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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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domenica 6 giugno 2010

SINTESI DELL’”INSTRUMENTUM LABORIS”

CITTA' DEL VATICANO, 6 GIU. 2010 (VIS). Di seguito riportiamo un ampio estratto della sintesi dell’ “Instrumentum Laboris” dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi.
Nella prefazione, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Arcivescovo Nikola Eterovic sottolinea che “la situazione attuale nel Medio Oriente è per non pochi versi simile a quella vissuta dalla primitiva comunità cristiana in Terra Santa, in mezzo a difficoltà e persecuzioni”. Nell’Introduzione si ricordano i due obiettivi principali del Sinodo: innanzitutto, quello di “confermare e rafforzare i cristiani nella loro identità mediante la Parola di Dio e i Sacramenti”; in secondo luogo quello di “ravvivare la comunione ecclesiale tra le Chiese ‘sui iuris’, affinché possano offrire una testimonianza di vita cristiana autentica, gioiosa e attraente”.
Il Primo capitolo tratta della Chiesa cattolica in Medio Oriente ricordando che tutte le Chiese del mondo “risalgono alla Chiesa di Gerusalemme”. Si ricorda che le Chiese del Medio Oriente sono di origine apostolica e “che sarebbe una perdita per la Chiesa universale se il Cristianesimo dovesse affievolirsi o scomparire proprio là dove è nato”. C’è dunque la “grave responsabilità” di “mantenere la fede cristiana in queste terre sante”. Si afferma quindi che i cristiani, nonostante il loro “numero esiguo”, “appartengono a pieno titolo al tessuto sociale e all’identità stessa” di questi Paesi. La loro scomparsa rappresenterebbe una perdita per il pluralismo del Medio Oriente. I cattolici sono chiamati a promuovere il concetto di “laicità positiva” dello Stato per “alleviare il carattere teocratico del governo” e permettere “più uguaglianza tra i cittadini di religioni differenti favorendo così la promozione di una democrazia sana, positivamente laica, che riconosca pienamente il ruolo della religione, anche nella vita pubblica, nel pieno rispetto della distinzione tra gli ordini religioso e temporale”. Il documento sottolinea quindi che i conflitti regionali rendono ancora più fragile la situazione dei cristiani. “L’occupazione israeliana dei territori Palestinesi rende difficile la vita quotidiana per la libertà di movimento, l’economia e la vita sociale e religiosa (accesso ai Luoghi Santi, condizionato da permessi militari accordati agli uni e rifiutati agli altri, per ragioni di sicurezza). I cristiani sono tra le principali vittime della guerra in Iraq. “In Libano, i cristiani sono divisi sul piano politico e confessionale”. “In Egitto, la crescita dell’Islam politico, da una parte, e il disimpegno, in parte forzato, dei cristiani nei confronti della società civile, dall’altra, rendono la loro vita esposta a serie difficoltà”. “In altri Paesi, l’autoritarismo, cioè la dittatura, spinge la popolazione, compresi i cristiani, a sopportare tutto in silenzio per salvare l’essenziale. In Turchia, il concetto attuale di laicità pone ancora problemi alla piena libertà religiosa del Paese”. I cristiani sono esortati a non tralasciare il loro impegno nella società nonostante le tentazioni allo scoraggiamento”. “In Oriente – si rileva - libertà di religione vuol dire solitamente libertà di culto”, non dunque “libertà di coscienza, cioè della libertà di credere o non credere, di praticare una religione da soli o in pubblico senza alcun impedimento, e dunque della libertà di cambiare religione. In Oriente, la religione è, in generale, una scelta sociale e perfino nazionale, non individuale. Cambiare religione è ritenuto un tradimento verso la società, la cultura e la Nazione costruita principalmente su una tradizione religiosa”. Per questo “la conversione alla fede cristiana è vista come il frutto di un proselitismo interessato, non di una convinzione religiosa autentica. Per il musulmano, essa è spesso vietata dalle leggi dello Stato”. L’estremismo islamico, nel frattempo, continua a crescere in tutta l’area costituendo “una minaccia per tutti, cristiani, ebrei e musulmani”. In questo contesto di conflittualità, difficoltà economiche e limitazioni politiche e religiose, i cristiani continuano ad emigrare: “nel gioco delle politiche internazionali – si sottolinea - si ignora spesso l’esistenza dei cristiani, i quali ne sono le prime vittime; questa è una delle cause principali dell’emigrazione”.
Il Secondo capitolo è dedicato alla comunione ecclesiale. “Questa comunione in seno alla Chiesa cattolica – leggiamo nel testo – si manifesta mediante due segni principali: il battesimo e l’Eucaristia nella comunione con il Vescovo di Roma, Successore di Pietro, corifeo degli apostoli, ‘principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità di fede e di comunione’”. “Per promuovere l’unità nella diversità, occorre superare il confessionalismo in ciò che può avere di limitato o esagerato, incoraggiare lo spirito di cooperazione tra le varie comunità, coordinare l’attività pastorale e stimolare l’emulazione spirituale e non la rivalità”. “La comunione tra i vari membri di una stessa Chiesa o Patriarcato – si legge nell’’Instrumentum laboris’ - avviene sul modello della comunione con la Chiesa universale e con il Successore di Pietro, il Vescovo di Roma. A livello della Chiesa Patriarcale, la comunione si esprime mediante il sinodo che riunisce i Vescovi di tutta una comunità attorno al Patriarca, Padre e capo della sua Chiesa. I cristiani sono invitati a sentirsi “membri della Chiesa Cattolica in Medio Oriente, e non soltanto membri di una Chiesa particolare”.
Il Terzo capitolo affronta il tema della testimonianza cristiana. Si ribadisce innanzitutto “l’importanza della catechesi per conoscere e trasmettere la fede”. Si ribadisce l’urgenza dell’ecumenismo, superando pregiudizi e diffidenze attraverso il dialogo e la collaborazione. Si condanna “decisamente il proselitismo che usa mezzi non conformi al Vangelo”. Si passano in rassegna quindi i rapporti con l’ebraismo che trovano “nel Concilio Vaticano II un punto di riferimento fondamentale”. Il dialogo con gli ebrei è definito “essenziale, benché non facile” risentendo del conflitto israelo-palestinese. La Chiesa auspica che “ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all’interno di confini sicuri ed internazionalmente riconosciuti”. Si ribadisce la ferma condanna dell’antisemitismo, sottolineando che “gli attuali atteggiamenti negativi tra popoli arabi e popolo ebreo sembrano piuttosto di carattere politico” e dunque estranei ad ogni discorso ecclesiale. I cristiani sono chiamati “a portare uno spirito di riconciliazione basata sulla giustizia e l’equità per le due parti. D’altra parte, le Chiese nel Medio Oriente invitano a mantenere la distinzione tra la realtà religiosa e quella politica”. Anche le relazioni della Chiesa Cattolica con i musulmani hanno fondamento nel Concilio Vaticano II. “Le relazioni tra cristiani e musulmani sono, più o meno spesso, difficili – si legge nel documento - soprattutto per il fatto che i musulmani non fanno distinzione tra religione e politica, il che mette i cristiani nella situazione delicata di non-cittadini, mentre essi sono cittadini di questi Paesi già da ben prima dell’arrivo dell’Islam. La chiave del successo della coesistenza tra cristiani e musulmani dipende dal riconoscere la libertà religiosa e i diritti dell’uomo”. “I cristiani sono chiamati … a non isolarsi in ghetti, in atteggiamenti difensivi e di ripiegamento su di sé tipici delle minoranze. Nella situazione conflittuale della regione i cristiani sono esortati a promuovere “la pedagogia della pace”: si tratta di una via “realistica, anche se rischia di essere respinta dai più; essa ha anche più possibilità di essere accolta, visto che la violenza tanto dei forti quanto dei deboli ha condotto, nella regione del Medio Oriente, unicamente a fallimenti e a uno stallo generale”. Si tratta di una situazione “sfruttata dal terrorismo mondiale più radicale”. Il contributo dei cristiani, “che esige molto coraggio, è indispensabile” anche se “troppo spesso” i Paesi mediorientali “identificano l’Occidente con il Cristianesimo” recando grande danno alle Chiese cristiane. Il documento analizza anche il forte impatto della modernità che al musulmano credente “si presenta con un volto ateo e immorale. Egli la vive come un’invasione culturale che lo minaccia, turbando il suo sistema di valori”. “La modernità, del resto, è anche lotta per la giustizia e l’uguaglianza, difesa dei diritti”.
“Il cristiano ha un contributo speciale da apportare nell’ambito della giustizia e della pace”; ha il dovere di “denunciare con coraggio la violenza da qualunque parte essa provenga, e suggerire una soluzione, che non può passare che per il dialogo”, la riconciliazione e il perdono. Tuttavia i cristiani devono “esigere con mezzi pacifici” che anche i loro diritti “siano riconosciuti dalle autorità civili”. Il documento affronta quindi il tema dell’evangelizzazione in una società musulmana che può avvenire solo attraverso la testimonianza: ma “si chiede che essa sia garantita anche da opportuni interventi esterni”. Ad ogni modo l’attività caritativa delle comunità cattoliche “verso i più poveri e gli esclusi, senza discriminazione, rappresenta il modo più evidente della diffusione dell’insegnamento cristiano”.
Nella Conclusione, il documento rileva “la preoccupazione per le difficoltà del momento presente, ma, al contempo, la speranza, fondata sulla fede cristiana”. “Da decenni, la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, il non rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e l’egoismo delle grandi potenze hanno destabilizzato l’equilibrio della regione e imposto alle popolazioni una violenza che rischia di gettarle nella disperazione. La conseguenza di tutto ciò è l’emigrazione, specialmente dei cristiani. Di fronte a questa sfida e sostenuto dalla comunità cristiana universale, il cristiano del Medio Oriente è chiamato ad accettare la propria vocazione, al servizio della società”.
“Ai cristiani del Medio Oriente – conclude l’’Instrumentum laboris’ - si può ripetere ancora oggi: ‘Non temere, piccolo gregge’ (Lc 12, 32), tu hai una missione, da te dipenderà la crescita del tuo Paese e la vitalità della tua Chiesa, e ciò avverrà solo con la pace, la giustizia e l’uguaglianza di tutti i suoi cittadini!”.
SE/ VIS 20100606 (1540)

