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mercoledì 27 aprile 2011

GIOVEDÌ SANTO: MESSA CRISMALE E NELLA CENA DEL SIGNORE

CITTA' DEL VATICANO, 21 APR. 2011 (VIS). Oggi, Giovedì Santo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa Crismale, Liturgia che si celebra in questo giorno in tutte le Chiese Cattedrali del mondo. La Messa del Crisma è stata concelebrata dal Santo Padre con i Cardinali, i Vescovi ed i Presbiteri - diocesani e religiosi - presenti a Roma. Dopo l’omelia, ha avuto luogo la rinnovazione delle promesse sacerdotali, la benedizione dell’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e il crisma.

Nell’omelia il Santo Padre ha spiegato che: “Al centro della liturgia di questa mattina sta la benedizione degli oli sacri (...) L’olio dei catecumeni. Quest’olio indica come un primo modo di essere toccati da Cristo e dal suo Spirito – un tocco interiore col quale il Signore attira le persone vicino a sé. (...) Dio ama gli uomini. Egli viene incontro all’inquietudine del nostro cuore (...) Il conoscere Dio non si esaurisce mai. (...) Rimaniamo continuamente in cammino verso di Lui, nella nostalgia di Lui, nell’accoglienza sempre nuova di conoscenza e di amore!”.

“C’è poi l’olio per l’Unzione degli infermi. (...) Il guarire è un incarico primordiale affidato da Gesù alla Chiesa (...) La prima e fondamentale guarigione avviene nell’incontro con Cristo che ci riconcilia con Dio e risana il nostro cuore affranto. Ma oltre questo compito centrale fa parte della missione essenziale della Chiesa anche la guarigione concreta della malattia e della sofferenza”.

“Al terzo posto” – ha proseguito il Pontefice – “c’è infine il più nobile degli oli ecclesiali, il crisma (...). Nella Chiesa quest’olio serve soprattutto per l’unzione nella Confermazione e nelle Ordinazioni sacre. (...) Battesimo e Confermazione costituiscono l’ingresso in questo popolo di Dio, che abbraccia tutto il mondo; l’unzione nel Battesimo e nella Confermazione è un’unzione che introduce in questo ministero sacerdotale per l’umanità. I cristiani sono popolo sacerdotale per il mondo. I cristiani dovrebbero rendere visibile al mondo il Dio vivente, testimoniarLo e condurre a Lui. Quando parliamo di questo nostro comune incarico,
in quanto siamo battezzati, ciò non è una ragione per farne un vanto. È una domanda che, insieme, ci dà gioia e ci inquieta: (...) Apriamo agli uomini l’accesso a Dio o piuttosto lo nascondiamo? (...) Non è forse vero che l’Occidente, i Paesi centrali del cristianesimo sono stanchi della loro fede e, annoiati della propria storia e cultura, non vogliono più conoscere la fede in Gesù Cristo?”

“Nonostante tutta la vergogna per i nostri errori, non dobbiamo, però, dimenticare” – ha concluso il Pontefice – “che anche oggi esistono esempi luminosi di fede; che anche oggi vi sono persone che, mediante la loro fede e il loro amore, danno speranza al mondo. Quando il prossimo 1o maggio verrà beatificato Papa Giovanni Paolo II, penseremo pieni di gratitudine a lui quale grande testimone di Dio e di Gesù Cristo nel nostro tempo, quale uomo colmato di Spirito Santo”.

Alle 17:30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Benedetto XVI ha presieduto la concelebrazione della Santa Messa nella Cena del Signore. Come il Signore con gli Apostoli, il Papa ha compiuto il rito della lavanda dei piedi a dodici sacerdoti. Al momento della presentazione dei doni è stata affidata al Santo Padre un’offerta per le vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone.

Nel commentare nell’omelia le parole di Gesù nell’Ultima Cena, il Papa ha detto Gesù: “Nel suo intimo ha atteso quel momento in cui avrebbe donato se stesso ai suoi sotto le specie del pane e del vino. (...) Gesù ha desiderio di noi, ci attende. E noi, abbiamo veramente desiderio di Lui? (...) Bramiamo la sua vicinanza, il diventare una cosa sola con Lui, di cui Egli ci fa dono nella santa Eucaristia? Oppure siamo indifferenti, distratti, pieni di altro?”.

“Da Luca e soprattutto da Giovanni sappiamo che Gesù nella sua preghiera durante l’Ultima Cena ha anche rivolto suppliche al Padre. (...) Vorrei in quest’ora scegliere soltanto una supplica che, secondo Giovanni, Gesù ha ripetuto quattro volte nella sua Preghiera sacerdotale. (...) Essa rimane continuamente la sua preghiera al Padre per noi: è la preghiera per l’unità. (...) L’unità dei cristiani può esserci soltanto se i cristiani sono intimamente uniti a Lui, a Gesù”.

“Con l’Eucaristia nasce la Chiesa” – ha ricordato il Pontefice – “L’Eucaristia è Sacramento dell’unità. Essa giunge fin nel mistero trinitario, e crea così al contempo l’unità visibile”.

“E sappiamo che Gesù prega per la fede di Pietro e dei suoi successori. (...) Gesù predice a Pietro la sua caduta e la sua conversione. (...) Tutti noi dobbiamo sempre di nuovo imparare ad accettare Dio e Gesù Cristo così come Egli è, e non come noi vorremmo che fosse. Anche noi stentiamo ad accettare che Egli si sia legato ai limiti della sua Chiesa e dei suoi ministri”.

“Tutti noi abbiamo bisogno di conversione che accoglie Gesù nel suo essere-Dio ed essere-Uomo. Abbiamo bisogno dell’umiltà del discepolo che segue la volontà del Maestro. In quest’ora vogliamo pregarLo di guardare anche a noi come ha guardato Pietro, nel momento opportuno, con i suoi occhi benevoli, e di convertirci”.

“Il servizio dell’unità ha il suo luogo visibile nella celebrazione della santa Eucaristia. Cari amici, per il Papa è un grande conforto sapere che in ogni Celebrazione eucaristica tutti pregano per lui; che la nostra preghiera si unisce alla preghiera del Signore per Pietro. Solo grazie alla preghiera del Signore e della Chiesa” – ha concluso il Santo Padre – “il Papa può corrispondere al suo compito di confermare i fratelli – di pascere il gregge di Gesù e di farsi garante per quell’unità che diventa testimonianza visibile della missione di Gesù da parte del Padre”.
BXVI-SETTIMANA SANTA/ VIS 20110427 (940)

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