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lunedì 23 gennaio 2006

TELEGRAMMA CORDOGLIO SCOMPARSA CARDINALE PIO TAOFINU'U

CITTA' DEL VATICANO, 21 GEN. 2006 (VIS). Di seguito riportiamo il testo del telegramma di cordoglio, che il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, a nome Santo Padre Benedetto XVI, ha fatto pervenire all'Arcivescovo Alapati Lui Mata'eliga, di Samoa-Apia (Samoa), per la morte, venerdì 20 gennaio, all'età di 82 anni, del Cardinale Pio Taofinu'u, S.M., Arcivescovo emerito della medesima Arcidiocesi.

"Nell'apprendere con profondo dolore la notizia della morte del Cardinale Pio Taofinu'u, S.M., porgo le mie sentite condoglianze a Lei e a tutto il clero, religiosi e laici dell'Arcidiocesi di Samoa-Apia ed ai membri della Società di Maria. Estendo il mio cordoglio alle Autorità civili della regione e a tutte le popolazioni del Pacifico, per le quali il compianto Cardinale è stato sublime esempio di fermo impegno alla verità e all'amore del Vangelo di Gesù Cristo. In questo momento di profondo lutto mi unisco a Lei nella preghiera affinché, attraverso l'intercessione della Beata Vergine Maria, Dio nostro Padre misericordioso conceda al defunto Porporato la ricompensa delle sue fatiche e accolga la sua nobile anima nella gioia e nella pace celesti. A tutti i partecipanti alla solenne Messa delle Esequie, imparto di cuore la Benedizione Apostolica in segno di consolazione e forza nel Signore".
TGR/MORTE CARDINALE/TAOFINU'U:MATA'ELIGA VIS 20060123 (200)

PREGHIERA PER L'UNITÀ: ANIMA MOVIMENTO ECUMENICO

CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2006 (VIS). La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, che ogni anno si celebra dal 18 al 25 gennaio, è stato il tema centrale della riflessione di Benedetto XVI prima della recita dell'Angelus con i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Il Papa ha spiegato che l'iniziativa, nata agli inizi del secolo XX "ha conosciuto un positivo sviluppo diventando sempre più un momento ecumenico di riferimento, in cui i cristiani delle diverse confessioni in tutto il mondo pregano e riflettono, a partire da uno stesso testo biblico" ed ha ricordato che il brano prescelto è tratto dal capitolo diciottesimo del Vangelo di Matteo: "Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro".

"Quanta fiducia e quanta speranza infondono queste parole del Signore Gesù!" - ha esclamato il Santo Padre - "In particolare esse spronano i cristiani a domandare insieme a Dio quella piena unità fra di loro, per la quale Cristo stesso, con accorata insistenza, pregò il Padre nell'Ultima Cena. Si capisce bene, allora, quanto sia importante che noi cristiani invochiamo il dono dell'unità con perseverante costanza. Se lo facciamo con fede, possiamo essere certi che la nostra richiesta sarà esaudita. Non sappiamo come, né quando, perché non spetta a noi conoscerlo, ma non dobbiamo dubitare che un giorno saremo 'una cosa sola', come Gesù e il Padre sono uniti nello Spirito Santo".

"La preghiera per l'unità costituisce l'anima del movimento ecumenico che (...) progredisce nel mondo intero. Certo, non mancano le difficoltà e le prove, ma anche queste non sono prive di utilità spirituale, perché ci spingono ad esercitare la pazienza e la perseveranza e a crescere nella carità fraterna. Dio è amore, e solo convertendoci a Lui ed accettando la sua Parola ci troveremo tutti uniti nell'unico Corpo mistico di Cristo".

"L'espressione, 'Dio è amore', che in latino suona 'Deus caritas est', è il titolo della mia prima Enciclica, che sarà pubblicata mercoledì prossimo 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo. Sono lieto che ciò coincida con la conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: quel giorno mi recherò nella Basilica di San Paolo per presiedere i Vespri, ai quali prenderanno parte anche i Rappresentanti della altre Chiese e Comunità ecclesiali".

