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lunedì 25 febbraio 2008

IN OGNI PERSONA INNATO BISOGNO DI DIO E DELLA SUA SALVEZZA

CITTA' DEL VATICANO, 24 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita pastorale alla Parrocchia di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, nel settore centro della diocesi di Roma, dove, al termine della Santa Messa, ha incontrato i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, i Religiosi e le Religiose.

  Ricordando nell'omelia che quest'anno ricorre "il centenario della consacrazione dell'attuale chiesa", il Santo Padre, commentando la liturgia di questa Terza Domenica di Quaresima, dedicata al simbolismo dell'acqua, ha ribadito: "Dio ha sete della nostra fede e vuole che troviamo in Lui la fonte della nostra autentica felicità. Il rischio di ogni credente è quello di praticare una religiosità non autentica, di cercare la risposta alle attese più intime del cuore non in Dio, di utilizzare anzi Iddio come se fosse al servizio dei nostri desideri e progetti".

  "Nella prima lettura" - ha proseguito il Pontefice - "vediamo il popolo ebreo che soffre nel deserto per mancanza di acqua, e, preso dallo scoraggiamento, come in altre circostanze, si lamenta e reagisce in modo violento. (...) Il popolo esige da Dio che venga incontro alle proprie attese ed esigenze, piuttosto che abbandonarsi fiducioso nelle sue mani, e nella prova perde la fiducia in Lui".

  "Quante volte questo avviene anche nella nostra vita;" - ha sottolineato il Papa - "in quante circostanze, piuttosto che conformarci docilmente alla volontà divina, vorremmo che Iddio realizzasse i nostri disegni ed esaudisse ogni nostra attesa; in quante occasioni la nostra fede si manifesta fragile, la nostra fiducia debole, la nostra religiosità contaminata da elementi magici e meramente terreni".

  "In questo tempo quaresimale, mentre la Chiesa ci invita a percorrere un itinerario di vera conversione, accogliamo con umile docilità l'ammonimento del Salmo responsoriale: 'Ascoltate oggi la sua voce: 'Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere"'".

  Commentando la pagina Evangelica dell'incontro di Gesù con la Samaritana a Sicar, presso il pozzo di Giacobbe, Papa Benedetto XVI ha posto in rilievo che "il simbolismo dell'acqua ritorna con grande eloquenza" in questa celebre pagina evangelica e "a un certo punto, è la donna stessa a chiedere dell'acqua a Gesù (cfr Gv 4,15), manifestando così che in ogni persona c'è un innato bisogno di Dio e della salvezza che solo Lui può colmare".

  "Gesù vuole portarci, come la Samaritana" - ha detto ancora il Papa - "a professare la nostra fede in Lui con forza perché possiamo poi annunciare e testimoniare ai nostri fratelli la gioia dell'incontro con Lui e le meraviglie che il suo amore compie nella nostra esistenza".

  "La liturgia ci stimola quest'oggi, tenendo conto anche del tempo quaresimale che stiamo vivendo, a rivedere il nostro rapporto con Gesù, a cercare il suo volto senza stancarci. E questo è indispensabile perché voi, cari amici, possiate continuare, nel nuovo contesto culturale e sociale, l'opera di evangelizzazione e di educazione umana e cristiana svolta da più di un secolo da questa parrocchia".

  "Aprite sempre più il cuore ad una azione pastorale missionaria" - ha aggiunto il Pontefice - "che spinga ogni cristiano ad incontrare le persone - in particolare i giovani e le famiglie - là dove vivono, lavorano, trascorrono il tempo libero, per annunciare loro l'amore misericordioso di Dio. (...) Vi incoraggio poi a perseverare" - ha concluso il Papa - "nell'impegno educativo, che costituisce il carisma tipico di ogni parrocchia salesiana".

  Nel corso dell'incontro che si è tenuto al termine della Santa Messa, al quale hanno partecipato diverse famiglie, il Papa si è soffermato sull'episodio evangelico della Samaritana che "può apparire" - ha detto - "come una rappresentante dell'uomo moderno, della vita moderna. Ha avuto cinque mariti e convive con un altro uomo. Faceva ampio uso della sua libertà e tuttavia non diventava più libera, anzi diventava più vuota. Ma vediamo anche che in questa donna era vivo un grande desiderio di trovare la vera felicità, la vera gioia. (...) In questo senso voglio incoraggiarvi ad andare avanti con il vostro impegno pastorale e missionario, con il vostro dinamismo per aiutare le persone di oggi a trovare la vera libertà e la vera gioia".

  Infine, al termine della visita, un parrocchiano ha dedicato al Pontefice una poesia in romanesco, ed il Papa ha detto: "Purtroppo non parlo romanesco, ma come cattolici siamo tutti un po' romani e portiamo Roma nel nostro cuore, dunque comprendiamo un po' del dialetto romanesco".
HML/.../SANTA MARIA LIBERATRICE                       VIS 20080225 (710)


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