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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 21 febbraio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Ricardo Watty Urquidi, M.Sp.S., finora Vescovo di Nuevo Laredo (Messico), Vescovo di Tepic (superficie: 22.777; popolazione: 1.115.208; cattolici: 1.073.321; sacerdoti: 210; religiosi: 270), Messico. Il Vescovo Watty Urquidi succede al Vescovo Alfonso Humberto Robles Cota, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.
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UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Professor Renato Guardini, Rettore Magnifico dell'Università di Roma "La Sapienza".
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ACCADEMIA VITA: ACCANTO MALATO INGUARIBILE E MORENTE

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo Conferenza Stampa di presentazione del Congresso Internazionale "Accanto al malato inguaribile e al morente: orientamenti etici ed operativi" promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita in occasione della XIV Assemblea Generale. Il Congresso si terrà in Vaticano il 25 e 26 febbraio prossimo.

  Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Vescovo Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; il Professor Joseph Capizzi, Professore Associato di Teologia Morale presso la "Catholic University of America" e Membro della Fondazione "Culture of Life", (Stati Uniti d'America); il Professor Monsignor Maurizio Calipari, Teologo moralista della Pontificia Accademia per la Vita e Professore incaricato di Bioetica presso l'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia ed il Professor Ben Zylicz, Direttore Sanitario del "Dove House Hospice" in Hull, East Yorkshire, Inghilterra.

  Il Vescovo Elio Sgreccia ha presentato una breve sintesi della finalità dell'Assemblea che si concentrerà sul quel particolare momento "nel quale si sperimenta in profondità la fragilità umana, un momento reso ancora più difficile dalla solitudine e dalla sofferenza (...) ma molto importante per la visione cristiana, perché l'organismo fisico si sfalda e la vita dell'individuo si avvia alla fina, ma nello stesso tempo si apre alla vita piena, alla vita eterna".

  "Questo momento di confine è l'argomento specifico dell'Assemblea" - ha aggiunto il Presule - "Avvertiamo nuovamente la necessità di definire ulteriormente i termini di ciò che è lecito e ciò che non lo è in ambito terapeutico, soprattutto per rispondere a diversi dubbi e dibattiti nell'ambito dell'assistenza medica. Il programma include molti termini di carattere etico, destinati a chiarire con il massimo equilibrio e precisione possibili i limiti della terapia e dell'aiuto al malato grave o morente. Sono anche previsti dibattiti di argomento antropologico e culturale. Presenteremo soprattutto aspetti relativi all'assistenza: come mobilitare la società e la comunità cristiana, le cure palliative, ma predomineranno gli interventi che devono rispondere ad interrogativi etici precisi".

  "Le nuove e crescenti possibilità tecniche d'intervento medico" - ha affermato il Monsignor Calidari - "oltre che assicurare maggiori chances di vita e/o migliori condizioni di salute per molti, talvolta, possono comportare per il paziente stesso un  ulteriore aggravio della sua sofferenza personale, senza che vi sia, per contro, una reale prospettiva di beneficio".

  "Che fare in questi casi? Quali criteri adottare per poter esprimere un giudizio etico ed operativo, che sia fondato e giustificabile, sull'impiego dei mezzi di conservazione della vita?".

  Il Professor Calidari ha inteso "delineare un nuovo quadro sistematico di valutazione che coniughi dinamicamente ambedue le coppie concettuali di 'proporzionalità/sproporzionalità' (cronologicamente più recente) e di 'ordinarietà/straordinarietà' (più tradizionale', senza tuttavia privarle delle loro differenze e specificità. Da questo dinamismo valutativo, infine, si deriva un corrispondente schema normativo che possa rappresentare un preciso riferimento per le scelte concrete, circa l'elezione ed il ricorso ai vari mezzi di conservazione della vita".

  L'intervento del Professor Zylic si è concentrato sulle cure palliative, le residenze per anziani e l'assistenza a domicilio. "Sebbene il concetto di ricovero sia molto cristiano" - ha detto - "i ricoveri accolgono persone di tutte le fedi e religioni".