sabato 5 giugno 2010

INTERVISTA AL PAPA SULL’AEREO DIRETTO A CIPRO

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2010 (VIS). Questa mattina, nel corso del viaggio aereo verso Cipro, il Santo Padre Benedetto XVI ha risposto ad alcune domande dei giornalisti del Volo Papale.
La prima domanda è stata formulata dal Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, a nome di tutti i colleghi. Riferendosi all’assassinio del Vescovo Luigi Padovese, O.F.M.Cap., , il 3 giugno scorso, Padre Lombardi ha detto: “Volevo chiederLe di dirci qualche parola su come Lei ha recepito questa notizia e come vive l’inizio del viaggio a Cipro in quest’atmosfera”.
“Naturalmente” – ha detto il Papa – “sono profondamente addolorato per la morte di Monsignor Padovese, che ha anche molto contribuito per la preparazione del Sinodo (del Medio Oriente); ha collaborato, e sarebbe stato un elemento prezioso in questo Sinodo. Raccomandiamo alla bontà del Signore la sua anima. Questa ombra, tuttavia, non ha niente a che fare con i temi stessi e con la realtà del viaggio, perché non dobbiamo attribuire alla Turchia o ai Turchi questo fatto. È una cosa sulla quale abbiamo poche informazioni. Sicuro è che non si tratta di un assassinio politico o religioso; si tratta di una cosa personale. Aspettiamo ancora tutte le spiegazioni, ma non vogliamo adesso mescolare questa situazione tragica con il dialogo con l’Islam e con tutti i problemi del nostro viaggio. È un caso a parte, che rende tristi, ma che non dovrebbe oscurare in nessun modo il dialogo, in tutti i sensi, che sarà tema e intenzione di questo viaggio”.
La seconda domanda è stata: “E come pensa che la Sua visita possa contribuire a risolvere la distanza fra la parte greca e quella turca, a procedere verso una soluzione di convivenza pacifica, nel rispetto della libertà religiosa, del patrimonio spirituale e culturale delle diverse comunità?”
Il Papa ha risposto: “Questo viaggio a Cipro è, in molti sensi, una continuazione del viaggio dell’anno scorso in Terra Santa e anche del viaggio a Malta di quest’anno. (...) Non vengo con un messaggio politico, ma con un messaggio religioso, che dovrebbe preparare di più le anime a trovare l’apertura per la pace”.
La terza domanda di un altro giornalista è stata: “Lei si reca in Medio Oriente pochi giorni dopo che l’attacco israeliano alla flottiglia davanti a Gaza ha aggiunto ulteriori tensioni al già difficile processo di pace. Come pensa che la Santa Sede, il Vaticano possa contribuire a superare questo momento difficile per il Medio Oriente?”.
Il Papa ha risposto: “Direi che noi contribuiamo soprattutto in modo religioso. Possiamo anche essere di aiuto con consigli politici e strategici, ma il lavoro essenziale del Vaticano è sempre quello religioso, che tocca il cuore. (...) Dopo tutti i casi di violenza, non perdere la pazienza, non perdere il coraggio, non perdere la longanimità di ricominciare; (...) nella certezza che possiamo andare avanti, che possiamo arrivare alla pace, che la violenza non è la soluzione, ma la pazienza del bene. Creare questa disposizione mi sembra il principale lavoro che il Vaticano e i suoi organi e il Papa possono fare”.
Padre Lombardi: “Il dialogo con gli Ortodossi ha fatto molti passi avanti dal punto di vista culturale, spirituale e della vita. (...). Ma qual è la sua valutazione sul dialogo, anche dal punto di vista più propriamente teologico?”.
Papa: “Vorrei innanzitutto sottolineare questi progressi grandi che abbiamo fatto nella comune testimonianza dei valori cristiani nel mondo secolarizzato. (...) Naturalmente, ci sono molti problemi teologici, ma anche qui gli elementi di unità sono forti. Vorrei indicare tre elementi che ci legano, che ci vedono sempre più vicini, ci fanno sempre più vicini. Primo: la Scrittura (...). Come secondo elemento, diciamo: la tradizione, che ci interpreta, che ci apre la porta per la Scrittura (...). E terzo punto: la cosiddetta ‘regula fidei’, cioè la confessione della fede elaborata negli antichi Concili è la somma di quanto sta nella Scrittura (...). Naturalmente, non è la discussione teologica che crea di per sé l’unità; è una dimensione importante, ma tutta la vita cristiana, il conoscersi, l’esperienza della fratellanza, imparare, nonostante l’esperienza del passato, questa fraternità comune, sono processi che esigono anche grande pazienza. Ma mi sembra che stiamo proprio imparando la pazienza”.
Padre Lombardi: “Quali sono le Sue principali attese e speranze per questo Sinodo, per le comunità cristiane e anche per i credenti di altre fedi in questa regione?”.
La risposta del Papa è stata: “Il primo punto importante è che diversi Vescovi, Capi di Chiese si vedano qui (...). Questa comunione concreta di dialogo e di vita è un primo punto. Secondo è anche la visibilità di queste Chiese, (...) ci aiuta anche ad essere loro vicini, ad approfondire la nostra conoscenza reciproca, a imparare gli uni dagli altri, ad aiutarci, e aiutare così anche i cristiani del Medio Oriente a non perdere la speranza, a rimanere, anche se le situazioni possono essere difficili. Così - terzo punto - nel dialogo tra di loro si aprono anche al dialogo con gli altri cristiani ortodossi, armeni, eccetera, e cresce una comune consapevolezza della responsabilità cristiana e anche una comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani, che sono fratelli, nonostante le diversità”.
PV-CIPRO/ VIS 20100605 (890)

INCONTRO CON AUTORITÀ CIVILI E CORPO DIPLOMATICO

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2010 (VIS). Questa mattina, lasciata la Nunziatura Apostolica di Nicosia, dove è giunto venerdì scorso proveniente da Paphos, il Santo Padre si è diretto al Palazzo Presidenziale di Nicosia per la visita di cortesia al Presidente della Repubblica Signor Demetris Christofias e per incontrare le Autorità civili ed il Corpo diplomatico.
Benedetto XVI è stato accolto all’esterno del Palazzo dal Presidente Christofias e dalla Consorte. Il Papa ha deposto una corona di fiori ai piedi della statua dell’Arcivescovo Makarios III (1913-1977), Arcivescovo della Chiesa Ortodossa di Cipro e primo Presidente della Repubblica di Cipro, eminente personalità religiosa e politica che ha lasciato una profonda impronta nella memoria storica del Paese.
Dopo un colloquio privato con il Presidente della Repubblica e i suoi familiari, il Papa ha incontrato, nel giardino del Palazzo Presidenziale, le Autorità civili e il Corpo diplomatico. Infine ha tenuto un discorso.
“Ho appena deposto una corona di fiori al monumento del defunto Arcivescovo Makarios, primo Presidente della Repubblica di Cipro” – ha detto il Papa – “Come lui, ciascuno di voi nella vita di pubblico servizio deve essere impegnato a servire il bene degli altri nella società, a livello locale, nazionale ed internazionale. Si tratta di una nobile vocazione, stimata dalla Chiesa”.
“Come servitori pubblici” – ha proseguito il Pontefice – “voi conoscete l’importanza della verità, dell’integrità e del rispetto nel vostro relazionarvi con gli altri. Le relazioni personali sono spesso i primi passi per costruire fiducia e – a tempo debito – solidi vincoli di amicizia fra individui, popoli e nazioni. (...) In Paesi con situazioni politiche delicate, un simile rapporto personale onesto e aperto può essere l’inizio di un bene più grande per società e popoli interi”.
“Gli antichi filosofi greci ci insegnano inoltre che il bene comune viene servito precisamente attraverso l’influenza di persone dotate di chiara visione morale e di coraggio. (...) La rettitudine morale e il rispetto imparziale degli altri e del loro benessere sono essenziali al bene di qualsiasi società, dato che essi stabiliscono un clima di fiducia nel quale ogni relazione umana, religiosa o economica, sociale e culturale, o civile e politica, acquista forza e sostanza”.
“Ma cosa significa in termini pratici rispettare e promuovere la verità morale nel mondo della politica e della diplomazia a livelli nazionali ed internazionali?”
“Prima di tutto” – ha detto Benedetto XVI – “il promuovere la verità morale significa agire in modo responsabile sulla base della conoscenza dei fatti reali. (...) Quando le parti riescono ad innalzarsi dal proprio modo di vedere gli eventi, acquisiscono una visione oggettiva e integrale. Quanti sono chiamati a risolvere simili dispute sono in grado di prendere le giuste decisioni e di promuovere una genuina riconciliazione nel momento in cui afferrano e riconoscono la verità piena di una questione specifica”.
“Un secondo modo di promuovere la verità morale consiste nel destrutturare le ideologie politiche che altrimenti soppianterebbero la verità. Le esperienze tragiche del XX secolo hanno posto in evidenza l’inumanità che consegue dalla soppressione della verità e della dignità umana. (...) In questo senso, parlando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ho richiamato l’attenzione sui tentativi di certi ambienti di reinterpretare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo al fine di soddisfare interessi particolari, che avrebbero compromesso l’intima unitarietà della Dichiarazione e l’avrebbero allontanata dei suoi intenti originari”.
“In terzo luogo, il promuovere la verità morale nella vita pubblica esige uno sforzo costante per fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale. Richiamarsi ad essa, un tempo, era considerato evidente da sé, ma l’onda del positivismo nella dottrina giuridica contemporanea richiede la riaffermazione di questo importante assioma. Individui, comunità e Stati senza la guida di verità morali oggettive, diverrebbero egoisti e senza scrupoli, ed il mondo sarebbe un luogo pericoloso per viverci”.
“Quando le politiche che sosteniamo sono poste in atto in armonia con la legge naturale propria della nostra comune umanità, allora le nostre azioni diventano più fondate e portano ad un’atmosfera di intesa, di giustizia e di pace”.
Al termine del suo discorso il Papa si è diretto in automobile verso la Scuola elementare di San Maron, a cinque chilometri di distanza, dove si è svolto l’incontro con la comunità cattolica cipriota.
PV-CIPRO/ VIS 20100605 (710)

CATTOLICI CIPRIOTI: PROMUOVERE VALORI VANGELO

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2010 (VIS). Alle 10:45 (ora locale) di questa mattina, il Papa ha incontrato una rappresentanza della Comunità cattolica di Cipro – costituita da 25.000 membri – nel campo sportivo della Scuola elementare di San Maron.
“Come successore di Pietro, sto tra di voi oggi” – ha detto il Papa all’inizio del suo discorso – “per offrirvi l’assicurazione del mio sostegno, delle mie affettuose preghiere e del mio incoraggiamento”.
“Anche voi, odierni seguaci di Cristo” – ha detto il Papa ai fedeli – “siete chiamati a vivere la vostra fede nel mondo unendo le vostre voci ed azioni per la promozione dei valori del Vangelo giunti a voi attraverso generazioni di Cristiani Ciprioti. Questi valori, profondamente radicati nelle vostre culture, così come nel patrimonio della Chiesa universale, dovranno continuare a ispirare i vostri sforzi di promuovere la pace, la giustizia e il rispetto per la vita umana e la dignità dei vostri concittadini. In questo modo la vostra fedeltà al Vangelo assicurerà beneficio a tutta la società cipriota”.
Il Papa ha richiamato l’attenzione sulla necessità della “ricerca di una maggiore unità nella carità con gli altri cristiani e il dialogo con coloro che non sono cristiani. (...) Nella vostra particolare situazione, voi siete in grado di portare un contributo personale al raggiungimento di una maggiore unità cristiana nella vita quotidiana. Vi incoraggio a fare così, confidando che lo Spirito del Signore, che ha pregato perché i suoi discepoli siano uno, vi accompagni in questo importante compito”.
“Guardando al dialogo interreligioso molto ancora occorre fare nel mondo” – ha fatto notare il Pontefice – “Questo è un altro campo” – ha detto – “nel quale i cattolici di Cipro spesso vivono situazioni che offrono loro delle opportunità per una giusta e prudente azione. Solo attraverso un paziente lavoro di reciproca fiducia può essere superato il peso della storia passata, e le differenze politiche e culturali fra i popoli possono diventare un motivo di operare per una maggiore comprensione. Vi esorto ad aiutare a creare tale vicendevole fiducia fra cristiani e non cristiani, come fondamento per costruire una pace durevole ed un’armonia fra i popoli di diverse religioni, regioni politiche e basi culturali”.
“Vi incoraggio” – ha proseguito il Papa – “a pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa e a promuoverle. Mentre quest’Anno Sacerdotale sta per concludersi, la Chiesa ha guadagnato una rinnovata consapevolezza della necessità di sacerdoti buoni, santi e ben preparati. Essa desidera uomini e donne religiosi completamente sottomessi a Cristo, dediti a diffondere il regno di Dio sulla terra”.
Successivamente il Papa rivolgendosi a coloro che lavorano nelle scuole cattoliche dell’Isola, in particolare i professori ha detto: “Il vostro lavoro fa parte di una lunga e stimata tradizione della Chiesa cattolica di Cipro. Continuate pazientemente a servire il bene dell’intera comunità sforzandovi di impartire una educazione eccellente. Che il Signore vi benedica abbondantemente nel sacro impegno della formazione che è il più grande dono che l’Onnipotente fa a noi e ai nostri figli”.
Prima di concludere l’incontro il Papa ha salutato i giovani presenti e li ha esortati con queste parole: “Siate forti nella vostra fede, gioiosi nel servire il Signore e generosi con il vostro tempo e i vostri talenti! Aiutate a costruire un miglior futuro per la Chiesa e per il vostro Paese mettendo il bene degli altri prima di voi stessi”.
Infine, prima di trasferirsi all’Arcivescovado Ortodosso di Cipro per l’incontro con Sua Beatitudine Chrysostomos II, il Papa ha assistito ad una rappresentazione artistica dei bambini delle scuole, seguita da canti e dalla Benedizione finale.ù
PV-CIPRO/ VIS 20100605 (590)

