CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2010 (VIS). Questa mattina, lasciata la Nunziatura Apostolica di Nicosia, dove è giunto venerdì scorso proveniente da Paphos, il Santo Padre si è diretto al Palazzo Presidenziale di Nicosia per la visita di cortesia al Presidente della Repubblica Signor Demetris Christofias e per incontrare le Autorità civili ed il Corpo diplomatico.
Benedetto XVI è stato accolto all’esterno del Palazzo dal Presidente Christofias e dalla Consorte. Il Papa ha deposto una corona di fiori ai piedi della statua dell’Arcivescovo Makarios III (1913-1977), Arcivescovo della Chiesa Ortodossa di Cipro e primo Presidente della Repubblica di Cipro, eminente personalità religiosa e politica che ha lasciato una profonda impronta nella memoria storica del Paese.
Dopo un colloquio privato con il Presidente della Repubblica e i suoi familiari, il Papa ha incontrato, nel giardino del Palazzo Presidenziale, le Autorità civili e il Corpo diplomatico. Infine ha tenuto un discorso.
“Ho appena deposto una corona di fiori al monumento del defunto Arcivescovo Makarios, primo Presidente della Repubblica di Cipro” – ha detto il Papa – “Come lui, ciascuno di voi nella vita di pubblico servizio deve essere impegnato a servire il bene degli altri nella società, a livello locale, nazionale ed internazionale. Si tratta di una nobile vocazione, stimata dalla Chiesa”.
“Come servitori pubblici” – ha proseguito il Pontefice – “voi conoscete l’importanza della verità, dell’integrità e del rispetto nel vostro relazionarvi con gli altri. Le relazioni personali sono spesso i primi passi per costruire fiducia e – a tempo debito – solidi vincoli di amicizia fra individui, popoli e nazioni. (...) In Paesi con situazioni politiche delicate, un simile rapporto personale onesto e aperto può essere l’inizio di un bene più grande per società e popoli interi”.
“Gli antichi filosofi greci ci insegnano inoltre che il bene comune viene servito precisamente attraverso l’influenza di persone dotate di chiara visione morale e di coraggio. (...) La rettitudine morale e il rispetto imparziale degli altri e del loro benessere sono essenziali al bene di qualsiasi società, dato che essi stabiliscono un clima di fiducia nel quale ogni relazione umana, religiosa o economica, sociale e culturale, o civile e politica, acquista forza e sostanza”.
“Ma cosa significa in termini pratici rispettare e promuovere la verità morale nel mondo della politica e della diplomazia a livelli nazionali ed internazionali?”
“Prima di tutto” – ha detto Benedetto XVI – “il promuovere la verità morale significa agire in modo responsabile sulla base della conoscenza dei fatti reali. (...) Quando le parti riescono ad innalzarsi dal proprio modo di vedere gli eventi, acquisiscono una visione oggettiva e integrale. Quanti sono chiamati a risolvere simili dispute sono in grado di prendere le giuste decisioni e di promuovere una genuina riconciliazione nel momento in cui afferrano e riconoscono la verità piena di una questione specifica”.
“Un secondo modo di promuovere la verità morale consiste nel destrutturare le ideologie politiche che altrimenti soppianterebbero la verità. Le esperienze tragiche del XX secolo hanno posto in evidenza l’inumanità che consegue dalla soppressione della verità e della dignità umana. (...) In questo senso, parlando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ho richiamato l’attenzione sui tentativi di certi ambienti di reinterpretare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo al fine di soddisfare interessi particolari, che avrebbero compromesso l’intima unitarietà della Dichiarazione e l’avrebbero allontanata dei suoi intenti originari”.
“In terzo luogo, il promuovere la verità morale nella vita pubblica esige uno sforzo costante per fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale. Richiamarsi ad essa, un tempo, era considerato evidente da sé, ma l’onda del positivismo nella dottrina giuridica contemporanea richiede la riaffermazione di questo importante assioma. Individui, comunità e Stati senza la guida di verità morali oggettive, diverrebbero egoisti e senza scrupoli, ed il mondo sarebbe un luogo pericoloso per viverci”.
“Quando le politiche che sosteniamo sono poste in atto in armonia con la legge naturale propria della nostra comune umanità, allora le nostre azioni diventano più fondate e portano ad un’atmosfera di intesa, di giustizia e di pace”.
