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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 1 luglio 2008

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI LUGLIO

CITTA' DEL VATICANO, 1 LUG. 2008 (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di luglio è la seguente: "Perché cresca il numero di coloro che, come volontari, prestano servizio alla Comunità cristiana con generosa e pronta disponibilità".

  L'intenzione Missionaria è la seguente: "Perché la Giornata Mondiale della Gioventù che si tiene a Sidney, in Australia, accenda nei giovani il fuoco dell'amore divino e li renda seminatori di speranza per una nuova umanità".
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/LUGLIO/…                          VIS 20080701 (100)


"COMBATTERE LA POVERTÀ, COSTRUIRE LA PACE"

CITTA' DEL VATICANO, 1 LUG. 2008 (VIS). "Combattere la povertà, costruire la pace" è il tema del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la celebrazione della 42ma Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà il 1° gennaio 2009.

  "Il tema scelto dal Santo Padre" - si legge in un Comunicato reso pubblico questa mattina - "intende sottolineare la necessità di una risposta urgente della famiglia umana alla grave questione della povertà, intesa come problema materiale, ma prima di tutto morale e spirituale".

  Il Comunicato ricorda che anche di recente in un Messaggio datato 2 giugno 2008, indirizzato alla F.A.O, il Santo Padre ha denunciato lo scandalo della povertà nel mondo: "Povertà e malnutrizione non sono una mera fatalità, provocata da situazioni ambientali avverse o da disastrose calamità naturali ... le considerazioni di carattere esclusivamente tecnico o economico non debbono prevalere sui doveri di giustizia verso quanti soffrono la fame".

  "Lo scandalo della povertà" - si legge ancora nel Comunicato - "manifesta l'inadeguatezza degli attuali sistemi di convivenza umana nel promuovere la realizzazione del bene comune. Ciò rende necessaria una riflessione sulle radici profonde della povertà materiale, quindi anche sulla 'miseria spirituale' che rende l'uomo indifferente alle sofferenze del prossimo. La risposta va allora cercata prima di tutto nella conversione del cuore dell'uomo al Dio della carità, per conquistare così la povertà di spirito secondo il Messaggio di salvezza annunciato da Gesù nel Discorso della Montagna: 'Beati i poveri in Spirito, perché di essi è il regno dei cieli".
.../MESSAGGIO XLII GIORNATA MONDIALE PACE/...         VIS 20080701 (260)


DOMANI PARTENZA DEL SANTO PADRE PER CASTEL GANDOLFO

CITTA' DEL VATICANO, 1 LUG. 2008 (VIS). Da domani, mercoledì 2 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trasferirà nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ad una trentina di chilometri da Roma.

  Nel periodo estivo sono sospese tutte le Udienza private e speciali.

  Nelle domeniche 6 e 27 luglio l'Angelus verrà recitato nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

  Nel mese di luglio vengono sospese le Udienze generali dei mercoledì 9, 16, 23, 30.

  Dal 12 al 21 luglio il Santo Padre sarà in Australia per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù.

  Da lunedì 28 luglio a lunedì 11 agosto Sua Santità trascorrerà un periodo di riposo nel Seminario di Bressanone. Durante questo periodo la recita dell'Angelus delle domeniche 3 e 10 agosto avverrà nella suddetta località.

  Le Udienza generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 13 agosto.

  Nelle domeniche e nelle solennità durante il periodo estivo la recita dell'Angelus avrà luogo nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
OP/PERIODO RIPOSO PAPA/...                           VIS 20080701 (170)


lunedì 30 giugno 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Juan del Río Martín, finora Vescovo di Jérez de la Frontiera (Spagna), Arcivescovo Ordinario Militare per la Spagna (sacerdoti: 100; religiosi: 58). L'Arcivescovo eletto è nato nel 1948 a Ayamonte (Spagna), è stato ordinato sacerdote nel 1974 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 2000. Attualmente è Presidente della Commissione per i Mezzi di Comunicazione Sociale della Conferenza Episcopale Spagnola.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Wabag (Papua Nuova Guinea), presentata dal Vescovo Hermann Raich, S.V.D., per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Arnold Orowae, Coadiutore della medesima Diocesi.

  Sabato 28 giugno, il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Anthony Muheria, finora Vescovo di Embu (Kenya), Vescovo di Kitui (superficie: 36.246; popolazione: 1.128.000; cattolici: 250.000; sacerdoti: 61; religiosi: 119), Kenya.

- Il Vescovo Józef Wróbel, S.C.I., finora Vescovo di Helsinki (Finlandia), Vescovo Ausiliare di Lublin (superficie: 9.108; popolazione: 1.069.136; cattolici: 1.039.879; sacerdoti: 1.314; religiosi: 903), Polonia.

- Il Reverendo Basilio Athai, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Taunggyi (superficie. 26.850; popolazione: 1.540.000; cattolici: 7.450; sacerdoti: 33; religiosi: 92), Myanmar. Il Vescovo eletto, finora Rettore del Seminario Maggiore Propedeutico "St. Michael" di Taunggyi, è nato nel 1956 a Kyekadaw (Myanmar) ed è stato ordinato sacerdote nel 1984.
RE:NER:NEA/.../...                                 VIS 20080630 (220)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Signor Stanislaw Tillich, Ministro Presidente della Sassonia, con la Consorte, e Seguito.

- Il Cardinale Varkey Vithayathil, C.S.S.R., Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi (India).

- La Signora Nevine Simaika Halim Abdalla, Ambasciatore della Repubblica Araba d'Egitto, in visita di congedo.

  Sabato 28 giugno il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- L'Onorevole Giovanni Alemanno, Sindaco di Roma.

- La Signora Leonida L. Vera, Ambasciatore delle Filippine, in visita di congedo.
AP/.../...                                       VIS 20080630 (100)


PER OGNI PASTORE CONDIZIONE SUO SERVIZIO AMORE DI CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2008 (VIS). Questa mattina, nell'Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza gli Arcivescovi Metropoliti che hanno ricevuto il Pallio nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, con i Familiari.