COOPERAZIONE ECUMENICA CHIESE CIPRO PACE MEDIO ORIENTE

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2010 (VIS). Benedetto XVI è giunto poco dopo le 12:00 di questa mattina all’Arcivescovado Ortodosso di Cipro per una visita di cortesia a Sua Beatitudine Chrysostomos II, Arcivescovo Ortodosso di Cipro.
La Chiesa Ortodossa di Cipro ha sempre mantenuto la sua indipendenza e svolto un ruolo importante nella vita politica dell’Isola. Essa ha preso parte attiva nella guerra d’indipendenza contro i Turchi, pagando un alto prezzo (nel 1825 gran parte del clero cipriota, inclusa l’intera gerarchia, fu massacrata dai turchi per sospetto appoggio alla Rivoluzione greca). Durante il periodo della dominazione inglese (1878-1958), la Chiesa cipriota si è attivamente impegnata nella lotta per l’indipendenza avvenuta nel 1960. In seguito, l’Arcivescovo Makarios fu eletto Capo della nuova Repubblica.
A seguito dell’invasione turca, oltre 170.000 cittadini ciprioti (circa un terzo della popolazione nel 1974), sono diventati profughi nella loro stessa patria; più di 500 chiese, cappelle e monasteri (cattolici, maroniti, armeni e ortodossi), sono stati occupati o distrutti. Dal 1974 fino ad oggi la Turchia ha trasferito oltre 160.000 coloni nella parte nord di Cipro.
La Chiesa Ortodossa di Cipro è membro del Consiglio Mondiale delle Chiese dal 1948 e partecipa attivamente ai vari incontri interconfessionali ed interreligiosi nella regione del Medio Oriente ed in Europa. Cipro ospita la sede del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente.
Al suo arrivo alla residenza Arcivescovile, Benedetto XVI è stato accolto da Sua Beatitudine Chrysostomos II ed ha compiuto una visita al Monumento in memoria dell’Arcivescovo Makarios ed alla Cattedrale. Successivamente il Papa ha pronunciato un breve discorso nel quale ha rievocato la visita dell’Arcivescovo Chrysostomos a Roma nel 2007, nel corso della quale fu pubblicata un Dichiarazione Comune a testimonianza del clima di reciproca fratellanza fra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa di Cipro.
Il Santo Padre ha espresso la sua riconoscenza per l’ospitalità che la Chiesa di Cipro ha offerto lo scorso anno alla Commissione Internazionale per il Dialogo Teologico riunita a Paphos e per il sostegno dato all’impegno nel dialogo.
“Possa lo Spirito Santo” – ha detto il Papa nel suo discorso – “guidare e confermare questa grande iniziativa ecclesiale, che mira a ricomporre la piena e visibile comunione tra le Chiese dell’Oriente e dell’Occidente, una comunione che deve essere vissuta nella fedeltà al Vangelo e alla tradizione apostolica, in modo che apprezzi le legittime tradizioni dell’Oriente e dell’Occidente, e che sia aperta alla diversità dei doni tramite i quali lo Spirito edifica la Chiesa nell’unità, nella santità e nella pace”.
Il Santo Padre ha espresso gratitudine anche per l’aiuto offerto dalla Chiesa di Cipro alle vittime del terremoto del 2009 a L’Aquila (Italia) e con “spirito di fraternità e di comunione” si è unito alle preghiere dell’Arcivescovo Chrysostomos “perché tutti gli abitanti di Cipro, con l’aiuto di Dio, trovino la saggezza e la forza di lavorare insieme per una giusta soluzione dei problemi che ancora sono da risolvere, impegnandosi per la pace e la riconciliazione e costruendo per le generazioni future una società che si distingua per il rispetto dei diritti di tutti, inclusi i diritti inalienabili alla libertà di coscienza e alla libertà di culto”.
“Cipro è tradizionalmente considerata parte della Terra Santa, e la situazione di continuo conflitto nel Medio Oriente deve essere motivo di riflessione per tutti i fedeli Cristiani. Nessuno può rimanere indifferente alla necessità di offrire sostegno in ogni maniera possibile ai Cristiani di quella tormentata regione, affinché le sue antiche Chiese possano vivere in pace e prosperità. Le comunità cristiane di Cipro possano trovare un ambito molto fruttuoso per la cooperazione ecumenica, pregando e lavorando insieme per la pace, la riconciliazione e la stabilità nelle terre benedette dalla presenza terrena del Principe della Pace”. Al termine del suo discorso il Santo Padre ha visitato il Museo delle Icone dell’Arcivescovado, quindi ha consumato il pranzo con l’Arcivescovo Chrysostomos.
PV-CIPRO/ VIS 20100605 (640)

TELEGRAMMA PER L’ASSASSINIO DEL VESCOVO LUIGI PADOVESE

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2010 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI, tramite il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio all’Arcivescovo Antonio Lucibello, Nunzio Apostolico in Turchia, per l’assassinio, il 3 giugno scorso, a Iskendurun (Turchia), del Vescovo Luigi Padovese, O.F.M.Cap., Vicario Apostolico dell’Anatolia e Presidente della Conferenza Episcopale Turca.
“Profondamente addolorato per l’assassinio del Vescovo Luigi Padovese, Vicario Apostolico dell’Anatolia, il Santo Padre la prega di trasmettere le sue sentite condoglianze e l’assicurazione della sua vicinanza nella preghiera ai vescovi, sacerdoti, religiose i laici della Chiesa in Turchia. Il Papa si unisce a tutti voi nel raccomandare la nobile anima di questo amato Pastore all’infinita misericordia di Dio nostro Padre. Rendiamo grazie per la sua generosa testimonianza del Vangelo, e il suo risoluto impegno per il dialogo e la riconciliazione che hanno caratterizzato la sua vita sacerdotale e il suo ministero episcopale. Insieme a tutti coloro che piangono la morte del Vescovo Padovese, nella speranza che trae la sua certezza dalla risurrezione, Sua Santità di cuore imparte la Sua Benedizione Apostolica in segno di consolazione e fortezza in nostro Signore Gesù Cristo”.
TGR/ VIS 20100605 (200)

ALTRI ATTI PONTIFICI

ALTRI ATTI PONTIFICI
CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2010 (VIS). Il Santo Padre:
- Ha nominato il Vescovo Julio Hernando García Peláez, Vescovo di Istmina – Tadó (superficie: 22.240; popolazione: 214.500; cattolici: 201.000; sacerdoti: 68; religiosi: 109), Colombia. Finora Ausiliare di Cali (Colombia), succede al Vescovo Alonso Llano Ruiz, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
- Ha nominato il Padre Robert Dodaro, O.S.A., che è Preside dell’Istituto Patristico “Augustinianum” in Roma, Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.NER:RE:NA/ VIS 20100605 (90)

venerdì 4 giugno 2010

ARRIVO BENEDETTO XVI A CIPRO, CROCEVIA CULTURE E RELIGIONI

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2010 (VIS). Benedetto XVI, primo Pontefice a recarsi a Cipro, è atterrato questa mattina alla 14:00 (ora locale), all’aeroporto di Paphos, dando inizio al sedicesimo suo Viaggio Apostolico fuori d’Italia. All’arrivo il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica di Cipro, Signor Demetris Christofias e dalla Consorte.
Ad accogliere il Santo Padre anche il Nunzio Apostolico a Cipro, Arcivescovo Antonio Franco, l’Arcivescovo maronita di Cipro, Monsignor Joseph Soueif, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Sua Beatitudine Monsignor Fouad Twal, il Custode di Terrasanta, Padre Pierbattista Pizzaballa. Era inoltre presente l’Arcivescovo ortodosso di Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II.
Dopo il saluto del Presidente della Repubblica di Cipro, Benedetto XVI ha pronunciato un breve discorso:
“Cipro si trova all’incrocio di culture e religioni” – ha detto il Papa – “di storie gloriose ed antiche insieme, ma che ancora mantengono un forte e visibile impatto sulla vita del vostro Paese. Essendo entrata recentemente nell’Unione Europea, la Repubblica di Cipro ha iniziato a sentire il beneficio di scambi economici e politici con gli altri Paesi Europei. (...) È grandemente auspicabile che questa appartenenza porti prosperità nel vostro Paese e che gli altri Paesi Europei, a loro volta, vengano arricchiti dalla vostra eredità spirituale e culturale, che riflette il vostro ruolo storico, trovandovi tra l’Europa, l’Asia e l’Africa. Possano l’amore della vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordiosa di Dio onnipotente, ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra Isola”.
“Seguendo le orme dei nostri comuni padri nella fede, i Santi Paolo e Barnaba, sono venuto fra voi come pellegrino e il servo dei servi di Dio. Da quando gli Apostoli hanno portato il messaggio cristiano in queste rive, Cipro è stata benedetta da una forte eredità cristiana. Saluto” – ha detto il Papa – “come un fratello in quella fede, Sua Beatitudine Crisostomo Secondo, Arcivescovo di Nea Giustiniana e di Tutta Cipro, e attendo intensamente di poter incontrare presto molti altri membri della Chiesa Ortodossa di Cipro”.
Benedetto XVI ha esteso il suo saluto agli “altri responsabili religiosi Ciprioti” ed ha auspicato: “Spero di rafforzare i nostri comuni legami e di ribadire la necessità di consolidare la reciproca fiducia e l'amicizia durevole con tutti quelli che adorano l'unico Dio”.
“Quale successore di Pietro vengo in modo speciale a salutare i Cattolici di Cipro per confermarli nella fede ed incoraggiarli ad essere esemplari sia come cristiani che come cittadini, e a vivere pienamente il loro ruolo nella società a beneficio sia della Chiesa, sia dello Stato. Durante la mia permanenza tra di voi consegnerò anche l’’Instrumentum Laboris’, un documento di lavoro in vista della Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in seguito, a Roma, quest’anno. Tale Assemblea esaminerà molti aspetti della presenza della Chiesa nella regione e le sfide che i Cattolici devono affrontare, talvolta in circostanze difficili, vivendo la comunione con la Chiesa Cattolica ed offrendo la loro testimonianza a servizio della società e del mondo”.
“Cipro è perciò” – ha concluso il Pontefice – “un luogo appropriato dal quale lanciare la riflessione della nostra Chiesa sul posto della secolare comunità cattolica del Medio Oriente, la nostra solidarietà con tutti i Cristiani della regione e la nostra convinzione che essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli”.
Al termine del discorso il Santo Padre si è diretto alla chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa, per assistere ad una celebrazione ecumenica”.
PV-CIPRO/ VIS 20100604 (600)

COMUNIONE ECCLESIALE È DONO E CHIAMATA ALLA MISSIONE

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2010 (VIS). Alle 15:15 (ora locale), il Santo Padre è giunto alla Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa (Santa Ciriaca Chrysopolitissa), luogo di culto ortodosso, aperto anche ai Cattolici ed agli Anglicani dal 1987, per volere dell’allora Vescovo Ortodosso di Paphos, l’attuale Arcivescovo di Cipro Sua Beatitudine Chrysostomos II. La Chiesa si affaccia sul sito archeologico dove si trovano le vestigia della basilica paleocristiana del IV secolo. Nei pressi della chiesa si trova la “Colonna di San Paolo”, oggetto di devozione popolare e riconducibile secondo la tradizione orale al soggiorno dell’Apostolo nell’isola.
Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal parroco della comunità latina Padre Elias. All’interno della chiesa il Papa si è raccolto in preghiera silenziosa e successivamente è uscito dall’antica porta centrale della chiesa per salutare i fedeli raccolti nel sito archeologico. L’Arcivescovo ortodosso di Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II ha rivolto il suo saluto a Benedetto XVI e dopo la lettura del primo viaggio di Bárnaba e Paolo a Cipro, il Santo Padre ha pronunciato il suo discorso.
“Fu (...) da questo posto” – ha detto Benedetto XVI – “che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione apostolica, fu capace di piantare radici in tutto il mondo allora conosciuto”.
“La Chiesa a Cipro può giustamente andare fiera del proprio collegamento diretto con la predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e della comunione nella fede apostolica, che la lega a tutte quelle Chiese che custodiscono la stessa regola della fede. Questa è la comunione, reale, benché imperfetta, che già ora ci unisce, e che ci sospinge a superare le nostre divisioni e a lottare per ripristinare quella piena unione visibile, che è voluta dal Signore per tutti i suoi seguaci”.
“La comunione ecclesiale nella fede apostolica è sia un dono, sia un appello alla missione” – ha sottolineato il Papa - “Come Paolo e Barnaba, ogni cristiano mediante il battesimo, è ‘riservato’ perché porti testimonianza profetica al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace. In tale contesto, l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre, rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione. Significativamente, i lavori del Sinodo saranno arricchiti dalla presenza di delegati fraterni di altre Chiese e Comunità cristiane dell’area, quale segno del comune impegno al servizio della parola di Dio e della nostra apertura alla potenza della sua Grazia che riconcilia”.
“L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza che esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi. (...) Giusto cento anni orsono, alla Conferenza Missionaria di Edimburgo, l’acuta consapevolezza che le divisioni fra cristiani erano un ostacolo alla diffusione del Vangelo diede origine al movimento ecumenico moderno. Oggi dobbiamo essere grati al Signore, il quale, mediante il suo Spirito, ci ha condotto – specie negli ultimi decenni –a riscoprire la ricca eredità apostolica condivisa da Oriente e da Occidente, e, mediante un dialogo paziente e sincero, a trovare le vie per riavvicinarci l’un l’altro, superando le controversie del passato e guardando ad un futuro migliore”.
“La Chiesa in Cipro, che si dimostra essere come un ponte fra l’Oriente e l’Occidente, ha contribuito molto a questo processo di riconciliazione. La via che conduce all’obiettivo della piena comunione non sarà certamente priva di difficoltà, ma la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa di Cipro sono impegnate a progredire sul cammino del dialogo e della cooperazione fraterna”.
“Possa lo Spirito Santo” – ha concluso il Pontefice – “illuminare le nostre menti e irrobustire la nostra determinazione, così che insieme possiamo recare il messaggio della salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo, i quali sono assetati di quella verità che porta libertà autentica e salvezza, la verità il cui nome è Gesù Cristo!”.
Dopo la recita del Padre Nostro e l’ascolto di un canto bizantino, il Papa è rientrato per alcuni minuti nella Sagrestia ed ha benedetto una targa inaugurale per una nuova “Casa per anziani” realizzata dalla Comunità cattolica latina a Paphos. Infine si è recato in autovettura a Nicosia, capitale dell’Isola.
PV-CIPRO/ VIS 20100604 (720)

