Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

giovedì 31 gennaio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo José María De la Torre Martín, finora Ausiliare dell'Arcidiocesi di Guadalajara (Messico), Vescovo di Aguascalientes (superficie: 11.200; popolazione: 1.622.000, cattolici: 1.599.000; sacerdoti: 293; religiosi: 760; diaconi permanenti: 1), Messico.

- Il Reverendo Prasad Gallela, finora Direttore spirituale e Professore di Filosofia presso il "St. John's Regional Seminary" a Kondadaba (India), Vescovo di Cuddapah (superficie: 15.359; popolazione: 6.035.581; cattolici: 81.580; sacerdoti: 104; religiosi: 355), India. Il Vescovo eletto è nato nel 1962 ad Adoni (India) ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1989.

- Il Reverendo Don Joaquim Augusto da Silva Mendes, S.D.B., Direttore della Scuola Salesiana di Manique a Lisboa (Portogallo), Vescovo Ausiliare del Patriarcato di Lisboa (superficie: 3.735; popolazione: 2.336.132; cattolici: 1.936.268; sacerdoti: 618; religiosi: 1.740; diaconi permanenti: 65), Portogallo. Il Vescovo eletto è nato a Castelões de Cepeda (Portogallo), nel 1948, entrato nel Noviziato dei Salesiani nel 1974, ha emesso i voti perpetui nel 1981 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1983.

- Il Professore Takashi Gojobori, Vicedirettore del "National Institute of Genetics" di Mishima, dove è anche Professore nel "Center for Information Biology and DNA Data Bank of Japan (DDBJ), Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze.
NER:NEA:NA/.../...                                                             VIS 20080131 (210)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Cinque Presuli della Chiesa greco-cattolica dell'Ucraina, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Mykola Simkaylo, di Kolomyia-Chernivtsi degli Ucraini.

    - Il Vescovo Julian Voronovsky, di Sambir-Drohobych degli Ucraini, con l'Ausiliare Vescovo Jaroslav Pryriz, C.SS.R.

    - Il Vescovo Mychajilo Koltun, C.SS.R., di Sokal degli Ucraini.

    - Il Vescovo Vasyl Semeniuk, di Ternopil-Zboriv degli Ucraini.
AL/.../...                                         VIS 20080131 (70)

PRIMO CONGRESSO APOSTOLICO MONDIALE MISERICORDIA

CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuto un briefing di presentazione del Primo Congresso Apostolico mondiale della Misericordia, in programma a Roma dal 2 al 6 aprile 2008.

  Sono intervenuti il Cardinale Christoph Schönborn, O.P., Arcivescovo di Wien (Austria) e Presidente del Congresso; il Padre Patrice Chocholski, Coordinatore Generale del Congresso, e il Monsignor Mauro Parmeggiani, Segretario Generale del Vicariato di Roma.

  Il Cardinale Schönborn ha affermato: "È un buon segno che il Primo congresso apostolico mondiale della misericordia inizi il 2 aprile, nel terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II. Questo poiché il grande indimenticato Papa è stato affascinato fin dalla gioventù dal segreto della divina misericordia. Nell'anno 2002 ha detto a Cracovia-Lagiewniki durante l'inaugurazione dell'impressionante santuario della divina misericordia: 'Tranne la misericordia di Dio non c'è nessun'altra fonte di speranza per gli esseri umani'".

  "Anche il congresso a Roma" - ha proseguito il Porporato - "dovrà chiaramente dimostrare che la misericordia è il nucleo centrale del messaggio cristiano. Questo messaggio promuove la pace nel mondo, tra i popoli e le religioni. Aiuta a scoprire il vero volto di Dio, ma anche il vero volto dell'uomo ed il vero volto della chiesa".

  "È considerato da molti credenti un segno speciale il fatto che Giovanni Paolo II sia morto la vigilia della 'Domenica della Misericordia', che lui stesso aveva introdotto durante l'anno santo 2000. (...) La 'Domenica della Misericordia' è strettamente collegata alla figura di Faustyna Kowalska. Giovanni Paolo II ha dichiarato santa la suora il 30 aprile dell'anno santo 2000".

  L'Arcivescovo di Vienna ha inoltre ricordato che negli anni di vita di Santa Faustyna Kowalska (1905-1938) il messaggio della misericordia è stato "'un sostegno speciale ed una inesauribile fonte di speranza' non solo per gli abitanti di Cracovia, ma per tutto il popolo polacco. Questo messaggio è anche oggi più necessario che mai, come ci confermano le notizie di ogni giorno".

  "Giovanni Paolo II ha fatto appello nel 2004 a tutta la chiesa ad essere 'testimone della misericordia'. Questo è lo scopo del primo congresso mondiale della misericordia. Il mondo ha bisogno della misericordia. Giovanni Paolo II volle dire il 3 aprile 2005 con la preghiera Regina Coeli: 'L'amore cambia i cuori e dà la pace. Quanto è grande la necessità di misericordia nel mondo'. La morte ha impedito al grande papa di diffondere queste parole. Ma questo messaggio non ha perso nulla della sua validità ed attualità".

  "Il messaggio di Giovanni Paolo II e Faustyna Kowalska non è un principio astratto, ma ha un nome ed un volto: Gesù (...). 'Guardare a Cristo': questa era l'eredità di Giovanni Paolo II, questo fu anche il motto della visita di Benedetto XVI in Austria, ed è anche il nocciolo del congresso mondiale della misericordia nella settimana di Pasqua del 2008".
OP/CONGRESSO MISERICORDIA/SCHÖNBORN               VIS 20080131 (480)


PROGRESSO SCIENTIFICO NEL RISPETTO DIGNITÀ ESSERE UMANO

CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti alla Sessione Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, in corso in questi giorni in Vaticano.

  "La Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato l'anno scorso" - ha ricordato il Papa - "due Documenti importanti, che hanno offerto alcune (...) precisazioni necessarie per lo svolgimento corretto del dialogo ecumenico e del dialogo con le religioni e le culture del mondo".

  "Il primo Documento porta il titolo 'Risposte a quesiti riguardanti aspetti circa la dottrina della Chiesa'" e conferma che "l'una e unica Chiesa di Cristo ha la sua sussistenza, permanenza e stabilità nella Chiesa Cattolica e che pertanto l'unità, l'indivisibilità e l'indistruttibilità della Chiesa di Cristo non vengono annullate dalle separazioni e divisioni dei cristiani".

  "Il Documento richiama (...) l'attenzione" - ha ribadito il Pontefice - "sulla differenza che ancora permane tra le diverse Confessioni cristiane nei riguardi della comprensione dell'essere Chiesa, in senso propriamente teologico. Ciò, lungi dall'impedire l'impegno ecumenico autentico, sarà di stimolo perché il confronto sulle questioni dottrinali avvenga sempre con realismo e piena consapevolezza degli aspetti che ancora separano le Confessioni cristiane".

  Riferendosi al secondo documento "Nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione", pubblicato nel dicembre 2007, il Papa ha affermato: "a fronte del rischio di un persistente relativismo religioso e culturale, (il Documento) ribadisce che la Chiesa, nel tempo del dialogo tra le religioni e le culture, non si dispensa dalla necessità dell'evangelizzazione e dell'attività missionaria verso i popoli, né cessa di chiedere agli uomini di accogliere la salvezza offerta a tutte le genti. Il riconoscimento di elementi di verità e bontà nelle religioni del mondo e della serietà dei loro sforzi religiosi, lo stesso colloquio e spirito di collaborazione con esse per la difesa e la promozione della dignità della persona e dei valori morali universali, non possono essere intesi come una limitazione del compito missionario della Chiesa, impegnata ad annunciare incessantemente Cristo come la vita, la verità e la vita".

  Benedetto XVI ha invitato i membri della Congregazione per la Dottrina della Fede "a seguire con particolare attenzione i problemi difficili e complessi della bioetica. (...) Il Magistero della Chiesa certamente non può e non deve intervenire su ogni novità della scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà principi e orientamenti etico-morali per le nuove questioni importanti".

  "I due criteri fondamentali per il discernimento morale in questo campo" - ha continuato il Santo Padre- "sono: il rispetto incondizionato dell'essere umano come persona, dal suo concepimento fino alla morte naturale ed il rispetto dell'originalità della trasmissione della vita umana attraverso gli atti propri dei coniugi".

  "I nuovi problemi connessi, ad esempio, con il congelamento degli embrioni umani, con la riduzione embrionale, con la diagnosi pre-impiantatoria, con le ricerche sulle cellule staminali embrionali e con i tentativi di clonazione umana, mostrano chiaramente come, con la fecondazione artificiale extra-corporea, sia stata infranta la barriera posta a tutela della dignità umana. Quando esseri umani, nello stato più debole e più indifeso della loro esistenza, sono selezionati, abbandonati, uccisi o utilizzati quale puro 'materiale biologico', come negare che essi siano trattati non più come un 'qualcuno', ma come un 'qualcosa', mettendo così in questione il concetto stesso di dignità dell'uomo?".

  "Certamente la Chiesa apprezza e incoraggia il progresso delle scienze biomediche che aprono prospettive terapeutiche finora sconosciute," - ha detto il Santo Padre sottolineando nel contempo che la Chiesa "sente il dovere di illuminare le coscienze di tutti, affinché il progresso scientifico sia veramente rispettoso di ogni essere umano, a cui va riconosciuta la dignità di persona, essendo creato ad immagine di Dio. Lo studio su tali tematiche, (...), contribuirà certamente a promuovere la formazione della coscienza di tanti nostri fratelli".
AC/DOTTRINA CHIESA:EVANGELIZZAZIONE/...               VIS 20080131 (650)


mercoledì 30 gennaio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo John Tong Hon, Vescovo Coadiutore della Diocesi di Hong Kong (superficie: 1.102; popolazione: 6.882.600; cattolici: 344.166; sacerdoti: 283; religiosi: 811; diaconi permanenti: 8), Cina. Il Vescovo Tong Hon è stato finora Vescovo Ausiliare della medesima Diocesi.

- Ha riorganizzato la Chiesa Greco-Cattolica Slovacca e l'ha resa Chiesa Metropolitana "sui iuris", adottando i seguenti provvedimenti:

    - Ha elevato l'Eparchia di Presov per i cattolici di rito bizantino a Sede Metropolitana (cattolici: 137.203; sacerdoti: 259; diaconi: 1; religiosi: 111) ed ha promosso il Vescovo Ján Babjak, finora Vescovo Eparchiale di Presov, alla dignità di Arcivescovo Metropolita. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1953 a Hazine nad Cirichou (Slovacchia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1978; è entrato segretamente nella Compagnia di Gesù nel 1987, nel 2002 è stato nominato Vescovo di Presov (Slovacchia) e nel 2003 ha ricevuto l'ordinazione episcopale.
   
    - Ha elevato l'Esarcato Apostolico di Kosice per i cattolici di rito bizantino al rango di Eparchia (cattolici: 81.132; sacerdoti: 161; diaconi: 3; religiosi: 65), rendendola suffraganea della Sede Metropolitana di Presov.

- Ha nominato Vescovo Milan Chautur, primo Vescovo Eparchiale, l'attuale Esarca della Eparchia di Kosice. 
 