  "La morte" - ha continuato il Professor Zylic - "deve essere considerata come parte della vita, un avvenimento normale. La morte di una persona cara può perfino essere un momento importante di crescita personale. Le persone che lavorano nelle case per anziani devono confrontarsi con tanti dilemmi di natura etica, come l'alimentazione e l'idratazione artificiale, il controllo intensivo dei sintomi che può risultare nella morte precoce di un paziente, l'angoscia e la sedazione terminale, ed infine la crescente domanda di eutanasia nella società".
OP/MALATI INGUARIBILI/SGRECCIA                       VIS 20080221 (430)


PADRI GESUITI: PIENA FEDELTÀ CARISMA ORIGINARIO

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i Partecipanti al Capitolo Generale della Compagnia di Gesù, in corso a Roma dal 7 gennaio, con Padre Adolfo Nicolás, nuovo Preposito Generale.

  "Voglio oggi incoraggiare voi e i vostri confratelli" - ha detto il Papa nel suo discorso - a continuare sulla strada della missione ricevuta da Dio, "in piena fedeltà al vostro carisma originario, nel contesto ecclesiale e sociale che caratterizza questo inizio di millennio".

  "La Chiesa" - ha proseguito il Pontefice - "ha urgente bisogno di persone di fede solida e profonda, di cultura seria e di genuina sensibilità umana e sociale, di religiosi e sacerdoti che dedichino la loro vita a stare proprio su queste frontiere per testimoniare e aiutare a comprendere che vi è invece un'armonia profonda fra fede e ragione, fra spirito evangelico, sete di giustizia e operosità per la pace".

  "Fedele alla sua migliore tradizione, essa deve continuare a formare con grande cura i suoi membri nella scienza e nella virtù, senza accontentarsi della mediocrità, perché il compito del confronto e del dialogo con i contesti sociali e culturali molto diversi e le mentalità differenti del mondo di oggi è fra i più difficili e faticosi".

  "Mentre vi sforzate di costruire ponti di comprensione e di dialogo con chi non appartiene alla Chiesa o ha difficoltà ad accettarne le posizioni e i messaggi, dovete allo stesso tempo farvi lealmente carico del dovere fondamentale della Chiesa di mantenersi fedele al suo mandato di aderire totalmente alla Parola di Dio, e del compito del Magistero di conservare la verità e l'unità della dottrina cattolica nella sua completezza".

  "Ciò vale non solo per l'impegno personale dei singoli Gesuiti" - ha ribadito il Pontefice - "poiché lavorate come membra di un corpo apostolico, dovete anche essere attenti affinché le vostre opere ed istituzioni conservino sempre una chiara ed esplicita identità, perchè il fine della vostra attività apostolica non rimanga ambiguo od oscuro, e perché tante altre persone possano condividere i vostri ideali e unirsi a voi efficacemente e con entusiasmo, collaborando al vostro impegno di servizio di Dio e dell'uomo".

  Ponendo in risalto le tendenze culturali attuali "come il soggettivismo, il relativismo, l'edonismo, il materialismo pratico", il Santo Padre ha invitato i Gesuiti a profondere un rinnovato impegno per "promuovere e difendere la dottrina cattolica 'in particolare sui punti nevralgici oggi fortemente attaccati dalla cultura secolare'".

  "I temi, oggi continuamente discussi e messi in questione, della salvezza di tutti gli   uomini in Cristo, della morale sessuale, del matrimonio e della famiglia, vanno approfonditi e illuminati nel contesto della realtà contemporanea, ma conservando quella sintonia con il Magistero che evita di provocare confusione e sconcerto nel Popolo di Dio".

  Il Papa incoraggio i Padri Gesuiti "a continuare e a rinnovare" la loro missione fra i poveri e con i poveri. "Per noi la scelta dei poveri non è ideologica, ma nasce dal Vangelo. Innumerevoli e drammatiche sono le situazioni di ingiustizia e di povertà nel mondo di oggi, e se bisogna impegnarsi a comprenderne e a combatterne le cause strutturali, occorre anche saper scendere a combattere fin nel cuore stesso dell'uomo le radici profonde del male, il peccato che lo separa da Dio, senza dimenticare di venire incontro ai bisogni più urgenti nello spirito della carità di Cristo".