SACERDOZIO PROFETICO DI GESÙ ED EUCARISTIA

CITTA' DEL VATICANO, 3 GIU. 2010 (VIS). Alle 19:00 di oggi, Solennità del Corpus Domini, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato l’Eucaristia nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, a causa dell’inclemenza del tempo, l’Adorazione Eucaristica si è svolta all’interno della Basilica e non si è svolta la consueta processione fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore.
Nell’omelia il Papa ha invitato “a meditare sul rapporto tra l’Eucaristia e il Sacerdozio di Cristo”, alla luce dei testi biblici.
“La prima cosa che occorre sempre ricordare è che Gesù non era un sacerdote secondo la tradizione giudaica” – ha detto Benedetto XVI – “(...) Non apparteneva alla discendenza di Aronne, bensì a quella di Giuda, e quindi legalmente gli era preclusa la via del sacerdozio. La persona e l’attività di Gesù di Nazaret non si collocano nella scia dei sacerdoti antichi, ma piuttosto in quella dei profeti. E in questa linea, Gesù prese le distanze da una concezione rituale della religione, criticando l’impostazione che dava valore ai precetti umani legati alla purità rituale piuttosto che all’osservanza dei comandamenti di Dio, cioè all’amore per Dio e per il prossimo, che, come dice il Signore, ‘vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici’. (...) Dunque, Gesù non viene riconosciuto come un Messia sacerdotale, ma profetico e regale. Anche la sua morte, che noi cristiani giustamente chiamiamo ‘sacrificio’, non aveva nulla dei sacrifici antichi, anzi, era tutto l’opposto: l’esecuzione di una condanna a morte, per crocifissione, la più infamante, avvenuta fuori dalle mura di Gerusalemme”.
“Allora, in che senso Gesù è sacerdote?” – si è chiesto il Pontefice – ed ha affermato che nella Lettera agli Ebrei “la passione di Cristo è presentata come una preghiera e come un’offerta. Gesù affronta la sua ‘ora’, che lo conduce alla morte di croce, immerso in una profonda preghiera, che consiste nell’unione della sua propria volontà con quella del Padre. Questa duplice ed unica volontà è una volontà d’amore. Vissuta in questa preghiera, la tragica prova che Gesù affronta viene trasformata in offerta, in sacrificio vivente”.
Gesù “avendo obbedito fino all’estremo della morte in croce, è diventato ‘causa di salvezza’ per tutti coloro che obbediscono a Lui. È diventato cioè sommo Sacerdote per avere Egli stesso preso su di sé tutto il peccato del mondo, come ‘Agnello di Dio’. È il Padre che gli conferisce questo sacerdozio nel momento stesso in cui Gesù attraversa il passaggio della sua morte e risurrezione. Non è un sacerdozio secondo l’ordinamento della legge mosaica, ma ‘secondo l’ordine di Melchisedek’, secondo un ordine profetico, dipendente soltanto dalla sua singolare relazione con Dio”.
“Il sacerdozio di Cristo comporta la sofferenza. Gesù ha veramente sofferto, e lo ha fatto per noi. Egli era il Figlio e non aveva bisogno di imparare l’obbedienza, ma noi sì, ne avevamo e ne abbiamo sempre bisogno. Perciò il Figlio ha assunto la nostra umanità e per noi si è lasciato ‘educare’ nel crogiuolo della sofferenza, si è lasciato trasformare da essa, come il chicco di grano che per portare frutto deve morire nella terra. Attraverso questo processo Gesù è stato ‘reso perfetto’, in greco ‘teleiotheis’”. che “appartiene ad una radice verbale che, nella versione greca del Pentateuco, cioè i primi cinque libri della Bibbia, viene sempre usata per indicare la consacrazione degli antichi sacerdoti. Questa scoperta è assai preziosa, perché ci dice che la passione è stata per Gesù come una consacrazione sacerdotale”.
Nell’Eucaristia, “Gesù ha anticipato il suo Sacrificio, un Sacrificio non rituale, ma personale. Nell’Ultima Cena Egli agisce mosso da quello ‘spirito eterno’ con il quale si offrirà poi sulla Croce. Ringraziando e benedicendo, Gesù trasforma il pane e il vino. È l’amore divino che trasforma: l’amore con cui Gesù accetta in anticipo di dare tutto se stesso per noi. Questo amore non è altro che lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre e del Figlio, che consacra il pane e il vino e muta la loro sostanza nel Corpo e nel Sangue del Signore, rendendo presente nel Sacramento lo stesso Sacrificio che si compie poi in modo cruento sulla Croce”.
“È questa forza divina, la stessa che realizzò l’Incarnazione del Verbo, a trasformare l’estrema violenza e l’estrema ingiustizia in atto supremo d’amore e di giustizia. Questa è l’opera del sacerdozio di Cristo, che la Chiesa ha ereditato e prolunga nella storia, nella duplice forma del sacerdozio comune dei battezzati e di quello ordinato dei ministri, per trasformare il mondo con l’amore di Dio”.
HML/ VIS 20100604 (750)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2010 (VIS). Il Santo Padre:
- Ha nominato il Vescovo Bernard Bober, Arcivescovo Metropolita di Kosice (superficie: 10.403; popolazione: 1.111.132; cattolici: 678.170; sacerdoti: 451; religiosi: 439, diaconi permanenti: 3), Slovacchia. L’Arcivescovo eletto è nato nel 1950 a Zbudské Dlhe (Slovacchia), è stato ordinato sacerdote nel 1974 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1993. Finora Vescovo Ausiliare della medesima Arcidiocesi, succede all’Arcivescovo Alojz Tkác, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima arcidiocesi presentata per raggiunti limiti d’età.
- Ha nominato il Padre David M. O’Connell, C.M., Vescovo Coadiutore di Trenton (superficie: 5.580; popolazione: 2.048.000; cattolici: 822.000; sacerdoti: 314; religiosi: 510; diaconi permanenti: 320), Stati Uniti d’America. Il Vescovo eletto è nato a Philadelphia (Stati Uniti d’America) nel 1955, è stato ordinato sacerdote nel 1982 ed è stato finora Presidente dell’Università Cattolica d’America a Washington, D.C.
- Ha nominato il Reverendo Joseph Son Sam-seok, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Pusan (superficie: 3.267; popolazione: 5.452.710; cattolici: 409.587; sacerdoti: 289; religiosi: 877), Corea. Il Vescovo eletto è nato nel 1955 a Pusan (Corea), è stato ordinato sacerdote nel 1982 ed è stato finora Decano della Facoltà di Teologia al Seminario Maggiore di Pusan.
Il 3 giugno il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato il Vescovo Darío de Jesús Monsalve Mejía, finora Vescovo di Málaga – Soatá (Colombia), Arcivescovo Coadiutore di Cali (superficie: 2.504; popolazione: 2.692.000; cattolici: 2.287.000; sacerdoti: 325; religiosi: 908; diaconi permanenti: 17), Colombia. L’Arcivescovo eletto è nato a Jericó (Colombia), nel 1948, è stato ordinato sacerdote nel 1976, ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1993.
NER:RE:NEC:NEA/ VIS 20100604 (270)

mercoledì 2 giugno 2010

TOMMASO D’AQUINO: ARMONIA TRA FEDE CRISTIANA E RAGIONE

CITTA' DEL VATICANO, 2 GIU. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ripreso le catechesi dell’Udienza Generale del Mercoledì, dedicate ai grandi teologi del periodo medioevale e si è soffermato sulla figura di San Tommaso d’Aquino, chiamato “Doctor Angelicus” per “la sublimità del pensiero e la purezza della vita”.
San Tommaso “nacque tra il 1224 e il 1225 nel castello che la sua famiglia, nobile e facoltosa, possedeva a Roccasecca, nei pressi di Aquino, vicino alla celebre abbazia di Montecassino, dove fu inviato dai genitori per ricevere i primi elementi della sua istruzione. Qualche anno dopo si trasferì nella capitale del Regno di Sicilia, Napoli, dove Federico II aveva fondato una prestigiosa Università. In essa veniva insegnato, senza le limitazioni vigenti altrove, il pensiero del filosofo greco Aristotele, al quale il giovane Tommaso venne introdotto, e di cui intuì il grande valore. Ma soprattutto, in quegli anni trascorsi a Napoli, nacque la sua vocazione domenicana”.
“Nel 1245 (...) fu inviato a Parigi per studiare teologia sotto la guida di un altro santo, Alberto Magno (...). Alberto e Tommaso strinsero una vera e profonda amicizia e impararono a stimarsi e a volersi bene, al punto che Alberto volle che il suo discepolo lo seguisse anche a Colonia (Germania), dove egli era stato inviato dai Superiori dell’Ordine a fondare uno studio teologico”.
“Tommaso d’Aquino, alla scuola di Alberto Magno, svolse un’operazione di fondamentale importanza per la storia della filosofia e della teologia, come anche per la storia e la cultura” – ha detto il Papa – “studiò a fondo Aristotele e i suoi interpreti (...); commentò gran parte delle opere aristoteliche, distinguendovi ciò che era valido da ciò che era dubbio o da rifiutare del tutto, mostrando la consonanza con i dati della Rivelazione cristiana e utilizzando largamente e acutamente il pensiero aristotelico nell’esposizione degli scritti teologici che compose. In definitiva, Tommaso d’Aquino mostrò che tra fede cristiana e ragione sussiste una naturale armonia”.
“Per le sue eccellenti doti intellettuali, Tommaso fu richiamato a Parigi come professore di teologia sulla cattedra domenicana. Qui iniziò anche la sua produzione letteraria (...): commenti alla Sacra Scrittura, commenti agli scritti di Aristotele, opere sistematiche poderose, tra cui eccelle la ‘Summa Theologiae’”.
“Per la composizione dei suoi scritti, era coadiuvato da alcuni segretari, tra i quali il confratello Reginaldo di Piperno, che lo seguì fedelmente e al quale fu legato da fraterna e sincera amicizia, caratterizzata da una grande confidenza e fiducia. È questa una caratteristica dei santi” – ha detto il Papa – “coltivano l’amicizia, perché essa è una delle manifestazioni più nobili del cuore umano e ha in sé qualche cosa di divino”.
“Nel 1259 partecipò al Capitolo Generale dei Domenicani a Valenciennes (Francia) dove fu membro di una commissione che stabilì il programma di studi nell’Ordine. Dal 1261 al 1265, poi, Tommaso era ad Orvieto. Il Pontefice Urbano IV, che nutriva per lui una grande stima, gli commissionò la composizione dei testi liturgici per la festa del ‘Corpus Domini’, istituita in seguito al miracolo eucaristico di Bolsena”.
“Tommaso ebbe un’anima squisitamente eucaristica” – ha affermato il Papa – “I bellissimi inni che la liturgia della Chiesa canta per celebrare il mistero della presenza reale del Corpo e del Sangue del Signore nell’Eucaristia sono attribuiti alla sua fede e alla sua sapienza teologica”.
“Nel 1269 fu richiamato a Parigi per un secondo ciclo di insegnamento. (...) Un suo ex-allievo dichiarò che una grandissima moltitudine di studenti seguiva i corsi di Tommaso”, ma il Doctor Angelicus “Oltre che allo studio e all’insegnamento, (...) si dedicò pure alla predicazione al popolo, che volentieri andava ad ascoltarlo. È veramente una grande grazia, quando i teologi sanno parlare con semplicità e fervore ai fedeli. Il ministero della predicazione, d’altra parte, aiuta gli stessi studiosi di teologia a un sano realismo pastorale, e arricchisce di vivaci stimoli la loro ricerca”, ha commentato il Pontefice.
Negli ultimi mesi della vita terrena, Tommaso, che morì nel 1274, nell’Abbazia cistercense di Fossanova (Italia), mentre era in viaggio verso Lione per partecipare al Concilio Ecumenico indetto da Papa Gregorio X, confessò all’amico Reginaldo di Piperno, che aveva compreso, in seguito a una rivelazione soprannaturale, che “quanto aveva scritto fino ad allora era solo ‘un mucchio di paglia’”, per cui non avrebbe più scritto altre opere.
“È un episodio misterioso” – ha concluso il Pontefice – “che ci aiuta a comprendere non solo l’umiltà personale di Tommaso, ma anche il fatto che tutto ciò che riusciamo a pensare e a dire sulla fede, per quanto elevato e puro, è infinitamente superato dalla grandezza e dalla bellezza di Dio, che ci sarà rivelata in pienezza nel Paradiso”.
AG/ VIS 20100602 (760)

