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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 25 gennaio 2013

IL PAPA RICEVE LA COMMISSIONE PER IL DIALOGO TEOLOGICO TRA CHIESA CATTOLICA E CHESE ORTODOSSE ORIENTALI

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Vaticano i membri della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali. La Commissione istituita dieci anni fa, nel gennaio 2003, fu un'iniziativa delle autorità ecclesiali della famiglia della Chiese Ortodosse Orientali e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

"La Commissione si è dedicata questa settimana allo studio della comunione e della comunicazione che esistevano fra le Chiese nei primi cinque secoli della storia cristiana" - ha detto Benedetto XVI che ha auspicato che i rapporti fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali "continuino a svilupparsi in uno spirito fraterno di cooperazione, particolarmente con il potenziamento di un dialogo teologico in grado di aiutare tutti i fedeli del Signore a crescere nella comunione e a testimoniare davanti al mondo la verità di salvezza del Vangelo".

"Molti di voi provengono da aree dove i cristiani, singoli e comunità, affrontano dure prove e difficoltà, fonte di profonda preoccupazione per tutti. Tramite tutti voi, desidero assicurare tutti i fedeli del Medio Oriente, della mia vicinanza spirituale e della mia preghiera, affinché questa terra, così importante nel piano di salvezza di Dio, possa essere condotta, attraverso dialogo e cooperazione costruttivi, ad un futuro di giustizia e di pace duratura. Tutti i cristiani hanno bisogno di lavorare insieme in accettazione e fiducia reciproca al servizio della causa della pace e della giustizia in fedeltà alla volontà del Signore. Che l'esempio e l'intercessione di innumerevoli martiri e santi che, lungo le epoche, hanno testimoniato coraggiosamente il Cristo in tutte le nostre Chiese, sostengano e rafforzino tutti noi nell'affrontare le sfide del presente con fiducia e speranza nel futuro che il Signore apre davanti a noi".

COMPETENZA SUI SEMINARI TRASFERITA ALLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). "Ministrorum institutio" è il titolo del Motu proprio con il quale il Santo Padre modifica la Costituzione apostolica "Pastor bonus" (Giovanni Paolo II, 1988) e trasferisce la competenza sui seminari dalla “Congregazione per l’Educazione Cattolica” alla “Congregazione per il Clero”. Di seguito riportiamo ampi estratti del documento.

"La formazione dei sacri ministri fu tra le principali preoccupazioni dei Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, che scrissero: 'Il Concilio Ecumenico, ben consapevole che l'auspicato rinnovamento di tutta la Chiesa dipende in gran parte dal ministero sacerdotale animato dallo spirito di Cristo, afferma solennemente l'importanza somma della formazione sacerdotale' (Decreto Optatam totius, 1). In questo contesto, il canone 232 CIC rivendica alla Chiesa il 'diritto proprio ed esclusivo' di provvedere alla formazione di coloro che sono destinati ai ministeri sacri, ciò che avviene di regola nei Seminari".

"Il primo organismo a carattere universale, incaricato di provvedere alla fondazione, al governo ed all’amministrazione dei Seminari, (...) fu l’apposita 'Congregatio Seminariorum', istituita da Benedetto XIII con la Costituzione 'Creditae Nobis' (1725). Essa si estinse con l’andar del tempo e i Seminari continuarono ad essere fatti oggetto di particolari cure da parte della Santa Sede per mezzo della Sacra Congregazione del Concilio (oggi Congregazione per il Clero) od anche della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari, e, dal 1906, solo per mezzo di quest’ultima. San Pio X, con la Costituzione apostolica 'Sapienti consilio' (1908), riservò la giurisdizione sui Seminari alla Sacra Congregazione Concistoriale (...). Benedetto XV, con il Motu proprio 'Seminaria clericorum' (1915), creò un nuovo Dicastero, che assunse il nome di 'Sacra Congregatio de Seminariis et Studiorum Universitatibus'. Il Santo Padre motivò la decisione perché preoccupato del numero crescente degli affari e dell’importanza dell’ufficio (...). Il nuovo Dicastero (...) fu accolto nel Codex Iuris Canonici del 1917".

"È significativo rilevare che, durante la redazione del nuovo Codice (1983 n.d.r.), si sia discusso circa l’opportunità di conservare la medesima disposizione, ma, alla fine, sembrò più opportuno premettere l’intera normativa, come introduzione, alla trattazione sui chierici. Quindi le norme e le direttive sui Seminari sono state inserite (...), con l’appropriata denominazione 'La formazione dei Chierici'. (...) Il Concilio Ecumenico Vaticano II ricorda nuovamente che: 'i Seminari maggiori sono necessari per la formazione sacerdotale' (...).