    - Ha eretto l'Eparchia di Bratislava per i cattolici di rito bizantino, rendendola suffraganea della sede Metropolitana di Presov, ed ha nominato come primo Vescovo della medesima Eparchia, il Reverendo Peter Rusnak, Parroco della parrocchia greco-cattolica dell'Esaltazione della Santa Croce a Bratislava e Protopresbitero dell'omonimo Protopresbiterato. Il Vescovo eletto è nato nel 1950 a Humenne (Slovacchia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1987.
NEC:ECE:NER/.../...                                   VIS 20080130 (240)


INCONTRO CON CRISTO CAMBIÒ VITA DI SANT'AGOSTINO


CITTA' DEL VATICANO, 30 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina, per l'Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi nell'Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato una terza catechesi alla figura di Sant'Agostino.

  Papa Benedetto XVI ha ricordato che Giovanni Paolo II volle, nel 1986, nel sedicesimo centenario della conversione del Santo Dottore della Chiesa, dedicare al grande Santo "la Lettera apostolica Augustinum Hipponensem", che definì "'un ringraziamento a Dio per il dono fatto alla Chiesa, e per essa all'umanità intera, con quella mirabile conversione'".

  Dopo aver annunciato che la prossima ed ultima catechesi su Sant'Agostino sarà dedicata al tema della conversione, "un tema fondamentale non solo per la sua vita personale, ma anche per la nostra", il Papa ha precisato che la catechesi di oggi verterà su fede e ragione "tema determinante per la biografia di Sant'Agostino".

  "Tutto l'itinerario intellettuale e spirituale di Sant'Agostino costituisce un modello valido anche oggi nel rapporto tra fede e ragione, tema non solo per uomini credenti ma per ogni uomo che cerca la verità, tema centrale per l'equilibrio e il destino di ogni essere umano. Queste due dimensioni, fede e ragione, non sono da separare né da contrapporre, ma piuttosto devono sempre andare insieme".

  "A questo proposito" - ha ricordato Papa Benedetto - "rimangono giustamente celebri le due formule agostiniane (Sermones, 43, 9) che esprimono questa coerente sintesi tra fede e ragione: 'crede ut intelligas' ("credi per comprendere") - il credere apre la strada per varcare la porta della verità - ma anche, e inseparabilmente, 'intellige ut credas' ("comprendi per credere"), scruta la verità per poter trovare Dio e credere".

  "L'armonia tra fede e ragione significa soprattutto che Dio non è lontano: non è lontano dalla nostra ragione e dalla nostra vita; è vicino ad ogni essere umano, vicino al nostro cuore e vicino alla nostra ragione, se realmente ci mettiamo in cammino".

  "La presenza di Dio nell'uomo è profonda e nello stesso tempo misteriosa, ma può essere riconosciuta e scoperta nel proprio intimo (...). Proprio come egli stesso sottolinea, con un'affermazione famosissima, all'inizio delle Confessiones, autobiografia spirituale scritta a lode di Dio: 'Ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore, finché non riposa in te' (I, 1, 1)".

  Agostino riconosce che "l'uomo è 'un grande enigma' (magna quaestio) e 'un grande abisso' (grande profundum), enigma e abisso che solo Cristo illumina e salva. Questo è importante: un uomo che è lontano da Dio è anche lontano da sé, alienato da se stesso, e può ritrovare se stesso solo incontrandosi con Dio. Così arriva anche a sé, al suo vero io, alla sua vera identità".

  "L'essere umano - sottolinea poi Agostino nel 'De civitate Dei' (XII, 27) - ha proseguito il Santo Padre - "è sociale per natura ma antisociale per vizio, ed è salvato da Cristo, unico mediatore tra Dio e l'umanità e 'via universale della libertà e della salvezza', come ha ripetuto il mio predecessore Giovanni Paolo II (Augustinum Hipponensem, 21): al di fuori di questa via, che mai è mancata al genere umano - afferma ancora Agostino nella stessa opera - "'nessuno è stato mai liberato, nessuno viene liberato, nessuno sarà liberato" (De civitate Dei, X, 32, 2). In quanto unico mediatore della salvezza, Cristo è capo della Chiesa e a essa è misticamente unito'".

  "Nella conclusione della lettera apostolica Augustinum Hipponensem Giovanni Paolo II" - ha precisato Papa Benedetto XVI - "ha voluto chiedere allo stesso santo che cosa abbia da dire agli uomini di oggi e risponde innanzi tutto con le parole che Agostino affidò a una lettera dettata poco dopo la sua conversione: 'A me sembra che si debbano ricondurre gli uomini alla speranza di trovare la verità' (Epistulae, 1, 1); quella verità che è Cristo stesso".

  "Ecco, Agostino ha incontrato Dio" - ha concluso il Pontefice - "e durante tutta la sua vita ne ha fatto esperienza al punto che questa realtà - che è innanzi tutto incontro con una Persona, Gesù - ha cambiato la sua vita, come cambia quella di quanti, donne e uomini, in ogni tempo hanno la grazia di incontrarlo. Preghiamo che il Signore ci dia questa grazia e ci faccia trovare così la sua pace".
AG/SANT'AGOSTINO/...                               VIS 20080130 (630)


martedì 29 gennaio 2008

POSSESSO CARDINALIZIO CHIESA TITOLARE

CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2008 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha reso noto che sabato 2 febbraio 2008, alle ore 18:30, il Cardinale Estanislao Estaban Karlic, Arcivescovo emerito di Paraná (Argentina), prenderà possesso del Titolo della Beata Vergine Maria Addolorata a Piazza Buenos Aires, Viale Regina Margherita, 81, Roma.
OP/TITOLO/KARLIC                                 VIS 20080129 (60)

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA QUARESIMA 2008


CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il testo del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima 2008, datato 30 ottobre 2007, il cui titolo è tratto dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinti. "Cristo si è fatto povero per voi" (2 Cor 8,9).

  Riportiamo di seguito alcuni estratti del Messaggio:

  "Ogni anno, la Quaresima ci offre una provvidenziale occasione per approfondire il senso e il valore del nostro essere cristiani, e ci stimola a riscoprire la misericordia di Dio perché diventiamo, a nostra volta, più misericordiosi verso i fratelli. Nel tempo quaresimale la Chiesa si preoccupa di proporre alcuni specifici impegni che accompagnino concretamente i fedeli in questo processo di rinnovamento interiore: essi sono la preghiera, il digiuno e l'elemosina. Quest'anno, nel consueto Messaggio quaresimale, desidero soffermarmi a riflettere sulla pratica dell'elemosina, che rappresenta un modo concreto di venire in aiuto a chi è nel bisogno e, al tempo stesso, un esercizio ascetico per liberarsi dall'attaccamento ai beni terreni. Quanto sia forte la suggestione delle ricchezze materiali, e quanto netta debba essere la nostra decisione di non idolatrarle, lo afferma Gesù in maniera perentoria: "Non potete servire a Dio e al denaro" (Lc 16,13)".

  "L'elemosina ci aiuta a vincere questa costante tentazione, educandoci a venire incontro alle necessità del prossimo e a condividere con gli altri quanto per bontà divina possediamo. A questo mirano le collette speciali a favore dei poveri, che in Quaresima vengono promosse in molte parti del mondo. In tal modo, alla purificazione interiore si aggiunge un gesto di comunione ecclesiale, secondo quanto avveniva già nella Chiesa primitiva".

  "Secondo l'insegnamento evangelico, noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo: essi quindi non vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo".

  "Nel Vangelo è chiaro il monito di Gesù verso chi possiede e utilizza solo per sé le ricchezze terrene. (...). Con maggiore eloquenza risuona il richiamo alla condivisione nei Paesi la cui popolazione è composta in maggioranza da cristiani, essendo ancor più grave la loro responsabilità di fronte alle moltitudini che soffrono nell'indigenza e nell'abbandono. Soccorrerle è un dovere di giustizia prima ancora che un atto di carità".

  "Il Vangelo pone in luce una caratteristica tipica dell'elemosina cristiana: deve essere nascosta. (...) Tutto deve essere dunque compiuto a gloria di Dio e non nostra. Questa consapevolezza accompagni, cari fratelli e sorelle, ogni gesto di aiuto al prossimo evitando che si trasformi in un mezzo per porre in evidenza noi stessi. (...) Nella moderna società dell'immagine occorre vigilare attentamente, poiché questa tentazione è ricorrente. L'elemosina evangelica non è semplice filantropia: è piuttosto un'espressione concreta della carità, virtù teologale che esige l'interiore conversione all'amore di Dio e dei fratelli, ad imitazione di Gesù Cristo, il quale morendo in croce donò tutto se stesso per noi".

  "Invitandoci a considerare l'elemosina con uno sguardo più profondo, che trascenda la dimensione puramente materiale, la Scrittura ci insegna che c'è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20,35). (...) Ogni volta che per amore di Dio condividiamo i nostri beni con il prossimo bisognoso, sperimentiamo che la pienezza di vita viene dall'amore e tutto ci ritorna come benedizione in forma di pace, di interiore soddisfazione e di gioia. Il Padre celeste ricompensa le nostre elemosine con la sua gioia. E c'è di più: san Pietro cita tra i frutti spirituali dell'elemosina il perdono dei peccati".

   "Come spesso ripete la liturgia quaresimale, Iddio offre a noi peccatori la possibilità di essere perdonati. Il fatto di condividere con i poveri ciò che possediamo ci dispone a ricevere tale dono".

  "L'elemosina educa alla generosità dell'amore. (...) Al riguardo, è quanto mai significativo l'episodio evangelico della vedova che, nella sua miseria, getta nel tesoro del tempio 'tutto quanto aveva per vivere' (Mc 12,44)".

  "Questo episodio commovente si trova inserito nella descrizione dei giorni che precedono immediatamente la passione e morte di Gesù, il quale, come nota san Paolo, si è fatto povero per arricchirci della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9); ha dato tutto se stesso per noi. La Quaresima, anche attraverso la pratica dell'elemosina ci spinge a seguire il suo esempio. Alla sua scuola possiamo imparare a fare della nostra vita un dono totale; imitandolo riusciamo a renderci disponibili, non tanto a dare qualcosa di ciò che possediamo, bensì noi stessi. L'intero Vangelo non si riassume forse nell'unico comandamento della carità? La pratica quaresimale dell'elemosina diviene pertanto un mezzo per approfondire la nostra vocazione cristiana. Quando gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell'esistenza, ma l'amore. Ciò che dà valore all'elemosina è dunque l'amore, che ispira forme diverse di dono, secondo le possibilità e le condizioni di ciascuno.
MESS/QUARESIMA 2008/...                           VIS 20080130 (820)


RIFLESSIONE DEL PAPA SULL'ELEMOSINA

CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la presentazione del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima 2008: "Cristo si è fatto povero per voi" (2 Cor 8,9).

  Alla Conferenza Stampa hanno partecipato il Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", il Monsignor Karel Kasteel, Segretario, ed il Monsignor Giovanni Pietro Dal Toso, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio ed il Signor Hans-Peter Röthlin, Presidente Internazionale dell'Associazione Cattolica "Aiuto alla Chiesa che soffre".