APPELLO PER GAZA: VIOLENZA NON RISOLVE CONTROVERSIE

CITTA' DEL VATICANO, 2 GIU. 2010 (VIS). Al termine dell’Udienza Generale di oggi, il Papa ha detto: “Con profonda trepidazione seguo le tragiche vicende avvenute in prossimità della Striscia di Gaza. Sento il bisogno di esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime di questi dolorosissimi eventi, che preoccupano quanti hanno a cuore la pace nella regione. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le controversie, ma ne accresce le drammatiche conseguenze e genera altra violenza. Faccio appello a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale affinché ricerchino incessantemente soluzioni giuste attraverso il dialogo, in modo da garantire alle popolazioni dell'area migliori condizioni di vita, in concordia e serenità. Vi invito ad unirvi a me nella preghiera per le vittime, per i loro familiari e per quanti soffrono. Il Signore sostenga gli sforzi di coloro che non si stancano di operare per la riconciliazione e la pace”.
AG/ VIS 20100602 (170)

TELEGRAMMA VITTIME CATASTROFI NATURALI IN GUATEMALA

CITTA' DEL VATICANO, 2 GIU. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire, tramite il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, un telegramma di cordoglio all’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Nunzio Apostolico in Guatemala, per la catastrofe del ciclone Agatha che ha devastato il Paese, provocando la morte di 150 persone e numerosi feriti. Riportiamo di seguito il testo:
“Sua Santità Benedetto XVI, profondamente addolorato nell’apprendere la notizia della catastrofe naturale che ha colpito la vostra diletta Nazione, provocando vittime, feriti e numerosi danni materiali, e privando della casa numerose famiglie, offre ferventi preghiere di suffragio per l’eterno riposo dei defunti, invoca il Signore affinché conceda la sua consolazione a coloro che ne soffrono le gravi conseguenze, e prega affinché il Signore accresca nella comunità cristiana sentimenti di ardente carità, per collaborare alla ricostruzione delle aree devastate. Nel contempo esorta la comunità internazionale, le istituzioni nazionali e tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché, mossi da fraterna solidarietà, prestino efficace aiuto al Paese per superare questi momenti difficili”.
“Il Sommo Pontefice, inoltre, desidera far giungere il suo sentito cordoglio ai familiari dei defunti e la sua paterna sollecitudine e vicinanza spirituale ai feriti e a quanti hanno subito danni, a tutti impartisce di cuore la consolatrice Benedizione Apostolica, in segno di affetto al diletto popolo guatemalteco, tanto presente al suo cuore di Pastore della Chiesa Universale”.
TGR/ VIS 20100602 (240)

COMPOSTELA E L’EUROPA, LA STORIA DI DIEGO GELMÍREZ

CITTA' DEL VATICANO, 2 GIU. 2010 (VIS). Domani, giovedì 3 giugno, si inaugura nel Braccio di Carlo Magno, in Vaticano, la Mostra “Compostela e l’Europa. La storia di Diego Gelmírez”, dedicata al primo Arcivescovo di Santiago de Compostela, figura fondamentale nella costruzione della cattedrale e promotore del pellegrinaggio.
“La rassegna” – si legge in un Comunicato – “occasione inedita per conoscere a fondo la storia dell’importante sito spagnolo e il suo fondamentale contributo all’arte romanica europea, vede come curatore Manuel Castiñeira, riconosciuto specialista in arte medioevale”. Organizzata dalla Xunta di Galicia, si inserisce all’interno delle attività programmate in occasione dell’Anno Santo Compostelano 2010.
L’epoca che la città della Galizia visse con Gelmírez come Arcivescovo “fu senza dubbio l’epoca d’oro dell’arte e della cultura compostelana, contrassegnata dalla prosecuzione della Cattedrale e dalla realizzazione delle grandi facciate del transetto, dalla costruzione di due palazzi episcopali e di infrastrutture urbane, come pure dalla promozione di una scuola di Grammatica e dalla compilazione di testi storici, religiosi e letterari quali la ‘Historia Compostelana’ ed il ‘Codice Callistano’”.
Fra le opere esposte provenienti dalla Cattedrale di Santiago e da altri monumenti spiccano la colonna tortili e il bassorilievo ‘Donna con i grappoli d’uva’ (della Cattedrale di Santiago), così come opere d’arte provenienti da monumenti situati lungo le vie di pellegrinaggio a Compostela come Santa Fede di Conques, San Saturnino di Tolosa o Santiago di Altopascio.
La mostra, che sarà visitabile fino al 1° agosto, ad ingresso gratuito, “costituisce la prima proposta espositiva realizzata da Santiago de Compostela attorno alla figura di Gelmírez e si prefigge lo scopo di illustrare al pubblico l’importanza di questo personaggio per la storia della Galizia e soprattutto per la costruzione dell’Europa romanica”.
OP/ VIS 20100602 (300)

martedì 1 giugno 2010

È DI DIO CHE HA GRANDE BISOGNO LA SOCIETÀ IN CUI VIVIAMO

CITTA' DEL VATICANO, 1 GIU. 2010 (VIS). Alle 20:00 di ieri sera, nei Giardini Vaticani, si è svolta la tradizionale processione con la recita del Santo Rosario, a conclusione del mese mariano. Dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini, antistante l’abside della Basilica di San Pietro, fino alla Grotta della Madonna di Lourdes.
Alle ore 21:00, il Santo Padre Benedetto XVI è giunto alla Grotta della Madonna di Lourdes e prima di impartire la Benedizione Apostolica ha rivolto alcune parole ai fedeli presenti.
Nel commentare l’episodio della liturgia odierna, la Visitazione, la Vergine Maria che va a visitare la parente Elisabetta, il Santo Padre ha detto: “Riconosciamo l’esempio più limpido e il significato più vero del nostro cammino di credenti e del cammino della Chiesa stessa. La Chiesa è per sua natura missionaria, è chiamata ad annunciare il Vangelo dappertutto e sempre, a trasmettere la fede ad ogni uomo e donna, e in ogni cultura”.
“L’evangelista annota che ‘Maria rimase con lei (con la parente Elisabetta) circa tre mesi’ (...) per offrirle quella vicinanza affettuosa, quell’aiuto concreto e tutti quei servizi quotidiani di cui aveva bisogno. Elisabetta diventa così il simbolo di tante persone anziane e malate, anzi, di tutte le persone bisognose di aiuto e di amore. E quante ce ne sono anche oggi nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nelle nostre città! E Maria – che si era definita ‘la serva del Signore’ – si fa serva degli uomini. Più precisamente, serve il Signore che incontra nei fratelli”.
“La carità di Maria, però, non si ferma all’aiuto concreto, ma raggiunge il suo vertice nel donare Gesù stesso, nel ‘farlo incontrare’”, ha sottolineato il Pontefice che ha affermato: “Siamo così al cuore e al culmine della missione evangelizzatrice. Siamo al significato più vero e allo scopo più genuino di ogni cammino missionario: donare agli uomini il Vangelo vivente e personale, che è lo stesso Signore Gesù”.
“Gesù è il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all’umanità. È di Lui che gli uomini e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo o rifiutarlo. È di Lui che hanno grande bisogno la società in cui viviamo, l’Europa, il mondo intero”. “A noi è affidata questa straordinaria responsabilità. Viviamola con gioia e con impegno, perché la nostra sia davvero una civiltà in cui regnano la verità, la giustizia, la libertà e l’amore, pilastri fondamentali e insostituibili di una vera convivenza ordinata e pacifica. Viviamo questa responsabilità rimanendo assidui nell’ascolto della Parola di Dio, nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Sia questa la grazia che insieme questa sera domandiamo alla Vergine Santissima”.
AC/ VIS 20100601 (460)

STATISTICHE CHIESA CATTOLICA CIPRO

CITTA' DEL VATICANO, 1 GIU. 2010 (VIS). In occasione del prossimo Viaggio Apostolico del Santo Padre Benedetto XVI a Cipro, dal 4 al 6 giugno, nel corso del quale sarà pubblicato l’”Instrumentum Laboris” dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, vengono rese note le statistiche relative alla Chiesa Cattolica nel Paese. I dati, aggiornati al 31 dicembre 2008, sono a cura dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa.
Cipro, capitale Nicosia, conta una popolazione di 794.000 abitanti, dei quali 25.000 cattolici, il 3,15% della popolazione. La Chiesa cattolica conta 1 circoscrizione ecclesiastica, 13 parrocchie ed 1 centro pastorale. I Vescovi sono 2, i sacerdoti 30, 60 i religiosi e 1 seminarista maggiore.
Un totale di 6.347 alunni frequentano i 22 centri di educazione cattolica (scuole materne, primarie e secondarie). I Centri caritativi e sociali di proprietà e/o diretti da ecclesiastici e religiosi contano 2 Ospedali, 3 Ambulatori, 1 Casa per anziani, invalidi e minorati e 6 Orfanotrofi e asili nido.
OP/ VIS 20100601 (170)

lunedì 31 maggio 2010

MATTEO RICCI PROTAGONISTA ANNUNCIO VANGELO IN CINA

CITTA' DEL VATICANO, 29 MAG. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i partecipanti al pellegrinaggio promosso dalla Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, e della Diocesi delle Marche, in occasione del IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci, S.I.
Il Papa ha ricordato che Padre Ricci, nato a Macerata, e morto l’11 maggio 1610 a Pechino, fu un “grande missionario, vero protagonista dell’annuncio del Vangelo in Cina nell’era moderna dopo la prima evangelizzazione dell’Arcivescovo Giovanni da Montecorvino. Di quale stima fosse circondato nella capitale cinese e nella stessa corte imperiale ne è segno il privilegio straordinario che gli fu concesso, impensabile per uno straniero, di essere sepolto in terra cinese”.
“Padre Ricci” ha proseguito il Pontefice – “è un caso singolare di felice sintesi fra l’annuncio del Vangelo e il dialogo con la cultura del popolo a cui lo si porta, un esempio di equilibrio tra chiarezza dottrinale e prudente azione pastorale”.
“L’opera di questo missionario presenta due versanti che non devono essere separati: l’inculturazione cinese dell’annuncio evangelico e la presentazione alla Cina della cultura e della scienza occidentali. (...) Padre Ricci non si reca in Cina per portarvi la scienza e la cultura dell’Occidente, ma per portarvi il Vangelo, per far conoscere Dio”.
“L’incontro motivato dalla fede, diventa anche dialogo fra culture; un dialogo disinteressato, libero da mire di potere economico o politico, vissuto nell’amicizia, che fa dell’opera di Padre Ricci e dei suoi discepoli uno dei punti più alti e felici nel rapporto fra la Cina e l’Occidente”.
“L’ammirazione verso Padre Ricci non deve, però” – ha proseguito il Pontefice – “far dimenticare il ruolo e l’influsso dei suoi interlocutori cinesi. Le scelte da lui compiute non dipendevano da una strategia astratta di inculturazione della fede, ma dall’insieme degli eventi, degli incontri e delle esperienze che andava facendo, per cui ciò che ha potuto realizzare è stato grazie anche all’incontro con i cinesi; un incontro vissuto in molti modi, ma approfonditosi attraverso il rapporto con alcuni amici e discepoli, specie i quattro celebri convertiti, ‘pilastri della nascente Chiesa cinese’. Di questi il primo e più famoso è Xu Guangqi, nativo di Shanghai, letterato e scienziato, matematico, astronomo, studioso di agricoltura, giunto ai più alti gradi della burocrazia imperiale, uomo integro, di grande fede e vita cristiana, dedito al servizio del suo Paese, e che occupa un posto di rilievo nella storia della cultura cinese”.
Rivolgendosi ai 7.000 fedeli presenti nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre ha auspicato che “il ricordo di questi uomini di Dio dediti al Vangelo e alla Chiesa, il loro esempio di fedeltà a Cristo, il profondo amore verso il popolo cinese, l’impegno di intelligenza e di studio, la loro vita virtuosa, siano occasione di preghiera per la Chiesa in Cina e per l’intero popolo cinese, come facciamo ogni anno, il 24 maggio, rivolgendoci a Maria Santissima, venerata nel celebre Santuario di Sheshan a Shanghai; e siano anche di stimolo ed incoraggiamento a vivere con intensità la fede cristiana, nel dialogo con le diverse culture, ma nella certezza che in Cristo si realizza il vero umanesimo, aperto a Dio, ricco di valori morali e spirituali e capace di rispondere ai desideri più profondi dell’animo umano. Anch’io, come Padre Matteo Ricci, esprimo oggi la mia profonda stima al nobile popolo cinese e alla sua cultura millenaria, convinto che un loro rinnovato incontro con il Cristianesimo apporterà frutti abbondanti di bene, come allora favorì una pacifica convivenza tra i popoli”.
AC/ VIS 20100531 (580)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 29 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:
- Il Cardinale Giovanni BattistaRe, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
- Il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
AP/ VIS 20100531 (50)

