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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 11 aprile 2002

IN BREVE


GIOVANNI PAOLO II HA INDIRIZZATO UNA LETTERA all'Arcivescovo Jozef Kowalczyk, Nunzio Apostolico in Polonia, rivolta anche agli organizzatori ed ai partecipanti alla Conferenza Internazionale sul tema: "Conflitto di interessi e suo significato nell'ambito della scienza e della medicina", tenutasi a Varsavia il 5 e 6 aprile. La Lettera, firmata dal Santo Padre il 25 marzo e resa pubblica oggi, evidenza "il rischio che le imprese a carattere scientifico e le strutture sanitarie siano create non con l'obiettivo di fornire le cure sanitarie migliori nel rispetto dell'umana dignità, ma con l'obiettivo di accrescere al massimo il profitto e sviluppare il volume d'affari, prevedibilmente a detrimento della qualità del servizio fornito a quanti non siano in grado di sostenerne l'onere". Il Papa sottolinea inoltre che: "Spinta dal conseguimento del profitto, (…) l'industria farmaceutica ha promosso una ricerca che ha già immesso sul mercato mondiale prodotti contrari al bene morale". Il Papa scrive ancora che, ad esempio, i programmi di cura dell'infertilità, poiché producono minori profitti, ricevono meno risorse, rispetto alle risorse stanziate per la fecondazione artificiale. Allo stesso modo, "programmi moralmente accettabili e scientificamente validi che si servono di cellule staminali adulte" a scopo terapeutico, ricevono meno finanziamenti rispetto a programmi che "producono o perfino clonano (gli embrioni umani) con l'obiettivo di produrre cellule staminali". Il Santo Padre ribadisce che in quest'ambito "i valori morali devono essere posti in primo piano. (…) Assoggettare ogni considerazione alla logica del profitto implica per lo scienziato un'autentica perdita della libertà".

IL SANTO PADRE HA SCRITTO UN MESSAGGIO al Vescovo Jayme Henrique Chemello di Pelotas (Brasile), Presidente della Conferenza Episcopale del Brasile, in occasione del 50° anniversario della creazione della Conferenza. La Lettera, redatta in lingua portoghese e datata 7 aprile, è stata consegnata dal Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, recatosi in Brasile, accompagnato dal Vescovo Cipriano Calderón Polo, Vice-Presidente della medesima Pontificia Commissione. Il Papa scrive che: "La Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile è un'organizzazione destinata a rimanere, lungo la storia, strumento di affettiva ed effettiva comunione fra tutti i Vescovi, e di efficace collaborazione con gli ordinari diocesani in ciascuna Chiesa particolare nella sua triplice funzione di insegnamento, santificazione e governo dei pastori del proprio gregge".

GIOVANNI PAOLO II HA INVIATO UN MESSAGGIO al Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, poiché "la Chiesa Ambrosiana e l'Ordine dei Frati Predicatori si preparano a celebrare il 750° anniversario del martirio di San Pietro da Verona, religioso domenicano, ucciso per la fede insieme con il suo confratello Fra Domenico il 6 aprile 1252, (…) nei pressi di Seveso, mentre si recava a Milano per intraprendere una nuova missione di evangelizzazione e di difesa della fede cattolica". La Lettera Pontificia, pubblicata oggi, è stata firmata dal Santo Padre il 25 marzo.

L'ARCIVESCOVO DIARMUID MARTIN, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (Svizzera), è intervenuto ieri, alla 58a Sessione della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, in corso a Ginevra dal 18 marzo al 26 aprile, relativa al dibattito sui diritti umani e la povertà estrema. Nel suo intervento, l'Arcivescovo Martin ha ribadito che: "essere costretti a vivere in povertà estrema è un'offesa contro la dignità umana".
…/IN BREVE/… VIS 20020411 (550)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 11 APR. 2002 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienze separate quattro Presuli della Conferenza Episcopale della Bolivia, in Visita "ad Limina":

- Il Vescovo Jesús Juárez Párraga, di El Alto.
- Il Vescovo Juan Vargas Aruquipa, di Coroico.
- Il Vescovo Walter Perez Villamonte, di Potosí.
- Il Vescovo Toribio Ticona Porco, di Corocoro.
AL/…/… VIS 20020411 (70)

CREARE SISTEMI DI SOLIDARIETA' PER EVITARE IMPOVERIMENTO


CITTA' DEL VATICANO, 11 APR. 2002 (VIS). Questa mattina Giovanni Paolo II ha ricevuto i partecipanti all'Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, riuniti per esaminare i temi della democrazia, della globalizzazione e della solidarietà fra le generazioni.

"La crescente interdipendenza fra persone, famiglie, imprese e nazioni, come fra economie e mercati - ciò che si definisce globalizzazione - ha trasformato il sistema di interazioni e di rapporti sociali". Questo fenomeno ha avuto conseguenze positive ma ha anche dato origine a diseguaglianze fra economie e persone, per cui occorre "ripensare il problema della solidarietà".

Il Papa ha affermato che: "è compito anzitutto dei responsabili politici ed economici operare affinché la globalizzazione non si realizzi a scapito dei più poveri e dei più deboli, accrescendo ulteriormente il divario fra ricchi e poveri". Giovanni Paolo II invita quindi i governanti a creare sistemi di solidarietà che "tengano conto dei mutamenti provocati dalla globalizzazione e che evitino che tali fenomeni impoveriscano sempre più ampi strati di alcune popolazioni, o di interi paesi".

