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lunedì 7 luglio 2014

AI GIOVANI DI ABRUZZO E MOLISE: "NON LASCIATEVI RUBARE IL DESIDERIO DI COSTRUIRE NELLA VOSTRA VITA COSE GRANDI E SOLIDE!"

Città del Vaticano, 4 luglio 2014 (VIS). Poco prima delle 15:00, Papa Francesco è giunto al Santuario dell'Addolorata di Castelpetroso per l'incontro con i giovani delle Diocesi di Abruzzo e Molise. Dopo un momento di preghiera in privato nel Santuario, il Papa si è recato sul Piazzale salutato da migliaia di ragazzi e ragazze che ha ringraziato per l'entusiasmo e il clima di festa che avevano saputo creare.

"Siete aperti- con questo entusiasmo - alla speranza e desiderosi di pienezza, desiderosi di dare significato al vostro futuro - ha affermato il Pontefice - (...) di intravedere il cammino adatto per ciascuno di voi e scegliere la via che vi porti serenità e realizzazione umana. (...) Da un lato, siete alla ricerca di ciò che veramente conta, che rimane stabile nel tempo ed è definitivo, siete alla ricerca di risposte che illuminino la vostra mente e scaldino il vostro cuore non soltanto per lo spazio di un mattino o per un breve tratto di strada, ma per sempre. (...) Dall’altro lato, provate il forte timore di sbagliare - è vero, chi cammina può sbagliare -, provate la paura di coinvolgervi troppo nelle cose - l'avete sentita, tante volte -, la tentazione di lasciare sempre aperta una piccola via di fuga, che all’occorrenza possa aprire sempre nuovi scenari e possibilità".

"La società contemporanea e i suoi prevalenti modelli culturali - per esempio, la 'cultura del provvisorio' - non offrono un clima favorevole alla formazione di scelte di vita stabili con legami solidi, costruiti su una roccia dell’amore, di responsabilità piuttosto che sulla sabbia dell’emozione del momento - ha detto Papa Francesco - L’aspirazione all’autonomia individuale è spinta fino al punto da mettere sempre tutto in discussione e da spezzare con relativa facilità scelte importanti e lungamente ponderate, percorsi di vita liberamente intrapresi con impegno e dedizione. Questo alimenta la superficialità nell’assunzione delle responsabilità, poiché nel profondo dell’animo esse rischiano di venir considerate come qualcosa di cui ci si possa comunque liberare. Oggi scelgo questo, domani scelgo quell’altro… come va il vento vado io; o quando finisce il mio entusiasmo, la mia voglia, incomincio un’altra strada… E così si fa questo 'girare' la vita, proprio del labirinto. Ma il cammino non è il labirinto! Quando voi vi trovate a girare in un labirinto (...) fermatevi! Cercate il filo per uscire dal labirinto; cercate il filo: non si può bruciare la vita girando".

"Tuttavia, cari giovani, il cuore dell’essere umano aspira a cose grandi, a valori importanti, ad amicizie profonde, a legami che si irrobustiscono nelle prove della vita anziché spezzarsi. L’essere umano aspira ad amare e ad essere amato, (...) definitivamente. (...) Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita cose grandi e solide! È questo che vi porta avanti. Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi e di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù".

"Da soli non possiamo farcela. Di fronte alla pressione degli eventi e delle mode, da soli mai riusciremo a trovare la via giusta, e se anche la trovassimo, non avremmo la forza sufficiente per perseverare, per affrontare le salite e gli ostacoli imprevisti. E qui entra l’invito del Signore Gesù: 'Se vuoi… seguimi'. Ci invita per accompagnarci nel cammino, non per sfruttarci, non per farci schiavi, ma per farci liberi. (...) Egli ci ama definitivamente, ci ha scelti definitivamente, si è donato definitivamente a ciascuno di noi. (...) Com’è bello poter affrontare le alterne vicende dell’esistenza in compagnia di Gesù, avere con noi la sua Persona e il suo messaggio! Egli non toglie autonomia o libertà; al contrario, irrobustendo la nostra fragilità, ci permette di essere veramente liberi, liberi di fare il bene, forti di continuare a farlo, capaci di perdonare e capaci di chiedere perdono".

"Una parola che a me piace ripetere - ha detto ancora il Papa - perché spesso la dimentichiamo: Dio non si stanca di perdonare. (...) Egli perdona definitivamente, cancella e dimentica il nostro peccato se ci rivolgiamo a Lui con umiltà e fiducia. Egli ci aiuta a non scoraggiarci nelle difficoltà, a non considerarle insormontabili; e allora, fidandoci di Lui, getterete nuovamente le reti per una pesca sorprendente e abbondante, avrete coraggio e speranza anche nell’affrontare le difficoltà derivanti dagli effetti della crisi economica. Il coraggio e la speranza sono doti di tutti ma in particolare si addicono ai giovani (...). Il futuro certamente è nelle mani di Dio, le mani di un Padre provvidente. Questo non significa negare le difficoltà e i problemi, ma vederli, questi sì, come provvisori e superabili. Le difficoltà, le crisi, con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti possono essere superate, vinte, trasformate".

"Non voglio finire senza dire una parola su un problema che vi tocca, un problema che voi vivete nell’attualità: la disoccupazione. (...) Non possiamo rassegnarci a perdere tutta una generazione di giovani che non hanno la forte dignità del lavoro! (...) Una generazione senza lavoro è una sconfitta futura per la patria e per l’umanità. Dobbiamo lottare contro questo. E aiutarci gli uni gli altri a trovare una via di soluzione, di aiuto, di solidarietà. (...) E questa parola solidarietà (...) è una parola cristiana: andare avanti con il fratello per aiutare a superare i problemi. Coraggiosi, con speranza e con solidarietà".

Infine, ricordando che il Santuario della Madonna Addolorata fu "eretto nel luogo dove due ragazze di questa terra, Fabiana e Serafina, nel 1888 ebbero una visione della Madre di Dio mentre lavoravano nei campi", il Santo Padre ha affermato: "Maria è madre, ci soccorre sempre: quando lavoriamo e quando siamo in cerca di lavoro, quando abbiamo le idee chiare e quando siamo confusi, quando la preghiera sgorga spontanea e quando il cuore è arido: Lei sempre è lì ad aiutarci. Maria è Madre di Dio, madre nostra e madre della Chiesa".

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