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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 29 settembre 2014

Udienza Presidente Repubblica di Malta: il fenomeno delle migrazioni verso l'Europa vede impegnati la Chiesa e il Governo

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente di Malta, la Signora Marie-Louise Coleiro Preca, che successivamente ha incontrato l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.
Nel corso dei cordiali colloqui, ci si è soffermati sulle buone relazioni tra la Santa Sede e Malta, rilevando il significativo apporto della Chiesa cattolica in campo educativo e assistenziale, specialmente a favore dei poveri. Nel prosieguo della conversazione sono stati affrontati alcuni temi di comune interesse, con particolare riferimento al ruolo dei valori cristiani nell’edificazione della società maltese e al rafforzamento dell’istituto familiare.

Infine, si è parlato del contributo di Malta in seno all’Unione Europea, come pure di alcune questioni di carattere internazionale, quali le situazioni di conflitto nella regione del Mediterraneo, per le quali si è auspicata una pronta soluzione attraverso il dialogo, nonché il fenomeno delle migrazioni verso l’Europa, che vede impegnati la Chiesa e il Governo.

Ai Membri Alleanza Biblica Universale: "'L’ignoranza delle Scritture, è ignoranza di Cristo'"

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). "Il vostro è il frutto di un lavoro paziente, attento, fraterno, competente e, soprattutto, credente. Se non crederete, non comprenderete; 'se non crederete, non resterete saldi'”, ha detto il Santo Padre ai Membri dell'Alleanza Biblica Universale, ricevuti questa mattina nella Sala del Concistoro, per la presentazione della Bibbia in lingua italiana "Parola del Signore-La Bibbia Interconfessionale in lingua corrente”. "Vorrei tanto - ha proseguito Papa Francesco - che tutti i cristiani potessero apprendere 'la sublime scienza di Gesù Cristo' attraverso la lettura assidua della Parola di Dio, poiché il testo sacro è il nutrimento dell’anima e la sorgente pura e perenne della vita spirituale di tutti noi. Dobbiamo quindi compiere ogni sforzo affinché ogni fedele legga la Parola di Dio, poiché 'l’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo', come dice san Girolamo".

"Vi ringrazio - ha concluso il Pontefice - perché ciò che avete conseguito insieme è prezioso proprio per realizzare questo obiettivo e vi incoraggio a proseguire sul cammino intrapreso, per far conoscere sempre meglio e per far comprendere sempre più profondamente la Parola del Dio vivente".

Giovani e anziani: se non si ritrova un equilibrio fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà quasi sempre si trasforma in autoritarismo

Città del Vaticano, 28 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, in Piazza San Pietro, si è celebrata una Giornata dedicata alla terza età, dal titolo "La benedizione della lunga vita", promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. L'incontro, al quale hanno partecipato decine di migliaia di anziani e nonni, accompagnati dalle loro famiglie e provenienti da numerosi Paesi, ha avuto inizio alle 8:30, con un "Percorso sull’anzianità in 5 episodi biblici, 10 verbi e una storia da raccontare". Il Santo Padre Francesco è giunto sul sagrato alle 9:30 ed ha intessuto un dialogo con gli anziani presenti, prima della celebrazione della Santa Messa che ha avuto inizio alle 10:30. Invitato da Papa Francesco, ha preso parte a questo momento di incontro dalle 9:30 alle 10:30 anche il Papa emerito Benedetto XVI.

"La prima Lettura - ha spiegato il Santo Padre - con una varietà di espressioni, riecheggia il quarto comandamento: 'Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà'. Non c’è futuro per il popolo senza questo incontro tra le generazioni, senza che i figli ricevano con riconoscenza il testimone della vita dalle mani dei genitori. E dentro questa riconoscenza per chi ti ha trasmesso la vita, c’è anche la riconoscenza per il Padre che è nei cieli. Ci sono talvolta - ha proseguito il Pontefice - generazioni di giovani che, per complesse ragioni storiche e culturali, vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori, quasi di 'liberarsi' del retaggio della generazione precedente. È come un momento di adolescenza ribelle. Ma, se poi non viene recuperato l’incontro, se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo".

