Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

venerdì 18 aprile 2008

CATTOLICI DATE RAGIONE CONVINCENTE SPERANZA CHE È IN VOI


CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2008 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, all'arrivo al "National Park Stadium" di Washington, lo stadio più moderno degli Stati Uniti con una capienza interna di circa 45.000 persone, il Santo Padre è stato accolto dall'Arcivescovo di Washington Donald William Wuerl, dal Sindaco Adrian M. Fenty e dal proprietario dello Stadio, il costruttore Theodore Lerner.

  A bordo dell'auto panoramica, il Santo Padre ha compiuto un giro completo dello Stadio. Alle 10:00 ha avuto inizio la Santa Messa "dello Spirito Santo" per i fedeli dell'Arcidiocesi di Washington.

  Il Santo Padre ha ricordato l'anniversario dello smembramento ad opera di Papa Pio VII, della Diocesi originaria di Baltimore e l'instaurazione delle Diocesi di Boston, Bardstown (ora Louisville), New York e Philadelphia. "Duecento anni dopo" - ha detto Benedetto XVI - "la Chiesa in America con buona ragione può lodare la capacità delle generazioni passate di congiungere gruppi di immigranti molto diversi nell'unità della fede cattolica ed in un comune impegno per la diffusione del Vangelo".

  "Prego, poi, affinché questo anniversario" - ha proseguito il Pontefice - "significativo nella vita della Chiesa negli Stati Uniti e la presenza del Successore di Pietro in mezzo a voi siano per tutti i cattolici un'occasione per riaffermare la loro unità nella fede apostolica, per offrire ai loro contemporanei una ragione convincente della speranza che li ispira (cfr 1 Pt 3,15) e per essere rinnovati nello zelo missionario a servizio dell'espansione del Regno di Dio".

  "Il mondo ha bisogno della testimonianza! Chi può negare che il momento presente costituisca una svolta non solo per la Chiesa in America, ma anche per la società nel suo insieme? E' un tempo pieno di grandi promesse, poiché vediamo la famiglia umana in vari modi avvicinarsi di più diventando sempre più interdipendente. Allo stesso tempo, tuttavia, vediamo segni evidenti di un crollo preoccupante negli stessi fondamenti della società: segni di alienazione, rabbia e contrapposizione in molti nostri contemporanei; crescente violenza, indebolimento del senso morale, involgarimento nelle relazioni sociali e accresciuta dimenticanza di Dio".

  "La fedeltà e il coraggio con cui la Chiesa in questo Paese riuscirà ad affrontare le sfide di una cultura sempre più secolarizzata e materialistica dipenderà in gran parte dalla vostra fedeltà personale nel trasmettere il tesoro della nostra fede cattolica. (...) Le sfide che ci vengono incontro richiedono un'istruzione ampia e sana nella verità della fede. Ma richiedono anche di coltivare un modo di pensare, una 'cultura' intellettuale che sia genuinamente cattolica, fiduciosa nell'armonia profonda tra fede e ragione, e preparata a portare le ricchezza della visione della fede a contatto con le questioni urgenti che riguardano il futuro della società americana"-

  "Cari amici, la mia visita negli Stati Uniti" - ha ricordato il Pontefice - "intende essere una testimonianza a 'Cristo nostra speranza'. Gli americani sono sempre stati un popolo della speranza: i vostri antenati sono venuti in questo Paese con l'aspettativa di trovare una nuova libertà e nuove opportunità, mentre la vastità del territorio inesplorato ispirava loro la speranza di essere capaci di cominciare completamente da capo creando una nuova nazione su nuovi fondamenti".

  "Certo, questa attesa non è stata l'esperienza di tutti gli abitanti di questo Paese; basti pensare alle ingiustizie sofferte dalle native popolazioni americane e da quanti dall'Africa furono portati qui forzatamente come schiavi. Ma la speranza, la speranza nel futuro fa profondamente parte del carattere americano. E la virtù cristiana della speranza (...) ha anche caratterizzato, e continua a caratterizzare, la vita della comunità cattolica in questo Paese".