  Il Santo Padre ha rivolto ad ognuno degli Arcivescovi Metropoliti il suo cordiale saluto nelle diverse lingue e quindi ha affermato: "L'immagine del corpo organico applicata alla Chiesa è uno degli elementi forti e caratteristici della dottrina di San Paolo, e perciò, in questo anno giubilare a lui dedicato desidero affidare ciascuno di voi, cari Arcivescovi, alla sua celeste protezione. L'Apostolo delle genti vi aiuti a far crescere le Comunità a voi affidate unite e missionarie, concordi e coordinate nell'azione pastorale animate da costante slancio apostolico".

  "Ricordiamo sempre" - ha ribadito il Pontefice - "che per ogni Pastore la condizione del suo servizio è l'amore per Cristo, a cui nulla deve essere anteposto. 'Simone di Giovanni, mi ami?'. La domanda di Gesù a Pietro risuoni sempre nel nostro cuore, cari Fratelli, e susciti, ogni volta nuova e commossa, la nostra risposta: 'Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo'. Da questo amore per Cristo scaturisce la missione: 'Pasci le mie pecorelle'; missione che si riassume anzitutto nella testimonianza a Lui, il Maestro e il Signore: 'Seguimi'".
AC/..../ARCIVESCOVI METROPOLITI                       VIS 20080630 (230)


CRISTIANI NON UNITI NON POSSONO DARE TESTIMONIANZA CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2008 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha celebrato, nella Basilica Vaticana, l'Eucaristia con la partecipazione del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. Hanno concelebrato con il Santo Padre i 40 nuovi Arcivescovi Metropoliti, ai quali il Pontefice ha imposto il Sacro Pallio.

  Il Santo Padre ed il Patriarca Ecumenico sono entrati insieme nella Basilica di San Pietro e si sono avviati all'Altare, preceduti dal Diacono ortodosso e dal Diacono latino che hanno portato il Libro dei Vangeli.

  Dopo la lettura del Vangelo proclamato in latino e in greco, il Santo Padre ha presentato il Patriarca Ecumenico all'assemblea, quindi il Patriarca e poi il Santo Padre hanno tenuto l'omelia.

  Ricordando i Santi Apostoli Patroni di Roma Papa Benedetto XVI ha affermato che: "Mediante il martirio, mediante la loro fede e il loro amore, i due Apostoli indicano dove sta la vera speranza, e sono fondatori di un nuovo genere di città, che deve formarsi sempre di nuovo in mezzo alla vecchia città umana, la quale resta minacciata dalle forze contrarie del peccato e dell'egoismo degli uomini".

  "In virtù del loro martirio, Pietro e Paolo sono in reciproco rapporto per sempre" - ha proseguito il Pontefice - "Possiamo dire: il loro stesso martirio, nel più profondo, è la realizzazione di un abbraccio fraterno. Essi muoiono per l'unico Cristo e, nella testimonianza per la quale danno la vita, sono una cosa sola. Negli scritti del Nuovo Testamento possiamo, per così dire, seguire lo sviluppo del loro abbraccio, questo fare unità nella testimonianza e nella missione".

  "Mentre di solito Paolo va soltanto nei luoghi in cui il Vangelo non è ancora annunciato, Roma costituisce un'eccezione. Lì egli trova una Chiesa della cui fede parla il mondo. L'andare a Roma fa parte dell'universalità della sua  missione come inviato a tutti i popoli. (...) L'andare a Roma è per lui espressione della cattolicità della sua missione. Roma deve rendere visibile la fede a tutto il mondo, deve essere il luogo dell'incontro nell'unica fede".

  "Pietro che, secondo l'ordine di Dio, per primo aveva aperto la porta ai pagani lascia ora la presidenza della Chiesa cristiano-giudaica a Giacomo il minore, per dedicarsi alla sua vera missione: al ministero per l'unità dell'unica Chiesa di Dio formata da giudei e pagani".

  "Il cammino di San Pietro verso Roma, come rappresentante dei popoli del mondo, sta soprattutto sotto la parola 'una': il suo compito è di creare l'unità della 'catholica', della Chiesa formata da giudei e pagani, della Chiesa di tutti i popoli. Ed è questa la missione permanente di Pietro: far sì che la Chiesa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura o con un solo Stato. Che sia sempre la Chiesa di tutti. Che riunisca l'umanità al di là di ogni frontiera e, in mezzo alle divisioni di questo mondo, renda presente la pace di Dio, la forza riconciliatrice del suo amore".

  Rivolgendosi agli Arcivescovi ai quali impone il Sacro Pallio, il Santo Padre ha detto: "Quando prendiamo il pallio sulle spalle, quel gesto ci ricorda il Pastore che prende sulle spalle la pecorella smarrita, che da sola non trova più la via verso casa, e la riporta all'ovile. I Padri della Chiesa hanno visto in questa pecorella l'immagine di tutta l'umanità, dell'intera natura umana, che si è persa e non trova più la via verso casa. Il Pastore che la riporta a casa può essere soltanto il 'Logos', la Parola eterna di Dio stesso. (...) Egli vuole avere anche degli uomini che 'portino' insieme con Lui. Essere Pastore nella Chiesa di Cristo significa partecipare a questo compito, del quale il pallio fa memoria".

  "Così il pallio diventa simbolo del nostro amore per il Pastore Cristo e del nostro amare insieme con Lui (...); diventa simbolo della chiamata ad amare tutti loro con la forza di Cristo e in vista di Cristo, affinché possano trovare Lui e in Lui se stessi".

  Benedetto XVI ha concluso l'omelia ribadendo che il Pallio: "ci parla della cattolicità della Chiesa, della comunione universale di Pastore e gregge. E ci rimanda all'apostolicità: alla comunione con la fede degli Apostoli, sulla quale è fondata la Chiesa".

  Al termine della Santa Messa e prima della recita dell'Angelus, il Santo Padre ha ricordato che quest'anno: "La festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo ricorre di domenica, così che tutta la Chiesa, e non solo quella di Roma, la celebra in forma solenne".