"Gesù non ha abolito la legge della famiglia e del passaggio tra generazioni - ha sottolineato Papa Francesco - ma l’ha portata a compimento. Il Signore ha formato una nuova famiglia, nella quale sui legami di sangue prevale la relazione con Lui e il fare la volontà di Dio Padre. Ma l’amore per Gesù e per il Padre porta a compimento l’amore per i genitori, per i fratelli, per i nonni, rinnova le relazioni familiari con la linfa del Vangelo e dello Spirito Santo". Maria, stando a casa di Elisabetta e Zaccaria, "ha saputo ascoltare quei genitori anziani e pieni di stupore, ha fatto tesoro della loro saggezza, e questa è stata preziosa per lei, nel suo cammino di donna, di sposa, di mamma (...). Così la Vergine Maria ci mostra la via: la via dell’incontro tra i giovani e gli anziani. Il futuro di un popolo suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare".

Angelus: esemplare testimonianza Beato Álvaro del Portillo ed invito alla preghiera per Assemblea Sinodale sul tema della famiglia

Città del Vaticano, 28 settembre 2014 (VIS). Al termine della Santa Messa, il Santo Padre ha recitato l'Angelus con i fedeli presenti in Piazza San Pietro e dopo i saluti ai pellegrini anziani venuti da tanti paesi, si è rivolto ai partecipanti al convegno-pellegrinaggio "Cantare la fede", promosso in occasione del trentesimo anniversario del coro della diocesi di Roma. Nel ricordare la beatificazione, sabato, a Madrid, del Vescovo Álvaro del Portillo, il Papa ha detto: "La sua esemplare testimonianza cristiana e sacerdotale, possa suscitare in molti il desiderio di aderire sempre più a Gesù e al Vangelo". Infine Papa Francesco ha esortato tutti i fedeli a pregare per l'Assemblea Sinodale sul tema della famiglia, che inizierà domenica prossima, affidando questa intenzione all'intercessione di Maria Salus Populi Romani.

Liturgia di ringraziamento nel 200° anniversario della ricostituzione della Compagnia di Gesù

Città del Vaticano, 28 settembre 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, il Santo Padre Francesco ha presieduto nella Chiesa del SS. Nome di Gesù all’Argentina in Roma, la Liturgia di ringraziamento in occasione del 200° anniversario della ricostituzione della Compagnia di Gesù nella Chiesa universale, sancita da Papa Pio VII con la bolla "Sollicitudo omnium ecclesiarum" del 7 agosto 1814 . Nel corso della solenne Liturgia, che comprendeva la recita dei Vespri e il canto del Te Deum, dopo la proclamazione del Vangelo e prima del rinnovo delle promesse da parte dei gesuiti presenti, il Santo Padre Francesco ha tenuto l’omelia di cui riportiamo ampi brani:

"La Compagnia insignita del nome di Gesù ha vissuto tempi difficili, di persecuzione. Durante il generalato del Padre Lorenzo Ricci 'i nemici della Chiesa giunsero ad ottenere la soppressione della Compagnia' da parte del mio predecessore Clemente XIV. Oggi, ricordando la sua ricostituzione, siamo chiamati a recuperare la nostra memoria, a fare memoria, richiamando alla mente i benefici ricevuti e i doni particolari".

"In tempi di tribolazione e di turbamento si solleva sempre un polverone di dubbi e di sofferenze, e non è facile andare avanti, proseguire il cammino. Soprattutto nei tempi difficili e di crisi vengono tante tentazioni: fermarsi a discutere di idee, lasciarsi trasportare dalla desolazione, concentrarsi sul fatto di essere perseguitati e non vedere altro. (...) Il padre Generale Ricci, che scriveva ai gesuiti di allora (...) In un tempo di confusione e di turbamento ha fatto discernimento. Non ha perso tempo a discutere di idee e a lamentarsi, ma si è fatto carico della vocazione della Compagnia".

