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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 19 novembre 2012

UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL BENIN

Città del Vaticano, 19 novembre 2012 (VIS).- Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente della Repubblica del Benin, Sua Eccellenza il Sig. Thomas Boni Yayi, il quale ha poi incontrato l’Em.mo Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da Mons. Ettore Balestrero, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui, si è espresso compiacimento per le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e il Benin, evocando in particolare il Viaggio Apostolico del Santo Padre dello scorso anno, ed è stato ricordato il contributo positivo della Chiesa cattolica allo sviluppo del Paese.

Nel prosieguo dei colloqui ci si è soffermati sul tema del valore delle culture locali in Africa e sull’importanza della Chiesa nell’educazione alla pace ed alla riconciliazione. Si sono, infine, passate in rassegna alcune sfide regionali che attualmente interessano il Continente, seguite dal Capo dello Stato in qualità di Presidente dell’Unione Africana.

BENEDETTO XVI PORGE GLI AUGURI AL NUOVO PATRIARCA ORTODOSSO COPTO

Città del Vaticano, 18 novembre 2012 (VIS).-La cattedrale di San Marco a Il Cairo (Egitto) è stata oggi scenario della cerimonia della presa di possesso di Sua Santità il Papa Tawadros II, 118° patriarca della Chiesa ortodossa copta, eletto il 4 novembre. Alla cerimonia era presente il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani, portatore di una lettera del Santo Padre.

Nel testo, Benedetto XVI augura a Tawadros II “abbondanti doni spirituali che fortifichino il suo nuovo ministero per guidare il clero e i laici attraverso i cammini della santità, per il bene del vostro popolo e la pace e l'armonia di tutta la società”.

Il Santo Padre ricorda il Papa Shenouda III, predecessore dell'attuale, e il suo interesse per migliorare le relazioni con le altre Chiese Cristiane, manifestando il desiderio che questa preoccupazione perduri per “rafforzare la nostra speranza che un giorno tutti i seguaci di Cristo si trovino riuniti nell'amore e nella riconciliazione che il Signore desidera ardentemente”.

Prego lo Spirito Santo che la sostenga nel suo ministero, affinché il gregge che le è affidato sperimenti l'insegnamento del Buon Pastore. Che siano benedetti con la serenità di offrire la loro valorosa collaborazione per il bene della società e il benessere di tutti i loro connazionali!”.

Chiedo anche -conclude Benedetto XVI- che le relazioni tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa Copta incrementino, non solo nello spirito di una collaborazione fraterna, ma anche nell'approfondimento del dialogo teologico che ci permetta di crescere nella comunione e di dare testimonianza al mondo della verità salvifica del Vangelo”.

CRISTO È IL FIRMAMENTO CHE ORIENTA IL CAMMINO DELL'UMANITÀ

Città del Vaticano, 18 novembre 2012 (VIS).- Alle ore 12, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, come è solito fare la domenica, per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro e commentare il Vangelo della liturgia domenicale, che, in questa occasione, consiste nelle parole di Gesù sugli ultimi tempi, e che si considera uno dei testi più difficili dei Vangeli.

Tale difficoltà -ha spiegato il Papa- deriva sia dal contenuto sia dal linguaggio: si parla infatti di un avvenire che supera le nostre categorie, e per questo Gesù utilizza immagini e parole riprese dall’Antico Testamento, ma soprattutto inserisce un nuovo centro, che è Lui stesso, il mistero della sua persona e della sua morte e risurrezione. (...) Gesù stesso collega il presente e il futuro; le antiche parole dei profeti hanno trovato finalmente un centro nella persona del Messia nazareno: è Lui il vero avvenimento che, in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimane il punto fermo e stabile”.

Sappiamo -ha proseguito- che nella Bibbia la Parola di Dio è all’origine della creazione: tutte le creature, a partire dagli elementi cosmici – sole, luna, firmamento – obbediscono alla Parola di Dio, esistono in quanto “chiamati” da essa. Questa potenza creatrice della Parola divina si è concentrata in Gesù Cristo, Verbo fatto carne, e passa anche attraverso le sue parole umane, che sono il vero “firmamento” che orienta il pensiero e il cammino dell’uomo sulla terra. Per questo Gesù non descrive la fine del mondo, e quando usa immagini apocalittiche, non si comporta come un “veggente”. Al contrario, Egli vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosità per le date, le previsioni, e vuole invece dare loro una chiave di lettura profonda, essenziale, e soprattutto indicare la via giusta su cui camminare, oggi e domani, per entrare nella vita eterna. Tutto passa – ci ricorda il Signore –, ma la Parola di Dio non muta, e di fronte ad essa ciascuno di noi è responsabile del proprio comportamento. In base a questo saremo giudicati”.

