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mercoledì 12 maggio 2010

SOLO CRISTO PUÒ SODDISFARE PROFONDI ANELITI DEL CUORE


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Alle 17:30, lasciata la Nunziatura Apostolica, il Santo Padre si è diretto in autovettura panoramica al Terriero do Paço di Lisboa, dove, prima della celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato 200.000 persone, il Sindaco di Lisboa ha consegnato al Papa le chiavi della città.
“In questa città di Lisbona, da dove sono partiti in grande numero generazioni e generazioni di cristiani” – ha detto il Papa nell’omelia – “glorioso è il posto che il Portogallo si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione missionaria portoghese”.
“In passato” – ha proseguito il Pontefice – “la vostra partenza alla ricerca di altri popoli non ha impedito né distrutto i vincoli con ciò che eravate e credevate, anzi, con cristiana saggezza, siete riusciti a trapiantare esperienze e particolarità, aprendovi al contributo degli altri per essere voi stessi, in un’apparente debolezza che è forza. Oggi, partecipando all’edificazione della Comunità europea, portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa”.
“Nel fiume vivo della Tradizione ecclesiale, Cristo non si trova a duemila anni di distanza, ma è realmente presente tra noi e ci dona la Verità, ci dona la luce che ci fa vivere e trovare la strada verso il futuro. Presente nella sua Parola, nell’assemblea del popolo di Dio con i suoi Pastori e, in modo eminente, nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, Gesù è qui con noi”.
“Sappiamo” – ha affermato il Papa – “che non mancano alla Chiesa figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda”.
“La priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica. Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista”.
“Affinché ciò non accada” – ha sottolineato il Pontefice – “bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa”.
“Quindi” – ha proseguito il Santo Padre – “la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. (...) Soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”.
“Non dubitate mai della sua presenza!” – ha esortato il Pontefice – “Cercate sempre il Signore Gesù, crescete nella amicizia con lui, ricevetelo nella comunione. Imparate ad ascoltare la sua parola e anche a riconoscerlo nei poveri. Vivete la vostra esistenza con gioia ed entusiasmo, sicuri della sua presenza e della sua amicizia gratuita, generosa, fedele fino alla morte di croce”.
“Testimoniate a tutti” – ha concluso il Pontefice – “la gioia per questa sua presenza forte e soave, cominciando dai vostri coetanei. Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici – apparentemente tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù”.
Prima di concludere le Celebrazione Eucaristica, il Papa ha dato lettura di un breve messaggio in occasione del 50° anniversario della fondazione del Santuario di Cristo Re in Almada (Diocesi di Setúbal). “Vorrei da qui additare” – ha detto Benedetto XVI – alle nuove generazioni gli esempi di speranza in Dio e lealtà al voto fatto, che in esso ci hanno lasciato scolpiti i Vescovi e i Fedeli cristiani di allora, in segno di amore e riconoscenza per la preservazione della pace in Portogallo”.
Infine il Papa è rientrato nella Nunziatura Apostolica per la cena. Ascoltando i canti di un gruppo di giovani di varie parrocchie e movimenti ecclesiali, il Santo Padre si è affacciato al balcone della Nunziatura per salutarli e benedirli.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100512 (730)

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