"La Compagnia (...) ha vissuto il conflitto fino in fondo, senza ridurlo: ha vissuto l’umiliazione con Cristo umiliato, ha ubbidito. Non ci si salva mai dal conflitto con la furbizia e con gli stratagemmi per resistere. Nella confusione e davanti all’umiliazione la Compagnia ha preferito vivere il discernimento della volontà di Dio, senza cercare un modo per uscire dal conflitto in modo apparentemente tranquillo. (...) Non è mai l’apparente tranquillità ad appagare il nostro cuore, ma la vera pace che è dono di Dio. Non si deve mai cercare il 'compromesso' facile né si devono praticare facili 'irenismi'. Solo il discernimento ci salva dal vero sradicamento, dalla vera 'soppressione' del cuore, che è l’egoismo, la mondanità, la perdita del nostro orizzonte, della nostra speranza, che è Gesù, che è solo Gesù. E così il padre Ricci e la Compagnia in fase di soppressione ha privilegiato la storia rispetto a una possibile 'storiella' grigia, sapendo che è l’amore a giudicare la storia, e che la speranza - anche nel buio - è più grande delle nostre attese. (...) Per questo il padre Ricci giunge, proprio in questa occasione di confusione e di smarrimento, a parlare dei peccati dei gesuiti. (...) Guardare a se stessi riconoscendosi peccatori evita di porsi nella condizione di considerarsi vittime davanti a un carnefice. Riconoscersi (...) davvero peccatori, significa mettersi nell’atteggiamento giusto per ricevere la consolazione".

"Possiamo ripercorrere brevemente questo cammino di discernimento e di servizio (...) Quando nel 1759 i decreti di Pombal distrussero le province portoghesi della Compagnia, il padre Ricci visse il conflitto non lamentandosi e lasciandosi andare alla desolazione, ma invitando alla preghiera per chiedere lo spirito buono, il vero spirito soprannaturale della vocazione, la perfetta docilità alla grazia di Dio. Quando nel 1761 la tempesta avanzava in Francia, il padre Generale chiese di porre tutta la fiducia in Dio. (...) Nel 1760, dopo l’espulsione dei gesuiti spagnoli, ancora continua a invitare alla preghiera. E infine, il 21 febbraio 1773, appena sei mesi prima della firma del Breve 'Dominus ac Redemptor', davanti alla totale mancanza di aiuti umani, vede la mano della misericordia di Dio che invita coloro che sottopone alla prova a non confidare in altri che non sia solamente Lui. (...) L’importante per il padre Ricci è che la Compagnia fino all’ultimo sia fedele allo spirito della sua vocazione, che è la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime".

"La Compagnia, anche davanti alla sua stessa fine, è rimasta fedele al fine per il quale è stata fondata. Per questo Ricci conclude con una esortazione a mantenere vivo lo spirito di carità, di unione, di obbedienza, di pazienza, di semplicità evangelica, di vera amicizia con Dio. Tutto il resto è mondanità. (...) Ricordiamoci la nostra storia: alla Compagnia 'è stata data la grazia non solo di credere nel Signore, ma anche di soffrire per lui'. (...) La nave della Compagnia è stata sballottata dalle onde e non c’è da meravigliarsi di questo. Anche la barca di Pietro lo può essere oggi. La notte e il potere delle tenebre sono sempre vicini. Costa fatica remare. I gesuiti devono essere 'rematori esperti e valorosi' (...), Remate, siate forti, anche col vento contrario! Remiamo a servizio della Chiesa. (...) Ma mentre remiamo - tutti remiamo, anche il Papa rema nella barca di Pietro - dobbiamo pregare tanto (...) Il Signore, anche se siamo uomini di poca fede e peccatori ci salverà".