Anche nei nostri tempi non mancano calamità naturali, e purtroppo nemmeno guerre e violenze. Anche oggi abbiamo bisogno di un fondamento stabile per la nostra vita e la nostra speranza, tanto più a causa del relativismo in cui siamo immersi. La Vergine Maria ci aiuti ad accogliere questo centro nella Persona di Cristo e nella sua Parola!”, ha concluso il Pontefice.

Al momento dei saluti nelle diverse lingue dopo l'Angelus, il Papa ha ricordato che ieri, a Pergamino, in Argentina, è stata proclamata Beata María Crescencia Pérez, Religiosa, della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto (1897-1932), conosciuta come “Suor Dolcezza”. “Fu modello di dolcezza evangelica animata dalla fede. Lodiamo il Signore per la sua testimonianza!”, ha sottolineato Benedetto XVI.

IL PAPA AI VESCOVI FRANCESI: ESERCITATE LA DIMENSIONE PROFETICA DEL VOSTRO MINISTERO

Città del Vaticano, 17 novembre 2012 (VIS).-“Il vostro Paese è ricco di una lunga storia cristiana che non può essere ignorata o sminuita, e che testimonia con eloquenza questa verità, che mostra, anche ai nostri giorni, la sua vocazione singolare”, ha detto il Papa ricevendo i prelati della Conferenza Episcopale della Francia nella sua quinquennale visita “ad Limina”.

L'Anno della fede - ha osservato il Pontefice- ci permette di crescere nella fiducia, nella forza e nella ricchezza intrinseca del messaggio del Vangelo. Quante volte abbiamo visto che sono le parole di fede, le parole semplici e dirette, cariche della saggezza della Parola di Dio, quelle che più toccano i cuori e le menti e illuminano le decisioni? In quelle parole ed in quelle realtà vi sono le convinzioni fondamentali e i modi di pensare che possono dare speranza ad un mondo assettato di essa”.

Nei dibattiti chiave della società, la voce della Chiesa deve farsi ascoltare senza fragilità e con determinazione. Si fa ascoltare rispettando la tradizione francese in materia di distinzione tra le sfere di competenza della Chiesa e quelle dello Stato. In questo contesto, precisamente, l'armonia che esiste tra la fede e la ragione vi dà una sicurezza: il messaggio di Cristo e della sua Chiesa non è solo portatore di una identità religiosa che richiede di essere rispettata come tale; apporta una saggezza che permette di percepire con rettitudine quali sono le risposte concrete alle domande più pressanti, e a volte angoscianti dell'epoca attuale. Esercitando, come già fate, la dimensione profetica del vostro ministero episcopale, apportate a questi dibattiti una parola indispensabile di verità che libera e apre il cuore alla speranza”.

A seguire, il Papa ha elogiato i numerosi intellettuali francesi, credenti e non credenti, i quali “sono coscienti delle enormi sfide della nostra epoca, e per i quali il messaggio cristiano è un punto di riferimento insostituibile”; e ha ricordato la vitalità delle comunità religiose, in particolar modo quelle monastiche, che “arricchiscono la società intera e non solo la Chiesa” di questo Paese. Ha fatto riferimento alla liturgia, attraverso la quale la Chiesa “contribuisce all'opera civilizzatrice”, puntualizzando che in questo ambito “il rispetto delle norme stabilite esprime l'amore e la fedeltà alla Chiesa; la bellezza delle cerimonie costituisce un'opera durevole ed efficace di evangelizzazione, molto più delle innovazioni e degli aggiustamenti soggettivi,”.

Benedetto XVI ha toccato anche la questione della trasmissione della fede alle nuove generazioni, un tema di cui i vescovi “non ignorano le sfide; sia che si tratti della difficoltà relativa al passaggio della fede ricevuta – in famiglia, nella società -, sia che si tratti della fede personalmente assunta alle porte dell'età adulta, o ancora di più, della difficoltà legata ad una vera rottura nella trasmissione della fede, quando le successive generazioni vivono lontane da essa. Vi è anche l'enorme sfida di vivere in una società che non sempre condivide gli insegnamenti di Cristo, e che, a volte, ridicolizza o emargina la Chiesa cercando di confinarla esclusivamente nella sfera privata. Per fare fronte a queste enormi sfide, la Chiesa ha bisogno di testimoni credibili”.

Coscienti della forza dell'esempio -ha detto il Papa ai vescovi- saprete trovare le parole e i gesti per incoraggiare i fedeli ad incarnare questa “unità di vita”. Devono sentire che la loro fede li impegna, che rappresenta per loro una liberazione e non un peso, che la coerenza è fonte di allegria e fecondità. Questo attiene anche al suo legame e alla sua fedeltà all'insegnamento morale della Chiesa come, ad esempio, mostrando il valore delle loro convinzioni cristiane, senza arroganza, ma con rispetto, nelle differenti circostanze in cui operano. Coloro che si dedicano alla vita pubblica hanno, in questo ambito, una responsabilità speciale. Insieme ai vescovi, devono prestare attenzione ai progetti delle leggi civili che possono mettere in pericolo l'istituzione del matrimonio tra l'uomo e la donna, il valore della vita dal concepimento fino alla morte, e il corretto orientamento della bioetica nella fedeltà ai documenti del magistero. E' oggi più necessario che mai che siano numerosi i cristiani che intraprendono il cammino del servizio al bene comune, approfondendo la Dottrina Sociale della Chiesa”.

