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giovedì 24 aprile 2014

VIA CRUCIS: UNA CROCE GLORIOSA COME L'ALBA DI UNA NOTTE LUNGA

Città del Vaticano, 18 aprile 2014 (VIS). Alle 21:15 di oggi, Venerdì Santo, il Santo Padre ha presieduto la Via Crucis al Colosseo, alla quale, alla luce di candele e fiaccole, tutti gli anni partecipano migliaia di fedeli. Dalla terrazza del Palatino, il Santo Padre ha ascoltato le riflessioni che accompagnavano le quattordici stazioni, dedicate quest'anno alla crisi economica, all'immigrazione, alla povertà, alla condizione della donna e degli emarginati nel mondo attuale.... Un lavoratore ed un datore di lavoro, due stranieri, due persone senza fissa dimora, due detenuti, due membri di una comunità di recupero, due ammalati, due bambini, una famiglia, due anziani, due religiosi, i Custodi di Terra Santa, nella prima ed ultima stazione e il Cardinale Agostino Vallini, Arcivescovo di Roma, hanno portato la Croce lungo le 14 stazioni.

Al termine, anche se non era previsto, il Papa ha rivolto alcune parole ai partecipanti ed ha detto: "Dio ha messo sulla Croce di Gesù tutto il peso dei nostri peccati, tutte le ingiustizie perpetrate da ogni Caino contro suo fratello, tutta l’amarezza del tradimento di Giuda e di Pietro, tutta la vanità dei prepotenti, tutta l’arroganza dei falsi amici. Era una Croce pesante, come la notte delle persone abbandonate, pesante come la morte delle persone care, pesante perché riassume tutta la bruttura del male. Tuttavia, è anche una Croce gloriosa come l’alba di una notte lunga, perché raffigura in tutto l’amore di Dio che è più grande delle nostre iniquità e dei nostri tradimenti. Nella Croce vediamo la mostruosità dell’uomo, quando si lascia guidare dal male; ma vediamo anche l’immensità della misericordia di Dio che non ci tratta secondo i nostri peccati, ma secondo la sua misericordia".

"Di fronte alla Croce di Gesù, vediamo quasi fino a toccare con le mani quanto siamo amati eternamente; di fronte alla Croce ci sentiamo 'figli' e non 'cose' o 'oggetti', come affermava San Gregorio Nazianzeno rivolgendosi a Cristo con questa preghiera: 'Se non fossi Tu, o mio Cristo, mi sentirei creatura finita. Sono nato e mi sento dissolvere. Mangio, dormo, riposo e cammino, mi ammalo e guarisco. Mi assalgono senza numero brame e tormenti, godo del sole e di quanto la terra fruttifica. Poi, io muoio e la carne diventa polvere come quella degli animali, che non hanno peccati. Ma io, cosa ho di più di loro? Nulla, se non Dio. Se non fossi Tu, o Cristo mio, mi sentirei creatura finita. O nostro Gesù, guidaci dalla Croce alla resurrezione e insegnaci che il male non avrà l’ultima parola, ma l’amore, la misericordia e il perdono. O Cristo, aiutaci a esclamare nuovamente: 'Ieri ero crocifisso con Cristo; oggi sono glorificato con Lui. Ieri ero morto con Lui, oggi sono vivo con Lui. Ieri ero sepolto con Lui, oggi sono risuscitato con Lui'".

"Infine, tutti insieme, ricordiamo i malati, ricordiamo tutte le persone abbandonate sotto il peso della Croce, affinché trovino nella prova della Croce la forza della speranza, della speranza della resurrezione e dell’amore di Dio".

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