  Il Cardinale Cordes ha affermato che con il Messaggio di Quaresima di quest'anno, il Papa "offre una riflessione sull'elemosina e sulle collette. Un momento tipico per queste attività è il periodo natalizio (...) Anche il tempo della preparazione alla Pasqua tradizionalmente è dedicato in molti Paesi a campagne speciali di raccolte fondi".

   "Tuttavia, nonostante la lotta contro la miseria dal punto di vista delle finanze registri successi (...), il mondo dell'assistenza merita alcuni chiarimenti " -  ha detto ancora il Cardinale Cordes - "Per esempio sui bilanci strutturali delle istituzioni assistenziali. A volte sono sorprendentemente alti (...) e rappresentano poco meno del 50% delle entrate".

  "Ciò nonostante (...) il Messaggio di Quaresima non si interessa primariamente all'efficienza materiale delle agenzie. (...) Dato il fatto che gli aspetti materiali sono incontestati, il Papa vorrebbe, a partire dalla fede, farne trasparire le implicazioni per lo spirito di chi dona. (...) Per questa sua direttiva pastorale, il Santo Padre ricorre a diverse parole e racconti del Vangelo. Pone il dono e il donatore nella luce della rivelazione".

  "In primo luogo il Papa indica" - ha proseguito il Cardinale Cordes - "soprattutto ai cristiani praticanti, l'intreccio indissolubile tra pietà e cura dei bisognosi" e "viene a parlare dell'intenzione del donatore: in un'epoca in cui si onora il benefattore, è di certo opportuno attirare l'attenzione sullo spirito del suo gesto: non mirare alla glorificazione di sé, ma - come chiede il Signore nei sinottici - alla glorificazione del Padre che sta nel cielo: l'amore di Dio sta alla radice di ogni buona azione compiuta dagli uomini".

  Il Presidente di "Cor Unum" ha  affermato, inoltre, che nel Messaggio per la Quaresima 2008, il Papa commenta: "Il valore del nostro dono si misura non sulla base delle cifre stampate sulla moneta. Di fronte a Dio, è esclusivamente la mano di chi dona a determinare l'importanza di un dono. Il suo valore dipende dalla grandezza del portafoglio dal quale viene tirata fuori l'offerta; dai pensieri e dalle intenzioni che hanno spinto a dare".

  Il Signor Hans-Peter Röthlin ha rievocato la figura di Padre Werenfried van Straaten, Fondatore dell'opera "Aiuto alla Chiesa che soffre", ricordando che essa non è "un ordine o una comunità ecclesiale, bensì un'Opera che intende aiutare la chiesa ovunque ella stessa non sia in grado di svolgere la sua missione senza aiuti dal di fuori".

  Nelle "Direttive spirituali" scritte da Padre Van Straaten nel 2002, poco prima di morire, il Fondatore "non usa la parola 'elemosine', ma parla di offerte. Al di là delle espressioni usate, resta il fatto che la maggior parte dei suoi 'benefattori' erano e sono tuttora persone semplici che non dispongono di ricchezze, ma assomigliano piuttosto alla vedova del vangelo che offre la sua elemosina nel segreto del tempio e poi se ne va".

  Nel testo si legge inoltre, ha aggiunto il Signor Röthlin, che i distributori delle elemosine "'non devono mai dimenticare, che non amministrano solo il denaro, ma soprattutto la carità dei nostri benefattori'. Qui ci troviamo al punto centrale del Messaggio del Santo Padre che si potrebbe intitolare: 'Il segreto dell'elemosina è la carità'".

  L'Opera di Padre van Straaten, i cui fondi vengono oggi raccolti in 17 nazioni, conta circa 600.000 donatori ed "è un luogo di incontro della Chiesa mondiale dove i figli di Dio, da ogni luogo, si incontrano nell'amore soprannaturale e si arricchiscono vicendevolmente. Per chi dona è una grazia sapersi uniti con coloro che Gesù ha chiamato 'beati' perché poveri o sofferenti a causa delle persecuzioni e chi riceve prova la gioia di essere unito con coloro che, per la loro misericordia, vengono chiamati 'beati'".
OP/MESSAGGIO QUARESIMA 2008/CORDES                   VIS 20080129 (700)


CORDOGLIO SCOMPARSA ARCIVESCOVO CHRISTODOULOS

CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio a Sua Eminenza Seraphim, Metropolita di Karystia e Skyros, per la morte, avvenuta ieri, 28 gennaio, all'età di 69 anni, di Sua Beatitudine Christodoulos, Arcivescovo di Atene e tutta la Grecia.

  Il Papa assicura la sua vicinanza spirituale a quanti piangono la scomparsa di "questo distinto pastore della Chiesa di Grecia" e scrive: "L'accoglienza fraterna che Sua Beatitudine rese al mio Predecessore Giovanni Paolo II in occasione della sua visita ad Atene nel maggio 2001, e la visita dell'Arcivescovo Christodoulos a Roma nel dicembre 2006, hanno inaugurato una nuova epoca di cordiale collaborazione fra di noi, incrementando i contatti e migliorando i nostri rapporti di amicizia, nel perseguimento di una maggiore comunione nel contesto della crescente unità dell'Europa".

  "Il Papa e i cattolici nel mondo pregano affinché la Chiesa Ortodossa Greca sia sostenuta dalla grazia di Dio nel continuare a progredire nel solco delle realizzazioni pastorali dell'ultimo Arcivescovo e nel raccomandare la nobile anima di Sua Beatitudine alla misericordia amorevole del nostro Padre celeste, siate riconfortati dalla promessa del Signore di ricompensare i suoi servi fedeli".
TGR/SCOMPARSA:CHRISTODOULOS/SERAPHIM               VIS 20080129 (200)


lunedì 28 gennaio 2008

MESE DELLA PACE E GIORNATA MONDIALE MALATI DI LEBBRA

CITTA' DEL VATICANO, 27 GEN. 2008 (VIS). Dopo la preghiera dell'Angelus di questa mattina, il Santo Padre ha salutato "con grande affetto i bambini e i ragazzi dell'Azione Cattolica di Roma, venuti come ogni anno a conclusione del 'Mese della Pace', accompagnati dal Cardinale Vicario, dai genitori e dagli educatori".

  "Cari piccoli amici" - ha detto il Santo Padre - " so che vi impegnate in favore dei vostri coetanei che soffrono per la guerra e la povertà. Continuate sulla strada che Gesù ci ha indicato per costruire la vera pace!".

  Accompagnato da due bambini, il Santo Padre ha liberato due colombe dalla finestra del suo studio, che a differenza di altre volte, non hanno fatto ritorno al suo appartamento e con un sorriso il Papa ha detto: "Questa volta è andata bene, qualche volta ritornano".

  "Oggi si celebra la Giornata mondiale dei malati di lebbra" - ha ricordato ancora il Papa - "iniziata 55 anni fa da Raoul Follereau. A tutte le persone che soffrono per questa malattia rivolgo il mio affettuoso saluto assicurando una speciale preghiera, che estendo a quanti, in vari modi, si impegnano al loro fianco, in particolare ai volontari dell'Associazione Amici di Raoul Follereau".
ANG/PACE:LEBBRA/...                               VIS 20080128 (210)


CRISTO ANNUNCIA E' DIO IL SIGNORE E SUA SIGNORIA E' PRESENTE


CITTA' DEL VATICANO, 27 GEN. 2008 (VIS). Alle 12 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Prima dell'Angelus, il Papa ha commentato il Vangelo di oggi che "presenta l'inizio della missione pubblica di Cristo. Essa consiste essenzialmente nella predicazione del Regno di Dio e nella guarigione dei malati, a dimostrare che questo Regno si è fatto vicino, anzi, è ormai venuto in mezzo a noi".

  "Gesù comincia a predicare in Galilea, la regione in cui è cresciuto, territorio di 'periferia' rispetto al centro della nazione ebraica, che è la Giudea, e in essa Gerusalemme. Ma il profeta Isaia aveva preannunciato che quella terra, assegnata alle tribù di Zabulon e di Neftali, avrebbe conosciuto un futuro glorioso: il popolo immerso nelle tenebre avrebbe visto una grande luce (cfr Is 8,23-9,1), la luce di Cristo e del suo Vangelo (cfr Mt 4,12-16)".

 "Il termine 'vangelo', ai tempi di Gesù" - ha spiegato il Pontefice - "era usato dagli imperatori romani per i loro proclami. Indipendentemente dal contenuto, essi erano definiti 'buone novelle', cioè annunci di salvezza, perché l'imperatore era considerato come il signore del mondo ed ogni suo editto come foriero di bene. Applicare questa parola alla predicazione di Gesù ebbe dunque un senso fortemente critico, come dire: Dio, non l'imperatore, è il Signore del mondo, e il vero Vangelo è quello di Gesù Cristo".

  "La 'buona notizia' che Gesù proclama si riassume in queste parole: 'Il regno di Dio - o regno dei cieli - è vicino' (Mt 4,17; Mc 1,15). Che significa questa espressione? Non indica certo un regno terreno delimitato nello spazio e nel tempo, ma annuncia che è Dio a regnare, che è Dio il Signore e la sua signoria è presente, attuale, si sta realizzando".

  "La novità del messaggio di Cristo è dunque che Dio 'in Lui' si è fatto vicino, regna ormai in mezzo a noi, come dimostrano i miracoli e le guarigioni che compie".

  "Dove arriva Gesù" - ha concluso il Papa - "lo Spirito creatore reca vita e gli uomini sono sanati dalle malattie del corpo e dello spirito. La signoria di Dio si manifesta allora nella guarigione integrale dell'uomo. Con ciò Gesù vuole rivelare il volto del vero Dio, il Dio vicino, pieno di misericordia per ogni essere umano; il Dio che ci fa dono della vita in abbondanza, della sua stessa vita".
ANG/REGNO DI DIO/...                               VIS 20080128 (430)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2008 (VIS).  Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Pavel Posád, finora Vescovo di Litomerice (Repubblica Ceca), Vescovo Ausiliare di Ceské Budejovice (superficie: 12.500; popolazione: 748.000; cattolici: 295.500; sacerdoti: 157; religiosi: 175; diaconi permanenti: 17), Repubblica Ceca.

- L'Arcivescovo Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia, finora Nunzio Apostolico in Corea e in Mongolia.

- Il Cardinale Leonardo Sandri, Membro della Congregazione per la Dottrina della Fede.

- Il Cardinale Roger Michael Mahony, Membro della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Il Cardinale Edward Michael Egan, Membro della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Il Monsignore Francesco Di Felice, Consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
NEA:NN:NA/.../...                                   VIS 20080128 (130)


GIURISPRUDENZA ROTALE PIÙ MANIFESTAMENTE UNITARIA


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza, come di consueto in questo periodo dell'anno, il Decano, i Prelati Uditori, gli Officiali e i Collaboratori del Tribunale della Rota Romana, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

  All'inizio del suo discorso il Santo Padre ha affermato che la ricorrenza, quest'anno, del "primo centenario del ristabilimento del Tribunale Apostolico della Rota Romana, sancito da San Pio X nel 1908 con la Costituzione apostolica 'Sapienti consilio' (...) è occasione propizia per riflettere su un aspetto fondamentale dell'attività della Rota, cioè sul valore della giurisprudenza rotale nel complesso dell'amministrazione della giustizia nella Chiesa".

