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lunedì 15 ottobre 2012

ANGELUS: I RICCHI DEVONO ENTRARE NELLA LOGICA DEL DONO

Città del Vaticano, 14 ottobre 2012 (VIS). Nel commentare all'Angelus il Vangelo di questa domenica che narra dell'incontro di Gesù con il giovane ricco, il Santo Padre ha detto: "Dio può conquistare il cuore di una persona che possiede molti beni e spingerla alla solidarietà e alla condivisione con chi è bisognoso, con i poveri, ad entrare cioè nella logica del dono".

"Gesù insegna che per un ricco è molto difficile entrare nel Regno di Dio, ma non impossibile", ha affermato il Santo Padre. Infatti, attraverso la logica del dono "la persona si pone sulla via di Gesù Cristo, il quale - come scrive l'apostolo Paolo 'da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà'".

Benedetto XVI ha ricordato ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro che il giovane che incontra Gesù osservava scrupolosamente tutti i comandamenti della Legge di Dio, "ma non aveva ancora trovato la vera felicità; e per questo domanda a Gesù come fare per 'avere in eredità la vita eterna'. Da una parte egli è attratto, come tutti, dalla pienezza della vita; dall’altra, essendo abituato a contare sulle proprie ricchezze, pensa che anche la vita eterna si possa in qualche modo 'acquistare', magari osservando un comandamento speciale".

Gesù coglie il desiderio profondo che c’è in quella persona ma anche il suo punto debole, "il suo attaccamento ai suoi molti beni; e perciò gli propone di dare tutto ai poveri, così che il suo tesoro – e quindi il suo cuore – non sia più sulla terra, ma in cielo, e aggiunge: 'Vieni! Seguimi!' Quel tale, però, invece di accogliere con gioia l’invito di Gesù, se ne va via rattristato, perché non riesce a distaccarsi dalle sue ricchezze, che non potranno mai dargli la felicità e la vita eterna".

È a questo punto che Gesù pronuncia la celebre frase "'È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio"'. Ma, vedendo i discepoli attoniti, aggiunge: "'Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio'. "Così commenta San Clemente di Alessandria: 'La parabola insegni ai ricchi che non devono trascurare la loro salvezza come se fossero già condannati, né devono buttare a mare la ricchezza né condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita'".

"La storia della Chiesa - ha concluso il Santo Padre - è piena di esempi di persone ricche, che hanno usato i propri beni in modo evangelico, raggiungendo anche la santità. Pensiamo solo a san Francesco, a santa Elisabetta d’Ungheria o a san Carlo Borromeo".

Al termine della preghiera mariana il Papa ha ricordato che sabato a Praga (Repubblica Ceca) sono stati proclamati Beati Federico Bachstein e tredici Confratelli dell’Ordine dei Frati Minori. "Essi furono uccisi nel 1611 a causa della loro fede. Sono i primi Beati dell’'Anno della fede', e sono martiri: ci ricordano che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui".

"Oggi in Polonia, e anche nelle parrocchie polacche nel mondo - ha proseguito Benedetto XVI - celebrate 'la Giornata del Papa' con il motto: "Giovanni Paolo II – Papa della Famiglia'. (...) Auguro che in ognuna delle famiglie polacche risplenda il vivo fuoco della fede, del bene e dell’amore evangelico".


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