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lunedì 7 luglio 2014

DIFENDERE LA DIGNITÀ CHE DÀ IL LAVORO

Città del Vaticano, 5 luglio 2014 (VIS). La Visita Pastorale del Santo Padre alle Diocesi di Campobasso-Boiano ed Isernia-Venafro, sul tema: "Dio non si stanca di perdonare", ha avuto inizio questa mattina con l'incontro con il mondo del lavoro e dell'industria nell'Aula Magna dell'Università degli Studi del Molise. Partito in elicottero alle 7:45, all'arrivo all'eliporto dell'Università del Molise a Campobasso, il Santo Padre è stato accolto dalle autorità civili e religiose.

"Il nostro Dio è il Dio delle sorprese. (...) Dio che rompe gli schemi. E se noi non abbiamo il coraggio di rompere gli schemi, mai andremo avanti perché il nostro Dio ci spinge a questo: essere creativi sul futuro" - sono state le prime parole pronunciate dal Papa - "Il luogo in cui ci troviamo è l'Università. E questo è significativo: esprime l’importanza della ricerca e della formazione anche per rispondere alle nuove complesse domande che l’attuale crisi economica pone, sul piano locale, nazionale e internazionale. Lo testimoniava poco fa il giovane agricoltore con la sua scelta di fare il corso di laurea in agraria e di lavorare la terra 'per vocazione'. Il restare del contadino sulla terra non è rimanere fisso, è fare un dialogo, un dialogo fecondo, un dialogo creativo. È il dialogo dell’uomo con la sua terra che la fa fiorire, la fa diventare per tutti noi feconda. (...) Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato. Io vedo l’America - la mia patria, pure: tante foreste, spogliate, che diventano terra che non si può coltivare, che non può dare vita. Questo è il peccato nostro: di sfruttare la terra e non lasciare che lei ci dia quello che ha dentro, con il nostro aiuto della coltivazione".

Il Papa ha poi fatto riferimento ad un'altra sfida della nostra epoca: conciliare i tempi del lavoro con i tempi della famiglia. "Questo è un punto 'critico' - ha detto - un punto che ci permette di discernere, di valutare la qualità umana del sistema economico in cui ci troviamo. E all’interno di questo ambito si colloca anche la questione della domenica lavorativa, che non interessa solo i credenti, ma interessa tutti, come scelta etica. (...) La domanda è: a che cosa vogliamo dare priorità? La domenica libera dal lavoro (...) sta ad affermare che la priorità non è all’economico, ma all’umano, al gratuito, alle relazioni non commerciali ma familiari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la comunità. Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà".

"Cari amici, oggi vorrei unire la mia voce - ha continuato il Pontefice - a quella di tanti lavoratori e imprenditori di questo territorio nel chiedere che possa attuarsi anche un 'patto per il lavoro' (...). Tanti posti di lavoro potrebbero essere recuperati attraverso una strategia concordata con le autorità nazionali, un 'patto per il lavoro' che sappia cogliere le opportunità offerte dalle normative nazionali ed europee".
Successivamente, citando la parola chiave detta da un lavoratore: dignità, il Papa ha affermato: "Non avere lavoro non è soltanto non avere il necessario per vivere, no. Noi possiamo mangiare tutti i giorni: andiamo alla Caritas, andiamo a questa associazione, andiamo al club, andiamo là e ci danno da mangiare. Ma questo non è il problema. Il problema è non portare il pane a casa: questo è grave, e questo toglie la dignità! Questo toglie la dignità. E il problema più grave non è la fame - anche se il problema c’è. Il problema più grave è la dignità. Per questo dobbiamo lavorare e difendere la nostra dignità, che dà il lavoro".

Infine nel ricevere in dono un dipinto che rappresenta una maternità, ringraziando, Papa Francesco ha detto: "Maternità comporta travaglio, ma il travaglio del parto è orientato alla vita, è pieno di speranza. Allora non solo vi ringrazio per questo dono, ma vi ringrazio ancora di più per la testimonianza che esso contiene: quella di un travaglio pieno di speranza".

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