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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 6 marzo 2003

"TRITTICO ROMANO" POESIE DI GIOVANNI PAOLO II


CITTA' DEL VATICANO, 6 MAR. 2003 (VIS). "Trittico romano. Meditazioni" è il nuovo libro di poesie del Santo Padre Giovanni Paolo II, presentato, questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, dal Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Alla Conferenza Stampa sono intervenuti anche il Professor Giovanni Reale, che ha presentato un commento critico dei testi e l'attore Nando Gazzolo che ha dato lettura di alcune delle nuove poesie.

Originariamente scritto in lingua polacca, "Trittico romano" è stato pubblicato oggi in lingua italiana, inglese, spagnola e francese. Alla presentazione di questa mattina sono stati invitati anche tutti i Capi Dicastero della Curia Romana

Il Cardinale Ratzinger ha detto nella sua prolusione che: "La prima tavola del trittico romano di Papa Giovanni Paolo II rispecchia l'esperienza della creazione, della sua bellezza, del suo dinamismo. Vi appare l'immagine delle colline boscose, e anche, più forte ancora, l'immagine delle acque che scorrono verso valle, della 'argentata cascata del torrente, che dal monte cade ritmato'. Qui, ha detto il Cardinale, il Papa cerca la 'sorgente'. La ricerca della sorgente, però, adesso lo obbliga a salire, a camminare controcorrente".

"Ritengo" - ha dichiarato il Cardinale - "che sia proprio questa la chiave di lettura delle due tavole seguenti. Esse, infatti, ci guidano nella salita 'controcorrente'. Il pellegrinaggio spirituale compiuto in questo testo conduce verso il 'Principio'. (…) All'inizio era il Verbo. (...) All'arrivo la vera sorpresa è che lo 'inizio' svela anche la 'fine'. (…) Però la vera parola chiave che riassume il pellegrinaggio della seconda tavola del Trittico non è 'Verbo', bensì visione e vedere. Il Verbo ha un volto. Il Verbo - la sorgente - è una visione. Il creato, l'universo proviene da una visione. E l'uomo esce da una visione".

Il Cardinale Ratzinger ha sottolineato che le poesie parlano dello "inizio" e della "fine", e il loro legame appare evidente nelle immagini della Creazione e del Giudizio Universale create da Michelangelo negli affreschi della Cappella Sistina. "Dagli occhi interiori del Papa emerge nuovamente il ricordo dei Conclave dell'agosto e dell'ottobre 1978. (…) Il Papa parla ai Cardinali del futuro Conclave 'dopo la mia morte' e dice che a loro parli la visione di Michelangelo. La parola Con-clave gli impone il pensiero delle chiavi, dell'eredità delle chiavi lasciate a Pietro. Porre queste chiavi nelle mani giuste: è questa l'immensa responsabilità in quei giorni".

Al termine della prolusione, il Cardinale osserva: "L'immenso arco, che è la vera visione del Trittico romano, si rivela chiaramente nella terza tavola, la salita di Abramo e Isacco sul monte di Moria, il monte del sacrifico, del donarsi senza riserve. La salita è l'ultima e decisiva fase del cammino di Abramo, iniziato con la partenza dalla sua patria, Ur dei Caldei; è la fase fondamentale nella salita verso la vetta, controcorrente, verso la sorgente, che è anche la meta".

Il Professor Reale ha detto che "Il 'Trittico romano' di Karol Wojtyla è un testo poetico bello e toccante, ma non è di facile lettura e comprensione" se non si acquisiscono le chiavi appropriate al suo studio. "L'asse portante delle composizioni di Wojtyla 'poeta'" - ha spiegato - "coincide esattamente con quello di Wojtyla 'filosofo' e di Wojtyla 'teologo'. Questo asso portante consiste nella concezione dell'uomo, non solo e non tanto nella sua dimensione terrestre e temporale, ma anche e soprattutto nelle sue origini metafisiche e nel suo destino escatologico, con la complessa e intricata dinamica che ciò comporta".

"Sulla base di quanto abbiamo detto" - ha proseguito il Professor Reale - "sorge un problema di fondo di carattere estetico: è possibile comporre opere 'poetiche' sulla base di concetti 'filosofici' e 'teologici'? La risposta a questo problema è essenziale per comprendere e gustare a fondo il 'Trittico romano' di Giovanni Paolo II". La risposta ha detto il Professor Reale è "sì" perché "il filosofo in quanto creatore di concetti è un 'pensatore', mentre il poeta in quanto creatore di immagini è un 'visionario'. E proprio in quanto 'visionario', il poeta può 'vedere' ed esprimere per 'immagini' ciò che il filosofo e il teologo esprimono per 'concetti'".