TEMPO ORDINARIO IMPEGNO CRISTIANI NON DIMINUISCE


CITTA' DEL VATICANO, 30 MAG. 2010 (VIS). Nella Domenica della Santissima Trinità che “ricapitola la rivelazione di Dio avvenuta nei misteri pasquali”, il Santo Padre ha ricordato nella preghiera dell’Angelus che la liturgia ritorna al “tempo ordinario”. “Ciò non vuol dire però che l’impegno dei cristiani debba diminuire, anzi, entrati nella vita divina mediante i Sacramenti, siamo chiamati quotidianamente ad essere aperti all’azione della Grazia, per progredire nell’amore verso Dio e il prossimo”.
“La mente e il linguaggio umani sono inadeguati a spiegare la relazione esistente tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e tuttavia i Padri della Chiesa hanno cercato di illustrare il mistero di Dio Uno e Trino vivendolo nella propria esistenza con profonda fede”, ha detto il Papa alle migliaia di fedeli e pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
“La Trinità divina, infatti, prende dimora in noi nel giorno del Battesimo” - ha proseguito Benedetto XVI – “Il nome di Dio, nel quale siamo stati battezzati, noi lo ricordiamo ogni volta che tracciamo su noi stessi il segno della croce. (...) Nel segno della croce e nel nome del Dio vivente è, perciò, contenuto l’annuncio che genera la fede e ispira la preghiera. E, come nel vangelo Gesù promette agli Apostoli che ‘quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità’, così avviene nella liturgia domenicale, quando i sacerdoti dispensano, di settimana in settimana, il pane della Parola e dell’Eucaristia”.
Il Santo Padre ha concluso citando la preghiera di Sant’Ilario di Poitiers: "’Conserva incontaminata questa fede retta che è in me e, fino al mio ultimo respiro, dammi ugualmente questa voce della mia coscienza, affinché io resti sempre fedele a ciò che ho professato nella mia rigenerazione, quando sono stato battezzato nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo’".
ANG/ VIS 20100531 (310)

BEATIFICAZIONE DE MICHELI, PREGHIERE VIAGGIO A CIPRO

CITTA' DEL VATICANO, 30 MAG. 2010 (VIS). Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha ricordato che nella mattinata “a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, è stata celebrata la beatificazione di Maria Pierina De Micheli, Religiosa dell’Istituto delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires”
“Giuseppina – questo il suo nome di Battesimo – nacque nel 1890 a Milano, in una famiglia profondamente religiosa” – ha detto il Santo Padre – “dove fiorirono diverse vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. A 23 anni anche lei imboccò questa strada dedicandosi con passione al servizio educativo, in Argentina e in Italia. Il Signore le donò una straordinaria devozione al suo Santo Volto, che la sostenne sempre nelle prove e nella malattia. Morì nel 1945 e le sue spoglie riposano a Roma nell’Istituto ‘Spirito Santo’".
Rivolgendosi ai fedeli di lingua inglese presenti all’Angelus, Benedetto XVI ha detto: “Questa settimana compirò un Viaggio Apostolico a Cipro” – dal 4 al 6 giugno prossimo – “per incontrare e pregare con i fedeli cattolici ed ortodossi e per consegnare l’’Instrumentum Laboris’ per la prossima Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Chiedo le vostre preghiere” – ha concluso il Pontefice – “per la pace e la prosperità di tutto il popolo di Cipro, e per la preparazione dell’Assemblea Speciale. Su ciascuno di voi e i vostri cari a casa, invoco le benedizioni della Santissima Trinità”.
ANG/ VIS 20100531 (220)

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI GIUGNO

CITTA' DEL VATICANO, 31 MAG. (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di giugno è la seguente: “Perché ogni istituzione nazionale e soprannazionale si impegni a garantire il rispetto della vita umana, dal concepimento fino al suo termine naturale”.

L'intenzione Missionaria è la seguente: “Perché le Chiese in Asia, che costituiscono un piccolo gregge’ tra popolazioni non cristiane, sappiano comunicare il Vangelo e testimoniare con gioia la loro adesione a Cristo”.
BXVI-INTENZIONI/ VIS 2010531 (90)

IN AUTUNNO VISITA APOSTOLICA IN IRLANDA

CITTA' DEL VATICANO, 31 MAG. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico questa mattina il seguente Comunicato relativo alla Visita Apostolica in Irlanda, annunciata nella “Lettera Pastorale del Santo Padre Benedetto XVI ai cattolici d’Irlanda (19 marzo 2010)”.
“A seguito della Lettera ai cattolici d’Irlanda, in autunno avrà inizio la Visita Apostolica ad alcune diocesi del Paese, ai seminari e alle congregazioni religiose”.
“Tale visita vuole essere un aiuto che la Santa Sede intende offrire ai Vescovi, al clero, ai religiosi e ai fedeli laici per affrontare adeguatamente la situazione determinata dalle tragiche vicende degli abusi compiuti da sacerdoti e religiosi nei riguardi dei minori e per contribuire al rinnovamento spirituale e morale desiderato e già avviato con decisione dalla Chiesa in Irlanda”. “I Visitatori Apostolici cercheranno di approfondire le problematiche connesse con la trattazione dei casi di abuso e la dovuta assistenza alle vittime, e di verificare l’efficacia e la possibilità di miglioramento delle attuali modalità di prevenzione degli abusi, avendo come riferimento il ‘Motu proprio’ pontificio ‘Sacramentorum sanctitatis tutela’ e le norme dello ‘Safeguarding Children: Standards and Guidance Document for the Catholic Church in Ireland’, commissionato e prodotto dal ‘National Board for Safeguarding Children in the Catholic Church’.
“La Visita inizierà nelle quattro arcidiocesi metropolitane d’Irlanda (Armagh, Dublin, Cashel and Emly, Tuam) e sarà poi estesa ad alcune altre diocesi”.
“I Visitatori nominati dal Santo Padre per le diocesi sono: il Cardinale Cormac Murphy O’Connor, Arcivescovo emerito di Westminster, per l’Arcidiocesi di Armagh; il Cardinale Sean Patrick O’Malley, Arcivescovo di Boston, per l’Arcidiocesi di Dublin; l’Arcivescovo Thomas Christopher Collins, di Toronto, per l’Arcidiocesi di Cashel and Emly; l’Arcivescovo Terrence Thomas Prendergast, Arcivescovo di Ottawa, per l’arcidiocesi di Tuam”.
“Nel desiderio di accompagnare il cammino di rinnovamento dei luoghi di formazione dei futuri sacerdoti della Chiesa in Irlanda, la Congregazione per l’Educazione Cattolica coordinerà la visita dei seminari in Irlanda e del Pontificio Collegio Irlandese a Roma. Pur avendo speciale attenzione alle problematiche che hanno richiesto la Visita Apostolica, nell’ambito dei seminari essa terrà conto di tutti gli elementi concernenti la formazione sacerdotale. Come Visitatore Apostolico è stato nominato l’Arcivescovo Timothy Dolan, di New York”.
“La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, da parte sua, organizzerà in due fasi la visita alle case religiose. Anzitutto condurrà un’indagine attraverso un questionario, inviato a tutti i Superiori degli istituti religiosi presenti in Irlanda, al fine di arrivare ad un’adeguata conoscenza della situazione attuale e dei progetti circa l’osservanza e il miglioramento delle norme delle ‘guidelines’. Per la seconda fase i Visitatori saranno Padre Joseph Tobin CSsR e Padre Gero McLaughlin SJ per gli istituti maschili; Suor Sharon Holland IHM e Suor Mairin McDonagh RJM per gli istituti femminili. Essi compiranno un attento studio di valutazione dei risultati raccolti e dei possibili passi da compiere nel futuro per favorire una stagione di rinascita spirituale della vita religiosa nell’Isola”.
“Il Santo Padre invita tutti i membri della Comunità cattolica irlandese a sostenere con la preghiera quest’opera di aiuto fraterno. Egli invoca la benedizione del Signore sui Visitatori e su tutti i Vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici d’Irlanda, affinché la Visita possa essere per loro un occasione di rinnovato fervore nella vita cristiana, possa approfondire la loro fede e rafforzare la loro speranza in Cristo nostro Salvatore”.
OP/ VIS 20100531 (570)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 31 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre:
- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Benin City (Nigeria), presentata dall’Arcivescovo Richard Anthony Burke, S.P.S., in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.
- Ha nominato il Vescovo Matthias Kobena Nketsiah, Arcivescovo Metropolita di Cape Coast (superficie: 9.788; popolazione: 1.745.214; cattolici: 318.419; sacerdoti: 121; religiosi: 152), Ghana. L’Arcivescovo eletto è stato finora Ausiliare della medesima Arcidiocesi.
- Ha nominato il Vescovo Rémy Victor Vancottem, Vescovo di Namur (superficie: 8.100; popolazione: 734.000; cattolici: 556.000; sacerdoti: 726; religiosi: 1.367; diaconi permanenti: 63), Belgio. È stato finora Vescovo Ausiliare di Malines-Bruxelles.
- Ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare della Diocesi di Münster (Germania), presentata dal Vescovo Heinrich Janssen, per raggiunti limiti d’età.
- Ha nominato il Sacerdote Dieter Geerlings, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Münster (superficie: 15.265; popolazione: 4.335.600; cattolici: 2.007.335; sacerdoti: 1.165; religiosi: 2827; diaconi permanenti: 270), Germania. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 a Emmerich (Germania) ed è stato ordinato sacerdote nel 1973. È stato finora Presidente della Caritas diocesana e Canonico del Capitolo Cattedrale di Münster (Germania).
- Ha nominato il Sacerdote Christoph Hegge, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Münster (Germania). Il Vescovo eletto è nato a Rheine (Germania), nel 1962 ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. È stato finora Pro-Vicario Generale, Responsabile dell’Ufficio per la Vita consacrata e Canonico del Capitolo cattedrale di Münster (Germania).
- Ha nominato il Sacerdote Wilfrid Theising, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Münster (Germania). Il Vescovo eletto è nato a Wettringen (Germania), nel 1962 ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. È stato finora Prevosto e Decano a Borken (Germania), Sabato 29 maggio il Santo Padre ha nominato:
- Il Reverendo Michael Didi Adgum Mangoria, Vescovo Coadiutore della Diocesi di El-Obeid (superficie: 888.939; popolazione: 8.900.000; cattolici: 140.000; sacerdoti: 38; religiosi: 28), Sudan. Il Vescovo eletto è nato a Engoth (Sudan), nel 1959 ed è stato ordinato sacerdote nel 1992. È stato finora Rettore del “St. Paul’s National Seminary” di Khartoum (Sudan).
- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Arcivescovo di Québec, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del IV Centenario del battesimo del Gran Capo Membertou, che avranno luogo a Chapel Island, Nova Scotia (Diocesi di Antigonish, Canada), il 1° agosto 2010.
RE:NER:NEA:NEC:NA/ VIS 20100531 (410)