Quindi i Seminari rientrano, secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II e il Codice di Diritto Canonico del 1983, nell’ambito della 'formazione dei Chierici', che per essere vera ed efficace deve saldare la formazione permanente con la formazione seminaristica (...) come ha affermato il mio venerato predecessore, il beato Giovanni Paolo II, nell’Esortazione apostolica 'Pastores dabo vobis' (1992): 'È di particolare importanza avvertire e rispettare l’intrinseco legame che esiste tra la formazione precedente l’ordinazione e quella successiva. Se, infatti, ci fosse una discontinuità o perfino una difformità tra queste due fasi formative, deriverebbero immediatamente gravi conseguenze sull’attività pastorale e sulla comunione fraterna tra i presbiteri, in particolare tra quelli di differente età'".

"Ritengo pertanto opportuno assegnare alla Congregazione per il Clero la promozione e il governo di tutto ciò che riguarda la formazione, la vita e il ministero dei presbiteri e dei diaconi: dalla pastorale vocazionale e la selezione dei candidati ai sacri Ordini, inclusa la loro formazione umana, spirituale, dottrinale e pastorale nei Seminari e negli appositi centri per i diaconi permanenti, fino alla loro formazione permanente, incluse le condizioni di vita e le modalità di esercizio del ministero e la loro previdenza e assistenza sociale".

PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE COMPETENTE SULLA CATECHESI

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Con il Motu Proprio "Fodes per doctrinam", reso pubblico oggi, e datato 16 gennaio, il Santo Padre modifica la Costituzione apostolica "Pastor bonus" e trasferisce la competenza sulla Catechesi dalla Congregazione per il Clero al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Di seguito riportiamo una sintesi del testo.

"La fede - scrive il Papa - ha bisogno di essere sostenuta per mezzo di una dottrina capace di illuminare la mente e il cuore dei credenti. Il particolare momento storico che viviamo, segnato tra l’altro da una drammatica crisi di fede, richiede l’assunzione di una consapevolezza tale da rispondere alle grandi attese che sorgono nel cuore dei credenti per i nuovi interrogativi che interpellano il mondo e la Chiesa. L’intelligenza della fede, quindi, richiede sempre che i suoi contenuti siano espressi con un linguaggio nuovo, capace di presentare la speranza presente nei credenti a quanti ne chiedono ragione".

"Nel cinquantesimo anniversario dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, mentre la Chiesa riflette ancora sulla ricchezza d’insegnamento contenuto in quei documenti e trova nuove forme per attuarlo, è possibile verificare il grande cammino compiuto in questi decenni nell’ambito della catechesi, cammino però che non è stato esente, negli anni del dopo Concilio, da errori anche gravi nel metodo e nei contenuti, che hanno spinto ad una approfondita riflessione e condotto così all’elaborazione di alcuni Documenti postconciliari che rappresentano la nuova ricchezza nel campo della Catechesi".

"L’insegnamento conciliare e il Magistero successivo, facendosi interpreti della grande tradizione della Chiesa in proposito, hanno legato in maniera sempre più forte la Catechesi al processo di evangelizzazione. La Catechesi, quindi, rappresenta una tappa significativa nella vita quotidiana della Chiesa per annunciare e trasmettere in maniera viva ed efficace la Parola di Dio, così che questa giunga a tutti, e i credenti siano istruiti ed educati in Cristo per costruire il Suo Corpo che è la Chiesa".

"Con la Lettera apostolica, in forma di Motu Proprio, 'Ubicumque et semper', ho istituito, il 21 settembre 2010, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che svolge 'la propria finalità sia stimolando la riflessione sui temi della nuova evangelizzazione, sia individuando e promuovendo le forme e gli strumenti atti a realizzarla'. In modo particolare, ho voluto assegnare al nuovo Dicastero il compito di 'promuovere l’uso del Catechismo della Chiesa Cattolica, quale formulazione essenziale e completa del contenuto della fede per gli uomini del nostro tempo'".

"Ciò considerato ritengo opportuno che tale Dicastero assuma tra i suoi compiti istituzionali quello di vegliare, per conto del Romano Pontefice, sul rilevante strumento di evangelizzazione che rappresenta per la Chiesa la Catechesi, nonché l’insegnamento catechetico nelle sue diverse manifestazioni, in modo da realizzare un’azione pastorale più organica ed efficace. Questo nuovo Pontificio Consiglio potrà offrire alle Chiese locali e ai Vescovi diocesani un adeguato servizio in questa materia".

