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lunedì 15 ottobre 2012

LA RELIGIONE INDICA ALLA SOCIETÀ NORME MORALI OGGETTIVE

Città del Vaticano, 15 ottobre 2012 (VIS). Il Padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso è intervenuto il 14 ottobre scorso, al Forum Mondiale di Istanbul (Turchia), sul tema: "Giustizia ed edificazione di un nuovo ordine mondiale". Al Forum, che si è svolto dal 13 al 14 ottobre, Padre Ayuso ha analizzato il contributo fondamentale della giustizia sociale e della libertà religiosa alla pace e l'indispensabile contributo della religione alla promozione della pace e della giustizia nel tessuto della società globale.

"La religione - ha affermato Padre Ayuso - apporta il suo contributo al dibattito nazionale di ogni società. Ciò significa che la società deve impegnarsi ad affrontare tutte le complessità del mondo moderno. Concetti quali 'giustizia' e 'giustizia sociale' sono parte integrante di questo dibattito. Così noi ci chiediamo, qual'è il contributo della religione al dibattito nazionale circa la 'giustizia' e la 'giustizia sociale'? La giustizia è un attributo divino, e l'insegnamento religioso certamente contribuisce alla riflessione sul giusto orientamento delle relazioni, vale a dire, alla giustizia sociale. La tradizione cattolica, tuttavia, sostiene che la giustizia è accessibile alla ragione umana, a tutti gli uomini e donne di buona volontà, sia religiosi che non religiosi".

"I credenti e i non credenti riconoscono l'innata dignità della persona umana e riconoscono che tale dignità è la ragione per i diritti inalienabili di ogni individuo, la protezione dei quali è obiettivo della giustizia. (...) Questi diritti sono antecedenti ed indipendenti dallo Stato, e la misura della giustizia dello Stato è quella in cui esso rispetta e rivendica tali diritti antecedenti, perché la giustizia esige che tutte le persone debbano poter godere liberamente dei propri diritti. (...) Quando lo Stato è manchevole nell'amministrazione della giustizia, anzi agisce ingiustamente, non ha più autorità morale né legittimità. Ciò comporta che lo Stato è soggetto al giudizio, esso non ha potere assoluto ma può e deve dar conto delle sue azioni. La nostra domanda è, perciò, chi o che cosa deve tenere in considerazione lo Stato per assicurarsi di operare con giustizia? La domanda non è di carattere politico, ma di carattere morale, sebbene la risposta richieda scelte politiche".

"Poiché la questione ultima è di carattere morale ne consegue che il punto cruciale di una società civile e giusta è lo spazio adeguato e dovuto assegnato alla religione, la quale ha da dare un contributo unico essendo la voce di chi non ha voce, voce per i sofferenti, voce per gli oppressi, voce per i perseguitati, voce profetica che richiama ad agire in pace e giustizia. La religione richiama la coscienza della società affinché agisca nella verità a favore del bene comune. La Regione, perciò, ha un ruolo nel dibattito politico, non nel fornire concrete soluzioni politiche, che sono al di fuori della sua competenza, ma nel richiamare la società alle norme morali obiettive alla base della giustizia e di una società giusta".

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