  "E' nel contesto di questa speranza nata dall'amore e dalla fedeltà di Dio che io prendo atto del dolore che la Chiesa in America ha provato come conseguenza dell'abuso sessuale di minorenni. Nessuna mia parola potrebbe descrivere il dolore ed il danno recati da tale abuso. E' importante che a quanti hanno sofferto sia riservata un'amorevole attenzione pastorale. Né posso descrivere in modo adeguato il danno verificatosi all'interno della comunità della Chiesa. Sono già stati fatti grandi sforzi per affrontare in modo onesto e giusto questa tragica situazione e per assicurare che i bambini - che il nostro Signore ama così profondamente (cfr Mc 10,14) e che sono il nostro tesoro più grande - possano crescere in un ambiente sicuro. Queste premure per proteggere i bambini devono continuare".

  "Oggi incoraggio ognuno di voi" - ha detto il Pontefice - "a fare quanto gli è possibile per promuovere il risanamento e la riconciliazione e per aiutare quanti sono stati feriti. Inoltre vi chiedo di amare i vostri sacerdoti e di confermarli nel lavoro eccellente che fanno".

  "Mediante l'invincibile potere della grazia di Cristo, affidato a fragili ministri umani, la Chiesa rinasce continuamente e a ciascuno di noi viene data la speranza di un nuovo inizio. Confidiamo nel potere dello Spirito di ispirare conversione, di risanare ogni ferita, di superare ogni divisione e di suscitare vita e libertà nuove!" - ha detto ancora il Pontefice sottolineando che questi doni si trovano soprattutto nel Sacramento della Penitenza.

  "La forza liberatrice di questo Sacramento (...) ha bisogno di essere riscoperta e fatta propria da ogni cattolico. In gran parte il rinnovamento della Chiesa in America dipende dal rinnovamento della prassi della penitenza e dalla crescita nella santità: ambedue vengono ispirate e realizzate da questo Sacramento".

  "'Nella speranza noi siamo stati salvati! (Rm 8,24)" - ha esclamato il Santo Padre esortando i fedeli  "a continuare ad essere un lievito di speranza evangelica nella società americana" e "mediante la testimonianza della vostra fede, (...), indicare la via verso quel vasto orizzonte di speranza che Dio anche adesso sta aprendo per la sua Chiesa, anzi per l'umanità intera: la visione di un mondo riconciliato e rinnovato in Gesù Cristo".

  Al termine il Papa si è rivolto ai fratelli e sorelle di lingua spagnola dicendo loro: "La Chiesa negli Stati Uniti, accogliendo nel suo grembo tanti suoi figli emigranti, è andata crescendo grazie anche alla vitalità della testimonianza di fede dei fedeli di lingua spagnola. (...) Non lasciatevi vincere dal pessimismo, l'inerzia o i problemi. (...) Per questo il Signore vi chiama a perseverare nel contribuire al futuro della Chiesa in questo Paese e alla diffusione del Vangelo".

  Al termine della Santa Messa, il Papa ha benedetto la prima pietra e il tabernacolo della scuola cattolica "Giovanni Paolo II il Grande" della Diocesi di Arlington (Virginia) e la prima pietra della nuova Cappella del "Thomas Aquinas College" di Santa Paula (California).
PV-USA/OMELIA:SPERANZA/WASHINGTON                VIS 20080418 (1070)


EDUCAZIONE PARTE INTEGRANTE MISSIONE CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2008 (VIS). Alle 17:00 (23:00 ora di Roma), ha avuto luogo un incontro del Santo Padre con il mondo universitario cattolico presso la "Catholic University of America" di Washington. Erano presenti 235 Rettori di Università e College cattolici, 195 Responsabili diocesani per l'insegnamento e rappresentanti di docenti e studenti cattolici, circa 600 persone in totale.