"Molti si chiedono" - ha osservato il Professor Reale - "come mai il Sommo Pontefice ha sentito il bisogno di ritornare a comporre opere poetiche, come aveva fatto da giovane. Ma, in primo luogo, va detto che alle composizioni poetiche (pubblicate per lo più sotto pseudonimi) Wojtyla si dedicò per quasi quattro decenni. Va ricordato e ribadito che Wojtyla, oltre che 'teologo', è non solo 'poeta', ma anche 'filosofo' (entro quest'anno verrà edito un volume che contiene tutte le opere filosofiche da lui pubblicate, con il titolo 'Metafisica della persona'".
OP/POESIE:TRITTICO ROMANO/RATZINGER VIS 20030306 (780)

TRADIZIONALE INCONTRO QUARESIMALE CON CLERO DIOCESI ROMA


CITTA' DEL VATICANO, 6 MAR. 2003 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha tenuto il tradizionale incontro quaresimale con il clero della Diocesi di Roma, ricordando che esso ha luogo "nel XXV anno del mio servizio pastorale quale Vescovo di Roma". Il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale della Diocesi di Roma, e i rappresentanti del clero hanno donato al Papa un volume in cui sono stati raccolti i testi dei discorsi a loro rivolti, dal 1979.

Come già nel suo libro del 1996, "Dono e mistero. 50° anniversario del mio sacerdozio", il Santo Padre ha anche oggi sottolineato che il sacerdozio ministeriale è un grande dono di Dio ma anche un mistero "che trova la sua verità e identità nell'essere derivazione e continuazione di Cristo stesso e della missione che Egli ha ricevuto dal Padre".

"Nell'esercizio del nostro ministero e in tutta la nostra vita" - ha proseguito il Pontefice - "siamo veramente uomini di Dio. Non soltanto i fedeli a noi più vicini, ma anche le persone deboli e incerte nella loro fede e lontane dalla pratica della vita cristiana non restano insensibili alla presenza e alla testimonianza di un sacerdote che sia veramente 'uomo di Dio'".

La "via maestra" per "progredire nel cammino della santificazione", ha affermato il Papa, è la preghiera, e il cuore della preghiera cristiana, specialmente per i sacerdoti, è l'Eucaristia. "In realtà non abbiamo alternativa! Se non cerchiamo, umilmente ma fiduciosamente, di progredire nel cammino della nostra santificazione, finiamo per accontentarci di piccoli compromessi, che man mano diventano più gravi e possono sfociare anche nel tradimento, aperto o mascherato, di quell'amore di predilezione con cui Dio ci ha amato chiamandoci al sacerdozio".

Il Santo Padre ha sottolineato che per essere sacerdoti "secondo il cuore di Cristo dobbiamo amare la Chiesa come Egli l'ha amata. (…) Dobbiamo non avere paura di identificarci con la Chiesa spendendoci per essa". Soprattutto, ha detto ancora il Pontefice, un sacerdote deve essere il Buon Pastore, deve amare e servire il suo popolo e deve essere uomo di comunione.

"Quando le difficoltà e le tentazioni pesano sul nostro cuore" - ha concluso il Santo Padre - "ricordiamoci piuttosto della grandezza del dono che abbiamo ricevuto, per essere a nostra volta capaci di 'donare con gioia'. Siamo infatti, soprattutto nel confessionale ma anche in tutto il nostro ministero, testimoni e strumenti della misericordia divina, siamo e dobbiamo essere uomini che sanno infondere speranza e fare opera di pace e di riconciliazione".
AC/CLERO ROMA/RUINI VIS 20030306 (430)

STAZIONE QUARESIMALE PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE


CITTA' DEL VATICANO, 6 MAR. 2003 (VIS). Alle 17:00 di ieri, Mercoledì delle Ceneri, giorno di inizio della Quaresima, ha avuto luogo nella Chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino un momento di preghiera cui ha fatto seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina, dove il Santo Padre ha presieduto la Liturgia della Parola, e dopo l'omelia, il rito di benedizione e di imposizione delle Ceneri. Il Cardinale Jozef Tomko, del Titolo di Santa Sabina, ha presieduto la Liturgia Eucaristica.

Nell'omelia il Papa ha parlato della dimensione comunitaria della penitenza, ed ha detto: "Specialmente nei momenti difficili, in seguito a una sventura o di fronte a un pericolo, la Parola di Dio, per bocca dei profeti, soleva richiamare i credenti ad una mobilitazione penitenziale: tutti sono convocati, nessuno escluso, dai vecchi ai bambini; tutti uniti per implorare da Dio compassione e perdono".