  "Tale coincidenza" - ha sottolineato il Santo Padre - "è propizia anche per dare maggiore risalto ad un evento straordinario: l'Anno Paolino, che ho aperto ufficialmente ieri sera, presso la tomba dell'Apostolo delle genti, e che durerà fino al 29 giugno 2009. (...)  Al compiersi di circa duemila anni, ho voluto indire questo speciale giubileo, che naturalmente avrà come baricentro Roma, in particolare la Basilica di San Paolo fuori le Mura e il luogo del martirio, alle Tre Fontane. Ma esso coinvolgerà la Chiesa intera, a partire da Tarso, città natale di Paolo, e dagli altri luoghi paolini meta di pellegrinaggi nell'attuale Turchia, come pure in Terra Santa, e nell'Isola di Malta, dove l'Apostolo approdò dopo un naufragio e gettò il seme fecondo del Vangelo".

  "In realtà, l'orizzonte dell'Anno Paolino non può che essere universale" - ha proseguito il Pontefice - "perché San Paolo è stato per eccellenza l'apostolo di quelli che rispetto agli Ebrei erano 'i lontani' e che 'grazie al sangue di Cristo' sono diventati 'i vicini' (cfr Ef 2,13). Per questo anche oggi, in un mondo diventato più 'piccolo', ma dove moltissimi ancora non hanno incontrato il Signore Gesù, il giubileo di San Paolo invita tutti i cristiani ad essere missionari del Vangelo".

  "Come sottolinea la liturgia, i carismi dei due grandi Apostoli sono complementari per l'edificazione dell'unico Popolo di Dio ed i cristiani non possono dare valida testimonianza a Cristo se non sono uniti tra di loro".

  "Anno Paolino, evangelizzazione, comunione nella Chiesa e piena unità di tutti i cristiani: preghiamo ora per queste grandi intenzioni" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "affidandole alla celeste intercessione di Maria Santissima, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli".
HML/SANTI PIETRO:PAOLO/BARTOLOMEO I                VIS 20080630 (1060)


INAUGURAZIONE ANNO PAOLINO

CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2008 (VIS). Alle 18:00 di questo pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica di San Paolo fuori le Mura la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, in occasione dell'apertura dell'Anno Paolino, con la partecipazione del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I e dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità Cristiane.

  Il Santo Padre, il Patriarca Ecumenico, i Delegati fraterni delle altre Confessioni cristiane, i Monaci dell'Abbazia di San Paolo fuori le Mura, hanno raggiunto in processione il quadriportico della Basilica dove - davanti alla statua dell'Apostolo Paolo - il Papa ha acceso il primo cero del braciere che arderà per tutto il corso dell'Anno Paolino. Dopo di Lui anche il Patriarca Ecumenico e il Rappresentante del Primate Anglicano hanno acceso un cero. Quindi la processione ha varcato la "Porta Paolina" ed è entrata in Basilica.

  "Siamo riuniti presso la tomba di San Paolo, il quale nacque, duemila anni fa, a Tarso di Cilicia, nell'odierna Turchia" - ha detto il Papa nell'omelia - "Paolo non è per noi una figura del passato, che ricordiamo con venerazione. Egli è anche il nostro maestro, apostolo e banditore di Gesù Cristo anche per noi. (...) Ho voluto indire questo speciale 'Anno Paolino': per ascoltarlo e per apprendere ora da lui, quale nostro maestro, 'la fede e la verità', in cui sono radicate le ragioni dell'unità tra i discepoli di Cristo".

  "È per me motivo di intima gioia" - ha proseguito il Pontefice - "che l'apertura dello 'Anno Paolino' assuma un particolare carattere ecumenico per la presenza di numerosi delegati e rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali, che accolgo con cuore aperto", il Patriarca Bartolomeo I e i membri della Delegazione che lo accompagna, e i Delegati Fraterni delle Chiese che hanno un vincolo particolare con l'Apostolo Paolo - Gerusalemme, Antiochia, Cipro, Grecia - e che formano l'ambiente geografico della vita dell'Apostolo prima del suo arrivo a Roma., ed anche i Fratelli delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali di Oriente".

  "Siamo dunque qui raccolti per interrogarci sul grande Apostolo delle genti. Ci chiediamo non soltanto: Chi era Paolo? Ci chiediamo soprattutto: Chi è Paolo? (...) La sua fede è l'esperienza dell'essere amato da Gesù Cristo in modo tutto personale; è la coscienza del fatto che Cristo ha affrontato la morte non per un qualcosa di anonimo, ma per amore di lui - di Paolo - e che, come Risorto, lo ama tuttora, che cioè Cristo si è donato per lui. (...) La sua fede non è una teoria, un'opinione su Dio e sul mondo. La sua fede è l'impatto dell'amore di Dio sul suo cuore. E così questa stessa fede è amore per Gesù Cristo".

  "Da molti Paolo viene presentato come uomo combattivo che sa maneggiare la spada della parola. Di fatto, sul suo cammino di apostolo non sono mancate le dispute. Non ha cercato un'armonia superficiale. (...) La verità era per lui troppo grande per essere disposto a sacrificarla in vista di un successo esterno. La verità che aveva sperimentato nell'incontro con il Risorto ben meritava per lui la lotta, la persecuzione, la sofferenza. Ma ciò che lo motivava nel più profondo, era l'essere amato da Gesù Cristo e il desiderio di trasmettere ad altri questo amore. Paolo era un uomo colpito da un grande amore, e tutto il suo operare e soffrire si spiega solo a partire da questo centro. I concetti fondanti del suo annuncio si comprendono unicamente in base ad esso".