venerdì 28 maggio 2010

BENIN: GIUSTIZIA SEMPRE SI ACCOMPAGNA CON FRATERNITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Signor Théodore Loko, primo Ambasciatore del Benin a risiedere a Roma, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Il diplomatico ha ricordato il Cardinale del Benin, Bernardin Gantin, mancato due anni fa, che fu Prefetto della Congregazione per i Vescovi, mentre il Papa ha affermato che il defunto Porporato fu: “un autentico costruttore di ponti fra le culture e i continenti”. Il suo esempio “stimolerà gli uomini e le donne della Chiesa a compiere un servizio generoso e sempre più competente per il bene del Paese, di cui l’anno prossimo ricorre il 150° anniversario di evangelizzazione”.
Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza della “Conferenza delle Forze vive della Nazione”, tenutasi venti anni fa ed ha affermato che: “Quell’avvenimento di grande importanza - che non fu unicamente politico, ma testimoniava anche l’intima relazione fra fede e la sua espressione nella vita pubblica del Benin – ha determinato il vostro futuro e continua ad ispirare il vostro presente. Chiedo a Dio di benedire gli sforzi di quanti operano all’edificazione di una società fondata sulla giustizia e sulla pace, nel riconoscimento dei diritti di tutte le componenti della Nazione”.
“Protagonista del proprio destino, il popolo del Benin è invitato a promuovere una autentica fraternità. Essa è una condizione fondamentale per la pace sociale e un fattore di promozione umana integrale” – ha detto il Papa esortando il popolo del Benin a salvaguardare i valori radicati nel suo patrimonio nazionale fra i quali si distinguono particolarmente “il rispetto del carattere sacro della vita, con il quale occorre essere coerenti davanti a tutto ciò che attenta alla vita, soprattutto nel quadro della legislazione”.
Fra tali valori Benedetto XVI ha indicato anche “la fraternità” che “deve anche condurre alla ricerca della giustizia la cui assenza è sempre causa di tensioni sociali e comporta numerose e nefaste conseguenze”.
“La ricerca dell’interesse personale a detrimento del bene comune è un male che lentamente logora le istituzioni pubbliche, ostacolando così lo sviluppo integrale dell’essere umano. I responsabili politici, economici e sociali di una nazione sono come la sua ‘coscienza vigilante’ che garantisce la trasparenza nelle sue strutture e l’etica che anima la vita di tutta la società. Essi devono essere giusti. La giustizia accompagna sempre la fraternità”, ha ribadito il Papa.
“Nello sviluppo di una società, il lavoro ha un posto di primo piano. (...) Dando il giusto valore al lavoro, l’uomo può provvedere ai suoi bisogni vitali e può contribuire alla costruzione di una società prospera, giusta e fraterna. Il motto del Benin – Fraternità – Giustizia – Lavoro, è dunque come un vero compendio della carta di una Nazione dagli ideali altamente umani. La realizzazione di tali ideali contribuisce anche ad accrescere la solidarietà verso le altre nazioni”, ha sottolineato Benedetto XVI esprimendo il suo apprezzamento a tutto il popolo del Benin “per l’attiva fraternità dimostrata verso il popolo haitiano durante il recente terremoto”.
Infine il Pontefice ha salutato la comunità cattolica del Benin che ha incoraggiato ad essere sempre più “testimone autentica della fede e dell’amore fraterno che Cristo ci insegna”.
“Vorrei anche ringraziare” – ha concluso il Santo Padre – “tutti, particolarmente le Autorità, per l’impegno dispiegato a consolidare i rapporti di rispetto e di stima reciproca fra confessioni religiose nel vostro Paese. La libertà religiosa non può che contribuire ad arricchire la democrazie e a favorire lo sviluppo”.
CD/ VIS 20100528 (580)

POLITICHE MIGRANTI: APERTURA VITA RISPETTO DIRITTI FAMIGLIA

CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2010 (VIS). Questa mattina il Papa ha ricevuto i partecipanti alla Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, dedicata al tema: “Pastorale della mobilità umana oggi, nel contesto della corresponsabilità degli Stati e degli Organismi Internazionali”.
“È apprezzabile” – ha detto il Santo Padre – “ lo sforzo di costruire un sistema di norme condivise che contemplino i diritti e i doveri dello straniero, come pure quelli delle comunità di accoglienza, tenendo conto, in primo luogo, della dignità di ogni persona umana, creata da Dio a sua immagine e somiglianza. Ovviamente, l'acquisizione di diritti va di pari passo con l'accoglienza di doveri”.
“Gli ordinamenti a livello nazionale e internazionale che promuovono il bene comune ed il rispetto della persona” – ha proseguito il Pontefice – “incoraggiano la speranza e gli sforzi per il raggiungimento di un ordine sociale mondiale basato sulla pace, sulla fraternità e sulla cooperazione di tutti, nonostante la fase critica che le istituzioni internazionali stanno attraversando, impegnate a risolvere le questioni cruciali della sicurezza e dello sviluppo, a beneficio di tutti”.
“Non si è ancora spento” – ha sottolineato il Papa – “l'anelito di molti ad abbattere i muri che dividono e a stabilire ampie intese, anche mediante disposizioni legislative e prassi amministrative che favoriscano l’integrazione, il mutuo scambio e l’arricchimento reciproco. In effetti, prospettive di convivenza tra i popoli possono essere offerte tramite linee oculate e concertate per l’accoglienza e l’integrazione, consentendo occasioni di ingresso nella legalità, favorendo il giusto diritto al ricongiungimento familiare, all'asilo e al rifugio, compensando le necessarie misure restrittive e contrastando il deprecabile traffico di persone”.
“Proprio qui” – ha detto ancora il Papa – “le diverse organizzazioni a carattere internazionale, in cooperazione tra di loro e con gli Stati, possono fornire il loro peculiare apporto nel conciliare, con varie modalità, il riconoscimento dei diritti della persona e il principio di sovranità nazionale, con specifico riferimento alle esigenze della sicurezza, dell'ordine pubblico e del controllo delle frontiere”.
“I diritti fondamentali della persona possono” – ha ribadito il Pontefice – “essere il punto focale dell'impegno di corresponsabilità delle istituzioni nazionali e internazionali. Esso, poi, è strettamente legato all’’apertura alla vita, che è al centro del vero sviluppo’”.
“L’apertura alla vita e i diritti della famiglia devono essere ribaditi nei diversi contesti (...). L’avvenire delle nostre società poggia sull'incontro tra i popoli, sul dialogo tra le culture nel rispetto delle identità e delle legittime differenze. In questo scenario la famiglia mantiene il suo ruolo fondamentale. Perciò la Chiesa, con l’annuncio del Vangelo di Cristo in ogni settore dell’esistenza, porta avanti ‘l'impegno… a favore non solo dell'individuo migrante, ma anche della sua famiglia, luogo e risorsa della cultura della vita e fattore di integrazione di valori’”.
AC/ VIS 20100528 (460)

ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA SAN VINCENZO DE’ PAOLI

CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2010 (VIS). Un Comunicato reso pubblico questa mattina rende noto che: “Dal 28 maggio al 1 giugno 2010, si terrà nella città di Salamanca, Spagna, l’Assemblea Generale Straordinaria della Confederazione Internazionale della Società di San Vincenzo de’ Paoli, convocata per l’elezione del suo 15° Presidente Internazionale”.
“La Confederazione, che è uno degli Organismi Membri del Pontificio Consiglio ‘Cor Unum’, riunisce 51.000 Conferenze in 142 paesi, con oltre 700.000 membri, sostenuti da un milione e mezzo di volontari: può così raggiungere 37 milioni di poveri. Interviene regolarmente a beneficio delle vittime di disastri naturali: dai tifoni in Asia ai terremoti in Indonesia e Cile, alle inondazioni in India, ecc. con aiuti distribuiti dalla Famiglia Vincenziana e dai volontari. Per Haiti, ad esempio, dove è presente nelle zone più povere, ha creato la rete Zafén, che permette a piccole imprese e artigiani di accedere al credito”.
“In occasione di questa ricorrenza, il Presidente del Dicastero, Cardinale Paul Josef Cordes, è stato invitato dai responsabili della Confederazione a tenere una conferenza a tutti i Delegati delle diverse nazioni presenti all’Assemblea. Il Cardinale Cordes parlerà del Beato Frédéric Ozanam, anche in riferimento alle tematiche che oggi ‘Cor Unum’ affronta, in particolare l’identità specifica delle Organizzazioni cattoliche di aiuto e di assistenza”.
“Nel corso della sua presenza a Salamanca, il Cardinale Presidente presiederà inoltre la solenne Eucaristia di domenica 30 maggio, insieme il Vescovo di Salamanca, Monsignor Carlos López Hernández, e avrà l’opportunità di congedarsi dal Presidente uscente della Confederazione, Dottor José Ramón Díaz-Torremocha, che per lungo tempo ha servito questa Istituzione.
CON-CU VIS 20100528 (270)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:
- Il Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.
- Il Cardinale Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero.
- La Signora Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio.
AP/ VIS 20100528 (60)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Francisco Fortunato De Gouvela, Vescovo di Oudsthoorn (superficie: 113.000; popolazione: 850.000; cattolici: 30.000; sacerdoti: 30; religiosi: 32; diaconi permanenti: 4), Sud Africa. Il Vescovo eletto è nato nel 1951 a Cape Town (Sud Africa) ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1976. Finora Parroco di “St. John the Evangelist” a Fish Hoek (Sud Africa), succede al Vescovo Edward Robert Adams, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
NER:RE/ VIS 20100528 (100)

giovedì 27 maggio 2010

PAPA ALLA CEI: EDUCARE PER ENTRARE IN RELAZIONE CON MONDO

CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha pronunciato questa mattina, nell'Aula del Sinodo in Vaticano, un discorso ai Membri dell'Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), riuniti dal 24 al 28 maggio per esaminare l'approvazione degli Orientamenti generali pastorali nel decennio 2010-2020.

  "Lo Spirito Santo" - ha detto il Papa - "guida la Chiesa nel mondo e nella storia. Grazie a questo dono del Risorto, il Signore resta presente nello scorrere degli eventi; è nello Spirito che possiamo riconoscere in Cristo il senso delle vicende umane".

  "Corroborati dallo Spirito, in continuità con il cammino indicato dal Concilio Vaticano II, e in particolare con gli orientamenti pastorali del decennio appena concluso, avete scelto di assumere l''educazione' quale tema portante per i prossimi dieci anni. Tale orizzonte temporale è proporzionato alla radicalità e all'ampiezza della domanda educativa. E mi sembra necessario andare fino alle radici profonde di questa emergenza per trovare anche le risposte adeguate a questa sfida. Io ne vedo soprattutto due. Una radice essenziale consiste - mi sembra - in un falso concetto di autonomia dell'uomo: l'uomo dovrebbe svilupparsi solo da se stesso, senza imposizioni da parte di altri (...). In realtà, è essenziale per la persona umana il fatto che diventa se stessa solo dall'altro, l''io' diventa se stesso dal 'tu' e dal 'voi', è creato per il dialogo, per la comunione sincronica e diacronica. (...) perciò la cosiddetta educazione antiautoritaria non è educazione, ma rinuncia all'educazione: così non viene dato quanto noi siamo debitori di dare agli altri (...). Quindi un primo punto mi sembra questo: superare questa falsa idea di autonomia dell'uomo, come un 'io completo in se stesso, mentre diventa 'io' anche nell'incontro collettivo con il 'tu' e con il 'noi'".

  "L'altra radice dell'emergenza educativa io la vedo nello scetticismo e nel relativismo o, con parole più semplici e chiare, nell'esclusione delle due fonti che orientano il cammino umano. La prima fonte dovrebbe essere la natura secondo la Rivelazione. Ma la natura viene considerata oggi come una cosa puramente meccanica (...). La Rivelazione viene considerata o come un momento dello sviluppo storico, quindi relativo come tutto lo sviluppo storico e culturale. (...) Fondamentale è quindi ritrovare un concetto vero della natura come creazione di Dio che parla a noi (...). E poi così anche ritrovare la Rivelazione: riconoscere che il libro della creazione, (...), è decifrato nella Rivelazione. (...) Così, in questo 'concerto' (...) tra creazione decifrata nella Rivelazione, (...) concretizzata nella storia culturale (...) nella quale noi ritroviamo sempre più il linguaggio di Dio, si aprono anche le indicazioni per un'educazione che non è imposizione (...)".