"Perciò, accogliendo la concorde proposta dei Capi Dicastero interessati, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in materia di Catechesi, la Costituzione apostolica Pastor bonus, del 28 giugno 1988, aveva affidato alla Congregazione per il Clero, con la stessa giurisdizione che finora esercitava la medesima Congregazione in questa materia ed è richiesta dall’ordinamento canonico".

GIORNATA MONDIALE DI LOTTA ALLA LEBBRA: INTENSIFICARE DIACONIA DELLA CARITÀ

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). In occasione della LX Giornata Mondiale di lotta alla Lebbra, che si celebra domenica prossima, 27 gennaio, l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori Sanitari, ha pubblicato un Messaggio del titolo: "Una occasione propizia per intensificare la diaconia della carità”. L'Arcivescovo ricorda che il morbo di Hansen è "male tanto antico quanto grave per le sofferenze, l’esclusione sociale e la povertà che (...) comporta".

"Secondo i dati più recenti dell’OMS - si legge nel Messaggio - circa duecentoventimila fra uomini, donne e bambini hanno contratto la lebbra nel 2011 e molti dei nuovi casi sono stati diagnosticati quando la malattia era in uno stato avanzato. Questi dati mostrano il permanere, nonostante la meritoria azione di realtà internazionali e nazionali, governative e non - come l’OMS e le Fondazioni Raoul Follereau e Sasakawa - di un’ancora insufficiente possibilità di accesso alle strutture diagnostiche e della carenza nella formazione alla prevenzione delle comunità a rischio di contagio, come pure il bisogno di azioni igienico-sanitarie mirate. Tutto ciò è fondamentale per la lebbra, ormai senza esito mortale se adeguatamente curata, così come lo è in larga misura per le altre 'malattie neglette' (...). Si tratta di patologie che costituiscono degli autentici flagelli in alcune parti del mondo, ma che non riscuotono la sufficiente attenzione da parte della comunità internazionale; tra di esse ritroviamo la dengue, la malattia del sonno, la bilarziosi, l’oncocercosi, la leishmaniosi e il tracoma".

"Di fronte ad una tale emergenza sanitaria, anche alla luce dell’Anno della fede, e nel desiderio di impegnarci, sempre più intensamente, come cattolici, nell’adempiere quanto richiesto da Gesù col comandamento 'Euntes docete et curate infirmos' e dal nostro Battesimo, desidero rinnovare l’invito ad adoperarsi perché questa 60a Giornata Mondiale di lotta alla lebbra costituisca una nuova 'occasione propizia per intensificare la diaconia della carità nelle nostre comunità ecclesiali, per essere ciascuno buon samaritano verso l'altro, verso chi ci sta accanto'", a cominciare dai malati di lebbra.

"Un ruolo altrettanto importante spetta anche a tutte le persone vittime della lebbra, che sono chiamate a cooperare per l’affermazione di una società più inclusiva e giusta che permetta il reinserimento di chi è stato guarito, per divulgare e promuovere le possibilità di diagnosi e di cura, per ribadire la necessità di sottoporsi a terapie per esserne curati contribuendo a debellare l’infezione, per diffondere, nelle realtà d’appartenenza, i criteri igienico-sanitari indispensabili ad impedirne l’ulteriore propagazione".

"Come cristiano, chi è stato colpito dalla lebbra ha inoltre la possibilità di vivere la propria condizione in una prospettiva di fede 'trovandone il senso mediante l'unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore', pregando e offrendo la propria tribolazione per il bene della Chiesa e dell’umanità. Nella consapevolezza che quanto evidenziato è certamente non facile e richiede carità verso se stessi e verso il prossimo, speranza, coraggio, pazienza e determinazione, desidero ricordare - con le parole di san Paolo - che nessuno di noi ha 'ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma' che abbiamo 'ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: ‘Abbà, Padre!’. E, 'se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria'; anche nelle situazioni più avverse, il cristiano ha la certezza che 'né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore'".

UDIENZE

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Fernando Filone, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli

- Il Signor Nikolay Sadchikov, Ambasciatore della federazione Russa, in visita di Congedo.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kalookan (Filippine), presentata dal Vescovo Deogratias Iñiguez, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Vescovo Buenaventura M. Famadico, Vescovo di San Pablo (superficie: 1.203; popolazione: 2.821.000; cattolici: 2.466.000; sacerdoti: 172; religiosi: 508), Filippine. Finora Vescovo di Gumaca (Filippine), succede al Vescovo Leo Drona, S.D.B., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi, presentata in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.


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