CITTA' DEL VATICANO, 18 OTT. 2010 (VIS). “Gli stretti legami che uniscono il fedele popolo salvadoregno alla Cattedra del Principe degli Apostoli manifestano una nobilissima tradizione ed è impossibile separarli dalla storia e dai costumi di questa terra benedetta”, ha detto questa mattina il Papa al Signor Manuel Roberto López Becera, nuovo Ambasciatore di El Salvador presso la Santa Sede.
“La Chiesa in El Salvador, con le sue specifiche competenze, con indipendenza e libertà” – ha affermato il Santo Padre - “si impegna a servire la promozione del bene comune in tutte le sue dimensioni e la promozione di quelle condizioni che consentono agli uomini e alle donne lo sviluppo integrale della persona. (...) Evangelizzando e dando testimonianza di amore a Dio e a tutti gli uomini senza alcuna eccezione, si converte in elemento efficace per l’eliminazione della povertà e in un vigoroso sprone per la lotta contro la violenza, la impunità e il narcotraffico, che causano tanta devastazione, soprattutto fra i giovani. (...) La comunità ecclesiale non può fare a meno di sentirsi interpellata quando a molti mancano i mezzi per una vita degna o quando non hanno un impiego (...) vedendosi obbligati a emigrare fuori della Patria. Parimenti, sarebbe strano che i discepoli di Cristo rimanessero neutrali davanti alla aggressiva presenza delle sette che appaiono come una comoda e facile risposta religiosa, ma che, in realtà, minano la cultura e le abitudini che, da secoli, hanno conformato l’identità salvadoregna, oscurando anche la bellezza del messaggio evangelico e intaccando l’unità dei fedeli intorno ai propri Pastori”.
“È consolante” – ha affermato il Papa – “vedere l’impegno del vostro Paese nell’edificazione di una società più armonica e solidale, avanzando sul chiaro sentiero di quelli Accordi firmati nel 1992, in forza dei quali si concluse la lunga lotta intestina vissuta da El Salvador, terra di grandi ricchezze naturali che parlano con eloquenza di Dio e che bisogna conservare e proteggere con vigore per legarle in tutta la loro rigogliosità alle nuove generazioni. Grande gioia sarà riservata al popolo salvadoregno, dallo spirito di abnegazione e laborioso, quando il processo di pace sarà quotidianamente confermato e si potenzieranno le decisioni tendenti a favorire la sicurezza cittadina”.
“In merito, chiedo all’Onnipotente (...) che i vostri compatrioti ricevano il sostegno necessario per rinunciare definitivamente a quanto provoca conflitti, sostituendo le inimicizie con la reciproca comprensione e con la salvaguardia della incolumità delle persone e dei loro averi. Per conseguire questi obiettivi, si devono convincere che la violenza non serve a nulla e tutto peggiora, perché è una via senza uscita. (...) La pace, al contrario, è un’aspirazione comune a tutti gli uomini degni di questo nome. Come dono del Divino Salvatore, è anche una missione alla quale tutti devono cooperare senza vacillare, incontrando nello Stato un risoluto sostenitore mediante pertinenti disposizioni giuridiche, economiche e sociali, come adeguate Forze e Corpi di Polizia e Sicurezza, che assicurano nell’ambito della legalità il benessere della popolazione”.
“In questo cammino di superamento” – ha concluso Benedetto XVI – “ci sarà sempre la mano tesa dei figli della Chiesa che esorto vivamente affinché con la loro testimonianza di discepoli e missionari di Cristo, si identifichino sempre più con Lui e Lo invochino affinché Egli faccia di ogni salvadoregno un artefice di riconciliazione”.
CD/ VIS 20101018 (550)
“La Chiesa in El Salvador, con le sue specifiche competenze, con indipendenza e libertà” – ha affermato il Santo Padre - “si impegna a servire la promozione del bene comune in tutte le sue dimensioni e la promozione di quelle condizioni che consentono agli uomini e alle donne lo sviluppo integrale della persona. (...) Evangelizzando e dando testimonianza di amore a Dio e a tutti gli uomini senza alcuna eccezione, si converte in elemento efficace per l’eliminazione della povertà e in un vigoroso sprone per la lotta contro la violenza, la impunità e il narcotraffico, che causano tanta devastazione, soprattutto fra i giovani. (...) La comunità ecclesiale non può fare a meno di sentirsi interpellata quando a molti mancano i mezzi per una vita degna o quando non hanno un impiego (...) vedendosi obbligati a emigrare fuori della Patria. Parimenti, sarebbe strano che i discepoli di Cristo rimanessero neutrali davanti alla aggressiva presenza delle sette che appaiono come una comoda e facile risposta religiosa, ma che, in realtà, minano la cultura e le abitudini che, da secoli, hanno conformato l’identità salvadoregna, oscurando anche la bellezza del messaggio evangelico e intaccando l’unità dei fedeli intorno ai propri Pastori”.
“È consolante” – ha affermato il Papa – “vedere l’impegno del vostro Paese nell’edificazione di una società più armonica e solidale, avanzando sul chiaro sentiero di quelli Accordi firmati nel 1992, in forza dei quali si concluse la lunga lotta intestina vissuta da El Salvador, terra di grandi ricchezze naturali che parlano con eloquenza di Dio e che bisogna conservare e proteggere con vigore per legarle in tutta la loro rigogliosità alle nuove generazioni. Grande gioia sarà riservata al popolo salvadoregno, dallo spirito di abnegazione e laborioso, quando il processo di pace sarà quotidianamente confermato e si potenzieranno le decisioni tendenti a favorire la sicurezza cittadina”.
“In merito, chiedo all’Onnipotente (...) che i vostri compatrioti ricevano il sostegno necessario per rinunciare definitivamente a quanto provoca conflitti, sostituendo le inimicizie con la reciproca comprensione e con la salvaguardia della incolumità delle persone e dei loro averi. Per conseguire questi obiettivi, si devono convincere che la violenza non serve a nulla e tutto peggiora, perché è una via senza uscita. (...) La pace, al contrario, è un’aspirazione comune a tutti gli uomini degni di questo nome. Come dono del Divino Salvatore, è anche una missione alla quale tutti devono cooperare senza vacillare, incontrando nello Stato un risoluto sostenitore mediante pertinenti disposizioni giuridiche, economiche e sociali, come adeguate Forze e Corpi di Polizia e Sicurezza, che assicurano nell’ambito della legalità il benessere della popolazione”.
“In questo cammino di superamento” – ha concluso Benedetto XVI – “ci sarà sempre la mano tesa dei figli della Chiesa che esorto vivamente affinché con la loro testimonianza di discepoli e missionari di Cristo, si identifichino sempre più con Lui e Lo invochino affinché Egli faccia di ogni salvadoregno un artefice di riconciliazione”.
CD/ VIS 20101018 (550)
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