LA “ SCIENZA CRISTIANA DELLA SOFFERENZA” NEGLI OSPEDALI

Città del Vaticano, 17 novembre (VIS).(VIS).-Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina i partecipanti alla conferenza del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (Pastorale della Salute), il cui tema è: “L’Ospedale, luogo di evangelizzazione: missione umana e spirituale”; e ha ricordato loro che la Chiesa “si rivolge sempre con lo stesso spirito di fraterna condivisione a quanti vivono l’esperienza del dolore, animata dallo Spirito di Colui che, con la potenza dell’amore, ha ridato senso e dignità al mistero della sofferenza”.

Con gli stessi accenti di speranza -ha proseguito- la Chiesa interpella anche i professionisti e i volontari della sanità. La vostra è una singolare vocazione, che necessita di studio, di sensibilità e di esperienza. Tuttavia, a chi sceglie di lavorare nel mondo della sofferenza vivendo la propria attività come una “missione umana e spirituale” è richiesta una competenza ulteriore, che va al di là dei titoli accademici. Si tratta della “scienza cristiana della sofferenza”, indicata esplicitamente dal Concilio come “la sola verità capace di rispondere al mistero della sofferenza” (…). Il Cristo non ha soppresso la sofferenza; non ha neppure voluto svelarcene interamente il mistero: l’ha presa su di sé, e questo basta perché ne comprendiamo tutto il valore””.

Di questa “scienza cristiana della sofferenza” siate degli esperti qualificati! Il vostro essere cattolici, senza timore, vi dà una maggiore responsabilità nell’ambito della società e della Chiesa (…). È questo un impegno di nuova evangelizzazione anche in tempi di crisi economica che sottrae risorse alla tutela della salute. Proprio in tale contesto, ospedali e strutture di assistenza debbono ripensare il proprio ruolo per evitare che la salute, anziché un bene universale da assicurare e difendere, diventi una semplice “merce” sottoposta alle leggi del mercato, quindi un bene riservato a pochi. Non può essere mai dimenticata l’attenzione particolare dovuta alla dignità della persona sofferente, applicando anche nell’ambito delle politiche sanitarie il principio di sussidiarietà e quello di solidarietà”.

E’ auspicabile -ha sottolineato il Pontefice- che il linguaggio della “scienza cristiana della sofferenza” - cui appartengono la compassione, la solidarietà, la condivisione, l’abnegazione, la gratuità, il dono di sé - diventi il lessico universale di quanti operano nel campo dell’assistenza sanitaria. (...) In questa prospettiva gli ospedali vanno considerati come luogo privilegiato di evangelizzazione, perché dove la Chiesa si fa “veicolo della presenza di Dio” diventa al tempo stesso “strumento di una vera umanizzazione dell’uomo e del mondo” (…). Solo avendo ben chiaro che al centro dell’attività medica e assistenziale c’è il benessere dell’uomo nella sua condizione più fragile e indifesa, alla ricerca di senso dinanzi al mistero insondabile del dolore, si può concepire l’ospedale come “luogo in cui la relazione di cura non è mestiere, ma missione”.

Il Santo Padre ha concluso il suo discorso rivolgendosi ai malati. “La vostra silenziosa testimonianza è un efficace segno e strumento di evangelizzazione per le persone che vi curano e per le vostre famiglie, nella certezza che “nessuna lacrima, né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio”.

APRIRSI A DIO NON È ALLONTANARSI DAL MONDO

Città del Vaticano, 17 novembre (VIS).-Benedetto XVI ha scritto un messaggio ai partecipanti alla riunione portoghese del “Cortile dei gentili”, (16-17 novembre) a Guimaraes e a Braga (Portogallo), dedicata questa volta al tema “Il valore della vita”.

“La consapevolezza della sacralità della vita -scrive il Papa- appartiene all’eredità morale dell’umanità.(...) Non siamo un prodotto casuale dell’evoluzione, ma ognuno di noi è frutto di un pensiero di Dio: siamo amati da Lui. (...) Sì! Dio ama ogni persona che, perciò, è incondizionatamente degna di vivere.Il sangue di Cristo, mentre rivela la grandezza dell’amore del Padre, manifesta come l’uomo sia prezioso agli occhi di Dio e come sia inestimabile il valore della sua vita”.