Al termine della recita dell'Angelus, il Papa ha ricordato la situazione dei paesi africani ed in particolare della Costa d'Avorio "ove persistono gravi tensioni fra le varie componenti sociali e politiche del Paese. A tutti rivolgo un invito a proseguire nel dialogo costruttivo, in vista della riconciliazione e della pace. Affido queste intenzioni all'intercessione della Vergine Santa, tanto amata dal popolo ivoriano".
ANG/UNITÀ CRISTIANI:ENCICLICA/... VIS 20060123 (480)

GRAZIE DEL PAPA BENEDETTO XVI GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA

CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2006 (VIS). Durante la recita dell'Angelus, nella ricorrenza del quinto centenario della fondazione del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, il Santo Padre Benedetto XVI ha espresso il suo apprezzamento ai componenti del Corpo per il servizio svolto nel corso dei secoli.

Davanti alle migliaia di persone riunite in Piazza San Pietro, fra le quali era presente un picchetto d'onore del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, il Papa ha ricordato: "Cinquecento anni or sono, il 22 gennaio 1506, il Papa Giulio II accoglieva e benediceva il primo contingente di Guardie Svizzere, venute a Roma per assicurare la difesa della sua persona e del Palazzo Apostolico. Nasceva così la Guardia Svizzera Pontificia".

"Nel ricordare quello storico evento" - ha detto il Papa - "sono lieto di salutare quanti oggi compongono questo benemerito Corpo, al quale, in segno di apprezzamento e di riconoscenza, imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica".

Alle 9:30, il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato e Decano del Collegio Cardinalizio, ha presieduto, nella Cappella Sistina, una Santa Messa per i Membri del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia in occasione dell'apertura delle celebrazioni per il quinto centenario della Fondazione.

In memoria del giuramento solenne che le Guardie pronunciano il 6 maggio di ogni anno, il Porporato ha esortato le Guardie Svizzere a "servire fedelmente, lealmente ed onorevolmente il Sommo Pontefice ed i suoi legittimi Successori con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Questa fedeltà sia sempre la vostra divisa!".

Ricordando i primi 150 Svizzeri che entrarono attraverso Piazza del Popolo nella Città eterna il 22 gennaio 1506 per difendere la Cattedra di Pietro, il Cardinale Sodano ha citato una frase del riformatore protestante svizzero Ulrich Zwingli, che in quell'anno ancora non si era allontanato dalla Chiesa cattolica: "Gli svizzeri vedono la triste situazione della Chiesa di Dio, la Madre della Cristianità, e ritengono grave e pericoloso che ogni tiranno possa aggredire impunemente per avidità di bottino la Madre comune della Cristianità".

"Sono parole" - ha proseguito il Cardinale Segretario di Stato - "che stanno a ricordare ancora oggi alle Guardie Svizzere quell'ispirazione superiore che deve animare il loro servizio, vedendo, con gli occhi della fede, in ogni Romano Pontefice il principio dell'unità visibile della Santa Chiesa di Dio".

Il Cardinale Sodano ha infine invitato i Membri della Guardia Svizzera, in ricordo dell'attuale celebrazione, "ad amare sempre più la Chiesa di Cristo".
ANG/CENTENARIO GUARDIA SVIZZERA/... VIS 20060123 (400)

BENEDIZIONE DEGLI AGNELLI NELLA FESTA DI SANT'AGNESE

CITTA' DEL VATICANO, 21 GEN. 2006 (VIS). Questa mattina, nella Cappella Urbano VIII del Palazzo Apostolico Vaticano, in occasione della Memoria Liturgica di Sant'Agnese, Vergine e Martire, il Santo Padre Benedetto XVI ha benedetto due agnelli vivi, la cui lana sarà utilizzata per confezionare i sacri Pallii che il Papa impone ai nuovi Arcivescovi Metropoliti, ogni anno, il 29 giugno, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Il Pallio, sottile stola di lana bianca ornata da sei croci di seta nera, simboleggia la comunione dei Pastori con il Romano Pontefice.
.../BENEDIZIONE AGNELLI:PALLIO/... VIS 20060123 (110)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Sua Beatitudine il Cardinale Ignace Moussa I Daoud, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Due Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Gérard Mulumba Kalemba, di Mweka.