"La Compagnia ricostituita dal mio predecessore Pio VII era fatta di uomini coraggiosi e umili nella loro testimonianza di speranza, di amore e di creatività apostolica, quella dello Spirito. (...) Per questo egli diede l’autorizzazione ai gesuiti che ancora qua e là esistevano grazie a un sovrano luterano e a una sovrana ortodossa, a 'restare uniti in un solo corpo'. E (...) la Compagnia riprese la sua attività apostolica con la predicazione e l’insegnamento, i ministeri spirituali, la ricerca scientifica e l’azione sociale, le missioni e la cura dei poveri, dei sofferenti e degli emarginati. Oggi la Compagnia affronta con intelligenza e operosità anche il tragico problema dei rifugiati e dei profughi; e si sforza con discernimento di integrare il servizio della fede e la promozione della giustizia, in conformità al Vangelo. Confermo oggi quanto ci disse Paolo VI alla nostra trentaduesima Congregazione generale e che io stesso ho ascoltato con le mie orecchie: 'Ovunque nella Chiesa, anche nei campi più difficili e di punta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee sociali, vi è stato e vi è il confronto tra le esigenze brucianti dell’uomo e il perenne messaggio del Vangelo, là vi sono stati e vi sono i gesuiti'".

"Nel 1814, al momento della ricostituzione, i gesuiti erano un piccolo gregge, una 'minima Compagnia', che però si sapeva investito, dopo la prova della croce, della grande missione di portare la luce del Vangelo fino ai confini della terra. Così dobbiamo sentirci noi oggi, dunque: in uscita, in missione. L’identità del gesuita è quella di un uomo che adora Dio solo e ama e serve i suoi fratelli, mostrando attraverso l’esempio non solo in che cosa crede, ma anche in che cosa spera e chi è Colui nel quale ha posto la sua fiducia".

Lettera del Papa Beatificazione Prelato Opus Dei Álvaro del Portillo: Nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità

Città del Vaticano, 27 settembre 2014 (VIS). È stata pubblicata oggi la Lettera del Papa a S.E. Monsignor Javier Echevarría Rodríguez, Prelato dell’Opus Dei, in occasione della beatificazione di Monsignor Álvaro del Portillo (1914-1994), primo successore di Josemaría Escrivá de Balaguer alla guida dell'Opera. La Cerimonia di beatificazione si è svolta questa mattina a Madrid ed è stata presieduta del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato, S.D.B. La Lettera del Santo Padre porta la data del 26 giugno, Festa di San Josemaría Escrivá.

"Mi piace ricordare - scrive il Papa - la giaculatoria che il servo di Dio era solito ripetere, specialmente nelle feste e negli anniversari personali: 'grazie, perdono, aiutami di più!'. Sono parole che ci avvicinano alla realtà della sua vita interiore e del suo rapporto con il Signore e che possono, inoltre, aiutarci a dare nuovo slancio alla nostra vita cristiana".

"Anzitutto, grazie. È la reazione immediata e spontanea che prova l'anima dinanzi alla bontà di Dio. (...) Egli ci precede sempre. Per quanto ci sforziamo, il suo amore giunge sempre prima, ci tocca e ci accarezza per primo, è primo sempre. Álvaro del Portillo era consapevole dei tanti doni che Dio gli aveva concesso e lo ringraziava per quella dimostrazione di amore paterno. Però, non si fermò lì; il riconoscimento dell'amore del Signore risvegliò nel suo cuore desideri di seguirlo con maggiore dedizione e generosità e di vivere una vita di umile servizio agli altri. Era notorio il suo amore per la Chiesa, sposa di Cristo, che servì con un cuore spoglio di interessi mondani, alieno alla discordia, accogliente con tutti e sempre alla ricerca del buono negli altri, di ciò che unisce, che edifica".

