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mercoledì 26 gennaio 2005

LA PREGHIERA CI AIUTA A SCOPRIRE IL VOLTO AMOROSO DI DIO


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2005 (VIS). Tema della catechesi del Santo Padre per l'Udienza Generale odierna, tenutasi nell'Aula Paolo VI, è stato il Salmo 114: "Rendimento di Grazie".

Giovanni Paolo II ha detto che il Salmista "esprime amore riconoscente verso il Signore, dopo l'esaudimento di una intensa supplica: 'Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l'orecchio nel giorno in cui lo invocavo'. Subito dopo questa dichiarazione di amore si ha una viva descrizione dell'incubo mortale che ha attanagliato la vita dell'orante".

"Ma da quell'abisso tragico" - ha proseguito il Pontefice - "un grido è stato lanciato verso l'unico che può stendere la mano e strappare l'orante angosciato da quel groviglio inestricabile: 'Ti prego, Signore, salvami!'".

"L'invocazione di aiuto rivolta al Signore, che abbiamo letto nel Salmo" - ha detto ancora il Papa - "ci mostra il grande valore della preghiera. È una preghiera breve ma intensa dell'uomo che, trovandosi in situazione disperata, si aggrappa all'unica tavola di salvezza, ed esprime il rendimento di grazie per la liberazione ottenuta".

Il Santo Padre ha sottolineato successivamente che: "La fiducia autentica sente sempre Dio come amore, anche se in qualche momento è difficile intuire il percorso del suo agire. Rimane comunque certo che 'il Signore protegge gli umili'. Dunque, nella miseria e nell'abbandono si può sempre contare su di lui".

"La preghiera ci aiuta a scoprire il volto amoroso di Dio" - ha terminato il Santo Padre - "Dio non abbandona mai i suoi fedeli, anzi assicura loro che, nonostante prove e sofferenze, alla fine trionferà il bene".
AG/SALMO 114/... VIS 20050126 (280)

GESÙ CRISTO FONDAMENTO E SCOPO NOSTRO IMPEGNO ECUMENICO


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2005 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, festa della Conversione di San Paolo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha presieduto, a nome del Santo Padre, la Celebrazione dei Vespri a conclusione della "Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani 2005".

Nell'omelia, incentrata sul tema: "Gesù Cristo: il nostro fondamento comune", il Cardinale Kasper, citando la Lettera di San Paolo ai Corinzi: "Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo", ha affermato che l'Apostolo Paolo "ci ricorda l'unico fondamento sul quale la Chiesa è costruita" e con tale principio "ci spiega la ragione del nostro impegno ecumenico".

"Oggi, all'inizio di questo nuovo anno" - ha affermato il Presidente del Pontificio Consiglio - "non vogliamo volgere uno sguardo al passato, ma desideriamo guardare al futuro, al futuro dell'ecumenismo. Dai suoi albori, all'inizio del XX secolo, il movimento ecumenico ha conosciuto grandi cambiamenti nel mondo e nelle nostre Chiese. La situazione ecumenica stessa è molto diversa. A volte, lo slancio iniziale sembra correre il rischio di scivolare in uno stato letargico e di perdere la sua credibilità. Emergono, da un lato, segni di reticenza e di resistenza e, dall'altro, segni di rassegnazione e di frustrazione. Allora, non possiamo continuare a ripetere: 'business as usual', tutto come al solito. Cosa dovremmo fare, piuttosto? Cosa possiamo fare?".

Dobbiamo riflettere, ha ribadito il Cardinale Kasper, su Gesù Cristo, il nostro fondamento. "La fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è il fondamento del battesimo, che fa di noi dei cristiani, incorporandoci nella Chiesa. (...) Così, Gesù Cristo non è soltanto il fondamento, ma è lo scopo del nostro impegno ecumenico; in Lui tutti noi saremo una sola cosa. (...) Proprio oggi, quando nella società post-moderna tutto diventa relativo e arbitrario, ed ognuno si crea la propria religione 'à la carte', abbiamo bisogno di un solido fondamento e di un punto di riferimento comune affidabile per la nostra vita personale e per il nostro lavoro ecumenico".

"Tutto ciò, cosa significa concretamente?" - si è chiesto il Porporato ed ha aggiunto: "Menzionerò qui soltanto tre conseguenze. In primo luogo, è a proposito della Bibbia che ci siamo divisi ed è solo attraverso la lettura, lo studio e la meditazione della Bibbia che possiamo ritrovare l'unità. (...) In secondo luogo, attraverso il battesimo siamo incorporati a Gesù Cristo. Nel nostro impegno ecumenico non iniziamo da zero. Attraverso il battesimo siamo già in una comunione fondamentale che ci unisce a Gesù Cristo, e che ci unisce gli uni agli altri. (...) In terzo luogo, Gesù Cristo è presente nella Chiesa per mezzo della sua parola e dei suoi sacramenti. Egli è il capo della Chiesa e la Chiesa è il suo Corpo".

Il Cardinale Kasper ha concluso l'omelia affermando: "Possiamo e dobbiamo distinguere Cristo dalla Chiesa, ma non possiamo separare l'uno dall'altra. Sant'Agostino ci ha insegnato la formula 'Christus totus', la pienezza di Cristo come Capo e Corpo. E questo è il punto di divergenza più profondo tra le Chiese e le Comunità ecclesiali dell'Occidente, che ci impedisce di essere pienamente segno e strumento di Cristo".
CON-UC/SETTIMANA PREGHIERA UNITÀ/KASPER VIS 20050126 (550)
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