  "Il compito educativo" - ha detto il Pontefice nel suo discorso - "è parte integrante della missione che la Chiesa ha di proclamare la Buona Novella".

  "Contro i conflitti personali, la confusione morale e la frammentazione della conoscenza" - ha ribadito Papa Benedetto XVI - "i nobili scopi della formazione accademica e dell'educazione, fondati sull'unità della verità e sul servizio alla persona e alla comunità, diventano uno speciale potente strumento di speranza".

  "E' opportuno, quindi, riflettere su ciò che è specifico della nostre istituzioni cattoliche" - ha detto il Papa - "Come possono esse contribuire al bene della società attraverso la missione primaria della Chiesa che è di evangelizzare?".

  "L'identità di un'Università o di una Scuola cattolica non è semplicemente una questione di numero di studenti cattolici" - ha rilevato il Pontefice - "E' una questione di convinzione - crediamo noi veramente che solo nel mistero del Verbo fatto carne diventa veramente chiaro il mistero dell'uomo (cfr Gaudium et spes', 22)? Siamo noi veramente pronti ad affidare il nostro intero io - intelletto e volontà, mente e cuore - a Dio? Accettiamo noi la verità che Cristo rivela? Nelle nostre università e scuole la fede è 'tangibile'?".

  "La contemporanea 'crisi di verità'" - ha proseguito il Pontefice - "è radicata in una 'crisi di fede'. Solo mediante la fede noi possiamo dare liberamente il nostro assenso alla testimonianza di Dio e riconoscerlo come il trascendente garante della verità che egli rivela. (...) La libertà non è facoltà di disimpegno da; è facoltà di impegno per - una partecipazione all'Essere stesso. Di conseguenza, l'autentica libertà non può mai essere raggiunta nell'allontanamento da Dio".

  La missione della Chiesa di evangelizzare, ha affermato il Pontefice, "la coinvolge nella lotta che l'umanità sostiene per raggiungere la verità. Nell'esprimere la verità rivelata essa serve tutti i membri della società purificando la ragione, assicurando che essa rimanga aperta alla considerazione delle verità ultime".

  "Con fiducia gli educatori cristiani possono liberare i giovani dai limiti del positivismo e risvegliare la loro recettività nei confronti della verità, di Dio e della sua bontà. In questo modo voi aiuterete anche a formare la loro coscienza che, arricchita dalla fede, apre un sicuro cammino verso la pace interiore e il rispetto per gli altri".

  "Quando nulla aldilà dell'individuo è riconosciuto definitivo" - ricorda il Pontefice - "il criterio ultimo di giudizio diventa l'io e la soddisfazione dei desideri immediati dell'individuo".

  Ringraziando le autorità accademiche per la loro "dedizione e generosità" e per i loro "disinteressati contributi" che "servono sia il vostro Paese che la Chiesa", Benedetto XVI ha affermato che"ogni appello al principio della libertà accademica per giustificare posizioni che contraddicono la fede e l'insegnamento della Chiesa ostacolerebbe o addirittura tradirebbe l'identità e la missione dell'Università, una missione che sta al cuore del 'munus docendi' della Chiesa e non è in qualche moto autonoma o indipendente da essa".

  "Insegnanti ed amministratori, sia nelle Università che nelle Scuole" - ha aggiunto il Pontefice - "hanno il dovere e il privilegio di assicurare che gli studenti ricevano un'istruzione nella dottrina e nella pratica cattolica. Questo richiede che la testimonianza pubblica al modo d'essere di Cristo, come risulta dal Vangelo ed è proposto dal Magistero della Chiesa, modelli ogni aspetto della vita istituzionale sia all'interno che all'esterno delle aule scolastiche. Prendere la distanza da questa visione indebolisce l'identità cattolica e, lungi dal far avanzare la libertà, inevitabilmente conduce alla confusione sia morale che intellettuale e spirituale".