  Ricordando une delle parole-chiave dell'Apostolo: libertà, il Papa ha affermato: "Paolo era libero come uomo amato da Dio che, in virtù di Dio, era in grado di amare insieme con Lui. Questo amore è ora la 'legge' della sua vita e proprio così è la libertà della sua vita. Egli parla ed agisce mosso dalla responsabilità dell'amore. Libertà e responsabilità sono qui uniti in modo inscindibile. (...) Chi ama Cristo come lo ha amato Paolo, può veramente fare quello che vuole, perché il suo amore è unito alla volontà di Cristo e così alla volontà di Dio; perché la sua volontà è ancorata alla verità e perché la sua volontà non è più semplicemente volontà sua, arbitrio dell'io autonomo, ma è integrata nella libertà di Dio e da essa riceve la strada da percorrere".

  "Nella ricerca della fisionomia interiore di San Paolo vorrei, in secondo luogo, ricordare la parola che il Cristo risorto gli rivolse sulla strada verso Damasco. Prima il Signore gli chiede: 'Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?' Alla domanda: 'Chi sei, o Signore?' vien data la risposta: 'Io sono Gesù che tu perseguiti' (At 9,4s). Perseguitando la Chiesa, Paolo perseguita lo stesso Gesù. 'Tu perseguiti me'. Gesù si identifica con la Chiesa in un solo soggetto. In questa esclamazione del Risorto, che trasformò la vita di Saulo, in fondo ormai è contenuta l'intera dottrina sulla Chiesa come Corpo di Cristo. Cristo non si è ritirato nel cielo, lasciando sulla terra una schiera di seguaci che mandano avanti 'la sua causa'. La Chiesa non è un'associazione che vuole promuovere una certa causa. In essa non si tratta di una causa. In essa si tratta della persona di Gesù Cristo, che anche da Risorto è rimasto 'carne'. (...) Egli ha un corpo. È personalmente presente nella sua Chiesa".

  "In tutto ciò traspare il mistero eucaristico, nel quale Cristo dona continuamente il suo Corpo e fa di noi il suo Corpo".  Il Signore stesso si rivolge a noi con queste parole: "Come avete potuto lacerare il mio Corpo? Davanti al volto di Cristo, questa parola diventa al contempo una richiesta urgente: riportaci insieme da tutte le divisioni. Fa' che oggi diventi nuovamente realtà".

  "Vorrei concludere" - ha detto infine il Santo Padre - "con una parola tarda di san Paolo, una esortazione a Timoteo dalla prigione, di fronte alla morte. 'Soffri anche tu insieme con me per il Vangelo', dice l'apostolo al suo discepolo (2Tm 1,8). (...) L'incarico dell'annuncio e la chiamata alla sofferenza per Cristo vanno inscindibilmente insieme. (...) In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza. Chi vuole schivare la sofferenza, tenerla lontana da sé, tiene lontana la vita stessa e la sua grandezza; non può essere servitore della verità e così servitore della fede. (...) Là dove non c'è niente che valga che per esso si soffra, anche la stessa vita perde il suo valore. L'Eucaristia - il centro del nostro essere cristiani - si fonda nel sacrificio di Gesù per noi, è nata dalla sofferenza dell'amore, che nella Croce ha trovato il suo culmine".

  "Di questo amore che si dona noi viviamo" - ha concluso il Pontefice - "Esso ci dà il coraggio e la forza di soffrire con Cristo e per Lui in questo mondo, sapendo che proprio così la nostra vita diventa grande e matura e vera".
HML/INAUGURAZIONE ANNO PAOLINO/...                   VIS 20080630 (1140)


UDIENZA PRESIDENTE DEL PORTOGALLO

CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2008 (VIS). Un Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, rende noto che questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza il Presidente della Repubblica portoghese, Signor Aníbal Cavaco Silva, il quale, successivamente, ha incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, e l'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

  "Nel corso dei cordiali colloqui" - si legge nel testo - "sono stati passati in rassegna diversi temi di comune interesse, riguardanti l'attuale situazione del Paese. Sottolineando i buoni rapporti esistenti tra la Chiesa Cattolica e il Portogallo, ci si è soffermati sull'attuazione del Concordato del 2004".

  "Le conversazioni hanno toccato pure alcuni aspetti dell'attualità internazionale, con particolare riferimento all'Europa e all'impegno del Portogallo nei confronti di alcuni Paesi africani ed asiatici".
OP/UDIENZA:PRESIDENTE PORTOGALLO/CAVACO     VIS 20080630(150)


POSSA ANNO PAOLINO AIUTARE RINNOVO IMPEGNO ECUMENICO

CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2008 (VIS). Questa mattina il Papa ha ricevuto il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, a Roma per partecipare all'apertura dell'Anno Paolino e alla celebrazione dei Primi Vespri nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli, Patroni dell'Alma Città di Roma.

  "Ho appreso con piacere che anche Vostra Santità ha indetto un Anno Paolino" - ha detto Papa Benedetto XVI al Patriarca Bartolomeo, sottolineando che: "Questa felice coincidenza pone in evidenza le radici della nostra comune vocazione cristiana e la significativa sintonia, che stiamo vivendo, di sentimenti e di impegni pastorali. Per questo rendo grazie al Signore Gesù Cristo, che con la forza del suo Spirito guida i nostri passi verso l'unità".

  "San Paolo" - ha proseguito il Pontefice - "ci ricorda che la piena comunione tra tutti i cristiani trova il suo fondamento in 'un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo'. (...) Ai cristiani di Corinto, in mezzo ai quali erano sorti dissensi, San Paolo non ha timore di indirizzare un forte richiamo perché siano unanimi nel parlare, scompaiano le divisioni tra loro e coltivino una perfetta unione di pensiero e di intenti".

  "Nel nostro mondo" - ha affermato il Santo Padre - "in cui si va consolidando il fenomeno della globalizzazione ma continuano ciononostante a persistere divisioni e conflitti, l'uomo avverte un crescente bisogno di certezze e di pace. Allo stesso tempo, però, egli resta smarrito e quasi irretito da una certa cultura edonistica e relativistica, che pone in dubbio l'esistenza stessa della verità. Le indicazioni dell'Apostolo sono, al riguardo, quanto mai propizie per incoraggiare gli sforzi tesi alla ricerca della piena unità tra i cristiani, tanto necessaria per offrire agli uomini del terzo millennio una sempre più luminosa testimonianza di Cristo, Via, Verità e Vita. Solo in Cristo e nel suo Vangelo l'umanità può trovare risposta alle sue più intime attese".

