti e le vostre doti per il Regno di Dio e di donare voi stessi – come la cera della candela – affinché per vostro mezzo il Signore illumini il buio. Sappiate osare di essere santi ardenti, nei cui occhi e cuori brilla l’amore di Cristo e che, in questo modo, portano luce al mondo. Io confido che voi e tanti altri giovani qui in Germania siate fiaccole di speranza, che non restano nascoste. ‘Voi siete la luce del mondo’”.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (990)

ESISTENZA CRISTIANA: IMPIEGO UMILE PROSSIMO E BENE COMUNE

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha celebrato l’Eucaristia sulla Spianata dell’Aeroporto turistico di Freiburg im Breisgau, con i Vescovi delle 27 Diocesi della Repubblica Federale di Germania e le migliaia di fedeli giunti da tutto il Paese e dagli Stati vicini. Di seguito riportiamo alcuni estratti dell’omelia tenuta da Benedetto XVI.

“‘O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono…’, abbiamo detto nella colletta del giorno. (...) Ci sono teologi che, di fronte a tutte le cose terribili che avvengono oggi nel mondo, dicono che Dio non può essere onnipotente. Di fronte a questo, noi professiamo Dio, l’Onnipotente, il Creatore del cielo e della terra. (...) Ma dobbiamo, al contempo, renderci conto che Egli esercita il suo potere in maniera diversa da come gli uomini sogliono fare. Egli stesso ha posto un limite al suo potere, riconoscendo la libertà delle sue creature. Noi siamo lieti e riconoscenti per il dono della libertà”.

“Tuttavia, quando vediamo le cose tremende, che a causa di essa avvengono, ci spaventiamo. Fidiamoci di Dio, il cui potere si manifesta soprattutto nella misericordia e nel perdono. E siamo certi, cari fedeli: Dio desidera la salvezza del suo popolo. Desidera la nostra salvezza. Sempre, e soprattutto in tempi di pericolo e di cambiamento radicale, Egli ci è vicino, il suo cuore si commuove per noi, si china su di noi. Affinché il potere della sua misericordia possa toccare i nostri cuori, ci vuole l’apertura a Lui, occorre la disponibilità di abbandonare il male, di alzarsi dall’indifferenza e di dare spazio alla sua Parola. Dio rispetta la nostra libertà. Egli non ci costringe”.

“Gesù nel Vangelo riprende questo tema fondamentale della predicazione profetica. Racconta la parabola dei due figli che sono invitati dal padre a lavorare nella vigna. Il primo figlio rispose: ‘Non ne ho voglia’; ma poi, pentitosi, ci andò’ L’altro, invece, disse al padre: ‘Sì, Signore’, ma non andò’”. Solo il primo compie la libertà del Padre. “Tradotta nel linguaggio del nostro tempo, l’affermazione potrebbe suonare più o meno così: agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace; persone che soffrono a causa dei nostri peccati e hanno desiderio di un cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato dalla fede”.

“Così, la parola di Gesù deve far riflettere, anzi, deve scuotere tutti noi. (...) Allora interroghiamoci: come è il mio rapporto personale con Dio, nella preghiera, nella partecipazione alla Messa domenicale, nell’approfondimento della fede mediante la meditazione della Sacra Scrittura e lo studio del Catechismo della Chiesa Cattolica? Cari amici, il rinnovamento della Chiesa, in ultima analisi, può realizzarsi soltanto attraverso la disponibilità alla conversione e attraverso una fede rinnovata”. (...)

“La vita cristiana deve misurarsi continuamente su Cristo (...) Come Cristo era totalmente unito al Padre ed obbediente a Lui, così i suoi discepoli devono obbedire a Dio ed avere un medesimo sentire tra loro. (...) La Chiesa in Germania supererà le grandi sfide del presente e del futuro e rimarrà lievito nella società, se i sacerdoti, le persone consacrate e i laici credenti in Cristo, in fedeltà alla propria vocazione specifica, collaborano in unità (...). La Chiesa in Germania continuerà ad essere una benedizione per la comunità cattolica mondiale, se rimane fedelmente unita con i Successori di san Pietro e degli Apostoli, se cura in molteplici modi la collaborazione con i Paesi di missione e si lascia anche ‘contagiare’ in questo dalla gioia nella fede delle giovani Chiese”.

“L’esistenza cristiana è una pro-esistenza: un esserci per l’altro, un impegno umile per il prossimo e per il bene comune. (...) Chiediamo a Dio il coraggio e l’umiltà di camminare sulla via della fede, di attingere alla ricchezza della sua misericordia e di tenere fisso lo sguardo su Cristo (...) che (...) è il nostro futuro”.
PV-GERMANIA VIS 20110925 (670)

ANGELUS: FIDUCIA NELLA BELLEZZA DEL DISEGNO DI DIO

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2011 (VIS). Al termine della Messa Benedetto XVI ha recitato l’Angelus, preghiera che “ci fa ricordare sempre di nuovo l’inizio storico della nostra salvezza”.

Il sì di Maria, ha detto il Papa, “è l’affermazione fiduciosa al piano di Dio e alla nostra salvezza. E, infine, Maria dice questo ‘sì’ a tutti noi, che sotto la croce le siamo affidati come figli. Non revoca mai questa promessa”.

“Recitando ora l’Angelus, possiamo unirci al ‘sì’ di Maria e aderire fiduciosamente alla bellezza del piano di Dio e della provvidenza che Egli, nella sua grazia, ha riservato per noi. Allora, anche nella nostra vita l’amore di Dio diventerà quasi carne, prenderà sempre più forma. Non dobbiamo avere paura in mezzo a tutte le nostre preoccupazioni. Dio è buono. Allo stesso tempo, possiamo sentirci sostenuti dalla comunità dei tanti fedeli che in quest’ora pregano l’Angelus con noi, in tutto il mondo, attraverso la televisione e la radio”.

Al termine della recita della preghiera mariana, il Pontefice si è recato al Seminario di Freiburg per il pranzo con i membri della Conferenza Episcopale Tedesca.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (200)

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