- Il Vescovo Nicolas Djomo Lola, di Tshumbe.

Sabato 21 gennaio il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Otto Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Ignace Matondo Kwa Nzambi, C.I.C.M., di Molegbe.

- L'Arcivescovo Godefroy Mukeng'a Kalond, C.I.C.M., di Kananga, con l'Ausiliare Vescovo Marcel Madila.

- Il Vescovo Valentin Masegno Nkinda, di Kabinda.

- Il Vescovo Stanislas Lukumwena, O.F.M., di Kole.

- Il Vescovo Léonard Kasanda Lumembu, C.I.C.M., di Luiza.

- Il Vescovo Tharcisse Tshibangu Tshishiku, di Mbujimayi, con l'Ausiliare Vescovo Bernard-Emmanuel Kasanda Mulenga.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../.... VIS 20060123 (170)

IN BREVE

IN OCCASIONE DELLA PROSSIMA APERTURA DEI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI, che si svolgeranno nel mese di febbraio a Torino ed in altre località del Piemonte, il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire un messaggio al Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo di Torino. Il Papa esprime l'auspicio che "le prossime manifestazioni olimpiche siano (...) per tutti un segno eloquente di amicizia e contribuiscano a rinsaldare tra i popoli relazioni di intesa solidale! Come non riconoscere quanto tutto ciò sia necessario ai nostri giorni, che vedono l'umanità segnata da non poche tensioni e anelante a costruire un futuro di autentica pace?".

IL CARDINALE ANGELO SODANO, SEGRETARIO DI STATO, ha fatto pervenire, a nome del Santo Padre, un telegramma di cordoglio all'Arcivescovo Frantisek Rabek, Ordinario Militare della Slovacchia, a motivo della sciagura aerea avvenuta nei pressi di Kosice, nella quale hanno perso la vita, il 19 gennaio scorso, il Cappellano militare Monsignor Michal Stang e numerosi soldati al rientro da una missione di pace in Kosovo.
.../IN BREVE/... VIS 20060123 (170)

IL PAPA: DOBBIAMO RIPRENDERE LA PAROLA "AMORE"

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2006 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI è intervenuto questa mattina al Congresso organizzato dal Pontificio Consiglio "Cor Unum", in corso dal 23 al 24 gennaio nell'Aula Nuova del Sinodo, il cui titolo tratto dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, è: "...ma di tutte più grande è la carità!".

Nel suo discorso il Santo Padre si è soffermato sulla prima Enciclica "Deus caritas est" (Dio è amore), che sarà pubblicata il prossimo mercoledì 25 gennaio.

"L'escursione cosmica, in cui Dante nella sua 'Divina Commedia'" - ha detto il Papa all'inizio del suo discorso - "vuole coinvolgere il lettore, finisce davanti alla Luce perenne che è Dio stesso, davanti a quella Luce che al contempo è 'l'amor che move il sole e l'altre stelle'.

Il Dio che da Dante appare nel cerchio centrale della Luce "ha un volto umano e (...) un cuore umano" - ha spiegato il Santo Padre - "In questa visione di Dante si mostra, da una parte, la continuità tra la fede cristiana in Dio e la ricerca sviluppata dalla ragione (...) al contempo, però, appare anche la novità che supera ogni ricerca umana (...) la novità di un amore che ha spinto Dio ad assumere un volto umano, anzi ad assumere carne e sangue. (...) L'eros di Dio non è soltanto una forza cosmica primordiale; è amore che ha creato l'uomo e si china verso di lui".

"La parola 'amore'" - ha detto ancora il Papa - "oggi è così sciupata, così consumata e abusata che quasi si teme di lasciarla affiorare sulle proprie labbra. Eppure è una parola primordiale, espressione della realtà primordiale; noi non possiamo semplicemente abbandonarla, ma dobbiamo riprenderla (...) perché possa illuminare la nostra vita. È stata questa consapevolezza che mi ha indotto a scegliere l'amore come tema della mia prima Enciclica. Volevo tentare di esprimere per il nostro tempo e per la nostra esistenza qualcosa di quello che Dante nella sua visione ha ricapitolato".

