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lunedì 18 settembre 2006

SLOVENIA ASSICURARE CONTINUITÀ PATRIMONIO ETICO RELIGIOSO

CITTA' DEL VATICANO, 16 SET. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI nel ricevere il Signor Ivan Rebernik, nuovo Ambasciatore di Slovenia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, ha ricordato nel suo discorso che "La Repubblica di Slovenia (...) coltiva un dialogo fecondo e costruttivo con le istanze ecclesiali presenti sul territorio, riconoscendone l'apporto positivo alla vita della Nazione".

  "Sin dai primi secoli del Cristianesimo la forza del Vangelo ha operato in terra slovena", ha affermato il Santo Padre ricordando i Santi Vittorino e Massimiano (VII secolo) ed il Beato Vescovo Anton Martin Slomsek "che, in tempi più recenti, ha promosso il risveglio nazionale svolgendo una preziosa opera quale formatore del popolo sloveno".

  Benedetto XVI ha rilevato che in Slovenia "Il cristianesimo e l'identità nazionale sono strettamente connessi", da qui la "profonda sintonia" del popolo sloveno con il Vescovo di Roma e il "costruttivo dialogo, non interrotto dalle tristi vicende del secolo appena trascorso" culminato nel 2001 nell'Accordo fra la Repubblica di Slovenia e la Santa Sede su questioni giuridiche.

  "Si tratta di un'intesa importante, la cui fedele applicazione non potrà che rafforzare i rapporti reciproci e la collaborazione per la promozione della persona e del bene comune, nel rispetto della legittima laicità dello Stato. Tuttavia, (...), si registra l'esistenza di questioni ancora aperte, che attendono di essere avviate ad opportuna soluzione".

  "Conoscendo la stima e l'affetto degli Sloveni per il Papa" - ha proseguito Benedetto XVI - "sono certo che i loro rappresentanti a livello politico ne sapranno interpretare le tradizioni, la sensibilità, la cultura. Il popolo sloveno infatti ha il diritto di affermare e far valere l'anima cristiana che ne ha plasmato l'identità".

  "Il compito di fronte al quale si trovano i responsabili di oggi è di individuare i  metodi opportuni per coinvolgere le nuove generazioni nella conoscenza e nell'apprezzamento dei valori del passato, rendendole capaci di portare nel millennio appena iniziato il ricco patrimonio ereditato. (...) Sarebbe infatti strategia veramente miope non favorire l'apertura dei giovani alla conoscenza delle radici storiche dalle quali fluisce la linfa necessaria per assicurare alla Nazione nuove stagioni feconde di frutti".

  "In tal senso, la questione della loro istruzione anche in merito ai valori religiosi condivisi dalla maggioranza della popolazione non va elusa, se non si vuole rischiare il progressivo smarrimento dei tratti più specifici della fisionomia nazionale. È in questione il rispetto della stessa libertà dei cittadini, sulla quale la Repubblica di Slovenia vigila con attenzione e che anche la Sede Apostolica desidera sia promossa nello spirito del suddetto Accordo".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso al diplomatico citando "l'esperienza anche di altri Popoli del Continente, in particolare dei Popoli slavi, che, coscienti dell'importanza del cristianesimo per la loro identità sociale e del valido contributo che il tal senso può offrire la Chiesa, non si sono sottratti al dovere di assicurare, anche a livello legislativo, che il ricco patrimonio etico e religioso continui a portare copiosi frutti alle giovani generazioni".
CD/LETTERE CREDENZIALI/REBERNIK:SLOVENIA               VIS 20060918 (510)


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