  "Possa l'Anno Paolino, che questa sera inizierà solennemente, aiutare il popolo cristiano a rinnovare l'impegno ecumenico, e si intensifichino le iniziative comuni nel cammino verso la comunione fra tutti i discepoli di Cristo. Di questo cammino la vostra presenza qui, oggi, è certamente un segno incoraggiante".
AC/ANNO PAOLINO:UNITÀ/BARTOLOMEO I                   VIS 20080630 (370)


venerdì 27 giugno 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accolto la rinunzia presentata, per raggiunti limiti d'età, dal Cardinale Camillo Ruini agli incarichi di Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma e di Arciprete della Papale Arcibasilica Lateranense.

-  Ha nominato il Cardinale Agostino Vallini, finora Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, Suo Vicario Generale per la Diocesi di Roma e Arciprete della Papale Arcibasilica Lateranense.

- Ha nominato l'Arcivescovo Raymond Leo Burke, di Saint Louis (Stati Uniti d'America), Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

- Ha nominato il Monsignor Ludger Schepers, Vescovo Ausiliare di Essen (superficie: 1.877; popolazione: 2.602.494; cattolici: 919.948; sacerdoti: 589; religiosi: 580; diaconi permanenti: 77), Repubblica Federale di Germania. Il Vescovo eletto, finora Parroco e Decano a Duisburg, è nato a Oberhausen (Repubblica Federale di Germania), nel 1953 ed è stato ordinato sacerdote nel 1979.

- Ha accettato la rinuncia all'ufficio di Vescovo Ausiliare della Diocesi di Essen, presentata dal Vescovo Franz Grave, per raggiunti limiti d'età.
RE:NA:NEA/.../...                                   VIS 20080627 (180)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

    - Il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, S.D.B., Vescovo di Hong Kong (Cina), con il Coadiutore Vescovo John Tong Hon, in Visita "ad Limina Apostolorum"-

    - Il Vescovo José Lai Hung-seng, di Macau (Cina), in Visita "ad Limina Apostolorum".

- Due Presuli della Conferenza Episcopale di Honduras in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Luis Solé Fa, C.M., di Trujillo.

    - Il Vescovo Jean-Louis Giasson, P.M.E., di Yoro.

- Il Signor Ahmed Hamid Elfaki Hamid, Ambasciatore del Sudan in visita di congedo

- Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../...                                       VIS 20080627 (120)


DIOCESI HONG KONG E MACAO: ESSERE TESTIMONI DI CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2008 (VIS). Il Papa ha ricevuto questa mattina i Vescovi delle Diocesi di Hong Kong e Macao al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

  "Le vostre due Chiese particolari" - ha detto il Papa - "sono chiamate ad essere testimoni di Cristo, a guardare in avanti con speranza e a misurarsi - nell'annuncio del Vangelo - con le nuove sfide che le popolazioni di Hong Kong e di Macao devono affrontare".

  Riferendosi alla "necessità di un'adeguata formazione permanente del clero", Papa Benedetto XVI ha sottolineato che essa "è un'esigenza intrinseca al dono e al ministro sacramentale ricevuto e si rivela necessaria in ogni tempo. Oggi però risulta essere particolarmente urgente, non solo per il rapido mutarsi delle condizioni sociali e culturali degli uomini e dei popoli entro cui si svolge il  ministero presbiterale, ma anche per quella 'nuova evangelizzazione' che costituisce il compito essenziale e indilazionabile della Chiesa'".

  "Cari Fratelli" - ha proseguito il Pontefice - "ben sapete che le scuole cattoliche apportano un contributo notevole alla formazione intellettuale, spirituale e morale, delle nuove generazioni:  è per questi aspetti cruciali della crescita della persona che i genitori, sia cattolici sia di altre tradizioni religiose, ricorrono alle scuole cattoliche".

  "Le scuole cattoliche delle vostre due Diocesi" - ha rilevato il Santo Padre - "hanno contribuito in maniera rilevante allo sviluppo sociale e alla crescita culturale delle vostre popolazioni; oggi questi centri educativi incontrano nuove difficoltà; vi sono vicino e vi incoraggio ad adoperarvi affinché questo prezioso servizio non venga meno".

  "Vi ringrazio personalmente" - ha detto il Papa ai Vescovi - "per l'affetto e per la devozione che avete manifestato alla Santa Sede in molte e diverse maniere. Mi congratulo con voi per le molteplici realizzazioni delle vostre così efficienti comunità diocesane e vi esorto ad un sempre maggiore impegno nel ricercare i mezzi più  adatti per rendere il messaggio cristiano di amore più comprensibile nel mondo nel quale vivete".

  "Incoraggio poi le vostre Diocesi a continuare a dare il loro contributo alla Chiesa nella Cina Continentale, sia nel mettere a disposizione il personale per la formazione sia nel sostenere iniziative benefiche di promozione umana e di assistenza. A questo riguardo come non ricordare il prezioso servizio, reso con generosità e con competenza dalla Caritas delle vostre due Diocesi".

  "Mi auguro, e chiedo al Signore" - ha concluso il Pontefice - "che arrivi presto il giorno in cui anche i vostri Confratelli della Cina Continentale possano venire a Roma in pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, in segno di comunione con il Successore di Pietro e con la Chiesa universale".
AL/.../VESCOVI CINA                               VIS 20080627 (440)


RICONOSCENZA CARDINALE RUINI E SALUTO NUOVO VICARIO


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, 400 Officiali del Vicariato di Roma per il congedo del Cardinal Camillo Ruini dall'ufficio di Vicario Generale per la Diocesi di Roma e la nomina del successore Cardinale Agostino Vallini.