  Il Santo Padre ha incoraggiato gli insegnati di catechesi - sia laici sia religiosi - nella loro missione ed ha affermato: "L'educazione religiosa è uno stimolante apostolato e ci sono molti segni di un desiderio tra i giovani di conoscere meglio la fede e di praticarla con determinazione". Rivolgendosi ai religiosi, alle religiose ed ai sacerdoti, il Papa ha detto: "Non abbandonate l'apostolato scolastico; anzi, rinnovate la vostra dedizione alle scuole, specialmente a quelle che sono nelle aree più povere".
PV-USA/MONDO UNIVERSITARIO/WASHINGTON               VIS 20080418 (710)


SCOPRIRE VERITÀ OBIETTIVO DIALOGO INTERRELIGIOSO

CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2008 (VIS). Alle ore 18.30 (ora locale), il Santo Padre Benedetto XVI è giunto al "Pope John Paul II Cultural Center" di Washington per incontrare circa 200 Rappresentanti appartenenti a cinque Comunità religiose: ebrei, musulmani, indù, buddisti e giainisti. Il Centro, fondato nel 1998, dall'allora Arcivescovo di Washington, Cardinale Joseph Adam Maida, oggi Arcivescovo di Detroit, inaugurato nel 2001 alla presenza del Presidente George W. Bush, è un luogo di incontro, di dialogo e di ricerca accademica sui rapporti tra fede e cultura.

  "Questo Paese ha una lunga storia di collaborazione tra le diverse religioni, in molti campi della vita pubblica" - ha detto il Papa nel suo discorso - "Servizi di preghiera interreligiosa nel corso della festa nazionale del Ringraziamento, iniziative comuni in attività caritative, una voce condivisa su importanti questioni pubbliche: questi sono alcuni modi in cui i membri di diverse religioni si incontrano per migliorare la reciproca comprensione e promuovere il bene comune".

  "Gli americani" - ha ricordato il Pontefice - "hanno sempre apprezzato la possibilità di render culto liberamente e in conformità con la loro coscienza. (...) Oggi giovani cristiani, ebrei, musulmani, indù, buddisti, e bambini di tutte le religioni nelle aule di tutto il Paese siedono fianco a fianco imparando gli uni con gli altri e gli uni dagli altri. Questa diversità dà luogo a nuove sfide che suscitano una più profonda riflessione sui principi fondamentali di una società democratica".

 "Possano altri prendere coraggio dalla vostra esperienza, rendendosi conto che una società unita può derivare da una pluralità di popoli - 'E pluribus unum - da molti, uno' -, a condizione che tutti riconoscano la libertà religiosa come un diritto civile fondamentale (cfr Dignitatis humanae, 2)".

  "Il compito di difendere la libertà religiosa non è mai completato. (...) Tutelare la libertà religiosa entro la norma della legge non garantisce che i popoli, in particolare le minoranze, siano risparmiate da ingiuste forme di discriminazione e di pregiudizio. Questo richiede uno sforzo costante da parte di tutti i membri della società al fine di garantire che ai cittadini sia offerta l'opportunità di esercitare il culto pacificamente e di trasmettere il loro patrimonio religioso ai loro figli".

  Insistendo sul dialogo fra le religioni, il Pontefice ha sottolineato che: "Nella misura in cui cresciamo nella comprensione gli uni degli altri, vediamo che condividiamo una stima per i valori etici, raggiungibili dalla ragione umana, che sono venerati da tutte le persone di buona volontà. Il mondo chiede insistentemente una comune testimonianza di questi valori. Invito pertanto tutte le persone religiose a considerare il dialogo non solo come un mezzo per rafforzare la comprensione reciproca, ma anche come un modo per servire in maniera più ampia la società".

   Definendo lodevole il "crescente interesse tra i governi a sponsorizzare programmi destinati a promuovere il dialogo interreligioso e interculturale", il Papa ha soggiunto: "Allo stesso tempo, la libertà religiosa, il dialogo interreligioso e la fede mirano a qualcosa di più di un consenso volto a individuare vie per attuare strategie concrete per far progredire la pace. L'obiettivo più ampio di dialogo è quello di scoprire la verità".

