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lunedì 7 luglio 2014

LA CHIESA È UN POPOLO CHE SERVE DIO

Città del Vaticano, 4 luglio 2014 (VIS). La Visita Pastorale del Santo Padre in Molise è proseguita con la Concelebrazione Eucaristica, alle 10:30, nell'ex Stadio Romagnoli di Campobasso.

"La prima Lettura ci ha ricordato le caratteristiche della sapienza divina, che libera dal male e dall’oppressione quanti si pongono al servizio del Signore" - ha detto il Papa nell'omelia - "Egli, infatti, non è neutrale, ma con la sua sapienza sta dalla parte delle persone fragili, delle persone discriminate e oppresse che si abbandonano fiduciose a Lui. (...) La Chiesa è un popolo che serve Dio; la Chiesa è un popolo che vive nella libertà donata da Lui. Anzitutto noi siamo un popolo che serve Dio. - ha proseguito il Pontefice - Il servizio a Dio si realizza in diversi modi, in particolare nella preghiera e nell'adorazione, nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza della carità. E sempre l’icona della Chiesa è la Vergine Maria, la 'serva del Signore'" la quale "mostra che la via privilegiata per servire Dio è servire i fratelli che hanno bisogno".

"Alla scuola della Madre - ha ricordato il Pontefice - la Chiesa impara a diventare ogni giorno 'serva del Signore', ad essere pronta a partire per andare incontro alle situazioni di maggiore necessità (...). Ma il servizio della carità siamo chiamati tutti a viverlo nelle realtà ordinarie, cioè in famiglia, in parrocchia, al lavoro, con i vicini… (...). La testimonianza della carità è la via maestra dell’evangelizzazione. In questo la Chiesa è sempre stata 'in prima linea', presenza materna e fraterna che condivide le difficoltà e le fragilità della gente. In questo modo, la comunità cristiana cerca di infondere nella società quel 'supplemento d'anima' che consente di guardare oltre e di sperare".

"Vi incoraggio tutti, sacerdoti, persone consacrate, fedeli laici, a perseverare su questa strada, servendo Dio nel servizio ai fratelli, e diffondendo dappertutto la cultura della solidarietà. C’è tanto bisogno di questo impegno, di fronte alle situazioni di precarietà materiale e spirituale, specialmente di fronte alla disoccupazione (...). Quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario. È necessario porre la dignità della persona umana al centro di ogni prospettiva e di ogni azione. Gli altri interessi, anche se legittimi, sono secondari".

"Dunque la Chiesa è il popolo che serve il Signore - ha sottolineato il Pontefice - Per questo è il popolo che sperimenta la sua liberazione e vive in questa libertà che Egli le dona. (...) La libertà anzitutto dal peccato, dall’egoismo in tutte le sue forme (...).Questa è la libertà che, con la grazia di Dio, sperimentiamo nella comunità cristiana, quando ci mettiamo al servizio gli uni degli altri. Senza gelosie, senza partiti, senza chiacchiere... (...) Allora il Signore ci libera da ambizioni e rivalità, che minano l’unità della comunione. Ci libera dalla sfiducia, dalla tristezza (...). Ci libera dalla paura, dal vuoto interiore, dall’isolamento, dai rimpianti, dalle lamentele. (...) Cristo ci libera da questo grigiore esistenziale. (...) Per questo (...) noi discepoli del Signore, pur rimanendo sempre deboli e peccatori - tutti lo siamo! (...) siamo chiamati a vivere con gioia e coraggio la nostra fede, la comunione con Dio e con i fratelli, l'adorazione a Dio e ad affrontare con fortezza la fatiche e le prove della vita".

"Cari fratelli e sorelle, la Vergine Santa - ha detto infine il Santo Padre - che venerate in particolare col titolo di 'Madonna della Libera', vi ottenga la gioia di servire il Signore e di camminare nella libertà che Egli ci ha donato (...). Maria vi aiuti ad essere Chiesa materna, Chiesa accogliente e premurosa verso tutti. (...). Per tutto il vostro popolo sia segno di consolazione e di sicura speranza".

Al termine della celebrazione della Santa Messa, il Santo Padre ha raggiunto in auto la Cattedrale per l'adorazione del Santissimo Sacramento e la preghiera sulla tomba del Vescovo Alberto Romita e del Vescovo Secondo Bologna, morto sotto il bombardamento della città nel 1943. Quindi Papa Francesco ha salutato una rappresentanza di ammalati e, poco prima delle 13:00, ha raggiunto la "Casa degli Angeli" per il pranzo con i bisognosi assistiti dalla Caritas, inaugurando la nuova struttura caritativa della Diocesi.

Al termine del pranzo, alle 14:15, Papa Francesco si è recato all'eliporto dell'Università del Molise per il trasferimento al Santuario dell'Addolorata di Castelpetroso.

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