  "Quindi le difficoltà sono grandi: ritrovare le fonti, il linguaggio delle fonti, ma, pur consapevoli del peso di queste difficoltà, non possiamo cedere alla sfiducia e alla rassegnazione. Educare non è mai stato facile, ma non dobbiamo arrenderci: verremmo meno al mandato che il Signore stesso ci ha affidato, chiamandoci a pascere con amore il suo gregge. (...) Educare è formare le nuove generazioni, perché sappiano entrare in rapporto con il mondo, forti di una memoria significativa che non è solo occasionale, ma accresciuta dal linguaggio di Dio che troviamo nella natura e nella Rivelazione, di un patrimonio interiore condiviso, della vera sapienza che, mentre riconosce il fine trascendente della vita, orienta il pensiero, gli affetti e il giudizio".

  "I giovani portano una sete nel loro cuore, e questa sete è una domanda di significato e di rapporti umani autentici, che aiutino a non sentirsi soli davanti alle sfide della vita. (...) La nostra risposta è l'annuncio del Dio amico dell'uomo, che in Gesù si è fatto prossimo a ciascuno. La trasmissione della fede è parte irrinunciabile della formazione integrale della persona (...). L'incontro personale con Gesù è la chiave per intuire la rilevanza di Dio nell'esistenza quotidiana".

  Per il compito educativo, nella famiglia, nella scuola e nella parrocchia "resta decisiva la qualità della testimonianza, via privilegiata della missione ecclesiale".

  "La volontà di promuovere una rinnovata stagione di evangelizzazione" - ha ribadito il Papa - "non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri. Questa umile e dolorosa ammissione non deve, però, far dimenticare il servizio gratuito e appassionato di tanti credenti, a partire dai sacerdoti. L'anno speciale a loro dedicato ha voluto costituire un'opportunità per promuoverne il rinnovamento interiore, quale condizione per un più incisivo impegno evangelico e ministeriale".

  "Ciò che è motivo di scandalo" - ha proseguito il Pontefice - "deve tradursi per noi in richiamo a un 'profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, dall'altra la necessità della giustizia'".

  Infine Benedetto XVI ha incoraggiato i Vescovi "a percorrere senza esitazioni la strada dell'impegno educativo. Lo Spirito Santo vi aiuti a non perdere mai la fiducia nei giovani, (...), vi porti a frequentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dalle nuove tecnologie di comunicazione, che ormai permeano la cultura in ogni sua espressione. Non si tratta di adeguare il Vangelo al mondo, ma di attingere dal Vangelo quella perenne novità, che consente in ogni tempo di trovare le forme adatte per annunciare la Parola che non passa, fecondando e servendo l'umana esistenza. Torniamo, dunque, a proporre ai giovani la misura alta e trascendente della vita, intesa come vocazione".

  Riferendosi all'attuale "crisi culturale, spirituale ed economica", il Papa al termine del suo discorso ha affermato: "Rinnovo l'appello ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale, esorto tutti a riflettere sui presupposti di una vita buona e significativa, che fondano quell'autorevolezza che sola educa e ritorna alle vere fonti dei valori".
AC/                                       VIS 20100527 (730)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto nella giornata di ieri in Vaticano il Vescovo Wilhelm Schraml, di Passau (Repubblica Federale di Germania).

mercoledì 26 maggio 2010

SACERDOTE DEVE GOVERNARE CON AUTORITÀ DI CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 26 MAG. 2010 (VIS). Nell’Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, il Papa si è soffermato sul compito del sacerdote che è quello “di governare, di guidare, con l’autorità di Cristo, non con la propria, la porzione del Popolo che Dio gli ha affidato”.

  Nell’ultima delle tre catechesi dedicate ai compiti essenziali del ministero presbiterale, il Santo Padre si è chiesto: “Come comprendere nella cultura contemporanea una tale dimensione, che implica il concetto di autorità e ha origine dal mandato stesso del Signore di pascere il suo gregge?”.

  “Lo sguardo sui regimi che, nel secolo scorso, seminarono terrore e morte” – ha detto Benedetto XVI – “ricorda con forza che l’autorità, in ogni ambito, quando viene esercitata senza un riferimento al Trascendente, prescindendo dall’Autorità suprema, che è Dio, finisce inevitabilmente per volgersi contro l’uomo. È importante allora riconoscere che l’autorità umana non è mai un fine, ma sempre e solo un mezzo e che, necessariamente ed in ogni epoca, il fine è sempre la persona”.

  “Per essere Pastore secondo il cuore di Dio occorre un profondo radicamento nella viva amicizia con Cristo, non solo dell’intelligenza, ma anche della libertà e della volontà, una chiara coscienza dell’identità ricevuta nell’Ordinazione Sacerdotale, una disponibilità incondizionata a condurre il gregge affidato là dove il Signore vuole e non nella direzione che, apparentemente, sembra più conveniente o più facile. Ciò richiede, anzitutto, la continua e progressiva disponibilità a lasciare che Cristo stesso governi l’esistenza sacerdotale dei presbiteri. Infatti, nessuno è realmente capace di pascere il gregge, se non vive una profonda e reale obbedienza a Cristo e alla Chiesa, e la stessa docilità del Popolo ai suoi sacerdoti dipende dalla docilità dei sacerdoti verso Cristo”.

  Nel riferirsi al concetto di “gerarchia” nella Chiesa, il Pontefice ha affermato che nell’opinione pubblica prevale l’idea che sia “un elemento di subordinazione (...) e a molti l’idea di gerarchia appare in contrasto con la flessibilità e la vitalità del senso pastorale. (...) Si tratta di una interpretazione equivocata che ha le sui origini negli abusi della storia. (...) Il vero significato (...) è ‘sacra origine’, cioè: questa autorità non viene dall’uomo stesso, ma ha origine nel sacro, nel Sacramento; sottomette quindi la persona alla vocazione, al mistero di Cristo; fa del singolo un servitore di Cristo e solo in quanto servo di Cristo questi può governare, guidare per Cristo e con Cristo”.

  In tale contesto “Anche il Papa - punto di riferimento di tutti gli altri Pastori e della comunione della Chiesa - non può fare quello che vuole; al contrario, il Papa è
custode dell’obbedienza a Cristo, alla sua parola”.

  Il Santo Padre ha sottolineato: “Al di fuori di una visione chiaramente ed esplicitamente soprannaturale, non è comprensibile il compito di governare proprio dei sacerdoti. Esso, invece, sostenuto dal vero amore per la salvezza di ciascun fedele, è particolarmente prezioso e necessario anche nel nostro tempo”.

  “Dove può attingere oggi un sacerdote la forza per l’esercizio del proprio ministero, nella piena fedeltà a Cristo e alla Chiesa, con una dedizione totale al proprio gregge? La risposta è una sola: in Cristo Signore”.

  “Non abbiate paura” – ha esortato il Pontefice – “di guidare a Cristo ciascuno dei fratelli che Egli vi ha affidati, sicuri che ogni parola ed ogni atteggiamento, se discendono dall’obbedienza alla volontà di Dio, porteranno frutto; sappiate vivere apprezzando i pregi e riconoscendo i limiti della cultura in cui siamo inseriti, con la ferma certezza che l’annuncio del Vangelo è il maggiore servizio che si può fare all’uomo. Non c’è, infatti, bene più grande, in questa vita terrena, che condurre gli uomini a Dio, risvegliare la fede, sollevare l’uomo dall’inerzia e dalla disperazione, dare la speranza che Dio è vicino e guida la storia personale e del mondo: questo, in definitiva, è il senso profondo ed ultimo del compito di governare che il Signore ci ha affidato”.

  Il Papa ha concluso la catechesi invitando i sacerdoti “alle Celebrazioni conclusive dell’Anno Sacerdotale, il prossimo 9, 10 e 11 giugno, qui a Roma: mediteremo”  - ha detto Benedetto XVI – “sulla conversione e sulla missione, sul dono dello Spirito Santo e sul rapporto con Maria Santissima, e rinnoveremo le nostre promesse sacerdotali, sostenuti da tutto il Popolo di Dio”.
AG/                                               VIS 20100526 (700)

DONO DEL PAPA A FAVORE ALLUVIONATI IN POLONIA

CITTA' DEL VATICANO, 26 MAG. 2010 (VIS). Il Pontificio Consiglio “Cor Unum” ha rilasciato, questa mattina, il seguente Comunicato:

  “A seguito delle inondazioni causate dalle piogge torrenziali in Polonia, fenomeno di entità senza precedenti e che ha provocato vittime ed evacuazioni massicce, il Pontificio Consiglio ‘Cor Unum’ ha fatto pervenire al Vescovo Józef Michalik, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, un dono papale in favore degli alluvionati e degli sfollati delle Circoscrizioni ecclesiastiche più colpite”.

  “Il gesto del Santo Padre, tramite ‘Cor Unum’, è volto a manifestare la Sua vicinanza ai sofferenti ed il Suo paterno incoraggiamento a quanti prestano generosamente l’opera di soccorso”.
CON-CU/                                           VIS 20100526 (110)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Célio de Oliveira Goulart, O.F.M., Vescovo della Diocesi di São João del Rei (superficie: 9.503; popolazione: 552.000; cattolici: 470.000; sacerdoti: 66; religiosi: 109), Brasile. Finora Vescovo di Cachoeiro de Itapemirim (Brasile), succede al Vescovo Waldemar Chaves de Araújo, del quale il Santo Padre
ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Vescovo Wilson Tadeu Jönck, S.C.J., finora Ausiliare di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile), Vescovo di Tubarão (superficie: 4.531; popolazione: 349.000; cattolici: 305.000; sacerdoti: 53; religiosi: 99; diaconi permanenti: 1), Brasile.
NER:RE/                                   VIS 20100526 (120)

martedì 25 maggio 2010

TEOLOGIA CATTOLICA E PEDAGOGIA DELLA RELIGIONE AMBURGO

CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2010 (VIS). Martedì 18 maggio 2010 è stato firmato ad Amburgo (Repubblica Federale di Germania), un Accordo fra la Santa Sede e la Città Libera e Anseatica di Amburgo per l’erezione di un centro di formazione per la Teologia Cattolica e per la Pedagogia della Religione presso l’Università di Amburgo.

  Per la Santa Sede ha firmato, come Plenipotenziario, l’Arcivescovo Jean-Claude Périsset, Nunzio Apostolico in Germania. Per la Città Libera e Anseatica di Amburgo ha sottoscritto l’Accordo il Senatore per la Scienza e la Ricerca, Signora Herlind Gundelach.

  Era presente alla cerimonia anche l’Arcivescovo Werner Thissen, di Amburgo, con il Vescovo Hans-Jochen Jaschke, Ausiliare di Amburgo. L’Università di Amburgo era rappresentata dal Vice-Presidente, Professor Holger Fischer; è intervenuto anche il Decano della Facoltà Teologica Evangelica.
OP/                                       VIS 20100525 (150)

SANTA MESSA E PROCESSIONE EUCARISTICA CORPUS DOMINI

CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2010 (VIS). L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha reso noto questa mattina che giovedì 3 giugno 2010, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle ore 19:00, il Santo Padre Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano e presiederà la Processione Eucaristica che, percorrendo Via Merulana, raggiungerà la Basilica di Santa Maria Maggiore.
OCL/                                         VIS 20100525 (80)

INIZIATIVA CONGIUNTA NEOSTEM INC. E CONSIGLIO CULTURA


CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2010 (VIS). Un Comunicato reso pubblico questa mattina, rende noto che la Società Biofarmaceutica NeoStem Inc. ed il Pontificio Consiglio per la Cultura hanno annunciato oggi una iniziativa congiunta che sarà realizzata dalle organizzazioni caritative correlate all’una e all’altro, a favore della ricerca e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle terapie con cellule staminali adulte.

  La “Stem for Life Foundation”, della NeoStem Inc., creata per rendere nota al  pubblico la promessa delle cellule staminali adulte di curare le malattie, e la Fondazione del Pontificio Consiglio “STOQ International” (Scienza, Teologia e Ricerca Ontologica), opereranno per far progredire la ricerca sulle cellule staminali adulte, per esplorarne l’applicabilità clinica nel campo della medicina rigenerativa, e sottolinearne la rilevanza culturale specialmente per il suo impatto su questioni teologiche ed etiche.

  La collaborazione fra NeoStem e il Pontificio Consiglio della Cultura è volta a sviluppare programmi educativi, pubblicazioni e corsi accademici con un approccio interdisciplinare per le facoltà teologiche e filosofiche, incluse le facoltà di bioetica, in tutto il mondo. Una delle iniziative sarà una Conferenza Internazionale di tre giorni in Vaticano sulla ricerca relativa alle cellule staminali adulte, inclusa la tecnologia VSELtm che si incentra sulle presentazioni della ricerca medica, sulle considerazioni teologiche e filosofiche e le implicazioni dei progressi scientifici.
CON-CU/                                           VIS 20100525 (220)
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