"Si tratta proprio di questo: che la fede diventi una visione-comprensione che ci trasforma. Era mio desiderio di dare risalto alla centralità della fede in Dio - in quel Dio che ha assunto un volto umano e un cuore umano. (...) In un'epoca nella quale l'ostilità e l'avidità sono diventate superpotenze, un'epoca nella quale assistiamo all'abuso della religione fino all'apoteosi dell'odio, la sola razionalità neutra non è in grado di proteggerci. Abbiamo bisogno del Dio vivente, che ci ha amati fino alla morte. Così, in questa Enciclica, i temi 'Dio', 'Cristo' e 'Amore' sono fusi insieme come guida centrale della fede cristiana".

"Una prima lettura dell'Enciclica potrebbe forse suscitare l'impressione che essa si spezzi in due parti tra loro poco collegate: una prima parte teorica, che parla dell'essenza dell'amore, e una seconda che tratta della carità ecclesiale, delle organizzazioni caritative. A me però interessava proprio l'unità dei due temi che, solo se visti come un'unica cosa, sono compresi bene. (...) Partendo dall'immagine cristiana di Dio, bisognava mostrare come l'uomo è creato per amare e come questo amore, che inizialmente appare soprattutto come 'eros' tra uomo e donna, deve poi interiormente trasformarsi in 'agape', in dono di sé all'altro".

"Su questa base si doveva poi chiarire che l'essenza dell'amore di Dio e del prossimo descritto nella Bibbia è il centro dell'esistenza cristiana, è il frutto della fede. Successivamente, però, in una seconda parte bisognava evidenziare che l'atto totalmente personale dell'agape non può mai restare una cosa solamente individuale, ma che deve invece diventare anche un atto essenziale della Chiesa come comunità: abbisogna cioè anche della forma istituzionale che si esprime nell'agire comunitario della Chiesa".

"L'organizzazione ecclesiale della carità" - ha concluso il Pontefice - "non è una forma di assistenza sociale che si aggiunge casualmente alla realtà della Chiesa. (...) Essa fa parte invece della natura della Chiesa. (...) Essa deve rendere in qualche modo visibile il Dio vivente. (...) Lo spettacolo dell'uomo sofferente tocca il nostro cuore. Ma l'impegno caritativo ha un senso che va ben oltre la semplice filantropia. È Dio stesso che ci spinge nel nostro intimo ad alleviare la miseria (...). Così, in definitiva, è Lui stesso che noi portiamo nel mondo sofferente. Quanto più consapevolmente e chiaramente lo portiamo come dono, tanto più efficacemente il nostro amore cambierà il mondo".
AC/ENCICLICA:AMORE/COR UNUM VIS 20060123 (720)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Bamenda (Camerun), presentata dall'Arcivescovo Paul Verdzekov, per raggiunti limiti d'età. Gli succede l'Arcivescovo Cornelius Fontem Esua, Coadiutore della medesima Arcidiocesi.

Sabato 21 gennaio è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare dell'Arcidiocesi di Hà Nôi (Viêt Nam), presentata dal Vescovo Paul Lê Dac Trong, per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignore Smaragde Mbonyintege, Vescovo di Kabgayi (superficie: 2.187; popolazione: 912.000; cattolici: 550.000; sacerdoti: 114; religiosi: 269), Rwanda. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 a Rutobwe-Gitarama (Rwanda), ed è stato ordinato sacerdote nel 1975. È stato finora Rettore del Seminario Maggiore di Nyakibanda (Rwanda).

- Ha nominato l'Arcivescovo Antonio Franco, finora Nunzio Apostolico nelle Filippine, Nunzio Apostolico in Israele e Cipro e Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina.
NER:RE:NN/.../... VIS 20060123 (150)
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