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lunedì 25 luglio 2011

ANGELUS: RESPONSABILITÀ MORALE GOVERNANTI

CITTA' DEL VATICANO, 24 LUG. 2011 (VIS). Nelle riflessioni che precedono la recita dell’Angelus, il Papa ha commentato la prima Lettura della Liturgia domenicale, il passaggio del Libro dei Re nel quale Salomone, nel salire al trono chiede a Dio un cuore docile per servire con giustizia il suo popolo e discernere il bene dal male.

Ai fedeli riuniti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Papa ha spiegato il significato della supplica di Salomone: “Sappiamo che il ‘cuore’ nella Bibbia non indica solo una parte del corpo, ma il centro della persona, la sede delle sue intenzioni e dei suoi giudizi. Potremmo dire: la coscienza. ‘Cuore docile’ allora significa una coscienza che sa ascoltare, che è sensibile alla voce della verità, e per questo è capace di discernere il bene dal male. Nel caso di Salomone, la richiesta è motivata dalla responsabilità di guidare una nazione, Israele, il popolo che Dio ha scelto per manifestare al mondo il suo disegno di salvezza. Il re d’Israele, pertanto, deve cercare di essere sempre in sintonia con Dio, in ascolto della sua Parola, per guidare il popolo nelle vie del Signore, la via della giustizia e della pace”.

“Ma l’esempio di Salomone vale per ogni uomo” – ha proseguito il Pontefice – “Ognuno di noi ha una coscienza per essere in un certo senso ‘re’, cioè per esercitare la grande dignità umana di agire secondo la retta coscienza operando il bene ed evitando il male. La coscienza morale presuppone la capacità di ascoltare la voce della verità, di essere docili alle sue indicazioni. Le persone chiamate a compiti di governo hanno naturalmente una responsabilità ulteriore, e quindi – come insegna Salomone – hanno ancora più bisogno dell’aiuto di Dio”.

“Ma ciascuno ha la propria parte da fare, nella concreta situazione in cui si trova. Una mentalità sbagliata ci suggerisce di chiedere a Dio cose o condizioni di favore; in realtà, la vera qualità della nostra vita e della vita sociale dipende dalla retta coscienza di ognuno, dalla capacità di ciascuno e di tutti di riconoscere il bene, separandolo dal male, e di cercare pazientemente di attuarlo e così contribuire alla giustizia ed alla pace”.

“La Vergine Santa aiuti anche noi a formarci” – ha concluso il Pontefice – “con la grazia di Dio, una coscienza sempre aperta alla verità e sensibile alla giustizia, per servire il Regno di Dio”.
ANG/ VIS 20110725 (400)

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