  "Un'attenzione specifica vi invito infine a riservare a quel ministero degli Esercizi Spirituali che fin dalle origini è stato caratteristico della vostra Compagnia" - ha concluso il Pontefice esortando i Padri con queste parole: "Gli Esercizi sono la fonte della vostra spiritualità (...): sta a voi continuare a farne uno strumento prezioso ed efficace per la crescita spirituale delle anime, per la loro iniziazione alla preghiera, alla meditazione, in questo mondo secolarizzato in cui Dio sembra essere assente. (...) In un tempo come quello odierno, (...), gli Esercizi Spirituali rappresentano una via e un metodo particolarmente prezioso per cercare e trovare Dio, in noi, attorno a noi e in ogni cosa, per conoscere la sua volontà e metterla in pratica".
AC/.../COMPAGNIA DI GESÙ                           VIS 20080221 (680)


SERBIA: RADICI CRISTIANE E RICONCILIAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano il Signor Viadeta Jankovic, nuovo Ambasciatore di Serbia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  Nel suo discorso al diplomatico il Papa ha sottolineato che la Santa Sede "tiene in gran conto i rapporti diplomatici con la Serbia e desidera offrire il suo incoraggiamento affinché il Paese continui ad adoperarsi per edificare un futuro di pace, prosperità, riconciliazione e pacifica coesistenza nella regione, mentre la Serbia e i paesi confinanti si impegnano ad assumere il proprio ruolo in Europa".

  "Pochi paesi nel continente europeo sono sfuggiti alle devastazioni delle guerre nel secolo scorso" - ha detto il Santo Padre - "e tutti possono imparare dalle lezioni del recente passato. Mentre lei si adopera per un futuro più sicuro, è fondamentale ricordare che l'identità e la ricca tradizione culturale della Nazione che lei rappresenta, come di tutte le nazioni europee, è profondamente radicata nel patrimonio della fede cristiana e del Vangelo dell'amore".

  "Se scegliamo di vivere secondo i valori delle nostre radici cristiane, scopriamo il coraggio di perdonare e di accettare il perdono, di essere riconciliati con i nostri vicini e costruire insieme una civiltà dell'amore nella quale ogni persona viene accettata e rispettata. Conosce le sofferenze  del popolo serbo nel corso dei recenti conflitti e desidero esprimere la mia sentita sollecitudine per il popolo serbo e per le altre nazioni balcaniche coinvolte nei dolorosi avvenimenti degli ultimi dieci anni".

  "La Santa Sede" - ha proseguito il Pontefice - "condivide il vostro ardente desiderio che la pace conquistata, porti duratura stabilità nella regione. In particolare, riguardo alla corrente crisi in Kosovo, invito tutte le parti interessate ad agire con prudenza e moderazione ed a ricercare soluzioni che favoriscano il rispetto reciproco e la riconciliazione".

  "Non di minore importanza sono le divisioni fra i popoli dell'Europa che risultano dalla tragica perdita di unità dei cristiani nell'ultimo millennio" - ha ricordato il Papa rallegrandosi per i progressi dei rapporti fra i cristiani cattolici e gli ortodossi in Serbia negli ultimi anni, e per la proficua collaborazione in diversi ambiti. "Auspico che tali positivi sviluppi continuino ad essere proficui, in particolare mediante l'esame congiunto della dottrina sociale cristiana".

  "La collocazione geografica della Serbia" - ha detto ancora il Santo Padre - "al confine fra la cristianità orientale e la cristianità occidentale, offre una opportunità unica di promuovere il dialogo ecumenico, mentre la sua familiarità con l'Islam, sia attraverso l'incontro con l'Impero Ottomano e sia per la presenza di molti musulmani nella regione, apre grandi possibilità di progresso nel dialogo interreligioso. Questi due processi sono di estrema importanza per stabilire una maggiore comprensione e rispetto reciproci fra i popoli e le nazioni del mondo moderno".

  "La libertà religiosa è un elemento indispensabile per l'edificazione di un tipo di società nella quale possa svilupparsi una tale armonia. Grandemente apprezzati" - ha detto Papa Benedetto XVI - "sono i recenti provvedimenti adottati dalla Serbia negli ultimi anni per garantire tale fondamentale diritto umano".

  "Il progetto di restaurare chiese e quelle proprietà di comunità religiose  nazionalizzate dalla Federazione Jugoslava e l'introduzione dell'insegnamento della religione nelle scuole, hanno contribuito al rinnovamento spirituale del vostro Paese. E' stato dato un importante esempio dal quale possono apprendere altri governi".
 
  "Prego che questa apertura ai valori religiosi nella società" - ha concluso il Pontefice - "continui a crescere così che il dibattito pubblico sia davvero nutrito dai principi derivanti dalla fede".
CD/LETTERE CREDENZIALI:SERBIA/JANCOVIC               VIS 20080221 (570)


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