  "Qualsiasi sistema giudiziario" - ha ribadito il Pontefice - "deve cercare di offrire soluzioni nelle quali, insieme alla valutazione prudenziale dei casi nella loro irripetibile concretezza, siano applicati i medesimi principi e norme generali di giustizia. Solo in questo modo si crea un clima di fiducia nell'operato dei tribunali, e si evita l'arbitrarietà dei criteri soggettivi".

  "Le anzidette considerazioni sono perfettamente applicabili anche ai tribunali ecclesiastici. Anzi, siccome i processi canonici riguardano gli aspetti giuridici dei beni salvifici o di altri beni temporali che servono alla missione della Chiesa, l'esigenza di unità nei criteri essenziali di giustizia e la necessità di poter prevedere ragionevolmente il senso delle decisioni giudiziarie, diventa un bene ecclesiale pubblico di particolare rilievo per la vita interna del Popolo di Dio e per la sua testimonianza istituzionale nel mondo".

  "Tutte le sentenze devono essere sempre fondate sui principi e sulle norme comuni di giustizia. Tale bisogno, comune ad ogni ordinamento giuridico, riveste nella Chiesa una specifica pregnanza, nella misura in cui sono in gioco le esigenze della comunione, che implica la tutela di ciò che è comune alla Chiesa universale, affidata in modo peculiare all'Autorità Suprema e agli organi che 'ad normam iuris' partecipano alla sua sacra potestà".

  "Nell'ambito matrimoniale la giurisprudenza rotale ha svolto un lavoro molto cospicuo in questi cento anni" - ha ricordato il Pontefice - "La Rota Romana è costantemente chiamata a un compito arduo, che influisce molto sul lavoro di tutti i tribunali: quello di cogliere l'esistenza o meno della realtà matrimoniale, che è intrinsecamente antropologica, teologica e giuridica".

  "Il diritto" - ha proseguito il Pontefice - "non può essere ridotto ad un mero insieme di regole positive che i tribunali sono chiamati ad applicare. L'unico modo per fondare solidamente l'opera giurisprudenziale consiste nel concepirla quale vero esercizio della 'prudentia iuris', di una prudenza che è tutt'altro che arbitrarietà o relativismo, poiché consente di leggere negli eventi la presenza o l'assenza dello specifico rapporto di giustizia che è il matrimonio, con il suo reale spessore umano e salvifico. Soltanto in questo modo le massime giurisprudenziali acquistano il loro vero valore, e non diventano una compilazione di regole astratte e ripetitive, esposte al rischio di interpretazioni soggettive e arbitrarie".

  "Perciò, la valutazione oggettiva dei fatti, alla luce del Magistero e del diritto della Chiesa, costituisce un aspetto molto importante dell'attività della Rota Romana, ed influisce molto sull'operato dei ministri di giustizia dei tribunali delle Chiese locali".

  "La giurisprudenza rotale va vista come esemplare opera di saggezza giuridica, (...). Grazie a tale opera, nelle cause di nullità matrimoniale la realtà concreta viene oggettivamente giudicata alla luce dei criteri che riaffermano costantemente la realtà del matrimonio indissolubile, aperta ad ogni uomo e ad ogni donna secondo il disegno di Dio Creatore e Salvatore".

  "Nella Chiesa, proprio per la sua universalità e per la diversità delle culture giuridiche in cui è chiamata ad operare, c'è sempre il rischio che si formino, 'sensim sine sensu', 'giurisprudenze locali' sempre più distanti dall'interpretazione comune delle leggi positive e persino dalla dottrina della Chiesa sul matrimonio. Auspico che si studino i mezzi opportuni per rendere la giurisprudenza rotale sempre più manifestamente unitaria, nonché effettivamente accessibile a tutti gli operatori della giustizia, in modo da trovare uniforme applicazione in tutti i tribunali della Chiesa".

  "In quest'ottica realistica" - ha detto ancora il Pontefice - "va inteso pure il valore degli interventi del Magistero ecclesiastico sulle questioni giuridiche matrimoniali, compresi i discorsi del Romano Pontefice alla Rota Romana. Essi sono una guida immediata per l'operato di tutti i tribunali della Chiesa in quanto insegnano con autorità ciò che è essenziale circa la realtà del matrimonio".

  Al termine del suo discorso il Papa, rivolgendosi agli Officiali della Rota Romana, ha sottolineato: "Il presente centenario è destinato ad andare oltre la commemorazione formale. Esso diviene occasione di una riflessione che deve ritemprare il vostro impegno vivificandolo con un sempre più profondo senso ecclesiale della giustizia, che è vero servizio alla comunione salvifica".
AC/.../ROTA ROMANA                               VIS 20080128 (770)


ECUMENISMO GENUINO AFFONDA RADICI NELLA PREGHIERA

CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2008 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione dei secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo, a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Alla celebrazione hanno preso parte i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma.

  Nell'omelia ricordando l'episodio della Conversione di San Paolo sulla via di Damasco, il Santo Padre ha sottolineato che: "La consapevolezza che solo la grazia divina aveva potuto realizzare una simile conversione non abbandonò mai Paolo".

  "A conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, siamo ancor più coscienti di quanto l'opera della ricomposizione dell'unità, che richiede ogni nostra energia e sforzo, sia comunque infinitamente superiore alle nostre possibilità. (...) Non è in nostro potere decidere quando o come questa unità si realizzerà pienamente. Solo Dio potrà farlo!".

  Ricordando il tema della Settimana di Preghiera per l'Unità dei cristiani "Pregate continuamente", Papa Benedetto ha segnalato che: "L'invito rivolto da San Paolo ai Tessalonicesi è sempre attuale. Davanti alle debolezze ed ai peccati che impediscono ancora la piena comunione dei cristiani", ognuna delle esortazioni dell'Apostolo delle Genti "ha mantenuto la sua pertinenza, ma ciò è particolarmente vero per l'imperativo 'pregate continuamente'".

  "Che cosa diventerebbe il movimento ecumenico" - ha proseguito il Pontefice - "senza la preghiera personale o comune, affinché 'tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed io in te' (Gv 17,21)? Dove trovare lo 'slancio supplementare' di fede, di carità e di speranza di cui ha oggi un particolare bisogno la nostra ricerca dell'unità? Il nostro desiderio di unità non dovrebbe limitarsi ad occasioni sporadiche, ma divenire parte integrante di tutta la nostra vita di preghiera (...). Non esiste pertanto un ecumenismo genuino che non affondi le sue radici nella preghiera".

  Ricordando nuovamente Padre Paul Wattson - che cento anni fa, ideò un  ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani, e rendendo grazie a Dio per "per il grande movimento di preghiera che, da cento anni, accompagna e sostiene i credenti in Cristo nella loro ricerca di unità", il Santo Padre ha affermato: "La barca dell'ecumenismo non sarebbe mai uscita dal porto se non fosse stata mossa da quest'ampia corrente di preghiera e spinta dal soffio dello Spirito Santo".

  "Congiuntamente alla Settimana di preghiera, molte comunità religiose e monastiche hanno invitato ed aiutato i loro membri a 'pregare continuamente' per l'unità dei cristiani. In questa occasione che ci vede riuniti, ricordiamo in particolare la vita e la testimonianza di Suor Maria Gabriella dell'Unità (1914-1936), suora trappista del monastero di Grottaferrata (attualmente a Vitorchiano)",  beatificata da Papa Giovanni Paolo II che nell'omelia della cerimonia di Beatificazione ebbe a sottolineare "i tre elementi su cui si costruisce la ricerca dell'unità: la conversione, la croce e la preghiera".

  "L'ecumenismo" - ha detto ancora il Santo Padre - "ha un forte bisogno, oggi come ieri, del grande 'monastero invisibile' di cui parlava l'Abbé Paul Couturier, di quella vasta comunità di cristiani di tutte le tradizioni che, senza clamore, pregano ed offrono la loro vita affinché si realizzi l'unità".

  Rivolgendo parole di saluto ai rappresentanti del Consiglio Mondiale delle Chiese e delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali presenti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI ha affermato: "In questa storica Basilica, il 28 giugno prossimo si aprirà l'anno consacrato alla testimonianza e all'insegnamento dell'apostolo Paolo. Che il suo instancabile fervore nel costruire il Corpo di Cristo nell'unità ci aiuti a pregare incessantemente per la piena unità di tutti i cristiani!".
HML/VESPRI:ECUMENISMO/SAN PAOLO                   VIS 20080128 (600)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 28 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Otto Presuli della Chiesa greco-cattolica dell'Ucraina, in Visita "ad Limina Apostolorum".

    - Il Cardinale Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Haliv degli Ucraini, con gli Ausiliari: Vescovo Bohdan Dzyurakh, C.SS.R., Vescovo Dionisio Lachovicz, O.S.B.M., Vescovo Wasyl Ihor Medwit, O.S.B.M.,  e Vescovo Hlib Lonchyna, Visitatore Apostolico per i fedeli greco-cattolici Ucraini in Italia.

    - L'Arcivescovo Ihor Vozniak, C.SS.R., di Lviv degli Ucraini;

    - Il Vescovo Milan Sasik, C.M., Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" di Mukacheve di rito bizantino.

    - Padre Demetrius Hryhorak, Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" di Buchach degli Ucraini.

 - L'Arcivescovo Reinhard Marx, di München und Freising (Repubblica Federale di Germania).

  Sabato 26 gennaio, il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- L'Arcivescovo Henryk Józef Nowacki, Nunzio Apostolico in Nicaragua.

- Il Signor Carlos Luis Custer, Ambasciatore di Argentina in visita di congedo.

- Il Padre Adolfo Nicolás, S.I., Preposito Generale della Compagnia di Gesù.

- Il Vescovo Antonio Stankiewicz, Decano del Tribunale della Rota Romana.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../...                                      VIS 20080128 (190)

SCIENZA NON SI TRASFORMI IN CRITERIO DEL BENE

CITTA' DEL VATICANO, 28 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza i partecipanti al Convegno inter-accademico dal titolo "L'identità soggetta a cambiamenti dell'individuo", promosso dalla "Académie des Sciences" di Parigi e dalla Pontificia Accademia della Scienze.

  Il Santo Padre Benedetto XVI si è rallegrato "che per la prima volta si sia potuta instaurare una collaborazione interaccademica di questo tipo, aprendo la strada a vaste ricerche di carattere pluridisciplinare sempre più proficue".

  Nella nostra epoca, ha ricordato il Pontefice, "nella quale le scienze esatte, naturali ed umane, hanno conseguito notevoli progressi sulla conoscenza dell'uomo e del suo universo, grande è la tentazione di circoscrivere totalmente l'identità dell'essere umano e di rinchiuderlo nel sapere che se ne può ricavare. Per non imboccare tale strada, è importante non trascurare la ricerca antropologica, filosofica e teologica, che permette di far emergere e di conservare nell'essere umano il suo mistero proprio, poiché nessuna scienza può asserire chi sia l'uomo, da dove venga e dove sia diretto. La scienza umana diviene dunque la più necessaria di tutte le scienze".

  "L'essere umano è sempre al di là di ciò che si vede o di ciò che si percepisce mediante l'esperienza" - ha affermato il Papa - "Trascurare l'investigazione sull'essere dell'uomo conduce inevitabilmente a rifiutare la ricerca della verità obiettiva sull'essere nella sua integralità e, di conseguenza, a non essere più in grado di riconoscere il fondamento su cui poggia la dignità dell'essere umano, di ogni uomo, dalla vita embrionale fino alla morte naturale".