Il Santo Padre ha osservato che ricevere le Ceneri può sembrare un anacronismo nella società attuale, ma ha aggiunto che le parole che noi ascoltiamo nel ricevere le Ceneri - "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" - ci ricordano che noi siamo carne ma anche spirito; la carne morirà e diventerà polvere, "lo spirito è fatto per l'immortalità. Il credente inoltre sa che Cristo è risorto, vincendo anche nel suo corpo la morte".

Ricevere le Ceneri, ha proseguito il Pontefice, significa riconoscersi creature, ma al tempo stesso "proclamarsi peccatori, bisognosi del perdono di Dio per poter vivere secondo il Vangelo. (…) Questa prospettiva di gioia impegna i credenti a fare tutto il possibile per anticipare nel tempo presente qualcosa della pace futura. (…) A questo mirano la preghiera e il digiuno a cui, dinanzi alle minacce di guerra che incombono sul mondo, ho invitato i fedeli".

"La preghiera e il digiuno vanno, però, accompagnati da opere di giustizia" - ha concluso il Papa - "Non ci sarà pace sulla terra sino a quando perdureranno le oppressioni dei popoli, le ingiustizie sociali e gli squilibri economici tuttora esistenti. Ma per i grandi e auspicati cambiamenti strutturali non bastano iniziative ed interventi esterni; si richiede innanzitutto una corale conversione dei cuori all'amore".
HML/MERCOLEDÌ CENERI/… VIS 20030306 (350)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 6 MAR. 2003 (VIS). Il Papa ha ricevuto oggi in udienza il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
AP/…/… VIS 20030306 (30)

DICHIARAZIONE CARDINALE LAGHI VISITA AL PRESIDENTE BUSH


CITTA' DEL VATICANO, 6 MAR. 2003 (VIS). Di seguito riportiamo il testo della dichiarazione rilasciata dal Cardinale Pio Laghi, Inviato Speciale del Santo Padre a Washington, dopo l'incontro di ieri con il Presidente degli Stati Uniti d'America, George W. Bush:

"È stato per me un privilegio essere stato designato Inviato Speciale del Santo Padre per incontrare il Presidente George W. Bush. Ho assicurato il Presidente della grande stima ed affetto di Giovanni Paolo II per il popolo americano e per gli Stati Uniti d'America".

"Scopo della mia visita è stato consegnare un messaggio personale del Santo Padre al Presidente relativo alla crisi irachena, esporre la posizione della Santa Sede e riferire le varie iniziative intraprese dalla Santa Sede per contribuire al disarmo e alla pace in Medio Oriente".

Per rispetto al Presidente e per l'importanza di questo momento, non sono in una posizione tale da discutere la sostanza della nostra conversazione, né posso comunicare il testo della lettera personale del Santo Padre al Presidente".

"La Santa Sede esorta le Autorità civili a prendere in considerazione tutti gli aspetti di questa crisi. A tale riguardo, la posizione della Santa Sede è duplice. Primo, il governo iracheno è obbligato a rispettare completamente e totalmente i suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani e di disarmo sotto le risoluzioni dell'O.N.U., nel rispetto delle norme internazionali. Secondo, questi obblighi e il loro adempimento devono continuare ad essere perseguiti nel contesto delle Nazioni Unite".

"La Santa Sede sostiene che ci sono ancora vie pacifiche nel contesto del vasto patrimonio del diritto e delle istituzioni internazionali, che esistono a questo scopo. Una decisione riguardante l'uso della forza militare può essere presa solo entro il contesto delle Nazioni Unite, ma sempre tenendo presenti le gravi conseguenze di un conflitto armato: le sofferenze del popolo iracheno e di quanti sono coinvolti nelle operazioni militari, una ulteriore instabilità nella regione e un divario ancora più forte tra Islam e Cristianesimo".

Desidero sottolineare che c'è grande unità in questa grave questione, fra la Santa Sede, i Vescovi degli Stati Uniti e la Chiesa in tutto il mondo".

"Ho detto al Presidente che oggi, Mercoledì delle Ceneri, i cattolici nel mondo, secondo le indicazioni del Papa, pregano e digiunano per la pace. Il Santo Padre continua a pregare e a sperare che tutti i responsabili che devono prendere decisioni difficili, si ispirino alla ricerca della pace".
…/DICHIARAZIONE:VISITA BUSH/LAGHI VIS 20030306 (410)
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