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lunedì 3 dicembre 2012

AVVENTO: LA VENUTA DEL SIGNORE CONTINUA

Città del Vaticano, 3 dicembre 2012 (VIS). "La parola 'avvento' significa 'venuta' o 'presenza'. Nel mondo antico indicava la visita del re o dell’imperatore in una provincia; nel linguaggio cristiano è riferita alla venuta di Dio, alla sua presenza nel mondo; un mistero che avvolge interamente il cosmo e la storia, ma che conosce due momenti culminanti: la prima e la seconda venuta di Gesù Cristo".

Benedetto XVI ha spiegato ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus, che di questi momenti culminanti il primo è l'Incarnazione e il secondo il ritorno glorioso di Dio alla fine dei tempi. "Questi due momenti, che cronologicamente sono distanti - e non ci è dato sapere quanto -, in profondità si toccano, perché con la sua morte e risurrezione Gesù ha già realizzato quella trasformazione dell’uomo e del cosmo che è la meta finale della creazione. Ma prima della fine, è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni, dice Gesù nel Vangelo di san Marco. La venuta del Signore continua, il mondo deve essere penetrato dalla sua presenza. E questa venuta permanente del Signore nell’annuncio del Vangelo richiede continuamente la nostra collaborazione; e la Chiesa, (...) in comunione con il suo Signore collabora in questa venuta del Signore, nella quale già comincia il suo ritorno glorioso".

"A questo ci richiama oggi la Parola di Dio, tracciando la linea di condotta da seguire per essere pronti alla venuta del Signore. Nel Vangelo di Luca, Gesù dice ai discepoli: 'I vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita …vegliate in ogni momento pregando'. Dunque, sobrietà e preghiera. E l’apostolo Paolo aggiunge l’invito a 'crescere e sovrabbondare nell’amore' tra noi e verso tutti, per rendere saldi i nostri cuori e irreprensibili nella santità. In mezzo agli sconvolgimenti del mondo, o ai deserti dell’indifferenza e del materialismo, i cristiani accolgono da Dio la salvezza e la testimoniano con un diverso modo di vivere (...). La comunità dei credenti è segno dell’amore di Dio, della sua giustizia che è già presente e operante nella storia ma che non è ancora pienamente realizzata, e pertanto va sempre attesa, invocata, ricercata con pazienza e coraggio".

Dopo l'Angelus il Papa, nel ricordare che oggi a Kottar (India) viene proclamato Beato il laico e martire Devasahayam Pillai, vissuto nel secolo XVIII, ha detto: "Ci uniamo alla gioia della Chiesa in India e preghiamo che il nuovo Beato sostenga la fede dei cristiani di quel grande e nobile Paese".

"Domani - ha aggiunto il Pontefice - si celebra la Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità. Ogni persona, pur con i suoi limiti fisici e psichici, anche gravi, è sempre un valore inestimabile, e come tale va considerata. Incoraggio le comunità ecclesiali ad essere attente e accoglienti verso questi fratelli e sorelle. Esorto i legislatori e i governanti a tutelare le persone con disabilità e a promuovere la loro piena partecipazione alla vita della società".

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