  "A partire da un interrogativo sul nuovo essere nato dalla fusione cellulare, portatore di un patrimonio genetico nuovo e specifico, avete fatto apparire elementi essenziali del mistero dell'uomo, segnato dalla alterità: essere creato da Dio, essere ad immagine di Dio, essere amato fatto per amare. In quanto essere umano, non è mai chiuso in se stesso; è sempre portatore di alterità e si trova fin dalla sua origine in interazione con altri essere umani, come ci rivelano sempre più le scienze umane".

  "L'essere umano" - ha sottolineato il Pontefice - "non è frutto del caso, né di un insieme di circostanze, né di determinismi, né di interazioni fisico-chimiche; l'essere umano è un essere che gode di una libertà, la quale tenendo in conto la sua natura, trascende quest'ultima ed è il segno del mistero di alterità che abita l'uomo. (...) Questa libertà, che è propria dell'essere-uomo, fa si che quest'ultimo possa orientare la sua vita verso un fine (...) e fa risultare che l'esistenza dell'uomo ha un senso. Nell'esercizio della sua autentica libertà, la persona umana realizza la sua vocazione, la persona si realizza; dà forma alla sua identità più profonda".

  "L'essere umano ha in sé una capacità specifica: discernere ciò che è bene e che è buono" - ha concluso il Pontefice - "Nella nostra epoca nella quale lo sviluppo delle scienza attira e seduce per le possibilità offerte, è più importante che mai educare le coscienze dei nostri contemporanei, affinché la scienza non divenga il criterio del bene, e l'uomo sia rispettato come il centro della creazione e non sia oggetto di manipolazioni ideologiche, né di decisioni arbitrarie, né tanto meno di abusi dei più forti contro i più deboli".
AC/.../ACCADEMIE DELLE SCIENZE                       VIS 20080128 (530)


venerdì 25 gennaio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Hilário Da Cruz Massinga, O.F.M., finora Vescovo della Diocesi di Lichinga (Mozambico), Vescovo della Diocesi di Quelimane (superficie: 62.557; popolazione: 847.620; cattolici: 741.540; sacerdoti: 58; religiosi: 191), Mozambico.

- Il Padre José Elías Rauda Gutiérrez, O.F.M., Vescovo Ausiliare della Diocesi di Santa Ana (superficie: 3.272; popolazione: 1.420.810; cattolici: 919.409; sacerdoti: 82; religiosi: 110; diaconi permanenti: 1), El Salvador. Il Vescovo, finora Responsabile dell'Ufficio per gli Affari Giuridici della Curia Provinciale dei Frati Minori Francescani con sede in Guatemala, è nato a Agua Caliente (El Salvador), nel 1962, ha emesso la professione solenne come religioso francescano nel 1987 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1989.

- Il Reverendo Joseph Hii Teck Kwong, Parroco della Parrocchia Immacolata Concezione di Kapit (Malaysia), Vescovo Ausiliare della Diocesi di Sibu (superficie: 41.484; popolazione: 745.000; cattolici: 90.000; sacerdoti: 17; religiosi: 31), Malaysia. Il Vescovo eletto è nato a Sibu (Malaysia), nel 1965 ed è stato ordinato sacerdote nel 1993.

- Il Sacerdote Tarcicio Pusma Ibánez, Vescovo Ausiliare di Trujillo (superficie: 15.323; popolazione: 1.302.984; cattolici: 1.099.506; sacerdoti: 122; religiosi: 323), Perù. Il Vescovo eletto, finora Economo diocesano e Vicario cooperatore della Parrocchia della Chiesa cattedrale della "Sagrada Familia" di Chulucanas (Perù), è nato nel 1967 a Nangali (Perù) ed è stato ordinato sacerdote nel 1997
NER:NEA/.../...                                   VIS 20080125 (230)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Due Presuli della Conferenza Episcopale di Slovenia, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Anton Stres, C.M., di Celje.

 - Il Vescovo Marjan Turnsek, di  Murska Sobota.

- Il Cardinale Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e Seguito, per la presentazione di Opere della Biblioteca Apostolica Vaticana.
AL:AP/.../...                                         VIS 20080125 (70)

CONCLUSIONE VI RIUNIONE CONSIGLIO ORDINARIO SINODO

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2008 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un Comunicato relativo alla chiusura dei lavori della Sesta Riunione dello XI Consiglio ordinario della Segretaria Generale del Sinodo dei Vescovi (21-22 gennaio) in preparazione alla XII Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi in programma dal 5 al 26 ottobre prossimo sul tema: "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa".

  I Partecipanti alla VI Riunione, ricevuti in udienza dal Papa il 21 gennaio scorso, hanno esaminato la prima bozza dello "Instrumentum laboris", documento destinato alla discussione della futura assemblea sinodale, redatto sulla base delle numerose riposta al 'Questionario' del primo documento di consultazione, i "Lineamenta", inviata dai Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche 'sui iuris', dalle Conferenze Episcopali, dai Dicasteri della Curia Romana, dall'Unione dei Superiori Generali.
OP/.../SINODO VESCOVI                               VIS 20080125 (150)


RINGRAZIARE DIO FRUTTI DIALOGO ECUMENICO

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano i Membri del Gruppo misto di lavoro del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e del Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra.

  Il Santo Padre ha sottolineato nel suo discorso "il proficuo rapporto ecumenico" fra i membri del Gruppo misto di lavoro che risale all'epoca del Concilio Vaticano II.  "Il Gruppo misto di lavoro ha lavorato assiduamente per rafforzare il 'dialogo della vita' che il mio Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, definì il 'dialogo della carità'. Tale cooperazione ha dato viva espressione alla comunione già esistente fra i cristiani e ha fatto progredire la causa del dialogo ecumenico e della comprensione".

  "Il centenario della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani ci offre l'occasione di ringraziare Dio Onnipotente per i frutti del movimento ecumenico, nel quale possiamo discernere la presenza dello Spirito Santo che promuove la crescita di tutti i seguaci di Cristo nell'unità di fede, speranza e amore. Pregare per l'unità è in se stesso 'un mezzo efficace per ottenere la grazia dell'unità', poiché è una partecipazione alla preghiera di Gesù stesso. Quando i cristiani pregano insieme, 'l'obiettivo dell'unità sembra più vicino'".

  "In questo giorno, ripensiamo con gratitudine al lavoro di tante persone che, nel corso degli anni, si sono adoperate per diffondere la pratica dell'ecumenismo spirituale mediante le preghiera comune, la conversione del cuore e la crescita nella comunione. Rendiamo grazie anche per i dialoghi ecumenici che hanno portato frutti abbondanti nel secolo passato".

  "La raccolta di tali frutti è essa stessa un importante passo nel processo di promozione dell'unità dei cristiani, e il Gruppo Misto di Lavoro è particolarmente adatto a studiare e a incoraggiare questo processo".
AC/ECUMENISMO/GRUPPO MISTO DI LAVORO               VIS 20080125 (300)


CONCRETO LEGAME LEGGE CANONICA E VITA DELLA CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2008 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti al Convegno di Studio organizzato dal Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, in occasione del XXV anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico.

  "Lo 'ius ecclesiae'" - ha affermato il Papa nel suo discorso - "non è solo un insieme di norme prodotte dal Legislatore ecclesiale per questo speciale popolo che è la Chiesa di Cristo. Esso è, in primo luogo, la dichiarazione autorevole, da parte del Legislatore ecclesiale, dei doveri e dei diritti, che si fondano nei sacramenti e che sono quindi nati dall'istituzione di Cristo stesso".

  Ricordando l'incisiva espressione del Beato Antonio Rosmini relativa al diritto umano: "La persona umana è l'essenza del diritto", il Papa ha affermato: "Quello che, con profonda intuizione, il grande filosofo affermava del diritto umano dobbiamo a maggior ragione ribadire per il diritto canonico: l'essenza del diritto canonico è la persona del cristiano nella Chiesa".

  "La Chiesa riconosce alle sue leggi la natura e la funzione strumentale e pastorale per perseguire il suo fine proprio, che è - com'è noto - il raggiungimento della 'salus animarum'. (...) Perché la legge canonica possa rendere questo prezioso servizio deve, anzitutto, essere una legge ben strutturata. Essa cioè deve essere legata, da un lato, a quel fondamento teologico che le fornisce ragionevolezza ed è essenziale titolo di legittimità ecclesiale; dall'altro lato, essa deve essere aderente alle mutabili circostanze della realtà storica del Popolo di Dio".

  "Inoltre" - ha proseguito il Pontefice - "deve essere formulata in modo chiaro, senza ambiguità, e sempre in armonia con le restanti leggi della Chiesa. E' pertanto necessario abrogare le norme che risultano sorpassate; modificare quelle che necessitano di essere corrette; interpretare - alla luce del vivente Magistero della Chiesa - quelle che sono dubbie e, infine, colmare le eventuali 'lacunae legis'".

  Benedetto XVI ha affermato che i responsabili del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi hanno il dovere di "vegliare perché le attività delle varie istanze chiamate nella Chiesa a dettare norme per i fedeli possano sempre rispecchiare nel loro insieme l'unità e la comunione che sono proprie della Chiesa".

  "La legge della Chiesa è, anzitutto, 'lex libertatis': legge che ci rende liberi per aderire a Gesù. Perciò, occorre saper presentare al Popolo di Dio, alle nuove generazioni, e a quanti sono chiamati a far rispettare la legge canonica, il concreto legame che essa ha con la vita della chiesa, a tutela dei delicati interessi delle cose di Dio, e a protezione dei diritti dei più deboli, di coloro che non hanno altre forze per farsi valere, ma anche a difesa di quei delicati 'beni' che ogni fedele ha gratuitamente ricevuto - il dono della fede, della grazia di Dio, anzitutto - che nella Chiesa non possono rimanere senza adeguata protezione da parte del Diritto".
AC/DIRITTO CANONICO/...                           VIS 20080125 (480)


giovedì 24 gennaio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Monsignore James Vann Johnston, Jr., Vescovo di Springfield-Cape Girardeau (66.586; popolazione: 1.248.000; cattolici: 64.900; sacerdoti: 128; religiosi: 222; diaconi permanenti: 13), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto, finora Cancelliere e Moderatore della Diocesi di Knoxville (Stati Uniti d'America), è nato nel 1959 a Knoxville (Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Succede al Vescovo John J. Leibrecht, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Thomas Chung An-zu, finora Ausiliare dell'Arcidiocesi di Taipei (Taiwan), Vescovo della Diocesi di Kiayi (superficie: 3.244; popolazione: 1.582.934; cattolici: 17.820; sacerdoti: 41; religiosi: 81), Taiwan.

- Ha nominato Nunzio Apostolico nella Repubblica Dominicana e Delegato Apostolico in Porto Rico, l'Arcivescovo Józef Wesolowski, finora Nunzio Apostolico in Kazakhstan, Tadjikistan, Kyrgyzstan e Uzbekistan.
NER:NN:RE/.../JOHNSTON:CHUNG AN-ZU:WESOLOWSKI  VIS 20080124 (160)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate sette Presuli della Conferenza Episcopale della Slovenia, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Alojzij Uran, di Ljubljana.

