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lunedì 29 settembre 2014

Lettera del Papa Beatificazione Prelato Opus Dei Álvaro del Portillo: Nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità

Città del Vaticano, 27 settembre 2014 (VIS). È stata pubblicata oggi la Lettera del Papa a S.E. Monsignor Javier Echevarría Rodríguez, Prelato dell’Opus Dei, in occasione della beatificazione di Monsignor Álvaro del Portillo (1914-1994), primo successore di Josemaría Escrivá de Balaguer alla guida dell'Opera. La Cerimonia di beatificazione si è svolta questa mattina a Madrid ed è stata presieduta del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato, S.D.B. La Lettera del Santo Padre porta la data del 26 giugno, Festa di San Josemaría Escrivá.

"Mi piace ricordare - scrive il Papa - la giaculatoria che il servo di Dio era solito ripetere, specialmente nelle feste e negli anniversari personali: 'grazie, perdono, aiutami di più!'. Sono parole che ci avvicinano alla realtà della sua vita interiore e del suo rapporto con il Signore e che possono, inoltre, aiutarci a dare nuovo slancio alla nostra vita cristiana".

"Anzitutto, grazie. È la reazione immediata e spontanea che prova l'anima dinanzi alla bontà di Dio. (...) Egli ci precede sempre. Per quanto ci sforziamo, il suo amore giunge sempre prima, ci tocca e ci accarezza per primo, è primo sempre. Álvaro del Portillo era consapevole dei tanti doni che Dio gli aveva concesso e lo ringraziava per quella dimostrazione di amore paterno. Però, non si fermò lì; il riconoscimento dell'amore del Signore risvegliò nel suo cuore desideri di seguirlo con maggiore dedizione e generosità e di vivere una vita di umile servizio agli altri. Era notorio il suo amore per la Chiesa, sposa di Cristo, che servì con un cuore spoglio di interessi mondani, alieno alla discordia, accogliente con tutti e sempre alla ricerca del buono negli altri, di ciò che unisce, che edifica".

"Perdono. Confessava spesso di vedersi davanti a Dio con le mani vuote, incapace di rispondere a tanta generosità. Peraltro, la confessione della povertà umana non è frutto della disperazione, ma di un fiducioso abbandono in Dio che è Padre. È aprirsi alla sua misericordia, al suo amore (...). Un amore che non umilia, non fa sprofondare nell'abisso della colpa", ma "ci solleva dalla nostra prostrazione e ci fa camminare con più decisione e allegria. Il servo di Dio Álvaro conosceva bene il bisogno che abbiamo della misericordia divina e spese molte energie per incoraggiare le persone con cui entrava in contatto ad accostarsi al sacramento della confessione, sacramento della gioia".

"Aiutami di più. Sì, il Signore non ci abbandona mai (...). La sua grazia non ci verrà a mancare e con il suo aiuto possiamo portare il suo nome in tutto il mondo. Nel cuore del nuovo beato pulsava l'anelito di portare la Buona Novella a tutti i cuori. Percorse così molti Paesi dando impulso a progetti di evangelizzazione, senza preoccuparsi delle difficoltà, spronato dal suo amore a Dio e ai fratelli. (...) La prima condizione per annunciare loro Cristo è amarli, perché Cristo li ama già prima. Dobbiamo uscire dai nostri egoismi e dai nostri comodi e andare incontro ai nostri fratelli. Lì ci attende il Signore. Non possiamo tenere la fede per noi stessi, è un dono che abbiamo ricevuto per donarlo e condividerlo con gli altri".

"Il beato Álvaro del Portillo ci invia un messaggio molto chiaro, ci dice di fidarci del Signore, che egli è il nostro fratello, il nostro amico che non ci defrauda mai e che sta sempre al nostro fianco. Ci incoraggia a non temere di andare controcorrente e di soffrire per l'annuncio del Vangelo. Ci insegna infine che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità".

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