  "Gli ultimi anni del secolo scorso e i primi del nuovo" - ha detto Benedetto XVI - "sono stati un tempo davvero straordinario, tanto più per chi, come noi, ha avuto in sorte di viverli al fianco di un autentico gigante della fede e della missione della Chiesa, il venerato mio Predecessore".

  "Collaborando strettamente con lui" - ha proseguito il Pontefice - "siamo stati 'trascinati' dalla sua eccezionale forza spirituale, radicata nella preghiera, nell'unione profonda con il Signore Gesù Cristo e nell'intimità filiale con la sua Madre Santissima. Il carisma missionario del Papa Giovanni Paolo II ha avuto (...) un influsso determinante sul periodo del suo pontificato, in particolare sul tempo di preparazione al Giubileo del 2000; e questo lo si è potuto verificare direttamente nella Diocesi di Roma, la Diocesi del Papa, grazie all'impegno costante del Cardinale Vicario e dei suoi collaboratori".

  "Come esempio di questo mi limito a ricordare la Missione cittadina di Roma e i cosiddetti 'Dialoghi in Cattedrale', espressione di una Chiesa che, nel momento stesso in cui andava prendendo maggiore coscienza della sua identità diocesana (...) si apriva decisamente a una mentalità missionaria e ad uno stile coerente con essa, mentalità e stile destinati a non durare solo il tempo di una stagione, bensì, come è stato spesso ribadito, a diventare permanenti".

  "La sollecitudine per la missione" del Cardinale Ruini, ha ricordato ancora il Santo Padre, "è stata sempre accompagnata e sostenuta da un'eccellente capacità di riflessione teologica e filosofica, che Ella ha manifestato ed esercitato fin dagli anni giovanili. L'apostolato, specialmente nel nostro tempo, deve nutrirsi costantemente di pensiero, per motivare il significato dei gesti e delle azioni, altrimenti è destinato a ridursi a sterile attivismo".

  "Mi piace ricordare al riguardo la nostra collaborazione sui temi dei Convegni ecclesiali diocesani" - ha detto ancora il Papa riferendosi al periodo in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - "tesi a rispondere alle principali urgenze pastorali tenendo conto del contesto sociale e culturale della Città".

  Il Santo Padre ha menzionato anche il "progetto culturale, particolare iniziativa della Chiesa italiana" che "richiama il modo di porsi della Chiesa nella società: il desiderio cioè della Comunità cristiana - rispondente alla missione del suo Signore - di essere presente in mezzo agli uomini e alla storia con un progetto di uomo, di famiglia, di relazioni sociali ispirato alla Parola di Dio e declinato in dialogo con la cultura del tempo".

  "Caro Signor Cardinale, in questo lei ha dato un esempio che rimane al di là delle iniziative del momento, un esempio di 'pensare la fede', in assoluta fedeltà al Magistero della Chiesa, con puntuale attenzione agli insegnamenti del Vescovo di Roma e, al tempo stesso, in costante ascolto delle domande che emergono dalla cultura contemporanea e dai problemi dell'attuale società".

  Infine Papa Benedetto XVI ha rivolto parole di saluto al Cardinale Agostino Vallini, nuovo Vicario della Diocesi di Roma, finora Prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica, accogliendolo "nel nuovo incarico, che gli affido tenendo conto della sua esperienza pastorale, maturata dapprima quale Ausiliare nella grande Diocesi di Napoli e poi come Vescovo di Albano; esperienza a cui egli unisce provate doti di saggezza e di affidabilità".
AC/VICARIATO:ROMA/RUINI:VALLINI                   VIS 20080627 (570)


giovedì 26 giugno 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- L'Arcivescovo John Hung Shan-chuan, di Taipei (Taiwan), Membro del Consiglio Speciale per l'Asia della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

- Il Dottor Johan Ickx, Consultore della Congregazione della Cause dei Santi, Officiale del Tribunale della Penitenzieria Apostolica.
NA/.../SHAN-CHUAN:ICKX                             VIS 20080626 (60)


IMPEGNARSI PER UN MONDO PACIFICO E SOLIDALE

CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI, nel ricevere in udienza il Signor Firmin Mboutsou, nuovo Ambasciatore del Gabon, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, ha ricordato, nel suo discorso, i buoni rapporti esistenti da quaranta anni, fra Gabon e Santa Sede.

  "La Chiesa contribuisce e desidera contribuire sempre più" - ha affermato il Pontefice - "all'educazione degli uomini, donne e bambini, senza distinzioni, nel rispetto della persona e della sua cultura, trasmettendo ad ognuno i valori spirituali e morali indispensabili per la crescita dell'essere umano. Parimenti, nella sua antica tradizione la Chiesa contribuisce anche all'educazione sanitaria ed alla cura dei malati, per il benessere della persona". In tale contesto il Papa ha auspicato che "il Paese riconosca pienamente e sostenga il servizio caritativo offerto a tutte le persone che vi ricorrono. Un tale riconoscimento giuridico non mancherà di produrre benefici effetti sulla presenza religiosa e sul dinamismo delle strutture in ambito sanitario e sociale".

  Riferendosi successivamente all'Accordo firmato nel 2001 sull'insegnamento, Benedetto ha auspicato "un consolidamento degli accordi, con l'episcopato del vostro paese, relativo all'insegnamento a tutti i livelli, in particolare l'insegnamento superiore. La Chiesa intende mantenere e sviluppare un insegnamento di qualità, per il quale è necessario il sostegno fiducioso delle Autorità e dei diversi servizi statali".

  Sottolineando l'importanza di una "migliore organizzazione della pastorale delle Forze Armate" in Gabon, il Papa ha affermato che "è opportuno che i membri delle Forze Armate si costituiscano in comunità cristiane particolari, sotto la guida di un pastore che sappia riconoscere e rispettare la specificità del mondo militare".

  "Attraverso di Lei, Signor Ambasciatore" - ha detto ancora il Papa - "invito tutte le Autorità e gli uomini di buona volontà, specialmente nel continente africano, ad impegnarsi sempre più per un mondo pacifico, fraterno e solidale".

