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lunedì 19 novembre 2012

CRISTO È IL FIRMAMENTO CHE ORIENTA IL CAMMINO DELL'UMANITÀ

Città del Vaticano, 18 novembre 2012 (VIS).- Alle ore 12, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, come è solito fare la domenica, per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro e commentare il Vangelo della liturgia domenicale, che, in questa occasione, consiste nelle parole di Gesù sugli ultimi tempi, e che si considera uno dei testi più difficili dei Vangeli.

Tale difficoltà -ha spiegato il Papa- deriva sia dal contenuto sia dal linguaggio: si parla infatti di un avvenire che supera le nostre categorie, e per questo Gesù utilizza immagini e parole riprese dall’Antico Testamento, ma soprattutto inserisce un nuovo centro, che è Lui stesso, il mistero della sua persona e della sua morte e risurrezione. (...) Gesù stesso collega il presente e il futuro; le antiche parole dei profeti hanno trovato finalmente un centro nella persona del Messia nazareno: è Lui il vero avvenimento che, in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimane il punto fermo e stabile”.

Sappiamo -ha proseguito- che nella Bibbia la Parola di Dio è all’origine della creazione: tutte le creature, a partire dagli elementi cosmici – sole, luna, firmamento – obbediscono alla Parola di Dio, esistono in quanto “chiamati” da essa. Questa potenza creatrice della Parola divina si è concentrata in Gesù Cristo, Verbo fatto carne, e passa anche attraverso le sue parole umane, che sono il vero “firmamento” che orienta il pensiero e il cammino dell’uomo sulla terra. Per questo Gesù non descrive la fine del mondo, e quando usa immagini apocalittiche, non si comporta come un “veggente”. Al contrario, Egli vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosità per le date, le previsioni, e vuole invece dare loro una chiave di lettura profonda, essenziale, e soprattutto indicare la via giusta su cui camminare, oggi e domani, per entrare nella vita eterna. Tutto passa – ci ricorda il Signore –, ma la Parola di Dio non muta, e di fronte ad essa ciascuno di noi è responsabile del proprio comportamento. In base a questo saremo giudicati”.

Anche nei nostri tempi non mancano calamità naturali, e purtroppo nemmeno guerre e violenze. Anche oggi abbiamo bisogno di un fondamento stabile per la nostra vita e la nostra speranza, tanto più a causa del relativismo in cui siamo immersi. La Vergine Maria ci aiuti ad accogliere questo centro nella Persona di Cristo e nella sua Parola!”, ha concluso il Pontefice.

Al momento dei saluti nelle diverse lingue dopo l'Angelus, il Papa ha ricordato che ieri, a Pergamino, in Argentina, è stata proclamata Beata María Crescencia Pérez, Religiosa, della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto (1897-1932), conosciuta come “Suor Dolcezza”. “Fu modello di dolcezza evangelica animata dalla fede. Lodiamo il Signore per la sua testimonianza!”, ha sottolineato Benedetto XVI.

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