“Nell’epoca moderna, l’uomo ha però voluto sottrarsi allo sguardo creatore e redentore del Padre , fondandosi su se stesso e non sul Potere divino. Quasi come succede negli edifici di cemento armato senza finestre, dove è l’uomo che provvede all’areazione e alla luce; e, ugualmente, persino in un tale mondo auto-costruito, si attinge alle “risorse” di Dio, che sono trasformate in nostri prodotti. (…) È necessario riaprire le finestre, vedere di nuovo la vastità del mondo, il cielo e la terra, e imparare a usare tutto ciò in modo giusto. Di fatto, il valore della vita diventa evidente solo se Dio esiste. Perciò, sarebbe bello se i non credenti volessero vivere “come se Dio esistesse”. Sebbene non abbiano la forza per credere, dovrebbero vivere in base a questa ipotesi.(...) Ci sono tanti problemi che devono essere risolti, ma non lo saranno mai del tutto, se Dio non sarà posto al centro, (...) di nuovo visibile nel mondo e determinante nella nostra vita”.

IL CARDINALE DUKA PRENDE POSSESSO DEL SUO TITOLO

Città del Vaticano, 19 novembre 2012 (VIS).-L’Ufficio delle Celebrazione Liturgiche del Sommo Pontefice dà comunicazione della seguente presa di possesso: Domenica 25 novembre 2012, alle ore 19.00, il cardinale Dominik Duka, arcivescovo di Praga (Repubblica Ceca), prenderà possesso del Titolo dei Santi Marcellino e Pietro, in via Labicana 1.

UDIENZE

Città del Vaticano, 19 novembre 2012 (VIS).- Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza:

-Dieci prelati della Conferenza Episcopale di Francia, in Visita "ad Limina Apostolorum"

-Mons. André Lacrampe, Arcivescovo di Besançon

-Mons. Claude Schockert, Vescovo di Belfort-Montbéliard

-Mons., Jean-Louis Papin, Vescovo di Nancy

-Mons. Vincent Jordy, Vescovo di Saint-Claude

-Mons. Jean-Paul Mathieu, Vescovo di Saint-Dié

-Mons. François Maupu, Vescovo di Verdun

-Mons. Jean-Pierre Grallet, Arcivescovo di Strasbourg con il Vescovo Ausiliare Mons. Vincent Dollmann.

-Mons. Pierre Raffin, Vescovo di Metz

-Rev. Daniel Ducasse, Amministratore Diocesano di Pontoise

-Mons. Guido Pozzo, Arcivescovo tit. di Bagnoregio, Elemosiniere di Sua Santità.

ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 19 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre ha nominato:

-Padre Nil Yuriy Lushchak O.F.M., come vescovo ausiliare della eparchia di Mukacheko di rito bizantino (superficie 12.800, popolazione 1.290.000, cattolici 383.000, sacerdoti 275, religiosi 96) in Ucraina. Il vescovo eletto è nato nel 1973 a Uzhorod (Ucraina), è stato ordinato sacerdote nel 1996. Si è laureato in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma). Ha pronunciato i voti temporali dell'Ordine dei Frati Minori nel 2010 e fino ad ora è stato professore di Filosofia nel Seminario Maggiore di Uzhorod.

Sabato 17 novembre, il Santo Padre ha nominato:

-Vescovo Lorenzo Ghizzoni, fino ad ora ausiliare di Reggio Emilia-Guastalla (Italia), come arcivescovo di Ravenna-Cervia (superficie 1,185, popolazione 223,130, cattolici 200,000, sacerdoti 118, diaconi permanenti 6, religiosi 255) in Italia. Succede all'arcivescovo Giuseppe Verucchi, la cui rinuncia al governo pastorale della arcidiocesi è stata accettata per limite di età.

-Monsignor Henryk Ciereszko come vescovo ausiliare della arcidiocesi di Bialystok (superficie 5,550, popolazione 515,400, cattolici 455,400, sacerdoti 393, religiosi 202) in Polonia. Il vescovo eletto è nato a Hermanowka (Polonia) nel 1955 ed è stato ordinato sacerdote nel 1981. È stato proclamato dottore in Teologia Fondamentale presso l'Università Cattolica di Lublin. È stato vicario parrocchiale, prefetto di disciplina nel Seminario Maggiore di Bialystok, e padre spirituale nello stesso seminario. Attualmente era professore nel Seminario Maggiore, padre spirituale del clero della arcidiocesi, promotore di giustizia davanti al tribunale metropolitano, membro del consiglio presbiterale e istruttore nelle questioni relative alla riduzione allo stato laicale.

-Arcivescovo Luigi Pezzuto come nunzio apostolico in Bosnia ed Herzegovina. L'arcivescovo è stato fino ad ora nunzio apostolico a El Salvador e in Belize.
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