  "Senza giustizia, senza la lotta contro ogni forma di corruzione, senza il rispetto delle regole del diritto, è impossibile costruire una vera pace, ed è evidente che i cittadini abbiano delle difficoltà a dare fiducia ai loro dirigenti; inoltre, senza il rispetto della libertà di ogni individuo, non ci può essere pace. Conformemente alla sua tradizione, nelle forme sue proprie, la Chiesa è pronta a collaborare e ad apportare il suo sostegno a tutte le persone per le quali la prima preoccupazione è di stabilire una società che rispetti i diritti più elementari dell'uomo e che voglia costruire una società per l'uomo".

  "Il futuro è troppo spesso legato a questioni puramente economiche" - ha ribadito infine il Pontefice - "che sono fonte di numerosi conflitti. Conviene far in modo che gli abitanti del Paese siano i primi beneficiari del prodotto delle ricchezze naturali della nazione e fare tutto ciò che è in nostro potere  per una migliore protezione del pianeta, permettendoci di lasciare alle generazioni future una terra davvero abitabile, capace di nutrire tutti i suoi abitanti".
CD/LETTERE CREDENZIALI/GABON:MBOUTSOU              VIS 20080626 (490)


VESCOVI HONDURAS: POTENZIARE SERVIZIO CARITATIVO


CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i Vescovi della Conferenza Episcopale di Honduras, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

  "Il popolo honduregno" - ha affermato il Pontefice - "è dotato di un profondo spirito religioso che si manifesta nelle numerose ed antiche pratiche di devozione popolare, le quali, debitamente purificate da elementi estranei alla fede, devono essere valido strumento per l'annuncio del Vangelo. Come accade in altri paesi, la diffusione del secolarismo, del proselitismo delle sette, è fonte di confusione per molti fedeli, e provoca la perdita del senso di appartenenza alla Chiesa".

  "La constatazione delle enormi difficoltà che si oppongono alla vostra missione pastorale, invece di scoraggiarvi" - ha aggiunto il Papa - "deve servire a stimolare una estesa e coraggiosa opera di evangelizzazione, fondata, più che sull'efficacia dei mezzi materiali e dei progetti umani, sul potere della Parola di Dio, accolta con fede, vissuta con umiltà e annunciata con fedeltà".

  Benedetto XVI ha sottolineato che nella "urgente missione di annunciare la Buona Novella della salvezza", il contributo dei sacerdoti è "inestimabile" ed ha invitato i Presuli a porre sempre al servizio del Seminario "i migliori professori ed adeguati mezzi materiali, perché i futuri sacerdoti acquisiscano la maturità umana, spirituale e sacerdotale di cui i fedeli hanno bisogno e che hanno il diritto di attendersi dai propri pastori. (...) Nonostante l'incremento delle vocazioni negli ultimi tempi" - ha ricordato ancora il Papa - "la scarsità di presbiteri" è "con ragione, une delle principali preoccupazioni".

  "Un ambito di singolare attenzione pastorale" - ha proseguito il Pontefice - "è il matrimonio e la famiglia, la cui solidità e stabilità, è di immenso beneficio alla Chiesa ed alla società. Al riguardo è giusto riconoscere il passo importante che è stato fatto di includere nella Costituzione dell'Honduras il riconoscimento esplicito del matrimonio, anche se voi sapete che non basta dotarsi di una buona legislazione se poi non si realizza il necessario lavoro culturale e di catechesi per far risplendere (...) la verità e la bellezza del matrimonio, autentica alleanza perpetua di vita e di amore fra un uomo e una donna".

  "Come l'annuncio della Parola e la celebrazione dei sacramenti, il servizio caritativo è parte essenziale della missione della Chiesa" - ha affermato il Papa - Per cui "i Vescovi quali successori degli Apostoli" devono essere " i primi responsabili di questo servizio di carità nelle Chiese particolari".

  "So quanto vi affligga la povertà nella quale vivono tanti vostri compatrioti, con l'aumento della violenza, l'emigrazione, la distruzione dell'ambiente, la corruzione o le carenze educative, fra gli altri gravi problemi. Come ministri del Buon Pastore avete dispiegato, in parole e opere, un'intensa opera di assistenza ai bisognosi. Vivamente vi esorto" - ha concluso il Santo Padre - "a continuare a mostrare nel vostro ministero il volto misericordioso di Dio, potenziando in tutte le vostre comunità diocesane e parrocchiali un esteso e capillare servizio di carità, che giunga in modo speciale ai malati, agli anziani e ai carcerati".
AL/.../HONDURAS                                        VIS 20080626 (500)


mercoledì 25 giugno 2008

SAN MASSIMO "CONFESSORE": INTREPIDO TESTIMONE FEDE GESÙ

CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2008 (VIS). Nell'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, con la partecipazione di 14.000 persone, il Santo Padre ha presentato la figura di San Massimo, monaco del VI secolo e "grande Padre della Chiesa di Oriente".

  "Si tratta di un monaco" - ha detto il Papa - "che meritò dalla Tradizione cristiana il titolo di 'Confessore' per l'intrepido coraggio con cui seppe testimoniare - 'confessare' - anche con la sofferenza, l'integrità della sua fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, Salvatore del mondo".

  "Massimo" - ha ricordato Papa Benedetto XVI - "nacque in Palestina, la terra del Signore, intorno al 580. (...) Da Gerusalemme, (...) si trasferì a Costantinopoli, e da lì, a causa delle invasioni barbariche, si rifugiò in Africa. Qui si distinse con estremo coraggio nella difesa dell'ortodossia. Massimo non accettava alcuna riduzione dell'umanità di Cristo. Era nata la teoria secondo cui in Cristo vi sarebbe solo una volontà, quella divina. Per difender l'unicità della sua persona, negavano in Lui una vera e propria volontà umana".