    - Il Vescovo Metod Pirih, di Koper, con l'Ausiliare Vescovo Jurij Bizjak.

    - Il Vescovo Andrej Giavan, di Novo Mesto.

    - L'Arcivescovo Franc Kramberger, di Maribor, con gli Ausiliari, Vescovo Jozef Smej e Vescovo Peter Stumpf, S.D.B.

  Nel pomeriggio di ieri il Santo Padre ha ricevuto il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Kraków (Polonia).
AL:AP/.../...                                                 VIS 20080124 (70)


INFO-ETICA PER I MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre per la XLII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, (4 maggio 2008), che quest'anno ha per tema: "I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la Verità per condividerla".

  Di seguito riportiamo alcuni estratti del Messaggio, pubblicato in lingua italiana, inglese, spagnola, tedesca, francese e portoghese.

 "Il tema della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (...) pone in luce quanto importante sia il ruolo di questi strumenti nella vita delle persone e della società. Non c'è infatti ambito dell'esperienza umana, specialmente se consideriamo il vasto fenomeno della globalizzazione, in cui i media non siano diventati parte costitutiva delle relazioni interpersonali e dei processi sociali, economici, politici e religiosi".

  "Grazie ad una vorticosa evoluzione tecnologica, questi mezzi hanno acquisito potenzialità straordinarie, ponendo nello stesso tempo nuovi ed inediti interrogativi e problemi. È innegabile l'apporto che essi possono dare alla circolazione delle notizie, alla conoscenza dei fatti e alla diffusione del sapere: hanno contribuito, ad esempio, in maniera decisiva all'alfabetizzazione e alla socializzazione, come pure allo sviluppo della democrazia e del dialogo tra i popoli".

  "Sì! I media, nel loro insieme, non sono soltanto mezzi per la diffusione delle idee, ma possono e devono essere anche strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale. Non manca, purtroppo, il rischio che essi si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l'uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento. E' il caso di una comunicazione usata per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva. Con il pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale. Inoltre, per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, a volte non si esita a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza. Vi è infine la possibilità che, attraverso i media, vengano proposti e sostenuti modelli di sviluppo che aumentano anziché ridurre il divario tecnologico tra i paesi ricchi e quelli poveri".

  "L'umanità si trova oggi di fronte a un bivio. Anche per i media vale quanto ho scritto nell'Enciclica 'Spe salvi' circa l'ambiguità del progresso, che offre inedite possibilità per il bene, ma apre al tempo stesso possibilità abissali di male che prima non esistevano (cfr n. 22). Occorre pertanto chiedersi se sia saggio lasciare che gli strumenti della comunicazione sociale siano asserviti a un protagonismo indiscriminato o finiscano in balia di chi se ne avvale per manipolare le coscienze. (...) La loro straordinaria incidenza nella vita delle persone e della società è un dato largamente riconosciuto, ma va posta oggi in evidenza la svolta, direi anzi la vera e propria mutazione di ruolo, che essi si trovano ad affrontare. Oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede. Si costata, ad esempio, che su talune vicende i 'media' non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per 'creare' gli eventi stessi".

  "Il ruolo che gli strumenti della comunicazione sociale hanno assunto nella società va ormai considerato parte integrante della questione antropologica, che emerge come sfida cruciale del terzo millennio. In maniera non dissimile da quanto accade sul fronte della vita umana, del matrimonio e della famiglia, e nell'ambito delle grandi questioni contemporanee concernenti la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato, anche nel settore delle comunicazioni sociali sono in gioco dimensioni costitutive dell'uomo e della sua verità. Quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale, finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell'uomo. (...). Ecco perché è indispensabile che le comunicazioni sociali difendano gelosamente la persona e ne rispettino appieno la dignità. Più di qualcuno pensa che sia oggi necessaria, in questo ambito, una 'info-etica' così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita". 

  "Occorre evitare che i media diventino il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo. Essi possono e devono invece contribuire a far conoscere la verità sull'uomo, difendendola davanti a coloro che tendono a negarla o a distruggerla. Si può anzi dire che la ricerca e la presentazione della verità sull'uomo costituiscono la vocazione più alta della comunicazione sociale. Utilizzare a questo fine tutti i linguaggi, sempre più belli e raffinati di cui i media dispongono, è un compito esaltante affidato in primo luogo ai responsabili ed agli operatori del settore".

  "E' un compito che tuttavia, in qualche modo, ci riguarda tutti, perché tutti, nell'epoca della globalizzazione, siamo fruitori e operatori di comunicazioni sociali. I nuovi media, telefonia e internet in particolare, stanno modificando il volto stesso della comunicazione e, forse, è questa un'occasione preziosa per ridisegnarlo, per rendere meglio visibili, come ebbe a dire il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, i lineamenti essenziali e irrinunciabili della verità sulla persona umana".
MESS/GIORNATA COMUNICAZIONI SOCIALI/...               VIS 20080124 (850)


MEZZI COMUNICAZIONE: DIFFONDERE E DIFENDERE VERITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede, l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ed il Monsignor Paul Tighe, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio, hanno presieduto la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la XLII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest'anno ha per tema: "I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la Verità per condividerla".

  L'Arcivescovo Celli ha affermato che "i media oggi possono essere strumenti della nostra speranza, 'possono e devono anche essere strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale', come scrive nel Suo messaggio Benedetto XVI".

  "Non per nulla il Papa accenna - seppur brevemente - al prezioso ruolo che i media hanno avuto e continuano ad avere 'in maniera decisiva'" e, passando in rassegna i diversi settori della vita umana, ricorda che "i media sono una vera e propria risorsa, una benedizione per tutti: 'l'alfabetizzazione, la socializzazione, lo sviluppo della democrazia e il dialogo fra i popoli'".

  "Il Papa sa e avverte, con lucida chiarezza, che 'non manca, purtroppo, il rischio che essi si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l'uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti'. Ecco la sfida dei media, la sfida che noi, nella quotidianità dobbiamo affrontare per essere uomini, solidali con tutti gli uomini".

  Benedetto XVI, ha proseguito l'Arcivescovo Celli, fa alcune riflessioni fra le quali quella che "'i media possono essere utilizzati…per 'creare' gli eventi stessi'. E se i media, più che raccontare gli eventi, li 'creano' cosa avviene nei confronti dell'uomo?". In merito il Papa rileva che: "'Più di qualcuno pensa che sia oggi necessaria una info-etica così come esiste una bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita'".

  "Parole, quelle di Benedetto XVI" - ha concluso l'Arcivescovo Celli - "che ci fanno avvertiti ancor di più quanto le comunicazioni sociali siano profondamente legate all'uomo invitandoci, quindi, a difendere gelosamente la persona umana in tutti i suoi ambiti e in tutto ciò che l'uomo è ed è chiamato ad essere".

  Il Monsignor Tighe ha affermato a sua volta che il Santo Padre ricorda nel Messaggio lo "straordinario potenziale che le nuove tecnologie offrono a coloro che lavorano nel campo delle comunicazioni".

  "La vera misura del progresso" - ha proseguito il Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali - "non si deve ricercare solo nella efficienza tecnica o logistica dei nuovi mezzi di comunicazione ma negli scopi per cui servono". Le nuove tecnologie devono essere impiegate "al servizio degli individui e delle comunità nella loro ricerca di verità o per promuovere i propri interessi e/o gli interessi di coloro che rappresentano in modo tale da manipolare gli individui e le comunità".

  Il Messaggio del Papa, ha aggiunto il Monsignor Tighe, incoraggia gli operatori del settore delle comunicazioni "ad occuparsi delle grandi responsabilità che gli offrono e a sostenere i più alti standard professionali. In particolare, sono esortati ad essere vigili negli sforzi volti a far conoscere la verità e a difenderla 'contro coloro che tendono a negarla e distruggerla. I professionisti dei media sono invitati a difendere gli ancoraggi etici della loro professione e ad assicurarsi che siano sempre difese la 'centralità e la dignità inviolabile dell'uomo'".

  Infine Monsignor Tighe ha ricordato i numerosi giornalisti in tutto il mondo che "hanno dato straordinaria testimonianza del proprio impegno alla verità. Molti (...) hanno sofferto la persecuzione, la prigionia e persino la morte per questo loro impegno e per il rifiuto di rimanere in silenzio di fronte all'ingiustizia e alla corruzione".
OP/MESSAGGIO COMUNICAZIONI SOCIALI/CELLI:TIGHE VIS 20080124 (640)


SECOLARISMO PRINCIPALE SFIDA CHIESA IN SLOVENIA

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano i Presuli della Conferenza Episcopale della Slovenia, al termine della quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum".

  Ricordano i mutamenti di notevole rilievo conosciuti dal Paese negli ultimi cinque anni, dall'ingresso nell'Unione Europea nel 2004 all'adozione della moneta unica europea, l'Euro, nel 2007 e all'adesione del tratto di Schengen per la libera circolazione, il Santo Padre ha affermato: "Questi importanti avvenimenti non hanno carattere ecclesiastico, ma non di meno interessano la Chiesa perché riguardano la vita della gente, in particolare l'orizzonte dei valori in Europa".

  Menzionando la Lettera pastorale dei Vescovi sloveni del 23 aprile 2004,  il Papa ha affermato: "Mi pare conservi tutto il suo valore quanto da voi affermato: se l'Europa vuole rimanere e diventare sempre più una terra di pace, conservando come uno dei valori fondamentali il rispetto della dignità della persona umana, non può rinnegare la componente principale - sul piano spirituale ed etico - di tale fondamento, cioè quella cristiana".

  "Gli umanesimi non sono tutti uguali" - ha sottolineato il Pontefice - "né sono equivalenti sotto il profilo morale. Non mi riferisco qui agli aspetti religiosi, mi limito a quelli etico-sociali. A seconda della visione di uomo che si adotta, infatti, si hanno conseguenze diverse per la convivenza civile. Se, per esempio, si concepisce l'uomo, secondo una tendenza oggi diffusa, in modo individualistico, come giustificare lo sforzo per la costruzione di una comunità giusta e solidale?".

  Citando nuovamente la Lettera pastorale dei Vescovi ha ribadito: "'Il cristianesimo è la religione della speranza: speranza nella vita, nella felicità senza fine, nel compimento della fraternità tra tutti gli uomini'", il Santo Padre ha affermato: "Questo è vero in ogni continente, e lo è anche in un'Europa dove molti intellettuali stentano ancora ad accettare il fatto che 'ragione e fede hanno bisogno l'una dell'altra per realizzare la loro vera natura e la loro missione'".

  In merito alla "principale sfida" con cui deve misurarsi la Chiesa in Slovenia, il Papa ha affermato: "Il secolarismo di impronta occidentale, diverso e forse più subdolo di quello marxista, presenta segni che non possono non preoccuparci. Si pensi, ad  esempio, alla ricerca sfrenata dei beni materiali, alla riduzione della natalità, e ancora al calo della pratica religiosa con una sensibile diminuzione delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata".