  "I leaders spirituali hanno un particolare dovere, (...), a porre in primo piano le domande più profonde alla coscienza umana, a risvegliare l'umanità davanti al mistero dell'esistenza umana, a fare spazio in un mondo frenetico alla riflessione e alla preghiera".

  "Messi di fronte a questi interrogativi più profondi riguardanti l'origine e il destino del genere umano" - ha segnalato il Pontefice - "i cristiani propongono Gesù di Nazareth. (...) L'ardente desiderio di seguire le sue orme spinge i cristiani ad aprire le loro menti e i loro cuori al dialogo (cfr Lc 10, 25-37; Gv 4, 7-26)".

  "Cari amici, nel nostro tentativo di scoprire i punti di comunanza, forse abbiamo evitato la responsabilità di discutere le nostre differenze con calma e chiarezza. Mentre uniamo sempre i nostri cuori e le menti nella ricerca della pace, dobbiamo anche ascoltare con attenzione la voce della verità".

  "In questo modo, il nostro dialogo non si ferma ad individuare un insieme comune di valori" - ha concluso il Pontefice - "ma si spinge innanzi ad indagare il loro fondamento ultimo. Non abbiamo alcun motivo di temere, perché la verità ci svela il rapporto essenziale tra il mondo e Dio. Siamo in grado di percepire che la pace è un 'dono celeste', che ci chiama a conformare la storia umana all'ordine divino".

  Al termine il Papa ha rivolto un breve saluto, nella "Polish National Room", ai rappresentanti della Comunità ebraica e ha consegna loro un Messaggio augurale in occasione della Pesah, festa della Pasqua ebraica che inizia sabato 19 aprile.

  "In occasione della vostra più solenne celebrazione, mi sento a voi particolarmente vicino, proprio per ciò che 'Nostra Aetate' invita i Cristiani a ricordare sempre: che cioè la Chiesa 'ha ricevuto la rivelazione dell'Antico Testamento tramite quel popolo con cui Dio, nella sua ineffabile misericordia si è degnato di stringere l'Antica Alleanza e che si nutre dalla radice del buon ulivo su cui sono stati innestati i rami dell'oleastro dei Gentili' (n. 4). Nel rivolgermi a voi, desidero riaffermare l'insegnamento del Concilio Vaticano II sulle relazioni cattolico-ebraiche e reiterare l'impegno della Chiesa per il dialogo che nei trascorsi quarant'anni ha cambiato in modo fondamentale e migliorato i nostri rapporti".

  "A motivo di questa crescita nella fiducia e nell'amicizia, Cristiani ed Ebrei possono insieme sperimentare nella gioia il carattere profondamente spirituale della Pasqua, un memoriale di libertà e di redenzione. Ogni anno, quando ascoltiamo la storia della Pasqua noi ritorniamo alla notte benedetta della liberazione. Questo tempo santo dell'anno dovrebbe essere un richiamo per entrambe le comunità a perseguire la giustizia, la misericordia, la solidarietà verso lo straniero, la vedova e l'orfano, come comandò Mosè.

  "Questo vincolo permette a noi Cristiani di celebrare al vostro fianco, anche se in un modo nostro specifico, la Pasqua della morte e della risurrezione di Cristo, che noi consideriamo inseparabile dal vostro, avendo Gesù stesso detto: 'la salvezza viene dai Giudei' (Giovanni 4, 22). La nostra Pasqua e il vostro Pesah, sebbene distinti e differenti, ci uniscono nella comune speranza centrata su Dio e sulla Sua misericordia".