  Nel 649 Massimo "fu chiamato a Roma" dove "prese parte attiva al Concilio Lateranense, indetto dal Papa Martino I a difesa delle due volontà di Cristo, contro l'editto dell'imperatore che - pro bono pacis - proibiva di discutere tale questione" Massimo, che - opponendosi anche lui all'imperatore - continuava a ripetere: 'E' impossibile affermare in Cristo una sola volontà!' (...) insieme a due suoi discepoli, entrambi chiamati Anastasio, (...) fu sottoposto ad un estenuante processo. (...) Il tribunale dell'imperatore lo condannò, con l'accusa di eresia, alla crudele mutilazione della lingua e della mano destra - i due organi mediante i quali, attraverso le parole e gli scritti, Massimo aveva combattuto l'errata dottrina dell'unica volontà di Cristo. Infine, il santo monaco, così mutilato, venne esiliato nella Colchide, sul Mar Nero, dove morì, sfinito per le sofferenza subite, all'età di 82 anni, il 13 agosto dello stesso anno 662"-

  "Quello di San Massimo" - ha sottolineato il Pontefice - "non è mai un pensiero solo teologico, speculativo, ripiegato su se sesso, perché ha sempre come punto di approdo la concreta realtà del mondo e della sua salvezza. (...) All'uomo, creato a sua immagine e somiglianza, Dio ha affidato la missione di unificare il cosmo".

  "La vita e il pensiero di Massimo restano potentemente illuminati da un immenso coraggio nel testimoniare la realtà integrale di Cristo, senza alcuna riduzione o compromesso. E così appare chi è veramente l'uomo, come dobbiamo vivere per  rispondere alla nostra vocazione. Dobbiamo vivere uniti a Dio, per essere così uniti a noi stessi e al cosmo, dando al cosmo stesso e all'umanità la giusta forma".

  "L'universale 'sì' di Cristo, ci mostra anche con chiarezza come dare il collocamento giusto a tutti gli altri valori. Pensiamo a valori oggi giustamente difesi quali la tolleranza, la libertà, il dialogo. Ma una tolleranza che non sapesse più distinguere tra bene e male diventerebbe caotica e autodistruttiva. Così pure: una libertà che non rispettasse la libertà degli altri e non trovasse la comune misura delle nostre rispettive libertà, diventerebbe anarchia e distruggerebbe l'autorità. Il dialogo che non sa più su che cosa dialogare diventa una chiacchiera vuota. Tutti questi valori sono grandi e fondamentali, ma possono rimare veri valori soltanto se hanno il punto di riferimento che li unisce e dà loro la vera autenticità. Questo punto di riferimento è la sintesi tra Dio e cosmo, è la figura di Cristo nella quale impariamo la verità di noi stessi e impariamo così dove collocare tutti gli altri valori, perché scopriamo il loro autentico significato".

  "E così, alle fine" - ha concluso il Pontefice - "Cristo ci indica che il cosmo deve divenire liturgia, gloria di Dio e che la adorazione è l'inizio della vera trasformazione, del vero rinnovamento del mondo".
AG/SAN MASSIMO CONFESSORE                       VIS 20080625 (560)


BENEDIZIONE STATUA DI SAN LUIGI ORIONE

CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2008 (VIS). Prima dell'Udienza Generale di questa mattina in Piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha benedetto una statua marmorea di San Luigi Orione (1872-1940), collocata in una nicchia esterna della Basilica Vaticana.

  Fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza approvata nel 1903, Don Orione trascorse tre anni a soccorrere le vittime del terribile terremoto del 1908 che colpì Messina e Reggio Calabria, adoperandosi in particolare per i bisognosi e gli orfani. L'espansione dell'Opera Orionina coincide con la fine della prima Guerra Mondiale, con la creazione di numerosi collegi ed istituzioni educative e assistenziali. L'attività missionaria fu inaugurata nel 1913 in Brasile.

  "Don Orione" fu proclamato Beato da Giovanni Paolo II  il 26 ottobre 1980 e  canonizzato il 16 maggio 2004. La sua memoria liturgica si celebra il 12 marzo.

  Al termine dell'Udienza, il Santo Padre ha salutato "con grande affetto" la Famiglia Orionina ed ha auspicato che: "L'inaugurazione della statua del vostro Fondatore costituisca, per tutti i suoi figli spirituali, un rinnovato stimolo a proseguire sul cammino tracciato da San Luigi Orione specialmente per portare al Successore di Pietro - come diceva lui stesso - 'i piccoli, le classi umili, i poveri operai e i reietti della vita che sono i più cari a Cristo e i veri tesori della Chiesa di Gesù Cristo".
AG/BENEDIZIONE STATUA/LUIGI ORIONE                   VIS 20080625 (240)


EDIZIONE IN LINGUA MALAYALAM L'OSSERVATORE ROMANO

CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha indirizzato un Messaggio di saluto in occasione della pubblicazione del primo numero della traduzione in lingua malayalam dell'edizione in lingua inglese de "L'Osservatore Romano".

  "La pubblicazione di questa prima edizione de 'L'Osservatore Romano' in lingua malayalam" - scrive il Pontefice - "è un avvenimento molto significativo nella vita della Chiesa in India, perché consentirà agli oltre sei milioni di cattolici dello stato del Kerala di essere informati sul ministero del Papa e sull'opera della Santa Sede rafforzando così i vincoli di fede e comunione ecclesiale che legano la comunità cattolica alla Sede di Pietro".

  "Profitto della presente circostanza per porgere i miei voti augurali ed assicurare le mie preghiere per questa importante iniziativa, e ringrazio di cuore i dirigenti della 'Carmel International Publishing House' e tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione".

  "Auspico che questa nuova traduzione dell'edizione inglese, che si unisce alle altre edizioni in lingua straniera de 'L'Osservatore Romano', sia una valida fonte di istruzione ed arricchimento nella fede, un incentivo ad una maggiore fraternità e cooperazione con la comunità cattolica del Kerala, nella sua ricca e multiforme diversità, ed un aiuto indispensabile alla continuazione della missione evangelizzatrice".
BXVI-LETTERA/OSSERVATORE ROMANO/…                   VIS 20080625 (210)


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