"Perdono. Confessava spesso di vedersi davanti a Dio con le mani vuote, incapace di rispondere a tanta generosità. Peraltro, la confessione della povertà umana non è frutto della disperazione, ma di un fiducioso abbandono in Dio che è Padre. È aprirsi alla sua misericordia, al suo amore (...). Un amore che non umilia, non fa sprofondare nell'abisso della colpa", ma "ci solleva dalla nostra prostrazione e ci fa camminare con più decisione e allegria. Il servo di Dio Álvaro conosceva bene il bisogno che abbiamo della misericordia divina e spese molte energie per incoraggiare le persone con cui entrava in contatto ad accostarsi al sacramento della confessione, sacramento della gioia".

"Aiutami di più. Sì, il Signore non ci abbandona mai (...). La sua grazia non ci verrà a mancare e con il suo aiuto possiamo portare il suo nome in tutto il mondo. Nel cuore del nuovo beato pulsava l'anelito di portare la Buona Novella a tutti i cuori. Percorse così molti Paesi dando impulso a progetti di evangelizzazione, senza preoccuparsi delle difficoltà, spronato dal suo amore a Dio e ai fratelli. (...) La prima condizione per annunciare loro Cristo è amarli, perché Cristo li ama già prima. Dobbiamo uscire dai nostri egoismi e dai nostri comodi e andare incontro ai nostri fratelli. Lì ci attende il Signore. Non possiamo tenere la fede per noi stessi, è un dono che abbiamo ricevuto per donarlo e condividerlo con gli altri".

"Il beato Álvaro del Portillo ci invia un messaggio molto chiaro, ci dice di fidarci del Signore, che egli è il nostro fratello, il nostro amico che non ci defrauda mai e che sta sempre al nostro fianco. Ci incoraggia a non temere di andare controcorrente e di soffrire per l'annuncio del Vangelo. Ci insegna infine che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità".

L'incontro con Gesù nell'Eucaristia fonte di speranza per il mondo

Città del Vaticano, 27 settembre 2014 (VIS). "L’Eucaristia tiene il posto centrale nella Chiesa perché è essa a 'fare la Chiesa'. Come afferma il Concilio Vaticano II, (...) essa è (...) sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità'", ha detto il Papa ricevendo questa mattina i partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali.

Il tema del prossimo Congresso “Cristo in voi, speranza della gloria” "pone in piena luce - ha affermato il Pontefice - il legame tra l’Eucaristia, la missione e la speranza cristiana. Oggi vi è una carenza di speranza nel mondo, per questo l’umanità ha bisogno di ascoltare il messaggio della nostra speranza in Gesù Cristo. La Chiesa proclama questo messaggio con ardore rinnovato, utilizzando nuovi metodi e nuove espressioni. Con lo spirito della 'nuova evangelizzazione', la Chiesa porta questo messaggio a tutti e, in modo speciale, a coloro che, pur essendo battezzati, si sono allontanati dalla Chiesa e vivono senza fare riferimento alla vita cristiana".

"L’incontro con Gesù nell’Eucaristia sarà fonte di speranza per il mondo se, trasformati per la potenza dello Spirito Santo ad immagine di colui che incontriamo, accoglieremo la missione di trasformare il mondo donando la pienezza di vita che noi stessi abbiamo ricevuto e sperimentato, portando speranza, perdono, guarigione e amore a quanti ne hanno bisogno, in particolare i poveri, i diseredati e gli oppressi, condividendone la vita e le aspirazioni e camminando con loro alla ricerca di un’autentica vita umana in Cristo Gesù", ha concluso Papa Francesco, invocando la protezione della Vergine Maria sul 51° Congresso Eucaristico Internazionale, in programma a Cebu (Filippine), dal 25 al 31 gennaio 2016.

"Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore"

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, in una Nota pubblicata questa mattina, annunciando il Tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell'incontro nella gratuità dell'amore", precisa che il tema di quest'anno "si pone in continuità con quello dello scorso anno e, allo stesso tempo, va contestualizzato con quello che sarà il tema centrale dei prossimi due Sinodi: la famiglia".

La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II, viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la Domenica che precede la Pentecoste (nel 2015, il 17 maggio). Il Messaggio del Santo Padre per tale Giornata Mondiale viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio).

"La cronaca quotidiana - si legge nella Nota - ci racconta anche la fatica della famiglia. Il cambiamento culturale molte volte non aiuta a far comprendere quanto la famiglia sia un bene".

La Nota, citando le parole di Giovanni Paolo II, nella "Familiaris Consortio", prosegue: “'Le relazioni tra i membri della comunità familiare sono ispirate e guidate dalla legge della 'gratuità' che, rispettando e favorendo in tutti e in ciascuno la dignità personale come unico titolo di valore, diventa accoglienza cordiale, incontro e dialogo, disponibilità disinteressata, servizio generoso, solidarietà profonda'".

"Come dire allora oggi, all’uomo ferito e deluso, che l’amore fra un uomo e una donna è una cosa molto buona? Come far sperimentare ai figli che sono il dono più prezioso? Come riscaldare il cuore della società ferita e provata per le tante delusioni d’amore e dir loro: forza, ricominciamo? Come raccontare che la famiglia è il primo e significativo ambiente in cui si sperimenta la bellezza della vita, la gioia dell’amore, la gratuità del dono, la consolazione del perdono offerto e ricevuto, e dove si inizia ad incontrare l’altro".

"La Chiesa oggi deve nuovamente imparare a raccontare quanto la famiglia sia un dono grande, buono e bello. È chiamata a trovare il modo per dire che la gratuità dell’amore, che si offrono gli sposi, avvicina tutti gli uomini a Dio ed è compito esaltante. Perché? Perché porta a guardare la realtà vera dell’uomo e apre le porte al futuro, alla vita".

Udienze

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Marcelo Julio Martin, ex Console onorario della Confederazione Elvetica a Rosario, con la Famiglia.

- L'Onorevole Stephan Weil, Ministro Presidente del Land Bassa Sassonia, e Seguito.

Sabato 27 settembre, il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- L'Arcivescovo Christophe Pierre, Nunzio Apostolico in Messico.

- L'Arcivescovo Giuseppe Pinto, Nunzio Apostolico nelle Filippine.

- L'Arcivescovo Francisco Montecillo Padilla, Nunzio Apostolico in Tanzania.

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 27 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Salvatore Angerami, Vescovo Ausiliare di Napoli (superficie: 274; popolazione: 1.744.000; cattolici: 1.715.000; sacerdoti: 1.053; religiosi: 3.413; diaconi permanenti: 292), Italia. Il Vescovo eletto è nato a Napoli (Italia), nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1997. Dal 1996 al 2003 è stato Animatore del Seminario Maggiore Arcivescovile di Napoli; dal 2003 al 2005 Vicario parrocchiale di San Gennaro al Vomero; dal 2005 al 2014 Parroco di San Gennaro al Vomero; dal 2012 al 2014 Delegato arcivescovile per l’Edilizia di Culto; dal 1997 al 2003 Collaboratore della Parrocchia Beata Vergine di Lourdes e Santa Bernardetta; dal 2004 al 2009 Confessore Ordinario del Seminario Maggiore Arcivescovile;dal 2005 al 2008 Padre spirituale della Comunità Propedeutica del Seminario Maggiore Arcivescovile e Decano dell’ex 7° Decanato; dal 2011 al 2014 Membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici e dal 2012 al 2014 Membro della Commissione di Arte Sacra. Nel luglio scorso, il Cardinale Arcivescovo lo ha nominato Rettore del Seminario Arcivescovile di Napoli.
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