  "Ogni generazione è chiamata a rinnovare questa scelta, tra 'la vita e il bene, la morte e il male' (cfr. Dt 30,15). E noi Pastori abbiamo il dovere di indicare ai cristiani la via della vita, perché essi siano a loro volta sale e luce nella società. Incoraggio pertanto la Chiesa che è in Slovenia a rispondere alla cultura materialistica ed egoistica con una coerente azione evangelizzatrice, che parta dalle parrocchie".

  Infine, riferendosi al Congresso Eucaristico Nazionale in programma in Slovenia nella primavere del 2009, Benedetto XVI ha ribadito che: "L'Eucaristia e la Parola di Dio (...) costituiscono il vero tesoro della Chiesa. Fedele all'insegnamento di Gesù, ogni comunità deve utilizzare i beni terreni semplicemente come servizio al Vangelo e coerentemente con i dettami del Vangelo".

  "Il Nuovo Testamento" - ha concluso il Pontefice - "è al riguardo assai ricco di insegnamenti e di esempi normativi perché in ogni tempo i Pastori possano impostare correttamente il delicato problema dei beni temporali e del loro uso appropriato. In ogni epoca della Chiesa, la testimonianza di povertà evangelica è stato un elemento essenziale dell'evangelizzazione, come lo è stato nella vita di Cristo".
AL/.../SLOVENIA                                   VIS 20080124 (590)


mercoledì 23 gennaio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Don Tarcisio Scaramussa, S.D.B., finora Consigliere Generale dei Salesiani a Roma, Vescovo Ausiliare di São Paulo (superficie: 1.645; popolazione: 7.060.750; cattolici: 5.215.000; sacerdoti. 941; religiosi: 2.825; diaconi permanenti: 30), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1959 a Prosperidade (Brasile), ha emesso la prima professione nella Società Salesiana di San Giovanni Bosco nel 1969 ed i voti perpetui nel 1977.
NEA/.../SCARAMUSSA                         VIS 20080123 (80)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto ieri in udienza il Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum".
AP/.../...                                         VIS 20080123 (30)

LETTERA DI BENEDETTO XVI COMPITO URGENTE EDUCAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2008 (VIS). Oggi è stata resa pubblica un Lettera del Santo Padre indirizzata alle Diocesi e alla Città di Roma sul compito urgente dell'educazione.

 Al termine della preghiera dell'Angelus Domini di domenica scorsa, in occasione della Giornata della scuola cattolica della Diocesi di Roma, il Santo Padre ha esortato i genitori, i professori, i presidi e gli alunni delle scuole cattoliche, a "perseverare, nonostante le difficoltà, nell'importante compito di porre il Vangelo al centro di un progetto educativo che punti alla formazione integrale della persona umana".

  Nella Lettera, datata 21 gennaio, il Santo Padre Benedetto XVI scrive che l'educazione "oggi sembra diventare sempre più difficile. (...) Si parla perciò di una grande 'emergenza educativa', confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita. (...) Si parla inoltre di una 'frattura fra le generazioni', che certamente esiste e pesa, ma che è l'effetto, piuttosto che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori".

  "È forte certamente" - ha sottolineato il Pontefice - "sia tra i genitori che tra gli insegnanti e in genere tra gli educatori, la tentazione di rinunciare, e ancor prima il rischio di non comprendere nemmeno quale sia il loro ruolo (...). In realtà sono in questione non soltanto le responsabilità personali degli adulti o dei giovani, (...) ma anche un'atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita".

  "Non temete!" - ha esclamato il Papa - "Tutte queste difficoltà, infatti, non sono insormontabili. (...) Anche i più grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale".

  "Quando però sono scosse le fondamenta e vengono a mancare le certezze essenziali, il bisogno di quei valori torna a farsi sentire in modo impellente: così, in concreto, aumenta oggi la domanda di un'educazione che sia davvero tale. La chiedono i genitori (...); la chiedono tanti insegnanti (...); la chiede la società nel suo complesso (...); gli stessi ragazzi e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita".

  "Cari fratelli e sorelle, per rendere più concrete queste mie riflessioni, può essere utile individuare alcune esigenze comuni di un'autentica educazione. Essa ha bisogno anzitutto di quella vicinanza e di quella fiducia che nascono dall'amore".

  "Sarebbe dunque una ben povera educazione quella che si limitasse a dare delle nozioni e delle informazioni, ma lasciasse da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita".

  Il punto forse più delicato dell'opera educativa, sottolinea il Pontefice è "trovare un giusto equilibrio tra la libertà e la disciplina", spiegando che: "Il rapporto educativo è pero anzitutto l'incontro di due libertà e l'educazione ben riuscita è formazione al retto uso della libertà. (...) dobbiamo dunque accettare il rischio della libertà, rimanendo sempre attenti ad aiutarlo a correggere idee e scelte sbagliate".

  "L'educazione non può dunque fare a meno di quell'autorevolezza che rende credibile l'esercizio dell'autorità. Essa è frutto di esperienza e competenza, ma si acquista soprattutto con la coerenza della propria vita", scrive ancora il Pontefice sottolineando anche quanto "nell'educazione sia decisivo il senso di responsabilità (...) in primo luogo personale, ma c'è anche una responsabilità che condividiamo insieme, come cittadini di una stessa città e di una nazione, come membri della famiglia umana e, se siamo credenti, come figli di un unico Dio e membri della Chiesa".

  "Di fatto le idee, gli stili di vita, le leggi" - scrive ancora il Pontefice - "gli orientamenti complessivi della società in cui viviamo, e l'immagine che essa dà di se stessa attraverso i mezzi di comunicazione, esercitano un grande influsso sulla formazione delle nuove generazioni, per il bene ma spesso anche per il male. (...) La società però non è un'astrazione; alla fine siamo noi stessi, tutti insieme, con gli orientamenti, le regole e i rappresentanti che ci diamo, sebbene siano diversi i ruoli e le responsabilità di ciascuno".

  Infine il Papa fa riferimento alla speranza - tema della ultima Lettera Enciclica -
come "anima dell'educazione" e segnala che: "Oggi la nostra speranza è insidiata da molte parti e rischiamo di ridiventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini 'senza speranza e senza Dio in questo mondo'".

  "Alla radice della crisi dell'educazione" - conclude il Pontefice - "c'è infatti una crisi di fiducia nella vita. La speranza che si rivolge a Dio non è mai speranza solo per me, è sempre anche speranza per gli altri: non ci isola, ma ci rende solidali nel bene, ci stimola ed educarci reciprocamente alla verità e all'amore".
BXVI-LETTERA/EDUCAZIONE/...                       VIS 20080123 (810)


PREGHIERA STA NEL CUORE STESSO TUTTO CAMMINO ECUMENICO

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi alla Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, in corso dal 18 al 25 gennaio prossimo, festa della Conversione dell'Apostolo Paolo.

  "I cristiani della varie Chiese e Comunità ecclesiali" - ha spiegato il Papa alle migliaia di persone riunite nell'Aula Paolo VI - "si uniscono in questi giorni in una corale invocazione per chiedere al Signore Gesù il ristabilimento della piena unità tra tutti i suoi discepoli. (...) Chiedendo la grazia dell'unità, i cristiani si uniscono alla preghiera stessa di Cristo e si impegnano ad operare attivamente perché l'intera umanità lo accolga e lo riconosca come solo Pastore ed unico Signore, e possa così sperimentare la gioia del suo amore".

  Tracciando a grandi linee la storia dell'istituzione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, che quest'anno ha per tema: "Pregate continuamente (1 Ts 5, 17)", il Papa ha ricordato che la Settimana di quest'anno "assume un valore e un significato particolari perché ricorda i cento anni dal suo inizio. Infatti fu proprio nel 1908 che Padre Paul Wattson, anglicano americano entrato poi nella comunione della Chiesa cattolica, "lanciò l'idea profetica di un ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani". L'appello a pregare per l'unità fu poi esteso, nel 1916, all'intera Chiesa cattolica grazie all'intervento di Papa Benedetto XV e, negli anni sessanta del ventesimo secolo, "Quando poi soffiò il vento profetico del Concilio Vaticano II si avvertì ancor più l'urgenza dell'unità".

  Al Concilio Vaticano II si deve il decreto sull'ecumenismo "Unitatis redintegratio", nel quale, ha ricordato il Papa, "vengono sottolineati con forza il ruolo e l'importanza della preghiera per l'unità. La preghiera, (...), sta nel cuore stesso di tutto il cammino ecumenico".

  "Grazie proprio a questo ecumenismo spirituale - santità della vita, conversione del cuore, preghiere private e pubbliche - la comune ricerca dell'unità ha registrato in questi decenni un grande sviluppo, che si è diversificato in molteplici iniziative: dalla reciproca conoscenza al contatto fraterno fra membri di diverse Chiese e Comunità ecclesiali,  da conversazioni sempre più amichevoli a collaborazioni in vari campi, dal dialogo teologico alla ricerca di concrete forme di comunione e di collaborazione".

  "Il Concilio" - ha ricordato ancora il Pontefice - "pone l'accento sulla preghiera comune (...). E ciò perché, nella preghiera comune, le comunità cristiane si pongono insieme di fronte al Signore e, prendendo coscienza delle contraddizioni generate dalla divisione, manifestano la volontà di ubbidire alla sua volontà ricorrendo fiduciosi al suo onnipotente soccorso. (...) La preghiera comune non è quindi un atto volontaristico o puramente sociologico, ma è espressione della fede che unisce tutti i discepoli di Cristo".

  "E' la consapevolezza dei nostri limiti umani che ci spinge all'abbandono fiducioso nelle mani del Signore. A ben vedere, il senso profondo di questa Settimana di Preghiera è proprio quello di appoggiarsi saldamente sulla preghiera di Cristo, che nella sua Chiesa continua a pregare perché 'tutti siano una cosa sola... perchè il mondo creda...' (Gv 17,21".

 "Oggi sentiamo fortemente il realismo di queste parole" - ha concluso il Pontefice - "Il mondo soffre per l'assenza di Dio, per l'inaccessibilità di Dio, ha desiderio di conoscere il volto di Dio. Ma come potrebbero e possono gli uomini di oggi, conoscere questo volto di Dio nel volto di Gesù Cristo, se noi cristiani siamo divisi, se uno insegna contro l'altro, se uno sta contro l'altro? Solo nell'unità possiamo mostrare realmente a questo mondo - che ne ha bisogno - il volto di Dio, il volto di Cristo".
AG/SETTIMANA PREGHIERA UNITÀ CRISTIANI/...               VIS 20080123 (540)


martedì 22 gennaio 2008

POSSESSO DIACONIE CARDINALE LAJOLO E CARDINALE COPPA

CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2008 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha dato comunicazione delle prese di possesso che avranno luogo domenica prossima:

  Domenica 27 gennaio 2008, alle ore 10:30, il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, prenderà possesso della Diaconia di Santa Maria Liberatrice a Monte Testaccio, Via Lorenzo Ghiberti, 2, Roma.

  Domenica 27 gennaio 2008, alle ore 18:30, il Cardinale Giovanni Coppa, prenderà possesso della nuova Diaconia Titolo di San Lino, Via Cardinale Garampi, 60, Roma.
OP/DIACONIE/LAJOLO:COPPA                                                  VIS 20080122 (110)


XXV ANNIVERSARIO PROMULGAZIONE CODICE DIRITTO CANONICO

CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Convegno di Studio: "La legge canonica nella vita della Chiesa. Indagine e prospettive, nel segno del recente Magistero Pontificio", in occasione del XXV anniversario della Promulgazione del Codice di Diritto Canonico (25.1.1983 - 25.1.2008).