"La solidarietà sociale impone" - ha proseguito il Pontefice - "che si abbandoni la mera ricerca dell'interesse particolare. (…) Occorre dedicarsi ad educare le giovani generazioni ad uno spirito di solidarietà, ad un'autentica cultura aperta all'universale e all'attenzione ad ogni singola persona, indipendentemente dalla razza, dalla cultura o dalla religione".

Il Santo Padre ha ribadito che è compito dei responsabili politici "regolare i mercati, sottomettere le leggi del mercato alle leggi della solidarietà, affinché gli individui e le società non siano in balia di mutamenti economici di ogni genere e siano salvaguardati dalle scosse legate alle deregolazioni dei mercati".

"Che l'umanità di oggi, nel suo cammino verso una maggiore unità, solidarietà e pace, trasmetta alle generazioni future i beni della creazione e la speranza di un avvenire migliore!".
AC/GLOBALIZZAZIONE:SOLIDARIETÀ/ACAD-SS VIS 20020411 (320)

NUOVO AMBASCIATORE JUGOSLAVIA RICEVUTO DAL SANTO PADRE


CITTA' DEL VATICANO, 11 APR. 2002 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto il Signor Darko Tanaskovic, nuovo Ambasciatore della Repubblica Federale di Jugoslavia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

Il Papa ha parlato della riedificazione della Jugoslavia dopo un conflitto che ha lasciato "danni materiali e morali" ed ha sottolineato la "necessità della riconciliazione entro in confini della stessa Jugoslavia, così che tutti possano lavorare insieme, rispettando le differenze reciproche, alla riedificazione della società e del bene comune". Inoltre il Papa ha individuato la "necessità di mettere da parte l'introversione etnica e nazionalistica e di costruire una Nazione le cui istituzioni democratiche (…) garantiscano che tutte le sue popolazioni, in particolare le minoranze, siano attive e partecipino in misura uguale alla vita politica ed economica della loro comunità".

Il Santo Padre ha ribadito l'importanza del rifiuto della violenza in un processo di riconciliazione. "Il vostro paese ha conosciuto, meglio di altri, nel corso della sua storia, che la violenza genera ulteriore violenza, e che solo il dialogo può infrangere la spirale di morte".

Giovanni Paolo II ha inoltre affermato che: "le differenze culturali sono state spesso fonte di fraintendimento fra i popoli", ma allo stesso tempo ha sottolineato che: "esistono valori comuni a tutte le culture, (…) valori universali come la solidarietà, la pace, la vita e l'educazione".

"La Chiesa Cattolica" - ha infine detto Giovanni Paolo II, "fedele ai principi spirituali ed etici della sua missione universale, cerca di promuovere non un ristretto interesse ideologico o nazionale, ma il pieno sviluppo di tutti i popoli, con particolare attenzione e solidarietà verso i più bisognosi".

Al termine del suo discorso, il Pontefice ha detto che: "in una situazione quale quella in cui versa il Paese, la religione non è la radice del problema, ma parte essenziale della sua soluzione" ed ha espresso la sua gioia per il fatto che "l'educazione religiosa sia stata reintrodotta nella scuole della Serbia, offrendo maggiori possibilità di insegnare ai giovani quei valori universali insiti nella natura della persona e in Dio".
CD/CREDENZIALI/JUGOSLAVIA:TANASKOVIC VIS 20020411 (360)

ASSISTENZA ANZIANI: DOVERE DELLA FAMIGLIA E DELLA SOCIETA'


CITTA' DEL VATICANO, 11 APR. 2002 (VIS). Nel pomeriggio di ieri è stato reso pubblico il testo di un Messaggio di Giovanni Paolo II ai partecipanti alla II Assemblea Mondiale sull'Invecchiamento, in corso a Madrid (Spagna), dall'8 al 12 aprile.

Il Santo Padre scrive che: "una società è giusta se risponde alle necessità di tutti i suoi membri" e si chiede: "Come garantire la durata di una società che sta invecchiando, consolidare la sicurezza sociale degli anziani e la loro qualità della vita?"

"Per rispondere a questa domanda" - prosegue il Pontefice - "non bisogna lasciarsi guidare esclusivamente da criteri economici, ma ispirarsi anche a solidi principi morali. Anzitutto è necessario considerare l'anziano nella sua dignità di persona, dignità che non decade con il passare degli anni e con il deterioramento della salute fisica e psichica. (…) L'esperienza dice che, laddove manchi questa visione positiva, è facile che si emargini l'anziano e lo si releghi ad una solitudine paragonabile ad una vera e propria morte sociale. E la stima che l'anziano ha di sé, non dipende in buona parte dall'attenzione che riceve in famiglia e nella società?".

Giovanni Paolo II afferma che l'"inserimento affettivo" dell'anziano nella società, con il suo apporto di esperienza, conoscenze e sapienza esige "provvedimenti per risolvere i problemi connessi con l'invecchiamento della popolazione".

Inoltre, scrive ancora il Papa, sono necessari programmi formativi per educare le persone all'anzianità, rendendole capaci di adattarsi ai mutamente negli stili di vita e nel lavoro.

Il Papa sottolinea che nei momenti di sofferenza e di dipendenza, gli anziani "hanno bisogno di essere accuditi con i mezzi a disposizione della scienza e della tecnica, non disgiunti da competenza ed amore, affinché non si sentano un peso inutile e, ancora peggio, arrivino a desiderare e a sollecitare la morte. La nostra civiltà deve garantire agli anziani un'assistenza ricca di umanità e di autentici valori".
MESS/INVECCHIAMENTO/… VIS 20020411 (330)
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