  "Con rispetto e amicizia, chiedo, pertanto, alla Comunità ebraica di accettare i miei auguri di Pesah in uno spirito di apertura alle reali possibilità di cooperazione che vediamo davanti a noi, mentre contempliamo le urgenti necessità del nostro mondo e guardiamo con compassione alle sofferenze di milioni di nostri fratelli e sorelle ovunque. Naturalmente, la nostra condivisa speranza per la pace nel mondo abbraccia il Medio Oriente e la Terra Santa in particolare. Possa la memoria delle misericordie di Dio, che Ebrei e Cristiani celebrano in questo tempo di festa, ispirare tutti i responsabili per il futuro di quella Regione - dove gli eventi legati alla rivelazione di Dio avvennero realmente - a rinnovati sforzi e specialmente a nuovi atteggiamenti e ad una nuova purificazione dei cuori!".
PV-USA/DISCORSO INTERRELIGIOSO/WASHINGTON      VIS 20080418 (1160)


INCONTRO DEL PAPA GRUPPO VITTIME ABUSI SESSUALI CLERO


CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2008 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto che, nel pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato nella Cappella della Nunziatura Apostolica a Washington D.C., un piccolo gruppo di persone vittime di abusi sessuali da parte di esponenti del clero.

  "Il gruppo, accompagnato dall'Arcivescovo di Boston, Cardinale Sean O'Malley, O.F.M.Cap., ha pregato insieme al Santo Padre, il quale ha poi ascoltato i loro racconti personali e detto loro parole di incoraggiamento e di speranza".

  "Il Papa li ha assicurati della sua preghiera per le loro intenzioni, per le loro famiglie e per tutte le vittime di abusi sessuali".
OP/INCONTRO VITTIME ABUSI SESSUALI/WASHINGTON               VIS 20080418 (120)


DISCORSO O.N.U, VISITA SINAGOGA, INCONTRO ECUMENICO


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa in privato nella Cappella della Nunziatura Apostolica di Washington e successivamente ha preso congedo dal personale della Nunziatura.

  Alle 8:45 ora locale (14:45 ora di Roma), Papa Benedetto XVI sale a bordo dell'aereo diretto a New York, dove l'arrivo all'aeroporto internazionale John Fitzgerald Kenney, è previsto alle 9:45, per dirigersi alla sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Alle ore 10:45 (16:45 ora di Roma), il Papa terrà un discorso all'Assemblea Generale dell'O.N.U.

  L'Assemblea Generale è formata da 192 Stati membri; Presidente della 62.ma Assemblea Generale è l'Ambasciatore della "ex-Repubblica Yugoslava di Macedonia", Signor Srgjan Kerim (fino al 24 maggio 2008). Segretario Generale dell'O.N.U. è il coreano Ban Ki-moon, nominato 8° Segretario Generale, il 13 ottobre 2006.

  Dopo la colazione presso la residenza dell'Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, alle 17:10 (23:10 ora di Roma), il Papa compirà una visita alla "Park East Synagogue" di New York e successivamente parteciperà ad un Incontro Ecumenico presso la Chiesa di St. Joseph.
PV-USA/O.N.U.:INCONTRO ECUMENICO/NEW YORK        VIS 20080418 (200)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Reverendo Roger Victor Rakotondrajao, Vescovo Coadiutore della Diocesi di Mahajanga (superficie: 71.900; popolazione: 1.049.000; cattolici: 200.000; sacerdoti: 45; religiosi: 193), Madagascar. Il Vescovo eletto è nato nel 1960 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990.

- Il Monsignor Julio Parrilla Diaz, Vescovo di Loja (superficie: 11.476; popolazione: 575.000; cattolici: 533.000; sacerdoti: 163; religiosi: 396; diaconi permanenti: 2), Ecuador. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Parrocchia "La Inmaculada de Iñaquito" a Quito (Ecuador), è nato nel 1946 a Orense (Spagna) ed è stato ordinato sacerdote nel 1975.
NEC:NER/.../RAKOTONDRAJAO:PARRILLA                           VIS 20080418 (110)


Copyright © VIS - Vatican Information Service