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lunedì 16 settembre 2013

PAPA FRANCESCO: IL SACERDOTE BROCHERO UN PIONIERE CHE SI RECA NELLE PERIFERIE GEOGRAFICHE ED ESISTENZIALI PER PORTARE LA MISERICORDIA DI DIO

Città del Vaticano, 14 settembre 2013 (VIS). Il sacerdote argentino José Gabriel Brochero (1840-1914), "il cura Brochero", una delle figure più popolari dell'Argentina, è stato oggi proclamato Beato a Cordoba (Argentina). Brochero, che si adoperò nell'assistenza ai malati e ai moribondi durante l'epidemia di colera che colpì Cordoba nel 1867, fu nominato, nel 1869, Vicario del dipartimento di San Alberto, oggi Valle Traslasierra e qui, percorrendo a dorso di mulo i villaggi, si fece carico delle necessità dei suoi abitanti, costruì chiese, cappelle e scuole e, aiutato dai contadini, aprì passaggi fra le montagne. In vecchiaia divenne sordo e cieco a causa della lebbra contratta vivendo in stretto contatto con le persone che soffrivano di questa malattia.

In occasione della sua Beatificazione, il Santo Padre ha indirizzato una Lettera all'Arcivescovo José María Arancedo, di Santa Fe (Argentina), Presidente della Conferenza Episcopale Argentina, della quale riportiamo ampi estratti.

"Che finalmente il sacerdote Brochero sia stato annoverato fra i beati è una grande gioia e una grande benedizione per il popolo argentino e per i devoti di questo pastore con l'odore delle pecore, che si è fatto povero fra i poveri, che lottò sempre per essere vicino a Dio e alla gente, che ha fatto e continua a fare tanto bene come una carezza di Dio al nostro popolo sofferente. Mi piace immaginare oggi Brochero parroco sulla sua mula 'Facciabrutta' mentre percorre le strade aride e desolate che corrono lungo i 200 chilometri quadrati della sua parrocchia, cercando casa per casa i vostri bisnonni e trisnonni, per rispondere alle loro necessità e per invitarli a fare gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola. Egli conosceva tutti gli angoli della sua parrocchia. Non rimaneva nella sacrestia a pettinare le pecore".

"Il sacerdote Brochero era una visita di Gesù stesso a ogni famgilia. Egli portava l'immagine della Vergine, il libro di preghiere con la Parola di Dio, l'occorrente per celebrare la Messa quotidiana. Gli offrivano il mate, chiacchieravano e Brochero parlava facendosi capire da tutti perché le sue parole sgorgavano dal cuore, dalla fede e dall'amore per Gesù".

"In una beatificazione è molto importante l'attualità pastorale. Il Cura Brochero ha l'attualità del Vangelo, è un pioniere perché si reca nelle periferie geografiche ed esistenziali per portare a tutti l'amore e la misericordia di Dio. Non rimaneva nell'ufficio parrocchiale, ma si sfinì sulla mula e finì malato di lebbra, a forza di andare a cercare la gente, come un pellegrino della fede. Questo è ciò che Gesù chiede oggi, discepoli missionari, pellegrini della fede! Brochero era un uomo normale, fragile, come tutti noi, però conobbe l'amore di Gesù... seppe uscire .. dall'egoismo meschino di tutti noi, vincendo se stesso, superando con l'aiuto di Dio quelle forze interiori di cui si serve il demonio per incatenarci alla comodità... Ascoltò la chiamata di Dio, scelse il sacrificio di prodigarsi per il suo Regno, per il bene comune, perché la grande dignità di ogni persona si meritasse quella di figlio di Dio. Fu fedele fino alla fine: continuava a pregare e a celebrare la messa anche quando era cieco e lebbroso".

"Lasciamo che il Cura Brochero entri oggi, con il suo mulo e tutto il resto, nella casa del nostro cuore e ci inviti alla preghiera, all'incontro con Gesù, che ci liberi dagli impedimenti per uscire in strada a cercare il fratello, a toccare la carne di Cristo in colui che soffre e che ha bisogno dell'amore di Dio".

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