  Alla Conferenza Stampa sono intervenuti l'Arcivescovo Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi ed il Monsignor Juan Ignacio Arrieta, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

  L'Arcivescovo Coccopalmerio ha ricordato che: "Venticinque anni fa giungevano (...) a termine i lunghi lavori di revisione del Codice di Diritto Canonico del 1917, revisione che Giovanni XXIII aveva prospettato lo stesso giorno in cui diede l'annunzio della celebrazione del Vaticano II", con l'obiettivo "di rivedere il corpo centrale dell'ordinamento legislativo della Chiesa d'accordo con gli apporti dottrinali plasmati nei documenti conciliari".

  Successivamente il Presule si è soffermato sulle differenze fra il Codice di Diritto Canonico e i Codici di diritto statuale. "Il Codice di diritto canonico" - ha spiegato l'Arcivescovo Coccopalmerio - "contiene il diritto della Chiesa, così come un codice statuale contiene il diritto di una certa nazione".

  "Si denomina 'di diritto canonico'" - ha proseguito il Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi - "perché composto di 'canoni', equivalenti agli 'articoli' di un Codice statuale". (...) "Un Codice di diritto canonico non è solo un insieme di norme create dalla volontà del legislatore ecclesiale. È innanzitutto un -diciamo così - indicatore di doveri e diritti insiti nella persona dei fedeli oppure nella struttura della Chiesa per statuizione di Cristo stesso".

  Dopo aver indicato in primo luogo i doveri e i diritti fondamentali, il legislatore canonico "statuisce anche una serie di norme che hanno la finalità di precisare, applicare, difendere i doveri e i diritti fondamentali".

  "Il Codice di diritto canonico è per tale motivo, come un quadro grande e complesso in cui sono raffigurati i fedeli e le comunità nella Chiesa e in cui di ciascuno è indicata la identità e la 'mission'. E il pittore di questo quadro è il legislatore ecclesiale. Da dove il legislatore ricava il modello per dipingere il quadro? Lo ricava dalla dottrina della Chiesa e prossimamente dal Vaticano II così come ci ha insegnato il Papa Giovanni Paolo II promulgando l'attuale Codice".

  Fra le novità del Codice, l'Arcivescovo ha citato il canone 208 che "È un canone programmatico" - ha affermato - "da cui vengono poi tante determinazioni concrete riguardanti tutti i fedeli e specialmente i fedeli laici: tutti sono chiamati a essere attivi nella Chiesa (...). Un altro esempio di novità che può risultare interessante è la delineazione di quanto attiene al Romano Pontefice e al Collegio dei Vescovi (can. 330-341), al Sinodo dei Vescovi (can. 342-348), alle Conferenze Episcopali".

  Il Presule ha inoltre sottolineato che il Codice di Diritto Canonico del 1983 è "certamente" un buon Codice "anche se, come tutte le opere umane è sempre riformabile, è quindi perfettibile ed è altresì restaurabile dopo un tempo di invecchiamento. Uno degli scopi del Convegno per il XXV anniversario del Codice sarà appunto quello di individuare alcuni punti bisognosi di un certo restauro".

  Infine il Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi ha enumerato le competenze del suo Dicastero: aiutare "il legislatore supremo, cioè il Papa, a mantenere costantemente la legislazione nella Chiesa il più possibile completa e aggiornata. Lo aiuta, altresì, a vigilare sulla applicazione corretta delle leggi vigenti. Infine - come detto - aiuta il Papa nella delicata attività di interpretazione delle norme".

  Il Monsignor Arrieta ha affermato che finalità del presente Convegno è di "compiere una indagine propositiva, ovviamente generale e solo iniziale, sull'andamento dell'applicazione del Codice stesso, e di tutte le altre norme che i diversi organismi della Curia Romana e i legislatori particolari hanno prodotto in questi 25 anni".

  Il Convegno avrà inizio con "una valutazione globale di questo sviluppo normativo", presentata dal Cardinale Julián Herranz, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, "che è la memoria storica in materia, avendo seguito in prima persona l'intero processo a partire dal Concilio Vaticano ".

  Il Segretario del Dicastero ponendo l'accento sui limiti della durata dell'incontro, ha precisato che si sono dovuti selezionare alcuni dicasteri per esaminare il processo applicativo delle norme del Codice negli ultimi 25 anni. Così, ad esempio, il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, parlerà sul tema: "Accettazione e operatività del diritto canonico nei territori di missione. Confronto culturale e limiti tecnici".

  Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, terrà la Seconda relazione dal titolo: "La relazione e produzione normativa a livello di Chiesa particolare, di Conferenze episcopali e di Concili particolari", mentre il Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, terrà la Quarta relazione dal titolo: "La formazione dei ministri sacri: l'insegnamento del Diritto Canonico", soffermandosi sull'evoluzione della disciplina relativa alla formazione canonistica nei Seminari e nelle Facoltà teologiche, sulle difficoltà trovate e sul modo di superarle.

  Il Cardinale Joseph Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", terrà la Terza relazione dal titolo: "Spontaneità della Carità: esigenze e limiti delle strutture normative".

  La mattina di venerdì 25 gennaio, prima dell'Udienza del Santo Padre alle 12:00, il Cardinale Franc Rodé, C.M., Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, terrà la Quinta relazione su: "Vita consacrata e struttura normativa. Esperienza e prospettive del rapporto tra norma generale e Statuti propri". Il Cardinale Peter Erdö, Arcivescovo di Budapest (Ungheria), Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, terrà la Quinta relazione sul tema: "Rigidità ed elasticità delle strutture normative nel dialogo ecumenico". Dopo un breve dibattito, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, terrà la Relazione Conclusiva sul tema: "La legge canonica e il governo pastorale della Chiesa. Il ruolo del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi".

  Al Convegno che si terrà nell'Aula del Sinodo dei Vescovi in Vaticano, il 24 e il 25 gennaio, parteciperanno Membri di Conferenze Episcopali, oltre 500 canonisti di tutto il mondo e studenti di facoltà di diritto canonico, soprattutto italiane.
OP/CODICE DIRITTO CANONICO/...                     VIS 20080122 (1030)


lunedì 21 gennaio 2008

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 21 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Cardinale Antonio Maria Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid (Spagna).

  Sabato 19 gennaio il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Sergio Sebastiani, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.

- Il Vescovo Paul Hinder, O.F.M.Cap., Vicario Apostolico di Arabia (Emirati Arabi Uniti), in Visita "ad Limina Apostolorum".

- L'Arcivescovo Paul Dahdah, O.C.D., Vicario Apostolico di Bairut (Libano), in Visita "ad Limina Apostolorum".

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP:AL/.../...                                       VIS 20080121 (100)

DIMENSIONE ECUMENICA DELL'ANNO PAOLINO

CITTA' DEL VATICANO, 21 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina,  nella Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione dello "Anno Paolino" (28 giugno 2008 - 29 giugno 2009) e, in particolare, del programma delle iniziative presso la Basilica papale di San Paolo fuori le Mura.

  Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura; il Reverendo Dom Johannes Paul Abrahamowicz, O.S.B., Priore dell'Abbazia di San Paolo fuori le Mura e l'Ingegner Pier Carlo Visconti, Delegato per l'Amministrazione.

 Il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arcipreste della Basilica, ha ricordato che il Santo Padre Benedetto XVI, durante la celebrazione dei Primi Vespri della solennità dei Santi Pietro e Paolo, nel pomeriggio del 28 giugno 2007, ha annunziato la sua intenzione di celebrare, dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009, un anno dedicato a San Paolo, con riferimento al bimillenario della nascita dell'Apostolo delle Genti. Nell'indire tale evento, il Papa ha invitato tutti a cogliere la dimensione ecumenica dell'Anno Paolino, affermando che "L'Apostolo delle genti, particolarmente impegnato a portare la Buona Novella a tutti i popoli, si è totalmente prodigato per l'unità e la concordia di tutti i cristiani.

  "L'Anno Paolino" - ha detto il Cardinale Corsero Lanza di Montezemolo - "offrirà dunque, particolarmente per i cattolici, l'invito e l'occasione di riscoprire la grande figura dell'Apostolo Paolo, di rileggere e studiare le sue numerose lettere, indirizzate alle prime comunità cristiane; di rivivere i primi tempi della nostra Chiesa; di approfondire il suo ricchissimo insegnamento, indirizzato a tutti e particolarmente ai 'gentili' e meditare sulla sua vigorosa spiritualità di fede, di speranza e di carità; di compiere un pellegrinaggio sulla sua tomba, e nei numerosi luoghi che Egli ha visitato, dove ha fondato le prime comunità ecclesiali; di rivitalizzare la nostra fede ed il nostro ruolo nella Chiesa di oggi, alla luce dei suoi insegnamenti; ed infine di pregare ed operare per l'Unità di tutti i cristiani in una Chiesa che sia unita, e che sia vero 'Corpo Mistico di Cristo'.

  Le attività previste comprendono un programma pastorale, con celebrazioni liturgiche quotidiane ordinarie e straordinarie, con incontri di preghiera, con la celebrazione del sacramento della penitenza; un programma religioso-culturale, con la 'lectio Pauli' e la catechesi sui testi di San Paolo, con conferenze, meditazioni, convegni; un programma di pellegrinaggi, sia in Basilica che in altri luoghi paolini, in Roma (12 luoghi in Roma) o nel mondo (Terra Santa, Turchia, Malta, ecc); il programma culturale ed artistico, con esposizioni, visite guidate alla Basilica, conferenze, concerti, con esposizioni di pubblicazioni paoline, con la emissione da parte del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano di un francobollo e di una moneta da due euro; un programma editoriale, con la pubblicazione (in varie lingue) di una "guida della Basilica", con una nuova edizione degli Atti degli Apostoli e delle Lettere di San Paolo e l'attivazione di un sito web (www.annopaolino.org) costantemente aggiornato.

  Infine parlando delle attività dell'Anno Paolino che saranno fortemente marcate d una chiara dimensione ecumenica, il Cardinale ha reso noto che la Cappella destinata a Battistero, che si trova tra la Basilica ed il Chiostro, sarà trasformata in Cappella ecumenica e mantenendo "la caratteristica di Battistero con il fonte battesimale da un lato, (...) sarà destinata ad offrire ai fratelli cristiani che lo richiedano un luogo speciale di preghiera, per i loro singoli gruppi che vengono pellegrini presso la tomba di Paolo, oppure anche per pregare insieme con i cattolici, senza celebrazione di sacramenti".

  "In essa sarà riposto" - ha precisato il Cardinale Cordero Lanza di Montezemolo - l'altare che contiene i resti di San Timoteo di Antiochia (martirizzato nel 311) e di altri ignoti martiri del IV secolo, che fu rimosso nel 2006 dall'ipogeo di San Paolo per poter rendere visibile il sarcofago dell'Apostolo".
OP/ANNO PAOLINO/CORDERO LANZA MONTEZEMOLO  VIS 20080121 (650)


Copyright © VIS - Vatican Information Service