Al termine del suo discorso il Papa si è diretto in automobile verso la Scuola elementare di San Maron, a cinque chilometri di distanza, dove si è svolto l’incontro con la comunità cattolica cipriota.
Benedetto XVI è stato accolto all’esterno del Palazzo dal Presidente Christofias e dalla Consorte. Il Papa ha deposto una corona di fiori ai piedi della statua dell’Arcivescovo Makarios III (1913-1977), Arcivescovo della Chiesa Ortodossa di Cipro e primo Presidente della Repubblica di Cipro, eminente personalità religiosa e politica che ha lasciato una profonda impronta nella memoria storica del Paese.
Dopo un colloquio privato con il Presidente della Repubblica e i suoi familiari, il Papa ha incontrato, nel giardino del Palazzo Presidenziale, le Autorità civili e il Corpo diplomatico. Infine ha tenuto un discorso.
“Ho appena deposto una corona di fiori al monumento del defunto Arcivescovo Makarios, primo Presidente della Repubblica di Cipro” – ha detto il Papa – “Come lui, ciascuno di voi nella vita di pubblico servizio deve essere impegnato a servire il bene degli altri nella società, a livello locale, nazionale ed internazionale. Si tratta di una nobile vocazione, stimata dalla Chiesa”.
“Come servitori pubblici” – ha proseguito il Pontefice – “voi conoscete l’importanza della verità, dell’integrità e del rispetto nel vostro relazionarvi con gli altri. Le relazioni personali sono spesso i primi passi per costruire fiducia e – a tempo debito – solidi vincoli di amicizia fra individui, popoli e nazioni. (...) In Paesi con situazioni politiche delicate, un simile rapporto personale onesto e aperto può essere l’inizio di un bene più grande per società e popoli interi”.
“Gli antichi filosofi greci ci insegnano inoltre che il bene comune viene servito precisamente attraverso l’influenza di persone dotate di chiara visione morale e di coraggio. (...) La rettitudine morale e il rispetto imparziale degli altri e del loro benessere sono essenziali al bene di qualsiasi società, dato che essi stabiliscono un clima di fiducia nel quale ogni relazione umana, religiosa o economica, sociale e culturale, o civile e politica, acquista forza e sostanza”.
“Ma cosa significa in termini pratici rispettare e promuovere la verità morale nel mondo della politica e della diplomazia a livelli nazionali ed internazionali?”
“Prima di tutto” – ha detto Benedetto XVI – “il promuovere la verità morale significa agire in modo responsabile sulla base della conoscenza dei fatti reali. (...) Quando le parti riescono ad innalzarsi dal proprio modo di vedere gli eventi, acquisiscono una visione oggettiva e integrale. Quanti sono chiamati a risolvere simili dispute sono in grado di prendere le giuste decisioni e di promuovere una genuina riconciliazione nel momento in cui afferrano e riconoscono la verità piena di una questione specifica”.
“Un secondo modo di promuovere la verità morale consiste nel destrutturare le ideologie politiche che altrimenti soppianterebbero la verità. Le esperienze tragiche del XX secolo hanno posto in evidenza l’inumanità che consegue dalla soppressione della verità e della dignità umana. (...) In questo senso, parlando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ho richiamato l’attenzione sui tentativi di certi ambienti di reinterpretare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo al fine di soddisfare interessi particolari, che avrebbero compromesso l’intima unitarietà della Dichiarazione e l’avrebbero allontanata dei suoi intenti originari”.
“In terzo luogo, il promuovere la verità morale nella vita pubblica esige uno sforzo costante per fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale. Richiamarsi ad essa, un tempo, era considerato evidente da sé, ma l’onda del positivismo nella dottrina giuridica contemporanea richiede la riaffermazione di questo importante assioma. Individui, comunità e Stati senza la guida di verità morali oggettive, diverrebbero egoisti e senza scrupoli, ed il mondo sarebbe un luogo pericoloso per viverci”.
“Quando le politiche che sosteniamo sono poste in atto in armonia con la legge naturale propria della nostra comune umanità, allora le nostre azioni diventano più fondate e portano ad un’atmosfera di intesa, di giustizia e di pace”.
Al termine del suo discorso il Papa si è diretto in automobile verso la Scuola elementare di San Maron, a cinque chilometri di distanza, dove si è svolto l’incontro con la comunità cattolica cipriota.
PV-CIPRO/ VIS 20100605 (710)
Nessun commento:
Posta un commento