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giovedì 24 aprile 2014

PAPA FRANCESCO: NON CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE È VIVO

Città del Vaticano, 23 aprile 2014 (VIS). "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?". Con questa domanda il Santo Padre ha iniziato questa mattina, festa di San Giorgio, suo giorno onomastico, la prima catechesi dell'Udienza Generale dopo la Settimana Santa. "Quante volte - ha ricordato Papa Francesco - noi cerchiamo la vita fra le cose morte, fra le cose che non possono dare vita, fra le cose che oggi sono e domani non saranno più, le cose che passano ...".

Abbiamo bisogno di ricordare questa frase, ha ribadito il Papa, "quando ci chiudiamo in una qualsiasi forma di egoismo o di auto compiacimento; quando ci lasciamo sedurre dai poteri terreni e dalle cose di questo mondo, dimenticando Dio e il prossimo: quando poniamo le nostre speranze in vanità mondane, nel denaro, nel successo". Al pari dell'apostolo Tommaso, di Maria di Magdala e dei due discepoli di Emmaus, che non riconoscono il Signore, anche per noi: "Non è facile essere aperti a Gesù. Non è scontato accettare la vita del Risorto e la sua presenza in mezzo a noi".

"Questa domanda - ha continuato il Papa - ci fa superare la tentazione di guardare indietro, a ciò che è stato ieri, e ci spinge in avanti verso il futuro. (...) Oggi viene rivolto anche a noi questo interrogativo. Tu, perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che ti chiudi in te stesso dopo un fallimento e tu che non hai più la forza di pregare? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che ti senti solo, abbandonato dagli amici e forse anche da Dio? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che hai perso la speranza e tu che ti senti imprigionato dai tuoi peccati? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che aspiri alla bellezza, alla perfezione spirituale, alla giustizia, alla pace?",

"Abbiamo bisogno di sentirci ripetere e di ricordarci a vicenda l'ammonimento dell'angelo! - ha concluso Papa Francesco - Questo ammonimento, 'Perché cercate tra i morti colui che è vivo', ci aiuta ad uscire dai nostri spazi di tristezza e ci apre agli orizzonti della gioia e della speranza. Quella speranza che rimuove le pietre dai sepolcri e incoraggia ad annunciare la Buona Novella, capace di generare vita nuova per gli altri. (...) Non andiamo da tanti sepolcri che oggi ti promettono qualcosa, bellezza, e poi non ti danno niente!".

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